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riassunto elementi di biblioteconomia, Sintesi del corso di Archivistica

riassunto elementi di biblioteconomia

Tipologia: Sintesi del corso

2021/2022

Caricato il 19/12/2022

cristina-d-arma
cristina-d-arma 🇮🇹

4.9

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7 documenti

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Scarica riassunto elementi di biblioteconomia e più Sintesi del corso in PDF di Archivistica solo su Docsity! Vincenzo Freda Elementi di biblioteconomia Premessa Biblioteconomia designa l’ordinamento della biblioteca, cioè l’insieme di regole che presiedono all’attività di registrazione dei documenti ai fini del loro efficace reperimento. Il termine fu coniato nel 1839. Gli effetti dello straordinario diffondersi delle tecnologie hanno radicalmente cambiato il modo di produrre e diffondere la conoscenza. Malgrado l’evoluzione tecnologica, in realtà non è cambiata la funzione fondamentale di conservazione della memoria e mediazione informativa per favorire la ricerca, selezione e fruizione dei contenuti. 1.Tappe di un percorso storico  Modelli organizzativi In età classica era diffuso il modello callimacheo, un repertorio bio-bibliografico che forniva informazioni sulla vita degli autori e indicava la collocazione delle loro opere. Nel Medioevo questo modello fu sostituito da liste inventaliali compilate a fini patrimoniali e non solo per esigenze di consultazione. Durante l’età della Controriforma si svilupparono due tipologie di biblioteca: una selettiva che non accettava i testi contrari ai dettami della Chiesa di Roma e con solo accesso agli studiosi; ed una aperta e pubblica. Agli inizi del settecento in Francia fu stilata la prima scheda catalografica . Nel corso dell’ottocento nel mondo anglosassone nascono le prime biblioteche popolari. Nel 1850 viene istituita la prima tassa per avere libero accesso alle biblioteche popolari. Nel 1841 Antonio Panizzi elabora un codice di catalogazione composto da 91 regole. Nel 1866 viene istituita in Germania la prima cattedra di biblioteconomia. In Italia nel 1923 con la Riforma Gentile venne riconosciuta piena cittadinanza alla biblioteconomia e per la prima volta venne insegnata presso l’Università di Bologna e Padova.  Fasi di sviluppo Dalle origini al XVIII sec. Quella di Assurbanipal è ritenuta la più antica biblioteca. In età ecclesiastica si registrano testimonianze di biblioteche sia private sia pubbliche. In età romana le biblioteche pubbliche imperiali sono costruite da un’unica e ampia sala per la lettura con armadi incassati alle pareti. Con la caduta dell’impero romano d’occidente segue anche il disimpegno per le istituzioni sociali e culturali. Durante il Medioevo le biblioteche sono esclusivo appannaggio di corti. Le biblioteche monastiche erano allestite in edifici a due piani con lunghi corridoi e grandi finestre. Nel Rinascimento l’evoluzione della stampa incide profondamente sullo sviluppo delle biblioteche. Nel 1571 apre al pubblico la biblioteca Laurenziana, seguiranno l’Angelica a Roma e la Gambalunghiana a Rimini. Dal XVIII sec. all’unificazione. Nel corso del Settecento si registra la fondazione della maggior parte delle biblioteche nazionali. Nell’Ottocento con la costruzione delle biblioteche di Monaco, Londra e Parigi si conferma il criterio della tripartizione degli spazi: sala di lettura, depositi per libri, uffici. Nel 1873 in Italia per volere del ministro Bonghi nasce la biblioteca nazionale centrale Vittorio Emanuele. Nel novecento le nuove tecnologie consentono di migliorare i sistemi di illuminazione artificiale e di prevenzione dei rischi di incendio. Si ha un occhi di riguardo nei confronti delle sedi da scegliere e nei confronti del sistema organizzativo, adottando soluzioni in grado di agevolare gli utenti nella fruizione dei servizi e nell’accesso autonomo alle forti informative. 2.Le risorse documentarie Verso la seconda metà del Novecento la diffusione di una tipologia di documenti sempre più diversificata comporta una nuova definizione, quella di biblioteca ibrida, per sottolineare la molteplicità di supporti, linguaggi e codici che trovano posto nello stesso ambiente. In relazione alla funzionalità le fonti informative si distinguono in primarie e secondarie. Le prime forniscono informazioni dirette. Le seconde non forniscono immediatamente la risposta ma indicano il modo per accedervi. Tra le primarie troviamo:  Enciclopedie: divulgano in modo sintetico e sistematico nozioni a carattere generale o specifico.  Dizionari: raccolte ordinate delle parole costituenti il lessico di una o più lingue.  Repertori bibliografici o nominativi: elenchi alfabetici di personalità, associazioni, industrie etc…  Annuari: pubblicazioni con cadenza annuale  Atlanti: raccolte di carte geografiche, tavole, illustrazioni a carattere generale o tematico.  Cronologie: elenco di avvenimenti storici in forma sistemica  Rassegne: illustrano fatti particolari come risultati elettorali o altro Fanno parte delle secondarie:  Cataloghi di biblioteche: elenchi ordinati che danno accesso ai documenti in una biblioteca  Cataloghi editoriali: prodotti per finalità commerciali  Basi di dati: archivi elettronici costruiti da un insieme di informazioni strutturate che descrivono un oggetto dal punti di vista astratto  Motori di ricerca  Directories: indici di siti web e altre risorse internet  Portali: siti web che danno accesso a servizi e risorse internet o intranet. Le risorse documentarie inoltre si distinguono in risorse finite e risorse continuative. Manoscritti: si caratterizzano per il supporto prima membranaceo e poi cartaceo. Dal punto di vista testuale si definisce:  Autografo: se redatto dall’autore  Apografo: se è una copia  Anonimo o adespoto: se manca il nome dell’autore  Anepigrafo: se manca del titolo  Palinsesto: se raschiato e soprascritto UNIMARC e importarle su proprio catalogo. Il repertorio delle pubblicazioni monografiche moderne straniere acquisite dalle biblioteche italiane è curato dalla seconda Biblioteca nazionale centrale, quella con sede a Roma, anch’essa destinataria di una copia delle opere edite in Italia a norma della legge sul deposito legale. Il Bollettino delle opere straniere moderne (BONS) è disponibile in versione digitale e consultabile gratuitamente. Nella bibliografia retrospettiva un ruolo determinante è svolto dal catalogo del Servizio bibliotecario nazionale (SBN), un indice collettivo online delle biblioteche consorziate nella catalogazione partecipata, che consiste nell’accesso a milioni di notizie bibliografiche nonostante i limiti oggettivi legati alla disomogeneità dei livelli di consistenza delle registrazioni e della copertura temporale dei cataloghi che lo costituiscono. 