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riassunto manuale Letteratura inglese Crisafulli, Dispense di Letteratura Inglese

riassunto manuale di letterature e cultura inglese parti Settecento, Ottocento (romanticismo e Vittorianesimo)

Tipologia: Dispense

2017/2018
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Scarica riassunto manuale Letteratura inglese Crisafulli e più Dispense in PDF di Letteratura Inglese solo su Docsity! 1 Manuale letteratura inglese e cultura inglese. Il settecento. Periodizzazione che va dalla Glorious revolution 1688 alla rivoluzione industriale che va dagli anni 70 del 1700. La glorious revolution segno. La sconfitta definitiva della corte e dell’aristocrazia come classe egemone e e elevò il parlamento a soggetto dominante. Stabilì il diritto di libertà di ogni possessore di proprietà. l’Inghilterra ebbe quindi uno sviluppo maturo e raffinato. Fu un’epoca di pacificazione e compromesso tra le ali del parlamento inglese, dominio dell’oligarchia Whige controllo esercitato dal primo ministro Walpole durante i regni di George I (1714-27) e George II (1721-42). Walpole operò immondo da mantenere la pace all’estero e una politica che favorisse i proprietari terrieri e l’industria manifatturiera abolendo le tasse sull’esportazione dei manufatti e i dazi sull’importazione di materie prime. Con l’act of union 1707 nacque ufficialmente la gran bretagna inglobano il regno di Inghilterra, Irlanda e Scozia. A livello sociale ci fu il fenomeno della nuova ricca borghesia mercantile dei gentlemen tendeva a inserirsi nel sistema di vita sociale dell’aristocrazia acquistando proprietà terriere. Lo strato intermedio di piccoli imprenditori e commercianti erano più legati alla tradizione puritana. Al limite c’era la gran massa di derelitti i quali per via del diffondersi del problema delle enclosures si erano impoveriti. si consolidò il potere della classe mercantile anche con una serie di guerre con altre nazioni europee. C’era il problema del dominio coloniale e in parallelo una forte unione interna anticattolica nei confronti della Francia, rivale tra l’altro del controllo sul nord america e india. Quanto all’espansione coloniale la gran bretagna acquisì la baia di Hudston e Terranova (tolte alla Francia), si assicurò il controllo sulle rotte atlantiche, riesci a consolidare la conquista dell’india, dove la compagnia delle indie fina dalla prima metà del secolo aveva stabilito un predominio commerciale. Il trattato di Parigi (1763) ratificò l’acquisizione del Canada e della Louisiana a spese della Francia, rese la gran bretagna il più vasto e forte potere coloniale esistente. La guerra di indipendenza delle colonie americane (1775-83) si concluse con il distacco di una parte rilevante dei possedimenti, compensato però dall’acquisizione dell’Australia con le esplorazioni di James Cook (1768-80). La rivoluzione industriale chiuderà l’epoca inasprendo il contrasto tra l’esibizione del lusso delle classi agiate e la miseria e l’ignoranza del popolo. Il romanzo del settecento. 1 Narrare il quotidiano. Il punto di partenza del romanzo moderno è il settecento. L’interesse si muove sull’esperienza del quotidiano di gente qualsiasi, in situazioni riconosciute come realistiche. Si sviluppa la forma che oggi conosciamo come romanzo, che prende distanza da forme in prosa come il romance. La storia presentata nel novel vuole essere riconosciuta come credibile e plausibile e viene normalmente preceduta da un’avvertenza nella quale il curatore spiega come è venuto in possesso di un manoscritto e garantisce la veridicità degli eventi che va a narrare. Questo escamotage da un lato previene censure di stampo etico e dall’altro invita il lettore a cercare l’identificazione nelle vicende narrate. Il tema fondante del novel è la ricerca diparte dell’eroe/eroina, della sopravvivenza e di un ruolo appropriato e confortevole nella società. La forma prescelta nella prima fase dello sviluppo del romanzo è la narrazione in prima persona. Henry fielding invece introdurrà la narrazione in terza persona con narratore onnisciente. Realismo: sarebbe più giusto parlare di illusione/effetto del reale. È un testo che cerca di coprire la propria fictionality affrontando vicende plausibili o fingendo di averle raccolte dai protagonisti stessi. È quindi la verosimiglianza tipica del novel a consentire l’identificazione del lettore. Ansia di veridicità. 2 Il ruolo del lettore Il pubblico è vasto e diversificato, e fra di loro le donne sono in numero sempre crescente; il modo della letteratura sta cambiando, per farsi privato silenzioso e individuale. 2 Fielding sarà in grado di uscire dall’impasse risolvendo il problema dell’intreccio introducendo la figura del narratore onnisciente. Forte anche della sua esperienza di teatro, abbandona ogni presunzione di realtà del romanzo, rinuncia a stratagemmi come lettere, diari manoscritti e si assume in pieno la responsabilità della storia come invenzione in quanto autore. 3. Romance/novel Novel esisteva nella lingua inglese sotto forma di aggettivo (significato nuovo) e come sostantivo plurale di news, ma anche nell’accezione di novella italiana. In ogni caso l’area semantica era quella di novità. William Congreve distingue tra romance (=libri di cavalleria e roman francese) che si avvale di linguaggio elevato, contingenze miracolose e performances impossibili) e novel (=novella italiana e sue imitazioni). Richardson sfruttava la eterea considerata il genere più umile della scrittura, quale strumento di indagine interiore. In tutti gli autori si individua la tensione verso una rappresentazione dell’esperienza umana nell’ottica dell’individuo e del suo confrontarsi con il mondo: ecco dunque personaggi credibili e riconoscibili, luoghi e situazioni immaginabili e sviluppo secondo un arco temporale esperibile storicamente. Il novel emargina il meraviglioso, l’illusione, l’incredibile in funzione di unamessa a fuoco del probabile. Clara Reeve distingue il romance come descrizione fantastica di cose mai accadute e il novel una rappresentazione del quotidiano e della gente comune. Ci sono comunque molti approcci a questo nuovo genere e ciò impedisce una direzione unica: il genere non nasce preconfezionato ma prende una varietà di forme che esibiscono una differenza sbandierata al lettore al fine di attrarlo alla lettura. Si va dalle biografie esemplari (robinson crusoe) o epistolare (richardson), salaci storie segrete, resoconti di viaggio in forma romanzata o fittizi (gulliver). 