Scarica RIASSUNTO "DOPO LA FOTOGRAFIA " e più Sintesi del corso in PDF di Elaborazione digitale delle immagini solo su Docsity! DOPO LA FOTOGRAFIA – FRED RITCHIN TRAMA Forse la maggior parte di noi non se n’è neppure accorta: stiamo emigrando. Dal vecchio mondo analogico, fondato sulla visione oculare, su una scansione temporale che procede dal passato verso il futuro, su una forma di comunità come relazione nella prossimità spaziale, a un mondo digitale in cui i sensi tendono a svilupparsi in contemporanea, in cui il presente è la condizione prevalente e dove le comunità umane si formano, e si sciolgono, in tempi e spazi che non sono più contigui. Una rivoluzione invisibile per cui vale il detto di Marshall McLuhan fatto proprio da David Foster Wallace: “una cosa di cui i pesci non sanno assolutamente niente è l’acqua”. Insomma, come pesci che ignorano l’acqua, stiamo reinventando noi stessi. "Dopo la fotografia" esamina gli infiniti modi attraverso i quali la rivoluzione digitale ha totalmente modificato la nostra fruizione delle informazioni visive, a partire dalle foto di cronaca scattate con i telefoni cellulari fino all'uso pervasivo della videosorveglianza. Allo stesso tempo, la maggiore possibilità di manipolare ogni immagine ha reso la fotografia un documento di ambigua identità, mettendo cosi in dubbio il suo ruolo nel raccontare gli eventi, pubblici o privati che siano. Nel solco della tradizione di studi tracciato da John Berger e Susan Sontag, Fred Ritchin analizza fallimenti e potenzialità non ancora sfruttate di un medium in continua evoluzione. Addentrandosi nel futuro dei media visivi, l'autore sottolinea come la rivoluzione digitale stia trasformando le immagini in un sistema ipertestuale che ha cambiato radicalmente il nostro modo di concettualizzare il mondo. Secondo Ritchin è il momento di esplorare con rigore le opportunità offerte dalle innovazioni digitali e di usarle per capire meglio il nostro mondo in rapida trasformazione. I collegamenti ipertestuali di uno scatto messo in rete, per esempio, offrono immense occasioni per il dialogo e l'arricchimento reciproco. Immaginare cosa accadrà alla fotografia è una sfida che dobbiamo affrontare senza indugio se vogliamo ancora avere un controllo su tutte quelle immagini che ormai produciamo in maniera esponenziale, evitando così di diventarne schiavi inconsapevoli. Il digitale non uccide la tradizionale ambiguità della fotografia; al contrario, offre molte altre possibilità di contestualizzazione dell’immagine stessa. Detto altrimenti, siamo in presenza di meta-immagini, il che compensa l’aspetto istantaneo dello scatto con il digitale, così che possiamo pensare alla fotografia come a una porzione di schermo. L’idea di Cartier- Bresson del “momento decisivo”, come selezione di un continuum in movimento (ricordiamo tutti l’immagine dell’uomo che salta la pozzanghera ed è sospeso a metà del “volo”), non ha più senso. Con il digitale il senso del tempo diventa più elastico, futuro e passato s’intrecciano, così da essere importanti tanto quanto il presente. Nel contempo la fotografia viene incorporata in altri strumenti oltre la macchina stessa, il telefono digitale, in primis, e in futuro anche oggetti di casa come il frigorifero, le pareti domestiche e i tavoli; e poi la nostra stessa pelle. In questa prospettiva, spiega Ritchin, la fotografia diventa uno strumento per anticipare e affrontare i problemi aumentando la propria rilevanza sociale. Non sarà più un registratore di realtà, ma una produttrice di realtà. Questo avviene non solo per la capacità che gli strumenti visivi, e riproduttivi, offrono alla cosiddetta fotografia, ma perché, basandosi su un’architettura di astrazioni ripetibili all’infinito, copia e originale nel digitale sono la medesima cosa. La riconfigurazione dell’immagine possibile con il digitale mette il fotografo in una curiosa posizione, quella di essere il disc jockey del visivo contemporaneo. Creazione e ricreazione sono strettamente legati come avevano per altro intuito, in campo letterario, Queneau e il