4.Tipologie e funzioni della biblioteca Le biblioteche si dividono in quattro gruppi:  Biblioteche di conservazione, con una funzione prettamente conservativa e di trasmissione delle conoscenze registrate alle generazioni future.  Biblioteche di ricerca, forniscono il supporto documentario necessario alla ricerca specifica e alla didattica universitaria in tutti i campi del sapere o in un ambito disciplinare ben determinato.  Biblioteche di pubblica lettura, che hanno la finalità di divulgare la conoscenza nell’ambito della comunità locale. Conservazione e fruizione non esprimono due vocazioni contrapposte e inconciliabili ma, per il fatto di condividere comuni obiettivi di servizio, modelli operativi che interagiscono e, variamente articolati in proporzioni differenti nelle diverse tipologie, determinano la fisionomia prioritaria di una particolare biblioteca. A partire da una definizione generale di biblioteca, l’Unesco ha proposto le seguente classificazione: biblioteche nazionali, biblioteche di alta istruzione, biblioteche non specializzate, biblioteche scolastiche, biblioteche speciali o specializzate, biblioteche di pubblica lettura o popolari.  L’ordinamento italiano Emanato con il DPR N417/95, il Regolamento distingue le biblioteche in: statali, di università, di ente locale, scolastiche, di enti culturali, di enti di ricerca, di enti pubblici, ecclesiastiche, private, per ragazzi, speciali. L’AIB ha invece stabilito questa classificazione:  Biblioteche pubbliche statali: gestite dal ministro dei beni e le attività culturali, ne comprendono 9, di cui 2 con sede a Roma e Firenze con il ruolo di biblioteca centrale. Le due centrali hanno l’obbligo di raccogliere e conservare tutto il materiale pubblicato in Italia che ricevono in virtù della legge sul deposito obbligatorio degli stampati  Biblioteche universitarie: e si tratta di 11 biblioteche sorte prima del 1860, agli stati pre-unitari  Biblioteche monastiche: sono 11 e sono annesse ad alcuni monumenti nazionali e sono aperte al pubblico.  Biblioteche storiche: sono 6 con funzione prettamente conservativa.  Biblioteche pubbliche statali: sono 10 con funzione mista o di ricerca o di biblioteca locale. Biblioteche delle università. Costruite a partire dal 1876, a seguito dell’autorizzazione concessa alle università di aprire in autonomia proprie biblioteche di Facoltà e di Istituto forniscono un adeguato servizio di accesso all’informazione e ai documenti a supporto delle attività di didattica e di ricerca dei propri utenti. Biblioteche pubbliche di enti locali. Fanno capo ai comuni o alle province e sono soggette al controllo delle Soprintendenze ai beni librari che dipendono dalle regioni. Forniscono servizi atti a promuovere sul territorio la lettura e l’uso dei documenti conservati, rispondendo alle esigenze di cultura generale e prima informazione. Possono associarsi in sistema bibliotecario territoriale per offrire servizi coordinati e più razionali all’utenza, mettendo in comune risorse più ampie. Biblioteche specializzate o speciali. Identificano le loro raccolte con l’ambito e gli interessi di una disciplina o settore di studi e in questa direzione orientano la propria politica bibliotecaria.  Compiti della biblioteca I compiti delle biblioteche possono essere identificati su tre ordini di funzioni fondamentali:  Acquisizione e conservazione dei documenti.  Organizzazione dei documenti in prospettiva del loro utilizzo.  Utilizzo dei documenti mediante i servizi di lettura, di prestito, di informazione bibliografica, e accesso a quelle risorse non fisicamente presenti attraverso il prestito interbibliotecario e il document delivery. Mediazione e tecnologia informatica. Per definizione la biblioteca è legata al libro, o meglio, alla comunicazione scritta, par la sua capacità di conservare nel tempo la memoria. Questo primato della scrittura su altre forme di comunicazione è durato fino alla rivoluzione mediale del novecento, determinata dallo sviluppo di un’ampia gamma di mezzi di comunicazione e della loro vastissima diffusione sociale. L’aspetto innovativo di queste nuove produzioni sta nell’interattività, che consiste nella possibilità di passare da un documento all’altro attraverso legami ipertestuali. Alla luce di tali nuove caratterizzazioni si distinguono: - La biblioteca tradizionale che si basa sulle raccolte possedute localmente e sulla capacità del bibliotecario di indirizzare gli utenti verso i documenti più appropriati - La biblioteca informatizzata che basa la ricerca delle proprie raccolte sulle potenzialità del catalogo elettronico Opac. Ad essa è legata anche l’accezione virtuale, che indica la possibilità di accesso in rete a risorse informative appartenenti a biblioteche e sistemi bibliotecari. - La biblioteca digitale che rende fruibili a distanza le risorse presenti in rete senza una concreta mediazione umana. - La biblioteca ibrida in cui insieme a raccolte locali sono fruibili anche quelle esterne, non materialmente presenti ma con accesso tramite Opac e la consulenza del bibliotecario  Regolamenti e carta dei servizi - Regolamenti. Importanti alle linee guida della legislazione statale o regionale di riferimento, i regolamenti sono gli strumenti che presiedono alle attività delle biblioteche, definendone i rapporti con l’ente di appartenenza, gli obiettivi e le risorse di riferimento, l’organizzazione delle unità di personale e dei servizi, il rapporto con l’utenza. Redatto in modo chiaro, breve e informativo, il regolamento deve dire ciò che è possibile fare. - Carta dei servizi. Sulla base delle disposizioni regolamentari a carattere generale vengono emanate le Carte dei servizi che definiscono i compiti della biblioteca nei confronti dell’utenza e i diritti dei lettori. La carta si configura come una sorta di patto che regola i rapporti tra chi offe e chi domanda un servizio. 