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Riassunto "Lo sviluppo è libertà" - A. Sen, Sintesi del corso di Diritti Umani

Riassunto completo del libro "Lo sviluppo è libertà. Perché non c'è crescita senza democrazia" di Amartya Sen

Tipologia: Sintesi del corso

2018/2019
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Caricato il 27/01/2019

Benni2005
Benni2005 🇮🇹

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Scarica Riassunto "Lo sviluppo è libertà" - A. Sen e più Sintesi del corso in PDF di Diritti Umani solo su Docsity! LO SVILUPPO E’ LIBERTA’ – A. SEN Amartya Sen (1933) è un economista e filosofo indiano, premio Nobel per l’Economia nel 1998. In questo libro, Sen pone espone il suo approccio allo sviluppo inteso come processo delle libertà sostanziali godute dagli esseri umani; in questo senso, “lo sviluppo richiede che siano eliminate le principali fonti di illibertà: la miseria come la tirannia, la disattenzione verso i servizi pubblici come l’intolleranza o l’autoritarismo di uno stato repressivo”. Sen fonde quindi principi economici a principi sociali. La libertà, intesa come libertà effettiva di poter scegliere una vita a cui si dia valore, è il criterio in base al quale valutare gli assetti politico sociali e orientale le politiche pubbliche. Sen adotta quindi un approccio individualista, criticando il filone utilitarista e neoclassico, avvicinandolo al filone dei “liberals”. Gli approcci utilitaristi e neoclassici vengono criticati da Sen poiché mettono al centro del loro pensiero la libertà economica: essi affermano che il benessere di una persona sia direttamente proporzionale all’ammontare del suo PIL, concetto che sen rigetta in parte, vedendolo come piuttosto semplicistico. Amartya Sen articola il suo pensiero a partire dalla necessità di garantire una giustizia globale, che tuteli i diritti indipendentemente dai confini o dalle appartenenze nazionali: bisogna, perciò, giungere alla definizione di un diritto costituzionale mondiale e di istituzioni che tutelino questi diritti, racchiusi in una carta dei diritti che riguardi tutti i cittadini del mondo. Secondo questa teoria dello sviluppo, un ruolo fondamentale viene giocato dalle istituzioni: i servizi sociali statali, se funzionanti, incrementeranno le libertà dei propri cittadini. Negli stati in cui assistenza sanitaria ed educazione sono garantini, le persone avranno molte più possibilità di aumentare le proprie capabilities. FUNZIONAMENTI E CAPABILITIES sono i fondamenti della teoria sulla libertà di Sen: i funzionamenti riguardano ciò che una persona può desiderare di fare o di essere. Questi funzionamenti a cui va riconosciuto un valore possono essere elementari (essere nutriti a sufficienza/ non soffrire di malattie evitabili) ad attività o condizioni personali molto complesse, come l’essere in grado di prender parte alla vita della comunità o avere rispetto per se stessi. La capacitazione di una persona non è che l’insieme delle combinazioni alternative di funzionamenti che essa è in grado di realizzare. E’ dunque una sorta di libertà: la libertà sostanziale di realizzare più combinazioni alternative di funzionamenti. Da questo si evince che le libertà non sono solo il fine ultimo dello sviluppo, ma anche i mezzi con i quali attuarlo. CRITICA/PROBLEMATICA: come valutare i funzionamentiche contano davvero per ogni uomo per poterli tutelare e garantire all’unanimità? Bisogna anche tener conto delle differenze intrinseche che caratterizzano il genere umano. Per certi popoli esistono dei valori e delle priorità che possono risultare perfino ridicoli per altri. Per arginare questo problema, bisogna tener conto non delle differenze tra le persone ma delle cose che invece le accomunano. Tutte le società, per quanto diverse, hanno usi e costumi (e soprattutto valori) condivisi. Amartya Sen è persuaso, infatti, dell’impossibilità di inglobare la popolazione mondiale in civiltà, in quanto l’identità di ciascuno è formata da affiliazioni molteplici: la stessa persona può essere di origini maltesi, ascendenza indiana, cittadinaza francese ecc. Parlare di civiltà è frutto di una visione limitata, che mira a inquadrare le varie nazionalità nelle categorie occidentali e che cercando di imporre un’identità unica, conflittuale e predefinita rischia di giustificare la brutalità e la violenza conducendo ad uno scontro tra civiltà, che Amartya Sen ritiene evitabile se si garantiscono a tutti uguali diritti. Ma come sono da intendersi tali diritti? Nel momento in cui solo il 20% della popolazione mondiale ha accesso alle risorse del paese, bisogna in primis garantire la possibilità di accesso alle risorse che mettono gli individui in condizioni di esercitare la libera scelta. Per risorse si intenda tutto ciò che consenta lo sviluppo della vita: disponibilità di acqua, sanità, istruzione, lavoro, libertà di parola, diritti politici. È, questa, l’etica delle capacità: sviluppo significa promuovere l’insieme delle