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RIASSUNTO Manuale di letteratura italiana 2, da Tasso a Nievo, Sintesi del corso di Letteratura Italiana

Riassunto del manuale fino all'Epoca 9 compresa. Non presente Epoca 10 (Scapigliatura, Carducci, Pedagogia e borghesia, Verga, De Roberto, Verso la letteratura del Novecento)

Tipologia: Sintesi del corso

2022/2023
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Scarica RIASSUNTO Manuale di letteratura italiana 2, da Tasso a Nievo e più Sintesi del corso in PDF di Letteratura Italiana solo su Docsity! di 1 103 Epoca 6 — La fine del Rinascimento e il Barocco Introduzione 1. LA FINE DEL RINASCIMENTO • Varietà di esperienze -> non tutte ricollegabili alla decadenza e allo smarrirsi della forza di sperimentazione del primo Cinquecento • Simbolica conclusione del Rinascimento fissata al Concilio di Trento (1545-1563) -> fase finale etichettata come età del Manierismo • Età di Torquato Tasso -> funzione esemplare e chiarificatrice nell’interpretazione delle tensioni del suo tempo ➡ la Liberata, nata alla corte di Ferrara tra gli anni ’60 e ’70, è considerata a pieno titolo un capolavoro del Rinascimento —> straordinaria libertà con cui interpreta il rapporto con i modelli e con cui assume le leggi della Poetica di Aristotele. ➡ Seconda fase produttiva = peso dei condizionamenti esterni —> crisi delle corti italiane e preoccupazioni religiose (dialoghi filosofici e “Mondo creato”) • La sua morte (1595) può essere adottata, anche solo simbolicamente, come conclusione del Rinascimento 2. MARINO E LA STAGIONE DI PRIMO SEICENTO • Guarini, dopo la morte di Tasso, il punto di riferimento per una nuova generazione di poeti: • Marino -> caposcuola della sua generazione: capacità poetica all’insegna della novità di toni e metafore; temperamento aggressivo nelle polemiche; intuizione dei temi chiave di una cultura; imposizione dei suoi motivi prediletti, spesso alimentati dalla passione per le arti figurative • Magistero di Marino esercitato in Italia fino agli anni ’10, poi costretto a trasferirsi in Francia per la pressione dell’Inquisizione romana —> Adone (Parigi, 1623): poema simbolo del Barocco italiano ➡ Parabola mariniana: modello di una poesia a base mitologica, che si stacca in modo definitivo dal modello tarsiano e dall’epica regolare e approda alla formula di un “poema di pace” che intende allontanare le ombre e le tensioni di una stagione di guerre, civili e europee. • Non fa breccia in Italia —> dal 1627 finisce nell’Indice dei libri proibiti 3. PERCORSI INDIVIDUALI E CULTURA UFFICIALE • Altri intellettuali, oltre a Marino, si sono messi in contrasto con la cultura ufficiale: - Giordano Bruno —> dialoghi e Candelaio - Campanella —> sospeso tra profetismo e utopia - Galilei —> tramonto della dottrina aristotelico-tolemaica. Nella sua tensione a diffondere verità, traccia la strada della prosa moderna italiana, precisa, mobile, efficace. 1633: condanna = conclusione della prima stagione del Barocco di 2 103 • Tra satira e prudenza: - “Ragguagli di Parnaso” di Traiano Boccalini —> amministratore pontificio che maschera sotto la finzione delle discussioni avvenute al cospetto degli dei uno sguardo sulla situazione politica contemporanea e sui limiti e le arretratezze del mondo italiano. - Torquato Accetto —> libro con regole di condotta per una buona “dissimulazione onesta”, nascondimento dei pensieri sotto un’imperscrutabile prudenza 4. BAROCCO E ALTRO SEICENTO: STORIA, TEORIA E GEOGRAFIA • Accanto alla schiera dei “marinisti”, si fanno strade proposte più prudenti, caratterizzate da un’attenta selezione dei contenuti e da uno stile meno sperimentale e mirato alla ripresa dei classici -> Orazio e Pindaro - Maffeo Barberini (papa Urbano VIII) e il “classicismo barberiniano”, con: - Chiabrera (ormai vecchio), Fulvio Testi, Virginio Cesarini, Giovanni Ciampoli, in contrasto con - Claudio Achillini e la ricerca metaforica estrema - Alessandro Tassoni e la nascita del genere eroicomico • Cesura dal secondo quarto del secolo: tra Genova e Venezia (Accademia degli Incogniti) si formula il romanzo barocco, carico di intrighi e avventure; sperimentazioni poetiche: - Lubrano - Ciro di Pers - Emanuele Tesauro e il Cannochiale aristotelico Capitolo 1 — Torquato Tasso 1. UNA STRENUA FIDUCIA NEL VALORE DELLA POESIA • Crisi del secondo ‘500 -> inquietudini e incertezze rispetto ai paradigmi culturali stabiliti • Tutta la produzione di Tasso è caratterizzata da una strenua difesa del valore della parola letteraria nel più ampio sistema dei saperi, ma le soluzioni teoriche e pratiche che sceglie di adottare vanno divise in due fasi: 1. Letteratura che coinvolge ed educa i lettori attraverso la finzione. Destinatario: più ampio possibile, inclusivo 2. Letteratura eloquente, che ambisce a farsi espressione della verità filosofica. Destinatario: più elitario, esclusivo, presuppone notevole cultura filosofica e teologica 2. LA FORMAZIONE E LE PRIME OPERE • Nasce a Sorrento nel 1544, da padre poeta e cortigiano di professione -> durante l’infanzia perde la madre e inizia a viaggiare a seguito del padre (dichiarato ribelle dal 1552 e costretto a cercare ospitalità nelle varie corti) • Eventi che hanno influito molto sulla personalità di Tasso ma che gli hanno anche permesso di entrare in contatto con gli ambienti intellettualmente migliori della penisola: Roma, Bergamo, Urbino, Venezia, Padova, Bologna • Frequenta l’università tra Padova e Bologna —> studio attento e puntuale del pensiero di Aristotele di 5 103 • Ambientazione: NO un indistinto mondo pastorale, ma boschi non lontani da Ferrara • 5 atti, tutti chiusi da un coro. • Si narra la storia della ninfa Silvia, pronta a difendere la sua verginità, e del pastore Aminta, innamorato e disperato per l’atteggiamento della giovane. Altri personaggi: Tirsi, risoluto consigliere di Aminta, specchio di Tasso; Dafne, saggia tutrice di Silvia. • La vicenda narrata, intessuta di riferimenti alle figure della corte estense, è una raffinata riscrittura della storia d’amore tra Piramo e Tisbe (Metamorfosi ovidiane). NO finale luttuoso: sull’orlo della tragedia in cui entrambi i protagonisti stanno per togliersi la vita, si viene a sapere che Aminta è ancora vivo e allora Silvia cede al suo corteggiamento -> matrimonio • Il vero centro dell’opera sta proprio nell’intreccio dei due generi, tragedia e commedia. • IL RICHIAMO ALL’ETÀ DELL’ORO: Il coro commenta da un punto di vista più universale ciò che accade sulla scena —> riferimento alla contrapposizione tra la natura edenica dei tempi remoti e la corruzione della condizione umana (regole dell’“onor” = censura della libera espressione). • Tensioni e conflitti che disegnano questo percorso di formazione sentimentale sia come un approdo al mondo adulto, sia come un doloroso apprendistato che lascia zone d’ombra irrisolte 4. GERUSALEMME LIBERATA: UN ‘CANTIERE’ DI LUNGA DURATA LA COMPOSIZIONE • 1559-60: primo abbozzo di 116 ottave, a Venezia, intitolato Gierusalemme. Poche notizie successive • 1566-67, Lettera a Ercole Rondinelli: dichiara di essere giunto al canto VI • 1575: poema compiuto, prima forma stabile -> «revisione romana»: Tasso voleva proporre il poema a un gruppo di letterati di stanza a Roma, coordinati da Scipione Gonzaga, per avere suggerimenti e critiche. Periodo di stasi per rivedere buona parte del poema. ➡ Lettere poetiche (stampate nell’87): Tasso difende le sue scelte teoriche, discute di alcune varianti narrative e si dedica alla riscrittura. • Principali obiezioni della revisione romana: contaminazione di forme antiche e moderne e commistione tra materia amorosa e argomenti bellici (-> commissione rigorosa inserita nel contesto della Controriforma) • Quando Tasso era ormai recluso nell’ospedale di Sant’Anna, il poema fu edito da stampatori e amici dell’autori. Versioni parziali: 1579-80; versioni integrali: 1581-1584 LA MATERIA DEL POEMA • 1565, indeciso sul soggetto: materia carolingia, materia bizantina o prima crociata? Tutte e tre queste materie erano già state trattate ma possedevano le caratteristiche individuate nei Discorsi • La scelta cade sulla prima crociata (-> in sintonia col periodo): permette a Tasso di interpretare un soggetto “illustre” e di ancorare il tema delle armi a quello dell’ideologia religiosa. • Fonti storiche: Massimo di Tiro • Sceglie di porre al centro del poema le ultime fasi della crociata. Il soggetto è calato in un campo di forze contrastanti —> la guerra tra bene e male si combatte su 3 livelli: di 6 103 a. nell’animo di ogni uomo b. tra gli eserciti cristiani e musulmani c. tra Dio e il male, tra Cielo e Inferno Esordio del poema - Riprende i primi versi dell’Eneide. Presenta i protagonisti della vicenda: l’esercito cristiano, mosso dalla fede per liberare il Santo Sepolcro, e il capitano Goffredo di Buglione - Percorso doloroso -> verbo soffrire - Eserciti musulmani, compositi e disuniti + forze demoniache + “nemici interiori” che albergano nell’animo dei cavalieri cristiani come tentazioni e cedimenti morali LA TRAMA Canti I-III —> vengono introdotti i protagonisti dei due campi. Determinante la scelta del capitano cristiano, Goffredo, eletto direttamente da Dio. Mentre l’esercito c. si avvicina, il re di Gerusalemme Aladino prepara il suo esercito e perseguita i cristiani della città. Incontra la resistenza di Sofronia, giovane cristiana disposta a morire sul rogo per la sua religione (la salverà Clorinda). Nel frattempo, Argante e Alete, ambasciatori provenienti dall’Egitto, avanzano a Goffredo una proposta di pace, respinta. Iniziano i primi scontri alle mura di Gerusalemme Canti IV-XIII —> sequenza posta sotto il segno delle forze del male. Controffensiva orchestrata da Plutone (la marca classica per designare Lucifero) contro Dio e il suo esercito. Il primo effetto del piano infernale è l’apparizione nel campo c. di Armida (IV-V): fascino e arte della parola sono le sue armi, così inventa una storia per allontanarli dalla missione. Seconda parte del piano è la sobillazione del principe norvegese Gernando, che sfida Rinaldo per una questione d’onore. Il duello termina con la morte di G. e Rinaldo viene allontanato (V). Tancredi (campione cristiano innamorato dell’eroina musulmana Clorinda) viene coinvolto in un duello con Argante (VI), ma durante la notte Tancredi decide di allontanarsi dal campo per seguire quella che pensa essere Clorinda: si tratta in realtà di Erminia, giovane musulmana innamorata di lui. Tancredi si perde e viene catturato da Armida. Svariate difficoltà per l’esercito cristiano si succedono tra i canti VIII e XIII: morte di Sveno (giovane principe che avrebbe aiutato i c.) per mano di Solimano; falsa notizia della morte di Rinaldo; Argillano scatena una rivolta contro Goffredo dopo averlo accusato per la morte di Rinaldo; torna Tancredi e Goffredo sferra un attacco alle mura, ma viene ferito; i preparativi per un nuovo attacco vengono vanificati da una missione notturna di Argante e Clorinda (poi involontariamente uccisa da Tancredi☹ ), i quali bruciano le due torri e, aiutati dal mago Ismeno, impediscono ai c. di rifornirsi di legname. Intervento di Dio: il culmine più drammatico del poema e il vero punto di svolta. Dal canto XIV —> missione condotta da Carlo e Ubaldo per riportare Rinaldo al campo: giungono al palazzo di Armida (XV) e riescono a convincere Rinaldo a riprendere il suo ruolo (XVI). Lenta preparazione per la battaglia finale con l’esercito egiziano: a Rinaldo vengono date una nuova armatura e la spada di Sveno; gli viene illustrata la sua discendenza futura, che porta sino alla famiglia Este. Canto XVIII-XX —> attacco della città: Tancredi sconfigge Argante e si fa curare da Erminia; Rinaldo si riconcilia con Armida e sconfigge l’esercito egiziano. Concluso lo scontro, Goffredo di 7 103 scioglie il voto che aveva spinto lui e i c. alla crociata, raccogliendosi in preghiera al Santo Sepolcro GLI IDEALI DEL POEMA • Unità narrativa + varietà e multiforme del reale —> all’unità del racconto di una sola impresa militare, guidata da un eroe principale, vengono contrapposti altri elementi per rendere dinamico e vario il poema: avventure dei singoli eroi, “errori” dei cavalieri, tema amoroso e meraviglioso • Nelle ottave proemiali il poeta dichiara la necessità di ricorrere alla finzione per attirare il pubblico —> Ispirazione data da una Musa celeste, in nome di una poesia di argomenti sacri, alla quale il poeta chiede perdono se ha dovuto mescidare il vero con “fregi”. • Rif. al De Rerum Natura di Lucrezio -> immagine del fanciullo che beve la medicina se la tazza è cosparsa con una sostanza dolce = la verità è “un succo amaro” che può essere interiorizzato solamente attraverso i “soavi licor”, le finzioni, la parte essenziale della poesia. • Attenta mediazione tra elementi classici (Omero, Virgilio) e elementi romanzeschi-> forze antagoniste al procedere della missione cristiana. • Complesso l’inserimento del tema amoroso —> l’amore è presente come forza negativa, è una pericolosa fonte di tentazioni che distrae i cavalieri. ➡ Il personaggio di Armida incarna l’ambiguità del tema passionale nel poema: padroneggia con glaciale sicurezza le armi della seduzione, ma resta affascinata dalla bellezza di Rinaldo, incapace di resistergli. La passione amorosa è trattata come una forza così potente da non essere controllabile nemmeno dalla figura che più di tutte ne fa un uso perverso -> sedotta e abbandonata ➡ Gioco di relazioni tra Tancredi e Clorinda e Erminia: triangolazione imperfetta, continua frustrazione del desiderio -> dà voce ai diversi registri del racconto amoroso: immagine di amore segnato da dubbi e incertezze • Il meraviglioso, la dimensione magica e sovrannaturale, è uno degli elementi piacevoli ed è legato alla religione cristiana ➡ Tutti i momenti di svolta del poema sono segnati da interventi soprannaturali. ➡ Selva di Saron • Goffredo —> incarnazione del paradigma etico alla luce del quale si giudicano gli altri campioni cristiani, “funzionario” di Dio a cui spetta il dovere di ricordare la valenza profondamente religiosa della guerra intrapresa. • Rinaldo —> nel corso del poema attraversa le fasi di una sorta di romanzo di formazione per divenire un perfetto cavaliere. • I due eroi diventano gli ideali campioni di un mondo cavalleresco radicalmente ripensato: i valori cavallereschi sono risemantizzati sulla falsariga dell’Etica aristotelica —> cavalleria come espressione di una civiltà e di una cultura moderne che si sforzano di capire il perimetro morale entro il quale deve agire l’uomo. LO STILE • Stile «magnifico» -> forma solenne che induce a scegliere soluzioni linguistiche e sintattiche non consuete, con l’intenzione di spiazzare sistematicamente il lettore. di 10 103 • Tasso non modifica il soggetto, agisce sulla struttura narrativa —> mosso dalle critiche della revisione romana, tutto ciò che pertiene all’eros viene o escluso (Tancredi-Erminia) o depotenziato (niente lieto fine per Armida + condanna: legata a una roccia e abbandonata) • Volontà di imitare l’Iliade: - ora 24 canti - il momento più tensivo viene spostato dal canto XIII al canto XIX, come nel poema omeric - ripresa puntuale delle fonti storiche - coppia Goffredo-Riccardo (=Rinaldo) riprende Agamennone-Achille - interventi divini più numerosi e più aderenti alle forme omeriche • Aggiunte teologicamente impegnative —> teologia negativa: Dio non è conoscibile se non attraverso la negazione. La vicenda narrata diventa sempre più astrattamente metafisica; al prezzo della godibilità del poema ambisce a far convergere nell’opera letteraria cultura retorica, piano sapienziale e teologico Giudicio sovra la «Gerusalemme» da lui medesimo riformata —> trattato, rimasto incompleto, nel quale il poeta ritorna sui principi essenziali del poema eroica (rapporto poesia-verità) + autocommento Le Rime ❤ • Idea di fondo: suddividere le rime in libri monograficamente dedicati a singoli temi (amoroso, encomiastico, spirituale) • Segna una rottura definitiva col Canzoniere petrarchesco • Autocommento —> una prosa in cui illustra la fitta rete di allusioni e riprese che sembra costituire il vero collante dei libri di rime. • Parzialmente realizzato: escono solo le Rime amorose (1591, Osanna, Mantova) e quelle encomiastiche (1593, Marchetti, Brescia) Il mondo creato (1607) e i poemetti sacri • Scritto tra la fine degli anni ’80 e il 1594, esce a stampa solo nel 1607 per le cure di Angelo Ingegneri • Soggetto: racconto della creazione del mondo —> basato sulla Genesi (A.T.) e sugli esameroni (= sei giorni), opere che utilizzavano ai fini della predicazione la narrazione della nascita del mondo per impartire ai fedeli i principi della religione [san Basilio e sant’Ambrogio per Tasso] • Poema in endecasillabi sciolti, articolato in 7 giornate -> lo SCOPO non è solo la semplice narrazione dei fatti, ma è la rivelazione e spiegazione della complessa multiformità del mondo. Si tratta di un’interpretazione della verità rivelata dai testi sacri. • STILE: procede per fitte ripetizioni, strutture polisindetiche e anafore, sembra voler mimare il gesto e la fatica della creazione e della sua comprensione. di 11 103 Capitolo 2 — Battista Guarini 1. L’ULTIMA CORONA ESTENSE • Vive la conclusione del Rinascimento ferrarese con la fine della signoria degli Este (1597) e la completa rottura della reciproca solidarietà nel rapporto fra il principe e il subordinato cortigiano/segretario. • Personalità orgogliosa e puntigliosa -> passa per varie corti. • Ricercatissimo autore di madrigali e rime per musica, scrittore di teatro, oratore, trattatista… • L’intera esperienza letteraria converge nel Pastor fido —> tragicommedia pastorale 2. L’ESORDIO LIRICO • Nasce a Ferrara nel 1538. Educato alle lettere dal prozio Alessandro, a servizio di Alfonso I e Ercole II; studia a Padova. Nel 1557 è professore di poetica e retorica a Ferrara. • 1564 -> si iscrive all’Accademia degli Eterei di PD con il nome di “Costante” -> amicizie • 36 testi per l’antologia delle Rime de gli academici Eterei (1567) segna il suo esordio pubblico - Testi 1-22: amore per la sorella del duca, Leonora d’Este - 23-26: encomio - 27-28 e 31-32: per gli amici dell’Accademia - 29-30 e 34: testi d’occasione - + Stanze composte per il Carnevale 1574 di Alfonso II • Loda l’unione di amore e onore, propone come modello la fedeltà ad un unico amante 3. IMPEGNI DIPLOMATICI E DISIMPEGNI LETTERARI (1567-1576) • 1567, a servizio di Alfonso II d’Este + 1569: cavaliere • Missioni diplomatiche vissute come un’immeritata schiavitù, contraria agli studi e dannosa per la sua economia familiare. • 1569-71 -> a Torino presso Emanuele Filiberto di Savoia per stringere un’alleanza antifiorentina • 1572 -> a Roma per l’elezione di Gregorio XIII -> orazione • 1574-76 -> 2 volte in Polonia per supportare la candidatura di Alfonso II a quel trono -> Discorso sopra le cose di Polonia (’74) • La sua carriera poetica è ostacolata anche dall’attività del segretario Giovan Battista Nicolucci, detto il Pigna, e dall’astro tassiano ancora fulgido. • Musica nova a cinque voci del musico Giulio Fiesco —> Guarini scrive 14 sonetti e 1 madrigale. La raccolta, dedicata a Lucrezia Bendidio (cognata) e a Leonora d’Este, non ha avuto successo, ma dimostra la precoce attenzione per la ricercata alleanza di poesia e musica 4. GLI ANNI OTTANTA: POETA DI CORTE • Quando muore il Pigna (1575) e Tasso viene incarcerato, Guarini ha campo libero e diviene poeta ufficiale di corte. di 12 103 • Pressante richiesta di testi da intonare in musica e da fare cantare nei concerti delle dame ferraresi: Lucrezia e Isabella Bendidio, Laura Peperara, Livia d’Arco, Tarquinia Molza e Anna Guarini, la figlia. Concerti diretti dall’organista Luzzasco Luzzaschi. ➡ 1582 Terzo libro dei madrigali a cinque voci + Lauro secco-> Guarini e Luzzaschi • Continua insofferenza per il servizio cortigiano ➡ Lettera al marchese Cornelio Bentivoglio —> svalutazione della poesia e dell’essere poeta determinata dalla volontà di differenziare la propria immagine da quella di Tasso e Pigna e di rimarcare la propria diversa condizione sociale 5. IL PASTOR FIDO (1580-1589) • Composto per lo più tra la fine del 1583 e il 1584 fra Padova e la Guarina, villa nel Polesine. Revisionata da Scipione Gonzaga e da Lionardo