5.Organismi di coordinamento  Amministrazione centrale. Il Ministero per i beni e le attività culturali e del turismo (MiBACT) è articolato in dodici direzioni generali centrali e in nove uffici dirigenziali di livello generale periferici, coordinati da un Segretario generale.  La direzione generale biblioteche e istituti culturali. Si interessa delle biblioteche pubbliche statali, dei servizi bibliografici, di promozione del libro e della lettura e di favorire la costruzione di poli bibliotecari. Ad essa afferisce l’Istituto centrale per il catalogo unico (ICCU) ICCU. Tale istituto è organo di consulenza tecnico-scientifica della Direzione generale delle biblioteche e istituti culturali del ministero. Organizzato in laboratori e servizi, tra le sue attività rientra la definizione di standard e normative per la catalogazione del patrimonio bibliografico nazionale. Per coordinare l’attività di catalogazione, l’istituto ha pubblicato le Regole italiane di catalogazione per autori (RICA) e si è fatto promotore della diffusione della descrizione bibliografica secondo lo standard internazionale ISBD. Alla fine degli anni novanta ha costruito una nuova Commissione con il compito di aggiornare le regole per la compilazione del catalogo alfabetico per autore. L’attività della commissione si è conclusa nel 2009 con la pubblicazione delle nuove Regole italiane di catalogazione (REICAT). L’opera maggiore è stata realizzata dal Servizio bibliotecario nazionale (SBN). ICRCPAL. L’Istituto centrale per il restauro e la conservazione del patrimonio archivistico e librario è nato nel 2007 dalla fusione dell’ Istituto centrale per la patologia del libro con il Centro di fotoriproduzione legatoria e restauro. Si occupa delle misure per prevenire il degrado del materiale librario, delle tecniche di restauro e della diffusione delle conoscenze per la corretta conservazione dei libri. OPIB. L’Osservatorio dei programmi internazionali per le biblioteche e gli archivi, istituito nel 1994, ha lo scopo di garantire il coordinamento dei progetti e dei programmi nazionali con quelli internazionali.  La promozione della biblioteca Il fatto che la biblioteca operi in un regime pubblicistico che connota l’attività delle amministrazioni dello stato che erogano servizi al di fuori dei meccanismi della concorrenza e non soggetti ai vincoli dei parametri minimi di qualità, non toglie che possa incidere dinamicamente sul proprio destino sebbene questo sia fortemente condizionato dalle decisioni dell’ente di appartenenza. La biblioteca progetta e attua tutta una serie di attività, di proposte, di offerte per mettere in relazione i propri spazi e materiali con il pubblico, avvicinare i settori alla lettura e infondere il gusto di leggere. In primo luogo si tratta di costruire una nuova immagine di biblioteca intesa non esclusivamente come deposito polveroso di libri preziosi, ma punto di riferimento della comunità locale, luogo di attrazione per le famiglie, spazio simbolico di ricostruzione dell’identità locale, organismo dinamico più vicino ai bisogni di un pubblico più ampio e articolato. L’obiettivo principale è avere utenti che torneranno volentieri in biblioteca. In secondo luogo occorre valutare e ripensare all’organizzazione dei servizi non soltanto come riferimento ai dati statistici rilevabili dall’attività di erogazione, ma principalmente con riguardo alle condizioni della loro fruizione effettiva, registrando e monitorando i giudizi di valore espressi dagli utenti sulla qualità soggettivamente percepita. Se valorizzare le offerte di servizio e di lettura non basta, per allargare il proprio bacino di utenza si possono attivare dei punti di prestito mobili o sedi distaccate nei vari quartieri cittadini, per comunicare la propria esistenza e conquistare nuovi utenti stimolandone la curiosità. 7.Settori e servizi della biblioteca La biblioteca è una struttura di servizi costituita dall’insieme delle attività che garantiscono la conservazione delle collezioni librarie e soprattutto ne consentono la fruizione. Sul piano della dimensione organizzativa, s’individuano due settori che definiscono l’assetto strutturale di una biblioteca: l’area riservata ai servizi interni (back office), e l’area destinata al servizio pubblico (front line). L’area dei servizi interni è l’ambiente riservato di lavoro in cui prevalentemente sono svolte tutte quelle operazioni prettamente tecniche che ineriscono al trattamento del libro e agli aspetti gestionali che costituiscono il cuore della biblioteca: - Le acquisizioni, dalla fase della progettazione a quella dell’incremento delle raccolte, decise in base a criteri coerenti con la vocazione istituzionale e gli orientamenti biografici. - La catalogazione eseguita da uno specialista secondo procedure descrittive e metodologie di indicizzazione uniformi. L’area dei servizi al pubblico è invece lo spazio in cui si dispiegano le modalità di fruizione, dove la biblioteca si confronta con le necessità e i bisogni informativi degli utenti. E’ organizzata su 3 livelli: - Accesso e informazioni, attraverso cui l’utente prende visione dei servizi offerti; - Strumenti e servizi, che agevolano il lettore nella ricerca; - Scaffali e depositi, dove il patrimonio documentario è collocato e reso disponibile. Sul piano della fruizione la biblioteca è organizzata in una serie di servizi attraverso i quali si concretizza la sua vocazione all’offerta di conoscenza: - Lettura e consultazione in sede; - Prestito esterno; - Prestito interbibliotecario e document delivery; - Servizi remoti; - Servizi speciali; - Servizi innovativi e a pagamento; - Servizi aggiuntivi. E’ necessario che la biblioteca presenti un documento pubblico con il quale comunichi agli utenti la politica di servizio della biblioteca, cioè una carta dei servizi, non limitandosi solamente ad indicare le principali caratteristiche e le modalità di erogazione, ma esponendo anche le coordinate progettuali che sottostanno alla loro attivazione.  