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Riassunto manuale Patota Storia della Lingua Italiana, Sintesi del corso di Storia della lingua italiana

Manuale di storia della lingua italiana, Giuseppe Patota riassunto linguistica italiana Schema Nuovi lineamenti di grammatica storica dell'italiano Giuseppe Patota Sintesi storia della lingua italiana

Tipologia: Sintesi del corso

2024/2025

In vendita dal 22/05/2024

LuciaSpezzi
LuciaSpezzi 🇮🇹

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L’italiano deriva dal latino?
L’italiano non nasce dal latino, ma
continua
il latino tradizione ininterrotta.
NB. sono esistite
molte variet
à di un’unica lingua chiamata latino
I fattori che hanno prodotto le varieta" #sono diversi (5)
1) FATTORE TEMPO VARIABILE DIACRONICA
Variabile legata al tempo
Cinque varieta" #di latino
- Latino arcaico (VIII sec. a.C. II sec. a.C.) -> eta" #di Plauto, Lucilio#
- Latino preclassico (II sec. a.C. I sec. a.C.) -> eta" #di Lucrezio, Catullo, Cesare#
- Latino classico (I sec. a.C. 14 d.C.) -> eta" #di Cicerone, Virgilio, Orazio#
- Latino postclassico (morte di Augusto 14 d.C. II sec. d.C.) -> eta" # di Seneca,
Petronio, Tacito, Apuleio#
- Latino tardo (II sec. d.C. VII/VIII sec. d.C.) -> eta" #di Ambrogio, Agostino#
#
2) FATTORE SPAZIO VARIABILE DIATOPICA
Variabile legata allo spazio -> tra le diverse regioni, differenze non solo di
intonazione, pronuncia e lessico, ma anche nella grammatica e nella sintassi.
- Nel momento di massima espansione romana (II sec. d.C.) il latino era su un
territorio vastissimo
- La conquista araba dell’Africa e le invasioni barbariche determinano una
delatinizzazione
Il fattore geografico si fonde col fattore etnico nel determinare diversita" #
ð Cosiddetto SOSTRATO LINGUISTICO PRELATINO
Le popolazioni barbariche adottano il latino per ragioni di prestigio -> processo di
latinizzazione dal V sec. -> le lingue preesistenti al latino nelle varie regioni
d’Europa occidentale non scompaiono ma lasciano traccia di | sostrato
linguistico, che riguarda soprattutto il lessico.
3) FATTORE STILE VARIABILE DIAFASICA
Variabile legata al livello stilistico, o registro
Es. Cicerone, per stili diversi, non usava lo stesso latino.
#
4) FATTORE SOCIOCULTURALE VARIABILE DIASTRATICA
Variabile legata alla condizione sociale e al livello culturale -> non tutti si esprimono
allo stesso modo; in Roma antica il latino dei dotti (colto) era diverso dal latino degli
umili (popolari).
#
#
5) MODALITA’ DI TRASMISSIONE VARIABILE DIAMESICA
Variabile legata alla modalita’ di trasmissione di una lingua, scritta o parlata
Differenze tra latino parlato e latino scritto (grammatica, sintassi e lessico).
NB. fonti del latino parlato = la Cena di Trimalchione; l’Appendiz Probi
Grammatica storica dell’italiano
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Scarica Riassunto manuale Patota Storia della Lingua Italiana e più Sintesi del corso in PDF di Storia della lingua italiana solo su Docsity!

L’italiano deriva dal latino?

L’italiano non nasce dal latino, ma continua il latino – tradizione ininterrotta.

NB. sono esistite molte variet à di un’unica lingua chiamata latino

I fattori che hanno prodotto le varietà sono diversi (5)…

1) FATTORE TEMPO – VARIABILE DIACRONICA

Variabile legata al tempo

Cinque varietà di latino

  • Latino arcaico (VIII sec. a.C. – II sec. a.C.) - > età di Plauto, Lucilio
  • Latino preclassico (II sec. a.C. – I sec. a.C.) - > età di Lucrezio, Catullo, Cesare
  • Latino classico (I sec. a.C. – 14 d.C.) - > età di Cicerone, Virgilio, Orazio
  • Latino postclassico (morte di Augusto 14 d.C. – II sec. d.C.) - > età di Seneca,

Petronio, Tacito, Apuleio

  • Latino tardo (II sec. d.C. – VII/VIII sec. d.C.) - > età di Ambrogio, Agostino

2) FATTORE SPAZIO – VARIABILE DIATOPICA

Variabile legata allo spazio - > tra le diverse regioni, differenze non solo di

intonazione, pronuncia e lessico, ma anche nella grammatica e nella sintassi.