Salviati. • Tragicommedia pastorale in 5 atti —> nasce in competizione con l’Aminta e si pone come sintesi della pastorale scenica ferrarese: riprende personaggi, topoi narrativi e spettacolari rendendo però ogni dettaglio necessario all’intreccio, costruito con assoluto rigore geometrico. • VICENDA Il “pastor fido” è Mirtillo, innamorato della ninfa Amarilli. Mirtillo offre la sua vita per quella di Amarilli, incolpevole ma condannata a morte per adulterio perché, promessa in sposa a Silvio, è stata sorpresa con Mirtillo in una grotta. Al momento del sacrificio, Mirtillo viene riconosciuto come un discendente di Ercole, dunque può sposare Amarilli, discendente di Pan -> Solo il matrimonio di due discendenti di stirpe divina avrebbe posto fine all’annuale sacrificio di una fanciulla a Diana, imposto in riparazione della morte del pastore Aminta… • L’Arcadia dei personaggi guariniani è un luogo corrotto da un peccato originale che ha contagiato tutta la società pastorale —> l’onore lodato da Guarini è il senso profondo della propria dignità, la legge della libertà. Da un amore sensuale e furtivo, attraverso l’ascesi dell’onore e il sacrificio di sé, Mirtillo giunge al matrimonio. VEDI PAG 61-62 per brano AMARILLI 6. LA POLEMICA SUL PASTOR FIDO (1586-1602) • Oggetto di polemiche ancor prima di essere pubblicato - Giasone de Nores, professore di retorica a Padova, scrive un Discorso in cui nega lo statuto di genere regolare alla favola pastorale (inverosimile e indebita trasposizione scenica dell’ecloga) e alla tragicommedia (mix di generi e elementi diversi) - RISPOSTA DI GUARINI —> Il Verrato (1588), dal nome dell’attore Battista Verato - RISPOSTA DI DE NORES —> Apologia (1590) - RISPSTA DI G —> Il Verrato secondo (1592-93) • Le ragioni di difesa sono poi riassunte nel Compendio della poesia tragicomica (1601) e nelle Annotazioni anonime che accompagnano l’opera —> Ed. Ciotti, Venezia 1602, le Annotazioni sono complete di fonti, soluzioni sceniche, obiettivi ideologici. • Obiettivo degli scritti teorici: legittimare, sulla base della Poetica di Aristotele, la prassi del terzo genere, l’irregolare pastorale scenica —> la mistione di comico e tragico di 15 103 scombinati e ricomposti, tentando di emulare i meccanismi e la potenza della materia animata in perenne divenire —> combinatoria fantastica in cui imprescindibile è il valore conoscitivo delle immagini mnemoniche - Attraverso statue mnemoniche, il filosofo può creare gallerie di immagini metaforiche. Ogni parte della scultura allude a un dato da ricordare - Nesso inscindibile tra parola e immagine, elaborazione letteraria e arte della memoria -> il lessico deve farsi immagine - Se manca il lessico, il filosofo è autorizzato a creare neologismi: ES metamfisicosi, trasmutazione dei corpi, opposta a metempsicosi -> centralità del physis • Basi del pensiero bruniano: speculazione onto-cosmologica sull’infinito; considerazioni sui verba utilizzati per rappresentare gli infinitesimali dettagli del reale —> radicale riforma del sapere in ogni campo 4. DE GLI EROICI FURORI • Ultimo dialogo pubblicato a Londra. • L’eroico furore, un possibile cammino verso la verità —> la capacità intellettiva dell’uomo (ente finito) non è sufficiente per giungere alla verità: è necessario ricorrere alla forza della volontà, che spinge il soggetto oltre i suoi limiti e gli permette di raggiungere per un istante l’assoluto. • La volontà ha però bisogno di congiungersi alla potenza della fantasia. • Il dialogo è costruito come un commento a una galleria di immagini, accompagnate da componimenti poetici. • Distanza dalle categorie tradizionali della poetica -> devono essere biasimati coloro i quali, facendo della Poetica aristotelica un’auctoritas indiscutibile, non riconoscono il valore dell’inventio e del ritrovamento di nuovi temi e argomenti. • Atteggiamento plastico e poietico nei confronti delle fonti: - l’Argomento del dialogo si articola come una dichiarazione programmatica antipetrarchista - nel dialogo vero e proprio vengono commentati testi modellati sul modello di Petrarca - Bruno rifiuta sia il petrarchismo sia l’antipetrarchismo —> il suo obiettivo è risemantizzare il lessico e le immagini petrarcheschi, rendendoli veicolo privilegiato attraverso il quale esprimere verbalmente l’ascesa dell’eroico furore 5. GLI ULTIMI ANNI E IL PROCESSO • Breve soggiorno a Parigi nel 1585-6; poi Germania e poi Praga -> Articuli centum et sexaginta adversus huius tempestatis mathematicos atque philosophos (1588), preceduti da una lettera dedicatoria a Rodolfo II in cui illustra la sua concezione di una religione improntata alla tolleranza. • Helmstedt -> vi compone la maggior parte delle opere di argomento magico: esaltazione di una praxis magica consapevole degli infiniti e inarrestabili mutamenti della realtà • 1590, Francoforte -> 3 poemi filosofici in latino: ✴ De triplici minimo et mensura ✴ De monade, numero et figura ✴ De immenso et innumerabilibus di 16 103 • 1592 -> va a Venezia su invito del patrizio Giovanni Mocenigo, il quale lo denuncerà e farà arrestare dall’Inquisizione. Disposto a fare ammenda, viene trasferito nel 1593 all’Inquisizione di Roma. Il processo dura 7 anni, Bruno non si mostra disposto a ritrattare, così viene condannato come eretico impenitente e pertinace e arso sul rogo in Campo de’ Fiori il 17 febbraio 1600. TOMMASO CAMPANELLA Drammatica urgenza della renovatio mundi -> elaborazione di una riflessione in grado di mostrare la falsità dei pregiudizi inveterati e del senso comune 1. INCONTRO CON LA FILOSOFIA TERESINA • Nasce a Stilo (Calabria) nel 1568. A 14 anni entra nei domenicani • 1588, legge il De rerum natura iuxta propria principia di Bernardino Telesio, radicalmente antiaristotelica • Adesione alla filosofia telesiana = poter intendere la philosophia naturalis non più come una ripetizione acritica delle auctoritates del passato, ma come una disanima attiva dei fenomeni e degli enti 2. IL SENSUS RERUM E IL RUOLO DEL POETA MAGO • 1590 -> si trasferisce a Napoli e frequenta l’ambiente del filosofo Giovan Battista Della Porta. • Pensiero naturalista -> il mondo si trova in uno spazio incorporeo e omogeneo, percorso da una forza di attrazione che lo spinge a rifuggire il vuoto. Gli enti sono generati dai principi primi del caldo e del freddo sulla materia (massa corporea inerte) Del senso delle cose e della magia (1604) • Mondo come grande organismo vivente, le cui parti sono tutte dotate di vita e sensibilità. • Si tratta di un sensus rerum, capacità di sentire, che intesse tutta la realtà e che permette agli enti di distinguere cosa è gradevole e cosa dannoso. • Negli organismi animali la scintilla di calore celeste vivificante è lo spiritus, vapore caldo e sottile che nasce nel cervello e si propaga nel corpo attraverso i nervi, rendendo l’ente quanto più possibile adatto alla conservazione. È alla base del processo gnoseologico umano • Magia naturale —> oggetti, erbe, parole, azioni, suoni, hanno forza magica perché alterano lo spiritus umano. Il mago capace è quello che, grazie a una comprensione articolata dei moti dello spiritus, riesce ad avvincere gli animi. 3. TRA DISEGNI RIFORMATORI E DIFESA DELLA LIBERTAS PHILOSOPHANDI • 1592, processo interno all’ordine: viaggia tra Roma, Firenze e Padova (->Galileo) • 1594: denunciato all’Inquisizione, incarcerato, estradato a Roma -> costretto l’anno dopo alla pubblica abiura • 1598: torna a Stilo e prende parte a una congiura contro il governo spagnolo, che però fu repressa. di 17 103 La città del sole • 1602 in volgare; 1623 in latino • L’organizzazione sociale si basa sulla comunione totale dei beni e sull’adeguamento tra attitudine individuale e ruolo che si ricopre. • Obiettivo: in una città organizzata razionalmente è possibile ristabilire il corretto nesso tra società e natura. • Al contrario del pensiero di Aristotele, che non riconosce dignità alle mansioni artigianali, Campanella sostiene che i lavori manuali possano aiutare a ritrovare quel contatto diretto con la realtà che è compito della religione solare favorire —> I sacerdoti dei solari annotano i movimenti astrali, indicando gli orari più favorevoli per ogni attività. • Mura istoriate della città: raffigurano l’enciclopedia del sapere, passeggiandovi si può imparare agevolmente ciò di cui si ha bisogno -> studio in primo luogo visivo di imagines che rappresentano res. • Accusa di eresia e cospirazione —> Campanella riuscì ad evitare la pena capitale fingendosi pazzo • 1612, conosce Tobia Adami, a cui si deve la curatela per le stampe di alcune delle opere più importanti di Campanella —> 1622, Apologia pro Galielo: si schiera apertamente per la difesa della libertas philosophandi, contro l’indebita dogmatizzazione della filosofia aristotelica. 4. UN’ESTETICA ‘FISIOLOGICA’ • Due testi sulla poetica, uno in volgare (1596) e uno in latino (1613) Poetica volgare • Nucleo fondante: i verba, per rispecchiare il pulsare della vita, devo istituire un nesso profondo con la res. Un nesso che però, a causa di circostanze negative (come guerre e tirannidi), si è spezzato e può essere recuperato attraverso una riscoperta delle basi naturali sulle quali poggia un linguaggio veritiero. • Le parole devono riflettere le proprietà delle cose —> il poeta può utilizzare anche voci dialettali e straniere o neologismi. La presenza di immagini rudi e corpose della poesia campanelliana ha ragione teorica ↓ • Somma considerazione di Dante • La metrica deve farsi ‘fisiologica’, seguire il battito del polso e il ritmo dello spiritus —> recupero della metrica quantitativa • La poesia riguarda il VERO, non va dietro al verosimile, è fondata sul vero. Il poeta è una sorta di filosofo poetante. La poesia ha il vantaggio rispetto alla filosofia di essere più capace di comunicare • Se le parole soverchiano le cose (bella eloquenza ma niente contenuti), non può che sorgere tutto quell’insieme di disvalori che devono essere riformati dal fuoco rubato dal sole • Costruzione che tende alla paratassi, all’oralità di 20 103 • Il trasferimento a Torino è stato accelerato dall’ordine di arresto da parte dell’Inquisizione romana, che ha accusato Marino di aver composto “poesie oscene ed empie”. • Protezione di Carlo Emanuele fondamentale, ma Marino comunque non si astiene da una condotta rischiosa -> Gobbeide, testi poco riverenti verso il duca: un anno di reclusione e sequestro dei manoscritti 5. LA SVOLTA DECISIVA DEL 1614: LA LIRA E LE DICERIE SACRE La Lira (1614, Torino) • Raccoglie i testi poetici composti negli anni dopo il 1602 e chiude la sua esperienza lirica. È la terza parte dopo le Rime • Nuova maniera mariniana: - conserva la struttura per capi Amori -> liriche d’amore Lodi -> testi encomiastici Lagrime -> testi in memoria Divozioni -> testi sacri Capricci -> vari MA - la ricerca di metafore e la pratica dei concetti in clausola diventano più marcate —> rielaborazione metaforica potenzialmente inesauribile • Questa raccolta rappresenta un grosso passo avanti nella sperimentazione di metafore e nell’oltranza dello stile, con una parte importante riservata alla sezione libera dei Capricci. Le Dicerie sacre (1614, Torino) • Prosa sacra. Ne pubblica 3: - La Pittura -> dedicata alla Sacra Sindone e fondata sulla metafora del Cristo pittore - La Musica -> lunga e complessa rielaborazione a partire dalle parole pronunciate da Cristo sulla Croce - Il Cielo -> dedicato alla celebrazione della materia celeste come prodotto della Creazione • Lega insieme materia sacra e una tecnica virtuosistica inedita che si fonda sulla tessitura prolungata di una sola immagine • La struttura della lunga composizione in prosa, fondata su un’unica metafora, consentiva la «ripetizione con mutazione» —> sceglie la strada dell’accumulazione • Le Dicerie sono accompagnate da un dossier di citazioni di testi sacri e Padri della Chiesa + la dedica a papa Paolo V Borghese, nel tentativo di riappianare i rapporti con Roma —> le Dicerie non furono ben accolte dal papa: fugge da Torino alla volta della Francia (primavera 1615) 6. LE OPERE DELLA STAGIONE FRANCESE: GALERIA E SAMPOGNA • Ben accolto alla corte di Francia di Maria de’ Medici —> Anni di scontri tra la regina Maria e il figlio Luigi XIII (al potere dal 1617) - Marino prima celebra la regina con un lungo panegirico, Il Tempio (1615) di 21 103 - poi celebra le nozze di Luigi XIII in un testo intitolato La Francia consolata, che colloca in apertura della raccolta Epitalami (1616) - In questa logica di encomio equidistante Marino riesce a trascorrere anni sereni, anche se ha pressia di tornare in Italia La Galeria (1619, Venezia, Ciotti) • Raccolta di 624 testi poetici (soprattutto sonetti e madrigali), ciascuno dedicato a un’opera d’arte. • Due sezioni: Pitture e Sculture • Desiderio di Marino di gareggiare con l’arte attraverso la parola poetica: ogni testo, piuttosto che descrivere l’opera, attiva una sorta di contesa sull’oggetto rappresentato, che la parola poetica piega in chiave arguta e sorprendente La Sampogna (1620, Parigi) • Raccolta di 12 idilli composti in diverse stagioni. • Materia soprattutto mitologica, con alcuni testi conclusivi di marca pastorale —> riscrittura di episodi celebri del patrimonio classico e recupero degli autori antichi (da Ovidio a Teocrito) • Straordinaria tecnica poetica: negli idilli si alternano sequenze di endecasillabi e settenari variamente ritmati, con zone di versi sdruccioli o inserti di canzonette e frottole. 7. ADONE (1623, PARIGI) • Gestazione trentennale -> primi scorci ai tempi di Napoli: a quell’altezza era un poemetto, cioè un’opera breve, di qualche centinaia di ottave e distribuita su 3 canti: innamoramento, amori e morte • Svolta nel 1614-15 —> allontanatosi dall’Italia, decide di allargare il disegno del poema e di permettersi azzardi più rischiosi • Dedicato a re Luigi XIII. Prima ancora che la stampa francese sia terminata, Marino spedisce una copia del poema a Venezia, a Giacomo Scaglia, provvista di correzioni e tagli per il pubblico. L’edizione italiana appare nel 1623, ma non può essere ritenuta depositaria dell’ultima volontà dell’autore. • TRAMA: è una favola mitologica (VS argomento storico, tipico dei poemi) incentrata sull’amore tra Venere e Adone. L’ampiezza dell’argomento è l’elemento decisivo, perché nelle Metamorfosi Ovidio ha dedicato alla storia dei due amanti poche decine di versi, mentre Marino né ha fatto la base per il poema più lungo della letteratura italiana. 20 canti, >5000 ottave, >40000 versi ✴ canti I-III: arrivo di Adone a Cipro, incontro e innamoramento con Venere ✴ canti IV-VIII: giardino dei sensi e amplesso sessuale (canto VIII, i trastulli) ✴ canti IX-XI: dopo l’amplesso e le nozze, visitano insieme i cieli della Luna, di Mercurio, di Venere ✴ canti XII-XVI: vengono separati da Marte; iniziano le avventure e le magie, che vedono Adone trasformarsi in un pappagallo, venire rapito da ladroni e infine ricongiungersi con Venere ed essere eletto re di Cipro di 22 103 ✴ canti XVII-XX: Venere si allontana da Cipro; nel canto XVIII Adone viene ucciso da un cinghiale. Il poema si chiude con una lunga celebrazione in onore del giovane, trasformato in anemone • Distacco dai paradigmi dell’epica —> Adone è un «antieroe» dai tratti femminei, per larghi tratti ricettore passivo di quanto accade intorno a lui. Adone incarna alla perfezione la scelta di una narrazione sensuale, mirata soprattutto ai piaceri della passione amorosa. • Perdita di una narrazione compatta e logicamente lineare —> sulla storia principale si innestano vari episodi secondari e digressioni, aggiunti dall’autore nel corso degli anni a partire dal 1615. Il principio costitutivo dell’Adone è l’aggiunta che prima consolida e sorregge una favola esile, e finisce poi per renderla imponente. • Le aggiunte accostano alla linea principale del poema mitologico scorci più vicini al poema esameronico (cfr. Mondo creato di tasso), al poema cavalleresco e al romanzo greco. Rappresenta una collezione di materiali letterari, anche lontani -> poema simbolo • Poema “libertino”, tra irreligiosità e naturalismo estremo —> manca la proposta organica di una teoria filosofia: Marino si è divertito ad accostare sacro e profano. Domina un ideale di classicismo esclusivo, la possibilità di trapiantare e trasfigurare ogni cosa nel terreno della letteratura e di celebrare il trionfo della letteratura stessa. 8. IL RITORNO IN ITALIA, LA CONDANNA, LE ULTIME OPERE • Primavera del 1623: torna in Italia • Eletto Maffeo Barberini come papa Urbano VIII: Marino si è illuso di poter contare sull’amicizia di un papa letterato -> il papa si mostra freddo davanti alle sue opere lascive e profane: proibizione della ristampa italiana dell’Adone + condanna pubblica dal Sant’Uffizio ↓ • Cerimonia di pubblica abiura alla chiesa di Santa Maria sopra Minerva • Si allontana da Roma e torna a Napoli -> vuole costruire una casa-museo con le opere e i libri accumulati in una vita Strage de gl’Innocenti (1632) • Poema sacro in ottave, mai terminato dal poeta e pubblicato postumo • Straordinaria efficacia descrittiva • 1625 -> si ammala e muore, dando alle fiamme le opere inedite di marca lasciva • 1627: Adone è inserito nell’Indice dei libri proibiti —> Marino e le sue opere entrano in una zona di condanna interrotta soltanto dagli studi del secondo Novecento Capitolo 5 — La poesia barocca tra classicismo e sperimentazione • Condanna del Seicento —> la poesia barocca è stata guardata come un’epoca di decadenza, segnata da un eccesso di sperimentazione che sfocia nel cattivo gusto. • Riscoperta negli ultimi decenni di 25 103 1617 da un intervento di Preti, il Discorso intorno all’onestà della poesia: condanna la poesia a base mitologica del tipo mariniano • Circolo barberiniano (realtà dal 1623, con l’elezione al pontificato di Urbano VIII): Virginio Cesarini, Giovanni Ciampoli, Chiabrera, Preti, Fulvio Testi -> Proposta di una poesia che coniuga il modello di Petrarca sul piano dello stile con quelli di Orazio e Pindaro Fulvio Testi • Anche lui esordisce con Rime di gusto mariniano nel 1613 e 1617, ma negli anni successivi si sposta su un registro diverso, di tipo oraziano, e dalla forte tensione morale • La tensione morale, che va dall’amara vita di corte a riflessioni di ordine etico, trova accenti più efficaci in testi politici. • Le poesie vanno a stampa in 3 parti: 1626, 1645, 1646 -> abbracciano per intero l’età barberiniana. • Negli stessi anni vengono pubblicate le poesie toscane di Urbano VIII e i suoi Poëmata latini (commentati da Campanella nella prima ed., 1631) • A metà secolo, scomparsi i principali fautori, la proposta del circolo perde la sua forza -> tornerà utile a fine secolo (☞ fondazione dell’Accademia dell’Arcadia nel 1690) 5. LA POESIA DI PIENO E TARDO SEICENTO E LE SISTEMAZIONI TEORICHE Ciro di Pers • Nasce nel 1599 nel Castello di Pers, studia a Bologna, conosce Preti e Achillini e la poesia di Testi —> la sua produzione rimane soprattutto settentrionale e isolata • Opere pubblicate postume, segno di una sostanziale distanza dalla scena letteraria ufficiale • Attinge a un valore esemplare: ricerca metaforica + curvatura morale —> celebri le poesie sugli orologi = fugacità del tempo e transitorietà della vita umana Giacomo Lubrano • Nasce nel 1619 a Napoli. Più giovane e longevo di Ciro di Pers, offre un’esperienza lirica soprattutto a matrice sacra (gesuitica), con un intreccio tra la componente della predicazione e la ricerca lirica. • Scrittura ricca di acutezze, volta a colpire l’ascoltatore, sia nelle scritture sacre sia nella produzione lirica —> metafore ardite • Sguardo nuovo della poesia barocca: ogni fenomeno viene stravolto e amplificato e si riscontra un passaggio immediato dalla percezione visiva alla novità del concetto • Amplificazione della tensione retorica -> chiede al lettore una prospettiva trascendente, oltre la misura umana delle cose. • Due opere teoriche chiudono la stagione barocca: ➡ Ritratto del sonetto e della canzone (Federigo Meninni, 1677) -> storia della tradizione lirica assegnando un aposizione di rilievo ai protagonisti del Barocco, in particolare a Marino ➡ Cannocchiale aristotelico (Emanuele Tesauro, 1670) -> titolo evocativo di uno strumento moderno accostato al paradigma classico per eccellenza, l’opera mira a una teorizzazione di 26 103 della poesia