4. Robinson e la sua progenie. Spesso si considera robinson come il punto di inizio del romanzo moderno. Ma ci sono altre opere precedenti a lui ma usiamo Defoe perché è più utilizzabile come icona. Robinson incarna peculiarità epocali e una complessa e intricante dialettica tra realtà e finzione, nonché assenza totale di amore e sessualità (dominavano nel romance) sostituite da obbedienza e controllo. Robinson è un intraprendete suddito della middle-class che trasforma la propria disgrazia in proficuo progresso. Il suo isolamento può essere interpretato come punizione per la sua arroganza spirituale e inquietudine esistenziale ma il successo finale (metafora della fase iniziale del colonialismo europeo) gli concede la compagnia di un servo a cui impone nome e cultura. Robinson ha un legame quasi erotico con il mondo materiale caratterizzato dall’ossessiva descrizione degli oggetti al punto che Carl Marx nel Capitale lo definisce come l’archetipo del capitalista. Dall’iterazione tra fedele reportage e immaginario si alimenta un filone del romanzo che si appropria degli spazi del viaggio. È invenzione fattuale (factual fiction). Gran parte della scrittura di fiction del secolo si fonda sul desiderio/necessità di testare l’esperienza personale nel suo farsi, di migliorare attraverso prove. Anche quando queste prove sono in negativo come nelle vite criminali di Defoe di Moll Flanders ma anche Roxana. La donna è anche al centro dell’attenzione di Richardson che vuole indicare il comportamento morale da seguire come in Pamela e Clarissa. 5. Uomini di sentimento Il sentimentalismo ebbe in gran bretagna enorme successo, l’utilizzo del termine sentimental nell’accezione attuale venne inaugurato da Sterne con il libro A sentimental journey 1768 con uno scarto semantico su suggestione della lingua francese: precedentemente l’aggettivo indicava esattamente l’opposto cioè l’affermazione di opinione o verità. La concentrazione sui dolori di una elite apparve come una colpevole messia ombra dei problemi reali (contadini espropriati dal enclosures, lavoratori nascente industria, schiavi deportati). Molti movimenti filantropici nacquero adesso, accanto alla fondazione delle leghe contro la schiavitù e di istituzioni a difesa dei più infelici. 6. Ascesa della donna scrittrice Molto incoraggiate dai colleghi machi (richardson, fielding) le donne scrittrici erano sostenute da un arete di comunità informali di mutuo supporto che si reggevano con uno scambio epistolare. Ne son un esempio i Bluestocking che erano comunità virtuali e reali di donne dedite alla discussione di temi culturalmente alti ed edificanti. In contrapposizione con il dilagare di passatempi illeciti e perniciosi come il gioco d’azzardo tra le donne dell’aristocrazia. 5 Il teatro del settecento fino al 1785 2. Il repertorio Nel 1737 lo iato profondissimo del licensing act si abbatte sulle scene inglesi per volontà del primo ministro Walpole. A seguito dell’intervento censore venne ad imporsi un tipo nuovo di commedia apolitica e priva di possibilità destabilizzanti. Nuova tipologia di comico che descrive il sentimento nella sfera delle relazioni umane dove il vizio viene punito e la virtù trionfa. Colley Cibber è tra i primi a cogliere quel mutamento etico ed estetico che era venuto affermandosi tramite la restaurazione. I personaggi disinibiti e dalla moralità non esattamente impeccabile vengono giudicati con occhio critico dal pubblico settecentesco. Esso rimane sempre disposto alla clemenza di fronte alla constatazione dei peccati veniali se questi sono compensati da una salda moralità di fondo. Processo di moralizzazione del comico. Centrale in questo passaggio epocale risultò l’importanza assegnata al valore interiore dell’individuo, riconosciuto come indipendente dallo status sociale. Permise l’elevazione del personaggio umile a soggetto di quelle azioni tragiche di stampo elevato che la precettistica aristotelica aveva riservato esclusivamente a nobili e eroi. Ci fu anche la necessità didattica di dare nomi esplicativi ai personaggi settecenteschi, i cui patronimici avevano valori descrittori precisi di categorie umane ed evidenti implicazioni simboliche di vizi e virtù. A livello stilistico ci fu l’abbandono del metro poetico sostituito dalla prosa. Ai personaggi comuni corrisponde una prosa efficace ed immediata. La tragedia politica assume i tratti della she tragedy come the tragedy of Jane shore di Nicholas Rowe 1714 (cavallo di battaglia della attrice Sarah Siddons). 3. Poetica dell’ibridismo Al prezzo di un unico biglietto di ingresso il pubblico settecentesco poteva fruire di un vero e proprio pacchetto composto da molteplici segmenti di spettacolo conosciuti con i nomi di mainpiece, entr’acte, afterpiece in base alla rispettiva lunghezza. Oltre a questo si andavano ad aggiungere numeri di puro intrattenimento musicale o di ballo e canto accompagnati da acrobazie. Ciascuna delle porzioni del cosiddetto whole show settecentesco era caratterizzato da forte ibridismo e commistioni di genere, da citazioni ecc in una combinazione paragonabile per la sua varietà a un palinsesto televisivo di oggi. 4. Teatro popolare Accanto alla produzione dei teatri muniti di licenza reale, il teatro del settecento è caratterizzato d aut tradizione di intrattenimento popolare e di strada. Se all’inizio del secolo l’argomento privilegiato erano le feste dei criminali leggendari con il passare degli anni crebbe il successo delle trame fantastiche o mitologiche degli spettacoli di pantomima, un genere ibrido di argomento popolare dove recitazione musica e balletto si coniugavano. I palchi mobili installati in occasione delle feste cittadine e delle fiere ospitavano spettacoli di marionette, esibizioni di acrobati e le farse. Nel corso del secolo questa tipologia di spettacolo da strada venne adottata dai teatri legittimi che la riproposero in formule più rispettabili nei popolari afterpiece con cui si chiudeva la serata a teatro, oppure assimilandola all’interno degli stessi drammi. La distinzione gerarchica apparentemente netta tra forme di teatro alto e quelle popolari è più complicata e meno statica. I limiti tra generi si rivelano più permeabili e fluttuanti. 