  • Nel momento di massima espansione romana (II sec. d.C.) il latino era su un

territorio vastissimo

  • La conquista araba dell’Africa e le invasioni barbariche determinano una

delatinizzazione

Il fattore geografico si fonde col fattore etnico nel determinare diversità

ð Cosiddetto SOSTRATO LINGUISTICO PRELATINO

Le popolazioni barbariche adottano il latino per ragioni di prestigio - > processo di

latinizzazione dal V sec. - > le lingue preesistenti al latino nelle varie regioni

d’Europa occidentale non scompaiono ma lasciano traccia di sé | sostrato

linguistico, che riguarda soprattutto il lessico.

3) FATTORE STILE – VARIABILE DIAFASICA

Variabile legata al livello stilistico, o registro

Es. Cicerone, per stili diversi, non usava lo stesso latino.

4) FATTORE SOCIOCULTURALE – VARIABILE DIASTRATICA

Variabile legata alla condizione sociale e al livello culturale - > non tutti si esprimono

allo stesso modo; in Roma antica il latino dei dotti (colto) era diverso dal latino degli

umili (popolari).

5) MODALITA’ DI TRASMISSIONE – VARIABILE DIAMESICA

Variabile legata alla modalita’ di trasmissione di una lingua, scritta o parlata

Differenze tra latino parlato e latino scritto (grammatica, sintassi e lessico).

NB. fonti del latino parlato = la Cena di Trimalchione; l’Appendiz Probi

Grammatica storica dell’italiano

Lo strumento per la ricostruzione del latino parlato è il

confronto tra le varie lingue

romanze - > metodo costruttivo e comparativo consiste nel ricostruire una forma

non documentata sulla base dei risultati che se ne hanno nelle varie lingue romanze.

Quando una forma non è documentata nel latino scritto ma ricostruita è preceduta

da un asterisco *

Es. *CARONIA > carogna

  • LATINO CLASSICO = latino scritto come venne usato nelle opere letterarie;

rimasto sostanzialmente invariato – lingua colta

  • LATINO VOLGARE = latino variegato e complesso, orale – diverse varietà di latino

parlate in ogni tempo, luogo e circostanza.

Processo di affermazione del latino volgare sul latino classico + processo di

trasformazione dal latino volgare all’italiano

ð Accelerati da tre fattori

1. PERDITA DI POTERE DELLA CLASSE ARISTOCRATICA: indebolimento del latino colto per la

perdita di potere della classe aristocratica, conseguente all’instaurazione

dell’impero.

2. DIFFUSIONE DEL CRISTIANESIMO: esso modifica il patrimonio lessicale del latino con

parole di origine greca + afferma il latino volgare per annunciare a tutti il

Vangelo

3. LE INVASIONI BARBARICHE: fanno affermare latino volgare in tutti i iterritori

dell’impero.

parole popolari parole dotte

Latino Italiano Latino Italiano

AURU(M) > oro AUREUS > aureo

FLORE(M) > &iore FLORA > &lora

Due parole derivate dalla stessa base latina = ALLOTROPI

Es. ANGUSTIA(M) > angustia

angoscia

Metodo ricostruttivo e comparativo

Dal latino volgare all’italiano

Fonema sordo - > quando le corde vocali rimangono inerti

Fonema sonoro - > quando le corde vocali entrano in vibrazione

Vocali = fonemi sonori

Consonanti = sorde [b], [d], [g], [z], [v], [ʤ], [dz], [m], [n], [ɲ], [r], [l], [ʎ]

sono sonore le semiconsonanti

Fonemi nasali - > [m], [n], [ɲ]

□ Vocali toniche (cioè accentate) - > in italiano sono 7

NB. le vocali toniche italiane sono 7 ma abbiamo solo 5 segni alfabetici

  • Accento grave (`) à vocali aperte
  • Accento acuto (´) à vocali chiuse

□ Vocali ATONE (cioè non accentate) - > in italiano sono 5: [a], [e], [i], [o], [u]