moderna, accentuando il valore conoscitivo delle figure retoriche e della metafora Capitolo 6 — La riflessione politica e morale 1. SOTTO IL CONTROLLO DELLA SPAGNA • Dominazione spagnola -> gravi conseguenze sia sulla politica sia sull’economia • Riorganizzazione della Chiesa Cattolica -> con il Concilio di Trento (1545-1563) la Chiesa romana ha intenzione di ricomporre lo strappo avvenuto in seguito alla Riforma protestante, che invece sfocia nell’assolutismo papale. • Stato Pontificio e Spagna VS Venezia e Francia —> la dominazione spagnola spinge a una riflessione storica e politica: sulla base dell’ineludibile modello machiavelliano, nel Seicento risalteranno Paolo Sarpi e Traiano Boccalini • Le vicende storiche diventano oggetto della narrazione o argomento di riflessione: Dell’arte historica di Agostino Mascardi (1626, Roma) -> opera suddivisa in 5 trattati in cui l’autore s’interroga sul metodo di raccontare la storia e sullo stile da seguire • Allargamento dei lettori 2. «RAGION DI STATO» E TACITISMO • «Ragion di Stato»: sintagma coniato a metà del Cinquecento con cui, sulla scia del Principe, si riflette sul rapporto della politica con l’etica. Rispetto al passato, i teorici affermano l’assoluta preminenza della politica sulla morale per salvaguardare l’interesse dello Stato. • Recupero dello storico latino Tacito: - 1594, Scipione Ammirato, Discorsi sopra Cornelio Tacito - 1597, Filippo Cavriana, Discorsi sopra i primi cinque libri di Cornelio Tacito • Tacitismo —> interesse verso Tacito che, negli Annales, aveva descritto il dispotismo dell’imperatore Tiberio, del quale aveva apprezzato le capacità di governo e allo stesso tempo biasimato aspramente il comportamento morale. • Impiego di Tacito = introduzione degli elementi più forti del pensiero di Machiavelli (ripudiato e messo all’Indice), senza citazione diretta. Il modello tacitiano è impiegato sia per giustificare sia per criticare l’assolutismo. Giovanni Botero (gesuita piemontese, 1544-1617) • Condanna apertamente Machiavelli e l’uso di Tacito per difendere il potere assoluto. • Della ragion di Stato (Venezia, 1589) —> 10 libri. Adottando una soluzione diplomatica, Botero cerca di giustificare il comportamento del principe, il quale, per il mantenimento dello Stato, deve operare con ogni mezzo e in sinergia con la Chiesa. • Propone un modello in cui devono convergere “ragion di Stato” e princìpi di natura morale e religiosa 3. PAOLO SARPI • Pietro Sarpi nasce nel 1552 a Venezia. A 13 anni entra nell’ordine dei Serviti con il nome di Paolo. di 27 103 • Formazione: studi filosofici, scientifici, teologici, giuridici + incontro con autori classici e moderni • Teologo ufficiale di Guglielmo Gonzaga; 1574 si sposta a Milano a servizio di Carlo Borromeo; 1575 torna a Venezia e insegna filosofia. Nel 1578 consegue il dottorato in teologia a Padova. • 1575—1585: approfondisce gli studi scientifici e conosce personalità legate al calvinismo francese. • In qualità di procuratore generale dei Serviti, trascorre alcuni anni a Roma (’85-’88) -> capisce l’impossibilità di una riforma reale all’interno del mondo cattolico. • 1589: torna a Venezia, cerca di tenersi lontano dagli incarichi dei Serviti, studia, frequenta circoli culturali, come quello di Andrea e Nicolò Morosini (-> Giordano Bruno) e quello di Gian Vincenzo Pinelli a Padova (-> Galileo Galilei) • Scontri tra Venezia e lo Stato della Chiesa —> questione relativa all’autonomia e alla laicità della Stato, difese a oltranza dalla Serenissima. Nel 1606 Venezia riceve da papa Paolo V l’interdetto, ossia la proibizione di celebrare le funzioni religiose all’interno del suo territorio. ➡ Risposta della Serenissima: il Trattato dell’interdetto di Sarpi, nel quale sostiene la dimensione pienamente autonoma e laica dello Stato (per quanto il potere politico derivi da Dio), contro il quale la scomunica non può avere alcun effetto. ➡ La mediazione francese porrà fine allo scontro nel 1607 ➡ Le vicende politiche e diplomatiche sono ripercorse da Sarpi nell’Istoria dell’Interdetto (1607-1610, pubblicata a Ginevra nel 1624). • Posizione di Sarpi nei confronti della Chiesa della Controriforma chiara e irreversibile: Istoria del Concilio tridentino - vi lavora dal 1614, vede la luce senza volontà autoriale nel 1619 a Londra, sotto lo pseudonimo anagrammatico di Pietro Soave Polano (Paolo Sarpi veneto). - divisa in 8 libri, ricostruisce e analizza i fatti relativi al Concilio di Trento - secondo Sarpi, nel concilio sono emerse le preoccupazioni politiche della Chiesa, non quelle religiose. La Chiesa della Controriforma ha scelto di allontanarsi ancora di più dalla componente spirituale di cui aveva bisogno. - Chiama il Concilio «la Iliade del secolo scorso», per la grande portata - Dal 1620 viene volta in latino e poi in francese, tedesco, inglese • Sarpi muore a Venezia nel 1623 4. TRAIANO BOCCALINI • Nasce a Loreto nel 1556. Formazione gesuitica, studi letterari e giuridici a Perugia e Padova tra il 1578 e il 1585 -> giunge a Roma (protezione di Scipione Borghese e Bonifacio Caetani) • Viene inviato in varie città per incarichi amministrativi: - esperienza diretta della politica spagnola: corruzione, forti limiti, incapacità + - lettura di Tacito —> maturazione di un pensiero sempre più avverso alla Chiesa e critico verso la realtà politica. Profondo dissenso per la «ragion di Stato» • Prende a modello Tacito, perché ha avuto modo di vivere e scrivere in un periodo in cui si sono succeduti diversi imperatori, rappresentati del potere assoluto di 30 103 4. GALILEO TRA GESUITI E LINCEI: LE «LETTERE COPERNICANE» • La fama acquisita nelle principali corti d’Europa lo illudono di poter giocare la partita più importante a Roma: l’immediata evidenza delle osservazioni, secondo lui, dovrebbe convincere le gerarchie pontifice a rivedere il sistema aristotelico-tolemaico e dovrebbe dimostrare l’efficacia del sistema proposto da Copernico nel suo De revolutionibus erbium caelestium (1543). • 1611 ROMA, in contatto con i Gesuiti del Collegio Romano -> numerose discussioni • //, entra a far parte dell’Accademia dei Lincei -> aperta alla sperimentazione • Rientra a Firenze nella seconda metà del 1611 • Dicembre 1613 -> pranzo con la granduchessa Cristina di Lorena, discutono sui possibili contrasti tra quanto è emerso dalle nuove osservazioni e quanto riportato nelle Sacre Scritture: «Lettere copernicane» • Testi attraverso cui, seppur in forma di comunicazioni private, Galileo cerca di sciogliere il problema dei rapporti tra la nuova scienza e la dottrina cristiana. • La prima è indirizzata a Benedetto Castelli, datata 21 dicembre 1613: - considerazione della Natura come diretta emanazione del magistero divino, di contro alla natura metaforica delle Sacre Scritture -> per farsi capire da tutti usano un linguaggio figurato che non va inteso come raffigurazione puntuale della realtà - in caso di contrasti, Galileo propone di interrogare nuovamente la veste metaforica delle Scritture, chiederne una migliore interpretazione - le Scritture si concentrano su ciò che pertiene direttamente alla salvezza spirituale, mentre Dio ha lasciato agli uomini il compito di ricavare le verità dalla Natura, attraverso i sensi -> profonda fiducia nella conoscenza umana • Nella Istoria e dimostrazione intorno alle macchie solari (1613) sviluppa argomenti simili a quelli delle lettere indirizzate al monsignor Dini (febbraio e marzo ’15) e a quella inviata alla granduchessa Cristina (giugno ’15): - linguaggio più sorvegliato e stile sostenuto; citazioni dai testi sacri • Si è mosso con troppa fiducia e poca prudenza: propone un’autonomia dell’osservazione diretta della Natura rispetto alla teologia • Gennaio 1616 «salutifero editto» —> condanna della teoria di Copernico (Terra intorno al Sole). Galileo riesce a ottenere dal cardinale Bellarmino uno scritto che esenta le sue opere, in cambio della cessione delle sue ricerche in ambito copernicano. 5. LE COMETE DEL 1618 E LA NASCITA DEL SAGGIATORE • Autunno 1618, appaiono 3 comete -> dibattiti e discussioni: - De tribus cometis del gesuita Orazio Grassi: fornisce una spiegazione in linea con la teoria di Tycho Brahe, lontana dal sistema tolemaico ma che pone sempre al centro la Terra immobile - Discorso sulle comete di Mario Guiducci, allievo di Galileo: il discorso espone il pensiero di Galileo dietro la facciata del suo allievo, ha toni polemici e aggressivi e pretende una risposta dai gesuiti - Libra astronomica ac philosophica di Lotario Sarsi, pseudonimo di Grassi: polemica diretta esplicitamente contro Galileo. Galielo prepara la risposta con cura↓ di 31 103 Il Saggiatore (1623) • Composto lentamente nel 1620-21. Il destinatario è Virginio Cesarini, giovane letterato dell’Accademia dei Lincei. • Il testo è pronto alla fine del 1621 ma viene pubblicato due anni dopo, a seguito dell’elezione al pontificato di Maffeo Barberini come Urbano VIII, da sempre sostenitore dei Lincei. • Riprendendo le posizioni di Grassi e smentendole puntualmente tra ironia e caricatura, Galileo trasmette l’entusiasmo di una ricerca che si misura direttamente con la Natura: il “grandissimo libro” della Natura diventa un patrimonio da interrogare —> indagine sperimentale, verificabile sul piano dei sensi. 6. DIALOGO SOPRA I DUE MASSIMI SISTEMI DEL MONDO (1632) • I buoni rapporti con Urbano VIII gli fanno sottovalutare le resistenze ancora vive a Roma. Fiducioso nell’apertura di una nuova stagione culturale, decide di ritornare su un vecchio progetto Discorso del flusso e riflusso del mare —> presenta il moto delle maree come prova del moto terrestre, a supporto della validità del sistema copernicano ↓ Dialogo del flusso e riflusso del mare • Passaggio da discorso a dialogo: innovazione strutturale decisiva perché consente una mobilità di toni e di voci, continuo trapasso degli argomenti con possibilità di digressioni —> in questo modo Galileo non si espone direttamente come portatore di un’ipotesi e s’inserisce nella grande tradizione umanistica del dialogo. • Opera pronta all’altezza del 1630 —> viene inviata a Niccolò Riccardi, lettore severissimo a servizio dell’Inquisizione, per verificare che sia corretta sul piano teologico. Tante modifiche: - titolo -> Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo -> ‘flusso’ e ‘riflusso’ rimandano troppo al moto della Terra. Viene qui presentata come un confronto teorico tra i due sistemi di Tolomeo e di Copernico • Pubblicata nel 1632, con l’approvazione scritta di Riccardi; dedicata al granduca di Toscana • Protagonisti del dialogo: 1. Giovan Francesco Segredo, nobile veneziano amico e allievo di Galilei 2. Filippo Salviati, fiorentino, allievo di Galilei ☞ sostiene Copernico 3. Simplicio, allude al filosofo bizantino del VI secolo d.C., noto soprattutto come commentatore di Aristotele ☞ sostiene Tolomeo • Articolato in 4 giornate, nel palazzo Sagredo, a Venezia. Disposizione a specchio: Giorno 1 —> esposizione dei presupposti teorici di eliocentrismo e geocentrismo Giorno 2 —> discussione del possibile moto diurno di rotazione della Terra intorno al suo asse Giorno 3 —>discussione del possibile moto annuo di rivoluzione della Terra intorno al Sole Giorno 4 —> descrizione del fenomeno fisico delle maree, fenomeno che dovrebbe offrire la conferma al moto terrestre + varie digressioni che gli permettono di recuperare le sue scoperte più antiche • Concezione dinamica degli uomini -> sovverte uno dei cardini del sistema tolemaico, quello dell’inalterabilità-perfezione dei corpi celesti e della Terra in particolare. di 32 103 • Il Dialogo è una sorta di summa dell’intera opera galileiana. • I tre personaggi danno vita a una sorta di commedia scientifica —> Sagredo ha uno stile rapido e caricaturale; Salviati è più composto e paziente; Simplicio è superbo, più che un personaggio reale è un prototipo di dogmatismo e presunzione. Nel corso dell’opera il suo atteggiamento diventa progressivamente più aperto e disposto a dichiarare l’ignoranza su molti fenomeni. • Precisione, chiarezza della prosa, conquista di uno stile come diretta espressione di un ragionamento —> ipotassi, ma la coerenza logica del pensiero sorregge la prosa. 7. LA CONDANNA DELL’INQUISIZIONE E GLI ULTIMI ANNI • Urbano VIII si scaglia contro l’opera -> si è sentito raggirato e sbeffeggiato attraverso Simplicio • Viene istituita una commissione d’inchiesta sul libro e sull’autore: Galileo è chiamato a presentarsi davanti all’Inquisizione romana —> risponde con una lettera di difesa e giustificazione indirizzata a Francesco Barberini, nipote del papa ➡ la sorpresa per la chiamata si traduce in una profonda amarezza per l’esito dei suoi anni di studi. Protesta e si rifiuta di andare a Roma finché ne ha la possibilità. • Il processo inizia il 12 aprile, la condanna arriva il 22 giugno del 1633 —> colpevole di eresia, è costretto alla pubblica abiura dei propri scritti e a non affrontare mai più tali argomenti • Viene isolato nella villa di Arcetri: trascorre i suoi ultimi anni nell’emarginazione. Muore nel 1642 Capitolo 8 — Giovan Battista Basile e la narrazione del Seicento NARRATIVA 1. IL ROMANZO SEICENTESCO • È il nuovo genere narrativo in prosa che meglio offre la possibilità di esprimere la mutevolezza e la complessità del presente. • Grande produzione tra il 1625 e il 1675, in area veneta e ligure. Caratteri generali: - ampia estensione narrativa - temi vari: filosofico, politico, storico, avventuroso, morale - eredità di motivi della letteratura cavalleresca e pastorale - contaminazione di generi - pubblico NON necessariamente di letterati - collocazione degli eventi variabile, sia esotica sia contemporanea Giovanni Ambrosio Marini e il Calloandro fedele (1653) • Rappresenta appieno il romanzo seicentesco. • Equilibrio tra vicende cavalleresche e sentimentali -> amore di Calloandro, principe di Costantinopoli, e Leonilda; percorso labirintico • Modelli: Ariosto e Tasso Girolamo Brusoni • Membro dell’Accademia degli Incogniti • Trilogia di romanzi sulla società veneta contemporanea, stanca e vuota ☞ La gondola a tre remi (’57) Il carrozzino alla moda (’58) Peota smarrita (’52) di 35 103 2. LA POESIA DI PRIMO SETTECENTO E METASTASIO • Poesie dei primi arcadi: attenzione estrema all’aspetto formale, ricerca di un’eleganza ottenuta per sottrazione -> linguaggio misurato ➡ Rime degli Arcadi: raccolta/censimento di presenze e tendenze poetiche; si definisce in questo modo una poesia guidata da un ideale di misura -> si preferisce un ritorno al modello di Petrarca ➡ Gli esiti saranno presi di mira come esercizi di vacuo formalismo • Metastasio: legato all’Arcadia ma capace di acquisire progressivamente autonomia -> riforma del genere del melodramma, a partire dalle prove di Apostolo Zeno. • I suoi drammi diventano sede per un’analisi degli affetti e per la proposta di modelli etici postivi. 3. ERUDIZIONE E FILOSOFIA NEL SECOLO DEL LUMI • Istanze di riforma che animavano il presente —> fiducia in una prospettiva razionale, nella possibilità di conoscere e intervenire sui processi storici, attivando percorsi di riforma e di miglioramento della condizione degli uomini. • ……… ….. di 36 103 Capitolo 1 — L’Arcadia 1. UN’ACCADEMIA PER IL RIPRISTINO DEL BUON GUSTO LETTERARIO • Contesto del razionalismo europeo • Massimo successo e autorevolezza -> guida di Giovan Mario Crescimbeni (fino al 1728): l’Accademia diventa il centro di una rete internazionale che promuove la riflessione sulla specificità della tradizione letteraria italiana • Ripristino del buon gusto = rilettura critica del passato • Storia dell’adunanza fatta di contrasti e fratture —> 1711: scisma d’Arcadia -> contrasto fra la concezione della letteratura come fatto retorico-sociale di Crescimbeni, e quella come fatto filosofico-civile di Gravina. 2. PREMESSE SEICENTESCHE • Influsso dei modelli letterari, filosofici, scientifici, religiosi da Francia e Inghilterra —> idea di una generale diversità e superiorità della modernità rispetto ai secoli precedenti • Ritardo culturale dell’Italia + corruzione del suo gusto letterario, addebitata a Marino • Necessità di rinnovamento e rilancio Cristina di Svezia a Roma • 23 dicembre 1655, Cristina Vasa fa il suo ingresso trionfale a Roma, dopo aver abdicato al trono svedese per essersi convertita al cattolicesimo —> beneficienza e interessi culturali • 1674: ricostituisce l’Accademia Reale. • Fanno parte del suo sodalizio eruditi, scienziati e letterati, tutti i maggiori esponenti del classicismo di fine Seicento —> esplicitamente tematizzata la necessità di distacco dalla ‘corruzione’ del marinismo, di ripristinare l’eleganza formale dell’imitazione dei poeti trecenteschi e cinquecenteschi La polemica Bouhours-Orsi • De le manière de bien penser dans les ouvrages d’esprit (1687) -> critica i versi italiani per la loro eccessiva ornamentazione retorica e la mancanza di rispetto per la verità storico-filosofica dei contenuti. • Vari intellettuali italiani risponderanno difendendo i diritti della fantasia, del verosimile, del linguaggio della poesia contro quello della prosa. ➡ Considerazioni sopra un famoso libro franzese (1703) di Gian Giuseppe Orsi ➡ Lettere di diversi autori in proposito delle Considerazioni (1707) • I letterati italiani sono costretti a riflettere criticamente sulla loro grande tradizione poetica 3. LA FONDAZIONE DELL’ARCADIA E LE SUE VICENDE (1690-1728) • Prima indiretta risposte alle critiche francesi: fondazione dell’Arcadia -> 5 ottobre 1690, 14 letterati appartenenti all’Accademia Reale si radunano nel convento annesso alla chiesa di San Pietro in Montorio e istituiscono l’Adunanza degli Arcadi • Nome: trovato dal senese Agostino Maria Taia, evoca insieme un luogo reale e mitico (regione del Peloponneso abitata da pastori), un preciso punto di riferimento nella tradizione (l’Arcadia di Sannazaro) e un ideale estetico-morale (innocenza, semplicità, naturalezza) di 37 103 • Emblema: flauto a 7 canne di Pan cinto da rami d’alloro e pino • La titolatura dell’Accademia si riverbera sui nomi dei soci (nome pastorale + toponimo della campagna arcadica) e sulle usanze e sui luoghi accademici (“Bosco Parrasio”, il giardino in cui si svolgono le 7 riunioni annuali) • Cristina di Svezia: acclamata arcade con il nome di “Basilissa” (‘regina’); debito culturale • Riferimenti cristiani: il patrono degli Arcadi è Gesù Bambino • Struttura —> su modello della società arcadica, è un consorzio idealmente ugualitario e plurale; vengono eletti un custode generale e un vicecustode dal collegio di 12 membri ⇓ Giovan Mario Crescimbeni —> il primo custode. La sua carica è stata rinnovata fino alla morte (1728). Punta a un’estensione massima del sodalizio: apre l’ingresso anche a ecclesiastici, nobili, donne e stranieri Indirizza la produzione poetica verso forme semitici e contenuti “facili” -> allarga l’interesse dei letterati a quelli della società e dei salotti contemporanei • «Colonie» in altre città, ossia succursali nuove o affiliazioni di accademie preesistenti (autonome ma gerarchicamente inferiori): - la “Forzata” di Arezzo - la “Elvia” di Macerata - la “Animosa” di Venezia -> vicecustode Apostolo Zeno - la “Reina” di Bologna -> vicecustode Gian Giuseppe Orsi Nel 1699 sono già 8: rete di relazioni e rapporti che si estende a tutta l’Italia —> sollecitazione della formazione di un gusto unitario e di una riforma letteraria • 1696: decalogo e due sanzioni che regolano l’Accademia (Gravina) -> scritto in latino, stabilisce l’uso del lessico pastorale in ogni attività e viene circoscritto l’esercizio letterario: NO cattivo gusto, opere infamanti, oscene, irreligiose o empie • Tra Crescimbeni e Gravina vi sono dissensi di fondo —> rottura nel 1711: - contrasto sull’interpretazione della legge che regola la sostituzione dei membri del collegio - Paolo Rolli, allievo di Gravina, tenta di prendere il posto di Crescimbeni ma viene respinto - lui, Gravina e altri sostenitori si staccano e fondano la Arcadia Nuova (dal 1714 Accademia dei Quirini) - Gravina propone un classismo più severo, ma la proposta di Crescimbeni si presta a una maggiore praticabilità, così risulta vincente - Alla morte di Gravina (1717), la scissione è ricomposta • Pubblicazioni editoriali degli Arcadi: ‣ 4 volumi di prose italiane (fino al 1754) ‣ 2 volumi di carmina ‣ 9 volumi di Rime degli Arcadi (pubblicati