5. Evoluzione dello spettacolo e la nascita del dramma gotico La crescente popolarità delle pantomime riflette l’aumento della componente spettacolare della messinscena, testimoniata consolo dalla maggiore elaborazione delle scenografie, adesso affidate ad artisti e tecnici specializzati, ma anche da quella della musica, dei costumi, dell’illuminotecnica e dell’effettistica. I teatri del tempo vennero ampliati molte volte per la crescente quantità di spettatori, anche per questo si necessitava di uno stile di recitazione più basato sul colpo d’occhio. Trionfo del senso della vista su quello dell’udito. Breve fu a questo punto il passaggio verso quelle forme teatrali di puro intrattenimento che divennero tipiche del periodo romantico come i melodrammi o gli spettacoli equestri. Verso la fine del secolo la commistione tra la spettacolarità propria dei teatri non autorizzati e i temi e le forme del teatro alto divenne particolarmente evidente nei drammi a carattere storico, che ben si prestavano a magnifiche ricostruzioni scenografiche. La voga antiquaria che travolse molteplici sfere del sapere settecentesco venne fatta propria anche degli abilissimi scenografi che non disdegnarono nemmeno di portare in scena animali in carne ed ossa allo scopo di rendere più 6 grandiosi gli allestimenti. Con il dramma gotico la distinzione tra il teatro alto della parola e quello basso e corporeo del gesto divenne sempre più vaga e inconsistente. Teatro al guinzaglio: le motivazioni dietro al licensing act 1737. La prima più profonda trova origine nel secolo precedente nel pregiudizio antiteatrale die puritani, in quanto sede di ostentazione impura e di imitazione della realtà. Questa opposizione fu ripresa dai vari movimenti religiosi che fiorirono nella Londra di fine secolo. Alle preoccupazioni per il declino della rettitudine si aggiunse una seconda componente, legata a Robert Walpole il quale fece sfociare il tutto nell’editto del 1737. La necessita di regolare e controllare il teatro sommata alla volontà di porre fine all’attacco ripetuto di alcuni drammaturghi contro la famiglia reale dette avvio a un complesso regime di censura. L’autorizzazione ad andare in scena era data dal Lord Ciambellano e limitò drasticamente il numero dei teatri a due: Royal Dury Lane e Covent Garden. Dal punto di vista della produzione il licensing act vietò ogni riferimento ad eventi potenzialmente sediziosi o a personaggi politicamente importanti. Vennero bandite volgarità, riferimenti sessuali e religiosi. Ne risultò un repertorio profondamente conservatore e si preferì mettere in scena opere vecchie piuttosto che lavori nuovi. Il teatro inglese ne risultò soffocato fino quasi al 1968, anno in cui la censura fu ufficialmente revocata. Il romanticismo Introduzione 1825 critico e saggista Hazlitt fa un volume di saggi the spirit of the age in cui raccoglie i tratti essenziali del periodo. Perdita delle colonie americane 1783, ascesa al trono della regina vittoria 1837. Sebbene non si definiscano mai romantici ne parlino di romanticismo gli intellettuali hanno una forte coscienza di appartenere a un’epoca distinta nella cultura della gran bretagna a cavallo fra sette e ottocento non ci sono manifesti letterari testa dichiarare l’esistenza di una poetica romantica. Storicamente il periodo è caratterizzato da cambiamenti radicali come la rivoluzione industriale e le scoperte tecnologiche che portano alla rivoluzione agricola e all’espansione demografica del settecento. La stessa rivoluzione francese, in stretta relazione con la guerra civile inglese gloriosi Revolution 1688-89 e la guerra di indipendenza delle colonie americane. Fra gli altri eventi anche la guerra con la Francia scoppiata nel 1793 che si conclude con la sconfitta di napoleone a Waterloo nel 1815. Questa vittoria sancisce il primato della gran bretagna fra le potenze europee insieme all’espansione dell’impero coloniale in Asia e il rafforzamento con l’inclusione del Canada e dell’australia. A livello letterario le linee di continuità con il settecento ci sono. L’estetica neoclassica ha un influsso prolungato in campo letterario. i poeti neoclassici di primo settecento continuano a essere invocati come modelli (pope) altrettanto imprescindibili sono quelli di metà secolo come richardson. Anche il romanzo si innesta sul tronco settecentesco. Il medievalismo ha le radici nell’illuminismo scozzese così come la riscoperta delle letterature antiche o esotiche è il prodotto della curiosità e del cosmopolitismo tipici del periodo illuminista. Ci sono però anche elementi di innovazione come la concezione dell’identità individuale un’idea complessa di identità nazionale. Si fanno anche più pressanti le istanze liberali tra cui il proto femminismo. Importanti conquiste come l’abolizione del commercio degli schiavi nel 1807 e la riforma del sistema elettorale 1832 e l’abolizione della schiavitù 1833. Si ha un ampliamento del mercato dei libri e dei lettori e emerge la figura del letterato di professione. Elementi chiave della nuova estetica sono un ritrovato sperimentalismo poetico, la creazione di nuovi generi come il poema lungo (epico o meditativo), il rinnovato interesse per il sonetto, la moda del frammento, il romanzo gotico e quello di maniere o il dramma storico. A livello tematico l’analisi dei sentimenti e la coscienza individuale diventano basilari e un’idea di natura e del cosmo come organismi viventi e sensibili. La rappresentazione delle pulsioni inconfessabili dell’essere umano, la riflessione sul potere dell’immaginazione e la creazione letteraria in senso politico nonché un senso della storia come divenire complesso e un’attrazione per luoghi altri. Romantic, romanticism: aggettivo romantic risale al 17 secolo quando inizia a essere usato nel senso di “proprio del romance” ovvero meraviglioso e avventuroso ma anche eccessivamente fantasioso in senso spregiativo. 7 La poesia del romanticismo 1. Romanticismo e abolizionismo Si fa risalire l’inizio del romanticismo inglese all’anno 1798 con la raccolta di poesia lyrical ballads di Wordsworth e Coleridge svolta radicale nei temi nello stile e nella sensibilità poetica. Oggi, la critica preferisce collocare il romanticismo britannico inuma arco di tempo più ampio fra gli anni della rivoluzione americana e della dichiarazione di indipendenza delle colonie 1776-1783 e gli anni 30 dell’1800 (1837 anno in cui sale al trono la regina vittoria e comincia il vittorianesimo. Si anticipa quindi l’inizio andando a includere quello che era definito il pre romanticismo. La rivoluzione americana trasformò la conversazione privata da salotto e dei clubs in acceso dibattito pubblico creando una public opinion. Non è casuale che in gran bretagna in seguito alla spinta della guerra di indipendenza americana si scateni la lotta contro la tratta degli schiavi. La storia del romanticismo fu inevitabilmente legata a quella del colonialismo e alla schiavitù. Fra i contributi poetici abbiamo anche Wordsworth con interventi di denuncia contro al violenza esercitata nei confronti del popolo africano e alcuni versi di The Prelude. Le poetesse in quanto donne si sentivano private esse stesse dei diritti civili ed economici. Il poeta diviene una sorta di testimone biblico di patimenti degli schiavi e si rivolge direttamente al lettore. Le scelte lessicali appartengono alla sfera della sensibility e i testi fanno grande uso di riferimenti ai legami materie familiari che gli schiavisti distruggono sperando i coniugi e i genitori dai figli. Ciò che più colpisce è la lucidità nel denunciare il nesso causa-effetto alla base del commercio degli schiavi, cioè la transazione economica. La società dei mercanti si serviva della schiavitù per trasformare beni superflui o di lusso in beni di prima necessità alterando la scala di valori sociali e morali. 