Scarica RIASSUNTO PENSIERO POLITICO CICERONE + VERSIONE DE OFFICIIS I,25 e più Versioni in PDF di Latino solo su Docsity! IL PENSIERO POLITICO di CICERONE LA MISSIONE DI CICERONE FU QUELLA DI DIFENDERE LO STATO ROMANO IN UN PERIODO DIFFICILE FATTO DI GUERRE CIVILI. LO SFORZO DI CICERONE E’ GIA’ BEN VISIBILE NELLE ORAZIONI E VIENE TEORIZZATO NEI 2 TRATTATI : IL DE REPUBBLICA(SCRITTO TRA IL 54 E IL 51) E IL DE LEGIBUS. IL DE REPUBLICA IN QUEST’OPERA CICERONE RIPRENDE L’OMONIMO TESTO DI PLATONE. PROPRIO COME QUELLO DI PLATONE E’ SOTTO FORMA DI DIALOGO E AFFRONTA GLI STESSI TEMI. NELLA REPUBBLICA PLATONE SI DEDICA ALLA RICERCA DI UNO STATO IDEALE, UNA COMUNITA’ PERFETTA NEL QUALE OGNI INDIVIDUO PUO’ VIVERE FELICE. IL SUO GOVERNO IDEALE PUO’ ESSERE CHIAMATO SOFOCRAZIA, CIOE’ GOVERNO DEI SAPIENTI (UN GOVERNO RETTO DAI FILOSOFI). ANCHE CICERONE SI SFORZA FI TROVARE LA SOLUZIONE DI STATO IDEALE E QUESTO MODELLO VIENE IDENTIFICATO CON LA REPUBBLICA ROMANA DEL TEMPO DEGLI SCIPIONI. IL DIALOGO E’ AMBIENTATO NEL 129 AC E SI SVOLGE TRA SCIPIONE L’EMILIANO E IL SUO AMICO LELIO. L’OPERA CI E’ GIUNTA A FRAMMENTI. NEL PRIMO LIBRO VIENE ESPOSTA DA SCIPIONE LA TEORIA DEL REGIME MISTO, DESUNTA DALL’OPERA DELLO STORICO GRECO POLIBIO (CONTEMPORANEO ALL’EMILIANO). VENGONO DESCRITTE LE 3 FORME DI GOVERNO: MONARCHIA, ARISTOCRAZIA E DEMOCRAZIA. TUTTE E 3 LE FORME DI GOVERNO SONO DESTINATE A SFOCIARE NELLE LORO RISPETTIVE DEGENERAZIONI: TIRANNIDE, OLIGARCHIA E OCLOCRAZIA (CIOE’ GOVERNO DELLA FOLLA INDISCIPLINATA). SECONDO POLIBIO (E QUINDI SECONDO SCIPIONE E CICERONE ) LA SOLUZIONE E’ LA COSTITUZIONE MISTA, CHE RIUNISCE TUTTE E TRE LE FORME DI GOVERNO ED EVITA LA DEGENERAZIONE. QUESTA COSTITUZIONE SAREBBE QUELLA ROMANA PERCHE’ HA IL POTERE MONARCHICO (CONSOLI), QUELLO ARISTOCRATICO (SENATO) E LA DEMOCRAZIA (I COMIZI). IN REALTA’ NELLA VISIONE DI SCIPIONE, COME IN QUELLA DI CICERONE, IL POPOLO AVEVA UN RUOLO LIMITATO E SI TRATTAVA DI UNA REPUBBLICA ARISTOCRATICA. NEI LIBRI IV E V VENIVA INTRODOTTA LA FIGURA DEL PRINCEPS. E’ PERO’ DIFFICILE FARE CHIAREZZA SU QUESTA FIGURA A CAUSA DELLA GRANDI LACUNE DI QUANTO E’ ARRIVATO FINO A NOI. DAI FRAMMENTI CHE ABBIAMO SEMBRA CHE IL PRINCEPS IN REALTA’ NON SI UNA FIGURA SOLA, MA PIUTTOSTO UN’ELITE DI PERSONAGGI CHE SI PONGA ALLA GUIDA DEL SENATO. NON INTENDE QUINDI LA CREZIONE DI UN PRINCIPATO MA LA PRESENZA DI LEADER ILLUSTRI (COME LO FU SCIPIONE L’EMILIANO). AFFINCHE’ L’AUTORITA’ DEL PRINCEPS NON SFOCI IN UNA DEGENERAZIONE E QUINDI IN UNA TIRANNIDE, QUESTA FIGURA DOVRA’ EVITARI I DESIDERI PERSONALI (COME IL POTERE E LA RICCHEZZA). LA PARTE FINALE DEL DIALOGO, IL