tutti tra il 1716 e il 1722 -> poi solo altri 5 tra il ’47 e l’80 === la fase più importante dell’Accademia è stata quella di Crescimbeni) - “Serbatoio” -> archivio poetico e istituzionale - Nomi attici per i mesi - “olimpiadi” -> conto degli anni - “giuochi olimpici” -> gare poetiche con cui si chiude il quadriennio di 40 103 PROPOSTE DI RIFORMA • Benedetto Marcello -> Teatro alla moda (1720), mette alla berlina il teatro coevo e indirettamente candeggia un più equilibrato rapporto fra poesia e musica • Apostolo Zeno (Emaro Simbolio) - Accademia degli Animosi (poi colonia arcadica); fonda il “Giornale de’ letterati d’Italia” (1710); scrive libretti d’opera -> argomento storico e personaggi eroici ↓ - Viene chiamato alla corte asburgica di Vienna, dove ricoprirà il ruolo di poeta dal 1718 al 1729 - Rimodula la struttura dei drammi: semplicità, organicità, funzione educatrice della poesia - Unità di azione, tempo, spazio - Intrecci più semplici, a favore della verosimiglianza - Numero dei personaggi ridotto e limitato ai caratteri seri - Regolarizzazione dell’alternanza recitativo-aria 7. L’ARCADIA DOPO CRESCIMBENI (1729-1824) • Francesco Lorenzini 1728-1743 • Michele Giuseppe Morei 1743-1766 -> riprende l’attività editoriale dell’Adunanza e si internazionalizza • Giuseppe Brogi • Gioacchino Pizzi 1772-1790 -> l’Accademia si apre (tardivamente) all’Illuminismo: «seconda Arcadia» celebrata nelle ottave La novità poetica di Luigi Godard (1778), custode dell’Adunanza fino al 1824 • L’Accademia perde gradualmente la sua capacità di organizzare e dirigere la cultura italiana. Dopo gli sconvolgimenti rivoluzionari e napoleonici, ormai impoverita e privata del prestigio, l’Arcadia si riduce ad avere una dimensione esclusivamente romana. Capitolo 2 — Pietro Metastasio 1. TEATRO D’AFFETTI, ARMONIA DI RAGIONE • Contro sia agli eccessi barocchi, sia agli anatemi arcadici, tenta di proseguire la riforma di Apostolo Zeno Il dramma è logocentrico antropocentrico La poesia è guida di tutte le arti. Metastasio è inserito nel mondo musicale e teatrale, ma ne è indipendente, ritiene i suoi drammi rappresentabili anche senza musica (tragediografo, non librettista) Al centro del dramma c’è la vita interiore dell’uomo, analizzata nelle passioni di personaggi ‘grandi’ e ‘anime belle’: il dubbio e il desiderio rendono l’uomo un essere instabile, solo la ragione può indirizzare positivamente queste forze di 41 103 • Drammaturgia della felicità, per il diletto che procura e per l’utile che propone mettendo in scena modelli positivi —> luogo di EDUCAZIONE 2. FRA ROMA E NAPOLI: FORMAZIONE ED ESORDI (1698-1718) • Pietro Trapassi nasce a Roma nel 1698. Bambino prodigio, nel 1709 Gravina lo nota e lo accoglie come discepolo: cognome grecizzato, lettura dei classici, Ariosto e Trissino. Di nascosto legge anche Tasso, Guarini e Marino • 1712: Giustino -> tragedia in endecasillabi sciolti tratta dall’Italia liberata dai Goti di Trissino. Modello graviniano: intreccio amoroso, scioglimento per falsa morte e poi ricongiungimento • Gravina lo conduce a Napoli e poi lo affida alla guida del cugino Gregorio Caloprese a Scalea, per completarne la formazione filosofico-politica -> razionalismo di Cartesio -> legge il trattato cartesiano di psicologia Les passions de l’âme (1640), basilare per l’analisi dell’interiorità. • Poesie di Pietro Metastasio (1717), raccolta d’esordio che comprende: - Giustino - Il convito degli Dei e Il ratto d’Europa —> due idilli mitologici debitori di Tasso e Marino, filtrati dal gusto arcadico - Sopra il Santissimo Natale —> ode sacra - La morte di Catone e L’origine delle leggi —> componimenti filosofico-civili in terzine, su modello graviniano • Morte di Gravina (1718) -> cesura: nell’aprile dello stesso anno Metastasio entra in Arcadia (Artino Corasio) leggendo un’elegia in onore del maestro, La strada della gloria • La Primavera (1719) —> più conciliante per gli Arcadi (simmetria e scorrevolezza fonica), è una canzonetta di 9 strofette di settenari piani e tronchi. Le strofe sono disposte in 3 gruppi di 3 3. NASCITA «ALLA LUCE DEL PUBBLICO»: NAPOLI (1719-1724) • Lascia Roma a seguito di una delusione amorosa, della difficoltà di trovare un impiego e soprattutto per la considerazione che in quel periodo si ha del suo maestro Gravina • Napoli -> avvocato, ma si dedica alla poesia stringendo legami con la nobiltà filoasburgica: Endimione (1720), festa teatrale composta per le nozze di Antonio Pignatelli principe di Belmonte e della principessa di Sangro • Compleanni dell’imperatrice Elisabetta d’Austria - 1721: cantata Gli Orti Esperidi, musicata da Porpora - 1722: serenata Angelica —> inizio dell’amicizia col ‘gemello’ Carlo Broschi, detto il Farinello, il più grande sopranista del Settecento. • Gli spettacoli privati per un pubblico aristocratico portano Metastasio fuori dall’ortodossia arcadica: rappresentano il tirocinio di Metastasio nel vorticoso mondo dello spettacolo napoletano —> ha la possibilità di sperimentare situazioni drammatiche e uno stile capace di verbalizzare le passioni • 1723: su richiesta di Porpora, riscrive un libretto, il Siface —> rimarca la propria diversità di poeta e la differenza dei propri testi, perfettamente costruiti. PAROLA e COERENZA DRAMMATICA al di sopra delle altre arti di 42 103 Didone abbandonata (1724) • Primo melodramma di Metastasio, scritto sulle pressanti sollecitazioni della Romanina, alias Marianna Benti. • Tutto il dramma è costruito sulla volitiva e impulsiva figura di Didone —> affermazione perentoria di sé contrapposta alla debolezza di Enea • Dubbioso ondeggiare fra una ragione e l’altra, fra un affetto e l’altro: moto continuo che porta alla paralisi e mette in questione la propria identità —> compresenza nell’animo di più istanze e passioni, anche fra sé contrarie • Metastasio poeta delle emozioni e degli stati d’animo, autore di drammi in cui conta il percorso di formazione morale: il variare costante di affetti opposti porta al contemperamento e alla quiete interiore 4. ROMA (1724-1730): UOMO DI TEATRO • 1724-25, tra Roma e Venezia -> scrive per i teatri a pagamento, anche per Napoli • Due linee di sviluppo drammatico: - EROICA —> Siroe (1726), Catone in Utica (1727), Ezio (1728) - AMOROSA —> Semiramide riconosciuta, Alessandro nelle Indie (1729) + Artaserse (1730, l’amore è centrale ma si presenta in duplice veste patetica e amicale) • 31 agosto 1729, grazie a Marianna Pignatelli-Althann (sorella del principe), Metastasio viene invitato a succedere ad Apostolo Zeno come poeta imperiale 5. VIENNA (1730-1782): POETA CESAREO • Giunge a Vienna il 17 aprile 1730. Il cinquantennio austriaco segna il culmine (’30—’40) e il lungo declino della sua arte —> contesto politico instabile e guerre: lui rimane fedele a un ideale poetico-politico di razionalismo e moderatismo, mentre il secolo procede verso un’enfatizzazione degli eccessi. • Pubblico colto e internazionale: - semplificazione dei drammi - cura della funzione drammatica della gestualità dei personaggi - approfondimento della psicologia - riflessione sulla regalità in funzione educativa - estrema povertà di mezzi -> essenzialità • Esordio quaresimale: La passione, poi Demetrio (1731) • TRAMA: Cleonice regina di Siria deve scegliersi uno sposo. Non può scegliere Alceste, uomo che ama, per le sue umili origini (in realtà è Demetrio, legittimo erede al trono). Oscilla lungamente fra il sacrificio di sé per il regno e quello del trono per il suo cuore. Sembra aver optato per la seconda scelta, ne informa Alceste di 45 103 • Metodo di ricerca erudita e storica: ragione sopra autorità per ricostruire i fatti passati, recuperare i testi antichi. • 1708 -> occupazione di Comacchio da parte delle truppe imperiali spagnole -> riaccende la disputa sulla liceità della devoluzione del 1598 di Ferrara e Comacchio alla Chiesa: difesa affidata a Muratori ➡ Delle antichità estensi e italiane (1717): segna la sua ‘conversione’ allo studio del Medioevo, all’epoca età considerata negletta • Progetto della ricostruzione integrale della storia medievale d’Italia —> riprende un progetto di Apostolo Zeno e avvia una gigantesca opera collettiva di raccolta di fonti storiche, i Rerum italicarum scriptores ab anno aerae christianae D ad MD (1723-38), riorganizzati poi nelle ➡ Antiquitates italicae medii aevi (1738-42): 6 tomi che descrivono la vita civile, istituzionale, economica e religiosa del Medioevo -> significativa rivalutazione dell’influenza longobarda (separazione del potere civile ed ecclesiastico) ➡ Negli Annali d’Italia dal principio dell’era volgare sino all’anno 1749 (1744-49), in 12 tomi, narra la storia d’Italia ed esprime il suo moderato riformismo, le sue simpatie anticuriali, la sua vicinanza ai popoli vittime • Legame con la riflessione religiosa: unisce un senso di pratica carità cristiana con un approccio razionale —> amicizia col gesuita Paolo Segneri figlio (1712, nel 1720 ne scrive la biografia). • Cura delle anime: conduzione dal 1716 al 1734 della parrocchia di Santa Maria in Pomposa ➡ Della Carità cristiana in quanto essa è amore del prossimo (1723) ➡ De superstitione vitanda (1740): contro il “voto sanguinario”, cioè la promessa di versare sangue per sostenere l’immacolata concezione ➡ Della regolata divozione de’ cristiani (1747): invito a una religiosità più cristocentrica e necessità di ridurre le feste di precetto, per andare incontro ai bisogni lavorativi del popolo ➡ Cristianesimo felice nelle missioni de’ padri della Compagnia di Gesù nel Paraguay (1743): missioni dei gesuiti VS dominio dei conquistadores • In Muratori riformismo religioso e politico si intrecciano in vista del generale miglioramento delle condizioni sociali Della pubblica felicità oggetto de’ buoni prìncipi (1749) • il rapporto fra popolo e principe è fondato su un patto che pone il sovrano-padre alle dipendenze dei suoi molti figli • I principe va educato secondo i principii della ragione e del Vangelo • Concezione del rapporto dominatore-dominato opposta a quella machiavelliana • La gloria personale non deriva più dalla logica di potenza territoriale e militare 3. GIOVANNI BATTISTA VICO • Nasce a Napoli nel 1668. A contatto con i giuristi e filosofi che frequentano la libreria di famiglia. Interrompe la scuola fra il 1675 e il 1678 a seguito di una caduta che gli ha fratturato il cranio. Formazione principalmente da autodidatta • 1686-1695: precettore presso la famiglia Rocca, nel Cilento -> studio della filosofia antica e moderna, dei classici latini e volgari (Tacito e Platone) di 46 103 • 1693-94: si laurea all’Università di Napoli in diritto civile e canonico. • Accademia degli Uniti: si dedica alla poesia italiana, in forma arcadiche, e latina. Vince il concorso per il posto di Lettore d’eloquenza all’Università (fino al 1741) e apre una scuola di eloquenza in casa sua • Orazioni inaugurali: 6 prolusioni latine tenute da Vico tra il 1699 e il 1707 -> pensiero di Bacone • De nostri temporis studiorum ratione (1709): critica al razionalismo cartesiano, che predilige saperi astratti, accantonando quelli più vicini all’esperienza e ostacolando lo sviluppo delle menti dei fanciulli —> formazione umanistica orientata alla “vita civile” a una conoscenza globale della realtà e della cultura umana De antiquissima Italorum sapientia (1710) • Opera pensata in 3 parti, di cui resta solo la prima: Liber metaphysicus • Prosegue la critica al pensiero cartesiano -> cogito ergo sum nega la capacità di fondare la conoscenza in esseri formati da mente e corpo • Cerca di ricostruire, a partire dalle tracce nella lingua, la sapienza metafisica dei popoli italici pre-greci: - verum-factum -> è vero (conoscibile) solo ciò di cui si è causa, ciò che si è prodotto. Dunque solo Dio ha piena conoscenza della realtà • 1710: membro della colonia àrcade di Sebezia —> nello scisma resta fedele alla linea di Crescimbeni • 1713-1716: De rebus gestis Antonii Caraphaei -> biografia del condottiero Antonio Carafa. Riflessione sull’uso della forza al servizio della giustizia: rilegge Grozio (4º autore prefe insieme a Tacito, Paltone e Bacone) • Concorre per la cattedra di diritto romano: Sinopsi del diritto universale (1720) - De universis iuris uno principio et fine uno (1720) - De constantia iurisprudentis (1721) + Notae (1722) ➡ Scienza nuova prima (1725) • Sempre nel 1725, su richiesta del conte Giovan Artico di Porcìa, scrive la sua autobiografia, Vita di Giambattista Vico scritta da se medesimo —> pubblicata nel 1731 con una Aggiunta in cui si tiene conto della Scienza nuova; descrive il suo solitario percorso intellettuale • Scienza nuova seconda (1730) -> riscrittura della prima, ampliata e rivista ➡ 4 serie di Correzioni, miglioramenti e aggiunte (1730-33) —> stesura definitiva dell’opera Scienza nuova terza (1744, pos) • È la storia: - scienza -> perché conosce le leggi eterne del “comune” divenire storico di tutti i popoli gentili - nuova -> perché è la prima volta che viene presentata come scienza • Il metodo (Libro I): enunciazione di 114 «assiomi o degnità» impiegati per illustrare una Tavola cronologica della storia universale dalle origini del mondo alla fine della seconda guerra punica (202 a.C.) di 47 103 • Principio del verum-factum: l’uomo può avere conoscenza solo della storia civile e culturale di cui è artefice. • Per ricostruire i fatti storici è necessario conoscere le circostanze spirituali in cui gli uomini li hanno prodotti, perché la storia è prima di tutto storia dello sviluppo spirituale dell’uomo: l’umanità condivide alcune strutture fondamentali di pensiero che si concretizzano in istituzioni e usanze comuni a tutti (diritto naturale, religione…) • Indagare le più antiche usanze per risalire alle verità originarie —> i testi poetici delle narrazioni mitologiche esprimono il modo in cui i poeti crearono il sapere, i costumi e le istituzioni dell’umanità delle origini. • Omero -> nel Libro III ne nega l’esistenza ma non la realtà storica; è il deposito della antica sapienza greca e dell’espressione della giovinezza dell’umanità • Tre età del singolo = Tre età ideali dell’umanità: 1. Età della fanciullezza - sensi e immaginazione —> età degli dèi: epoca di uomini giganteschi e fortissimi ma stupidi; antropomorfizzazione delle forze della natura e sentimento di realtà come divina 2. Età della giovinezza - fantasia e passioni —> età degli eroi 3. Età della maturità - intelletto —> età degli uomini • Vico si distingue sia dalle teoria arcadiche sia da quelle di Gravina. Vico afferma e difende l’autonomia, la specificità gnoseologica della poesia contro le forme della conoscenza logico- razionale —> «Senso» e «fantasia» danno corpo a un universale fantastico, un’immagine che contiene una verità generale (ES: Achille, in Omero, è immagine del coraggio) • Ogni età/facoltà prevale sull’altra; il progresso dall’una all’altra non è necessario né irreversibile 4. ANTONIO CONTI • Nasce a Padova nel 1677, studia matematica, filosofia, fisica. Approfondisce i suoi interessi in ambito del razionalismo cartesiano durante i fondamentali soggiorni in Francia (1713-15, 1718-26), in Inghilterra (1715-18), in Olanda e Germania (1716) • Idea di cultura transdisciplinare e antipedantesca —> in accordo con Vico e Gravina, assegna alla poesia un cruciale ruolo educativo, sostenendo il valore conoscitivo ed educativo dei miti e delle finzioni che ritiene capaci di ammantare pensieri filosofici. • Apprezzamento per l’apertura tematica della poesia dantesca, scabra ma profonda, da contemperare con le forme purissime, povere di contenuto, di quella petrarchesca. • L’efficacia educativa della poesia passa per la forza della rappresentazione: evidenza o “particolareggiamento” —> influenza dell’empirismo inglese ➡ Il riccio rapito (1724, poi 1740): traduzione del Rape of the Lock di Alexander Pope, capolavoro di galante satira eroicomica delle donne e della nobiltà inglese • Altre traduzioni: Anacreonte, Saffo, Callimaco, Catullo, Orazio, Virgilio; Pope, Racine, Voltaire. 5. FRANCESCO SAVERIO QUADRIO • Nasce a Ponte in Valtellina nel 1695, dal 1713 gesuita, studia a Padova, Modena, Bologna di 50 103 Capitolo 4 — La stagione dell’Illuminismo tra il Veneto e Napoli 2. PIETRO GIANNONE A NAPOLI • Originario di Ischitella (Foggia) si sposta a Napoli per approfondire gli studi letterari, filosofici, giuridici, storici e religiosi -> frequenta l’Accademia de’ Saggi Istoria civile del Regno di Napoli libri XL (Napoli, 1723) • Impronta storica e giuridica. Giannone individua nel periodo medievale il momento in cui ha avuto origine la disastrosa situazione giurisdizionale dei suoi tempi. • Offre un’indagine interpretativa delle vicende del Regno, ponendo particolare attenzione ai cambiamenti delle istituzioni civili. Ne difende l’indipendenza e ne mette in discussione il potere temporale della Chiesa -> attacca i privilegi ecclesiastici • MODELLI: Machiavelli, Sarpi, Ugo Grozio —> La rilettura della storia passata è indispensabile • L’opera viene condannata dalla Chiesa + autore perseguitato -> costretto a fuggire nel 1723 a Vienna. Qui, grazie alla protezione imperiale, riesce a dedicarsi alla scrittura di altre opere, in particolare a una serie di scritti apologetici in risposta ad alcune pubblicazioni contro l’Istoria civile. • Viene arrestato nel 1736 -> stesura della sua Vita. Muore in prigione nel 1748 3. LA CULTURA VENETA: GASPARO GOZZI • Fratelli Gozzi non favorevoli all’adesione alle idee illuministiche, sono promotori di diverse attività di rilievo a Venezia -> Accademia dei Granelleschi (1747-1762): discussioni di natura linguistica, atteggiamento conservatore, difesa della Crusca, di Dante, della lingua trecentesca contro la moda francesizzante. • Gasparo nasce nel 1713. Esordio poetico legato alle opere dantesche e petrarchesche, poi impegnato nelle traduzioni classiche e moderne (testi teatrali) • S’interessa di drammaturgia -> riflessione su un tentativo di riforma verso un teatro borghese. Nei primi anni ’40 mette in scena alcune tragedie (traduzioni e adattamenti): con l’immissione di testi tragici sulla scena veneziana, Gozzi si prefigge di colmare una lacuna • Giornalismo: «Gazzetta veneta» (1760-61) + «Osservatore veneto» (1761-62). La Gazzetta ha come modello lo «Spectator» (1711-12) di Addison, taglio economico a cui si aggiungono novelle sulla vita cittadina e recensioni di spettacoli. L’Osservatore ha una vocazione letteraria. • Culto di Dante: - sommario in terza rima per tutti i canti della Commedia (Venezia, 1757) - Difesa di Dante -> risposta alle accuse di Bettinelli [vedi oltre]. Gozzi prende le difese di Dante a nome dell’Accademia, confutando la visione parziale di Bettinelli e invitando a cogliere il significato dell’opera attraverso un’adeguata contestualizzazione storica. • Sermoni -> editi in tempi diversi dal 1763; il titolo richiama Orazio; costituiti da 18 composizioni in endecasillabi sciolti. Attraverso una satira moralistica trattano le vicende biografiche dell’autore, gli autori tacciati di ignoranza e della decadenza dei costumi coevi. 4. CARLO GOZZI: LA POSIZIONE CONSERVATRICE • Carlo nasce nel 1720. Contrario alle idee illuministiche e all’esterofilia. di 51 103 • Parte importante della sua formazione: rimatori comico-realistici del Quattrocento —> Sonetti del Burchiello del Bellincioni e d’altri poeti fiorentini alla burchiellesca (1757) • Vocazione polemica: Tartana degli influssi per l’anno bisestile 1756 (1757) - un lunario attribuito, fittiziamente, a un amico defunto. Linguaggio burchiellesco, satirico e suddiviso per metri. - Attacca i fenomeni sociali e culturali influenzati dall’Illuminismo -> polemica contro il TEATRO: Goldoni e Chiari ☟ - I due vengono accusati di produzione eccessiva, scrittura non curata e di plagio, ma le vere ragioni sono di ordine etico e ideologico: Gozzi vuole restaurare il teatro, attraverso la recita all’improvviso e il recupero della funzione edonistica dello spettacolo • Continua la polemica a Goldoni e Chiari: Atti degli Accademici Granelleschi (1761) Fiabe teatrali: L’amore delle tre melarance (21 settembre 1761) • Il principe Tartaglia, aiutato da Truffaldino, libera l’amata principessa Ninetta, imprigionata assieme ad altre due ragazze in 3 melarance incantate —> Grande successo, dovuto soprattutto all’impiego del magico e del meraviglioso: l’introduzione di questi elementi, nel contesto del progetto culturale in contrasto con il teatro goldoniano, apparterebbe a una riflessione più ampia sulla effettiva possibilità di conoscenza del reale. • Gozzi affida alla recitazione improvvisata la rappresentazione. Dice di essersi ispirato a Basile e al teatro spagnolo. • Lettura allegorica: riferimenti a Goldoni (mago Celio), reo di eccessivo realismo nelle sue descrizioni, e a Chiari (fata Morgana), che avrebbe impiegato elementi patetici per intrecci tragici Memorie inutili (1780-1797) • Autobiografia con funzione autoapologetica. • È una risposta alla Narrazione apologetica di Pietro Antonio Gratarol, in cui Gozzi offre la sua versione dei fatti in merito alla stesura della commedia Le droghe d’amore, ai riferimenti alla tresca del Gratarol con l’attrice Teodora Ricci Bartoli e alla mancata ascesa al potere del segretario. 