Scarica Riassunto libro "Manuale di letteratura e cultura inglese" (Crisafulli) e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Letteratura Inglese solo su Docsity! IL CINQUECENTO Il Cinquecento inglese inizia con Erasmo da Rotterdam, la cui presenza testimoniava l’esistenza di una cultura umanistica anticipava un secolo di riforme religiose, scolastiche e sociali che portarono l’Inghilterra a una ricca cultura. Erasmo descrive l’Inghilterra come una nazione avanti in quanto a studi classici e umanistici, questo perché già dalla fine del ‘400 re Henry VII si appassionò alle scienze umane fu patrono degli studi e delle arti Questo fece sì che la sua corte divenne punto di riferimento di molti intellettuali (William Grocyn, Thomas More ecc.). Il movimento storico-culturale che si affermò in questo periodo fu il Rinascimento, che in Inghilterra arrivò tardi per quanto riguarda le arti visive, la nuova musica e il teatro laico, ma non per l’editoria, in quanto agli inizi del 1470 William Caxton introdusse la prima macchina da stampa [primo libro stampato: Canterbury Tales – Chaucer, 1476], il che portò ad una fiorente editoria. Tuttavia, proprio perché arrivò tardi per le arti visive, il termine Renaissance non è appropriato: si preferisce usare early modern. Il ‘500 inglese vide, oltre a quello di Henry VII, quattro regni: Henry VIII presso la sua corte si affermarono poeti come Sir Thomas Wyatt e Henry Howard, i quali introdussero il sonetto nella letteratura inglese le vecchie scuole ecclesiastiche furono sostituite con le grammar schools, aperte anche ai figli di famiglie non benestanti Edward VI = fondazione delle King Edward VI Schools, che permisero la formazione di scrittori pur provenendo da origini umili Elizabeth occupò mezzo secolo la più grande fioritura letteraria della storia inglese sperimentazione e moltiplicazione di nuovi generi letterari: poesia epica; pastorale; canzoniere; saggistica; narrativa in prosa 1576: primo teatro pubblico The Theatre Traduzioni, molte dall’italiano, che influenzarono la letteratura e il teatro. IL TEATRO DI SHAKESPEARE. DALLA SCENA AL TESTO SHAKESPEARE SCRITTORE PER LA SCENA: FRA OCCHIO E ORECCHIO Quando leggiamo le opere teatrali di Shakespeare dobbiamo fare un salto temporale all’epoca, alla cultura e al teatro elisabettiano. Difatti, Shakespeare prima di essere un poeta fu probabilmente un uomo di teatro: le prime fonti come poeta risalgono al 1580 circa, mentre come drammaturgo risalgono al 1952. Infatti, i suoi drammi sono frutto della sua esperienza come uomo di teatro. Fu anche uno dei proprietari del Globe Theatre. Il suo lavoro gli permise di arricchirsi e di comprarsi una delle case più prestigiose a Stratford, dove passò la sua vecchiaia. Ciò non significa che Shakespeare scrisse le sue opere solo per una questione economica e di popolarità: lo dimostra la complessità narrativa e discorsiva delle sue opere che erano accessibili a tutti, in quanto il pubblico elisabettiano era abituato ad ascoltare lunghi e complessi discorsi durante le funzioni religiose. Inoltre nelle grammar schools veniva insegnata la retorica [arte del dire, parlare e persuadere con le parole]. Quindi le opere di Shaespeare, ricche di tropo, schemi e giochi di parole, non erano un ostacolo ma un’attrattiva del pubblico. Shakespare riesce anche ad accontentare orecchio e occhio insieme: far vivere la poesia sulla scena. Tutti i personaggi furono concepiti per specifici attori dei Chamberlain’s Men o King’s Men e tutte furono composte per il teatro pubblico, all’aperto. In un teatro in cui manca la sceneggiatura, l’attore ha un peso informativo: spetta a lui indicare, tramite segni, battute e gesti l’ambiente geografico, storico e sociale in cui si trova. Inoltre viene scoperto il ruolo che ha all’interno della società e, quindi, le relazioni sociali che intercorrono fra