□ SEMICONSONANTI - > si articolano come [i] e [u] ma hanno durata breve

iod j ieri

vau w uomo

□ SEMIVOCALI - > precedute da una vocale, durata più breve

Es. la i di colui

Tipi di fonemi italiani

Tipi di vocali

dittongo = insieme di due vocali che formano un’unica sillaba

a. Dittongo ascendente - > semiconsonante + vocale

Es. piatto, buono

b. Dittongo discendente - > vocale + semivocale

Es. colui, mai

trittongo = semiconsonante + vocale + semivocale

Es. miei, suoi

Es. aiuola, inquiete

iatoi = quando due vocali si pronunciano separatamente e appartengono a due

sillabe diverse

  • Quando le due vocali non sono né i né u - > leone, paese
  • Quando una delle due vocali è una i o una u accentata e l’altra è a, e, o - > armonia,

cocaina, paura, sua, suo

Dionghi

Trionghi

Iato

Tipi di consonanti

dal la&no all’italiano

MONOTTONGAMENTO DI AU, AE, OE

Tendenza tipica del latino fu quella di monottongare i dittonghi ae, oe, au

(pronunciarli come unica vocale).

AU > [ɔ] AURU(M) > òro

OE > [e] POENA(M) > péna

AE > [ɛ] in sillaba chiusa PRAES-TO > prèsto

[jɛ] in sillaba aperta LAE-TU(M) > lièto

DITTONGAMENTO TOSCANO

Dittongamento di toniche in sillaba libera, detto toscano perché tipico del

fiorentino.

  • In sillaba aperta, la e aperta [ɛ] derivata da Ĕ latina si dittonga in [jɛ]

Es. PĔ-DEM > piède

  • In sillaba aperta, la o aperta [ɔ] derivata da Ŏ latina si dittonga in [wɔ]

Es. BŎ-NU(M) > buòno

Fenomeni del vocalismo

ANAFONESI

L’anafonesi è una trasformazione che riguarda due vocali in posizione

tonica [e] e [o] - > in determinati contesti fonetici, esse passano a i e u

L’anafonesi si verifica in due casi:

  1. PRIMO CASO: [e] si chiude in i quando seguita da l palatale [ʎ] palatale o

da n palatale [ɲ].

CONSILIU(M) > conséglio > (per anafonesi) consiglio

FAMILIA(M) > famèglia > (per anafonesi) famiglia

  1. SECONDO CASO: [e] tonica e [o] tonica si chiudono in i e u quando seguite

da una nasale velare, cioè da una n seguita da [k] o [g].

VINCO > vénco > (per anafonesi) vinco

TINGO > téngo > (per anafonesi) tingo

NB. l’anafonesi NON si verifica nella sequenza - ónk-

TRUNCU(M) > trónco per anafonesi si dovrebbe avere trunco, ma ciò non

avviene.

Si ha solo per la parola giunco

IUNCU(M) > giónco > giunco

NB. in alcuni verbi, la chiusura di queste vocali si è estesa per analogia anche

alle forme non accentate.

CINGO > céngo > (per anafonesi) cingo

e per analogia su cingo, cingete, cingeva, cingevamo , ecc.

Attenti all’errore

Non commettere l’errore di saltare il passaggio cruciale dell’anafonesi, pensando

che basi latine come CONSĬLIU(M), LĬNGUA(M), FŬNGU(M) abbiano dato

direttamente consiglio, lingua, fungo.

NON

è possibile perché una Ĭ e una Ŭ toniche non

possono dare i e u in italiano.

NB. l’anafonesi è una delle prove evidenti della fiorentinità dell’italiano, perché è

tipica solo della parlata di Firenze e di poche altre città toscane.

NB. la e protonica non si chiude in i nei latinismi e nei prestiti da altre lingue.

memoria < lat. MEMORIA(M)

negozio < lat. NEGOTIU(M)

Chiusura di e in protonia sintattica

Il fenomeno della chiusura di e protonica è stato uniforme/generale nei

monosillabi con e (in cui la era in posizione protonica non all’interno di parola

ma all’interno di frase).

DĒ > de

MĒ > me

TĒ > te

SĒ > se

ĬN > in

☐ CHIUSURA DELLA o PROTONICA in u

In posizione protonica (cioè prima della sillaba accentata) una o chiusa [o] in

qualche caso si è chiusa in u.

CŎCĪNA(M) > cocina > cucina

PŌLĪRE > polire > pulire

ŎCCĪDO > occido > uccido

AUDĪRE > odire > udire alternanza tra o e u

☐ CHIUSURA di e POSTONICA in SILLABA

NON FINALE

Anche la e postonica (cioè successiva alla sillaba accentata) si chiude in i.