5. SAVERIO BETTINELLI • Nasce a Mantova nel 1718, formazione al collegio gesuitico e poi a Bologna, gesuita dal 1738. Insegna retorica e scrive tragedie gesuitiche di ispirazione francese -> Gionata (1744) • Lettere virgiliane - 10 missive che si immagina essere state scritte da Virgilio - Critica la deferenza dei letterati italiani nei confronti degli auctores e propone nuovi modelli poetici: Bettinelli stesso, Carlo Innocenzo Frugoni, Francesco Algarotti - Si scaglia contro le patrie lettere, colpendo segnatamente la poesia dantesca -> polemica con Gasparo Gozzi • Lettere inglesi (1765-66) - si finge che un osservatore esterno parli degli usi e delle lettere italiani, criticandoli - Modelli: Montesquieu e Voltaire di 52 103 - Confronto con la letteratura e la cultura francese: in Francia solo Parigi detta il gusto della Nazione; in Italia ci “sono tante capitali di tante letterature” 6. GIUSEPPE BARETTI • Nasce a Torino nel 1719. Si forma sulla poesia di stampo bernesco, che avrà un peso rilevante sul suo linguaggio poetico (come per Carlo Gozzi). Frequenta i Granelleschi. • 1751-1760 Inghilterra —> apre una scuola e diventa direttore del teatro italiano • Torna in Italia e si dedica alla stesura del periodico «Frusta letteraria» (1763-65): dietro al nome del soldato Aristarco Scannabue, l’autore esprime liberamente giudizi impietosi e polemici nei confronti della letteratura coeva - Lancia le sue invettive contro le mode diffuse e la cultura polverosa - Gli articoli esprimono giudizi taglienti e i toni eccessivi attirano nemici e querele -> censura • 1766, Londra —> Account of the manners and customs of Italy + difesa a Shakespeare (1777) 7. FERDINANDO GALIANI • Galiani nasce nel 1728, studia a Napoli dal 1735. • Della Moneta (1750 [ma 1751]): trattato, pubblicato in anonimo per la giovane età dell’autore, nasce sullo sfondo della situazione economica critica che investe il Regno di Napoli. - giudizio unanime positivo, permette all’autore di uscire allo scoperto - si articola in 5 libri e lo stile è gradevole - Riflessione sull’utilità dell’introduzione della moneta di contro alle celebrazioni dello “stato infelicissimo di natura” nel quale la moneta non veniva ancora impiegata. • 1759-69, Parigi, segretario d’ambasciata : frequenta importanti salotti e conosce personalità di primo piano, come Diderot e d’Alembert —> All’interno di questi ambienti progressisti Galiani mostra un atteggiamento scettico • 1770, Londra: Dialoghi sul commercio dei grani —> Galiani si schiera a favore di una posizione contraria alla fisiocrazia (=agricoltura alla base dell’economia). Scritto in francese, maggiore circolazione 8. GIACOMO CASANOVA • Nasce a Venezia nel 1725. Formazione giuridica e carriera ecclesiastica iniziata poi abbandonata • Dopo una vita errabonda, a partire dal 1790, con il ruolo di bibliotecario nel castello boemo di Dux, inizia a stendere le sue memorie (muore nel 1798) Histoire de ma vie jusq’à l’an 1797 • Coprono l’arco temporale 1725-1774, prima del ritorno a Venezia —> per sua volontà, i racconti si arrestano al periodo che precede la decadenza, prima che la fortuna lo abbandonasse e l’eroe iniziasse ad assumere i tratti di un vecchio. • Le vicende narrate sono presentate secondo un principio di giustapposizione, come un debordante accumulo di istantanee. • I racconti restituiscono un affresco vivace della società dell’epoca, contengono il fascino romanzesco delle avventure. • Sceglie di scrivere in francese -> lingua degli illuministi e dei libertini, più diffusa dell’italiano. di 55 103 • Mirandolina, con la sua vitalità e con un sapiente dosaggio di fascino e vezzi, orchestra la sua schiera di ammiratori (conte di Albafiorita, marchese di Forlipopoli, un cavaliere misogino). Alla fine decide di sposare Fabrizio, il cameriere della locanda. • Goldoni intreccia uno dei suoi più straordinari ritratti femminili e uno sfaccettato quadro sociale, nella descrizione di una borghesia operosa e di una nobiltà quiescente, ma anche nella proposta implicita di una convivenza di Mirandolina con Fabrizio, infrazione che solo le nozze possono sanare 7. IL PASSAGGIO AL SAN LUCA: POLEMICHE E RIVALITÀ • 1752: Goldoni firma un contratto della durata di 10 anni col teatro San Luca di Antonio Vendramin -> più margine di iniziativa • Al posto di Goldoni al Sant’Angelo viene chiamato Pietro Chiari -> aperta polemica sulla questione della verosimiglianza dei personaggi e della verità della loro lingua • La sposa persiana (1753): tragicommedia esotica, in risposta al successo di Chiari • Periodo d’ombra per Goldoni -> visione meno fiduciosa ed empatica: Torquato Tasso (1754) + La buona famiglia (1755) • Il campiello (1756) -> commedia popolaresca. Perplessità tra il pubblico, che non si ritrova in questa declinazione umile • 1757 POLEMICA CON GOZZI: - Rimprovera a Goldoni un atteggiamento ambiguo, con esiti oscillanti tra sentimentalismo e materia umile - Critica la qualità della sua scrittura - Gozzi, di contro, propone opere prive di intellettualismo e di ogni intento di riforma morale, piuttosto caratterizzate da un impianto ludico e da un rinnovato appoggiarsi alla capacità degli attori • Relazione (la sua difesa) con i maggiori letterati del tempo, attraverso le dediche: a Pietro Verri ha dedicato Il festino (1757); a Maffei Moliére (1753); a Metastasio il Terenzio (1758) • Soggiorno a Roma tra 1758 e 59 8. MALINCONIA A TEATRO: GLI ULTIMI CAPOLAVORI • Gl’Innamorati (1759) - tornato a Venezia ma con lo sguardo ancora a Roma: mette in scena una passione accesa che scrive di aver osservato dal vivo nei mesi romani - gioco tutto implicito tra la passione dei personaggi, Eugenia e Fulgenzio, e l’uso di un linguaggio lirico convenzionale calato dentro al recupero di un repertorio della tradizione attoriale • Rusteghi (1760) - Narra l’opposizione tra 4 mariti “rusteghi” e le mogli, che offrono una visione più aperta e intelligente della vita e delle convenzioni in società - Dialetto —> padronanza delle diverse tonalità delle lingua drammatica di 56 103 La trilogia della villeggiatura (1761) 1. Le smanie per la villeggiatura 2. Le avventure della villeggiatura 3. Il ritorno dalla villeggiatura • Si tratta di 3 commedie leggibili autonomamente e da intendere allo stesso tempo come tessere di un quadro complesso sulla “mania” della villeggiatura -> quando la borghesia eredita le vane abitudini della nobiltà • La disillusione goldoniana si ferma solo di fronte ai servi: visione dal basso carica di verità • Tonalità amara, densa di malinconia, ma rifugge l’esito pienamente negativo della rottura dei legami matrimoniali o del fallimento. Le baruffe chiozzotte (1762) • Dialetto chioggiano • Incastri e simmetrie tra le diverse figure di popolani —> Nelle scene di vita quotidiana, Goldoni fa risaltare l’elemento naturale della vitalità, che si coglie nei dialoghi e nell’esplosione delle baruffe • Silenziosa proposta di un ideale alternativo alla dimensione colta -> altro segno di distacco da Venezia ☟ ➡ Una delle ultime sere di Carnevale (1762): commedia con tono autobiografico nella quale il protagonista deve partire per l’estero e in cui si consuma il distacco dal mondo che aveva sempre rappresentato lo sfondo della scrittura e della vita di Goldoni. 9. IL SOGGIORNO FRANCESE E I MÉMOIRES (1762-93) • 1762, viene invitato a Parigi dalla Comédie italienne —> propongono alla pubblico parigino un programma composito, articolato tra testi musicali e testi legati alla commedia dell’arte: la Riforma portata avanti in Italia deve essere accantonata, in nome di un adattamento al diverso sistema culturale • Linea di mediazione su due binari: - da un lato, la proposta di scenari per il pubblico francese -> tessitura semplice e divertiment - dall’altro, l’invio di commedie al Vendramin a Venezia, in parte per rispettare i suoi obblighi, in parte per proseguire la linea di scrittura che non aveva echi in Francia • Travasi e reimpieghi da uno scrittoio all’altro: ES. Éventail, canovaccio francese, dà vita a Il ventaglio, commedia per il pubblico veneziano • Incontri con i principali intellettuali francesi: Voltaire, Diderot, Rousseau 1783-87: composizione dei Mémoires. Articolano la vita di Goldoni in 3 arcate: - Parte prima: infanzia, formazione e giovinezza —> romanzo di formazione; maggiore vivacità - Parte seconda: gli anni della scrittura teatrale a Venezia —> manifesto di poetica; tendenza apologetica - Parte terza: gli anni francesi —> romanzo di viaggio e saggio sui costumi francesi; cronaca a tratti ripetitiva di 57 103 Le ultime due parti sono mirate alla costruzione di un mito; il “romanzo di una vita” offre il supporto a un progetto culturale e ideologico che Goldoni così vuole suggellare. Portano a piena espressione la tendenza autobiografica presente in tutte le opere goldoniane Capitolo 6 — Milano-Europa: l’Illuminismo lombardo 1. ILLUMINISMO E GIORNALISMO • Accademia dei Pugni -> inverno 1761-62, spazio di socialità dove si traducono in territorio milanese le idee elaborate dagli illuministi francesi. Il nome si deve al maestro di cappella Carlo Monza e all’animosità dei dibattiti. - i conti Pietro e Alessandro Verri - i giuristi Cesare Beccaria e Giambattista Biffi - marchese Luigi Lambertenghi - dal 1763 Alfonso Longo e il cugino di Beccaria, Giuseppe Visconti di Saliceto • Prospettiva democratica-liberale • Il «Caffè»: periodico di lingua, letteratura, costume, economia e politica; esce ogni 10 giorni al 1763 al 1766 (74 fogli uniti in 2 tomi). - Ideata con l’intento di promuovere e di spingere sempre più gli animi degli italiani allo spirito della cultura e in particolare all’amore delle virtù, dell’onestà -> «The Spectator» di Addison, in contrasto con la «Frusta letteraria» di Baretti - Cornice del caffè —> consente a Pietro Verri, maestro di cerimonie, di ricoprire ironicamente la figura del caffettiere Demetrio - Presupposto di fondo: svecchiamento civile della società attraverso il superamento del sistema ancien régime e la promozione dell’iniziativa imprenditoriale della classe borghese - Accessibilità e linearità del discorso culturale, scientifico, letterario —> diversi articoli contro la pedanteria linguistica: Rinunzia avanti notaio al Vocabolario della Crusca di A. Verri, divisa in 7 punti, bisogna preferire le idee e le cose alle parole ed è necessario attingere ad altre lingue per arricchire il patrimonio lessicale - Necessità di superare la frammentarietà politica, economica e morale in favore di un’unità civile su scala nazionale -> Della patria degli Italiani di Gian Rinaldo Carli 2. UNA FAMIGLIA NELL’ETÀ DELL’ILLUMINISMO: I FRATELLI VERRI • Pietro (1728-1797) è il primogenito di 4 fratelli, studia filosofia a Parma poi torna a Milano, dove pubblica saggi di economia politica di taglio liberale e ricopre il ruolo di funzionario asburgico su temi di interesse tributario ed economico. • Alessandro (1741-1816) intraprende un viaggio a Parigi tra il 1766 e il ’67, al fianco dell’amico Cesare Beccaria, e poi a Londra e a Roma, dove abita fino alla morte. Diversi esperimenti letterari: traduzioni, drammi e romanzi -> Le avventure di Saffo poetessa di Mitilene (1782) Le Lettere • I viaggi di Alessandro danno inizio al carteggio col fratello Pietro: > 3800 lettere tra il 1766 e il 1797 di 60 103 3. POETA E PROSATORE IN ACCADEMIA • Riapertura dell’Accademia dei Trasformati, per iniziativa e nella casa di Giuseppe Maria Imbonati. Nelle adunanze praticano ironia e satira come mezzo di critica ed educazione morale. L’Accademia è allineata alle istanze di riformismo di Maria Teresa d’Austria • 1754, sacerdozio + precettore a casa del duca Gabrio Serbelloni PROSE • Due polemiche linguistiche: - Lettera intorno al libro intitolato “I pregiudizi delle umane lettere” (1756). Va contro un testo di Bandiera in cui l'italiano del Quaresimale di Segneri viene giudicato poco trecentesco - contro i dialoghi Della lingua toscana (1760) del barnabita Onofrio Branda, che sosteneva l’uso del fiorentino vivo. Al contrario Parini difende la legittimità dell’uso dei dialetti, sia su base naturalistica perché tutte le lingue sono uguali, sia per fini espressivi specifici • Dialogo sopra la nobiltà (1757-1762) —> insensatezza del vanto di una nobiltà di sangue disgiunta da una personale nobiltà di spirito. Inscena un dialogo fra due cadaveri, un nobile e un poeta, accidentalmente finiti accanto. Il nobile, che vantava privilegi anche sottoterra, cambia atteggiamento dopo aver parlato col poeta —> istanza educativa della satira pariniana • Discorso che ha servito d’introduzione all’Accademia sopra le Caricature (1759) - recupera lingua e motivi delle novelle di Boccaccio - è una galleria di ritratti di tipi sociali, nel contesto di un viaggio in India e nella descrizione dei bizzarri costumi degli abitanti. • Lettere del Conte N.N. ad una falsa divota (1761) - romanzo epistolare incompiuto (solo 2 lettere e un pezzo della terza). Un mondano Conte è scelto come consigliere spirituale da una non più giovane Elisa, ora devota. - Intento didattico: il Conte, nella sua prosa sciolta e brillante, smaschera la vanità che le ha fatto scegliere i rigori della vita di pietà☟ - la satira del singolo diviene satira di costume; la satira sul vizio diviene intenzione riformatrice e moralizzante • Discorso sopra la poesia (1761) - testo accademico in cui rivisita l’oraziana mistione di utile e dulce alla luce del coevo riformismo illuminista e d’un’estetica sensista - la poesia non è vano intrattenimento di persone oziose, è piacere universale. Utile è ciò che contribuisce a render l’uomo felice: la poesia è utile perché muovendo passioni può portarci all’aborrimento del vizio e a farci amare la virtù • Discorso sopra la carità (1762) - torna sui doveri dei poeti e letterati: la carità è scorta e maestra d’un letterato, dunque avrà per obiettivo l’utilità e il vero, giungendo così alla gloria duratura —> benefici fatti da uomo ad altro uomo VERSI D’ACCADEMIA E LE PRIME ODI “CIVILI” • Lo studio (1753) + Il teatro (1754) - il primo è il componimento con cui Parini si presentò ai Trasformati - affronta il tema della ragione della decadenza degli studi letterari in Italia, che non si trova nei libri ma nella concretezza della realtà contemporanea di 61 103 - il secondo colpisce solo i nobili convenuti a teatro, il covo notturno di tutte le scelleratezze della classe dominate. • Sopra la guerra (1758) -> dà voce al pacifismo pariniano • L’auto da fé (1761) -> un richiamo alla tolleranza religiosa, facendo riferimento ai roghi di ebrei ed eretici offerti alla plebe spagnola. ➡ nei Trasformati Parini trova l’ambiente giusto per cimentarsi nell’ambizioso progetto poetico delle odi civili -> ideali progressisti: nel riformismo lombardo + nel rinnovo dell’Arcadia • La vita rustica (1757-58) - il tema della libertade agreste è usato per affermare la superiorità morale del produttivo e pacifico ideale fisiocratico (VS mercantilismo) per presentare una nuova figura di poeta libero dai ricatti del potere - loda l’industriosa intelligenza del contadino - INNOVATIVA SCELTA DEL TEMA: volontà di rifiutare l’adulazione dei potenti e di rendere perenni la virtù e il merito di chi si è reso utile a tutti. • La salubrità dell’aria (1758) - contrasto fra città e campagna per affrontare questioni di salute pubblica. Contrappone Bosisio e Milano - sperimentalismo poetico-linguistico: lessico aulico della tradizione letteraria che deve rappresentare la realtà contemporanea nella concretezza e quotidianità di oggetti e problemi - tema dell’aria nel contrasto città/campagna —> puzzo/profumo : enfasi sui sensi 4. LA GRANDE POESIA DEGLI ANNI SESSANTA • Nel 1762 Parini abbandona il servizio dei Serbelloni per uno scontro con la duchessa. Diviene quindi precettore di Carlo Imbonati, figlio di Giuseppe Maria. I preparativi del Giovin Signore: Il Mattino (1763) • Offre un giudizio globale sulla nobiltà lombarda dagli occhi di un maestro d’eleganza e di divertimento: abbandona i toni dell’indignazione e della rivendicazione e costruisce il proprio discorso sull’ironia -> l’edonismo poetico aggrava la netta severità del giudizio morale, sotteso ad ogni frase. • Ironica dedica Alla Moda, a cui si devono gli endecasillabi sciolti e la destinazione dell’opera ai “pacifici altari” —> poesia da toilette, ostentatamente disimpegnata e modaiola. In realtà ha alle spalle poemi cinquecenteschi e settecenteschi per il metro; i classici (Orazio e Virgilio) per lo stile; al Rape of the Lock di Pope per il genere • Base ideologica: Dialogo sopra la nobiltà • TEMA: (dalle Odi) Distacco della società aristocratica dalla natura, fonte di vitalità sana e piena, espressione di una razionalità e moralità oggettive ➡ emblematico inizio della mattinata del Giovin Signore, che, reduce dalla nottata di festeggiamenti, si corica al canto del gallo, il richiamo all’opera di contadini e artigiani. ➡ Preparativi per la comparsa nel bel mondo e per l’accompagnamento della dama di 62 103 • Riflessione sull’amore come costume sociale —> cicisbeismo (uomo che accompagna donna sposata) come segno della corruttela nobiliare. Parini inserisce una favola sull’argomento, Amore e Imene, come ‘riposo’ poetico e dilettevole al lettore. • Conclusi i preparativi, il Giovin Signore si reca a casa della dama, dove passerà il resto della giornata -> scena di sangue sul finale: richiama tutta la distanza che la società ha posto fra nobile e plebeo Miti ed eroi della ragione: le odi dopo Il Mattino L’educazione (1764) • Composta per la guarigione di Carlo Imbonati e dedicata ai principii di una vera formazione umana. • Prima parte: occasione; qualifica l’ode come particolarmente armoniosa; loda il destinatario • Seconda parte: rapporto maestro-allievo è trasposto nell’analogia mitica di Chirone-Achille; l’insegnamento prende i colori della rivelazione di una verità • È una sorta di positivo del Mattino -> Achille-Imbonati rappresenta il concreto investimento di Parini nella formazione di un’aristocrazia illuminata e riformatrice L’innesto del vaiuolo (1765) • in sostegno alla campagna di variolizzazione, ostacolata dalla diffidenza e dall’ignoranza • Pindarico stilistico: frequenti comparazioni, metafore, apostrofi + estensione dei riferimenti geografici • Strofa conclusiva: riconferma la funzione allettatrice e educatrice della poesia illuministica, ma, proclamandola innocente di ogni mistificazione o servilismo, rinvia alla lusinghevole satira del Giovin Signore Il cicisbeo in società: Il Mezzogiorno (1765) • L’impianto formale e ideologico è come quello del primo poemetto, ma si arricchisce di nuovi temi, personaggi e un nuovo movimento in 4 tempi: 1. Arrivo del Giovin Signore presso la Dama 2. Il desinare 3. Il caffè ed il gioco 4. La passeggiata al Corso • Il cicisbeismo e la pittura dei tipi e delle mode della società nobiliare sono le due fila da cui dipendono il poemetto e le due favole: - la prima è inserita quando la Dama si siede a tavola col Cavaliere, ha funzione ‘sociale’: motiva la divisione fra nobili (diletto) e plebe (bisogno) facendo riferimento all’uguaglianza originaria degli uomini infranta dagli dèi con l’invio sulla Terra del Piacere. - la seconda è sull’origine del gioco del tric-trac, suggerito da Mercurio all’amante per assordare il marito geloso e indiscreto, e sferza l’innaturale mancanza di gelosia dei mariti nobili. • Lunga scena del pranzo: sfilata di vari tipi di umani, tutti portatori di tesi e mode presenti nel dibattito culturale coevo. di 65 103 1. Neoclassicismo —> ripresa della classicità in ambito pittorico e scultoreo (Canova e Jacques-Louis David). Si appoggia sugli scritti teorici di Mengs e Winckelmann // recupero della tradizione greco-latina nella prospettiva di una competizione imitativa 2. Romanticismo —> Si appoggia sugli scritti di Burke e Schlegel. Idea del sublime; sguardo al passato inesplorato delle saghe medievali; interpretazione 2. PALCOSCENICO E NARRAZIONE DEL SÉ: VITTORIO ALFIERI • Esperienza del Grand Tour -> teoria politica anti-tirannica e anti-rivoluzionaria (trattati e tragedie) • Innovazioni tematiche: rifunzionalizzazione di impronta classicistica del repertorio mitografico e storiografico greco-latino all’interno dell’endecasillabo sciolto • Innovazioni strutturali: sfrondamento delle linee drammaturgiche barocche; Seneca • Narrazione autobiografica: Vita scritta da esso —> l’autore si rivela a sé stesso e agli altri in quanto individuo borghese che trova la propria realizzazione nella società civile. 