Scarica Riassunto del libro scrivere la relazione psicodiagnostica e più Appunti in PDF di Psicodiagnostica solo su Docsity! SCRIVERE LA RELAZIONE PSICODIAGNOSTICA 1.LA VALUTAZIONE PSICOLOGICA La valutazione psicologica è un ibrido tra arte e scienza. I fondamenti empirici dei testi sono indispensabili per ottenere dati affidabili, ma l'integrazione dei risultati richiede capacità artistiche e creative. Sia i manuali sia le riviste scientifiche sottolineano l'aspetto puramente rigoroso della valutazione, mentre il ruolo dell'intuizione e della creatività del clinico è considerato, nella migliore delle ipotesi, una componente ancora periferica.il compito di interpretare i dati e di integrarli in una cornice di senso per l'esperienza del soggetto rimane un'arte, risultato di attente supervisioni da parte dei clinici esperti, di una conoscenza accurata e coscienziosa sia del funzionamento psichico sia degli strumenti utilizzati e soprattutto dell'esperienza maturata nel corso della pratica clinica. I test di intelligenza hanno fatto la loro comparsa all'inizio del XX secolo e avevano lo scopo di aiutare i clinici a prendere decisioni rispetto allo stile educativo, mentre la valutazione della personalità all'inizi del 900, era utilizzata per la selezione in ambito lavorativo. Il test di Rorschach, le scale di Wechsler e l’MMPI. Questi strumenti, tutt'oggi nelle loro versioni aggiornate sono i testi più utilizzati dai clinici. Gli psicologi e gli psichiatri stesso utilizzano i termini diagnosi e assessment in modo interscambiabile benché si riferiscono ad ambiti molto diversi. Potremmo dire che la diagnosi prevede l'identificazione della costellazione di sintomi mediante l'utilizzo di categorie prestabilite, mentre lo scopo dell'assessment e valutare la gamma di fattori disposizionali e situazionali che si combinano nel formare l'esperienza soggettiva unica del paziente, i pattern emotivi, le motivazioni, le difese e le strategie di copying. L'assessment inteso come valutazione è un processo di problem solving molto complesso, in cui i testi sono spesso uno dei metodi impiegati per la raccolta di dati utili. Data la sua variabilità non è possibile ricondurlo ad un insieme definito di regole e passaggi. La diagnosi è la chiave per comprendere la patologia del paziente, la valutazione psicologica è la chiave per comprendere la persona con quella specifica patologia. Il percorso diagnostico del DSM prevede l'uso di test, ma al massimo di rating scales scale di valutazione specifiche che consentono di riconoscere e raggruppare i sintomi: si tratta di un uso che rientra nelle competenze proprie dello psichiatra; l'uso dei test, invece, è una componente importante dell'assessment, non che è una competenza riconosciuta anche dalla legge il titolo di psicologo.l'uso dei test allo scopo di facilitare una valutazione più ampia della personalità individuale e di offrire informazioni utili all'inquadramento diagnostico e alla pianificazione del trattamento. Il test da solo non fa la diagnosi. Il processo diagnostico rappresenta l’iter che il paziente percorre insieme al clinico allo scopo di rilevare e circoscrivere l'ampiezza e l'entità dei disturbi lamentati, attribuire loro un significato e individuare le possibili strategie di cui avvalersi per ridurre, modificare oppure eliminare laddove possibile, la causa che provoca la sofferenza che il paziente stesso oppure i suoi familiari lamentano. Ogni problema ha un significato preciso nella vita di una persona. Il clinico dovrebbe essere un esperto sensibile del comportamento umano per poter esaminare i processi complessi e sfaccettati dell'esperienza soggettiva di un particolare individuo. Quando pensiamo ad una struttura della personalità pensiamo a dei modi stabili di pensare, sentire, regolare le emozioni, gestire gli impulsi e agire che si manifestano nel corso del tempo e in situazioni diverse. Secondo i teorici di orientamento psicoanalitico, le strutture psichiche sono il risultato di un'interazione dinamica dei processi che si innescano in modo ripetitivo e che possono divenire disfunzionali sia di per sé sia quando interagiscono in modo atipico tra di loro. La valutazione della personalità dal punto di vista funzionale mira a spiegare il modo con cui il soggetto tende a funzionare nella sfera cognitiva, affettiva e comportamentale. Tale quadro include le aree psicologicamente sane che riguardano la capacità delle persone di impegnarsi in relazioni soddisfacenti, fare esperienza di una gamma di sentimenti e pensieri adeguati all'età, funzionare in modo abbastanza flessibile in condizioni stressanti interni ed esterne, avere un senso di identità personale coeso e stabile e non sperimentare livelli eccessivi di disagio psicologico. I dati che emergono da una valutazione non sono necessari come i criteri del DSM per produrre una diagnosi, ma sono informazioni utili nel dare sostegno ad un'ipotesi diagnostica e nel permettere una riflessione più raffinata sulle difficoltà del soggetto. Nel caso della psicologia il processo valutativo si esprime secondo Weiner attraverso tre fasi: Information input: rappresenta la raccolta delle informazioni in ingresso ed è influenzata dal contesto, dall'inviante e dal quesito iniziale. Questi fattori sono rilevanti al fine di comprendere il motivo della valutazione, i problemi impliciti da esplorare, gli aspetti culturali e le competenze linguistiche del soggetto in modo da poter scegliere gli strumenti più adeguati. Information evaluation: È la fase in cui i dati emersi dalla valutazione sono interpretati per consentire una descrizione accurata delle caratteristiche psicologiche dei comportamenti del soggetto. La valutazione dei dati necessita di un'analisi critica e di una sintesi dei risultati emersi con le informazioni con laterali raccolte nella prima fase della consultazione. Idealmente la valutazione psicologica utilizza un approccio multidimensionale, cioè multi sorgente in linea con la matrice molti tratto-multi metodo proposta da Campbell per la misurazione dei tratti psicologici. Un approccio multidimensionale e multi sorgente richiede di ottenere informazioni da fonti vicine al soggetto per esempio la famiglia, dal colloquio e da strumenti standardizzati. Tutti i dati possono essere integrati e riassunti. Information output: si riferisce all'utilizzo dei dati della valutazione per trarre conclusioni e fornire indicazioni