2. Rivoluzione industriale e urbanizzazione: la rivolta dei poeti La rivoluzione industriale trasformò l’etica protestante del lavoro in etica del profitto tracciando una separazione profonda tra le diverse classi e distruggendo come diceva Wordsworth lo spirito comunitario. Figure determinanti furono Godwin autori di Political Justice e Mary Wollstonecraft con The rights of the Women. Il romanticismo fu uno dei periodi più burrascosi: prima con la’merica, poi con la Francia rivoluzionaria, la trasformazione sociale e urbana ecc. i vari enclosure acts avevano tolto ai contadini la possibilità di accedere agli open Fields spingendoli a trovare lavoro nelle città e le città cambiarono volto. Le condizioni di vita dei lavoratori erano disumane e i salari bassi con turni di lavoro di 12 ore. Questa realtà darà impulso a una letteratura impegnata sui temi sociali. William Blake ma anche Wordsworth sono fondamentali. wordsworth affronta il presente magmatico con la consapevolezza di chi sa di trovarsi di fronte al tramonto dell’universo agricolo e alla perdita degli antichi legami affettivi. Il senso desolante e la confusione mentale sono illustrati nel libro 7 di The prelude, dove le descrizioni sono quasi moderniste nell’assalto di suoni e immagini, la poesia è formata da un susseguirsi incalzante di enjambements e assordanti onomatopee. il poeta dei laghi, come era stato più volte definito Wordsworth per aver passato gran parte della sua vita nella regione dei laghi nel nord dell’Inghilterra, riprese il tema della città di Londra in altre poesie come “london 1802” e “composed upon westminster bridge”. 3. Nostalgia, gusto antiquario e medievalismo Al realismo i romantici affiancano la nostalgia per il passato. La rivoluzione francese generò sul suolo inglese un clima politico oppressivo e il governo di George III promulgò leggi che sospesero la libertà di stampa e introdussero i reati di opinione. La rivoluzione che aveva inizialmente alimentato le speranze finì a causa del periodo del terrore con inimicizie delusioni e rimpianti. Caso particolare la Joanna Billie che si nutrì del gusto celtico del suo tempo per distillarne una poetica del tutto personale che anticipa il manifesto romantico di Wordsworth e Coleridge delle Lyrical Ballads. divenne una delle principali autrici teatrali del romanticismo. Dopo un viaggio attraverso a’amata scozia la balie tronò alla poesia mettendoci dentro il gusto antiquario che sovrasta la spontaneità sentimentale e il semplice mondo naturale e rurale. I poems presentano un modo scandito dai ritmi dei cicli naturali. Qui ci sono le passioni e i sentimenti dei personaggi piuttosto che le loro azioni ad essere esplorati e rappresentati attraverso la magia di un verso musicale e in tutta la loro semplice ma profonda umanità. Il ruolo della Baillie quale anticipatrice della poetica sperimentale di Lirica Ballads. I personaggi favoriti dalla Baillie sono i fanciulli e la gente semplice ma vi è anche una grande attenzione verso le figure che vivono al margine della società. La narrazione si sofferma a descriverne il comportamento, a presentare, l’instabilità psicologica senza esprimere giudizi. Baillie sottolinea la necessità per il poeta di usare un linguaggio semplice e di cantare passioni naturali poiché il falso e l’innaturale sono nemici della 10 con un buon matrimonio mentre quella cattiva andava in rovina. Oppure con l’evangelical novel dove l’obbiettivo era quello di irrigidire l’eroina con un esempio di totale e acritico adempimento alla morale patriarcale. Ma il romanzo morale adotta anche forme alla moda come il gotico, oppure nei sentimental novels dove il connubio tra didatticismo e sentimentalismo è più stretto. L’aggettivo sentimental nasce con significato positivo di morale e razionale. Nel corso del secolo perde le connotazioni legate alla razionalità per dare rilievo all’emozione in chiave positiva secondo le teorie che vedevano la virtù nella capacità di coscienza morale. Sul finire del secolo sentiment e sensibility si rivelano sempre più in contrasto con il credo della ruling class basato sul proseguimento dell’interesse individuale. Il romanzo gotico fiorisce nel ultimi anni del settecento con una ricca gamma di varietà: dal gotico del terrore a quell’orrore, dal gotico sentimentale al gotico storico, al gotico esotico, per questo i critici parlano di sensibilità gotica. Gli ideali utopici di giustizia sociale nel romanzo giacobino e quello della donna emancipata nel romanzo “femminista” della Wollestonecraft producono per reazione il romanzo antigiacobino. In questa rigogliosa foresta andiamo verso l’emergere del romanzo moderno con il dramatic novel di Jane Austen. 4. Il romanzo giacobino Gruppo di opere dal 1790 al 1805 accomunate di essere accusate dai contemporanei di promuovere gli ideali della rivoluzione francese. St. Leon di Godwin. I romanzi giacobini con quello di Godwin dall’anarchismo filosofico, rappresentano un ampio spettro di opinioni chetano in comune l’accento sui cambiamenti pacifici piuttosto che la rivoluzione violenta. Lo scopo comune di questi romanzi è produrre una visione generale sui modo del dispotismo domestico e non divulgato, attraverso i quali l’uomo diventa il distruttore dell’altro uomo. Per Godwin il romanzo è un veicolo per insegnare una lezione e per mettere in moto la mente introno ai temi quali la struttura gerarchica della società e il rapporto tra oppressori e oppressi e proporre modelli sociali e morali nuovi. I personaggi acquistano un’importanza centrale tendendo a diventare complessi e androgini. Anche se la fama di Mary Wollestecraft è legata soprattutto alluso saggio A vindication of the rights of the women 1792 in cui rivendica la necessità di una “rivoluzione” nell’educazione femminile e la parità tra i sessi, i suoi romanzi sono significativi per i temi e per i tentativi tecnici della scrittura autobiografica. The wrong of woman è la storia di una donna abbandonata dal marito e dall’amante imprigionata in un manicomio che è una importante allegoria dei soprusi subiti dalla parte oppressa dall’umanità ad opera degli oppressori, un contributo indispensabile all’interpretazione del moderno romanzo gotico. 