i personaggi. Questo sistema venne criticato dai critici neoclassici, in quanto l’attore deve chiedere al pubblico uno sforzo di immaginazione. Tuttavia, ciò era quello che Shakespeare voleva proprio fare, cioè dare libero sfogo all’immaginazione dello spettatore: si crea così un patto convenzionale tra attori e pubblico. LE PROPRIETÀ DEL TEATRO SHAKESPERIANO SCENA APERTA Dipende da: Rapporto tra scena e arena = scena aggettante si proietta verso il pubblico Forma del palcoscenico = aperto e privo di ostacoli alla vista, il che permise al pubblico di concentrarsi solo ed esclusivamente sull’attore. Gli unici aspetti fissi: Frons scenae (fondo della scena), all’interno del quale si aprivano due porte di ingresso-uscita Pilastri di legno , che sostenevano il tetto sovrastante Le scene si svolgevano in modo rapido per il veloce avvicendarsi delle scene, senza il bisogno di cambiare scenografia. Sopra la scena vi era l’upper stage: balcone destinato all’azione scenica o ai musicisti o agli spettatori più prestigiosi. MULTIDIMENSIONALITÀ Riguardava Struttura del palco: la straordinaria ampiezza simboleggiava la grandezza del mondo raffigurato permette a tutti gli attori di stare contemporaneamente sul palco Articolazione nello spazio Dimensione orizzontale : due porte del frons scenae che hanno la funzione di Nascondere lo spogliatoio degli attori Permettere loro l’ingresso e l’uscita (N.B. nei plays elisabettiani il cambio di scena era dato dall’avvicendarsi degli attori o gruppi di attori) Ruolo simbolico = due realtà spaziotemporali distanti tra loro Dimensione verticale : creata grazie all’esistenza di LA POESIA DEL ROMANTICISMO ROMANTICISMO E ABOLIZIONISMO Il Romanticismo si colloca tra gli anni della Rivoluzione americana e della Dichiarazione di indipendenza delle colonie americane dalla Gran Bretagna (1776- 1783) e il 1837, anno della salita al trono della regina Vittoria. Secondo Debbie Lee la storia del Romanticismo fu legata alla storia della schiavitù. Tra i contributi poetici al movimento dell’abolizionismo troviamo William Blake, la cui poesia va contro ogni forma di schiavitù (mentale, politica, religiosa). Una delle sue opere più significative è The Little Black Boy, dove il piccolo africano desidera la stessa parità di tutti i bambini di fronte a Dio e una fratellanza col bambino bianco. Un altro grande poeta è William Wordsworth, che denuncia la violenza nei confronti del popolo africano, principale vittima della tratta degli schiavisti bianchi. Una delle sue opere più famose è Humanity, dove sottolinea la contraddizione dell’Inghilterra che non accetta la schiavitù sul suo terreno ma è complice del commercio degli schiavi in altri territori. Tra le poetesse ricordiamo Mary Birkett, la quale analizza, in una delle sue opere, la schiavitù dal punto di vista economico, chiedendo alle donne di boicottare i prodotti ricavati dal lavoro degli schiavi. Anche Amelia Opie diede il suo contributo per l’abolizionismo. Nella ballata How to Make Sugar, la scrittrice accompagna i versi con illustrazioni per insegnare ed interessare anche il lettore meno istruito e persino i bambini. I versi sono in forma di dialogo e sono narrati dagli schiavi che raccontano la tratta dall’inizio alla fine con le loro sofferenze. In tal modo si cerca di catturare l’attenzione del lettore e coinvolgerlo nella campagna contro la schiavitù. RIVOLUZIONE INDUSTRIALE E URBANIZZAZIONE: LA RIVOLTA DEI POETI Se la Gran Bretagna fu la sede della Rivoluzione industriale e dell’arrivo di nuove tecnologie, è stato grazie al denaro ricavato dal commercio degli schiavi. Dato che la Rivoluzione industriale non diede più importanza al lavoro quanto piuttosto al profitto, si creò una separazione profonda tra gruppi sociali, che causò conflitti e ingiustizie che i romantici condannarono e denunciarono (es: William Godwin, Mary Shelley). Con