Fenomeno generale, con due limitazioni

  • la e postonica che chiude in i proviene da Ĭ (non da Ĕ)
  • la e postonica che chiude in i non appartiene mai alla sillaba finale di una

parola, ma sempre ad una sillaba interna => il fenomeno si verifica solo

in parole di almeno tre sillabe.

CĪMĬCE(M) > cimece > cimice FĒMĬNA(M) > femmena > femmina

Questi monosillabi normalmente si usavano non da soli,

ma precedevano una parola:

DĒ NOCTE > de n o tte > di notte

ĬN CASA > en c a sa > in casa

protonia sintattica

Molte parole uscenti in - ile

FACĬLE(M) > facele > facile

Molte parole uscenti in - ine

ORDĬNE(M) > ordene > ordine

NB

. quando appunto la e postonica è risultato di Ĕ atona latina, tende a

mantenersi: LĬTTĔRA(M) > lettera , postonica * lettira

☐ PASSAGGIO da ar INTERTONICO e

PROTONICO a er

Concetto di vocale (o sillaba) intertonica, cioè posta tra l’accento secondario

e l’accento principale - > le parole di quattro o più sillabe hanno due accenti:

  • accento principale (attenzi o ne, princip a le, PEREGR I NUS)
  • accento secondario ( a ttenzione, pr i ncipale, P E REGRINUS)

In alcune di queste parole, alcune vocali o gruppi fonetici posti tra accento

secondario e accento principale hanno subito delle trasformazioni.

Nel fiorentino, ar in posizione intertonica è passato a er.

COMPARARE > comparare > in fiorentino comperare

MARGARITA(M) > margarita > in fiorentino margherita

Anche ar protonico è passato a er , il fenomeno si è verificato:

  • Nelle parole con l’uscita - erìa: frutteria, macelleria, pescheria, ecc.

il suffisso - erìa deriva da - arìa > - ARĬA

Da fruttarìa, macellarìa, pescarìa si è avuto frutterìa, macellerìa, pescherìa

  • Con il suffisso - arello (derivato da - ARELLUS, incrocio fra - ARĬUS e - ELLUS),

che è passato a - erello:

fattarello > fatterello vecchiarello > vecchierello

  • Con il suffisso - areccio (derivato da - ARICEUS, incrocio di - ARĬUS e - ICEUS),

che è passato a - ereccio:

festareccio > festereccio villareccio > villereccio

Forme del futuro e del condizionale dei verbi di prima coniugazione, che in

fiorentino hanno subito il passaggio ar > er

CANTARE (H)A(BE)O > CANTARE *AO > cantarò > canterò

CANTARE *(H)E(BU)I > CANTARE *EI > cantarei > canterei

☐ CADUTA di CONSONANTI FINALI

Nel latino, tre consonanti ricorrono in posizione finale: - m, - t, - s.

Presto nel latino parlato cadono la - m e la - t finali (almeno I sec. d.C.).

La - s finale, invece, o non è caduta o ha prodotto trasformazioni:

  • Nei monosillabi, - s finale si è palatalizzata (trasformata in i) in alcuni casi

(es. VOS > voi ); in altri casi si è assimilata alla consonante iniziale della

parola successiva (es. TRES CAPRAS > tre capre ).

  • Nei polisillabi, - s finale ha palatalizzato la vocale precedente,

trasformandola (es. TRES CAPRAS > tre capre ).

☐ PALATALIZZAZIONE dell’OCCLUSIVA

VELARE

Nel latino d’origine la pronuncia delle velari [k] e [g] erano tali davanti a

qualsiasi vocale.

Nel latino tardo, davanti alle vocali e e i le velari [k] e [g] si sono

palatalizzate

in [ʧ] e [ʤ] (affricate palatali).

GELU: all’inizio si pronunciava [‘gɛlu], poi è diventato [‘ʤɛlu].

Nel passaggio dal latino all’italiano si è mantenuta questa palatalizzazione,

a volte con qualche trasformazione…

  • In alcuni casi la velare si è intensificata: LĔGIT > legge
  • In alcuni casi la velare si è dileguata perché assorbita da una i successiva

detta omorganica: SAGĬTTA(M) > SAĬTTA > saetta.