5. Il romanzo gotico e Ann Radcliffe Il romanzo gotico ha a lungo una posizione di secondo grado come letteratura popolare di evasione. P stato genericamente definito come romanzo nero con una ricetta di temi e topoi: la fanciulla perseguitata, il cattivo, sinistri castelli, orribili segrete, monaci diabolici ecc ecc. Todorov nel 1970 ha proposto all’attenzione della critica accademica il gotico come uno dei principali generi della letteratura fantastica, numerosi studi hanno messo in rilievo come sia stato importate e abbia fatto da specchio alla coscienza dell’inconscio collettivo della società romantica inglese nella seconda metà del 700 inglese. Infatti riflette le ansie e le paure che accompagnano l’uomo borghese nel suo viaggio di auto affermazione individuale, il senso di colpa e di peccato nei confronti dell’ordine divino e naturale già anticipato dal Doctor Faust di Marlowe e in Macbeth di Shakespeare e nel Paradise lost di Milton. Il gotico è un genere inglese perché fu in Inghilterra che il peccato contro l’ordine naturale fu commesso per la prima volta con l’uccisione del re Carlo I, e anche con il terribile peso della tratta degli schiavi. Il romanzo gotico riflette il rimorso nel tentativo di esorcizzarlo e ha come conclude Todorov una funzione psicanalitica. Per questo i personaggi non possono che essere piatti senza profondità psicologica per favorire l’identificazione con il lettore e la sua partecipazione all’avventura. Allo stesso fine concorre la dislocazione dell’ambientazione spaziale: ciò che importa è l’atmosfera da cui dipende la profondità della catarsi. The castle of Otranto di Walpole è considerato il prototipo del genere e la sua combinazione di ambientazione medievale ed esotica e di elementi di soprannaturale e sensazionale. L’aggettivo gotico che compare nel sottotitolo della seconda edizione va inteso nel senso di medievale (il tema centrale come in Macbeth è quello dell’usurpazione). La costruzione dell’atmosfera raggiunge livelli di impensata efficacia con Ann Radcliffe, inventrice di un nuovo genere narrativo, il romance di suspance, con le ambientazioni tipiche di fanciulle perseguitate, tenebrosi castelli, cupi villains, fughe sotterranei, ecc ecc. le sue spiegazioni 11 razionali del soprannaturale sono dovute al suo concetto di natura, vista come specchio della divinità e quindi sede del soprannaturale. Di fronte ad essa l’atteggiamento della Radcliffe è quello di una sacerdotessa in riverenza che sfuma in lirico panteismo. I luoghi sono i veri protagonisti del romance. La visione dell’Italia come terra del mito e della luce che affascinerà i poeti e i pittori romantici. Importanza della Radcliffe con la sua invenzione del linguaggio per descrivere il paesaggio ottenuta trasferendo in letteratura i principi della pittura come il contrasto luce-ombra e la variazione di prospettiva. Nell’ambito del romanzo gotico si è soliti trattare quello di Mary Shelley Frankenstein la cui stesura nasce dalla lettura dei racconti dell’orrore e di una gara di scrittura tra gli Shelley Byron e Polidori. In realtà pur possedendo molti motivi gotici, frankenstein è molto più di un romanzo gotico non solo perché la sua fusione di stile gotico e istanze giacobine può a pieno titolo essere reclamato come capostipite della narrativa fantascientifica. Frankenstein è una di quelle opere come Dr. Jekill e Mr. Hyde o 1984 che sono entrate nell’immaginario collettivo come emblema potente di un incubo che perseguita la coscienza borghese dominata dal mito della conoscenza. La scienza è quindi un dono terribile nel senso burkiano del termine: l’umanità vive nel terrore di essere strangolata nei panni che essa stessa ha tessuto. Frankenstein usurpa il ruolo del dito creatore e quello femminile della Natura senza la quale non può esserci amore e sympathy e in più sconfessa l’individualismo borghese mostrando che la violenza e il sadismo sono la conseguenza naturale della negazione dell’istinto vero quello dell’amore. Frankenstein è una reazione femminile all’esuberanza narcisista degli intellettuali maschi nel circolo degli Shelley- una reazione destinata ad essere avvertita dalle generazioni successive come una messa in allerta. 6. Jane austen e il novel of manners La austen prima ancora che nei temi, la sua grandezza come romanziera sta nel linguaggio narrativo: un linguaggio così sottilmente realistico, un linguaggio indiretto capace di affermare e sovvertire al tempo stesso. Con la sorella cassandra ebbe inizio i processo di vittorianizzazione che doveva oscurare quello che un tempo era il disdicevole umorismo femminile con il suo opposto: la serietà e la compostezza. Ma gli studi culturali stanno facendo riemergere il suo linguaggio doppio e ironico, critico ed irriverente. In questo consiste l’invenzione che fa di lei l’iniziatrice della grande tradizione del romanzo inglese: l’inaffidabilità della voce narrante sarà il mezzo centrale del romanzo moderno. Il tema della schiavitù femminile sarà ripreso in Emma il quale è in fondo Pride and prejudice scritto 20 anni dopo, questa volta però anziché lasciarsi assorbire dalla gratificante vicenda della protagonista, l’autrice appare concentrata sulla propria arte: usa l’eroina come occhio narrativo principale senza mai identificarsi totalmente con essa. La narratrice onnisciente è ridotta alla funzione di coro, ad aprire o chiudere un capitolo. Il racconto si svolge tutto attraverso la coscienza della protagonista senza la quale quindi non esisterebbe l’intreccio e che ora è diventata il palcoscenico su cui si è trasferita la commedia. Emma diventa spettatrice di se stessa. Emma anticipa le tecniche del cosiddetto punto di vista circoscritto e del personaggio narratore e le conclusioni aperte di tanto romanzieri moderni. L’idea generatrice di Emma è ancora quello di parodiare il conduct book che metteva a contrasto le due fanciulle buona e cattiva. La Austen guarda alla vita con l’occhio del viaggiatore pittoresco consapevole che la realtà cambia con il variare del unto di vista da cui ci si trova a guardare è di fondamentale importanza nel determinare le nostre valutazioni. Mr. Knightley appare l’eroe dotato di tutte le virtù perché è visto