relativamente al quesito di rinvio. La sintesi dei dati rappresenta un processo complesso che richiede da parte del clinico un pensiero critico, la conoscenza dei principi psicologici, la padronanza dei test e la competenza nello stabilire un'alleanza di lavoro efficace con il soggetto. Nella formulazione delle conclusioni l'abilità di pensiero critico del valutatore sta nell'avvalersi del giudizio clinico in modo da dare un valore aggiuntivo rispetto alla sola lettura del dato statistico normativo, allo stesso tempo, il clinico deve tenere conto delle possibili distorsioni dei dati durante l’interpretazione. Usare il pensiero critico non significa solo andare alla ricerca di errori, punti deboli, ma anche giudicare ciò che è rilevante è considerevole e ciò che non lo è in quello che leggiamo oppure che ascoltiamo. Il pensiero critico è una capacità intellettiva che va sviluppata e non una predisposizione che si eredita geneticamente. Il pensiero critico utilizza diverse attività mentali tra cui ragionamento, la logica, la capacità di riflettere, di porsi domande, di giudicare. La valutazione termina nel momento in cui vengono comunicati i risultati al paziente, ad altre persone per lui importanti oppure all'inviante. Questo abitualmente avviene attraverso la stesura di un report che rappresenta una sintesi scritta dei dati dell'assessment. Ciò richiede che l'esaminatore in quanto clinico, non comunichi solo i dati grezzi dei test ma che li riformuli in modo che le sue conclusioni siano utili al soggetto. Le persone che si sottopongono ad una valutazione qualunque sia il contesto, vogliono conoscere i risultati, esattamente come se si trattasse di una qualsiasi analisi medica. Il momento della restituzione è molto delicato perché si è -fornire un quadro completo del soggetto integrando dati precisi raccolti durante la valutazione e derivanti da altre fonti di informazione -formulare ipotesi cliniche e progettare interventi individualizzati -valutare a posteriori l'efficacia dell'intervento -essere un documento legale Tipi di report: C'è più di un modo per scrivere un report, e nessuno è necessariamente migliore di un altro.un report con scritto dovrebbe fornire informazioni utili e chiarire le dinamiche personali, spiegare il comportamento manifesto, gli effetti dell'interazione dei fattori cognitivi e intellettivi sulla personalità. Ci sono differenti modelli di report: Formato Shotgun: fornisce una raccolta di informazioni spesso frammentate. Questo stile assolutamente da evitare è generalmente vago oppure stereotipato o onnicomprensivo. Formato case-focused: il report pone l'attenzione sullo specifico problema del soggetto fornendo descrizioni accurate. Questo tipo di modalità segue alcuni principi di base. In primo luogo il rapporto dovrebbe usare un linguaggio orientato all'azione piuttosto che concetti metà psicologici astratti, consentendo di spiegare i comportamenti del cliente e gli schemi che li sottendono nel contesto di circostanze specifiche della vita quotidiana. Formato test by test: un report in cui un test e la sua interpretazione sono seguiti da un altro test della relativa interpretazione. I risultati sono organizzati e discussi in paragrafi separati e alla fine sintetizzati in una breve sezione posta alla fine del rapporto stesso. Benché sia tra i formati più diffusi è sconsigliato in quanto non fornisce indicazioni integrate sulla persona, ma solo sui diversi test usati. Formato lettera: si tratta di una vera e propria lettera inviata al soggetto. Può riportare i risultati test by test oppure fornire una descrizione del soggetto secondo una specifica teoria della personalità, utilizzando un linguaggio che varia a seconda del destinatario. Formato domain by domain: in questa struttura il clinico integra i risultati del test organizzandoli in sezioni che rappresentano domini specifici per esempio il rendimento scolastico. Questo formato è spesso usato nei report rivolti agli insegnanti oppure agli educatori. Formato ability by ability: le informazioni ottenute attraverso i test e le osservazioni sono integrate e i risultati vengono esposti in relazione alle singole abilità. Questo stile È molto complesso ed è solitamente utilizzato nelle valutazioni neuropsicologiche. Altri autori promuovono l'utilizzo di strutture più integrate, come per esempio referral question based, in cui il clinico risponde ai quesiti proposti dall'inviante oppure dal soggetto in modo specifico e dettagliato. I destinatari del report: I report possono essere differenziati anche in funzione della figura a cui sono rivolti. -I report indirizzati ad un professionista della salute mentale -I report rivolti a professionisti attivi in campi diversi da quello della salute mentale -i report rivolti ai non professionisti, come familiari oppure insegnanti. -in ambito forense spesso i destinatari saranno diversi e apparterranno il più delle volte a tutte e tre le categorie sopramenzionate. In questi casi attraverso un linguaggio semplice e accessibile sono fornite tutte le indicazioni riguardanti gli strumenti diagnostici utilizzati, e viene allegata la copia dei protocolli dei test somministrati e dei relativi Scoring. È indispensabile riflettere su quattro aree: -Training: molti manuali e alcuni docenti e supervisori di Psico diagnostica tendono a insegnare agli specializzandi a fornire dati e numeri senza spiegarne chiaramente il significato. -Linguaggio: il linguaggio gergale utilizzato dagli psicologi contribuisce sensibilmente ad aumentare le difficoltà di comprensione del report da parte di un lettore non psicologo. -Tempo: spesso allo Psico diagnostica è richiesto di redigere un numero elevato di report in un tempo troppo breve, in questo frangente probabilmente tenderà a dare maggior rilievo ai dati numerici anziché spiegarne per esteso i significati. -Destinatari multipli: il linguaggio scelto per redigere il report è fortemente influenzato dal suo destinatario. Quando scriviamo il report è indispensabile avere bene in mente chi sarà il lettore finale. La struttura del report: un buon clinico avrà uno schema mentale preciso per il report che deve scrivere. Avere una lista predeterminata delle aree che dovrebbero essere considerate consente di produrre un report più esaustivo. Una delle critiche più frequenti è che lo psicologo clinico ponga un'attenzione eccessivamente agli aspetti patologici e trascuri le risorse