Scarica riassunto Elogio della follia Erasmo e più Sintesi del corso in PDF di Antropologia Filosofica solo su Docsity! Filosofia Erasmo da Rotterdam Elogio della follia 1509 PERCHÉ LEGGERE QUESTO LIBRO L’Elogio della follia (1509) è un breve saggio composto da Erasmo mentre si trovava in Inghilterra ospite del suo amico Tommaso Moro, cui l’opera è dedicata. È un’opera composta velocemente nel giro di una sola settimana, dopo un periodo di malattia ed ozio forzato. La protagonista è la follia, che prende la parola per elogiare sé stessa, e ricordare agli uomini il proprio valore. Si tratta di una satira verso la società dell’epoca, verso studiosi, dotti, sapienti, e prelati, giocata sulla connessione fra saggezza e follia. La follia secondo Erasmo permea ogni frangente della vita, è il vero motore dell’esistenza ed è ciò che dà senso a tutto il resto. Una tesi sul filo del paradosso, portata avanti con tono ironico e scherzoso, dietro cui si nascondono una riflessione profonda. L’Elogio è ormai un classico: ebbe uno straordinario successo all’epoca, ed è giustamente rimasto fino ad oggi nel canone delle grandi opere occidentali. 2 ERASMO – Elogio della follia www.tramedoro.eu PUNTI CHIAVE La follia è la prima degli dei per generosità verso i mortali: tutto ciò che rende la vita vivibile è un suo dono La vita stessa viene dalla follia, perché senza il suo aiuto nessuno si sposerebbe e genererebbe figli La follia è l’origine del piacere senza il quale la vita non sarebbe nulla È la mancanza di senno che rende i bambini adorabili e spinge tutti a prendersene cura È la mancanza di senno che addolcisce la vecchiaia con il rimbambimento che riporta i vecchi all’infanzia Se sapienza è seguire la logica e follia seguire le passioni la gran parte degli uomini è seguace della follia La guerra e la celebrazione delle imprese militari per sono evidenti follie La religione è piena di follie, permeata come è di superstizioni quali la vendita delle indulgenze Sono folli i principi, i dotti, i preti e sono particolarmente folli i filosofi, ma più di tutti sono folli i teologi RIASSUNTO Senza follia non ci sarebbe la vita La follia parla per cantare le proprie lodi, lo fa da sé, perchè nessun mortale ha avuto il coraggio di farlo apertamente finora. Parla a braccio, dicendo ciò che le viene in mente, senza studio o retorica. Si mostra per quello che è, e chi sia è subito evidente a chiunque la incontri. La follia è figlia di Plutone, dio della ricchezza, capace di mettere scompiglio in cielo e in terra con un solo cenno, e da cui dipendono tutte le cose pubbliche e private, e della ninfa della giovinezza Neotete. È venuta al mondo nelle Isole Fortunate dove tutto cresce spontaneamente, dove non esistono fatica, vecchiaia o malattia. Ed è stata allattata dall’Ebrezza, figlia di Bacco, e dall’Ignoranza, figlia di Pan. 5 ERASMO – Elogio della follia www.tramedoro.eu intelligenza umana, che condanna come insensato tutto ciò che si fa nella vita. Un simile uomo chi lo vorrebbe come magistrato o come generale? Quale donna lo sposerebbe? Chi non gli preferirebbe un pazzo qualunque? Pazzo, ma gentile con la moglie e gli amici, buon commensale, con cui si può convivere e che non ritiene le cose umane a sé estranee. Una persona che senza essere offuscata dalle passioni e dalla follia potesse guardare la vita per quello che è, con tutti i suoi mali, la vecchiaia, le malattie, i vari accidenti e la morte, finirebbe per scegliere di non voler più vivere: se si diffondesse dunque la saggezza e la ragione l’umanità farebbe una brutta fine. Non è dunque vero che vivere nelle passioni e nella follia rende infelici e che la verità e la saggezza rendono felici. Al contrario, la follia è nella natura dell’uomo e vivere in conformità con la propria natura è ciò che rende felici, mentre incrinare questo equilibrio è fonte di amarezza e infelicità, rende incapaci di vivere. Quindi fra gli uomini i più felici sono i più semplici, quelli più vicini alla natura e all’istinto, mentre chi cerca con la sua scienza di oltrepassare le capacità umane e quanto la natura ha stabilito, è il più infelice. I più semplici, i più bruti fra gli uomini, non fanno piani per il futuro, non si preoccupano di mali incombenti, non vanno in ansia per i beni futuri, non sono superstiziosi e non hanno problemi di coscienza, vivono pacifici, ignari, come animali. Nei confronti di questi pazzi gli altri uomini provano tenerezza, si prendono cura di loro, non badano a ciò che fanno e che dicono e non si arrabbiano con loro. Sono amichevoli e ben disposti nei loro confronti. Si accorgono che la loro follia li rende innocenti, al di là del peccato stesso. La follia della religione, della