dal punto di vista di Emma la quale, educata da lui, ne condivide il modo di vedere e non è quindi in grado di giudicarlo. Mr. Knightley rappresenta I principi morali diventati valori sociali indiscussi e naturali. Per emma i valori sociali che condizionano senza scampo la sua realizzazione personale sono: il matrimonio. Emma pur appartenendo alla famiglia più importante del luogo dovrà sposarsi, se non vuole cedere il passo a una Mrs Elton qualsiasi con la prospettiva di fare una fine peggiore, sul piano del rispetto sociale di quella zitella povera come Miss Bates. Che emma si sposi per mantenere la sua posizione di first lady di Highbury nono inficia la sue prospettive di felicità futura. L’importante è che lei si sia convinta di essere innamorata, questa è la lezione del libro. Il teatro romantico 1. Il panorama critico L’accusa più grave rivolta al teatro romantico era di essere stato responsabile del tramonto della grande drammaturgia che si era protratta fin dalla classicità. Il teatro di questo periodo si trova ad essere accusato di un duplice e contraddittorio reato: quello di aver decretato la fine della 12 drammaturgia nella sua dimensione letteraria (morte dei grandi generi) e quello, al contrario, di un eccesso di letterarie e poeticità ch pregiudicano la stessa teatralità della rappresentazione (closet drama). Il lavoro degli ultimi anni ha portato invece a una profonda revisione critica del teatro romantico, lungi dall’aver provocato la morte del testo ottocentesco, diede irrealtà un impulso determinate alla nascita di un arte pienamente moderna. L’invenzione dei nuovi generi drammatici, l’ingresso delle donne sia come autrici sia come actor manager, la nascita dell’autonoma professionalità attoriale, la produzione di manuali di recitazione, le tecnologie dell’arte scenica… Nasce una nuova arte quella della critica teatrale. Il moltiplicarsi di riviste specializzate e l’affermarsi di una nuova specifica iconografia: cartelloni, programmi di sala, ritratti di attori e quadri che riproducono le sale. Si forma anche una vera e propria scuola pittorica che fa del teatro il suo soggetto. Il pubblico era anche esso profondente cambiato, ingrasso dei ceti medio-bassi e una nuova politica dei prezzi e la presenza della componente femminile. Numerosi anche i giovani e i giovanissimi spesso appartenenti a una classe operaia e artigiana. Il teatro del romanticismo ha un grande valore mediatico. Le vicende storiche che successero tra 700-800 non agevolarono il teatro ne la creatività ( rivoluzione americana, rivoluzione francese, periodo del terrore, la tratta degli schiavi, caduta dell’impero napoleonico e il formarsi della santa alleanza a seguito del congresso di Vienna). Si pensi alla sospensione dell’habeas corpus, che implicò la fine temporanea delle grandi libertà inglesi, quella di parola di stampa e di assemblea. Poi ci fu l’emanazione dei combination acts (1799-1800) leggi volte a proibire le pubbliche manifestazioni. 2. I teatri Del 1737 in avanti il numero limitato di teatri reali assieme all’atto di censura non favorirono il mondo teatrale ma acuirono l’ingegno di chi operava. Si deve attendere il Theatre regulation act 1847 perché si ponesse fine alla limitazione del numero di teatri autorizzati. E solo nel 1968 la censura terminò. Era compito del censore ossia il Lord Chamberlain di controllare ogni pagina scritta per la scena. La rigida selezione teatrale inglese da un lato soffocava i teatri cosiddetti legittimi per altro verso favoriva la crescita degli illigitimate theatres o unlicensed theatres che mostraron notevoli capacità creative inaugurando nuovi generi e ibridando quelli tradizinali. Gli stessi teatri patentati videro che il pubblico affluiva di più nei teatri non legittimi e per questo cominciarono a introdurre effetti scenici e novità spettacolari. Il teatro fu dunque un teatro altamente sperimentale. A Londra i teatri non patentati erano il Goodman’s Fields, Lyceum, Olympic, Adelphi, Pavilion e altri. Questi molti teatri illegittimi si suddividevano in minor houses e penny gaffs o penny theatres. Le minor houses erano teatri di medie dimensioni in cui si rappresentavano spettacoli musicali, danzanti o acrobatici e i generi che andavano in scena erano il melodramma, il burlesque, la pantomima, l’interludio, la ballad opera, il dramma equestre, il dramma nautico e anche vari rifacimenti musicali delle opere classiche come Shakespeare. Gli spettacoli nelle minor houses duravano 5-6 ore e comprendevano 3 esibizioni di cui una era quella principale preceduta e seguita da altri spettacoli brevi. Per anni c’era half-price system che consentiva un grande sconto con ingrasso il sala a spettacolo già iniziato e venne osteggiato da attori come David Garrik che sosteneva che disturbassero lo spettacolo. Dopo gravi scontri a fine anni 20 delll’800 fu introdotta la norma che sarebbero potuti entrare solo tra un intervallo e l’altro. I penny gaffs erano una miriade di piccolissimi teatri popolari gestiti da singole famiglie o piccoli gruppi di attori. Il loro pubblico includeva la piccola borghesia, gli artigiani, i venditori ambulanti e la classe operaia. Gli spettacoli duravano da 1 ora a un’ora e mezzo e offrivano due esibizioni di cui una era una farsa e l’altra una riduzione della tragedia o un melodramma. Le compagnie delle minor houses erano un numero molto ridotto rispetto a quelle impegnate nei teatri patentati. Legitimate e illegitimate theaters: il vero intento del licensing act del 1737 era quello di contenere le satire politiche e i burlesque che imperversavano nei teatri londinesi che erano divenuti piuttosto virulenti come le opere di Henry Fielding che inscenava al Little theatre. Òa corona inglese e il primo ministro Walpole li giudicarono talmente offensivi da mettere fine alla carriera di Fielding come drammaturgo. 