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Manuale di storia della lingua italiana, Giuseppe Patota riassunto linguistica italiana Schema Nuovi lineamenti di grammatica storica dell'italiano Giuseppe Patota Sintesi storia della lingua italiana
Tipologia: Sintesi del corso
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L’italiano deriva dal latino?
L’italiano non nasce dal latino, ma continua il latino – tradizione ininterrotta.
NB. sono esistite molte variet à di un’unica lingua chiamata latino
I fattori che hanno prodotto le varietà sono diversi (5)…
Variabile legata al tempo
Cinque varietà di latino
Petronio, Tacito, Apuleio
Variabile legata allo spazio - > tra le diverse regioni, differenze non solo di
intonazione, pronuncia e lessico, ma anche nella grammatica e nella sintassi.
territorio vastissimo
delatinizzazione
Il fattore geografico si fonde col fattore etnico nel determinare diversità
ð Cosiddetto SOSTRATO LINGUISTICO PRELATINO
Le popolazioni barbariche adottano il latino per ragioni di prestigio - > processo di
latinizzazione dal V sec. - > le lingue preesistenti al latino nelle varie regioni
d’Europa occidentale non scompaiono ma lasciano traccia di sé | sostrato
linguistico, che riguarda soprattutto il lessico.
Variabile legata al livello stilistico, o registro
Es. Cicerone, per stili diversi, non usava lo stesso latino.
Variabile legata alla condizione sociale e al livello culturale - > non tutti si esprimono
allo stesso modo; in Roma antica il latino dei dotti (colto) era diverso dal latino degli
umili (popolari).
Variabile legata alla modalita’ di trasmissione di una lingua, scritta o parlata
Differenze tra latino parlato e latino scritto (grammatica, sintassi e lessico).
NB. fonti del latino parlato = la Cena di Trimalchione; l’Appendiz Probi
Lo strumento per la ricostruzione del latino parlato è il
confronto tra le varie lingue
romanze - > metodo costruttivo e comparativo consiste nel ricostruire una forma
non documentata sulla base dei risultati che se ne hanno nelle varie lingue romanze.
Quando una forma non è documentata nel latino scritto ma ricostruita è preceduta
da un asterisco *
Es. *CARONIA > carogna
rimasto sostanzialmente invariato – lingua colta
parlate in ogni tempo, luogo e circostanza.
Processo di affermazione del latino volgare sul latino classico + processo di
trasformazione dal latino volgare all’italiano
ð Accelerati da tre fattori
perdita di potere della classe aristocratica, conseguente all’instaurazione
dell’impero.
parole di origine greca + afferma il latino volgare per annunciare a tutti il
Vangelo
dell’impero.
parole popolari parole dotte
Latino Italiano Latino Italiano
AURU(M) > oro AUREUS > aureo
FLORE(M) > &iore FLORA > &lora
Due parole derivate dalla stessa base latina = ALLOTROPI
Es. ANGUSTIA(M) > angustia
angoscia
Metodo ricostruttivo e comparativo
Dal latino volgare all’italiano
Vocali = fonemi sonori
Consonanti = sorde [b], [d], [g], [z], [v], [ʤ], [dz], [m], [n], [ɲ], [r], [l], [ʎ]
sono sonore le semiconsonanti
NB. le vocali toniche italiane sono 7 ma abbiamo solo 5 segni alfabetici
iod j ieri
vau w uomo
Es. la i di colui
a. Dittongo ascendente - > semiconsonante + vocale
Es. piatto, buono
b. Dittongo discendente - > vocale + semivocale
Es. colui, mai
Es. miei, suoi
Es. aiuola, inquiete
sillabe diverse
cocaina, paura, sua, suo
dal la&no all’italiano
Tendenza tipica del latino fu quella di monottongare i dittonghi ae, oe, au
(pronunciarli come unica vocale).
AU > [ɔ] AURU(M) > òro
OE > [e] POENA(M) > péna
AE > [ɛ] in sillaba chiusa PRAES-TO > prèsto
[jɛ] in sillaba aperta LAE-TU(M) > lièto
Dittongamento di toniche in sillaba libera, detto toscano perché tipico del
fiorentino.