circolo dell’Oulipo. Tutto è cominciato con la manipolazione delle immagini fotografiche, all’inizio degli anni Ottanta. Richtin sostiene che in questo modo la fotografia ha preparato, nel bene e nel male, il terreno ai cambiamenti personali e sociali fondamentali. E il ruolo dell’Autore? Intervistato su “Wired”, l’artista multimediale, musicista influente, Brian Eno ha spiegato che in futuro non si compreranno più i lavori di un artista, ma dei software che realizzano pezzi originali dei “suoi” lavori, un box di Brian Eno, che può interagire, ad esempio, con un box di Brahms, e insieme comporre un pezzo. Che futuro ci aspetta? Strumenti sofisticati di produzione di media sono già nelle mani di una fetta ampia dell’umanità. Da lì verrà la risposta, e non solo per la fotografia. RIASSUNTO LIBRO PREFAZIONE Il mondo è cambiato, siamo nell'era del digitale, adesso i media, il digitale e la tecnologia ci costringe a vivere in un determinato modo, sicuramente diverso da quello precedente. Al giorno d'oggi gli uomini, non sono più uomini, ma utenti. I media sono stati un vero e proprio cambiamento sociale, una rivoluzione digitale. Attraverso la fotografia osserviamo bene il cambiamento in atto nel mondo, attraverso il passaggio da analogico a digitale. Stiamo reinventando il nostro modo di vedere il mondo , ci affanniamo a reinventare i media , ma in realtà altro non facciamo che reinventare noi stessi. Oggi infatti la produzione di fotografie non sembra arrestarsi, grazie ovviamente al web, dove si possono trovare miliardi di fotografie. La fotografia altro non è che l’atto di congelare il visibile . Se sviluppate in modo intelligente, le nuove strategie di immagine potranno stimolare nuovi approcci, superando i limiti della fotografia analogica, ma purtroppo scarseggia la volontà di delineare nuove strategie interpretative, dovremmo creare immagini più utili e esplorative e non semplicemente belle immagini. I nuovi media che emergeranno che non vogliamo o no ci cambieranno. CAPITOLO 1 La fotografia è il riflesso della società, e talvolta è in grado di cambiare il mondo. Viviamo in un mondo di schermi, infatti spesso l'uomo si sente in svantaggio rispetto alla macchina che sembra essere più intelligente di quest'ultimo. I media digitali si basano e sono fatti fondamentalmente da codici e dati, che si ripetono all'infinito. Appunto per questo, per quanto riguarda la fotografia, possiamo notare una grande differenza tra il mondo analogico e quello digitale. Nell'analogico le fotografie cambiano nel tempo, invecchiano, si depongono, insomma cambiano nel loro aspetto, mentre nel digitale appunto perchè fatto di codici e dati è sempre tutto uguale, e non cambia nel suo aspetto. I media digitali porteranno ad un cambiamento epocale rispetto al passato . I media prediligono l’astrazione , la non linearità , l’elusione della natura così come l’abbiamo conosciuta , ridefinendo al col tempo spazio e tempo. Il digitale ha a che fare con significanti co- dificati, dati con cui si può giocare, astratti dalla loro fon- te; l'analogico emana dal vento, dai boschi e dagli alberi, dal mondo tangibile. Il digitale si basa su un'architettura di astrazioni ripetibili all'infinito, in cui l'originale e la copia sono gli stessi; l'analogico invecchia e si decompone, si rimpicciolisce di generazione in generazione, cambia nel suono, nell'aspetto, nell'odore. Nel mondo analogico la fotografia della fotografia è sempre di seconda generazione, è piú sfocata, non è uguale; la copia digitale della fotografia digitale è indistinguibile, quindi l'«originale» perde il suo significato. MANUALITA (ANALOGICO) vs MECCANICITA (DIGITALE) La fotografia nasce per documentare e creare arte, ma è stata anche usata impropriamente per manipolare il pubblico. Infatti e per questo che ci si chiede se il digitale sia uno strumento più efficiente o se sia solo un esplorativi. Se ogni foto è portatrice di significati diversi, allora è inutile dire che esista una sola realtà o una sola interpretazione. La gente crede nelle fotografie e sono tra le armi più