3. NEOCLASSICISMO ITALIANO • Tradizione mitologica classica • Vincenzo Monti, Ugo Foscolo, Ippolito Pindemonte, Cesare Arici, Giovanni Fantoni, Aurelio de’ Giorgi Bertola 4. ALLA RICERCA DELLA LINGUA • Dibattito sul codice linguistico nazionale -> Melchiorre Cesarotti, Saggio sulla filosofia delle lingue applicato alla lingua italiana: inarrestabile mutabilità delle lingue • 1806-1811: Crusca veronese, Antonio Cesari, purista -> incrementare il repertorio lessicale italiano attingendo alla lingua delle Tre corone 5. SOTTO IL SEGNO DEL PROGRESSO CIVILE • Sulla maniera e sull’utilità delle traduzione, Madame de Stael -> volgere in italiano opere straniere • Pietro Giordani: fautore di un classicismo linguistico e letterario declinato in chiave progressista -> solo la perfetta padronanza di tutte le corde della tradizione linguistica italiana (contrapposta alle lingue straniere e ai dialetti) può servire alla liberazione socioculturale delle masse. • «Il Conciliatore» (1818-19): le lettere devono servire al progresso dell’intero consorzio civile Capitolo 1 — Vittorio Alfieri 1. UN ARISTOCRATICO CONTRO OGNI DISPOTISMO • Biografia e opera di Alfieri riassume il Settecento -> vede compiersi l’ultimo atto della società di antico regime e il prologo della nuova era borghese • Scrive dalla posizione privilegiata di un nobile -> sviluppa un pensiero politico avverso a ogni forma di tirannide —> tragedie 2. IL GRAND TOUR E I PRIMI ESPERIMENTI LETTERARI • Nasce ad Asti nel 1749. Compie i primi studi con un prete, don Ivaldi, al palazzo del patrigno • 1758-1766, “non-studi” all’Accademia Reale di Torino -> ha modo di accostarsi in autonomia all’Eneide (trad. Annibal Caro), all’Orlando furioso e alle opere di Metastasio e Goldoni (-> opera buffa il Mercato di Malmantile) —> musica come motore per il concepimento di idee da riversare nella scrittura tragica di 66 103 • Non solo musica: teatro di parola —> repertorio francese • 1766, alfiere dell’esercito -> viaggio in Italia in cui conosce i sovrani dei luoghi + Francia + Inghilterra e Olanda (✓ governi democratici) + Germania + Svezia + Finlandia + San Pietroburgo • Inclinazione antitirannica: corte di Maria Teresa; lettura delle Vite di Plutarco; repulsione della cortigianeria di Metastasio. • 1772, rientra a Torino -> caposcuola di un’accademia culturale chiamata Société des Sansguignons [dei Senza-ubbia]: dialogo satirico in francese Abbozzo del giudizio universale - Modelli: Luciano e Voltaire; Lesage; Memorie di Prévost; Essais di Montaigne; La Bruyère - parodia filosofico-libertina -> sottopone al giudizio divino Carlo Emanuele III di Savoia e la sua corte + l’aristocrazia piemontese - destinata al diletto dei membri della Société • Giornali (1774-77): diario intimo composto in due momenti diversi, in francese e in italiano - prima scrittura dell’Io alfieriana - nella prima parte domina il racconto dell’amore tormentato per Gabrielle Falletti di Villafalletto; nella seconda il fulcro è la gloria letteraria • Antonio e Cleopatra (1774, in scena nel giugno del 1775): prima prova drammaturgica - 7 stadi redazionali, dalla prosa (sia in it. che in franc.) al verso - spunto autobiografico: il “serventismo” di Antonio che ricalca quello di Alfieri per Falletti - controbilanciato dal tema universale del potere tirannico 3. TEATRO E POTERE • Dopo lo spettacolo apre gli occhi: giura di imparare l’italiano come un vero uomo d’Italia —> il “ben dire” deve essere perseguito e ottenuto in lingua italiana • Metodo di lavoro dei tre respiri —> ideare, stendere, verseggiare ✓ ideare = distribuire il soggetto in atti e scene, stabilire e fissare i personaggi, segnare scena per scena quel che diranno e faranno ✓ stendere = le scene vengono riempite dialogizzando in prosa ✓ verseggiare = non solo porre in versi quella prosa, ma anche individuare i migliori pensieri dal primo getto • 1775, Cesana (Val di Susa): si dedica alla riscrittura in italiano di due stesure francesi, il Filippo e il Polinice; legge Dante, Petrarca, Ariosto, Tasso, la Tebaide di Stazio. • Filippo —> vi lavora a più riprese (4 versificazioni), distaccandosi gradualmente dalla fonte, il Don Carlos di Sanit-Réal, nella connotazione antitirannica e libertaria assunta dal figlio di Filippo, Carlo. Lessico di impronta sempre più dantesca. • Polinice —> verseggiato a Pisa nel 1776 poi riverseggiato nel 1781; direttamente collegato alla lettura della Tebaide; tragedia imperniata su due figure negative: Eteocle (frat. di Polinice e tiranno di Tebe) e lo zio Creonte, aspirante al trono. A differenza degli altri modelli, Polinice in punto di morte continua a perseguire la sudditanza al fratello, che lo uccide. • Antigone —> 1777 e 1781; prima tragedia interamente italiana; serbatoio mitografico tebano ma con l’accento sulla protagonista femminile • Agamennone e Oreste (stese 1777, vers. 1778, rivers 1781) di 67 103 - Seneca + Ars poetica di Orazio - Agamennone: incentrata sulla malsana passione di Clitennestra per Egisto, in Ag. vengono meno i connotati tirannici in favore di quelli positivi di padre - Oreste: si rifà all’omonimo dramma di Voltaire, rispetto al quale ritiene di aver ottenuto una maggiore essenzialità nella costruzione dei rapporti tra i personaggi • Firenze: relazione con la contessa Louise Stolberg d’Albany + 1778 dona tutti i beni alla sorella Giulia in cambio di una rendita —> poeta «spiemontesizzato» e «disvassallato»: indipendente dai Savoia per la pubblicazione dei propri scritti • Le “Tragedie di libertà” (1777-82) - Virginia -> storia romana - Congiura de’ Pazzi -> storia moderna - Timoleone -> scontro tra libertà e tirannia, idea di eroicità bifronte che può essere ugualmente volta in positivo o negativo • Fase successiva: disegni di trama più complessi - Don Garzia (1776, 1778, 1779 e 1782)* - Etruria vendicata (inizialmente Il Tirannicidio)* ** ciclo antimediceo - Maria Stuarda - Rosmunda - Ottavia • 1780: segue Louise a Roma, poi a Napoli e infine di nuovo a Roma nel 1782 -> Accademia dell’Arcadia Saul (1789, Didot, Parigi) • tiranno biblico, eroe contraddittorio, tormentato dalla perdita del potere e dall’avvento della vecchiaia, da sentimenti contrastanti per David e per i figli: si tratta di un eroe tirannico che attiva il meccanismo di identificazione dello spettatore in forza della sua complessità emotiva. • Marzo 1782: si decide a dare una forma letteraria all’”invasamento” procurato dalle letture bibliche di quel mese. • IDEA: Due carte manoscritte con il sommario delle singole scene e l’elenco dei personaggi. Nella STESURA (aprile) sono già presenti i dialoghi; nella VERSIFICAZIONE autografa (luglio) si riconoscono 2 strati di varianti, di cui il secondo è una vera e propria revisione. Intervento correttorio tra il 1786 e il 1788 • La tragedia si concentra sulle ultime ore di vita di Saul prima del suicidio. ANTEFATTO: Saul, primo re d’Israele, disobbedisce a Dio tanto da indurlo a incoronare in segreto il pastore David. Mosso da invidia Saul scaccia David da Israele, che ritorna per aiutare il suo popolo nella guerra contro i Filistei -> si apre il I atto. • Dedica il testo al papa (-> non può accettare la dedica -> querelle dalla fine del ‘700 sull’immoralità del teatro) • 1783, Stampa senese delle sue tragedie —> ricomincia a viaggiare per l’Italia, in Inghilterra, in Alsazia ⇣ • Agide e Sofonisba (1786) di 70 103 Le Satire • 17 satire composte tra il 1792 e il 1797, stampate pos. nel 1806. Crudele ma divertente condanna morale in terzine al secolo che si sta chiudendo • Prende di mira i cicisbei, la monarchia, la classe nobiliare, la massa, la borghesia, le leggi e l’istruzione, l’anticlericalismo illuminista, le mode, il colonialismo, la massoneria, il genere maschile nel suo insieme —> Liquidazione poetica e pessimistica di un intero sistema che si regge sull’ipocrisia. Il Misogallo • 1793-1798 -> prosimetro satirico composto da liriche e prose antifrancesi • Pubblicato postumo nel 1814 per ragioni di prudenza politica • Manifesta la fede antirivoluzionaria, abbassando i francesi al rango animale (“Galli”) Le commedie (1800, 1801-03, 1806-07) • Tetralogia comica dedicata alle diverse forme di governo - L’Uno -> la tirannide - I Pochi -> l’oligarchia - I Troppi -> la democrazia - L’Antidoto -> monarchia costituzionale • La tetralogia è il risultato di un orientamento costituzionalista maturato negli anni Capitolo 2 — Vincenzo Monti 2. DALLA ROMAGNA ALLA ROMA DI PIO VI: LA CARRIERA DI UN POETA • Nasce nel 1754 nelle Alfonsine (Ravenna). Formazione seminariale (testi biblici e classici latini). Studia a Ferrara prima legge poi medicina, si avvicina alla poesia prima di argomento religioso con Varano e Minzoni, poi amoroso con Savioli. • 1775: Accademia dell’Arcadia —> Visione di Ezechiello (Ferrara, poi Parma, 1776) è il primo dei lasciapassare poetici: la dedica a legato pontificio ferrarese Scipione Borghese gli valgono l’entrata nella società letteraria romana • 1778, Roma, si promuove politicamente e poeticamente -> segretario del nipote del papa; pubblicazione del Saggio di Poesie (’79) + canzonetta La prosopopea di Pericle (’79) + poemetto in terzine La bellezza dell’universo (’81) —> celebra la magnificenza della Roma di Pio VI • Al principe Don Sigismondo Chigi + Pensieri d’amore (1783) —> dittico ideale scritto in occasione della passione per Charlotte Stewart. Sviluppa poeticamente le suggestioni date dalla lettura francese dei Dolori del giovane Werther. • Al signor di Montgolfier —> canzonetta in settenari in cui Montgolfier viene celebrato come il pilota della nave Argo. Riferimenti mitologici per celebrare il progresso epocale • Feroniade —> incompiuto poema in endecasillabi sciolti: è il primo ampio progetto segnato dall’incompiutezza, scritto in occasione della tentata bonifica delle paludi pontine • Alcune prove tragiche: Aristodemo e il Galeotto Manfredi di 71 103 • In morte di Ugo Bassville (1793) — la Bassvilliana - Cantica di 4 canti in terzine dantesche, incompleto - Episodio della morte del messo francese Ugo Bassville il 14 gennaio ’93 in seguito ad aggressione popolare —> Viaggio dell’anima di Bassville - MODELLI: Dante (tema, lessico, similitudini), Ariosto (locuzioni e immagini) • Progressivo avvicinamento alla causa giacobina —> Milano (1797), ma è costretto a fuggire subito a Parigi, dove resterà fin dopo la battaglia di Marengo (14 giugno 1800) 3. MILANO-PARIGI-MILANO: LA CONSACRAZIONE • Risposta a Francesco Salfi sul «Termometro politico» del 12 luglio 1797: espone le ragioni che lo hanno portato alla composizione della Bassvilliana -> cautela politica volta a occultare l’amicizia con Bassville e la sua adesione alla Rivoluzione. • 1797, progetto di distanziamento politico della Bassvilliana: Il Fanatismo e La Superstizione (cantiche anticlericali in terzine), il Pericolo, Il Prometeo -> poemetto in endecasillabi sciolti che attribuisce scopertamente a Napoleone la missione civilizzatrice incarnata dall’eroe simbolo del progresso umano. • Grande capacità di adattamento e adeguamento al mutamento politico ☟ ➡ La Musogonia: stampato a Roma nel 1793 in 2 canti, interrotto; contaminazione di immagini e fonti della tradizione classica. Il testo viene più volte rifunzionalizzato: lo ripubblica a Venezia nel ’87 in 1 canto solo, modificando o eliminando i passaggi antifrancesi e sostituendo all’esaltazione finale dell’imperatore austriaco quella di Bonaparte; nel 1826 deve invece occultare in molti passaggi l’inclinazione filofrancese. • La Mascheroniana: figura di Lorenzo Mascheroni, matematico e poeta bergamasco. Cantata in terzine dantesche su modello della Bassvilliana. ✴ visione laica, cambio di prospettiva: durante il triennio giacobino Monti intende ritrattare i versi antirivoluzionari, ma dopo Marengo vuole iscriverli in una polemica interamente definitiva nell’avversione al radicalismo del Terrore. —> Caio Gracco: tragedia riformista e patriottica edita a Milano nel 1802 • 1804 e 1805: diventa poeta del governo italiano e poi istoriografo del Regno d’Italia sotto Napoleone —> serie di componimenti celebrativi, il cui apice è rappresentato da: ➡ Il Bardo della Selva Nera (Parma, 1806, i primi 6 canti), incompiuto - sperimentalismo metrico: endecasillabi sciolti alternati a strofe chiuse (canti I-IV) e ottave (V-VIII) - sperimentalismo delle immagini: imprese napoleoniche calate in un’atmosfera brumosa e sublime, con riferimenti alla mitologia germanica ➡ Iliade (1810 / 1812 a Milano / 1825 Brescia) - traduzione in endecasillabi sciolti, condotta a partire da quella italiana di Cesarotti e da quella latina di Samuel Clarke. - Lavoro a più mani che coinvolge le competenze linguistiche dell’archeologo Ennio Quirino Visconti, del greco Andrea Mustoxidi e dei letterati Urbano Lampredi e Luigi Lamberti. di 72 103 - Volontà di cantare epicamente il bellicismo napoleonico secondo la grammatica del neoclassicismo 4. IL PERIODO ASBURGICO: TRA LINGUISTICA, FILOLOGIA E POESIA • Riconfermato dopo la Restaurazione come poeta cesareo sotto la dominazione austriaca: Il mistico omaggio (1815) e Il ritorno di Astrea (1816) • Sodalizio con il marchese liberale Gian Giacomo Trivulzio -> cerchia di letterati: laboratorio di filologia sui testi della tradizione (Dante, Poliziano). • Sermone sulla mitologia -> poemetto sulla fedeltà alla mitologia VS romantici 5. MONTI E LA QUESTIONE DELLA LINGUA PRO E CONTRO IL PURISMO • 1806-11, «Crusca veronese» -> Antonio Cesari aggiunge nuovi lemmi al Vocabolario. Nel 1808 esplicita il suo operato teorico in una Dissertazione: il canone di riferimento sono tutti i testi del Trecento, non solo letterari. ➡ Purismo —> vuole ripristinare una supposta puritas linguistica, la lingua toscana del Trecento. Si tratta di una risposta alla diffusione di francesismi e forestierismo. CHI è purista? Carlo Botta, Luigi Angeloni, Francesco Villardi, Giuseppe Pederzani • Risposta di Monti contro il purismo -> 3 dialoghi (1812-14) pubblicati su «Il Poligrafo», insistono sull’assenza di distinzione all’interno della Crusca veronese tra arcaismi e lessico dell’uso LA PROPOSTA: PER UN NUOVO CLASSICISMO LINGUISTICO • Proposta di alcune correzioni ed aggiunte al Vocabolario della Crusca, edita in 6 tomi per un totale di 3 volumi tra il 1817 e 1824 + un volume di Appendici nel 1826 • Il principio guida è l’antimunicipalismo: il valore dei vocaboli deve essere universale. Monti accetta che il toscano sia l’eccellenza dei dialetti italiani, ma è pur sempre dialetto, lingua di municipio e non di nazione. • L’esame minuto dei lemmi del vocabolario è intervallato da inserti dialogici, lettere, recensioni di edizioni critiche, interventi teorici degli esponenti della cerchia trivulziana: Gherardini e Grassi, Giulio Perticari, Lancetti, Pietro Giordani, Giovanni Antonio Maggi, il magistrato trentino Paride Zajotti (ponte con l’establishment austriaco) • Nell’esame vengono stigmatizzati lemmi inesistenti, scorretti, inventati, ma soprattutto idiotismi fiorentini. Aggiunte: composti greco-latini, termini tecnico-scientifici, coniazioni neologiche di contemporanei come Parini e Bentivoglio Capitolo 3 — Classicismo e Romanticismo 1. PRIMA DELLA POLEMICA CLASSICO-ROMANTICA: MELCHIORRE CESAROTTI • Nasce a Padova nel 1730, formazione al seminario -> traduce testi dal greco antico e dal francese (Voltaire). Ottiene la cattedra di retorica, greco ed ebraico: influenza sui suoi allievi - Il Capro - Il Frullone della Crusca e Giambattista Gelli - Il Dottor Quaranzei, e il Compare Trenta-prusor-uno di 75 103 • 1824: viene scacciato dal ducato piacentino per mire indipendentiste, si sposta a Firenze, ma anche da lì viene scacciato nel 1830, sempre a causa di attività antiaustriache. Sconta 88 giorni di carcere a Parma —> avversione per il potere ➳ padre spirituale per le generazioni successive 3. «IL CONCILIATORE» E L’AFFERMAZIONE DEL ROMANTICISMO • 1818, Milano, tipografia Ferrario. Porta la didascalia “Foglio scientifico-letterario” • Esce bisettimanalmente su carta azzurra —> Luigi Porro Lambertenghi e Federico Confalonieri: promotori di un programma nazional-liberale in funzione antiaustriaca, nei loro salotti si riuniscono personalità di spicco dell’ambiente culturale più all’avanguardia, italiano e non. • I due nobili e due dei redattori, Silvio Pellico e Pietro Borsieri, saranno condannati • Il Programma —> firmato da Borsieri, sono enunciate le mire concrete di giovamento all’utile pubblico del qui ed ora (-> Il Caffè) e di rottura del giogo austriaco attraverso la creazione di una classe dirigente emancipata, avveduta e colta —> piano di educazione della borghesia milanese nei diversi ambiti di sviluppo della società, nonché nel teatro e nel romanzo. • Testi programmatici per il versante letterario -> Visconti e Berchet • Intorno all’ingiustizia di alcuni giudizi letterari (Ludovico di Breme, 1816): ribadisce l’eccellenza della tradizione letteraria nazionale perché bisogna rendersi conto di come al di là delle Alpi la discussione classico-romantica sia affare più civile e nazionale che letterario. • Censura del periodico + convocazione da parte della polizia di Silvio Pellico -> chiusura del periodico nel 1819 • 1820: il redattore Giovanni Berchet si iscrive alla società segreta della Carboneria; nel ’21 scappa a Londra, in Belgio, torna a Milano nel Cinque Giornate; muore a Torino nel 1851. ➡ Lettera semiseria di Grisostomo al suo figliolo - Composta a partire dalle considerazioni attorno a due ballate romantiche tedesche - Propone una riflessione sulla relazione tra produzione letteraria e pubblico borghese - Espediente del pedagogo che espone al figlio le teorie estetiche romantiche -> giunge poi all’ironica palinodia finale in cui lo ammonisce a tenersene alla larga - Individua un nuovo destinatario: il “popolo” della classe media, tra analfabeti e dotti Silvio Pellico • Autore di 2 tragedie, Laodamia e Turno, della Francesca da Rimini (’15) e del romanzo storico incompiuto Cola di Rienzo, approda alla narrazione memorialistica in ragione delle sue vicende biografiche: l’arresto, il carcere, il trasferimento in Moravia. Torna a Torino nel 1830. Le mie prigioni (Torino, 1832) • La prima ed. ha 99 capitoli di 2-3 pag ciascuno —> connotazione frammentaria ma essenziale degli episodi • Traduzioni in francese, tedesco, inglese, bulgaro —> Pietro Maroncelli (compagno di prigionia) scriverà un’Introduzione biografica e alcune Addizioni che saranno stampate nell’ed. francese, senza l’accordo di Pellico • Il testo si concentra sull’esperienza carceraria nella cifra intimistica di una reclusione tutta interiore a sua volta chiusa dentro al perimetro della prigione di 76 103 • Sostegno della fede cattolica: la religione permette di sublimare a livello trascendente gli ideali patriottici di giustizia, di virtù personale e di uguaglianza sociale condivisi dagli indipendentisti ➡ lettura spirituale della lotta politica • Lingua: semplice, paratattica, la calma distaccata e analitica del racconto si alterna alla presa diretta di vivide istantanee —> romanzo potentemente antieroico Epoca 9 Introduzione 1. IMMAGINARE E COSTRUIRE LA NAZIONE • Napoleone e successiva costituzione delle due repubbliche, Cisalpina (1797-1892) e “Italiana” (1802-1805); sconfitta di Waterloo • “Dio me l’ha data e guai