Circolazione dei documenti La circolazione dei libri è il servizio più visibile della biblioteca e si presenta come anello finale di una catena di attività collegate: - Lettura. La lettura in sede dei documenti è uno tra i servizi di base che la biblioteca mette a disposizione degli utenti e si realizza in due modalità: a)con la richiesta gli addetti alla distribuzione, compilando l’apposita scheda di richiesta; b) con l’accesso diretto agli scaffali, come avviene nelle biblioteche a scaffale aperto dove le modalità di accesso sono semplificate al massimo. - Prestito. Il prestito consiste nella possibilità offerta ai lettori di usufruire dei materiali posseduti dalla biblioteca al di fuori dei suoi locali per un tempo limitato. La biblioteca fissa particolari norme e condizioni che riguardano: a) durata, definendo un periodo temporale non superiore a 30 giorni; b) la quantità di testi che un singolo utente può trattenere contemporaneamente. Sono esclusi i materiali: in precario stato di conservazione; miscellanei, sia in fascicoli sciolti sia rilegati; di particolare rilevanza bibliografica; di consultazione generale. In una prospettiva ancora più avanzata si colloca l’autoprestito, basato sull’applicazione di un sistema di radiofrequenza rfid che consente di rilevare a di rilevare e identificare contenuti informativi tramite onde radio. Su ogni documento viene applicata un’etichetta che contiene un chip con un codice di inventario del volume e con funzione di antifurto. E’ sufficiente che l’utente si rechi alla postazione selfserver e, una volta effettuata l’identificazione, appoggi i volumi e attivi il prestito utilizzando l’apposito pulsante sullo schermo touch screen. L’apparecchio riconoscerà immediatamente il chip e comunicherà alla biblioteca l’autoprestito, disattivando contestualmente la funzione antitaccheggio.  Servizio di consultazione La mediazione informativa, non si risolve nella funzione comunicativa dei dialoghi che forniscono l’accesso ai documenti localmente posseduti. Esiste un secondo livello, questo livello è definito servizio di consultazione e consiste nella possibilità di studiare, consultar e confrontare simultaneamente un’ampia gamma di fonti e materiali, cioè di effettuare un tipo di lettura funzionale su più oggetti documentari che può avvenire solo in biblioteca a differenza della lettura propriamente detta che può avere luogo anche a casa dell’utente che prende in prestito il libro.  Servizio di reference Un lettore che non sia in grado di usare autonomamente gli strumenti di ricerca deve poter contare su un servizio di assistenza adeguato a soddisfare i suoi bisogni informativi, che possono essere semplici o specifici a seconda che sia sufficiente una funzione di orientamento che illustri il patrimonio della biblioteca e l’uso dei cataloghi e dei repertori possibili. Si può definire il servizio di reference come un “settore di ingresso”, il primo settore che il pubblico incontra, nel quale trova una prima risposta ai suoi bisogni. Di fronte a richieste formulate in modo generico l’operatore del reference offre un’attività di assistenza e consulenza per chiarire al lettore le sue reali necessità e definire gli argomenti della ricerca. Si distinguono generalmente domande di orientamento fisico e domande di orientamento bibliografico. In questo secondo ambito si distinguono: a) domande a risposta veloce, b) domande con risposte a ricerca breve, che richiedono un tempo maggiore di risposta, c) domande con ricerca lunga. Le risposte invece sono di tre livelli: livello minimo o conservatore, con cui l’operatore indica solamente i modelli bibliografici utili per rendere autosufficiente la ricerca; livello medio o moderato, con cui l’operatore consiglia l’utente nella selezione dei fondi; livello massimo o liberale, con cui l’autore fornisce materiali già pronti. La capacità di soddisfare adeguatamente le esigenze degli utenti è legata a diversi fattori. La qualificazione professionale dell’operatore, in possesso di competenze complesse che spaziano da un’approfondita preparazione bibliografica e biblioteconomia alla padronanza dei servizi e degli strumenti informatici. Accessibilità e funzionalità della sede sono ugualmente aspetti essenziali per la visibilità del servizio e una corretta percezione da parte del pubblico. Qualità e varietà di fonti e strumenti per il recupero delle informazioni bibliografiche costituiscono il fulcro su cui si basa una maggiore efficacia e funzionalità del servizio. L’offerta di azioni formative in grado di fornire all’utente l’abilità e l’autonomia sufficienti per il controllo critico dell’informazione rispetto alle proprie esigenze di conoscenza, nonché per l’uso appropriato di linguaggi di interrogazione per evitare di essere fuorviati dalla generosità dei risultati estratta dai sistemi di ricerca.  