Scarica Riassunto Gomorra libro di Roberto Saviano e più Appunti in PDF di Italiano solo su Docsity! 1 "Gomorra" è l'ottimo libro di Roberto Saviano che ha avuto enorme successo lo scorso inverno e ha continuato ad averne anche d'estate, quando centinaia di bagnanti lo hanno affrontato come classica lettura da spiaggia insieme a "La Casta" di G.A. Stella e S. Rizzo. Il contenuto del romanzo, che fonde fatti autobiografici, giornalismo d'inchiesta e analisi sociale è ben riassunto dal nome completo del libro: "Gomorra - Viaggio nell'impero economico e nel sogno di dominio della camorrra". Considerata l'enorme quantità di copie vendute e l'eco mediatica raggiunta era ed è lecito attendersi che esso scuotesse profondamente l'opinione pubblica e le coscienze dei singoli cittadini, non solo quelli del Sud Italia che, con poca avvedutezza, riteniamo i più coinvolti dal fenomeno. Con mio grande rammarico tutto ciò si è rivelato fondamentalmente una speranza illusoria piuttosto che un fatto concreto. Il primo e il secondo capitolo, intitolati rispettivamente "Il porto" e "Angelina Jolie", raccontano del commercio di scarpe, abbigliamento, tessuti ecc.. e della sartoria di qualità per i grandi marchi della moda italiana. Tra i tanti e interessanti fatti esposti vi è raccontato di come la camorra gestisca enormi volumi della produzione di abbigliamento e accessori (scarpe, borse ecc...) per le grandi giffe italiane. Parte di questa enorme produzione, solitamente la migliore, viene poi rivenduta nei negozi e nelle boutiques di tutto il mondo. La restante parte viene invece immessa nel mercato (illegalmente) tramite i venditori abusivi e tutti gli altri canali non ufficiali. Come scrivevo in apertura dell'articolo, "Gomorra" è stato letto da migliaia di persone sulle spiagge durante tutta l'estate e sicuramente i lettori dovranno per forza essere passati anche dalla lettura dei primi due capitoli (spesso, si sa, i libri da ombrellone non vengono nemmeno finiti di leggere!). Frequentemente mi è capitato di vedere persone che, con il libro appoggiato sullo sdraio e il segno oltre la metà (e quindi oltre il secondo capitolo), chiamavano il vucumprà per acquistare borse, scarpe o altri oggetti che sapevano benissimo essere di provenienza mafiosa. Ultimato l'acquisto riprendevano la lettura oppure si mettevano a indignarsi o interrogarsi sui perché e i per come della camorra. Il vedere queste scene ripetersi diverse volte mi ha fatto molto riflettere su quanto la preoccupazione delle persone e la loro capacità di avere un embrionale senso civico o del dovere sia un fenomeeno principalmente di facciata. Piace leggere come funziona quel mondo dell'illegalità e piace soprattutto leggere per credere che la sola lettura sia sufficiente a renderci cittadini più consapevoli o migliori. La realtà è che siamo poco disposti a fare rinunzie o sforzi per cambiare le cose; mai come in questa occasione mi è sembrato vero il detto "tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare 2 Primo riassunto: Pasquale è un abile sarto che nonostante la sua rara arte (ricercatissima da italiani e cinesi) finisce a fare il camionista, lontano dalle amate stoffe e intrappolato nella sua angusta cabina. Carmela è una donna di paese che come unica colpa ha quella di essere madre di uno "scissionista", un traditore del clan, e come tale merita la morte. Mariano è laureato in Economia e commercio, il suo mestiere è quello di riciclare i soldi sporchi della malavita, ma coltiva una passione per le armi e ha un unico sogno: conoscere di persona Michail Kalashnikov, l'inventore dell'omonimo e terribile fucile. Don Peppino un prete coraggioso che ripudia e condanna dal pulpito della sua parrocchia di provincia con infuocate parole l'illegalità dilagante e che viene massacrato nella canonica il 19 marzo, giorno del suo onomastico… Personaggi potenti e indelebili, figure di una commedia umana che parla la lingua della sceneggiata napoletana e ha l'inevitabile epilogo di una tragedia greca. La Camorra come fenomeno, e peggio, come forma mentis, un veleno che non ha antidoto. Niente si crea, niente si distrugge, tutto si trasforma: la massima di Lavoisier, citata nelle prime pagine, introduce alla sintesi perfetta del lavoro di riciclaggio operato con