Scarica Riassunto libro “sociologia delle disuguaglianze. Teorie, metodi e ambiti” 2020 e più Sbobinature in PDF di Sociologia solo su Docsity! DISUGUAGLIANZE cap. 2/3 STRATIFICAZIONE SOCIALE: presenza di disuguaglianze sistematiche nella società. MARX: sta tutto nei rapporti di produzione delle classi. WEBER: conflitti tra gruppi nelle organizzazioni per l’accesso a risorse, potere e simili opportunità di vita (classi/ceti/partiti). Nel 900 i sociologi hanno ragionato in termini di classi sociali, salute, istruzione, benessere, reddito, ma soprattutto sulla base occupazionale. Gli stratificazionisti si dividono in due: Parsons e Teoria della modernizzazione- funzionalisti: le stratificazioni sociali nella modernità sono utili al funzionamento della società p. 56 Il successo di una posizione sociale ripaga le capacità e impegni degli individui (studia medicina per avere molti soldi e ruolo importante).=> meritocrazia Quello che acquisti (status acquisito-archievement) per arrivare ad una posizione sociale è più importante che quella di partenza (status ascritto- ascription). => valore della realizzazione Nel tempo si affermano valori universalistici (chi sei e il tuo ruolo) che quelli particolarismi (parentela, etnia) Nel sistema sociale l’integrazione prevale su conflitto. (Parsons) Per I funzionalisti La stratificazione sociale è utile nell’età moderna poiché le diverse mansioni degli attori sociali servono a dare una struttura equilibrata alla società. Non tutti possono avere le stesse capacità, per questo è giusto che le posizioni sociali siano distinte e ricompensate in base al contributo che danno alla società (funzionalismo normativo). I valori della modernità caratterizzati da individualismo (pag.61), che avrebbero dovuto cancellare le ingiustizie sociali per i funzionalisti, furono smentite, soprattutto nell’America degli anni 50, poiché la stratificazione occupazionale non era così incentrata sull’ uguaglianza di opportunità e la classe/ status ascritto avevano ancora molta importanza. Analisi delle classi e delle occupazioni: altro tipo di visione della stratificazione sociale dove si usano schemi di classe basati sulle occupazioni, le classi è l’unico forma di stratificazione che permette la mobilità sociale, ma tra esse esiste una distanza sociale. Wright ha proposto uno schema del capitalismo moderno dove vengono raccolti dati empirici su occupazioni che vengono incluse in categorie in base a diversi criteri: posizione rispetto ai mezzi di produzione, controllo della forza-lavoro, controllo di investimenti, rapporto con l’autorità e i lavoratori intermedi. Da qui ricava uno schema di classi da 6 categorie: borghesia, proletariato, piccola borghesia, dirigenti, lavoratori dipendenti, piccoli imprenditori. Anche in Italia venne utilizzato questo schema di classe da Schizzerotto, dove dovettero aggiungere una categoria, la classe operai agricola, e aggiunsero un’altra criterio oltre l’occupazione e mercato, risorse materiali e simboliche. 2 Studi dimostrano che nel tempo, la relazione tra classe sociale d’origine degli individui e la classe sociale dove finivano rimanevano stabili> smentita la teoria della modernizzazione, la stratificazione sociale muta con i cambiamenti del mercato del lavoro, ma le distanze sociali tra classi permangono. Analisi dei classici: • APPROCCIO NEOMARXISTA: alla base delle differenze di potere tra gruppi sociali c’è lo sfruttamento di una classe dominante su un’altra, forza-lavoro, il controllo da parte della classe minoritaria di controllo in tutti gli ambiti economici: capitale finanziario, mezzi materiali di produzione, mercato del lavoro. • APPROCCIO NEOWEBERIANO: alla base delle differenze si trovano le risorse delle diverse classi che danno vita a possibilità all’interno degli scambi economici. Tali risorse variano in base alla distinzione di chi detiene i mezzi di produzione, ma anche per il possesso di di competenze e abilità (quattro classi: gruppi imprenditoriali, piccola borghesia, classe media e forza lavoro). • APPROCCIO NEODURHEIMIANO: Durkheim aveva predetto che il conflitto di classe sarebbe scemato per la nascita di organi burocratici che avrebbero posto delle norme e controllo sui conflitti. Alla base delle differenze si trova il processo di chiusura sociale e professionale da parte di certe