l’arrivo degli enclosure acts, i contadini non avevano più l’opportunità di pascolare il bestiame e coltivare i prodotti necessari per vivere negli open field, quindi furono costretti a spostarsi nei centri urbani e trovare un impiego negli impianti industriali. Qui le condizioni di vita dei lavoratori erano disumane: salari bassi; tante ore di lavoro che non rispettavano sesso o età; assenza di igiene, assistenza medica e previdenza in caso di malattia/vecchiaia. Questa realtà stimolò una letteratura impegnata in temi civili. La poesia era incentrata sulle contraddizioni di una società che da un lato aveva un alto grado di alfabetizzazione e un importante sviluppo demografico, dall’altro era caratterizzata da una fortissima mortalità infantile, un grave inquinamento e l’aumento del vagabondaggio. Fra gli intellettuali romantici troviamo William Blake: Bibbia : una delle sue principali fonti di ispirazioni. Cristo era il modello da seguire per l’umanità Stampe miniate : accompagnava il testo con l’immagine (The Marriage of Heaven and Hell) La sua poesia sostiene la libertà e l’uguaglianza, mentre è contraria ad ogni potere perché oppressivo e umiliante per la dignità umana Il testo poetico più significativo del suo impegno civile è London, un poemetto in cui deplora l’urbanizzazione e la divisione fra classi, vista come causa principale delle miserie, malattie e infelicità degli abitanti della grande città, che appare infernale. Tuttavia, l’infelicità è prodotta dalla mente umana che crea essa stessa le proprie catene e condizionamenti, sottomettendosi a istituzioni (chiesa, palazzo reale, matrimonio borghese) che con il loro potere e le loro imposizioni umiliano le capacità e potenzialità. NOSTALGIA, GUSTO ANTIQUARIO E MEDIEVALISMO Nelle opere dei romantici si nota una nostalgia per il passato: la Rivoluzione francese creò un clima politico oppressivo che sospese le libertà di stampa e di adunata. La Rivoluzione finì con inimicizie, delusioni e timori. Un esempio di ciò si ha nel poema The Emigrants di Charlotte Smith, in cui promuove la fratellanza tra francesi e inglesi (divenuta impossibile ormai da immaginare). La Smith esprime lutto, rimpianto e malinconia per le afflizioni che la vita le ha dato. Nostalgia e malinconia portarono a un gusto antiquario, soprattutto per il medievale che si era stanziato in particolare in Germania. Si pensi, per esempio, a La Germania di Madame De Staël, in cui sottolinea la differenza tra il gusto antico e il gusto moderno, tra Classicismo e Romanticismo. Nel Romanticismo è frequente la ballata, in cui vi è un clima malinconico, notturno e fantastico. Sono famose le ballate di Burns, che sono spesso canzoni d’amore e liriche sentimentali che si rivolgono alle emozioni del lettore, e di Shoutey, che mettono insieme esotismo e gusto antiquario. LYRICAL BALLADS E DOROTHY WORDSWORTH: IL LINGUAGGIO DELLA NATURA Nella prefazione delle Lyrical Ballads, Wordsworth cerca di guidare il lettore verso un modo di vivere più semplice e naturale, utilizzando un linguaggio semplice e popolare. In questa raccolta, Coleridge incluse alcune poesie che indicano le inquietudini e le esperienze del tempo attraverso i sentimenti. Wordsworth rappresenta il mondo degli umili e della natura, mentre Coleridge, in The Rime of the Ancient Marine, descrive il marinaio che è costretto a narrare la sua storia: ha ucciso, senza motivo, un albatro (simbolo dello spirito divino); quindi è costretto a narrare per alleviare il suo dolore. I due poeti hanno due diverse visioni: Wordsworth tende a ritrovare la visione della comunità ormai perduta; Coleridge esprime nostalgia per il passato e, di conseguenza, usa un linguaggio arcaico e onirico. Entrambi esprimono la volontà di mescolare sentimento e storia, naturale e spirituale. Le Lyrical Ballads rappresentano la poetry of nature, perché