☐ TRATTAMENTO DI iod INIZIALE e INTERNO

Lo iod [j] si è trasformato in /ʤ/ in posizione iniziale e in /dʤ/ in posizione

intervocalica.

IACERE > giacere

IOCARE > giocare

MAIU(S) > maggio

PEIORE(M) > peggiore

☐ LABIOVELARE

Labiovelare = velare ([k] e [g]) + u semiconsonantica [w].

  • Labiovelare sorda: [kw], delle parole come cuore, quale, questo…
  • Labiovelare sonora: [gw], delle parole come guerra, guida…

NB. Nel latino la labiovelare sonora era solo interna (AEQUITAS, LIQUOR) e

mai all’inizio parola; le parole italiane che iniziano per [gw] sono di origine

germanica.

In una parola italiana, la labiovelare sorda [kw] è di due tipi:

1. Labiovelare primaria - > esisteva già in latino: quale, quando, acqua >

QUALE(M), QUANDO, AQUA(M).

  1. Labiovelare secondaria - > non esisteva in latino, ma si è prodotta nel

passaggio dal latino volgare all’italiano: cuore > *CORE(M)

qui > (EC)CU(M) (H)IC.

Nel passaggio all’italiano, la

labiovelare primaria è trattata in diversi modi:

  • Seguita da una A - > la labiovelare in posizione iniziale si conserva:

QUALE(M) > quale, QUANDO > quando + in posizione intervocalica

rafforza la componente velare: AQUA(M) > acqua.

  • Seguita da una vocale diversa da A - > la labiovelare perde la componente

labiale [w] e si riduce a velare semplice [k]: QUID > che, QUAERERE >

chiedere, QUOMO(DO) ET > come.

Nell’italiano (fiorentino) la labiovelare secondaria si mantiene intatta

qualunque sia la vocale che segue.

[kw] secondaria presente in qui, questo, quello, anche se seguita da vocale

diversa da A, si è conservata.

La labiovelare sonora interna si mantiene in tutti i contesti: anguilla, lingua.

NB. in alcuni casi si è sonorizzata: AEQUALE(M) > equale > eguale.

  1. Parole in cui la velare si è conservata sorda:

AMICU(M) > amico, DICO > dico, FOCU(M) > fuoco, SACRU(M) > sacro,

SECURU(M) > sicuro, (DIES) DOMINICA > domenica

  1. Parole in cui la

velare si è sonorizzata:

LACU(M) > lago, LACTUCA(M) > lattuga, MACRU(M) > magro, SPICA(M) >

spiga.

  1. Parole in cui la dentale si è conservata sorda:

ACUTU(M) > acuto, MARITU(M) > marito, MERCATU(M) > mercato, SPUTU(M)

> sputo, NUTRIRE > nutrire.

  1. Parole in cui la dentale si è sonorizzata:

BOTELLU(M) > budello, MATRE(M) > madre, QUATERNU(M) > quaderno,

STRATA(M) > strada.

Sonorizzazione della sibilante sorda [s]

Nella grande maggioranza dei casi, la sibilante sorda del latino [s] si è

sonorizzata.

Es. accusare, avvisare, caso, bisogno, chiesa, isola, misura, tesoro, uso, viso…

A conservare la sibilante sorda sono solo le parole casa, così, naso e le voci

col suffisso - oso come curioso, furioso, famoso…

☐ NESSI di CONSONANTE + iod

Reminder: iod [j] è una i seguita da altra vocale; deriva da una I latina o dalla

chiusura in iato di una Ĕ come in AREA(M) > *ARJA(M).

Trasformazione ricorrente di iod - >

raddoppio della consonante stessa,

perlopiù nei nomi propri

Es. AURELIUS > AURELLIUS, IULIUS > IULLIUS

Una consonante + lo iod [j] dà anche altre diverse trasformazioni:

► Labiale (e labiodentale) + iod

Trattiamo i nessi - PJ- e - BJ- (e - VJ-).

Lo iod ha prodotto il raddoppiamento della labiale che lo precedeva.