cioè le parti sane dell’individuo. Evidenziare le parti sane non solo può aiutare il lettore a comprendere meglio il suo quadro clinico ma può anche fornire le indicazioni utili sui punti di forza su cui far leva per un eventuale intervento.il report non deve contenere la storia sociale del soggetto anche se è possibile includere le informazioni anamnestiche, la dovesse siano pertinenti alla comprensione del quadro psichico che emerge dalla valutazione. Un elenco degli elementi essenziali di un report psicologico: 1 il motivo dell’invio 2 i test somministrati 3 le informazioni sulla storia personale 4 l'osservazione del comportamento 5 l'interpretazione dei risultati 6 la sintesi e le conclusioni 7 le indicazioni per il trattamento Il report integrato: una sfida. A differenza dei modelli di report del passato che enfatizzavano una diagnosi nosografica e la comprensione dell’ eziologia del disturbo, i modelli attuali si concentrano sulle descrizioni della persona e su comportamenti specifici. Inoltre i report odierni hanno spostato il focus sui sintomi, sul disadattamento e sulle aree che hanno bisogno di un intervento tenendo conto, allo stesso tempo, dei punti di forza e delle strategie di adattamento funzionali. Un report integrato dovrebbe essere così strutturato: prima di iniziare una valutazione il clinico dovrebbe lavorare molto attentamente con il cliente oppure l'inviante per definire in modo chiaro il quesito da indagare. I punteggi ottenuti ai testi devono essere integrati con la storia, l'osservazione del comportamento, l'incontro con il soggetto, documentazione oppure informazioni. Il clinico dovrebbe riflettere sulle diversità dei punteggi e dei dati a disposizione al fine di integrare le contraddizioni. Le interpretazioni vanno sviluppate: considerazioni generali, aspetti specifici, descrizioni qualitative delle risposte ai test, esempi tratti dalla storia personale, osservazioni comportamentali, implicazioni per la vita quotidiana. Le indicazioni per il trattamento dovrebbero considerare le caratteristiche del soggetto, il grado di accordo del cliente sui risultati dell'assessment e le risorse presenti nella famiglia e nella comunità di appartenenza. 3. ATTEGGIAMENTO, LINGUAGGIO E STILE Scrivere per chi legge: un report è efficace quando tiene conto del lettore cui è rivolto. Il contesto di riferimento del lettore dovrà essere inteso sia come contesto cognitivo sia come contesto sociale ossia l'insieme delle persone, degli altri professionisti e delle istituzioni interessati alla comunicazione dei risultati della valutazione. La costruzione del testo: le fasi del processo di scrittura. -analizzare la situazione comunicativa: prima di scrivere considerare il contesto, i quesiti della valutazione e i destinatari. Se lo scopo e la situazione comunicativa non vi sono chiari, non potrete lavorare in modo efficace ed efficiente. -Selezionate le informazioni: ora che avete definito i vostri obiettivi e le caratteristiche dei destinatari potete anche stabilire quali informazioni dovete trasmettere e le fonti di provenienza. -Ordinate le informazioni e definite un modello di testo: ordinate i dati che avete raccolto. Stabilite in quale ordine dare le informazioni e definite un modello di testo nel quale inquadrarle. Organizzate il testo in una serie di aree che diano informazioni specifiche. -Scrivete: finalmente potete scrivere il vostro report. Poiché sapete già che cosa dire e in quale ordine potete concentrarvi sugli aspetti più propriamente stilistici. -Revisionate e curate il testo dal punto di vista redazionale: il testo è completo. Non resta che revisionarlo per correggere ciò che infine dovesse apparire poco chiaro ed efficace. Anche la grafica e la redazione devono essere curate in modo adeguato. In che modo scrivere: lo stile di un report è influenzato innanzitutto dal tipo di training e dall'orientamento teorico dell'esaminatore. In linea di massima si può scegliere fra tre modi di approccio alla scrittura: letterario, clinico, scientifico. -L'approccio letterario adotta il linguaggio di tutti giorni. Nonostante possa catturare l'attenzione del lettore con una descrizione vivida e spesso impreciso e tende all'esagerazione. -L’approccio clinico è mirato alle dimensioni patologiche del soggetto: descrive gli aspetti abnormi, le difese, le dinamiche coinvolte nel disadattamento, le relazioni peculiari agli eventi stressanti. Fornisce informazioni sulle aree che necessitano di un intervento e informa il potenziale terapeuta delle difficoltà che potrebbe incontrare durante il trattamento. -L’approccio scientifico: si riferisce a concetti, teorie; descrive i risultati dei test in modo concreto e oggettivo con frequenti riferimenti a dati, comparazioni normative, affermazioni di probabilità, punteggi soglia da usare per prendere una decisione. E’ uno stile freddo, distante, eccessivamente oggettivo. L'abilità del clinico sta nel valutare i pro e i contro di ciascuno, mantenendo un orientamento flessibile che li combini tutti e tre: descrizione letteraria; elaborazione delle differenti dimensioni patologiche; presenza di informazioni scientifiche. La chiarezza della comunicazione: chi legge ha bisogno di capire e chi scrive è il compito di fornire tutte le informazioni necessarie per chi legge. La chiarezza è un'esigenza cruciale ma lo stesso tempo un problema ricorrente. E’ stato proposto un modello efficace di stesura del report a struttura piramidale alla cui sommità come elemento portante è posta la chiarezza della comunicazione. Chiarezza della comunicazione Voce Stile Per quanto un clinico possa essere attento molte sono le ragioni delle disattenzioni… Per evitare tali errori o dimenticanze bisogna seguire alcune semplici regole: -conoscere bene i testi e anche le istruzioni di somministrazione -prestare attenzione durante la somministrazione -utilizzare alcuni ausili come una lista delle cose da non dimenticare ed un cronometro al posto dell'orologio -adottare buone abitudini come annotare ordinatamente data e ora dell'inizio dei test. -se gli errori commessi durante l'esecuzione del test hanno un impatto notevole sui risultati questi devono essere esclusi dalla valutazione, se il clinico pensa invece che gli errori influenzino relativamente i dati finali può spiegarlo nel report. La revisione: infine prima di inviare il report al destinatario è bene revisionare accuratamente il testo. Per una rilettura attenta tuttavia sarebbe opportuno lasciar passare del tempo. 