3. Le tecniche Le tecniche teatrali si evolvono: c’è un progressivo arretramento del palcoscenico, l’eliminazione delle porte laterali e l’introduzione invece degli accessi al palco dal fondo, il calare del sipario ad ogni atto e un sistema di illuminazione che rese le figure più tridimensionali. I macchinari e i congegni come le botole di tradizione elisabettiana che in epoca romantica attestano il crescente 15 Se la critica continuava a protestare per l’eccesso di sperimentazione e trasgressione dei parametri legittimi del teatro romantico il pubblico ne decretava invece la legittimità. La vena gotica del autori inglesi prese il via con il romanzo di Polidori The vampire 1819 che aprì la strada a un ricorso più estremo al macabro e al soprannaturale anche a teatro. Sia la pantomima che l’arlecchinata affondavano le proprie radici negli intrattenimenti offerti degli attori girovaghi francesi. La pantomima nata all’inizio del settecento conquistò rapidamente l’Inghilterra e a partire dal 1737 anno della censura i teatri vi ricorsero regolarmente come afterpiece. Questo tipo di intrattenimento mimato danzato o cantato a carattere mitologico o legato alla tradizione delle maschere abbondava nei periodi natalizi. La critica romantica 1. La critica romantica fra le categorie estetiche e disputa ideologica L’ambito della critica del periodo 1790-1830 è territorio complesso e coniuga istanze illuministe e romantiche. Alla idealizzata unità degli uomini di lettere che esercitavano il pensiero critico si sostituì un sovrapporsi di dispute ideologiche che segnalavano la necessità di una ridefinizione del rapporto della critica con il pubblico. A esemplificazione del dibattito ci fu la controversi su nuove categorie estetiche quali il sublime e le polemiche sull’oggetività o soggettività del gusto di cui furono protagonisti Burke e Hume. Nessuna opportunità veniva offerta alle scrittrici come denunciavano Mary Wollstonecraft nel suo celebre libro, in quanto il sistema educativo inglese le escludeva dai mezzi di produzione critica. 2. Il poeta come critico, il critico come educatore All’idea che la funzione della critica era educare il proprio lettore, Schlegel sostituì l’idea della critica che crea il proprio lettore come dovrebbe essere. Da tale paradigma, Coleridge fu diversamente attraversato, egli assunse il duplice ruolo di poeta e critico come accadde per la maggior parte delle poetesse e dei poeti romantici. 3. I generi letterari nella critica romantica Fra i generi canonici lirica, epica e dramma, il romanticismo sembra aver privilegiato la lirica- più consona alla rinnovata attenzione del periodo verso la soggettività- e condannato il dramma e l’epica al fallimento. In realtà è l’afflato lirico che predomina tanto che anche l’epica e il dramma, generi notoriamente oggettivi ne saranno influenzati a forme come the epic of the self. I confini che definivano belle lettere quali quelli posti tra filosofia, arte, critica, politica e posia tendono a scomparire; i dialoghi filosofici e la storia entrano nel romanzo, genere dapprima emarginato e poi considerato fra le più innovative forme di prosa moderna. Il sublime: rivoluzione della sensibilità di metà settecento maturò sotto l’insegna del sublime che prende spunto dal trattato “Sul Sublime” attribuito allo pseudo Longino del I secolo a.C. tradotto in inglese nel 1680. Il sublime contribuì a intensificare il processo di trasformazione delle configurazioni poetiche dall’epica alla lirica, al romance, della poesia sepolcrale al pittoresco gotico. Fondamentale sarà il trattato di Edmund Burke del 1759, orientato a scandagliare l’effetto che l’opera d’arte esercita sul pubblico. Dissertation on Taste di Hume del 1757 affrontava la questione relativa al gusto: laddove Hume ne affermava la soggettività Burke ne sentenziava la soggettività. I vittoriani Introduzione La cultura inglese dell’ottocento è una fase straordinaria di tradizione questo provoca grande complessità e contraddittorietà. Il testo scientifico che convalida la sensazione della transitorietà è l’evoluzione delle specie di Darwin del 1859. c’e però la persistenza di una visione del mondo ancora romantica e gli scrittori vittoriani scrissero opere in cui dicotomie impossibili divennero la scena di una crisi profonda. Il periodo vittoriano si fa partire dall’ascesa al trono della giovane regina Victoria 1837 fino alla sua morte nel 1901, ma si può anche retrodatare alla promulgazione del reform Bill 1832. 16 Il romanzo vittoriano Il romanzo divenuto principale voce estetica dell’epoca quale era stata la poesia nel precedente periodo, si arroga subito un ruolo polemico e critico. Per comprendere a pieno il fenomeno della moltitudine di autrici e autori bisogna classificarli. Il numero elevato di romanzi comporta un pubblico altrettanto vasto i quali lettori hanno la possibilità di influenzare anche l’andamento dell’intreccio dei romanzi a puntate. Il romanzo borghese di formazione e fantastico è ormai diventato un vero e proprio oggetto di consumo. 1. Pubblicare un romanzo nell’epoca vittoriana La pubblicazione di romanzi in Inghilterra fu un’impresa dispendiosa e il suo risultato risultava troppo costoso. A tale difficoltà continuavano ad ovviare le circulating libraries, giunte all’apice con l’inaugurazione della Mudie’s select library nel 1842 che garanti l’accessibilità e la reperibilità del romanzo in tre volumi (un terzo dei volumi contenuti nella biblioteca erano romanzi). Medie comunque si impone come censore della fiction rifiutandosi di ospitare qualunque libro immorale o corrotto. C’erano anche altre tipologie di divulgazione del romanzo: forme più abbordabili da parti di classi meno abbienti infatti settimanalmente al costo di un penny venivano sterilizzate storie di genere gotico o sensazionale come è ben noto il caso di Charles Dickens che scelse una modalità di pubblicazione mensile. 2. Verso un pubblico di massa Gli sviluppi dell’editoria erano il riflesso di un pubblico sempre più ampio. La lettura dei romanzi, inizialmente di origine aristocratica, diviene appannaggio anche di persone meno abbienti: la lettura diviene un’esigenza condivisa una modalità di fuga e rifugio da una realtà troppo opprimente. Si manifesta la volontà di controllare e censurare. 3. Aspetti del romanzo realista Il romanzo borghese in Inghilterra nasce all’inizio del 700 ma è sicuramente nell’800 e in particolare nell’epoca vittoriana che riscontra il suo più grande successo. Il concetto di realismo è il punto di partenza per la prosa narrativa del periodo. Il romanziere aveva a sua disposizione modi e modelli di scrittura ormai comprovati. La storia seguiva la falsariga del romanzo di formazione, ma la differenza tra questi personaggi e quelli del secolo dei lumi è che la società è di gran lunga più complessa e varia rispetto agli anni precedenti. Il romanticismo aveva enfatizzato il concetto dell’individuo e della soggettività: il realismo classico del Vittorianesimo esamina la natura dell’individualismo (spesso visto come egoismo) prodotto dalla società capitalista e borghese e patriarcale dell’800. Il modo di narrazione più facilmente riscontrabile è quello di una gerarchia di discorsi regolata dall’autorità del cosiddetto narratore onniscente, abitualmente extradiegetico, che istruisce e guida il lettore. Non si vuole dire che il romanzo 800esco sottoscriva i dettami della società senza remore. Tutti gli scrittori sono concordi dnel criticare la società in cui vivono. Le conclusioni di intrecci tragici spesso vengono manipolate allo scopo di fornire una cornice rassicurante e consolatoria come è il caso di citare il finale di Jane Eyre 1847dove l’ordine ristabilito è sancito dall’esclamazione “reader, I married him!”