Scarica Relazione Città e Territorio: Indagini su Struttura e Significato Spazio e più Sintesi del corso in PDF di Architettura solo su Docsity! La citta e il territorio, quattro lezioni di Giancarlo De Carlo La città e il territorio: Quattro lezioni è un volume tascabile che riporta dieci ore di lezione tenute da Giancarlo De Carlo alla Facoltà di Architettura di Genova nel 1993: il racconto di oltre due millenni di storia dell’architettura per dimostrare come non vi possa essere architettura o città senza un territorio. Prima lezione 0 Introduzione Tra città e territorio esiste un rapporto reciproco composto da sistemi di corrispondenze che non possono essere ignorati se si vuole indagare quali siano le strutture e i significati dello spazio. Negli ultimi 150 anni le città hanno smarrito la capacità di generare strutture che siano consecutive, forme che siano coerenti, hanno ridotto lo scambio con il territorio. Le città sono rimaste senza contesto e quindi in balia delle forze contrastate che generano la loro espansione. A primo impatto le città le consideriamo disordinate e disaggregate, potrebbe essere una forma superiore di ordine che dobbiamo essere noi a interpretare stabilendo dei sistemi di relazioni e riuscendo a capirne i ritmi. Dovremmo ricondurre a quella forma di caos un ordine più ampio che non riusciamo a capire Le profonde crisi nascono nella nostra capacità di comprendere il mondo, quando non abbiamo più la percezione del contesto intorno a noi 1 La città, il territorio che cosa è la citta? Che cos’è il territorio Chiamiamo città aggregazioni composte da un numero considerevole di abitanti Consideriamo invece territorio tutto ciò che si trova attorno alla città e che presumiamo possa estendersi in modo indefinito dal punto di vista della città il territorio è vuoto L’urbano è il punto di condensazione e cristallizzazione del territorio Il territorio circostante porta i segni della città e genera situazioni che ne configurano la forma (come il fatto che nella città entrino prodotti dal territorio) Esempio nyc Il territorio intorno a New York è invaso dalla città, i pezzetti di territorio sono le sparse dappertutto. Questi si uniranno e finirà tutto per diventare città o finirà tutto per diventare territorio? Esempio milano Nel 800 la città di Milano era strettamente legata al territorio, ogni strada poteva portare alla percezione del territorio e a percepire la dimensione ampia dilatata di questi spazi negli anni 30 comincia espandersi la città invadendo il territorio arrivando fino alla Svizzera. ci troviamo di fronte una situazione che non riusciamo più a decifrare prima si riconoscevano Milano, i borghi esterni e lo spazio che lo definiva, oggi invece sembra che lo sviluppo sì e indifferenziato e che il territorio sia stato invaso è coperto. I riferimenti principali per definire la città derivano: dal greco con la Pòlis, e dell’inglese con la Town La Pòlis greca (o civitas latina): in queste civiltà la città era un luogo abitato dove il governo era affidato ai cittadini, intorno c’erano i villaggi senza cittadini e senza governo erano città soltanto luoghi dove cittadini governavano. La Town inglese: fra gli insediamenti presenti nel territorio alcuni erano distinti dai borghi e venivano chiamate città, era la corona inglese a dare loro la dignità di città. Riguardante il territorio non ci sono riferimenti precisi da dare è stato oggetto di studi dettagliati nell’ultimo periodo, però si è parlato del panorama e del paesaggio specificandolo; la sua integrità originale è stata persa. l’unica possibilità per concepire un’idea di del territorio sia quella di rivolgersi agli scrittori per esempio Herman Melville lo ha descritto non tanto per i suoi aspetti romantici quanto per la sua essenza fondamentale legata all’uomo ma di conseguenza alla città. 