Es. SAPIA(T) > sappia, SEPIA(M) > seppia, (H)ABEA(T) > * ABJA > abbia

RABIA(M) > rabbia

Il nesso VJ ha subito lo stesso trattamento del nesso BJ, raddoppiando e

dando luogo a [bbj]

Es. CAVEA(M) > * CAVJA > gabbia

► Velare + iod

Trattiamo i nessi - KJ- e - GJ-

Il processo di trasformazione con iod ha avuto tre fasi:

I) Prima fase [j] (fono palatale) ha intaccato la velare sorda e sonora,

attirandole in un’affricata palatale sorda e sonora

II) Seconda fase [j] ha prodotto il raddoppiamento dell’affricata precedente

III) Terza fase [j] si è dileguato dinanzi al suono palatale omorganico

I II III

FACIO [‘fakjo] > [‘fatʃjo] > [‘fattʃjo] > [‘fattʃo] faccio

REGIA(M) [‘regja] > [‘reʤja] > [‘redʤja] > [‘redʤa] règgia

(la E' avrebbe dovuto dare e chiusa [e]; le e aperta [ɛ] è dovuta all’influsso di

REGERE, che ha dato reggere, con [ɛ]).

Attenti all’errore

Non ci si lasci ingannare dalla presenza della i in parole come faccio o reggia :

quella i non è la rappresentazione grafica dello iod, ma una i diacritica, cioè un

semplice espediente grafico per rappresentare la pronuncia palatale di C e G.

► Nasale + iod

Trattiamo il nesso - MJ-

Lo iod ha prodotto il raddoppiamento della nasale labiale che lo precedeva

SĪMIA(M) > scimmia, VINDEMIA(M) > vendemmia

Trattiamo il nesso - NJ-

Il processo di trasformazione ha conosciuto due fasi:

I. Nella prima fase [j] ha prodotto il raddoppiamento della nasale

precedente, e NJ è diventato NNJ

II. Nella seconda fase [j] ha intaccato la nasale velare intensa

trasformandola in [ɲɲ]

I II

IUIU(M) > *JUNNJUM > giugno

VINEA(M) > *VINJA > *VINNJA > vigna

► Laterale + iod

Trattiamo il nesso - LJ-

Il processo di trasformazione ha conosciuto due fasi:

I. Nella prima fase lo [j] ha prodotto il raddoppiamento della laterale

precedente, e LJ è diventato LLJ

II. Nella seconda fase lo [j] ha intaccato la laterale intensa

trasformandola in [ʎʎ]

I II

FILIA(M) > *FILLJA > figlia

MULIE(R) > *MOLLJE > moglie

► Vibrante + iod

Trattiamo il nesso - RJ-

C’è una differenza notevole tra Toscana e il resto d’Italia

§ Toscana: la R è caduta, e il nesso RJ si è ridotto a j

AREA(M) > *ARJA > aria, CORIU(M) > cuoio

Parole in - aio e - oio: NOTARIU(M) > notaio, LAVATORIU(M) > lavatoio

§ Resto d’Italia: la R si è mantenuta, ed è caduto lo j

Nord Italia: paninaro, Sud: palombaro, calamaro, romano: benzinaro

NB. Anticamente, il plurale delle parole in - aio era - ari e non - ai (anche in

Toscana): granaio à granari, notaio à norari…

In un secondo tempo, l’uscita in - ai (fornai, notai) ha sostituito - ari.

NB. L’analogia ha operato in direzione opposta (dal plurale al singolare) nella

parola denaro (< DENARIU(M)), in cui si è mantenuta la R da una tendenza

non toscana: all’inizio era denaio e al plurale denari, e visto che si usava di più

il plurale nel parlato la forma singolare è stata influenzata diventando denaro.

► Sibilante + iod

Trattiamo il nesso - SJ-

In Toscana il nesso SJ ha avuto due esiti paralleli: in alcuni casi ha prodotto

[ʃ], in altri ha prodotto [ʒ].

BASIU(M) > [‘baʃo] bacio

*BRUSIARE > [bru’ʃare] bruciare

CAMISIA(M) > [ka’miʃa] camicia

△ la sibilante palatale sorda [ʃ] e la sibilante palatale sonora [ʒ] sono foni

propri della pronuncia toscana, non rappresentati dalla pronuncia

dell’italiano: in essa sono stati sostituiti dalle affricate prepalatali sorda [tʃ]

e sonora [ʤ]

Base latina toscana Esito italiano Pron. italiana grafia

BASIU(M) > [‘baʃo] [‘batʃo] bacio

PHASIANU(M) > [fa’ʒano] [fa’ʤano] fagiano

PHASIANU(M) > [fa’ʒano] fagiano

(OC)CASIONE(M) > [ka’ʒono] cagione

SEGUSIU(M) > [se’guʒo] segugio