potenti del mondo, ma al tempo stesso mentono anche senza manipolazione. È proprio per questo che le fotografie documentaristica esige una didascalia, un titolo, o un articolo. La persona che in una foto piange può avere qualche problema all'occhio, o può aver ricevuto una brutta notizia. Ma qui il digitale a differenza della pellicola consente maggiormente l’ambiguità. Infatti, per l’ambiente digitale, si potrebbero dare maggiori informazioni sulla foto, creando un roll-over ai quattro angoli della foto, per esempio sull’autore oltre che sulla foto, in modo tale da creare un passaggio dall'occhio alla mente e grazie anche alla connessione in tutto il mondo, condivisibile immediatamente . Cliccando I vari punti si aprono diverse letture, diversi percorsi che l'utente può seguire creandosi il proprio viaggio, ad esempio cliccando su un cappello si aprono diverse letture o poesie o immagini sul cappello avendo così più informazioni. Così la fotografia diventa polifonica (più significati ) e sarà errato affermare che la macchina fotografica è portatrice di un'unica verità per cui non mente mai. Il lettore viene invitato ad entrare nel digitale, poiché si interroga su cosa cliccare e dove lo condurrà quel determinato clic. In tal modo il fotografo diventa un saggista o un poeta , la fotografia non è più solo registrazione meccanica di un dato evento . Oggi la foto è semplicemente un immagine rettangolare che non conduce da nessuna parte se con alla contemplazione da parte di uno spettatore interessato , nel futuro questo tipo di foto troppo statica verrà considerata come la fotografia analogica .Dunque l'esposizione iniziale è solo un punto di partenza che porta poi ad altre realtà. Per tale ragione la fotografia documentaristica presenta sempre delle didascalie o delle voci che la spiegano per non allontanarsi dal significato che essa vuole esprimere . CAPITOLO 5 La fotografia è stata dirottata, e le immagini più incisive sono state messe da parte in favore di altre immagini che sembrano dire che va tutto bene, che rappresentano una pseudo realtà, ma che non è la realtà. I primi a voler questo sono stati i politici, facendo una messa in scena della realtà riempendo il mondo di promesse. I politici hanno capito prima di tutto che un’immagine può far cambiare il pensiero dei media. Per esempio se un potente fa qualcosa la stampa comincia a fotografare mentre fa quella determinata cosa, se un politico si mette a giocare a calcio, allora la stampa andrà a immortalarlo, così anche se il politico non vuole o non sa fare quella cosa, la farà comunque perché sa che verrà fotografato dalla stampa e alla fine questo personaggio non è altro che costruito dal media . Perciò non conta Cosa è reale ma cosa viene proiettate e non tanto quello che viene proiettato ma piuttosto ciò che viene ricevuto dal popolo. Un direttore alla fotografia del Time disse che fotografare la politica è come fotografare il set di un film. Dopo gli attacchi dell'11 settembre le foto reali dei morti erano poche, probabilmente perché a i cittadini newyorchesi non avevo bisogno di fotografie per vedere l' orrore, ma lo vivevano tutti giorni, lo sentivano nell'aria, infatti le foto dell'accaduto servivano a chi era lontano, ma queste fotografie erano tremendamente simboliche ma al contempo profondamente insufficienti. Ma spesso pubblicare immagini troppo forti fu vietato, tanto che Al-Jazeera venne criticata per aver mostrato i morti, ma come è possibile uccidere migliaia di uomini per civilizzare, e al contempo vietare la pubblicazione perché lo si ritiene incivile? Fu proprio così che nelle guerre più recenti molti fotografi vennero tenuti lontani. Molti fotografi e cameraman furono uccisi nella guerra in Iraq del 2003. Vedere per un governo che alimenta la guerra è pericoloso, è diventato un problema, il fotografo documentarista viene visto come sospettoso, una sorta di traditore che potrebbe agire alle spalle del governo, poichè potrebbe far espandere e sapere al mondo una situazione sociale sbagliata. Spesso per le infinite limitazioni