4 IL REPORT: IL PUNTO DI PARTENZA I tre pilastri del report: il focus, la sintesi e l’organizzazione: il punto di partenza del della scrittura del report è da ricercare nei tre pilastri che li danno sostegno.il focus di un report è il quesito posto dall'inviante ed è ciò che permette al clinico di contestualizzare la situazione e di selezionare gli strumenti utili per rispondere.con sintesi invece è inteso il lavoro di riconoscimento dei dati all'interno di un insieme suddiviso in aree concettualmente coerenti, che rispondono al quesito di invio. L'altro elemento su cui si sostiene un report dell’organizzazione. Una buona organizzazione conferisce ordine nella mente del clinico e produce risultati altrettanto ordinati. La struttura del report: la procedura del lavoro di stesura del report è suddiviso idealmente in tre grandi aree: la parte introduttiva, che comprende l'intestazione, l'inquadramento del quesito, le informazioni anamnestiche e le osservazioni del comportamento durante la valutazione.la parte centrale, relativa il risultato organizzati per domini del funzionamento psicologico.la parte finale che include le conclusioni riassuntive e le indicazioni per il trattamento. Intestazione: informazioni preliminari e invio. In questa sezione del report vanno inserite informazioni fondamentali quali dati anagrafici del soggetto, le date corrispondenti ai giorni nei quali è stata fatta la valutazione. Mentre le informazioni relative al clinico oppure all'ente che fa la valutazione generalmente sono sintetizzate nella carta intestata, intestazione deve includere alcune informazioni indispensabili relativa al soggetto: nome e cognome, data di nascita, sesso, stato civile, provenienza etnica, data della valutazione, inoltre, anche il rapporto psicologico ettaro un titolo come ad esempio ‘’valutazione psicologica’’. Definire il tipo di valutazione serve ad inquadrare il contesto entro il quale si è svolto l'assessment, il motivo dell'invio mira a mostrare la domanda posta al clinico e lo scopo della valutazione.un esempio può essere ‘’ determinare la natura e la gravità di un disturbo oppure di un comportamento’’. Informazioni sul background: questa sezione comprende informazioni di base sulla storia del soggetto e sull'ambiente sociale culturale di provenienza che sono raccolte attraverso i colloqui e, se presenti, mediante le documentazioni, gli esami medici, le relazioni diagnostiche precedenti mostrate durante gli incontri. Il clinico dovrà leggerne attentamente il contenuto e individuare gli aspetti salienti poiché tali informazioni potrebbero risultare utili nel momento in cui il puzzle dovrà essere composto. Questa parte può essere considerata a tutti gli effetti la base sulla quale l'esaminatore costruisce il report. Per un report esaustivo di un soggetto adulto bisogna indagare le seguenti aree: - storia evolutiva - indagine scolastica - anamnesi medica - storia lavorativa completa - storia militare, se rilevante - eventuale storia di abuso di sostanze stupefacenti - eventuale storia di consulenze oppure psicoterapie, È rilevante, che include informazioni riguardo alla diagnosi, terapeuti, informazioni sui trattamenti in generale. - Storia relazionale, comprendente partner, eventuali matrimoni, divorzi, le relazioni extra matrimoniali, relazioni con i parenti inclusi genitori fratelli e figli. Il fatto di inserire o meno nel report di tutte queste informazioni dipenderà dalla loro importanza e dalla necessità di farle conoscere a chi leggerà il report, in ogni caso la stesura delle informazioni anamnestiche dovrebbe seguire una struttura cronologica oppure essere organizzata per argomento. In un approccio combinato, la storia delle tappe dello sviluppo integrata da informazioni aggiuntive come per esempio la familiarità per un disturbo psichiatrico. Un approccio tematico alla storia personale include non solo la storia psichiatrica, l'anamnesi, ma anche il percorso accademico, la storia sociale professionale oppure di altre aree rilevanti per i motivi dell'invio. In un report relativo ad un bambino saranno messi in evidenza il rendimento scolastico, il tipo di comportamento a scuola, sia con i pari sia con gli insegnanti, le bocciature, le eventuali difficoltà di apprendimento e le relative aree del funzionamento intellettivo. In quello di un giovane adulto saranno riportati il percorso accademico e l'andamento dello studio; negli adulti il titolo di studio conseguito, le bocciature se presenti, le difficoltà in aree specifiche. Queste informazioni sono fondamentali perché preliminari nella scelta dei test. Un report di un adulto contiene anche le informazioni sull'attività lavorativa, sia del momento attuale sia della sua storia passata. Bisogna: - includere quelle informazioni che anticipano le possibili domande dei lettori. - Includere le informazioni che aiutano il lettore a conoscere il soggetto, una sorta di fotografia della persona. - Includere le informazioni che riducono al minimo le lacune. - Essere discreti, è opportuno non divulgare le informazioni sul soggetto e sulla sua famiglia che non sono strettamente legate alla valutazione. Osservazione del comportamento: nel percorso di valutazione, il clinico deve allenare la propria attenzione su una serie di aspetti del comportamento verbale e non verbale. Il non verbale ha più rilievo di quanto non possa sembrare in una fase iniziale. Mentre le parole viaggiano in un sistema di consapevolezza e comunicano significati, i comportamenti, i silenzi, i gesti, le espressioni del viso, il tono della voce restano ad un livello pre conscio oppure completamente inconscio. La componente meno linguistica è particolarmente interessante da considerare perché sfugge in gran parte il controllo cosciente, è legata ad aspetti più istintivi ed emotivi e trasmette più facilmente gli stati affettivi, i conflitti, che non sono espressi verbalmente. Le osservazioni del comportamento e, pertanto, forniscono ulteriori stimoli ed input da esplorare con approfondimenti clinici aggiuntivi. Queste osservazioni riguardano il modo in cui il soggetto si presenta ed entra in relazione con il clinico, mediante i movimenti del corpo, l'intonazione della voce, le configurazioni spaziali che vengono assunte, l'aspetto esteriore, il comportamento riguardo ai test, il livello di cooperazione. Le