SOMNIUM SCIPIONIS. COME PLATONE AVEVA MESSO ALLA FINE DELLA SUA OPERA UN MITO RELATIVO ALLA VITE DELLE ANIME NELL’OLTRETOMBA, COSI’ CICERONE RAPPRESENTA UNA VISIONE DEL MONDO ULTRATERRENO: SE ALLA MORTE I PRINCEPS VORRA’ OTTENERE UN POSTO IN CIELO DOVRA’ RINUNCIARE ALL’EGOISMO. L’IDEALE DI CICERONE ERA DIFFICILMENTE REALIZZABILE, INFATTI L’ASCESA DI PERSONAGGI SPREGIUDICATI E DOMINATI DALL’EGOISMO,COME I TRIUMVIRI, AVREBBE PORTATO ALLA DISSOLUZIONE DELLA REPUBBLICA. IL DE LEGIBUS SEMPRE ISPIRANDOSI ALL’OPERA DI PLATONE (CHE SCRISSE LE LEGGI), CICERONE, NEL 52, INIZIO’ IL DE LEGIBUS. ANCHE IN QUESTO CASO E’ UN DIALOGO. A DIFFERENZA DI PLATONE CHE AVEVA PENSATO A DELLE LEGGI IDEALI, CICERONE BASA LA DISCUSSIONE SU LEGGI REALI. Dell’opera sono pervenuti i primi tre libri incompiuti e frammenti del quarto e del quinto. Il dialogo si immagina avvenuto nella villa di Cicerone ad Arpino tra lo stesso Cicerone, il fratello Quinto e l’amico Attico. I 3 PERSONAGGI INCARNANO 3 PUNTI DI VISTA DIVERSI: QUINTO E’ UN OTTIMATE ESTREMISTA, CICERONE UN CONSERVATORE MODERATO E ATTICO UN EPICUREO. NELL’ULTIMA PARTE DELLA SUA VITA, CICERONE, COSTRETTO ALL’INATTIVITA’ DALLA DITTATURA DI CESARE, SI DEDICA ALLA SCITTURA DI TESTI FILOSOFICI. PER CICERONE IL COMPORRE OPERE FILOSOFICHE SU TEMI POLITICI E’ UN MODO EFFICACE, CHE SI SOSTITUISCE ALL’ORATORIA, PER DIFFONDERE IL SUO PENSIERO POLITICO. TUTTA LA PRODUZION FILOSOFIC DI CICERONE E’ MIRATA AD OFFRIRE UN MODELLO DI CONDOTTA ALLA CLASSE DIRIGENTE ROMANA, NELLA SPERANZA DI POVER SUPERARE IL GRAVE MOMENTO DI CRISI POLITICA. TUTTE LE RIFLESSIONI FILOSOFICHE DI CICERONE HANNO POI UNA CONSEGUENZA PRATICA E QUINDI POLITICA. CICERONE RACCOGLIE LE DIVERSE OPINIONI SU UN DETERMINATO ARGOMENTO, LE CONFRONTA E POI SCEGLIE LA TESI PIU’ PROBABILE. FA QUINDI DA MEDIATORE TRA IL PENSIERO DELLA FILOSOFIA GRECA E IL PUBBLICO ROMANO, MIRANDO A COSTRUIRE UN SISTEMA DI VALORI, ALLA BASE DELL’HUMANITAS. (RICORDA CHE PER CICERONE L’HUMANITAS E’ UN MODO DI AGIRE, PENSARE E PARLARE, TIPICA DEL PERFETTO CIVIS ROMANUS, RISULTATO DELLA MEDIAZIONE TRA LA CULTURA GRECA E IL MOS MAIORUM). PROBABILMENTE NEL 44 AC, CICERONE INIZIA LA SCRITTURA DEL DE OFFICIIS. IN QUESTA OPERA SCRIVE I VALORI CHIAVE CHE DEVONO GUIDARE L’ARISTOCRAZIA ROMANA PER RICONQUISTARE IL CONTROLLO SULLA CITTA’. In un periodo di profonda crisi delle istituzioni sociali e politiche di Roma, Cicerone dedica al figlio Marco un trattato che intende riordinare le forme dell’interazione tra i cittadini e rifondare la res publica. Consapevole che l’antico sistema di valori è ormai superato, Cicerone tenta di organizzare