classi e il fatto che si ritiene legittimo che chi detiene una posizione più Importante venga pagato di più o debba essere meglio qualificato. MA: Analisi relazionale tra classi centrata su dimensione culturale ed economica: Bourdieu; rifiuta gli schemi di classi, e nelle sue ricerche analizza che posizioni marginali, esperti e tecnici della produzione di cultura la stratificazione è multidimensionale ( rottura con i classici): CAPITALE: insieme di tutte le risorse che gli individui possono utilizzare a loro beneficio e affermare la loro appartenenza ad un gruppo o preferenza ad un altro; capitale economico, culturale, sociale, simbolico (saper parlare in un certo modo in diversi contesti) => le occupazioni non definiscono da soli la stratificazione HABITUS: orientamenti condivisi di chi ha vissuti gli stessi condizionamenti. È al contempo, “strutturata” poiché vengono trasferiti schemi culturali dalla famiglia e ambiente sociale, e “strutturante” poiché questi schemi orientano l’agire e pensieri. Spiega come il capitale culturale sia fortemente influenzato dal processo di socializzazione. Le classi in questo modo si affermano anche al di fuori del lavoro, esso genera distinzione insegnato per socializzazione, le persone vengono distinte e classificate per habitus. ASSI: stratificazione può avere tre dimensioni che sono tre continuum: volume di capitale totale tra le diversi classi (economico+culturale, es. al vertici i borghesi); composizione di capitale tra economico e culturale nella stessa classe ( es. capitale culturale elevato ed economico basso dei produttori artistici); traiettorie di mobilita ascendenti/discendenti dei gruppi nel tempo (mobilità sociale). 5 Le relazioni di genere assegnano a uomini e donne risorse, benefici, poteri e responsabilità diverse. DIFFERENZE E DISUGUAGLIANZE: Le disuguaglianze di genere si basano sui sistemi di distribuzione delle risorse materiali o simboliche e di aspettative differenti, si basano su: Differenze fisico-biologiche; base per strutture discriminazione per ruolo, professioni, attitudini Le differenze di generi sono culturalmente universali e sottintendono una dimensione gerarchica, strutturano le interazioni sociali e le rendono più facili => ordinamento del mondo sociale, se è violata cambiano le normative di base “normale” (es. pensare e basare le un’interazione sociale con una persona sul fatto che abbia un orientamento sessuale eterosessuale). Le differenze di genere e le aspettative dei comportamenti appropriati sono anche incentivate dalle agenzie di socializzazione che portano ai concetti di “mascolinità tossica” e “femminilità stereotipata”, secondo cui i maschi devono avere posizioni di potere, virilità, aggressività e le femmine devono svolgere i compiti di cura e accudimento. FUTURI PROSSIMI: in quest’epoca si sta assistendo ad un avvicinamento dei corsi di vita di donne e uomini nelle generazioni più giovani, i millennials (aumento del lavoro e scolarizzazione femminile, crescente possibilità per le donne di costruirsi un’identità anche senza l’esperienza della maternità. Le caratteristiche dei millennials che hanno portato a questo cambiamento, che però non è totalmente definitivo, sono: elevate competenze digitali e usano la rete per creare consapevolezza; più aperti al cambiamento; approccio educativo ricevuto diverso da quello delle generazioni precedenti, più liberale. In questo terreno è il mutamento sociale culturale in atto => non c’è mutamento strutturale (sovrastrutturale, dato che è culturale) ANALISI DELLE DISUGUAGLIANZE DI GENERE cap. 9 Quanto su dimensioni strutturali esiste una questione di genere: - SEGREGAZIONE EDUCATIVA ORIZZONTALE (diversità nel tipo di corso di studi => le donne sono portate a seguire più facoltà umanistiche) e VERTICALE (in passato le donne accedevano meno agli studi) - SEGREGAZIONE ORIZZONTALE OCCUPAZIONALE; alcuni settori lavorativi sono femminilizzati sulla base di stereotipi e pregiudizi di genere secondo cui donne e uomini sarebbero più idonei ad alcune mansioni ( es. maestra/o) - SEGREGAZIONE VERTICALE OCCUPAZIONALE; alle donne viene bloccata l’ascesa ai livelli più alti all’interno di un’organizzazione, “soffitto di cristallo”, poiché vengono selezionati per ricoprire ruoli di potere di più gli uomini a causa di criteri di stereotipi. 