filosofia e della teologia Tra i folli vanno messi anche coloro che credono alla vendita delle indulgenze, che fanno calcoli precisi sui loro anni in purgatorio, che dopo una vita di peccati di ogni tipo credono di potersi riscattare con qualche piccola donazione. E con loro i superstiziosi che credono alla magia e attribuiscono ai santi i poteri più strampalati immaginando che uno passi il 6 ERASMO – Elogio della follia www.tramedoro.eu tempo a occuparsi del mal di denti, un altro di ritrovare gli oggetti scomparsi e un altro ancora di proteggere le greggi. Tali forme di pazzia prosperano incoraggiate dai sacerdoti che sanno di poterne trarre un guadagno. La felicità illusoria che la follia dona agli uomini è molto facile da acquistare ed è disponibile a tutti, mentre la verità che si fa tanta fatica a cercare e non si sa mai se la si è davvero ottenuta, spesso rende infelice, per ricompensa, chi la trova. Che differenza fa in fondo se una cosa è vera quando la si crede tale? Ciò che si crede buono lo si sente buono, ciò che si crede bello si vede bello, ciò che si crede prezioso rallegra come se davvero lo fosse. E dal momento che la follia è di tanti, è anche un piacere che si può godere in buona compagnia, mentre la sapienza essendo di pochi, è difficile da condividere: ed un piacere che non può essere condiviso vale ben poco. Sebbene nessuno alzi tempi alla follia, non le mancano i devoti, tutti gli uomini anzi la portano nel cuore e modellano su di lei i propri costumi e le proprie regole. L’intero universo si può dire sia un tempio per lei. Che tutto il popolo sia suo seguace è evidente a tutti, ma altrettanto folli sono i maestri e i grammatici, che fanno una vita infame, ma si ritengono i primi fra gli uomini; i poeti che pensano di guadagnarsi l’immortalità con le loro storielle; gli editori e gli eruditi che imbrattano i fogli con mille sciocchezze; i giureconsulti che spendono la vita tra glosse e pareri sulle leggi, con una fatica di Sisifo senza capo ne coda; e infine i filosofi che nella loro fantasia costruiscono mondi innumerevoli, credendo di sapere tutto, di poter comprendere ogni cosa, a volte persino di poter predire il futuro, mentre la natura fa sicuramente grandi risate sulle loro storie. Più folli di tutti, persino dei filosofi, sono però i teologi. Di fronte alla sottigliezza con cui spaccano il capello in quattro sulle più strane questioni di fede, anche gli stessi apostoli e la Vergine si sarebbero trovati in difficoltà e forse in difetto. Con la loro retorica, i loro sofismi, le loro dimostrazioni astruse e assurde, passano la vita in dispute senza capo ne coda, perdendo la vista sui libri, e credendo di essere impegnati a salvare la terra, con le loro dissertazioni. 7 ERASMO – Elogio della follia www.tramedoro.eu Anche gli uomini di più alto lignaggio, re e principi, che se fossero assennati non dormirebbero la notte per il peso delle loro responsabilità, grazie alla follia che li pervade non pensano che a divertirsi, incuranti di tutto, senza pensare che un giorno saranno giudicati per la loro condotta. Passano il mese tra banchetti, giochi, bevute e cortigiane. E persino i pontefici, i cardinali e i vescovi, hanno ormai preso a modello la vita dei re e dei principi e si concentrano sul fare soldi e poi sperperarli. Entrasse in loro un grano di saggezza a quanti piaceri, vittorie, imposte, indulgenze, cavalli, servi e onori dovrebbero dire addio. E al loro posto gli toccherebbero preghiere, digiuni, veglie, studi, e altre gravose pratiche. CITAZIONI RILEVANTI La follia è figlia di Plutone, dio della ricchezza «Non il Caos, né l’Orco, né Saturno, né Giapeto, né alcun altro di questi dei fuori moda e decrepiti fu mio padre, ma Pluto lui solo, [il dio della ricchezza], padre degli uomini e degli dei, con buona pace di Esiodo, di Omero e dello stesso Giove. Un suo cenno, ora come sempre, mette sossopra cielo e terra. Il suo arbitrio decide della guerra e della pace, degli imperi, dei consigli, dei giudizi, dei comizi, dei matrimoni, dei trattati, delle alleanze, delle leggi, delle arti, delle cose scherzose e di quelle serie,… ma ormai mi manca il fiato: dal suo arbitrio dipendono tutti gli affari pubblici e privati degli uomini.» (p.15) Bisogna ringraziare la follia se vi sono matrimoni e figli «E, ditemi, quale uomo vorrebbe porgere il collo al capestro del matrimonio se prima, secondo la consuetudine di cotesti saggi ne considerasse gli svantaggi? E quale donna accosterebbe un uomo se avesse in mente i pericolosi travagli del parto e i fastidi dell’allevare i figli? Perciò se dovete la vita al matrimonio e il matrimonio ad Anoia, del mio seguito, comprenderete quello che dovete a me.» (p.18-19)