sapiente insipienza dalla malavita, una opera di trasformazione che fagocita tutto e tutti: soldi, rifiuti, persone. Storie (vere) di ordinaria illegalità raccontate con la lucidit? del giornalista, la sensibilità del romanziere e il trasporto emotivo di chi quella realtà la vive e vede ogni giorno. I boss dai fantasiosi soprannomi sembrano usciti da un film americano, si atteggiano a divi di Hollywood (con le loro sontuose ville in cemento e i loro abiti impeccabili), si sentono intoccabili, star di un oscuro firmamento che si ispirano a pellicole come Pulp Fiction, Scarface, Taxi Driver o Quei bravi Ragazzi. "Io so e ho le prove". In sostanza è questa la sintesi di uno dei libri più discussi e letti degli ultimi decenni, una frase di pasoliniana memoria che Saviano usa a muso duro come grido di accusa, amarezza e volontà? di riscatto. Io so e ho le prove, ed ecco una sequela di nomi, cognomi, soprannomi, circostanze, meccanismi, situazioni che sono di fronte agli occhi di tutti ma che non tutti osano raccontare. Un libro da leggere e rileggere che incuriosisce e stordisce, sorprende e spaventa: una apnea lunga oltre 300 pagine alla scoperta di un universo sommerso che ribolle sotto la superficie di una Italia che sembra rassegnata. Io so e ho le prove. Ora ne sappiamo anche noi un po' di più su un fenomeno così capillare e devastante grazie all'impegno personale di Saviano (che come si sa è stato minacciato più volte e ora medita di trasferirsi a vivere in Francia) e anche, di riflesso, grazie alla magistrale e tostissima trasposizione cinematografica di Matteo Garrone che ha saputo rendere visivamente le claustrofobiche ed ossessive atmosfere del libro. "Maledetti bastardi, sono ancora vivo". Grazie ancora Saviano: che tu possa lanciare ancora a lungo il grido che conclude Gomorra. Una figura cardine di questo commercio è quello del mediatore camorrista (gli stakeolder), capace di garantire il servizio in ogni sua parte, mentre i mediatori delle imprese legali propongono prezzi maggiorati, esenti dal trasporto; i mediatori della camorra non sono mai affiliati al clan, lavorano per diverse famiglie e sono difficili da condannare perchè ufficialmente non prendono parte a nessun passaggio della catena dello smaltimento criminale dei rifiuti. Racconta Saviano che lo stake guarda diversamente dal costruttore: un costruttore vede lo spazio vuoto come qualcosa da riempire, lo stake pensa invece a come trovare il vuoto nel pieno, a come ficcare qualcosa dentro: per esempio la piazzola abbandonata di una pompa di benzina allo stake fa pensare subito ai serbatoi sotterranei vuoti, capaci di osptare decine e decine di piccoli fusti di rifiuti chimici. L'assoluto sprezzo del proprio territorio da parte del camorrista accentua la paura degli inceneritori che hanno molti nella Campania, una paura che a noi sembra il retaggio di ignoranza o semplicemente una manovra della camorra. Leggendo il libro di Saviano si scopre che la gente teme semplicemente che i loro territori possano diventare le fornaci perenni dei rifiuti di mezz'Italia a disposizione dei clan, capaci di vanificare tutte le garanzie di sicurezza ecologiche, contro i veleni che loro imporrebbero di bruciare; temono che possano arrivare da ogni parte rifiuti tossici spacciati per rifiuti ordinari: così cercano di resistere allo stremo. È una paura che adesso diventa più comprensibile. Se fossi napoletabo forse la penserei allo stesso modo! Il capitolo sui rifiuti tossici si intitola "la terra dei fuochi", è la zona Giugliano-Villaricca-Qualiano, 39 discariche di cui 27 con rifiuti pericolose: quando stanno per esaurirsi, la camorra dà fuoco ai rifiuti, con pericolo mortale per chi ci vive attorno. I più bravi ad accendere i fuochi sono i ragazzini ROM, che ricevono 50 euro per ogni cumulo bruciato. Si alza dai fuochi un fumo nerissimo e si abbassa il valore di terreni una volta famosi nel mondo per l'esportazione di frutta e ortaggi fino in Scandinavia; ma questo favorisce sempre i clan, che possono acquistare gli stessi terreni a poco prezzo. La mortalità in Campania per cancro è aumentata negli ultimi anni del 21%... Il grido di rabbia di Saviano chiude il libro: Sono nato in terra di camorra, nel luogo con più morti ammazzati d'Europa, nel territorio dove la