capacità umane che consentono di esercitare effettivamente la libertà. L’obiettivo dello sviluppo permette di superare la contrapposizione tra libertà negative e libertà positive, perché ognuna è necessaria e complementare: ad esempio, la mancanza di una libertà positiva di accesso all’istruzione intacca la libertà negativa, in quanto conduce l’uomo ad una condizione di asservimento. Sen critica, così, tanto il comunismo quanto il liberismo: il primo finisce con il sacrificare la libertà individuale, il secondo, intendendo la libertà come la libertà di impresa che prevale sul resto, intende la libertà positiva un freno. La vera libertà, argomenta Sen, è la libertà dal bisogno. CORRELAZIONE TRA ISTITUZIONI AUTORITARIE, NEGAZIONE DI DIRITTI FONDAMENTALI E SVILUPPO ECONOMICO = FALSO. I REGIMI DEMOCRATICI DEVONO ESSERE ELETTI E DEVONO MANTENERE IL CONSENSO, PER QUESTO TENDONO A RISOLVERE PIU’ FACILMENTE LE PROBLEMATICHE CHE ATTANAGLIANO LA POPOLAZIONE. Sistemi valutativi e capacitazioni: l’autore non misura il benessere di una persona solamente in relazione al suo reddito, nonostante riconosca la correlazione vigente tra povertà e deprivation of capabilities. Il ruolo di reddito e ricchezza va integrato ad altri concetti . La povertà va intesa come privazione delle capabilities, e non soltanto come scarsità di reddito. CAPITOLO 2: FINI E MEZZI DELLO SVILUPPO In questo capitolo si parte dall’idea di base che la promozione della libertà umana è sia l’oggetto principale, sia il mezzo primario dello sviluppo. Le capacitazioni individuali dipendono fortemente dagli assetti economici, sociali e politici. Nel creare un assetto istituzionale adeguato si deve tener conto dei ruoli strumentali di tipi diversi di libertà, che vanno ben oltre l’importnaza fondamentale della libertà complessiva degli individui. Per ruoli strumentali di tipi diversi di libertà si intendono varie componenti interconnesse tra di loro, come le infrastrutture economiche, le libertà politiche le occasioni sociali etc. Le libertà strumentali sono quindi quelle che contribuiscono direttamente alla libertà generale degli individui. A queste libertà multiple e interconnesse corrisponde la necessità di creare e tenere in vita una molteplicità di istituzioni che le tutelino ( sistemi democratici, meccanismi Sen sostiene invece che l’intensità del bisogno economico rende ancor più urgenti le libertà politiche: quest’ultime hanno infatti sia importanza diretta (per una condizione umana che comprenda le capacitazioni di base, come la partecipazione politica e sociale) sia importanza strumentale ( per rendere più facile esprire e portare all’attenzione dei politici le proprie richieste). 6. CARESTIE E ALTRE CRISI L’economista indiano è stato il primo a notare che la riduzione della disponibilità pro capite di cibo non spiegava in modo soddisfacente le ondate di carestia in un'economia di scambio e poteva essere smentita dai dati empirici. Osservando che praticamente in ogni carestia nota sono stati decimati solo alcuni gruppi occupazionali (salariati agricoli, pescatori, artigiani e barbieri in Bangladesh; servi agricoli e pastori in Etiopia), Sen ha puntato l'attenzione su ciò che ha chiamato “titoli di scambio”, cioè le opportunità dell’individuo di scambiare altre merci con cibo. Il cosiddetto “Entitlement approach” ideato da Sen muove di fatti dalla considerazione che ogni individuo può procurarsi un “paniere di beni” di dimensione dipendente dalle risorse a sua disposizione (abilità, cultura, forza-lavoro, terra, altri assets materiali o immateriali..), le quali possono appunto essere “convertite” in derrate alimentari attraverso i meccanismi di mercato. Un repentino aumento nel prezzo di determinate vettovaglie, così come una caduta nel valore delle risorse a disposizione, possono dunque avere un effetto rilevante sulle possibilità di consumo degli individui. Si pensi, ad esempio, all’impatto che un’ epidemia diffusasi fra il bestiame può avere sul benessere di una comunità dedita principalmente alla pastorizia. Sen afferma che, in uno stato caratterizzato da istituzioni democratiche, sia nelle facoltà e nell’interesse di chi detiene il potere governativo evitare che i più poveri soffrano la fame. Di fatti, in presenza di efficaci meccanismi di rappresentanza popolare -fra cui libertà di opinione ed espressione, stampa non censurata e rappresentanti eletti a suffragio diretto- non solo vi è maggiore consapevolezza pubblica delle eventuali difficoltà sofferte da determinate fasce della popolazione, ma attraverso il meccanismo elettorale possono essere “puniti”, tramite mancata rielezione, i politici responsabili (diretti od indiretti) di tali sofferenze. 