Prestito interbibliotecario e document delivery Qualora i libri richiesti non siano presenti in biblioteca o non siano di facile fruizione l’utente può fare affidamento sul processo di prestito interbibliotecario o document delivery. Le operazioni che caratterizzano il recupero di un documento sono le seguenti: - Acquisto. Tra i diversi canali di incremento delle raccolte, l’acquisto è il mezzo principale. Nel caso del metodo tradizionale le principali operazioni consistono nella verifica dell’ordine; nell’ordine mediante la compilazione del modulo in carta chimica in più copie; nell’invio del modulo alla gestione amministrativa per l’impegno della spesa; nel ricevimento del documento; nell’accettazione delle fatture e annotazione degli importi nei registri contabili; nella liquidazione delle fatture. Nel caso di trattamento automatizzato, la procedura è scandita dalla ricerca del documento nel catalogo; dall’ordine inserito in linea e collegato al catalogo in un sistema integrato; una volta che il materiale è stato consegnato, dall’aggiornamento dell’ordine in linea che è usato per gestione contabile e per la catalogazione, impiegando gli stessi dati bibliografici. - Doni e scambi. I doni non vanno accettati indiscriminabilmente ma vanno valutati in base al tipo di biblioteca, allo spazio disponibile, alla coerenza con il resto del patrimonio. Invece, il sistema di scambio di pubblicazioni con enti similari e istituzioni scientifiche nazionali e internazionali rappresenta in alcuni casi l’unica via per entrare in possesso di materiali non reperibili attraverso i normali sistemi commerciali. - Deposito legale. Emanata nel 1939 e modificata nel 1945, la normativa sul deposito legale era originariamente finalizzata più ad un’attività di censura e sorveglianza politica che di controllo documentario e di garanzia per la conservazione futura dei libri. Con l’obiettivo di rinnovare l’istituto la legge n.106 del 2004 ha ampliato i materiali soggetti a deposito legale, per comprendervi tutti i documenti fruibili tramite lettura, ascolto e visione indipendente del supporto. Punti di forza della nuova disciplina sono: la creazione di un archivio nazionale decentrato per la produzione editoriale; la semplificazione delle modalità di deposito per eliminare ritardi e disfunzioni, adottando la procedura dell’invio diretto delle copie alle biblioteche; l’indicazione del termine di consegna entro 60 giorni dalla data della prima attribuzione; la riduzione delle copie da consegnare, fissata a 4 .  Iter del libro Tutti i documenti al momento del loro ingresso in biblioteca, sono sottoposti a un trattamento che prevede le seguenti operazioni: - Registrazione. Cioè la trascrizione nel registro cronologico d’entrata che ne definisce l’acquisizione al patrimonio della biblioteca. Indipendentemente dalla forma, prevale la registrazione degli stessi dati:  Numero di ingresso, assegnato secondo una numerazione progressiva;  Descrizione, ne consente l’identificazione indicando alcuni elementi essenziali;  Data d’ingresso;  Tipo di provenienza;  Il valore indicato nella copertina o una stima approssimativa;  Bollatura, ne contraddistingue la proprietà, eseguita con timbro piccolo, recante nome e luogo della biblioteca;  Cartellinatura o etichettatura che reca la segnatura di collocazione;  Antitaccheggio  Catalogazione, consiste nella compilazione delle registrazioni bibliografiche rappresentative dei documenti acquisiti al patrimonio e nel loro ordinamento nei cataloghi della biblioteca per consentire ai lettori di conoscere il materiale disponibile. 8.La catalogazione La catalogazione è l’attività intellettuale che si occupa della rappresentazione ei un complesso di documenti sotto forma di registrazioni codificate secondo norme e formati standardizzati al fine dell’allestimento del catalogo. Mediante un’accurata selezione di contrassegni funzionali a descriverli, ricavati da parti precise della pubblicazione erette a fonti primarie di informazione, la catalogazione comunica agli utenti i documenti posseduti dalla biblioteca e fornisce le indicazioni per poterli reperire tra gli scaffali in cui sono conservati. A tal fine è necessario: a) produrre una registrazione bibliografica per ciascun documento; b) individuare uno o più elementi che costituiscano la via d’accesso alla notizia stessa. Descrizione del documento e determinazione dell’intestazione sono le due fasi del processo di catalogazione che richiede un esame della risorsa per rilevarne gli elementi utili ai fini di una puntuale rappresentazione e un’adeguata indicizzazione. L’analisi bibliografica è svolta considerando due aspetti: la forma (catalogazione descrittiva) e il contenuto (catalogazione semantica). - La catalogazione descrittiva consiste nella rappresentazione di un documento come entità formale espressa attraverso contrassegni specifici e significativi che lo distinguono da altri, rilevabili con evidenza immediata oppure mediante l’esame fisico. Gli elementi formali vengono trascritti e organizzati secondo un codice di regole che assicuri il libello più alto possibile di normalizzazione della descrizione o rappresentazione simbolica dell’oggetto fisico. - La catalogazione semantica consiste nella rappresentazione di un documento come entità concettuale, con riguardo all’argomento o agli argomenti che il testo comunica, e si serve di linguaggi specializzati di indicizzazione per esprimerne il contenuto informativo. - Criteri di uniformità e normalizzazione. Disporre di registrazioni uniformi della produzione editoriale ha reso indispensabile procedere all’unificazione dei criteri di catalogazione e descrizione. Un lungo processo di normalizzazione ha portato alla definizione di principi fissi e rigorosi . Un metodo di uniformità ha esteso su scala internazionale tali regole e principi, affinché fossero il più possibile universalmente conosciuti, accettati e condivisi.  