a chi me la tocca” sul Duomo di Milano -> per gli scrittori nati tra gli anni ’70 e ’80 incarna un vero e proprio mito classico • Immaginario collettivo: Napoleone “padre della patria”, fino a celebrarne la morte come un’occasione di redenzione e di vittoria della Fede • QUESTIONE LINGUISTICA: la dipendenza dalla Francia sollecita la prima poesia patriottica nazionale, ma la formazione illuminista (quindi filofrancese) permette a Manzoni di dare alla nazione immaginata i tratti di una rivoluzione di liberi, uguali, fratelli -> nazione = comunità letteraria, tradizione culturale 2. CLASSICISMO, ERUDIZIONE, PATRIOTTISMO • Foscolo —> prima soldato, intreccio tra letteratura e politica, lavoro erudito per procacciarsi uno status intellettuale • Classicismo di Foscolo: concezione vichiana della poesia, affida a essa il riscatto da un materialismo insufficiente a contenere le nuove istanze spiritualiste e si proietta nel passato in comparando la più alta poesia primitiva. • Esule greco approdato nella Venezia del tiranno, FIRENZE è il nuovo approdo salvifico, la patria letteraria che riscatta l’illusione della nazione reale in una federazione di spiriti eletti, capaci di affidare alla bellezza e alla grazia una funzione civilizzatrice e consolatoria —> se la patria non può esistere in terra, esisterà nelle lettere 3. LA LINGUA DI UNA CITTÀ E LA LINGUA DELLA NAZIONE • Manzoni —> fiorentinità normativa —> il modello è il fiorentino d’uso, la lingua parlata • Tommaseo —> contro la piemontesizzazione politica e il monolinguismo toscano (NO alla popolarizzazione della lingua della Quarantana). Guarda indietro ad una letterarietà squisita, decadente, estetizzante -> unisce letteratura popolare e sentimentalismo morboso e religioso, in una rivalutazione della dimensione popolare che non cercava di trovare la norma comune ma enfatizzava le differenza tra gli idiomi 4. ROMANTICISMO EUROPEO: I LETTERATI ITALIANI IN DIALOGO CON L’EUROPA • Sturm und Drang arriva tardi, sollecitato da M.me de Staël —> frattura tra classicisti e innovatori: diviso geografico-antropologica che vede polarizzati i popoli greco-latini e quelli nordici dei miti. • Due comunità culturali: - la Sala rossa di via Morone, a casa Manzoni, collaborativa e aperta di 77 103 - la biblioteca di Recanati, autoctona e rinchiusa nel passato classico • Ippolito Nievo —> l’apertura europea tanto più si affievolisce quanto più lo Stato italiano prende forma: strada nuova per il romanzo storico, la poesia sentimentale. FOnda una narrativa campagnola che vuole essere atto di denuncia sociale, prosecuzione della lotta politica sotto altri e meno pericolosi mezzi: penne fucile per lo stesso scopo 5. VERSO IL MODERNO: UNA POESIA FILOSOFICA • LEOPARDI -> comincia il suo percorso letterario immaginando la Nazione ma nella veste di un’idea non incurabile nella storia -> se la lingua vuole rifondare la poesia si deve allontanare dalla forma corrente, farsi lontana e evocatrice • Potenza espressiva della classicità per traghettare la poesia “nazionale” nella modernità • Poesia dalla sorprendente capacità immaginativa, fonte di riscatto e di scoperta dell’«infinita vanità del tutto» ma anche di una strenua resistenza alle lusinghe del progresso • Centralità dell’autore (Romanticismo) • Temi: riflessione sull’uomo, Natura, felicità, dolore. Modi: asistematici, rapsodici, frammentari ➡ Prosa —> narrazione senza trama ➡ Poesia —> libera da struttura e metro, dialoga con la poesia straniera moderna Capitolo 1 — Ugo Foscolo 1. LO SPIRITO GUERRIERO E LE LIBERE CARTE • Due componenti mai disgiunte: attiva, militare, passionale // contemplativa, mitopoietica • Quella militare lo costringe spesso a cambiare città: Zante, Firenze (città della lingua scelta e amata e dei sepolcri illustri), Milano (rissosa, napoleonica), poi l’esilio in Svizzera e in Inghilterra • Animo impulsivo e passionale 2. UNA FORMAZIONE POLICENTRICA E AUTONOMA • Nasce Zante (isola greca sotto dominio veneziano) nel 1778; riceve i primi rudimenti di latino greco classico a Spalato. Dopo la morte del padre (1788) segue un periodo brusco per la famiglia, che terminerà con il loro trasferimento a Venezia (1793) • Riprende gli studi e frequenta gli ambienti intellettuali delle nobildonne Giustina Renier Michiel e Isabella Teotochi Albrizzi -> Ippolito Pindemonte, dedicatario dei Sepolcri • 1794, primo progetto poetico: Raccolta Naranzi —> silloge manoscritta di 41 liriche, oggi perduta, pubblicata nel 1831 - tripartita in Inni ed elegie; Anacreontiche e canzonette; Odi - argomento amoroso, lessico arcadico • 1796, Padova —> individua in Melchiorre Cesarotti il “Poeta della nazione”, dunque inizia a studiare con lui all’ateneo patavino ➡ Piano di studi, diviso in due sezioni 1. Morale, Politica, Metafisica, Teologia, Storia, Poesia, Critica, Arti e Scoltura -> letture dalla Sacra Scrittura a Goethe, passando per la classicità e la poesia italiana della tradizione e contemporanea di 80 103 • Dedica ed. D a Niccolini —> rifiuta le proprie precedenti pubblicazioni, a marcare l’esaurimento dell’illusione del classicismo repubblicano -> si affida al sonetto, metro tradizionale per eccellenza: sapiente uso dell’enjambement • Disposizione non casuale dei sonetti -> dialogo dei microtesti tra loro + relazione col macrotesto Le odi • Pariniane -> la bellezza e le doti delle amiche sono cantante ricorrendo a riferimenti mitologici • La prima, a Luigia, è composta da 18 strofe di 6 settenari rimati; la seconda da 16 strofe di settenari chiuse da un endecasillabo —> ripresa la forma della canzonetta settecentesca, riempita di immagini e stilemi neoclassici. • iperbati, anastrofi e perifrasi onomastiche • Il libro si chiude con l’amara constatazione della chiusura di un secolo: speranza di un avvenire realmente democratico e libertario. 6. DEI SEPOLCRI E L’ESPERIMENTO • Carme di 295 endecasillabi sciolti QUADRO STORICO • giugno 1804-maggio 1806: capitano di fanteria dello Stato maggiore della Divisione italiana in Piccardia e nelle Fiandre. Tappa a Verona da Pindemonte: a quell’altezza aveva scritto il primo di 4 canti in ottave di un poema sepolcrale • A luglio protesta all’amico di non avere tempo di dedicarsi alla poesia, troppo impegnato nella traduzione del Commentario della battaglia di Marengo —> l’idea di un poema sepolcrale era già stata concepita: settembre 1806 completa un’epistola sui sepolcri • 3/10/1806 decreto Della polizia medica -> obbligo di seppellire i cadaveri fuori dalle mura. • Stampa del carme a dicembre del 1806, pubblicato nel 1807 —> strategia con cui Foscolo ‘brucia sul tempo’ Pindemonte, assicurandosi il primato nell’elaborazione di un tema attuale e inattuale: quello delle sepolture e del culto dei morti. MODELLI TEMATICI • Inglesi: Parnell, Younh, Grey e Hervey // francesi: Legouvé e Delille • De sepulcris Hebraeorum, Johann Nicolaj • Cimiterj, Giambattista Giovio (1804) -> si sofferma sull’inopportunità delle sepolture indistinte • Filtro dello storicismo vichiano: in un orizzonte laico Foscolo introduce coerentemente il culto dei morti a favore dei vivi —> funzione storica e civile dell’ammaestramento dei popoli • Lettera XXV dell’Ortis: rispecchiamento natura/spirito all’insegna della tranquillitas animi, le lacrime ➡ Funzione civile = funzione politica quando ad essere onorati con sepolture dignitose sono gli uomini magnanimi —> paradigmi etici per tutti STILE e LESSICO • Inventa un sistema di transizioni: riprende e attualizza un andamento ragionativo ravvisabile nelle odi di Pindaro • Parole non presenti nel lemmario della Crusca + parole presenti solo con esempi in prosa ma certificate da un “canone” ristretto di poeti: Monti, Parini, Alfieri, Cesarotti, Caro, Tasso STRUTTURA ARGOMENTATIVA di 81 103 • Il sepolcro è utile per nutrire gli affetti di chi rimane, nei quali il defunto continua a vivere • L’editto di Saint-Cloud nega questa funzione —> l’istituzione dei riti funebri dunque è passaggio imprescindibile per la transizione dalla condizione di belve a quella di civili • Sepolcri di Santa Croce: le tombe dei grandi possono accendere l’animo del poeta • Ricordo degli eroi senza sepolcro: sopperisce il canto del poeta —> la poesia, con la sua valenza eternatrice, edifica il sepolcro migliore L’esperimento di traduzione dell’Iliade di Omero • Avviato nel 1806 insieme a Monti e Cesarotti, terminato nel 1807 • Scrive Intendimento del traduttore, poi traduce in sciolti il primo canto. • Il volume è chiuso da 3 Considerazioni • Dittico coi Sepolcri —> scuola neoclassica di Foscolo e Monti 7. LA CATTEDRA E IL PALCOSCENICO • 1808: nominato con decreto vicereale professore di Eloquenza latina e italia all’Uni Pavia • 5 lezioni + orazione sull’Origine e i limiti della giustizia + Prolusione Dell’origine e dell’ufficio della letteratura (1809) —> idea di coincidenza fra teoria e prassi, della postura etica dell’intellettuale impegnato totalmente opposta all’intrattenimento a tempo perduto. Storiografia contemporanea • Ajace (1811) —> dramma ‘a chiave’. Agamennone = Napoleone; Aiace = generale Moreau; Ulisse = ministro Fouché; Calcante = Pio VII. Critica trasparente e forte al potere costituito 8. FIRENZE • 1812, Firenze -> cerchia della contessa d’Albany e di Alfieri. Rimette mano a progetti lasciati in sospeso: Viaggio sentimentale di Yorick lungo la Francia e l’Italia (1813), traduzione letterale di Sterne —> molta Crusca, Vocabolario cateriniano di Girolamo Gigli, Crusca veneta, Osservazioni grammaticali del Cinonio • Notizia intorno a Didimo Chierico (in calce all’ed del Viaggio del 1813) —> (auto)biografia di una controfigura ortisiana in 15 brevi capitoli. Didimo è il rovesciamento scettico e ironico di Ortis e di Foscolo, un erudito alessandrino ma allo stesso tempo antipedante Le Grazie • Idea risalente al 1808. Nel 1812 compone la Prima redazione dell’inno, poi rimaneggiata nel 1813 nella Seconda redazione. Si stacca dall’idea iniziale di un progetto dedicato a Canova e inizia a pensare a un inno in tre parti dedicate a Venere, Vesta, Minerva. • La tragedia Ricciarda viene inviata alle autorità del Regno insieme a un estratto dell’inno terzo del carme (Versi del rito) -> approvazione della censura per entrambi • Riordina il materiale poetico dei tre inni su un quaderno, il Quadernone. Mobilità e rarefazione testuale • TEMI e strutture nascoste: tradizione della Musogonia di Monti e dell’Urania di Manzoni, ma frutto della riflessione foscoliana sul bello e sull’arte (=divinità greche) e sulla loro funzione civilizzatrice e consolatoria -> motivo patriottico e politico + valore sociale della parola poetica 9. UNO SGUARDO DA UN ALTRO PIANETA: L’ESILIO di 82 103 • Novembre 1813: capitano aggiunto allo Stato maggiore. Cerca l’appoggio del neogovernatore austriaco Bellegarde: gli affida l’elaborazione programmatica di un nuovo periodico filogovernativo —> Parere sulla istituzione di un giornale letterario in 3 paragrafi: corruzione morale dell’élite colta + letteratura come mediatrice fra ragione di stato e passioni del popolo. • Invece di prestare giuramento agli austriaci scappa a Lugano nel marzo 1814. • Ortis 1816 —> Pubblicata a Zurigo ma con dicitura ‘Londra’. Lettera del 17 marzo: rifusione dei temi antinapoleonici contenuti negli incompiuti discorsi Della servitù dell’Italia + aggiunta della Notizia bibliografica di taglio apologetico e di tono didimeo • Sempre nel 1816 pubblica in 3 esemplari non venali (per amiche) i Vestigi della storia del sonetto italiano dall’anno MCC al MDCCC, agile silloge di 26 sonetti • Hypercalypseos liber singularis (Zurigo 1816, indicato Pisa 1815), sotto Didimo Chierico —> satira in versetti latini della società letteraria milanese, scritta nel 1811. Accompagnato da una Clavis in cui vengono sciolte le allusioni interne. - ironica professione di anticulturalismo rivela l’altissimo valore attribuito alla cultura e alla politica —> nell’impossibilità di coltivarle liberamente, l’alter ego foscoliano scegli di rifugiarsi in un volontario esilio —> settembre 1816, LONDRA • Ortis 1817: ultima edizione rivista dall’autore. - materiale epistolare bipartito, preceduto da una Notizia più breve rispetto a quella di Zurigo e seguito da un’appendice intitolata Alcuni capitoli del Viaggio sentimentale di Yorick estratti dalla traduzione italiana di Didimo Chierico - Cornice didimea, quasi a distanziarsi dalla monoliticità tonale delle epistole • 1818: intensa attività pubblicistica -> scrive per la Edinburgh Review, la Quarterly Review… • + attività di critico —> Essay on the Present Literature of Italy (1818) e Essays on Petrarch (’21) • 1822: unica stampa d’autore di un estratto dell’inno alle Grazie -> all’interno del catalogo della collezione di scrittura neoclassica del duca di Bedford. • 1824-25, Epoche della lingua italiana -> disegno coerente di una storia linguistica italiana in 6 epoche, dalle origini alla fine del Cinquecento (-> è inutile spingersi oltre): è finalizzato a dare un’interpretazione politica della condizione italiana a lui contemporanea. • 1844 Lettera apologetica —> dolorosa rimeditazione in forma apologetica delle polemiche milanesi del 1810-11. Foscolo è letto come l’eroe perseguitato politicamente e costretto all’esilio (->Dante): importanza modellizzante per la narrazione identitaria del patriottismo risorgimentale • 1827, muore Capitolo 2 — Alessandro Manzoni (1785 - 1873) 1.MILANO, PARIGI, EUROPA: MANZONI INTELLETTUALE EUROPEO • Ha messo la letteratura italiana al pari di quella europea —> soggiorni a Parigi: riesce a innestare idee dell’Illuminismo e della Rivoluzione francese e il riformismo politico e culturale milanese (nonno Beccaria) nel nuovo clima romantico. di 85 103 • Aprile 1814 —> scritto di getto dopo aver assistito al massacro del 21 aprile perpetrato dalla folla al ministro delle finanze del Regno, Giuseppe Prina: repulsa per l’irrazionalità della folla. - MODELLO: canzoni politiche di Petrarca. Scrive questo inno per sollecitare la delegazione italiana inviata a Parigi a chiedere l’indipendenza dopo la sconfitta di Napoleone. • Il proclama di Napoli (1815) —> di uguale impegno politico, scritto a seguito dell’emanazione del proclama di Murat, che auspicava una sollevazione contro gli austriaci ->sinceri spiriti unitari 6. RIFORMARE IL TEATRO E RISCRIVERE LA STORIA Il Conte di Carmagnola (1816-19) • Riforma del teatro: la tradizione classica e mitografica di Alfieri va sostituita con il modello di Shakespeare —> migliore unione di vicende storiche e introspezione psicologica • Rispetto del vero -> le unità aristoteliche non possono più essere seguite. SOLO AZIONE • Espone tutto nella Prefazione: lo spettatore non percepisce l’inverosimiglianza a causa della differenza dei tempi e luoghi della tragedia rispetto ai propri, ne vede l’unità data dalla coordinata unione delle parti. • Analisi “spassionata” delle passioni per adempiere al fine didascalico e morale dell’arte • Solo una storia verosimile permette all’ideologia dell’autore di non prevaricare nella rappresentazione —> “cantuccio” per l’autore: CORO che commenta le azioni. • VICENDA: Serenissima e Ducato di Milano, XV secolo. (ATTO 1) Francesco di Bussone conte di Carmagnola, caduto in disgrazia a Milano, è passato alla Serenissima, comanda l’esercito contro gli antichi padroni nella battaglia di Maclodio. (ATTO 2) Il coro rievoca la battaglia e ne offre un’interpretazione politica di condanna delle lotte fratricide. Il conte sospetta di tradimento, si rifiuta di liberare i prigionieri (ATTO 3), viene richiamato a Venezia per un processo (ATTO 4) che lo condannerà a morte insieme all’amico Marco, intervenuto invano in sua difesa (ATTO 5). • STESURA DEL CORO (1817): metro popolare e cantato (strofe di 8v dec) -> intenzioni didascaliche e civili della “nuova” tragedia, che piega le vicende storiche all’ideologia dell’autore • Condanna ogni forma di violenza (coro) in contraddizione con il dramma del protagonista, che invece partecipa alla guerra —> Tema shakespeariano: capitano di ventura stretto tra verità individuale e ragion di stato + finzione letteraria costruita su verità storica per denunciare l’irrazionalità della guerra fratricida e l’accettazione cristiana della condanna. • PRIME RECENSIONI: stile “trascurato” e “troppo simile al vero” —> PERÒ ha il merito di portare il Italia il dibattito sul teatro ➡ Recensione di Victor Chauvet, 1820, «Lycée Francais»: non rispetta le unità aristoteliche ➡ Risposta di Manzoni: partendo dal rispetto del vero storico e dallo scopo della letteratura, approfondisce il ruolo del poeta e il rapporto tra vero e verosimile. Inventare personaggi per dipingere meglio gli usi e i costumi e colmare i vuoti di scena + dare voce ai protagonisti che non ne hanno, ma che “incarnano la parte perduta della storia stessa”. Osservazioni sulla morale cattolica (1819) • Confutazione delle teorie del Sismondi contenute nella Storia delle repubbliche italiane —> la morale cattolica non è impedimento allo sviluppo sociale: è l’unico antidoto alle spinte opposte che governano l’uomo e le sue passioni • La morale della Chiesa cattolica è la sola che permette di adeguare le proprie azioni a un bene supremo di 86 103 • Prospettiva apologetica, trascura i punti chiave di Sismondi, ma costituisce un esercizio di lingua prosastica • Secondo viaggio a Parigi (1819-20) -> conosce lo storico Augustin Thierry: a partire dallo studio di Fauriel, riconduce lo sviluppo storico delle nazioni a un contrasto tra diverse etnie Adelchi (1822) • Segue l’interesse romantico per il Medioevo (momento fondativo delle nazioni dei popoli) -> sfondo storico: scontro tra longobardi e franchi per il dominio sulle popolazioni italiche TRAMA (ATTO 1) Ripudio da parte di Carlo della moglie Ermengarda (figlia di Desiderio, re dei longobardi). Ritorno di E. a Pavia dal padre, invano placato nei propositi di vendetta dal figlio Adelchi —> presentato come sospeso tra il senso del dovere, il rifiuto della violenza e la percezione del possibile tradimento dei duchi. (ATTO 2) L’alleanza tra Papato e Carlo vacilla per l’impossibilità dei franchi di penetrare nel campo nemico, ma il diacono Martino indica un passaggio segreto nel territorio difeso da Adelchi in Val di Susa. (ATTO 3) La sconfitta dei longobardi è segnata: Adelchi si predispone alla battaglia ma scopre che il suo scudiero Anfrido è stato ferito mortalmente. (ATTO 4) Delirio amoroso di Ermengarda dopo aver scoperto del matrimonio di Carlo: la sua salvezza sta nella fuga dalle passioni (ATTO 5: morte = liberazione). Cade Pavia: Adelchi è fuggito a Bisanzio, mortalmente ferito —> viene portato al campo di Carlo dove muore accettando serenamente di non essere più costretto a scegliere (irrisolvibile antitesi tra bene e male) • FONTI STORICHE: Notizie storiche + Discorso sopra alcuni punti della storia longobardi in Italia -> documentazione di Machiavelli, Vico, Muratori e Giannone: tesi della disunione tra popolazione longobarda e latina come causa dell’arretratezza dell’unità nazionale italiana • Impianto iniziale (poi abbandonato): prevedeva un Atto 5 in cui Adelchi tentava di unire latini e longobardi contro i franchi e spiegava il fallimento del piano con il rifiuto delle popolazioni italiche di un dominatore che non fosse il Papato • Esplicita attualizzazione del tema nazione nel coro dell’atto 3 -> tema della relazione tra le due popolazioni, mai fuse e quindi incapaci di gettare le basi dell’indipendenza. • Dimensione metastorica —> Adelchi molto più astratto e riflessivo, simbolo dell’impossibilità di piegare le ragioni della storia (e la ragion di stato) al proprio sentire morale. 