contengono due elementi salienti: Potere di suscitare la simpatia del lettore Potere di defamiliarizzare il mondo, vedendolo il potere dell’immaginazione Coleridge scegli personaggi e situazioni soprannaturali e le rende verosimili; Wordsworth, al contrario, prende fatti naturali e li rende soprannaturali grazie all’incantamento e alle emozioni che fanno provare. Le Lyrical Ballads assumono la dimensione del magico realismo: l’io e il mondo si fondono creando delle manifestazioni del passato. Attraverso la memoria, infatti, il poeta riporta al presente fatti e persone incontrati in passato e le fa rivivere con lo stesso impatto provato la prima volta grazie all’immaginazione. La sorella di Wordsworth, Dorothy, stabilisce un rapporto di parità tra cose e persone: nei Journals, le cose sembrano vivere insieme all’io poetico. Nella sua poesia si ha l’immagine della casa vista come riparo fisico ed emozionale, nonché come metafora di esclusione dalla vita. MONDO ONIRICO E BELLEZZA IN MARY ROBINSON E JOHN KEATS In Mary Robinson si riscontrano temi e melodie legati al gusto del passato. In The Haunted Beach, la scrittrice propone l’atmosfera incantata e surreale dell’Ancient Mariner di Coleridge, ma conservando la lunghezza del verso (sette sillabe). Qui lo sfondo è il mare e i personaggi sono marinai onirici. L’immagine centrale è quella di una spiaggia abitata da spettri e dal ricordo di un marinaio ucciso per denaro. Il tutto è accompagnato da una voce poetica malinconica. John Keats esprime la nostalgia del passato e il senso di perdita che si riflettono nel mondo medievale. Per Keats, il poeta doveva mostrare di avere la negative capability: quando un uomo è capace di trovarsi in incertezze, misteri dubbi, senza cercare ragione. PATRIA E PATRI NELLA SECONDA GENERAZIONE ROMANTICA In Byron e Shelley compaiono i temi della patria e patriota, che rappresentavano la speranza con la quale ripartire dopo la sfiducia degli anni del Terrore e della Restaurazione che aveva segnato la prima generazione romantica. Byron e Shelley vedono l’Italia come un cumulo di contraddizioni: viene percepita come seconda casa di cui lamentare il degrado oppure esaltare la bellezza naturale e il passato politico. L’opera che meglio descrive il rapporto tra Byron e l’Italia è The Prophecy of Dante. Questo poemetto chiede che gli italiani riabbiano la dignità di popolo in nome della lingua e della letteratura. Patriottismo e cosmopolitismo si trovano anche nella poesia di Felicia Hemans, in un linguaggio che riguarda la sfera domestica e il mondo degli affetti. Inoltre ammirava la Grecia e l’Italia, tanto da dedicare una delle sue opere, The Restoration of the Works of Art to Italy, all’Italia, in particolare alla restituzione delle sue opere artistiche sottratte dalle truppe napoleoniche durante le guerre di liberazione. JANE AUSTEN E IL NOVEL OF MANNERS Un esempio significativo lo abbiamo con Charles Mudie, il quale dimezzò il costo degli abbonamenti e impose un rigido controllo sui libri, in quanto non accettava opere immorali o corrotte. Oltre alla pubblicazione in tre volumi, vi erano altri modi di pubblicazione del romanzo: per le classi meno abbienti venivano pubblicate, al costo di un penny, storie e ambientazioni gotiche o sensazionali. Charles Dickens, ad esempio, scelse di pubblicare mensilmente al costo di uno scellino per rendere i suoi romanzi potessero venir letti da più persone Inoltre, dopo la prima edizione in tre volumi/pubblicazione a episodi di un periodico, e anche in base al successo avuto, il romanzo poteva uscire in un unico volume con un prezzo inferiore. VERSO UN PUBBLICO DI MASSA Con lo sviluppo dell’editoria aumentò, di conseguenza, il pubblico. Prima i romanzi potevano leggerli solo che aveva origini aristocratiche o alto-borghesi, mentre ora, con la diminuzione dell’analfabetismo, se lo possono permettere