ferocia è annodata agli affari, dove niente ha valore se non genera potere. (...) In terra di camorra, combattere i clan non è lotta di classe, affermazione del diritto, riappropriazione della cittadinanza. Non è la presa di coscienza del proprio onore, la tutela del proprio orgoglio. È qualcosa di più essenziale, di ferocemente carnale. (...) Porsi contro i clan diviene una guerra per la sopravvivenza, come se l'esistenza stessa, il cibo che mangi, le labbra che baci, la musica che ascolti, le pagine che leggi non riuscissero a concederti il senso della vita, ma solo quello della sopravvivenza. E così conoscere non è più una traccia di impegno morale. Sapere, capire diviene una necessità. L'unica possibile per considerarsi ancora uomini degni di respirare. Chiudiamo il libro, coscienti della guerra e della solitudine di Roberto Saviano. Adesso è costretto a nascondersi per le minacce ricevute e fa rabbia pensare che invece i camorristi girano tranquilli. Saviano racconta che è stato interrogato dagli inquirenti su quello che ha scritto nel libro. Giustamente, e amaramente, dice che le stesse domande che hanno fatto a lui avrebbero dovuto farle a chi sa veramente, a chi è responsabile di Gomorra. 4 Italia e da mezza Europa, scorie chimiche e persino scheletri umani, abusivamente rilasciate nelle campagne campane e che provocano avvelenamenti. Infatti, come cita Saviano, il solo porto di Napoli movimenta il 20 per cento del valore dell’import tessile della cina, ma oltre il 70 per cento della quantità del prodotto passa di qui . Milioni di container arrivano nelle mani del compratore senza lasciare traccia del percorso, subito, prima che possa iniziare il tempo per consentire un controllo. L autore ha raccontato nel dettaglio la penetrazione della camorra nella produzione del commercio e ha descritto le aree di investimento più lucrative: moda, edilizia , rifiuti, trasporti; tutto questo dimostra che di fatto l’economia criminale rappresenta oggi il segmento più fiorente dell’intera economia italiana. La camorra è diventata una vera e propria azienda multinazionale fondata su mezzi illeciti quali violenza ed estorsione. Ho apprezzato molto come l’autore ha affrontato il traffico illegale di merci, poichè lo ritengo un tema molto delicato e attualissimo, che purtroppo rimane nell’ombra. Fra le altre tematiche interessanti vi è la sartoria di qualità per i grandi marchi della moda italiana realizzata in condizioni di miseria umana e imprenditoriale, come anche la descrizione minuziosa del funzionamento della camorra e della vita dei camorristi, e soprattutto la descrizione dei traffici di armi (in particolare di kalashnikov)… Potere e ricchezza, violenza e controllo capillare costituiscono le fondamenta di questo enorme fenomeno dove lecito e illecito non hanno confine, dove principi giuridici, leggi, stato di diritto non esistono. Tutto si gioca al ribasso dei costi di produzione sulle spalle di lavoratori italiani e stranieri e sul denaro comunque incassato e subito trasformato in imprese legali, alla luce del sole: aziende agricole, edilizie, catene di negozi, supermercati. Tutto si gioca sulla vita di esseri umani che tutto accettano per sopravvivere, compresa la schiavitù e anche la morte. Tutto ciò non viene mai preso sul serio fino a quando non ci coinvolge in prima persona; eppure Non bastano i mezzi comuni per sconfiggere questo male sociale : esso impedisce alla società di svilupparsi e di migliorare: fabbriche, negozi, imprese, ne sono colpiti, e coloro che gestiscono queste attività sono minacciati e obbligati a versare come tangente i loro guadagni, spesso sono costretti addirittura a chiudere creando altra disoccupazione. Per fortuna non tutte le persone si chiudono a riccio, ma decidono di dare voce alla loro testimonianza o di collaborare all’espulsione della camorra dal territorio. Infatti Saviano parla anche del sacerdote Giuseppe Diana, ucciso a Casal di Principe perchè manifestava la sua opposizione al Sistema camorristico. Ho apprezzato questo libro in quanto è molto istruttivo e anche se Il tema trattato, a mio avviso, è un po pesante ma penso che alla mia età sia giusto iniziare a parlare di queste cose di cui siamo abituati a vedere solitamente in televisione attraverso le varie fiction.