7. RUOLO ATTIVO DELLE DONNE E MUTAMENTO SOCIALE ASIMMETRIA TRA I SESSI Per quanto riguarda il benessere femminile, uno degli aspetti più importanti da considerare è il ruolo attivo in ambito politico e sociale. Aspetti come guadagnare autonomamente, avere un ruolo economico al di fuori della famiglia, alfabetizzazione e istruzione, diritti di proprietà e così via contribuiscono positivamente a rafforzare la voce e il ruolo attivo delle donne, dando loro indipendenza e potere (inteso come emancipazione sociale). La portata del ruolo attivo delle donne viene correlata a due fenomeni molto importanti: la riduzione del tasso di fertilità e del tasso di mortalità infantile. 8. POPOLAZIONE, ALIMENTAZIONE E LIBERTA’ Spesso l’entità del problema della sovrappopolazione viene esagerata, però esistono buone ragioni per cercare i mezzi con cui ridurre la fertilità nei PVS. L’approccio che sembra più adatto a questo scopo comporta uno stretto collegamento fra un intervento pubblico che promuova l’equità tra i sessi, la libertà delle donne e la responsabilizzazione delle famiglie. Sono invece scarsi i dati favorevoli alla tesi che la predilezione di politiche coercitive (come la politica del figlio unico in Cina) porti più rapidamente a ridurre la sovrappopolazione rispetto al raggiungimento di tale scopo tramite un cambiamento sociale volontario coadiuvato dallo sviluppo. Per non parlare del fatto che tali politiche comporterebbero una riduzione della libertà personale e decisionale, per non parlare dell’aumento comprovato della mortalità infantile. Per quanto riguarda la correlazione tra popolazione e alimentazione, Sen afferma che nonostante il continuo e sempre più veloce aumento della popolazione la produzione di cibo non sia in calo: quindi afferma che non si possa parlare di crisi alimentare. (va contro le teorie di Malthus secondo la quale l’aumento senza controllo della popolazione avrebbe superato la produzione alimentare, portando a una crisi alimentare). 9. CULTURA E DIRITTI UMANI Oggi il linguaggio dei diritti umani è ampiamente utilizzato, più che in qualunque altra epoca. Vi sono però delle critiche ai diritti umani: • problema della legittimità: in natura gli esseri umani nascono senza diritti, che gli vengono quindi conferiti dallo stato. Viene contenstata l’intrinsecità dei diritti, quindi la loro stessa legittimità. • problema della coerenza: il linguaggio dei diritti spesso non indica chi abbia il dovere di garantirne il rispetto. Però i diritti umani vengono intesi come qualcosa che andrebbe garantito a tutti, nonostante le differenze sociali, economiche etc. ovviamente, intesi in questo modo, i diritti potrebbero non sempre venir rispettati. L’importante è che le persone sappiano di essere legittimate a rivendicare dali diritti. • problema culturale: i diritti non possono essere considerati universalmente riconosciuti date le differenze che intercorrono tra i vari popoli. In questo ambito, Sen afferma che non bisogna guardare alla diversità tra le popolazioni, ma alle affinità e all’interdipendenza che li legano. Sen ha una concezione universalistica, poiché afferma che la libertà ha un valore supremo. 10. SCELTA SOCIALE E COMPORTAMENTO INDIVIDUALE L’idea di usare la ragione per concepire e promuovere società migliori e più accettabili era diffusa già ai tempi dell’antica grecia. Ma a tale scopo abbiamo bisogno di un impianto generale nel quale inserire i nostri giudizi di valori, istituzioni che promuovano tali valori e di norme di comportamento che ci permettano di ottenere ciò che vogliamo. 3 critiche a questa teoria: • eterogeneità di valori e preferenze, considerati quindi non universalizzati. • Ciò comporterebbe delle conseguenze non volute. • L’uomo è individualista e egoista, quindi è impossibile che si adegui a determinate norme/usi per il bene della collettività. Sen afferma che in realtà il dibattito corrente non dovrebbe concentrarsi sulla possibilità di una scelta sociale razionale, ma l’utilizzazione di una base informativa adeguata per i giudizi e le decisioni sociali. La politica dello stato ha un ruolo non solo in quanto mira a mettere in pratica le priorità derivanti da valori e principi sociali, ma anche in quanto facilita e garantisce una discussione pubblica più completa. 11. LA LIBERTA’ INDIVIDUALE COME IMPEGNO SOCIALE. Sen difende il suo approccio allo sviluppo inteso come processo di espansione delle libertà sostaziali godute dagli esseri umani, analizzando le implicazioni vigenti con la sfera politica, nonché per la comprensione di certi nessi economici, politici e sociali in generale. Esistono istituzioni sociali che contribuiscono al processo di sviluppo proprio in quanto stimolano e sorreggono le libertà individuali. CAPITALE UMANO E CAPACITAZIONE UMANA ( Con il termine capitale umano si intende l'insieme di conoscenze, competenze, abilità, emozioni, acquisite durante la vita da un individuo e finalizzate al raggiungimento di obiettivi sociali ed economici, singoli o collettivi. ) Entrambe le impostazioni sono attente soprattutto agli esseri umani, ma rivelano anche delle differenze: i lavori sul capitale umano mettono in primo piano il ruolo attivo degli individui nell’espansione delle possibilità produttive, mentre il punto di vista