anche le persone umili, che vedevano la lettura dei romanzi come una possibile fuga dalla realtà opprimente. Tuttavia, proprio perché la lettura si diffonde nei ceti bassi, vi è la volontà di controllare, censurare e guidare i lettori. William Thackeray, ad esempio, si rifiutò di pubblicare una poesia ricca di erotismo. Thomas Hardy trovò difficoltà nella sua opera The Return of the Native, in cui, pur volendo dare un finale tragico, fu costretto ad andare incontro al volere del pubblico di un lieto fine: decise di far sposare due dei personaggi secondari. Del resto, Hardy scriveva per guadagnarsi da vivere, quindi doveva adattarsi alle richieste del pubblico in un mercato in cui domina la legge della domanda e offerta. ASPETTI DEL ROMANZO REALISTA È nell’epoca vittoriana che il romanzo borghese riscontra il suo più grande successo e divulgazione. Il realismo diventa punto di partenza per la prosa narrativa del periodo, anche nella narrativa fantastica. Il realismo si vede bene nei finali dei romanzi: come sappiamo, le conclusioni di intrecci tragici spesso vengono manipolate per fornire rassicurazione e consolazione, tuttavia il famoso “lieto fine” del romanzo ottocentesco spesso non è altro che il momento in cui la finzione si palesa e lo scrittore sembra tradire la propria strategia. La storia del romanzo aveva come protagonista un/una giovane inizialmente ingenuo per poi diventare maturo e raggiungere un lieto fine attraverso peripezie ed esperienze di vita in una società molto più complessa e varia rispetto a cinquant’anni prima. Il realismo del Vittorianesimo sostiene l’individualismo [tendenza a far prevalere eccessivamente gli interessi individuali su quelli collettivi]. La narrazione del romanzo è affidata al narratore onnisciente che guida il lettore e lo aiuta a raggiungere le stesse conclusioni dell’eroe e del narratore stesso. Molti scrittori criticano la società che porta sofferenze. In Oliver Twist, Dickens descrive i mali dei poveri e le sofferenze dei bambini e adolescenti; in Mary Barton, Elizabeth Gaskell denuncia le condizioni di vita degli operai a Manchester. AL DI LÀ DEL REALE: IL RACCONTO “FANTASTICO” Nell’Ottocento si sviluppa il genere nero, che deriva dal romanzo “gotico” romantico e si divide in sottogeneri che daranno spunto ai “romanzi di genere” del XX secolo: giallo; romanzo sensazionale; science fiction; soprannaturale e paranormale. In quest’ultimo troviamo il fantastico, racconto di eventi assolutamente non realistici. Il soprannaturale assume aspetti diversi nelle opere: in A Chrstimas Carol di Charles Dickens, il soprannaturale insegna la retta via, mentre in The Signalman assume un aspetto più soggettivo, strano e pauroso: il protagonista muore sotto un treno alla fine della storia, dopo aver raccontato di un incidente che l’ha lasciato con l’impressione di percepire suoni e figure sinistre, gli stessi che il narratore distinguerà nel finale attorno al corpo della vittima. Non si sa, quindi, se questi siano allucinazioni o fantasmi. Nelle storie di La Fanu, invece, le storie non accettano esplicitamente il soprannaturale, preferendo lasciare al lettore la possibilità di trovare una spiegazione. Nella narrazione fantastica vi è il concetto di frattura, divisione e sdoppiamento del personaggio (manifestazione del diavolo), per ritrovare la propria identità perduta. The Strange Case of Dr Jekyll and Mr Hyde (1886): Dr Jekyll scoprirà che la separazione del Bene e del Male che convivono in un solo corpo/mente non è possibile, anzi scoprirà che è il Male ad avere il sopravvento The Picture of Dorian Gray (1891): quando Dorian, distruggendo il ritratto, uccide se stesso, il messaggio è lasciato nell’ambiguità: il viso di Dorian si riprende i segni fisici, mentre il ritratto torna ad essere quello di un bellissimo giovane. Non è chiaro, quindi, se è la morale che ha