7. UN ANNO CRUCIALE: IL 1821 DELLE DUE ODI CIVILI • 1821, annus terribilis -> crisi politica e personale • Polemiche classicisti/romantici, chiusura del “Conciliatore” nel ’19, condanne di Maroncelli e Pellico -> 6 marzo 1821, rivolta in Piemonte capitanata da Santorre di Santarosa, fallita. ➡ Marzo 1821 (15-17 marzo 1821 poi distrutta, pubblicata nel ’48) —> immagina che l’esercito sabaudo abbia già varcato il Ticino per unirsi agli insorti lombardi contro gli austriaci. - Accomuna sotto un unico destino di rivolta tutti gli oppressi - Similitudine dei fiumi: le acque si uniscono nel Po e non si distingue più la provenienza - Decasillabo, andamento serrato -> ogni verso corre verso il successivo. • Notizia della morte di Napoleone (5/5/21) riportata solo il 16 luglio sulla «Gazzetta di Milano» di 87 103 ➡ Il Cinque Maggio (luglio 1821, stampata nelle Opere varie del 1855) - strofe di settenari con versi dispari sdruccioli irrelati e piani rimati, chiusi da un verso tronco finale - struttura tripartita: morte già avvenuta, ricordo, Provvidenza - tematica esistenziale: il riscatto della vita si ha nell’ora estrema, risarcisce dei torti subiti e pone gli eventi terreni in una prospettiva eterna e universale. - Affinità formali con la Pentecoste —> “inno sacro” fuori dagli Inni sacri - Manzoni rivendica la propria autonomia di giudizio nei confronti di Napo senza nascondere la propria esaltata ammirazione - Carriera fulminante di Napoleone + rapida caduta —> manifestazione divina - Napo rappresentato nella dimensione soggettiva della solitudine a Sant’Elena - Immagine del condottiero chino sul foglio bianco, incapace di «narrar se stesso» - Introduzione della Provvidenza come deus ex machina -> celebra nel condottiero il vero e proprio trionfo della Fede 8. 1821-1823: PROVE GENERALI DI ROMANZO • Dal 24 aprile inizia la stesura del romanzo che rappresenta il versante in prosa del tema già affrontato con Adelchi, ovvero il rapporto tra popolazioni diverse e dei conflitti come motore della storia —> necessità di fondare su documenti originali l’indagine sul ruolo delle masse popolari -> piccole genti meccaniche e di piccolo affare, vittime del flusso della storia. • Spunti di riflessione: Fauriel, Thierry e Scott per il quadro storiografico; Osservazioni sulla tortura di Pietro Verri (vedi pag 57) • Primi nuclei del romanzo —> molto storici e politici, poco romanzeschi. Protagonista: tema della giustizia, rappresenta l’epitome degli errori e delle ingiustizie provocate dal sistema giudiziario (“autorità”), dall’ignoranza dei religiosi (“superstizione”) e dall’insipienza del popolo (“stupidità”) • Rapporto tra la verità storica e la ricostruzione lecita al narratore -> inventa personaggi e vicende per rendere la storia più verosimile. • SCELTA DEL GENERE: mostra la volontà di Manzoni di rinnovare le istituzioni letterarie. La tradizione era forte in Inghilterra già dalla metà del Settecento (Defoe, Richardson, Fielding, Scott + romanzo gotico di Walpole, Lewis, Radcliffe, Shelley) -> genere popolare, d’intrattenimento per un pubblico poco colto, spesso femminile. I modelli che Manzoni possiede, dunque, necessitano di una profonda revisione: romanzo non “romanzesco” ➡ Introduzione (aprile ’21): racconto anticipato da una digressione teorica sugli effetti della Storia, che egli finge ricopiata da un manoscritto seicentesco di cui non fornisce informazioni (invenzione letteraria). Dopo poche righe di veste originaria, Manzoni interrompe e dichiara di conservare i fatti del resto della storia ma di riscriverla di sana pianta, per ragioni di ordine storico —> espediente del manoscritto: Morgante (Pulci), Orlando innamorato (Boiardo), Furioso (Ariosto) - Duplice piano istituito con l’Anonimo: STORICO, della vicenda narrata; RIFLESSIVO, di cui il responsabile è solo Manzoni. Le frequenti incursioni dell’amore sagrammo rese necessarie dalla volontà di prendere le distanze da un punto di vista oggettivamente anacronistico e lontano dai lettori. di 90 103 11. LA NAZIONE E LA STORIA (1830-1848) • Lutti familiari e secondo matrimonio con la vedova Teresa Borri Stampa. • Le Cinque Giornate di Milano, 18-22 marzo 1848 -> Manzoni si sposta a Lesa: entra in contatto col filosofo e teologo Antonio Rosmini: riflessioni comuni, spirito unitario, passione politica ➡ Dialogo dell’invenzione (1841, pubblicato ’51). Dedicato a Rosmini, ne applica il pensiero nelle riflessioni tra storia e invenzione —> condanna del romanzo in favore di una distinzione delle due narrazioni, quella d’invenzione e quella storica. ➡ Del romanzo storico (1850). Risposta alla recensione di Goethe - Goethe considera l’impianto formale al pari del teatro di Schiller e superiore a Scott, ma dimostra varie riserve per il III tomo, eccessivamente denso di dati storici. - Manzoni nel trattato dedica una prima sezione alla disamina dei generi letterari “misti”, pone l’attenzione su tragedia e poema epico, da sempre mix di reale e fantastico - Tra vero e verosimile, Manzoni sceglie il vero -> se il romanzo storico non può garantirlo, allora tanto vale seguire solo il vero e raccontare la storia. ➡ Seconda redazione della Colonna infame —> sottolinea in forma più sentita la veridicità delle testimonianze dirette, in particolare delle memorie di don Giovanni Gaetano de Padilla. La ricostruzione manzoniana ha un impianto autonomo: commenta i fatti narrati a volte con ironia a volte con partecipazione al tragico -> emerge la responsabilità individuale dei giudici che avevano estorto le confessioni • Saggio comparativo incompiuto (pos. 1889) sulle due rivoluzioni, quella francese e quella italiana —> stesso metodo d’indagine adottato per il romanzo. Condanna quella francese. 12. L’ETERNO LAVORO: UNO SCRITTORE ALLA RICERCA DELLA LINGUA • * Lavora direttamente su una copia di lavoro della Ventisettana, correggendone a mano solo gli aspetti linguistici -> alcune peccano di ipercorrettismo fiorentino • De-letterarizzazione della Quarantana -> espressioni e locuzioni sostituite con quelle del parlato • Nel 1860 viene nominato senatore del Regno. Nel 1862 entra a far parte della Commissione per l’unificazione della lingua —> Relazione dell’unità della lingua e dei mezzi per diffonderla: ribadisce la scelta del fiorentino dell’uso contro il ricorso ai vari dialetti • Scontri in Commissione porteranno alle dimissioni di Manzoni, ma renderanno operativa la sua soluzione con il Novo vocabolario della lingua italiana (1873-97) Capitolo 3 — Giacomo Leopardi (1798-1837) 1. STORIA DI UN’ANIMA E STORIA DELLE ANIME • Produzione non molto ampia, dal 1817 al 1837 • Bruto minore (canzone inserita a metà del libro di poesie del 1824): la figura di Bruto cesaricida è l’alter ego con cui Leopardi ha voluto affidarsi ai posteri -> «Manzoni in chiesa» e «Leopardi in guerra»: il poeta che usa l’insistito giovinezza come innesco di una poesia innestata sulla memoria, la malattia come strumento conoscitivo, l’isolamento geografico e politico come punto di vista privilegiato per la riflessione. • Lettura dei classici: serbatoio di temi, motivi, generi letterari e forme espressive di 91 103 • Paradosso: estraneità al mondo + sperimentata conoscenza del genere umano —> spazia in tutti i campi, elabora un sistema di “pensiero poetante” che coglie alla radice le ragioni profonde dei comportamenti umani. • Modello di poesia patriottica e civile; rinnovo della grammatica lirica italiana nel segno di un petrarchismo esistenziale. 2. RECANATI: ERUDIZIONE E FILOLOGIA • Nasce a Recanati nel 1798, famiglia nobile. La BIBLIOTECA: terreno di coltura di un enfant prodige dall’erudizione sconfinata -> una biblioteca come un “secondo e diverso ventre materno offerto a un figlio da un padre” • Solenni adunanze d’esame dei tre figli: dissertano in latino e rispondono alle domande dei precettori davanti alla famiglia e ai maggiorenti recanatesi. Le Dissertazioni filosofiche inaugurano i 7 anni di studio matto e disperatissimo: opere erudite scritte tra gli 11 e i 18 anni sull’astronomia, sugli errori popolari degli antichi… • Traduzioni del 1816: Arte poetica di Orazio, in ottave; il primo libro dell’Odissea; il secondo dell’Eneide 3. POESIA SENTIMENTALE E POESIA PATRIOTTICA: LEOPARDI ROMANTICO? • Appressamento della morte (1816): poemetto allegorico in terzine dantesche sullo stile delle visioni del Settecento -> temi della fama, della gloria, dell’ingiustizia di una fine precoce • Articolo di M.me de Staël, risposta al cav. di Breme sullo «Spettatore italiano»: Discorso di un italiano intorno alla poesia romantica (gen-ago 1818) - Parte dalla possibilità di esistenza della poesia in un’età impoetica come quella settecentesca, dominata dalla razionalità - Categorie vichiane sull’origine della poesia dall’ignoranza della realtà, sulla sua derivazione dalla meraviglia piuttosto che dalla visione razionale e scientifica delle cose. - «Il poeta non deve guardare all’utile e al vero: il poeta ha cura del dilettoso, e del dilettoso alla immaginazione, e questo raccoglie così dal vero come dal falso» —> necessità di comporre non più poesia immaginativa (superata dalla conoscenza) ma solo poesia sentimentale: 1. finzione dell’antichità -> contraffazione di una dimensione originaria irrimediabilmente perduta ma riportata in vita mediante l’illusione poetica e l’invenzione di figure, personaggi, moduli espressivi che pur non essendo antichi agiscono “come se”. 2. poesia della memoria -> lo stato che più si avvicina alla stupefazione dell’antichità è l’infanzia, quindi solo il ricordo di quel tempo potrà ricreare quella condizione - Leopardi condanna la riduzione della poesia al registro sentimentale e patetico e ne rivendica le istanze politiche e civili —> incontro con Pietro Giordani (lo fiancheggia nella polemica con i Sonetti in persona di Ser Pecora fiorentino beccaio) • Incontro con Geltrude Cassi, cugina di Monaldo -> (dic 1817) Diario del primo amore e Il primo amore (elegia in terzine, pubblicata solo parzialmente nel 1826 e poi nei Canti del 1831) • Visita di Giordani nel sett. 1818: Giordani scopre nel suo amico il suo poeta patriottico ↴ di 92 103 Sull’Italia (1818) - Le due canzoni patriottiche nascono dalla volontà di dare all’Italia una poesia di alta eloquenza e di impegno politico-civile. L’origine è la riflessione in prosa su questi temi, Argomento di una canzone sullo stato presente dell’Italia - Tradizione petrarchesca: personificazione “plastica” della lamentazione sul contrasto tra gloria del passato e squallore del presente - Innovazione metrica: due schemi diversi per strofe pari e dispari (7 strofe di 20vv ciascuna, cambia la distribuzione di end. e sett.). - Innovazione stilistica: rompe la rispondenza tra metro e sintassi con cesure al centro del v. e molti enjambement foscoliani. - Nell’Argomento mette a confronto i caduti alle Termopili con gli italiani morti nella campagna napoleonica di Russia —> Introduzione alle 4ª strofa di Simonide, che prende la parola e chiude con un’apostrofe appassionata (poesia eloquente): Leopardi stesso diventa Simonide e si augura di potersi sacrificare per la patria. Sopra il monumento di Dante (1818) - Proprio nel 1818 si raccoglievano i fondi per il monumento in Santa Croce a Firenze - Meditazione sul sepolcro ancora foscoliano, ma con accenti polemici per i “perversi tempi” - Invocazione elegiaca sul destino degli “itali prodi” morti in Russia 4. UN ANNUS TERRIBILIS (1819) E UN ANNO FILOSOFICO (1820) • 1819, anno della «conversione filosofica», ovvero del passaggio dal bello al vero, dalla condizione antica a quella moderna. • POESIE FUNERARIE: Per una donna inferma e Nella morte di una donna - dedicate a Serafina Basvecchi e a Virginia Del Mazzo: sfida le convenzioni sociali riprendendo le riflessioni sull’“acerbo vero” e sul proprio destino di infelicità - forza delle illusioni -> Virginia è morta per un aborto clandestino voluto dall’amante: Leopardi la assolve e assolve l’amore che l’ha spinta all’errore, poiché l’amore è l’unico conforto. • Mesi di sofferenze disumane per la malattia agli occhi, per i contrasti famigliari e perché le Canzoni patriottiche non producono l’eco sperata. ➡ Vita di Lorenzo Sarno (primi anni ’20) - Testo autobiografico: montaggio di sensazioni e immagini, brevi episodi d’infanzia e descrizioni naturali (-> futuri idilli) - Modelli di eloquenza (su consiglio di Giordani) da cui riprende nome e cognome: Apologia di Lorenzino de’ Medici (la sua autodifesa dall’accusa dell’omicidio di Alessandro de’ Medici, nel 1537); Congiura de’ Baroni di Napoli di Camillo Porzio • Tentativo di fuga da Recanati —> il padre lo scopre, guerra aperta che terminerà col il disconoscimento di paternità stampato sul frontespizio delle Opere del 1835. Dalla lettera scritta al padre e affidata al fratello emerge lo psicodramma familiare, la vita infelice vissuta a Recanati fino a quel momento. La ricordanza (1819) • Primo idillio —> inaugura la poetica del «vago», mette l’io lirico al centro di un’avventura letteraria. di 95 103 • Liquidazione del classicismo montiano —> Alla primavera, canzone consacrata alla Giovinezza dell’umanità • Disequilibrio tra poesie e prosa, che accompagna le poesie con una “dimostrazione” filosofica (Comparazione) e una linguistica (Annotazioni*) • Si conclude con un’allocuzione al lettore 6. PAURA E SPERANZA NEL VIAGGIO A ROMA E PARTENZA DA RECANATI • nov ’22 - apr ’23: soggiorno a Roma con il cognato —> progetto degli Inni cristiani: l’unico composto è l’Inno ai Patriarchi, o de’ principii del genere umano -> intende la religione in senso “estetizzante”, come un repertorio di miti da utilizzare in senso poetico. Felicità perduta dal genere umano: stato di ignorante beatitudine condiviso solo dalle popolazioni primitive. • Letture del periodo: classici, volgarizzamenti di testi della cristianità, manualistica (Trattato dello stile e del dialogo di Pallavicino, usato per correggere le Canzoni) —> terza «forma» delle Canzoni • Isolato dalla società romana (anche con le donne non funzia) -> Illusione romana svanita, torna a Recanati, è senza spinta interiore. MA quando tocca il punto più basso, l’immaginazione rilancia le proprie risorse: scrive il testo che chiuderà il libro con una nuova poetica ➡ Alla sua Donna: riassume i temi fondativi del suo «sistema» e attinge a Platone, Dante e Petrarca -> è un inno d’amore per giustificare l’impossibilità (inattualità) di una canzone amorosa, abbandona la poetica del pellegrino. Segna il suo congedo dalla poesia: la stampa del libro delle Canzoni del 1824 (B24) coincide con l’inizio di un periodo dedicato alla prosa. 7. L’IRONIA A SISTEMA: LE (PRIME) OPERETTE MORALI (1827, STELLA, MILANO) • Duplice scopo: - fornire alla letteratura italiana una “lingua filosofica” - dare alla filosofia un’opera italiana antifilosofica • Forma del DIALOGO: Platone, Bembo, Monti • Composte nel 1824, 1-4 al mese: maratona impressionante per densità di temi e impegno di scrittura —> lo Zibaldone è il punto di partenza • Pubblicati nell’ordine in cui sono stati composti, due eccezioni: - Dialogo di Torquato Tasso e del suo Genio familiare prima di Dialogo della Natura e di un Islandese - Dialogo di Timandro ed Eleandro -> composto a giugno e spostato in posizione finale per servire da prefazione e apologia dell’opera contro i filosofi moderni. Due personaggi antitetici (l’uno estimatore dell’uomo, l’altro commiseratore) che mettono in scena un dibattito sul vero: la pratica e la consapevolezza della sua vanità impongono agli uomini una ferma volontà di testimoniare questa verità di 96 103 Dialogo della Natura e di un Islandese (21-30 maggio). Temi ripresi dallo Zibaldone • Vanità della vita e infelicità degli uomini —> la tenacia dell’Islandese nel cercare di procurarsi minore infelicità lo spinge a una ferma misantropia e alla vana fuga dai danni della vita collettiva. • Le frustrazioni dell’Is. nel fuggire i mali della Natura sono una smentita dello stoicismo (De tranquillitate animi e il De providentia). • Ineluttabilità/necessità del male —> la felicità/infelicità dell’uomo dipende da un principio continuo, presieduto dalla Natura, di produzione e distruzione, garante dell’esistenza del mondo 8. LEOPARDI REDATTORE: MILANO E BOLOGNA • 1825: viene chiamato a Milano dall’editore Stella -> Opere di Cicerone + commento a Petrarca + doppia antologia (Crestomazia) della letteratura italiana, in prosa e poesia. • Bologna: conosce Pepoli e trova la dimensione culturale che a Roma era mancata. Versi (1826) • Stesso formato e caratteri del libro delle Canzoni. Raccoglie la sua produzione «extravagante» completando la storia sviluppata nell’altra raccolta. • Stessa “aria” delle Operette morali. Molti di questi testi verranno poi scartati dai Canti Crestomazia - prosa (prima metà ’26, a Recanati) • Costruita allo scopo di fornire: - modello di stile per i giovani; - documentazione della storia della letteratura italiana (con tanto di autori banditi dalla Crusca); - libro morale 9. IL «RISORGIMENTO» DELLA POESIA: PISA, RECANATI E FIRENZE • nov. ’27 - giu. 1828, Pisa —> risorgimento poetico • dic ’28 - 1829, Recanati —> «sedici mesi di notte orribile» —> letture e riflessioni di accentuato pessimismo, MA rinnova la tradizione innestando il “canto” delle origini in una dimensione naturale e popolare • Due testi nati a Pisa: Risorgimento e A Silvia Risorgimento (7-13 aprile ’28) —> Inno profano per un’autobiografia in versi in cui celebrare, con la musicalità di strofe popolari e cantabili, il precipitare dell’animo nella disperazione e il risorgere in primavera dello spirito che riscatta il dolore nel piacere del ricordo. A Silvia - Gli inganni del cuore prendono le forme di un’illusione amorosa e un archetipo della bellezza femminile e della poesia - Potenza rasserenante della poesia come ricordo e felicità del momento del “canto” —> svanite le favole antiche, la dimensione memoriale diventa l’unica praticabile per la poesia e l’unico spazio di piacere consentito al poeta - Invenzione narrativa di un personaggio delicato e potente - È nata una nuova poesia! di 97 103 I Canti (Piatti, Firenze, 1831) • Testi pisano-recanatesi. Quando torna a Recanati si dedica alla scrittura di 1-2 poesie al mese: Le ricordanze, La quiete dopo la tempesta e Sabato del villaggio scritti tra il 26 ago e il 19 sett. • Il libro dei Canti include le Canzoni (senza Annotazioni), gli Idilli del 1826 e i nuovi testi. • ORDINE: cronologico ma con alcune eccezioni dovute a strategie argomentative. ➡ ES Canto notturno di un pastore errante dell’Asia è stato composto per ultimo, tra ott. ’29 e apr ’30, ma nell’ed. del ’31 si trova prima della coppia Quiete-Sabato. È il canto più sconsolato del pensiero poetante leopardiano: dimensione metafisica dell’Islandese riproposta in un deserto asiatico e in un dialogo muto con la Luna ➡ La Quiete e il Sabato, anticipate dal Canto notturno, forniscono le risposte alle domande del pastore • In questi Canti fiorentini, i temi filosofici vengono presentati in forme popolari -> lessico rurale, stilemi di ripetizione, prevalenza di versi brevi, sintassi a dialogo + cantabilità e naturalezza • Nella preparazione del libro viene sostenuto dai suoi amici della cerchia di Vieusseux -> dedicatari del libro. • S’innamora perdutamente di Fanny Targioni Tozzetti —> disilluso per l’ennesima volta, le dedica le poesie più aspre e sentimentali mai composte ➡ Ciclo di Aspasia (1832-33) -> ciascuno di questi testi sviluppa una diversa gradazione dell’esperienza amorosa intesa come formidabile strumento di autocoscienza, di cognizione profonda della propria interiorità. - Consalvo -> sperimenta ancora i toni sentimentali dell’idillio Il sogno mettendo in scena un incontro impedito dalla condizione dell’amante - Il pensiero dominante -> discesa nelle profondità dell’essere: l’esperienza amorosa permette di vedersi, attraverso la poesia, come in uno specchio. - Amore e Morte -> la dicotomia si unifica in un’unica entità. La morte si mostra al poeta come una bellissima fanciulla - A se stesso -> rivolto al cuore, condanna i suoi ultimi inutili palpiti, maledice la natura che quell’amore continua ad alimentare. - Aspasia -> l’amore è rivolto solo all’idea amorosa che si è incarnata in terra e che adesso l’amante può finalmente rinnegare, affidando alla poesia il compito di registrare la resistenza a questa sconfitta. 10. «STERMINATOR VESEVO»: NAPOLI 1833-1837 • Sett. 1833: si trasferisce a Napoli con Antonio Ranieri (conosciuto a Firenze) e la di lui sorella Paolina —> raccolta dei Pensieri e Paralipomeni della Batracomiomachia di Omero (aggiunta in ottave alla pseudomerica Guerra dei topi e delle rane, trad. ’17): temi satirici che prendono di mire le ideologie liberali • Inasprirsi del pensiero nichilista e disillusione liberale —> isolamento dalla cerchia di Vieusseux e dagli intellettuali napoletani • Ed. Canti (Starita, 1835) -> pensato come vol. I delle Opere. Aggiunge alla forma Piatti il ciclo di Aspasia + una nuova sezione di Frammenti—> rovescio della poesia di una vita: Odi Melisso