osservazioni del comportamento del soggetto contribuiscono ai risultati della valutazione in modi diversi, tra questi, tre sono particolarmente importanti: - completano integrano i risultati dei test - forniscono esempi di comportamento che i risultati dei test cercano di spiegare - contribuiscono alle decisioni sulla validità dei risultati del test Aspetto generale: la descrizione complessiva di come il soggetto si presenta durante la valutazione include variabili che si riferiscono all'atteggiamento, all'igiene personale e alle caratteristiche distintive, tatuaggi oppure trucco… Il clinico può indicare se sono presenti: elementi caratteristici e peculiari, disabilità o compromissioni da un punto di vista fisico, anomalie del peso corporeo. L'abbigliamento principalmente comunica informazioni sulla capacità del soggetto di prendersi cura di sé e sull'adeguatezza alla situazione e all'età. Alcuni dettagli quali la scelta dei colori dei vestiti possono dare informazioni seppure ipotetiche sullo stato emotivo. Espressione del volto: il volto del soggetto ostenta e rivela all'esterno emozioni e stati interni.tra i diversi canali espressivi del comportamento non verbale, il volto è uno dei più complessi sistemi di segnali del corpo fonte di quattro tipi di informazioni differenti: Gli static signs si riferiscono alla fisionomia del viso e includono la struttura ossea del cranio e le dimensioni, la forma e la posizione degli occhi, delle sopracciglia del naso e della bocca. Gli slow signs includono le occhiaie, le rughe, la peluria del viso. Gli artificial signs si riferiscono alla presenza degli occhiali del trucco oppure ad una colorazione non naturale dei capelli e così via. I rapid signs comprendono i cambiamenti del viso causati dalle contrazioni dei muscoli facciali sottostanti che muovono la pelle ne modificano l’aspetto. Ciascuno di questi segni è una sorgente importante di informazioni utili. Sguardo nell'interazione: lo sguardo svolge un ruolo fondamentale quando si instaura una relazione. Spesso è utilizzato per iniziare la conversazione, per trasmettere messaggi che non si vogliono, o non si possono, esprimere verbalmente. Il comportamento: il corpo nel suo complesso fornisce considerevoli elementi di conoscenza. Si osservano elementi come velocità, coordinazione, capacità plastiche, movimenti stereotipati, perseverazione, mobilità, movimenti sintomatici, postura. L'eloquio: il modo in cui le parole sono espresse e il contenuto delle frasi acquistano rilevanza della valutazione psicologica. L'intonazione, il ritmo, la fluidità, sono caratteristiche che attribuiscono un particolare significato e trasmettono differenti stati d'animo. Le variazioni linguistiche informano sullo stato emotivo ed affettivo di cui la comunicazione verbale e portatrice. Si osservano elementi come il tono della voce, vocabolario, produttività, modalità. Umore e affetti l'umore fa riferimento alla coloritura emotiva dominante della propria esperienza. Gli affetti hanno una durata più breve, una natura reattiva, ed è ciò che il clinico può serbare durante i colloqui e la somministrazione dei test. Per affetti intendiamo i sentimenti, gli stati d'animo e le altre emozioni riportate e descritte dal soggetto. Molti comportamenti riflettono il cambiamento del tono emotivo: il pianto, le vampate di calore, costrutti teorici astratti che non presentano una corrispondenza con ciò che il soggetto a mostrato durante la valutazione.le inferenze di questo tipo si riducono a generalizzazioni vaghe.le inferenze di tipo simbolico tuttavia, non sono da censurare totalmente ma vanno considerate lungo un continuum che va da un polo più conservatore ad un estremo più selvaggio. Singolarità: alcune risposte sono così particolari ed evocative che riflettono l'unicità dell'individuo.questo quarto criterio contraddici apparentemente il principio secondo il quale non ci si può affidare ad una singola risposta nel processo diagnostico.alcune risposte tuttavia appaiono così unica e rappresentative dell'esperienza interiore di una persona che possono essere prese in considerazione maggiormente rispetto ad altre. Convergenza o divergenza dei dati: le informazioni derivanti dalle varie fonti possono essere complementari oppure in conflitto tra loro. Quando le informazioni convergono e sono coerenti, i clinici possono sostenere conclusioni forti ed accreditate.in molti casi i risultati della valutazione appaiono contrastanti e ingarbugliati. per fronteggiare la divergenza dei dati si consiglia di: - sei un dato non è coerente con tutti gli altri risultati ed è in contrasto con aspetti comportamentali e situazionali allora il dato in questione potrebbe non essere affidabile. - Conoscere che cosa i test misurano e in che modo - sviluppare deduzioni da pattern di dati. Ci si aspetterebbe che le capacità cognitive e una lettura fluida comparino in uno studente senza difficoltà di apprendimento con esperienze formative adeguate all'età. Queste potrebbero divergere in uno studente che ha un disturbo della lettura. - utilizzare le ricerche presenti in letteratura e per dare un significato a risultati incompatibili. - Prestare attenzione al comportamento e ai fattori situazionali - non sentirsi obbligati a trarre conclusioni definitive su dati incoerenti Aree di funzionamento: le sezioni o i domini consentono al clinico di strutturare le informazioni in modo che i dati possono essere analizzati per comprendere e chiarire il quesito primario. Sono quattro le aree che descrivono il funzionamento psicologico di un soggetto qualunque sia il quesito è il contesto: il funzionamento cognitivo, il funzionamento emotivo, che comprende il comportamento e il controllo, la rappresentazione di sé e il funzionamento interpersonale. Secondo il quesito queste aree possono essere ampliate da sezioni extra. Fermo restando che le aree da sviluppare dovrebbero comunque avere un senso rispetto al quesito di invio. Sequenza delle sezioni: la composizione è il montaggio delle sezioni nel report danno forma e coerenza all'organizzazione psichica del soggetto valutato.la sequenzialità delle aree di funzionamento rispecchia la scelta che il clinico potrebbe compiere, ragionando su come vuole strutturare l'impalcatura organizzativa che dà priorità ad alcune aree rispetto ad altre. È più utile seguire una sequenzialità definita e regolare che comprenda tutte le aree del funzionamento psichico