un fotografo vorrebbe avere la possibilità di creare immagini che riflettono realmente ciò che sta accadendo. La gente a causa di queste manipolazioni si fida sempre meno della televisione e delle fotografie . CAPITOLO 6 Abbiamo detto come le fotografie hanno una certa ambiguità, e possono creare confusione e stimolare la curiosità, quindi a ricercare informazioni, e grazie proprio ai media digitali che il lettore può andare oltre, approfondire le idee e gli interessi che sono nati osservando una determinata fotografia, quindi la fotografia stimola domande e il lettore può trovare delle risposte grazie ai media digitali. In realtà a volte l'uomo si può trovare davanti all'incapacità di ottenere le informazioni che desidera. Fu introdotta una funzione che aveva l'intento di consentire al lettore una sorta di mescolanza dei media, e che chiunque fosse interessato potesse sapere di più su alcuni argomenti, ma che non venisse sommerso da una quantità enorme di informazioni. É proprio il photo essay che consentiva di dare più informazioni e di esportare il progetto a 360 gradi. Quindi siamo di fronte ad una lettura ipertestuale, e il web è l'ipertesto principale dato che consente un approccio a zig zag, e dato che si è trasformato in una grande biblioteca, l'ipertesto di basa sull'esplorazione personale. Ormai non è più necessario un museo per esporre le foto, ma direttamente il web, infatti di esso ci sono miliardi di immagini. Ed è proprio grazie a questo che siti come AKAKURDISTAN raccoglie ed identifica il proprio popolo e la propria cultura poichè non hanno un vero e proprio stato. Grazie ad esso è stato possibile rafforzare legami familiari e delineare la storia del popolo. PHOTOSYNTH è un software che raccoglie un gran numero di fotografie tra quelle disponibili online per realizzare una composizione tridimensionale (pag 129 e 134). Vi è un il TEST di TURING , in base al quale ogni anno viene assegnato un riconoscimento al software che riesce meglio ad ingannare gli esseri umani convincendoli che ci sia una persona reale all’altro capo della conversazione, così da poter misurare lo sviluppo dell’intelligenza artificiale . La gente oggi non ha più bisogno di un museo per far vedere le proprie foto , nel web il potenziale pubblico è più numeroso . Ognuno crea una propria galleria sul web. Ma a causa delle miliardi di fotografie che circolano sul web ,i lettori hanno difficoltà a capire molti dei riferimenti culturali presenti in alcune foto e si soffermano così brevemente in uno scatto che diventa quasi impossibile capirlo realmente . Nonostante la modernizzazione tecnologica e la velocità del web rispetto al passato ,pochi hanno realmente deciso di innovare la fotografia . CAPITOLO 7 La fotografia sociale ha sempre ricoperto un ruolo importante, dato che non si fermava solo all'atto di guardare la fotografia, ma andava oltre, denunciava una situazione sociale. Ma è da qui che nasce il problema dei soggetti delle foto stesse, poiché essi potrebbero contestare il fotografo o non si potrebbero piacere in quel modo in sui sono stati rappresentati dal fotografo, un terzo problema è quello della privacy e della sicurezza delle persone fotografate. Ed è cosi, che per esempio, I'Unicef, in quanto difensore dell'infanzia, non mostra mai i volti dei bambini in condizioni poco salutari. La fotografia sta subendo una specie di censura, si ha l’impressione che non solo le foto, ma anche molte riviste e siti siano troppo filtrati. Ed e per questo che ultimamente i fotografi amatoriali stanno avendo più successo dei fotografi professionisti, poichè questi ultimi rimangono bloccati, poichè la fotografia e stata ritenuta da molti, aggressiva e violenta mentre un tempo il fotogräfo veniva visto come un vero e proprio testimone oculare richiamando la società su problemi importanti. Attraverso la fotografia si sono costruiti ospedali e scuole, le persone si sono ribellate, governi hanno vacillato o hanno agito e nuove leggi che sono entrate in vigore,la fotografia prima era così lancinante da cambiare l’esistenza di chi