Descrizione bibliografica La descrizione bibliografica consiste nella registrazione degli elementi che caratterizzano il libro . Nella costruzione dello schema espositivo della descrizione si segue l’applicazione rigorosa di un codice di regole predefinite per normalizzare al massimo l’organizzazione formale degli elementi prescritti mediante la loro distribuzione in specifiche aree. L’international standard bibliographic description (ISBD) è un codice internazionale di uniformità descrittiva che offre una standardizzazione dei criteri delle scelte. Ai fini della registrazione bibliografica, lo schema prescrive: a) il contenuto; b) la fonte; c) l’ordine; d) la forma. Le otto aree informative in cui vengono descritti gli elementi che costituiscono la notizia bibliografica, secondo un ordine predefinito e non modificabile, sono le seguenti: 1. Area del titolo e della formulazione di responsabilità; 2. Area dell’edizione; 3. Area della peculiarità del materiale; 4. Area della pubblicazione, distribuzione; 5. Area della descrizione fisica; 6. Area della collana; 7. Area delle note; 8. Area del numero standard e disponibilità. Per ciascuna di esse lo standard prescrive la punteggiatura per etichettare gli elementi che la costituiscono, la fonte interna o esterna, la lingua da utilizzare. Caratteristica. Tra le novità introdotte, quella più rilevante è la centralità della descrizione che assume una caratterizzazione autonoma. Per la completezza della sua funzione informativa la descrizione della nuova prassi catalografica costituisce la registrazione base del documento. Una serie di speciali applicazioni sono previste per rispettare le caratteristiche dei diversi tipi di materiali:  ISBD(M) dedicato alle trascrizioni monografiche.  ISBD(CR) revisione aggiornata del precedente  ISBD(S) per pubblicazioni di tipo seriale  ISBD(ER) revisione aggiornata del precedente  ISBD(CF) per le risorse elettroniche  ISBD(CM) per il materiale cartografico  ISBD(PM) per le partiture musicali  ISBD(A) per i libri antichi  ISBD(NBM) per il materiale non librario.  Intestazione L’intestazione consiste nel definire un nome o elemento ritenuto più importante per identificare una pubblicazione. Le intestazioni si configurano come informazioni che permettono di raggruppare ed organizzare le notizie bibliografiche in sistemi ordinati secondo criteri omogenei e di agevolare e guidare il lettore nella ricerca delle notizie bibliografiche. Si dividono in: - Accessi formali o nominali - Accessi semantici Catalogazione partecipata. In base ai criteri di affinità, area geografica o istituzionali, più biblioteche si costituiscono in sistema in funzione della possibilità di condividere procedure operative con notevole risparmio di tempo, lavoro e risorse. Il principio di condivisione degli archivi, comporta che,quando si cataloga un documento, bisogna valorizzare le notizie bibliografiche già presenti nel sistema, utilizzando le descrizioni catalolgrafiche e gli accessi nominali e semantici. Esempio di catalogazione partecipata è il SBN, che mette in connessione le base dati di questi sistemi con una base nazionale che immagazzina e rende disponibili a tutte le biblioteche collegate le notizie bibliografiche. Catalogazione derivata. La catalogazione derivata è un tipo di procedura basata sullo scambio dei dati catalografici da e verso l’eterno. Dai dati informatizzati di altre ricerche, si arriva alla notizia bibliografica completa di accessi formali e semantici. 10.Il catalogo A prescindere dalla propria identità la biblioteca svolge una funzione di mediazione tra il sapere che risiede nei libri e i bisogni conoscitivi dei lettori. A tal fine struttura i propri servizi e predispone gli strumenti necessari per rendere accessibili gli strumenti necessari per rendere disponibili i materiali posseduti. Il catalogo è la via principale per l’acquisizione e il recupero delle informazioni bibliografiche. Senza la mediazione comunicativa del catalogo tra la raccolta e la necessità di chi le utilizza, una collezione di documenti sarebbe inutilizzabile e non costituirebbe di per se neanche una biblioteca. E’ caratterizzato da un linguaggio artificiale, con proprie regole lessicali, semantiche, sintattiche e grammaticali, corrispondenti agli elementi della registrazione bibliografica per assolvere a due funzioni importantissime: localizzazione o individuazione e raggruppamento o collocazione.  Tipologie di catalogo Esistono differenti tipologie di catalogo: - Cataloghi per formato  Catalogo a volume (o a stampa). Questo tipo di catalogo ha una struttura fissa che presenta l’inconveniente di non poter gestire correttamente l’ordinamento delle registrazioni e di non garantire un’efficiente consultazione.  Catalogo a schede mobili. E’ il catalogo di tipo tradizionale introdotto verso la metà dell’Ottocento. Esistono varie tipologie di schede: principali; secondarie; di spoglio; di rinvio; di collezione. La scheda catalografica è l’unità elementare di un documento. E’ costituita da un cartoncino standard su cui sono scritte una serie di informazioni necessarie ad identificare un’opera: vedi pag 112- 113  Catalogo automatizzato. Consultabile online tramite un terminale o altri dispositivi connessi alla rete, è facilmente aggiornabile e offre maggiori possibilità di ricerca potenziate dall’informatica. E’ definito Opac per l’interfaccia amichevole e pensato per essere usato dagli utenti finali senza la necessità di intermediazione del bibliotecario. Vedi pag da 114 a 116  Cataloghi in base al percorso di ricerca. In base ai criteri con cui i cataloghi individuano e ordinano gli elementi distintivi dei documenti, si distinguono diversi tipi di catalogo corrispondenti a diverse funzioni di ricerca. Sia che parta dall’informazione di cui dispone che da un termine rappresentativo dell’argomento o della disciplina, l’utente ha bisogno di chiavi di accesso per arrivare alle descrizioni dei libri citati.  Catalogo alfabetico per autori. Ordina alfabeticamente le schede che hanno come accesso gli autori o la prima parola del titolo in base a quanto prescritto dalle regole italiane per la catalogazione.  