6 Nei settori in cui gli uomini rappresentano la maggioranza si osserva una discriminazione statistica, dove le donne hanno meno opportunità di carriera, dato che si pensa che gli uomini possono dare più disponibilità e fare più ore . - SFERA LAVORATIVA E FAMILIARE; Tassi di partecipazione femminile al mercato del lavoro sono più bassi anche perché le donne con un lavoro retribuito devono anche fare fronte alle cure della casa e della famiglia, avendo così un “doppio impiego”. L’idea delle due sfere separate ha rinforzato il modello del male-breadwinner, secondo cui l’uomo di famiglia è responsabile del mantenimento economico della famiglia per cui la moglie deve rimanere a casa ad accudire la casa e i figli. Un altro processo che sottolinea le disuguaglianze in ambito lavorativo è il gender-wage gap, secondo cui le donne guadagnerebbero di meno degli uomini perché sono portate a scegliere lavori che pagano poco, ma che in cambio consentono di seguire gli impegni familiari. =>cambiamento culturale, ma non strutturale DISUGUAGLIANZE NEL TEMPO cap. 8 ETÀ=> dato biologico ma anche STATUS ASCRITTO, con conseguenti ruoli, norme (aspettative, cosa si può o non fare ad una determinata età) COORTE => aggregato di individui nati nello stesso anno, attraversano gli stessi episodi storici alla stessa età GENERAZIONE=> una coorte diventa generazione quando fa esperienza degli stessi eventi, che producono una discontinuità rispetto alle coorti precedenti (“ noi siamo quelli del ‘68”) CORSO DI VITA=> la continuità tra le esperienze che fa un individuo nel corso della sua vita, vengono scandite in fasi differenti caratterizzate da ruoli ed aspettative. Le esperienze vengono cumulate in una traiettoria individuale e collettiva => micro e macro si incrociano. Per studiare come i percorsi individuali si intrecciassero con processi più macro, si è utilizzato lo studio della TRANSIZIONE ALLA VITA ADULTA: fino agli anni ’80 l’ingresso alla vita adulta era scandito da 5 tappe (uscita da scuola e da casa dei genitori, ingresso nel lavoro, costruzione di una famiglia e nascita di un figlio. A partire dagli anni ’80 c’è stato il superamento di questo modello, poiché si analizzarono tre fenomeni che dimostrassero che il modello precedente non fosse più generalizzabile: posticipazione dell’età per la transizione; desincronizzazione tra asse professionale e famigliare; allungamento della transizione completa. => in più la nascita di una fluidità e reversibilità dei percorsi e scelte possibili. COME STUDIARE LA TRANSITORIETÀ NEL TEMPO: • Transition studies, modalità multidirezionali delle transizioni, studiare interazione tra dimensioni in chiave micro (scelte personali) e fattori in macro (fattori socioeconomici, istituzioni). 7 • Studi longitudinali e internazionali, si studiano nei diversi paesi i ruoli individuali che cambiano nel tempo in relazione ai diversi contesti storico-culturali. PERCHÉ STUDIARE LA TRANSITORIETÀ NEL TEMPO: • Valutare i cambiamenti all’interno delle vite delle persone per vedere i cambiamenti nella società, poiché sono connesse. • Analizzare lo sviluppo del corso di vita in reflazione a fattori micro e macro. • Considerare i corsi di vita come strumenti riparatori per le disuguaglianze sociali. DISUGUAGLIANZE NELLA VECCHIAIA: Con l’aumento del numero degli anziani cambia l’aspettativa nei confronto dei ruoli degli anziani. Se prima essere anziani significava uscire dai ruoli lavorativi, pensionamento, e restringimento da tutti i ruoli, anche in ambito sociale, culturale e relazionale, in cui devono passare una fase di disperazione aspettando la morte. Poi si passa ad una aspettativa per cui si vede l’anziano come persona che ha gli stessi bisogni di una persona adulta per cui deve mantenersi attivo. Si parla di culture dell’invecchiare per definire gli studi che si concentra di analizzare come le differenti modalità culturali interagiscono con fattori genetici, sociali, economici ed istituzionali per affrontare l’invecchiamento e diminuire le disuguaglianze. INTERSEZIONALITA’: Le disuguaglianze sulla base dell’età, sono il risultato di dimensioni strutturali (macro), ma anche le stesse azioni degli individui. Si parla del carattere di intersezionalita’ delle disuguaglianze prodotto dell’interazione di fattori diversi che incidono sulle opportunità e sulle scelte