sconfitto l’arte o viceversa. Dracula (1897): con quest’opera, Bram Stoker segna il culmine della produzione ottocentesca di orrori gotici. Come tema, il romanzo presenta il sottogenere del racconto vampiresco e lo sdoppiamento dei personaggi. La particolarità di quest’opera è il fatto che il vampiro è la rappresentazione simbolica dell’erotismo massimo, caratteristica permanente fino alla letteratura dei giorni nostri. GENDER E REALISMO La presenza notevole di scrittrici di fiction rappresentava un ostacolo in più alle pretese del realismo vittoriano di rappresentare la “la Verità”. Alle donne molti aspetti di questa verità venivano celati: per tale ragione alcune delle scrittrici preferirono pubblicare con pseudonimi maschili. In quanto al realismo, George Eliot si rende conto che il suo compito è quello di descrivere la realtà quotidiana; ma tale compito è difficile, forse impossibile, perché le parole spesso indicano molteplici aspetti. LA NEW WOMAN LE CARATTERISTICHE Donna più moderna e consapevole Spregiudicata, che fuma in pubblico e va in bicicletta liberamente Determinata e colta Livello di istruzione talmente alto che è incapace di adattarsi al ruolo sociale tradizionale di moglie e madre LE ORIGINI La prima New Woman fu Lyndall di The Story of an African Farm di Oive Schreiner. Le New Woman si battevano per l’uguaglianza di uomini e donne di fronte alla legge, nella vita professionale e famigliare. Inoltre si opponevano ai Contagious Desease Acts, leggi che legittimavano il pregiudizio che le donne dovessero essere più inesperte nel sesso e stabilivano che se avessero avuto malattie veneree avrebbero dovuto essere chiuse in ospedali specifici, mentre i loro contaminatori potevano rimanere liberi di trasmettere la malattia. LA SCRITTURA DELLE NEW WOMAN Le New Women si ribellarono attraverso la scrittura, dove manifestarono il loro desiderio di auto-definizione, la determinazione a voler cambiare il futuro, la necessità di riforme politiche e sociali volte a migliorare la condizione femminile nella società. LA NEW WOMAN E LA POETICA NARRATIVA Nei romanzi si percepisce il distacco dalle convenzioni letterarie del passato, basti pensare al matrimonio: nel romanzo vittoriano tradizionale le nozze rappresentavano la fine della trama; al contrario, nei romanzi delle New Women il matrimonio è il punto di partenza e l’origine di difficoltà che non sempre potranno essere risolte e quasi mai hanno un finale positivo. Nella letteratura delle New Women vi sono l’analisi intimistica dei personaggi; l’uso del monologo interiore o di molteplici voci e punti di vista che si intrecciano e si sovrappongono e lo studio dei meccanismi della psiche femminile. ORIGINE DEL TERMINE NEW WOMAN La prima volta che il termine comparve per indicare esplicitamente un nuovo modello di identità femminile fu probabilmente sulla rivista femminile The Woman’s Herald (1893), ma entrò a far parte “ufficialmente” della terminologia di fine secolo solo quando la scrittrice Ouida lo estrapolò dall’articolo The New Aspect of the Woman Question, al quale rispose con un pezzo intitolato “The New Woman”. VIRGINIA WOOLF (1882 – 1941) Virginia Woolf attacca il tradizionale romanzo realistico e naturalistico, basato sui fatti, con il saggio Mr Bennet and Mrs Brown. In questo romanzo, la signora Brown accusa gli scrittori tra Otto e Novecento di aver raccontato la realtà quotidiana senza usare la coscienza soggettiva del narratore. Un altro dei suoi più grandi romanzi è Jacob’s Room, in cui il protagonista viene definito non per quello che fa o per le caratteristiche fisiche ma tramite le sensazioni che gli altri hanno di lui. In ogni caso, la Woolf auspica a una funzione narrativa in cui viene messo in primo piano i sentimenti e le emozioni che il soggetto sta provando in quel momento piuttosto che la descrizione di eventi che hanno luogo.