2 Dalle origini all’epoca classica Affascinante nelle città è la capacità di stratificarsi di raccogliere cioè i messaggi registrare gli eventi umani in modo che risultino leggibili Esaminando nel tempo la restituzione le strutture di composizioni di città troviamo un cambiamento: - All’inizio la città continua ad evolversi come un processo organico adattandosi alle condizioni dettate dall’esterno determinato dalla natura e dagli eventi umani la città muta come se fosse una cosa viva e si adatta una situazione - Nel secondo caso la struttura cambia comincia organizzarsi intorno ad una serie di spazi aperti che non si vedono e non si commerciano. gli edifici fra loro si allontanano solo perché possa entrare la luce dalle finestre viene verso il significato dello spazio aperto. - nel 500 a.C. troviamo un altro cambiamento le strade le piazze cominciano a generare contesti, questi diventano un elemento fondamentale. Non si concepisce più la città in termini di edifici case e strade ma si concepisce la città in termini di contesti che sono rapporti tra spazi strada spazi piazza spazi edificati. - Fra il 450 a. C. sì struttura la citta secondo una griglia regolare ad assi ortogonali. Aristotele è contro questa pianificazione di Ippodamo di Mileto, in quanto preoccupato dal rischio di ripetitività (in realtà non c’era.) - Ad un certo punto della storia le città si circondano di mura per difendersi dal nemico, queste mura hanno un valore simbolico era la definizione del territorio e della sacralità, col semplice gesto del traccaire una linea. - I greci erano convinti che costruito e paesaggio fossero la stessa cosa, cioè il luogo progettato doveva comprendere non solo l’edificio ma la visione pure del paesaggio, la percezione veniva organizzata secondo sistemi di angoli che includevano nel campo visivo entrambi gli elementi. la scena percepita doveva includere natura è costruito insieme (un esempio è il teatro di Taormina Siracusa). Inoltre pensavano che è una prima osservazione l’edificio dovesse essere visto nella sua interezza e non solo nel lato frontale, con una visione quindi angolata. La rivoluzione che deriva dall’epoca classica è che l’architettura può essere riferita a sé stessi, non è solo più luogo di culto bensì un’estensione del proprio corpo. Questa grande rivoluzione nella composizione dello spazio è il motivo per cui si sentì l’esigenza di abbattere il grande tempio di Atena per poter sviluppare un’evoluzione del Partenone fondato sui numeri e sulle misure dei sistemi di percezione legati al corpo umano. 3 La città romana La città romana si muove sugli stessi principi di quella greca introducendo però criteri più razionali: essendo colonizzatori assumono dalla cultura greca in primo luogo quello che allora è utile, riprendono i canoni e li ristabiliscono in base alle loro esigenze razionali. Basti pensare al Decamerone di Boccaccio, Boccaccio racconta di un gruppo di persone radunate in in campagna a causa della peste scoppiata nel 300, nell’opera troviamo un rovesciamento che prelude alla grande rivoluzione del secolo successivo, fino ad allora la città era un luogo dove non c’era la noia dove si poteva avere qualunque cosa ma la peste rovescia la situazione: la campagna diventa il luogo dove si possono ottenere molti vantaggi e soprattutto dove si può acquistare una nuova dimensione della vita. Terza lezione 1 il rinascimento (va dal 1400 al 1500) Le città in Europa si svuotano per il contagio della peste e questo porta a pensare allo stile di vita che si conduce e in questo senso avvengono le prime spinte al rinnovamento Il rinascimento rappresenta una grandissima trasformazione nella concezione dell’organizzazione della forma e dello spazio, ci sono vari componenti che influiscono influenzano questo cambiamento: Una delle prima componenti del cambiamento di concezione è legata alle nuove norme di comportamento che oggi chiameremo igienico-sanitarie per cui le strade devono essere più larghe per permettere la ventilazione gli spazi aperti più ampi. Un altro accorgimento innovativo è la separazione in primo luogo vengono distinti spazi destinati agli uomini da quelli per gli animali nelle città medievale invece erano tutti insieme negli stessi luoghi. La separazione non rimane circoscritta solo campo genico si estende per esempio anche ai ceti sociali, nel medioevo la gente viveva nella stessa stanza e dormire nello stesso letto, col rinascimento c’è l’idea di una casa più spaziosa l’alloggio si specializza si comincia ad avere una stanza dove si vive una dove si dorme