la vedeva , adesso l’incapacità di rappresentare la verità porta in un certo senso l’uomo ad allontanarsi dai problemi reali . Il fatto che oggi molti soggetti delle fotografie possano guardare le immagini – immediatamente, sulla fotocamera digitale del fotografo, oppure non appena vengono pubblicate nel Web - significa che il fotografo può avere un nuovo collaboratore, a volte piuttosto esigente. Se un soggetto consapevole chiede di vedere le immagini subito dopo che sono state realizzate, potrebbe essere piú difficile scattare foto «esotiche» o critiche. Ai soggetti potrebbe non piacere il modo in cui vengono rappresentati, e potrebbero contestare il fotografo, cosa che forse aiuterebbe a correggere alcuni travisamenti culturali. Chi ha i mezzi per ricorrere a un avvocato probabilmente avrà ancora piú potere. Poiché è possibile vedere le foto sul Web da un numero di luoghi sempre piú imponente, anche la privacy e la sicurezza delle persone fotografate diventano un problema. Non si può pensare di fotografare la gente ovunque e impunemente perché un cittadino, la polizia o il governo potrebbero vedere le immagini sul computer. La diffusione globale del Web è al contempo motivo di celebrazione e di preoccupazione. Un editore online deve preoccuparsi non solo del lettore ma anche del soggetto. Persino le immagini piú conosciute sono legate a specifici individui che, se le foto venissero viste nei luoghi in cui vivono, potrebbero subire ripercussioni assai dolorose. La pubblicazione su carta, spesso indisponibile al di fuori della sua zona di distribuzione, esponeva le vittime a minori rischi di ulteriori vittimizzazioni. Il fotografo esterno adesso può diventare con maggiore facilità un «registratore che documenta gli eventi in favore di chi è protagonista», come suggeriva Berger, ma l'uso sempre piú diffuso delle fotocamere digitali significa che anche chi prende parte agli eventi può diventare a sua volta registratore. Le fotocamere compatte richiedono pochissimi accorgimenti tecnici, anche per chi non ha mai fatto una foto in precedenza. I bambini, i giovani e altri che fotografano il proprio ambiente solitamente realizzano immagini non cosí stilizzate e controllate come quelle dei professionisti, soprattutto perché non tentano di imitare una «buona» fotografia, e in parte perché hanno un'esperienza limitata della letteratura fotografica. Le immagini sembrano crogiolarsi nell'eccitazione di aver visto qualcosa per la prima volta attraverso un obiettivo, e ciò che esprimono è spesso illuminante per chi guarda dall'esterno, anche se forse è ovvio per chi le scatta. Ci sono spontaneità, intuito, spazio per errori di messa a fuoco, inquadratura e illuminazione in cui emergono componenti bizzarre e spesso significative (da pag 148 a 152 ). CAPITOLO 8 L'iperfotografia è l'insieme delle strategie emergenti legato altri media. La fotografia digitale può rappresentare un solo momento, ma allo stesso tempo è in grado di dilatare il tempo attraverso i vari link, per cui dell’immagine sarà possibile trasmetterla , linkarla, ricrearla e ri contestualizzarla. Quindi si passa dal momento decisivo proprio di ogni fotografia, ad un tempo più elastico in cui futuro e passato si intrecciano , contenendo al suo interno molte informazioni, ad esempio la cornice dell’immagine potrebbe accogliere una serie di informazioni nascoste al lettore . Quindi il fotografo digitale è legato agli altri media. L’iperfotografo può oggi guardare attraverso una fotocamera a distanza e scattare le proprie immagini , creando uno screen shot via webcam , o addirittura le fotocamere potrebbero essere incorporate a qualsiasi mezzo addirittura alla nostra pelle , trasformandoci in cyborg (da pag 158 a 159). SMASCHERARE LE FOTO In una fotografia degli anni novanta si vedono dei soldati sdraiati a terra che i loro fucili puntati, peccato che questi fucili siano puntati non contro il nemico, ma contro i fotografi che stanno fotografando. Infatti abbiamo della stessa situazione, due immagini, quella dei fotografi che stanno puntando il presunto