degli individui, che penalizza i giovani e anziani. LAVORO E DISUGUAGLIANZE cap. 6 Una persona appartiene ad una determinata classe sociale per soprattutto la posizione occupazionale che comporta ad un reddito differente e di seguito a permettersi risorse materiali e simboliche diseguali=> tutto ciò, definiscono la loro classe sociale di appartenenza. Il lavoro oltre a posizionare un individuo in una classe sociale, dà agli individui: - Possibilità di MOBILITÀ SOCIALE assoluta e relativa (nella società postmoderna la mobilità sociale tra generazioni è più intensa) - Disuguaglianze di REDDITO, poiché esso è collegato alla posizione occupazionale, alcuni individui vengono definiti “working poor” per i quali il reddito non è sufficiente per uscire dalla condizione di povertà. - Possibilità di capitale sociale e quindi NETWORK SOCIALI - Il lavoro incide sul CONTESTO SOCIO-ECONOMICO, essi vive in un territorio in cui c’è uno sviluppo occupazionale allora si avrà migliore condizioni di vita. Nel mercato del lavoro si originano dei rischi diseguali: 10 • Esistono disuguaglianze tra le società: svantaggio tra il paese che perderà una forza lavoro, e quello che lo acquisterà (sud che perde giovani che si traferiscono al nord) • Legato a differenze nelle società di arrivo che diventano disuguaglianze: processi di integrazione e accoglienza possono essere svantaggianti ed differenti secondo il proprio background migratorio. I migranti hanno meno opportunità di partecipare alla vita sociale, economica e lavorativa dei nativi, cupa do una posizione marginale. MIGRAZIONE E DISUGUAGLIANZE: Parsons fa distinzione tra caratteristiche Ascritte (per nascita, età, coorte di nascita, BACKGROUND MIGRATORIO; senza sforzo individuale) e caratteristiche Acquisiti ( istruzione, occupazione, posizione nella stratificazione; per volontà e impegno individuale), nelle società moderne è più importante quelle acquisite. Essere un migrante in un paese, ha connessioni con caratteristiche ascritte (dove si è nati), e anche acquisite (decide di migrare con poche risorse economiche in un altro paese). Portare a termine un percorso migratorio è Quindi una caratteristica acquisita, ma poi nel paese di migrazione esiste comunque un’ influenza di quelle ascritte, che possono portare delle differenze su base di diversità etniche e razziali. È immigrato chi ha diversità etniche ( appartenenza a un gruppo sulla base di somiglianze culturali) o razziali (appartenenze ad un gruppo sulla base di somiglianze biologiche) => usato come strumento di dominio tra popolazioni e usate come criterio di classificazione da parte dei nativi e dagli immigrati stessi. => Queste diversità danno vita alle DISUGUAGLIANZE ETNICHE quando le persone sono soggette ad una classificazione e valutazione da parte di appartenenti a gruppi diversi. La categoria di “immigrato” è una costruzione sociale, per cui differenze fisiologiche/culturali/ di diritti fanno di una persona appartenente a tale categoria ed ad una conseguente accesso limitato alle opportunità e risorse offerte dal paese di arrivo. Esiste possibilità che un individuo possa avere sia dei tratti “razziali”, tratti biologici, ma appartiene all’ ”etnia” della cultura del paese in cui si trova => tipico delle persone di seconda generazione. Il background migratorio, e i suoi conseguenti svantaggi, discriminazioni e status, vengono ereditati anche dai figli che vengono considerati di seconda generazione DIFFERENZE CHE DIVENTANO DISEGUAGLIANZE: Diversità si trasformano in disuguaglianze che amplificano dei processi di interazione nella convivenza interetnica (nativi nei confronti dei migranti): • Pregiudizio: formulazione di giudizi su membri di un gruppo etnico, che producono atteggiamenti negativi come la tendenza alla categorizzazione, per mantenere i privilegi del gruppo di appartenenza e sfavorire gli altri. Essi danno vita a; • Discriminazione: comportamenti conseguenti ai pregiudizi a volte diretti, a volte non consapevoli (es. lavorare nelle festività). • Razzismo: ideologia che gerarchizza gruppi umani sulla base di possessi di tratti razziali o culturali/ etniche, si tende a considerare un gruppo superiore uno inferiore. 