secondo il modello presentato: funzionamento cognitivo, affettività, immagine di sé e rapporti interpersonali. Questa sequenza all'apparenza rigida consente una descrizione del soggetto secondo una logica descrittiva del funzionamento psicologico indipendentemente dal problema che affligge la persona. Funzionamento cognitivo e ideazione: per cognizione si intende l'insieme di processi con cui le persone acquisiscono informazioni sull'ambiente circostante e le utilizzano per entrare in relazione con il mondo. È generalmente riconosciuto che la cognizione coinvolge sia i processi di base, quali l'attenzione, la percezione, la memoria, sia quelli di livello superiore, come il pensiero, le capacità di problem solving, l'astrazione, la pianificazione e la scelta di strategie. ABILITA’ COGNITIVE I test di intelligenza sono misure che mirano principalmente a valutare un ampio spettro di funzioni cognitive e sono utilizzati per una varietà di scopi.in alcune valutazioni, una misura diretta dell'intelligenza è predominante, fino ad essere anche il contenuto dell'unico quesito proposto, come nel caso della disabilità cognitiva per fini amministrativi oppure medico-legali. In altre situazioni l'intelligenza è solo una delle aree di funzionamento misurate o addirittura è solo stimata. Tra le misure dirette dell'intelligenza e le più note e più utilizzate sono le scale Wechsler nelle ultime due versioni per bambini e adulti (WISCe WAIS). Entrambe consentono di ottenere un punteggio totale (QI) e 14 indici compositi che misurano domini cognitivi specifici: comprensione verbale, memoria di lavoro, velocità di elaborazione, ragionamento percettivo. Il quoziente intellettivo totale non è un indice qualitativo, in quanto non fornisce informazioni sulla qualità e sulle componenti dell'intelligenza ma un carattere normativo. Il suo significato deriva dal confronto fra la prestazione del soggetto E quella del gruppo di riferimento. Quello che maggiormente ci interessa è la lettura qualitativa dei risultati. Un modello teorico interpretativo molto apprezzato è il modello di Cattell, Horn e Carrol (CHC) questo modello permette di misurare le abilità ampie e ristrette dell'intelligenza, sottostante un fattore più generale chiamato G, quali l'intelligenza cristallizzata, il ragionamento fluido, l'elaborazione visiva, la memoria breve termine, la velocità di elaborazione. Questo ci consente di considerare i punti di forza e di debolezza personali. ESAME DI REALTA’ E IDEAZIONE Il primo incontro con una persona e il colloquio che ne deriva è solo un punto di partenza ed osservazione ottimale per rilevare la natura della capacità di giudizio, la coerenza logica, razionalità e la capacità empatica di quella persona. Il ragionamento e l'esame di realtà rappresentano le fondamenta per la comprensione del funzionamento dell'intera personalità.avere un buon esame di realtà consente di vedere le cose come realmente sono e di avere una buona capacità di giudizio; l'esame di realtà è legato al modo in cui leggiamo gli eventi ed è definito dalla capacità di avere una percezione di sé e dell'ambiente circostante più o meno accurata. Un esame di realtà adeguato consente di differenziare se stessi e il proprio mondo interno del mondo esterno e permette di distinguere e mettere in relazione ciò che si pensa, si percepisce e si crede con ciò che è consensualmente definito il reale. Un esame di realtà appropriato richiede la capacità di distinguere tra l'esperienza interna del soggetto e le caratteristiche esterne oggettive. Benché il Rorschach sia lo strumento che meglio di altri ci consente di cogliere la chiarezza del pensiero e della realtà non si può escludere il contributo di altre fonti. Non è utile affidarsi al Rorschach come unica fonte e è consigliabile riflettere su due questioni: 1 il delirio è una falsa credenza. Ma in una certa misura sei una credenza è falsa è lasciata alla decisione di altri, e potrebbe essere una questione di opinione.esiste a Lourdes, Fatima esempi di apparizioni e credenze simili. Qual è la differenza? La differenza sta nel fatto che le storie di Lourdes oppure Fatima sono accettate da una parte della popolazione. Il punto è che è un individuo può essere delirante e non avere un disturbo del pensiero. Una persona può avere una convinzione errata e il razionale pur mantenendo un processo di pensiero logico. 2 molte persone che hanno un disturbo del pensiero non sono psicotiche. Inoltre, alcune persone che hanno un disturbo del pensiero non hanno alcun disturbo psichiatrico. IL FUNZIONAMENTO EMOTIVO Le emozioni sono alla base di ciò che ci rende umani e ricoprono un ruolo fondamentale nelle nostre decisioni nei comportamenti, nella creatività, e nei rapporti con gli altri. Arricchiscono le nostre relazioni e danno significato alla nostra esperienza; quando sono malamente modulate, tuttavia, possono devastare le relazioni, disorientarci e farci approdare in situazioni pericolose e ad alto rischio. Le teorie evoluzionisti che spiegano come la presenza e l'espressione delle emozioni abbia una funzione protettiva e conservativa della specie. Le emozioni sono automatiche e istintive, geneticamente determinate, e costituiscono gli adattamenti universali alle sfide poste dall'ambiente e dalle sue avversità.le emozioni sono un'esperienza nucleare nella vita di un individuo e svolgono un ruolo decisivo ogni qualvolta dobbiamo prendere delle decisioni, agire, relazionarci con gli altri. Queste vanno occupare uno spazio importante nella valutazione della personalità, sia rispetto al funzionamento normale sia nei disturbi a essa associati. Nella ricerca psicologica e in psichiatria il termine affetto è usato in senso lato per riferirsi ad emozioni, sentimenti e stati d'animo. In realtà il costrutto di affetto è molto complesso e multi sfaccettato poiché richiama componenti soggettive, cognitive, neurofisiologiche, sociali e culturali. Per cogliere al meglio i processi affettivi e la loro espressione, è fondamentale considerare tutte le componenti che confluiscono nei processi emotivi, dall'esperienza soggettiva alle sensazioni corporee, alle variabili contestuali. La sezione del funzionamento emotivo riassume ciò che i risultati dei test mostrano rispetto al ruolo delle emozioni nell'organizzazione e nel funzionamento psicologico di una persona. Comprende la capacità di riconoscere, elaborare ed esprimere emozioni. Le