. Il famoso lieto fine del romanzo 800esco non è che il momento del romanzo realista dove la finzione finalmente si palesa e lo scrittore sino ad allora dedito a creare “l’effetto del reale”, sembra tradire la propria strategia. 4. Al di là del reale: il racconto fantastico L’800 vede fiorire il genere noir che deriva dal romanzo gotico e che si scinde in diversi sottogeneri, tra cui il giallo: Sherlock Holmes nel 1891. Anche il romanzo sensazionale e la science fiction, il romanzo soprannaturale e paranormale sono tutti generei che si diramano adesso. Nell’800 il fantastico vittoriano paragonato al realismo si tende a considerarlo come ha detto Todorov come una specie di ritorno del represso. Durante gli ultimi anni del secolo ci sono 3 casi paradigmatici che arricchiscono la panoramica del fantastico vittoriano. Nel processo di sviluppo della narrazione fantastica si intensifica il concetto di frattura e sdoppiamento della personalità del personaggio e dobbiamo quindi ricordare Dr. Jekill and Mr. Hyde di Stevenson nel 1886, The picture of Dorian Gray nel 1891 e Dracula di Stoker nel 1897. Sono tre testi fantastici ma sono completamente diversi dai tipici racconti del male che ave avuto il suo prototipo in Frankestein: qui il diabolico si insidia dall’esterno dentro l’umano e ne sfida la naturalità e la sua manifestazione viene rappresentata con un o sdoppiamento. Nel celebre racconto di Stevenson (capostipite del genere science-fiction) ma anche erede della letteratura dell’alchimia e figlio legittimo di Frankestein, abbiamo un esempio della psicologia pre- freudiana (il male rappresentato da Hyde è fisicità, violenza ma anche sessualità repressa). 17 The Picture of Dorian gray ha come chiave interpretativa l’ambiguità non è chiaro infatti se la morte ha sconfitto l’arte o viceversa, dipende infatti a quale viso dirigiamo lo sguardo se quello reale o quello dipinto. Dracula costituisce il culmine della produzione 800esca di orrori gotici, discende da The Vampire di Polidori e da Camilla di Le Fanu. Non è solo l’intensificazione della figura del vampiro ad essere innovativa ma anche la narrazione multipla e soprattuto la interpretazione che la figura del vampiro fisse la rappresentazione dell’erotismo; tutto ciò fa di quest’opera un caso unico e permanente. Tra le opere più interessanti e meno classificabili ci sono quelle di Carroll Alice in wonderland 1865 e Through the looking glass 1872 si presentano come fiabe per bambini ma si inseriscono anche nel genere fantastico. 5. Gender e realismo Presenza notevole di scrittrici fiction durante l’800 rappresenta un ostacolo alle pretese del realismo vittoriano. Molti aspetti di questa verità venivano convenzionalmente celati come l’eros. Molte scrittrici preferirono pubblicare con nomi maschili. il desiderio di essere giudicate alla pari e la voglia di potersi esprimere liberamente su questioni come l’amore e il comportamento maschile, argomenti sui quali non potevano avere un’opinione e inoltre potevano così essere fedeli ai loro ideali e alla volontà di scrivere la verità. Interessante notare che già Marian Evan (George Eliot) aveva individuato a suo tempo il problema cruciale del realismo che è stato poi la base di tutte le critiche nei secoli successivi: come poter tradurre in parole una visione autentica ma necessariamente soggettiva. 6. Il romanzo industriale: la realtà negata Il romanzo vittoriano cerca di denunciare una delle realtà più tremende del periodo: la sorte dell’operaio e dell’operaia nelle fabbriche fatiscenti dei nuovi sobborghi della città. Ma come per l’amo erotico, descrivere le iniquità sociali era un compito piuttosto arduo. Studiosi ritengono che i romanzi sul tema della sofferenza del proletariato, insieme alle varie investigazioni sia da parte dei privati cittadini che del governo parlamentare, forniva al lettore medio la possibilità di sentirsi partecipe della situazione senza risolverla e senza sperimentarla. Questo romanzo era quindi un cordone ombelicale tra le “due nazioni”. 7. Il realismo intellettuale: la messa in discussione del canone Al di la della scrittura chiara e semplice che voleva prendere per mano il lettore e guidarlo attraverso la storia spiegandogli come doveva interpretare i fatti si va creando una parte di pubblico che man mano che il secolo avanza ha bisogno di un autore più “adulto”. I dettami del canone realista dell’inizio dell’epoca che cercava di spiegare e di condurre il lettore vengono contestati da alcuni romanzieri, anche perché gli stessi lettori diventano più esperti e cercano un prodotto più sofisticato. Per esempio George Meredith che anche se oggigiorno è praticamente sconosciuto, all’epoca comica a scrivere romanzi senza quasi l’esistenza di un plot e dove la comunicazione cade quasi del tutto. L’estetismo: Pater e Wilde 1. Estetismo Negli ultimi decenni del 19esimo secolo emerge il rifiuto per il materialismo e per l’opprimente morale vittoriana. La profonda insoddisfazione nel credo utilitaristico confluisce nel dar vita a quel movimento conosciuto come Estetismo. Gli artisti rivendicano la libertà da ogni vincolo morale da ogni finalità sostenendo che l’unico scopo dell’arte è quello di fare arte e bellezza con l’espressione art for art’s sake mutuata da Gautier parte dei poeti parnassiani francesi. Il culto della bellezza e la posizione centrale dell’arte sono già presenti in Keats ma assunsero una posizione dominante e assieme al pessimismo di metà secolo favorirono la spinta verso una visione edonistica dell’esistenza. 2. Pater Era uno studioso e professore dell’università di Oxford e sostiene che è impossibile trarre certezze dall’esperienza poiché l’esperienza stessa consiste in un incessante flusso di impressioni tutte soggettive. Lo scopo dell’uomo condannato a un’esistenza breve e precaria, deve essere soltanto quello di colmare ogni istante di un’appassionata ricerca del bello per carpire un momento di squisita bellezza. È un pensiero che si fonda sulla pienezza della vita. La sua opera fece grande successo e grande scalpore tanto che Pater nell’edizione successiva tolse la conclusione per paura che potesse spingere i giovani verso un nichilismo morale.