Catalogo alfabetico per soggetti. Raccoglie e ordina le notizie bibliografiche secondo l’accesso per una parola o un insieme strutturato di termini che esprimono l’argomento trattato nel libro. Un sistema di controlli, collega termini tra loro affini o rinvia da un termine non consentito ad uno permesso.  Catalogo sistematico per materia. Ordina le schede o record bibliografici per materie secondo un accesso costituito da un numero che lo rappresenta. Permette l’accesso per materia considerata nell’ambito di una determinata disciplina o scienza in cui rientra il libro. - Altri tipi di catalogo  Catalogo topografico. Ordinato in base alla collocazione dei libri consente di sapere il numero di copie possedute per documento.  Catalogo dizionario. In un’unica sequenza sono riunite le schede intestate ad autori/titoli e quelle con l’intestazione per soggetti.  Catalogo staderini. Costituito da schede redatte su appositi fogli mobili conservati in contenitori, permette un facile aggiornamento mediante l’aggiunta di nuove. - Autority file L’attività di gestione del catalogo comporta la costruzione e il mantenimento di una rete fra tutte le registrazioni di documenti che sono connessi ad un medesimo autore o ad una medesima opera mediante: o La scelta della forma del nome dell’autore o del titolo o L’intestazione ai nomi e ai titoli come compaiono nelle varie edizioni e con schede di rinvio a segnalare la presenza di tutte le differenti schede principali prodotte. Lo strumento di gestione di questa rete è il catalogo di controllo delle intestazioni che raccoglie le schede delle forme di intestazione prescelte con schede di rinvio o richiamo  Aspetti gestionali del catalogo Chiusura a bonifica. Quando si tratta di accorpare schede redatte con stili e norme di catalogazione diverse applicate nel tempo, si procede o con la chiusura del vecchio catalogo o con l’apertura di uno nuovo. Recupero del pregresso. E’ un’attività indispensabile quando si decide di automatizzare il catalogo perché mantenere in vita anche quello tradizionale comporta una duplicazione del lavoro per gli operatori e disagi con l’utente finale costretto a dover consultare due cataloghi per reperire notizie su pubblicazioni acquisite prima e dopo l’avvio dell’automazione. Sono previste due procedure:  Catalogazione retrospettiva. Prevede la catalogazione ex novo di tutte le raccolte, effettuata direttamente con il libro alla mano.  La conversione retrospettiva. Prevede la digitazione nel nuovo gestionale delle informazioni presenti sulle schede cartacee, integrando i dati con notizie bibliografiche derivate da altre basi dati.  Opac e mataopac Opac. L’Online Public Access Catalogue è lo strumento principale di accesso remoto ai cataloghi della biblioteca e punto di accesso unico alla stessa biblioteca. Nella sua evoluzione attuale , grazie al progresso delle tecnologie che ne hanno sviluppato anche l’impostazione grafica, presenta un’interfaccia amichevole analoga a quella dei motori di ricerca più comuni proprio perché, gli utenti possano procedere automaticamente alle operazioni di ricerca non potendo giovarsi dell’assistenza del bibliotecario. Nella sua evoluzione, connessa allo sviluppo della biblioteca digitale nella quale i testi saranno consultabili in linea, il nuovo catalogo OPAL si caratterizza per il fatto di essere in grado di fornire l’accesso all’intero contenuto del documento. Metaopac. Ispirati ai meta-motori di ricerca delle pagine Web, i metopa sono cataloghi elettronici. Si tratta di cataloghi virtuali costituiti da un software che interroga contemporaneamente vari Opac e basi dati eterogenee, indipendenti tra loro e consultabili anche separatamente, grazie ai protocolli standard di comunicazione. ACNP. E’ il catalogo italiano dei periodici, gestito e messo a disposizione in rete dal Centro interbibliotecario dell’Università di Bologna. Il catalogo contiene le descrizioni dell’intero repertorio delle pubblicazioni periodiche registrate dall’agenzia internazionale che assegna il numero standard ISSN. Lo spoglio dei periodici. Lo spoglio è un’operazione che consiste nel creare una notizia bibliografica che dovrà fornire l’indicazione del titolo del periodico e del numero di fascicolo in cui l’articolo è contenuto. Tale compito è affidato generalmente a biblioteche altamente specializzate, due esempi sono: 1. Fondazione San Carlo di Modena, dal 1982 2. Il progetto ESSPER in cui sono impiegate alcune biblioteche per la costruzione di un catalogo di spoglio principali periodici italiani di economia e scienze sociali, consultabili liberamente sul sito Web dell’Istituto Universitario Carlo Cattaneo di Castellana. servizi, assumendo forme diverse in rapporto ad alcuni fattori costitutivi: configurazione giuridica, modalità di partecipazione e gestione della struttura organizzativa. Rispetto alla diversa composizione di questi elementi, generalmente si distinguono tre forme di cooperazione: semplice, stabile e formalizzata. Per ottenere il massimo livello di razionalizzazione e di efficacia nonché di integrazione dei servizi la cooperazione richiede un impegno organizzativo che realizzi: a)la pianificazione degli acquisti e lo sviluppo coordinato delle raccolte; b) la costituzione di basi- dati bibliografiche o cataloghi collettivi; c) l’effettiva circolazione del materiale documentario; d) un servizio permanente di formazione e aggiornamento del personale; e) progetti di conservazione dei documenti cartacei con la digitalizzazione di opere rare; f) un argine alle pretese commerciali degli editori; g) sistemi di produzione e gestione di dispositivi di documenti elettronici. Sistema Bibliotecario Nazionale (SBN) Per superare l’eccessiva frammentazione della struttura bibliotecaria italiana, si è dato vita al Sistema Bibliotecario Nazionale. Nato dalla cooperazione tra Stato e Regioni vero la fine degli anni Settanta ed attuato a metà degli anni Ottanta, SBN è un progetto di interconnessione dei sistemi di gestione automatizzata delle singole biblioteche. Punti di forza del sistema sono: a) la promozione della cooperazione tra biblioteche, indipendentemente dalla tipologia; b) l’attivazione dell’informatizzazione dei sistemi locali connessi a una base dati nazionale grazie alla capacità di far interagire sistemi diversi; c) l’adozione di una gestione decentrata, strutturata in poli regionali confluenti in un sistema centrale definito “indice nazionale”. Le biblioteche che partecipano a SBN sono raggruppate in Poli locali. I Poli sono a loro volta collegati al sistema Indice SBN, nodo centrale della rete gestito dall’ICCU. L’ICCU fornisce protocolli specifici per l’automazione delle principali attività: - Gestione bibliografica; - Acquisizione, prestito e conservazione; - Gestione bilancio; - Gestione periodici; - Interrogazione in linea dei cataloghi.  