emozioni variano nella loro valenza a seconda che siano positive o negative, grado di differenziazione, intensità e integrazione nella consapevolezza. Rilevante anche la presenza o l'assenza di disturbi affettivi, tra cui depressione, disturbi d'ansia oppure instabilità dell’umore. I testi assumono un ruolo centrale per identificare pienamente il modo in cui una persona regola le proprie emozioni; di per sé le persone non colgono con facilità un mondo così complesso e spesso hanno difficoltà a riferire i vissuti che sotto molti aspetti vanno oltre la consapevolezza e che rientrano nel dominio dell'implicito. In questo, il testo si pone con un mezzo per ottenere una comprensione anche dettagliata di come la persona regola l’emozione, con quale grado di successo e in quali condizioni. LA RAPPRESENTAZIONE DI SE’ L'immagine di una persona ha di sé e condiziona l'esperienza che fa di sé e inevitabilmente, degli altri. La rappresentazione che un soggetto ha di sé si riflette nel modo in cui si muove nel mondo, si confronta con gli altri e consegue i propri scopi, nel modo in cui si racconta e si percepisce. Nell'insieme, l'identità rappresenta la capacità di vedere se stessi e gli altri in modo differenziato, coerente, realistico, e porta con sé delle caratteristiche di unicità che permettono di distinguersi dalle altre persone e di costruire il senso dell’individualità. Anche per quanto concerne la valutazione del funzionamento dell'area dell'identità e della rappresentazione di sé, I test psicologici combinati tra di loro dando un contributo importante sugli aspetti specifici che la costituiscono. Il matching con le informazioni provenienti dai Self report consente un'ipotesi su come il soggetto dichiara di percepirsi e di valutare, se è presente, una distanza o una differenza tra la rappresentazione emerse nel Rorschach o in altri testi performance- based come il TAT. quotidiane. Inoltre, riguarda la capacità di gestire adeguatamente l'ansia e lo stress. Alti livelli di compromissione funzionale producono implicazioni che riguardano la restrittività del trattamento, l'intensità dell'intervento, l'impiego di trattamenti farmacologici oppure interventi di tipo psicosociale, la prognosi e l'urgenza di raggiungere gli obiettivi iniziali. La complessità del problema: si stabilisce in base alla presenza di comorbilità psichiatrica, di modelli di comportamenti problematici e ricorrenti e non in ultimo, in base alla presenza di un disturbo di personalità. Stile di copying: consiste nella capacità di adattamento del soggetto alle richieste esterne, che può variare da una modalità più interiorizzante ad una modalità più esteriorizzante. Mentre le prime tendono ad internalizzare la colpa e alla svalutazione delle proprie capacità, le seconde affrontano i problemi in modo impulsivo, attribuendo la causa delle difficoltà all’esterno. uno stile internalizzante richiederà un percorso terapeutico che stimola la comprensione e la consapevolezza rispetto a strategie esternalizzanti che si troveranno dei trattamenti comportamentali e orientati allo sviluppo di competenze. Resistenza: molte persone accettano il trattamento altre oppongono resistenza. La tendenza a rispondere in maniera oppositiva alle richieste spesso rispecchia una difesa contro ciò che si percepisce come una minaccia. Tali strenue resistenze sono elementi fondamentali da valutare nelle proposte di trattamento in quanto sono indicative di una necessità di controllo, ostilità e di modalità di evitamento. Malessere soggettivo: questa dimensione tiene conto della percezione che la persona ha del proprio disagio e di come sperimenta la sua condizione. Un livello moderato di disagio è utile, in quanto spinge il soggetto ad intraprendere un percorso e ad essere motivata al cambiamento. Se il malessere diviene insopportabile, questo provocherà limitazioni notevoli per quanto concerne elaborazione delle informazioni e le capacità di attenzione, concentrazione e problem solving durante il trattamento. Supporto sociale: il supporto sociale si riferisce alla presenza di una famiglia coesa e ad un'occupazione sicura. La presenza di un buon supporto sociale correla con una risposta favorevole al trattamento rispetto a soggetti con uno scarso sostegno sociale. Cognizione e stile di apprendimento: si riferisce alla gamma di capacità intellettive utilizzate per registrare, organizzare e manipolare gli elementi per risolvere i problemi. La comprensione dello stile di apprendimento è fondamentale ai fini della progettazione di un trattamento poiché il processo terapeutico e i cambiamenti sono il frutto della risoluzione dei problemi e dell'apprendimento di nuove competenze. L'esame di realtà: riguarda la corrispondenza tra le percezioni di un soggetto e le caratteristiche formali di oggetti, persone ed eventi percepiti. L'esame di realtà ha un effetto sui rapporti e sulla capacità di recupero. Il ragionamento: fa riferimento al modo in cui una persona giunge alle conclusioni. Una valutazione attenta del pensiero potrebbe differenziare una condizione di disturbo mentale grave da uno eccentricità del pensiero oppure da angosce adolescenziali. In tal caso, le indicazioni sul trattamento varierebbero notevolmente. La regolazione emotiva: si riferisce al modo in cui una persona integra le emozioni nella propria esperienza di vita.una mappatura delle tensioni emotive essenziale ai fini della pianificazione dell'intervento per comprendere quando, quanto e come un terapeuta può attraversare le aree sensibili in modo sicuro. Le capacità relazionali: riguardano le abilità che consentono di interagire con gli altri e di stabilire un'intimità interpersonale. Queste caratteristiche sono a favore dell'istaurarsi di una buona alleanza terapeutica, considerando che quest'ultima è il fattore terapeutico aspecifico con maggior capacità predittiva circa l’outcome della terapia. Alcuni suggerimenti sullo sviluppo delle indicazioni nel report: alcune linee guida per formulare, nel report indicazioni e suggerimenti: - indicazioni concrete. - Essere specifici, ma non tanto da vincolare il lettore. - Proporre opzioni che l'inviante potrà seguire. - Non fornire indicazioni al di fuori della propria area di competenza - dare indicazioni appropriate per l'inviante (ad esempio avvocato, insegnante), e per il soggetto. - Rispondere sia ai quesiti di invio sia i problemi che sorgono durante la valutazione - anticipare i problemi ed affrontarli - mettere in ordine di priorità le indicazioni - evidenziare se le indicazioni sono molto importanti per la gestione dei rischi, della sicurezza o di altre preoccupazioni rilevanti. Ideazione suicida aria e rischi relativi: infine, un aspetto da mettere sempre bene in evidenza e quello relativo a rischio suicidario: è bene che ci sia sempre, non hai importanza se all'inizio oppure alla fine del report, l'importante è che sia ben evidenziato. Il comportamento suicidar io è quello che si incontra più frequentemente nelle emergenze psichiatriche. I Self report più in uso come MMPI-2 presentano item con un chiaro riferimento al suicidio e scale specifiche.il clinico che scrive il report deve sempre riferire di qualsiasi possibile rimando a tali comportamenti: a quanto emerso nel colloquio, a quanto riferito attraverso gli item del Self report, a temi di morte nei test ematici rispetto alla capacità evocativa di alcune tavole. Quanto emerso al testo non è mai una certezza, ma certamente è un indizio. Bassotto lineata che il suicidio è un comportamento troppo complesso per essere adeguatamente individuato da un singolo segno oppure punteggio di qualche test.in ogni caso il clinico deve sempre riportare anche solo l'ipotesi che questo possa accadere. Quale diagnosi: fermo restando che nessun teste in grado di fornire un'etichetta diagnostica oppure di aderire ad una delle nostro grafia disponibili è comunque possibile ottenere attraverso strumenti diversi una configurazione di indici che rendono i nostri risultati compatibili con una specifica etichetta diagnostica. Nel report potremmo al massimo dire che i risultati ottenuti sono compatibili con una specifica condizione, sempre che si abbiano sufficienti dati per sostenere la compatibilità. Si usano test come: MMPI, Rorschach, PAI (personality assessment inventory). Format: decidere come riportare nel report la compatibilità diagnostica dipende dal contesto, dai test utilizzati e dalle richieste fatte dal clinico inviante. Esempio: ipotesi diagnostica: quanto emerso al colloquio dei diversi test è compatibile con le seguenti ipotesi diagnostiche: asse I: disturbi dell'adattamento con umore depresso; disturbi dell'umore; disturbi dell’ansia. asse II: disturbi di personalità più probabili: disturbo di personalità dipendente, disturbo di personalità evitante, disturbo di personalità ossessivo compulsivo. La verifica della compatibilità diagnostica va effettuata in ambito clinico dall'inviante tenendo conto della storia del soggetto e delle evidenze. 10. REPORT IN AMBITO FORENSE Esistono contesti come quello forense, dove i lettori finali saranno fondamentalmente professionisti con competenze diverse, dal magistrato all'avvocato, i quali non saranno in grado di comprendere i codici diagnostici, e dove pertanto non sarà di nessuna utilità riportare i punteggi ottenuti ai test. In questo caso più che in altri sarà utile descrivere il funzionamento del soggetto con un linguaggio comune e quando la situazione ci costringe a utilizzare un linguaggio tecnico sarà necessario spiegarlo in maniera adeguata. In ambito giuridico sono più che mai importante la chiarezza e la semplicità. Al primo posto si colloca il rispetto della privacy.indipendentemente dal contesto il report è un documento confidenziale dove le informazioni incluse sono state raccolte con il consenso del soggetto, ciò non toglie che nel momento in cui un report, incluso oppure legato alla consulenza tecnica d'ufficio oppure alla perizia, è depositata in tribunale diventa un documento pubblico, quindi di libero accesso, ragione in più per muoversi sempre con grande delicatezza nel rivelare aspetti intimi delle persone che non rientrano nella specificità dell’indagine. Hanno un terzo aspetto di fondamentale importanza è che all'interno del report siano riportate sono inferenze fatte su dati di cui si possa sostenere la validità e l'affidabilità. Nel report è inoltre possibile riportare delle dichiarazioni del soggetto.se da un lato queste informazioni non sono sostenibili dal punto di vista psicometrico, dall'altro sono importanti per comprendere appieno il soggetto in esame. Nella stesura di un report è importante considerare la possibilità che si possono fare degli errori: - essere eccessivamente influenzato dai dati raccolti all'inizio oppure alla fine delle procedure dell'assessment - farsi influenzare troppo dalle informazioni già disponibili prima di aver effettuato la valutazione - ricordare utilizzare quelle informazioni che puntano a confermare le proprie ipotesi - prestare attenzione più alle informazioni maggiormente disponibili oppure che si ricordano con più facilità - assegnare maggiore possibilità alle combinazioni prototipiche che alle caratteristiche indagate - ricordare maggiormente quei casi in cui due fenomeni covariano a discapito di quelli nei quali essi non mostrano tale tendenza - sovrastimare l'accuratezza delle proprie spiegazioni Sono tre i principi rilevanti per una comunicazione efficace. Attribuire alle informazioni le fonti: questo è uno degli aspetti più importanti in tribunale, perché le conclusioni oppure i ragionamenti in generale non basati su informazioni accurate e sui fatti saranno probabilmente messo in dubbio nel corso del processo. Un accurato processo diagnostico di conseguenza, può essere vano se non sia l'accortezza di citare le fonti dalle quali si sono attinte le informazioni. Data la grande varietà delle tipologie di fonti che solitamente sono utilizzate per la stesura di un report, informazioni Self report, storia riferita, si consiglia anche di stilare, all'inizio del report, una lista delle fonti comprendente anche informazioni sufficienti su ognuna di esse, atte a chiarificare di cosa effettivamente si tratta, dove e quando è stata ottenuta e in molti casi la durata temporale della procedura. Utilizzare un linguaggio chiaro evitando un gergo tecnico: numerosi autori giudici avvocati possono non conoscere la terminologia psichiatrica per questi motivi è importante assumere un linguaggio comune. Scrivere il report in sezioni, secondo un modello e delle procedure: è di fondamentale importanza che il report sia ben organizzato, che metta bene in chiaro cosa è stato fatto, per quale scopo, con quali risultati e soprattutto a quali conclusioni si è giunti.un report ben stilato e ben strutturato può facilitare la testimonianza.