ANAFONESI
L’anafonesi è una trasformazione che riguarda due vocali in posizione
tonica [e] e [o] - > in determinati contesti fonetici, esse passano a i e u
L’anafonesi si verifica in due casi:
da n palatale [ɲ].
CONSILIU(M) > conséglio > (per anafonesi) consiglio
FAMILIA(M) > famèglia > (per anafonesi) famiglia
da una nasale velare, cioè da una n seguita da [k] o [g].
VINCO > vénco > (per anafonesi) vinco
TINGO > téngo > (per anafonesi) tingo
NB. l’anafonesi NON si verifica nella sequenza - ónk-
TRUNCU(M) > trónco per anafonesi si dovrebbe avere trunco, ma ciò non
avviene.
Si ha solo per la parola giunco
IUNCU(M) > giónco > giunco
NB. in alcuni verbi, la chiusura di queste vocali si è estesa per analogia anche
alle forme non accentate.
CINGO > céngo > (per anafonesi) cingo
e per analogia su cingo, cingete, cingeva, cingevamo , ecc.
Non commettere l’errore di saltare il passaggio cruciale dell’anafonesi, pensando
che basi latine come CONSĬLIU(M), LĬNGUA(M), FŬNGU(M) abbiano dato
direttamente consiglio, lingua, fungo.
è possibile perché una Ĭ e una Ŭ toniche non
possono dare i e u in italiano.
NB. l’anafonesi è una delle prove evidenti della fiorentinità dell’italiano, perché è
tipica solo della parlata di Firenze e di poche altre città toscane.
NB. la e protonica non si chiude in i nei latinismi e nei prestiti da altre lingue.
Chiusura di e in protonia sintattica
Il fenomeno della chiusura di e protonica è stato uniforme/generale nei
monosillabi con e (in cui la era in posizione protonica non all’interno di parola
ma all’interno di frase).
☐ CHIUSURA DELLA o PROTONICA in u
In posizione protonica (cioè prima della sillaba accentata) una o chiusa [o] in
qualche caso si è chiusa in u.
☐ CHIUSURA di e POSTONICA in SILLABA
NON FINALE
Fenomeno generale, con due limitazioni
parola, ma sempre ad una sillaba interna => il fenomeno si verifica solo
in parole di almeno tre sillabe.
Questi monosillabi normalmente si usavano non da soli,
ma precedevano una parola:
protonia sintattica
☐ PASSAGGIO da ar INTERTONICO e
PROTONICO a er
Concetto di vocale (o sillaba) intertonica, cioè posta tra l’accento secondario
e l’accento principale - > le parole di quattro o più sillabe hanno due accenti:
In alcune di queste parole, alcune vocali o gruppi fonetici posti tra accento
secondario e accento principale hanno subito delle trasformazioni.
Nel fiorentino, ar in posizione intertonica è passato a er.
MARGARITA(M) > margarita > in fiorentino margherita
Anche ar protonico è passato a er , il fenomeno si è verificato:
il suffisso - erìa deriva da - arìa > - ARĬA
Da fruttarìa, macellarìa, pescarìa si è avuto frutterìa, macellerìa, pescherìa
che è passato a - erello:
fattarello > fatterello vecchiarello > vecchierello
che è passato a - ereccio:
festareccio > festereccio villareccio > villereccio
Forme del futuro e del condizionale dei verbi di prima coniugazione, che in
fiorentino hanno subito il passaggio ar > er
☐ CADUTA di CONSONANTI FINALI
Nel latino, tre consonanti ricorrono in posizione finale: - m, - t, - s.
Presto nel latino parlato cadono la - m e la - t finali (almeno I sec. d.C.).
La - s finale, invece, o non è caduta o ha prodotto trasformazioni:
(es. VOS > voi ); in altri casi si è assimilata alla consonante iniziale della
parola successiva (es. TRES CAPRAS > tre capre ).
trasformandola (es. TRES CAPRAS > tre capre ).