eccetera, dove prima vivevano 4-5 famiglie ora ne abita una sola con una specializzazione dello spazio ben strutturata. Nel nuovo assetto rinascimentale ci sono cambiamenti anche nell’insieme della collettività cominciano a nascere organismi per la carità e per la salute pubblica come spedale lazzaretti che si inseriscono in modo definitivo all’interno della città. La seconda componente del rinnovamento rinascimentale è la riuniversalizzazione della cultura. Nel paesaggio del Rinascimento troviamo un forte interesse per il mondo classico, i viaggiatori gli architetti scoprono l’architettura classica a Roma e la ripropongono ma non in modo uguale all’originale, quello che realtà i rinascimentali vedono nell’architettura classica è un’immagine totalmente diversa da quella che l’architettura romana architettura greca significavano per i romani per i greci. L’architettura antica diventa un punto d’appoggio che aiuta immaginare un’organizzazione del mondo e più complessa, si cominciano a reintegrare il classico all’interno di una concezione medievale, un aspetto molto importante della riuniversalizzazione della cultura è l’armonizzazione dei vari campi di studio, le conoscenze si travasano da un campo all’altro aumentando enormemente la potenzialità, gli scultori erano considerati artisti sporchi mentre poi gli artisti puliti, nel Rinascimento si assume che chiunque produca lo fa sia con la mente che con le mani, questo permette la permeabilità tra campi di attività per esempio tra musica architettura e matematica Un’altra componente del rinnovamento è la nuova esperienza del mondo che nasce attraverso il viaggio, le persone viaggiavano molto di più di quanto non si faccia oggi e lo facevano con gli occhi aperti con sorpresa con trepidazione e sono sempre emozionata nel viaggiare, nasce così un nuovo senso del confine che diventa il relativo cioè si può spostare. La possibilità di porre il confine dove si vuole dallo spazio una dimensione totalmente nuova. Ludovico Ariosto ci descrive una città come non aveva mai visto attraverso immagini che probabilmente gli erano state raccontate, descrive una città elaborando i racconti degli ambasciatori mercanti e dei pellegrini che giravano il mondo tracciavano traiettorie nello spazio e si fermavano in punti che poi diventavano nodi e linee di un grande grafo complesso. Un’altra componente determinante è l’osservazione scientifica si comincia a dare un nome alle cose sempre più preciso e lei si cataloga prevalentemente secondo aspetti visivi, l’architettura medievale si odorava si toccava si assorbiva costantemente con tutti i sensi, nel Rinascimento invece come nell’epoca classica la composizione è orientata una percezione prevalentemente visiva dei rapporti e delle proporzioni che l’architettura stabilisce, ciò deriva l’interesse per la matematica e per lo studio geometrico delle proporzioni. Nella prima lezione abbiamo visto come nell’architettura greca la posizione degli edifici fosse determinata con un sistema di proporzioni, nel Rinascimento torna l’idea di proporzione ma in modo diverso si fonda sulla geometria e su regole stabilite da matematici e geometri. 2 Il barocco (va dal 1600 al 1700) Cambia abbastanza radicalmente la figura dell’architetto, questa comincia ad apparire nel periodo tardo medievale come un regista di operazioni che vengono compiute sotto la sua direzione, ma mai da solo è stretto rapporto con la committenza. L’architetto comincia ad acquistare un certo rilievo nel periodo umanistico quando viene delegato dalla comunità a svolgere compiti particolari per conto suo si impegna con la politica. La situazione cambia nel periodo barocco il ruolo dell’architetto si sposta sempre più dalla posizione iniziale di responsabile verso la comunità a quella di responsabile verso il potere. L’architettura nel barocco: si cominciano a organizzare lo spazio urbano e gli spazi aperti con straordinaria energia e poi pure a riorganizzare il territorio che diventa interessante anche come assetto economico perché luogo di rendita fondiaria anziché parassitaria (dopo la peste l’agricoltura era diventata l’unico sostegno dell’umanità è l’attenzione si è spostata sulla campagna).