11 Questi processi dovuti alle disuguaglianze si sommano a dei FATTORI DI RISCHIO PER I MIGRANTI: • Esperienza di processo migratorio faticoso recente. • Difficoltà dei neo-arrivati di integrazione ( imparare processi/regole…) • Barriere linguistiche, comunicative e informative (come comunicare con gli immigrati). • Status giuridico di “irregolare”, si hanno dei diritti sospesi per un periodo temporaneo. • Capitale umano non riconosciuto (titoli di studio non vengono riconosciuti, lavori non in linea con il titolo di studio) • Capitale sociale prevalentemente legato all’etnia: (es. Little Italy o China Town) può essere una risorsa, avere dei connazionali nel paese in cui si migra dove non si conoscono ancora le regole, e un vincolo, limita ad accedere ad altri network sociali. Questi fattori di rischio si mescolano con altri svantaggi dovuti ad altre disuguaglianze, come il genere (es. donna nera di basso status socio-economico in Italia) =>INTERSEZIONALITA’, approccio con cui si studiano le disuguaglianze dei migranti (si combinano genere e background migratorio) SVANTAGGIO DEGLI IMMIGRATI TRA FORMAZIONE E LAVORO: Questi due campi sociali sono significativi nei processi di integrazione degli immigrati e le disuguaglianze etniche. • Istruzione: l’etnia, insieme a genere e status socioeconomico, una fonte principale di disuguaglianza educativa. Gli immigrati durante il percorso di studi vedono: maggiori ostacoli nell’ accedere all’istruzione, maggiori rischi di trattamenti discriminatori, frequentare studi di minore qualità, abbandono precoce, difficoltà linguistiche. • Lavoro: Gli immigrati rispondono a domande di lavoro che i nativi non intendono più svolgere, poiché sono lavori pesanti, precari, poco tutelati, a basso reddito, orari di lavoro più lunghi, lavori in nero, soprattutto nelle aree metropolitane. => esempio il lavoro delle colf o badanti (solitamente donne dell’est Europa) che possono intrappolare anche in stereotipi, oppure il fenomeno dei riders che lavorano per multinazionali, si trattano di lavori stancanti con poche tutele sulla sicurezza, e hanno poche possibilità di mobilità occupazionale orizzontale. Gli immigrati rispondono anche a lavori stagionali, in particolare nell’agricoltura, in paesi del nord e del sud dell’Italia. È il caso dei “braccianti” i quali sono esposti allo sfruttamento e a poche tutele DILEMMA MULTICULTURALE: FUNZIONE SPECCHIO degli immigrati: gli immigrati mostrano questo fenomeno che mette in evidenza i problemi strutturali del funzionamento della società di accoglienza (welfare, istruzione, mercato del lavoro)=> Mettono in evidenza gli SVANTAGGI SOCIALI. Per fare 12 fronte alle disuguaglianze si sono create tre logiche di modelli di integrazione, che hanno alla base tre elementi (diritto all’uguaglianza; riconoscimento delle diversità; interazione positiva tra appartenenti a culture diverse): 1. Paradigma dell’uguaglianza: garantire uguaglianza a prescindere dell’etnia e religione (es. integrazione linguistica nel paese di arrivo). Si chiede di uniformarsi alla cultura dominante. (Es. Francia) 2. Paradigma multiculturalista: riconosce l’esistenza di pluralità di culture/ lingue e si promuove le espressione delle diverse minoranze, si basa sulla tolleranza fra gruppi diversi (es. Alto Adige) 3. Paradigma della diversità: promuovere le interazione tra diverse etnie e promuove la costruzione di significati condivisi. => rafforza la coesione sociale. IN CONCLUSIONE: Il background migratore ha una natura di risorsa ambivalente: da una parte limita i progetti di vita, ma dall’altra offre la capacità di adattarsi in un ambiente multietnico. => L’immigrazione non porta solo a insuccessi, ma anche a dei successi; ci sono ricerche che mostrano come le seconde generazioni di immigrati hanno livelli più alti di istruzione, linguaggio del paese di immigrazione più elevato e anche di integrazione a differenza dei genitori. DISUGUAGLIANZE DIGITALI Cap. 11 RIVOLUZIONE DIGITALE: i cellulari si diffondono tra i giovani a metà degli anni ’90, grande cambiamento per la società e ricerca => si creano nuovi contesti di relazione (spazi di mercato, potere, inclusione/ esclusione). La nascita dei media digitali hanno trasformato la forma della società in cui le relazioni sociali si basano su interazioni digitali (network society), ciò porta alla nascita di nuovi tipi di disuguaglianze. DIGITAL DIVIDE: fenomeno che significa le disuguaglianze nelle possibilità di accesso a internet, alle tecnologie e alle sue comunicazioni e informazioni. Ci sono tre livelli di uso delle tecnologie: 1) Accesso alla rete, alcune aree territoriali o minoranze non possono accedere alla rete perché non la posseggono, es. anziani, aree del mondo poco sviluppate. 