☐ PALATALIZZAZIONE dell’OCCLUSIVA
VELARE
Nel latino d’origine la pronuncia delle velari [k] e [g] erano tali davanti a
qualsiasi vocale.
Nel latino tardo, davanti alle vocali e e i le velari [k] e [g] si sono
palatalizzate
in [ʧ] e [ʤ] (affricate palatali).
GELU: all’inizio si pronunciava [‘gɛlu], poi è diventato [‘ʤɛlu].
Nel passaggio dal latino all’italiano si è mantenuta questa palatalizzazione,
a volte con qualche trasformazione…
detta omorganica: SAGĬTTA(M) > SAĬTTA > saetta.
☐ TRATTAMENTO DI iod INIZIALE e INTERNO
Lo iod [j] si è trasformato in /ʤ/ in posizione iniziale e in /dʤ/ in posizione
intervocalica.
☐ LABIOVELARE
Labiovelare = velare ([k] e [g]) + u semiconsonantica [w].
NB. Nel latino la labiovelare sonora era solo interna (AEQUITAS, LIQUOR) e
mai all’inizio parola; le parole italiane che iniziano per [gw] sono di origine
germanica.
In una parola italiana, la labiovelare sorda [kw] è di due tipi:
Nel passaggio all’italiano, la
labiovelare primaria è trattata in diversi modi:
Nell’italiano (fiorentino) la labiovelare secondaria si mantiene intatta
qualunque sia la vocale che segue.
diversa da A, si è conservata.
velare si è sonorizzata:
Sonorizzazione della sibilante sorda [s]
Nella grande maggioranza dei casi, la sibilante sorda del latino [s] si è
sonorizzata.
☐ NESSI di CONSONANTE + iod
Trasformazione ricorrente di iod - >
raddoppio della consonante stessa,
perlopiù nei nomi propri
Una consonante + lo iod [j] dà anche altre diverse trasformazioni:
► Labiale (e labiodentale) + iod
Lo iod ha prodotto il raddoppiamento della labiale che lo precedeva.
► Velare + iod
Il processo di trasformazione con iod ha avuto tre fasi:
I) Prima fase [j] (fono palatale) ha intaccato la velare sorda e sonora,
attirandole in un’affricata palatale sorda e sonora
II) Seconda fase [j] ha prodotto il raddoppiamento dell’affricata precedente
III) Terza fase [j] si è dileguato dinanzi al suono palatale omorganico
(la E' avrebbe dovuto dare e chiusa [e]; le e aperta [ɛ] è dovuta all’influsso di
Non ci si lasci ingannare dalla presenza della i in parole come faccio o reggia :
quella i non è la rappresentazione grafica dello iod, ma una i diacritica, cioè un
semplice espediente grafico per rappresentare la pronuncia palatale di C e G.
► Nasale + iod
Lo iod ha prodotto il raddoppiamento della nasale labiale che lo precedeva
Il processo di trasformazione ha conosciuto due fasi:
I. Nella prima fase [j] ha prodotto il raddoppiamento della nasale
II. Nella seconda fase [j] ha intaccato la nasale velare intensa
trasformandola in [ɲɲ]
► Laterale + iod
Il processo di trasformazione ha conosciuto due fasi:
I. Nella prima fase lo [j] ha prodotto il raddoppiamento della laterale
II. Nella seconda fase lo [j] ha intaccato la laterale intensa
trasformandola in [ʎʎ]
► Vibrante + iod
C’è una differenza notevole tra Toscana e il resto d’Italia
Toscana): granaio à granari, notaio à norari…
NB. L’analogia ha operato in direzione opposta (dal plurale al singolare) nella
► Sibilante + iod
[ʃ], in altri ha prodotto [ʒ].
△ la sibilante palatale sorda [ʃ] e la sibilante palatale sonora [ʒ] sono foni
propri della pronuncia toscana, non rappresentati dalla pronuncia
Base latina toscana Esito italiano Pron. italiana grafia