Tappe della cooperazione La cooperazione è il modo più efficace per offrire a costi contenuti servizi di qualità, potendo le biblioteche contare su: registrazioni bibliografiche certificate a supporto dell’attività di catalogazione; un efficiente sistema di prestito locale e nazionale per accedere ai documenti non posseduti localmente; servizi di indicizzazione dei periodici che producono anche gli abstract. Sistema bibliotecario di ateneo. E’ un modello di cooperazione attuato attraverso la collaborazione delle biblioteche afferenti all’università che strutturalmente mantengono la propria autonomia, ma dal punto di vista funzionale perseguono esigenze di pianificazione generali condividendo una struttura sovraordinata ma non gerarchica, con il compito di fornire gli indirizzi per l’armonizzazione delle politiche e delle attività. 13. I formati di scambio dei dati La selezione dei dati bibliografici e l’organizzazione del contenuto della registrazione bibliografica hanno raggiunto una formalizzazione di alto livello grazie a norme e standard di vario genere e tradizione consolidata. Per rispondere alle esigenze gestionali del calcolatore ed essere scambiati, è necessario che i contenuti della registrazione siano organizzati secondo una logica tale da costituire una struttura leggibile dalla macchina e formalizzata secondo regole precise, strutturati secondo un formato comune che: - Suddivida gli elementi informativi e tutti gli accessi in campi e sottocampi - Etichetti campi e sottocampi con numeri e lettere - Assegni un preciso significato a numeri e lettere Componenti del formato: - Struttura fisica: definisce le regole di costruzione della registrazione - Etichette (tag): stringhe di tre caratteri numerici con il compito di individuare il tipo di carattere che segue - Identificatori del contenuto: codici numerici 0,1,2 con la funzione di identificare e distinguere gli elementi dei dati - Contenuto della registrazione: costituito dai dati contenuti in ciascun tipo di campo e sottocampi MARC. La conversione delle registrazioni bibliografiche in un formato che fosse leggibile dall’elaboratore era una delle finalità per le quali si era prodotto lo standard ISBD. Il primo tentativo di predisporre un formato comune di scio risale al 1965 ad opera della Library of Congress, che elaborò il formato MARC ideato proprio per promuovere la distribuzione delle informazioni bibliografiche tra agenzie nazionali e reti bibliotecarie mediante l’impiego della tecnologia informatica. UNIMARC. Universal Marc è il risultato di uno sforzo internazionale di unificazione bibliotecaria verso un unico formato, messo in campo dall’ IFLA nel 1977 proprio per agevolare lo scambio dei dati. 14.La funzione documentaria La funzione documentaria consiste nella predisposizione e nella gestione di servizi di diffusione dell’informazione bibliografica predisposti per un’utenza limitata. Configurandosi come servizio fornito all’utente per la realizzazione dei suoi bisogni informativi, la documentazione si caratterizza come attività dinamica che cerca di prevedere e prevenire le esigenze degli utenti. Importanti sono gli elementi da cui trarre orientamenti: il tipo di utenza, la frequenza distributiva, la forma impiegata, il livello di dettaglio e le fonti informative. L’informazione così organizzata e diffusa non solo contribuisce al progresso scientifico ma diventa fonte di altra informazione in un processo circolare dove ogni anello della catena documentaria è ai fini della ricerca utilizzatore e nel contempo fonte di produzione. Tre sono le componenti della catena documentaria. Lo scambio informativo; il sistema delle citazioni ed il sistema bibliografico. 15.L’informatizzazione della biblioteca La gestione elettronica delle procedure e dei servizi della biblioteca non significa semplicemente ridurre l’impegno di lavoro e aumentare la rapidità nell’esecuzione di operazioni che richiedevano maggiore fatica e più tempo. La diffusione dei sistemi elettronici integrati ha significativamente modificato l’organizzazione del lavoro in biblioteca, appurando indiscutibili vantaggi nell’organizzazione delle strutture catalografiche accresciute di qualità e funzionalità: a)una progressiva riduzione dei costi in termine di tempi e risorse; b)l’immediata disponibilità della notizia bibliografica per il lettore che può reperire l’informazione di un libro appena catalogato; c) la sorprendente facilità di ricerca che si può effettuare su dati immagazzinati grazie alla creazione di archivi ordinati per ogni tipo di elemento informativo dai quali il lettore può recuperare informazioni sulla base di una parola o una frase. Nel nuovo scenario organizzato da una grande varietà di fonti informative presenti in rete il catalogo può essere all’altezza della sua funzione di mediazione solo se è in grado di aggiungere valore alla notizia catalolgrafica, riflettere la natura ibrida delle collezioni possedute dalla biblioteca, realizzare una maggiore integrazione con gli altri dispositivi della ricerca, offrire un soddisfacente numero di servizi personalizzati e avanzati.