2) Competenze e capacità di utilizzare le potenzialità informative, di comunicazione della rete. 3) Uso consapevole della rete per miglioramento del proprio benessere sociale, saper usare gli strumenti digitali per trovare lavoro/ pianificare un viaggio/ acquisti di beni. => creazione di un CAPITALE DIGITALE, competenze che permettono all’individuo di sfruttare la rete a proprio vantaggio (per conoscere, e far conoscere), esso porta nella realtà informazioni che interagiscono con gli altri tipi di capitali. DIGITALE E DISUGUAGLIANZE: due scenari ipotetici su influenza dell’uso dei media digitali sulle disuguaglianze: 15 Da vita alla visione CREDENZIALISMO: la competizione nel lavoro nasce dal fatto che si vuole arrivare ad una posizione lavorativa di alto prestigio per migliorare le condizioni di vita, sulla base di una visione che vede nei tutoli di studio lo strumento per arrivare a quelle posizioni che sono limitate. Ciò porta a => INFLAZIONE DELLE CREDENZIALI EDUCATIVE, perdita di valore che hanno le credenziali educative: se ce l’hanno più persone, perché non viene più visto come qualcosa che diversifica. => stratificazione verticale (per arrivare ad alti livelli c’è La domanda di cose titoli di studio più specifici) Stratificazione orizzontale: stratificazioni interne ai sistemi scolastici, dopo l’istruzione comune (fino alle medie), gli indirizzi diventano più diversi per specializzazioni, forte segregazione della partecipazioni a diversi percorsi su basi ascritte (es. genere femminile poco in istituti tecnici, migranti in professionali). Si crea ancora più intensamente disuguaglianze quando la scelta tra differenti indirizzi viene fatta precocemente (13 anni alle medie). ALTRE VISIONI DELL’EDUCAZIONE: • STAMPO NEO-MARXISTA (Bowles e Gintis): L’istruzione è una struttura gerarchica, che riconosce quelli più meritevoli e chi no, che anticipa quella del mondo del lavoro, la scuola socializza a quelli che saranno dominati e chi dominato, chi studierà e farà carriera, e chi avrà un’istruzione bassa con una posizione occupazionale bassa. • STAMPO INDIVIDUALISMO METODOLOGICO (Boudon): Le scelte di istruzione sono azioni razionali sulla base di preferenze, criteri e informazioni diseguali. (Es. Scegliere di non continuare gli studi da parti di un figlio appartenente ad una classe a cui mancano le risorse, e invece che investire negli studi deve andare a lavorare). • STAMPO SU BASE DEL CAPITALE CULTURALE (Bourdieu) (Bernstein): Bourdieu ha studiato come ill capitale culturale di una persona dovuto alla propria origine sociale è la chiave di accesso a determinati livelli di istruzione, soprattutto università, attraverso tre processi=> Selezione degli studenti che hanno più probabilità di entrare in università, aumenta se si appartiene ad una classe d’origine alta; Eliminazione precoce dal percorso scolastico di, solitamente, studenti delle classi umili, che sono più soggetti a bocciature e abbandoni; Segregazione sulla base degli stereotipi, che indirizzano gli studenti delle classi inferiori verso percorsi scolastici più brevi, per consigli di insegnanti o genitori. Le famiglie di origine con il loro capitale culturale sono responsabili anche dei valori impliciti ed espliciti che trasmettono ai propri figli, esso è chiamato da Bourdieu “ethos di classe”, che influenza la durata e la scelta del percorso di studi. L’influenza del capitale culturale dell’origine sociale sul percorso educativo è visibile anche negli studi di Bernstein sui codici linguistici, dove individua un linguaggio basato su “codice ristretto” delle classi basse, pieno di gergo informale e presuppone che molte conoscenze sono data per scontate da parte dell’interlocutore, e un linguaggio basato su “codice elaborato” delle classi medio/alto, più ricco ed elaborato. Bernstein ha notato come il codice elaborato è lo stesso che viene utilizzato a scuola, calcando le disuguaglianze tra le diverse origini sociali per quanto riguarda la meritocrazia e l’approccio neutro verso le origini sociali degli studenti. 16