Scarica Simboli e Rituali: Il Denaro, la Fotografia e il Consumismo - Prof. Vincenzo e più Sintesi del corso in PDF di Antropologia solo su Docsity! Starbucks a Milano giovedì 19 agosto 2021 15:35 Capitolo 1 Quando parliamo di rituali sociali, intendiamo tutte quelle azioni che introducono l'utilizzo di simboli, al contrario delle normali abitudini insite nel nostro comportamento. Ci si interroga dunque sulla razionalità dell'uomo, e di come questa parola valga poco se lasciata fine a se stessa, soprattutto se si ragiona livello empirico, è dunque più giusto identificare l'uomo come simbolico. Per simbolo si intende qualcosa di sintetico, intuitivo, non razionale ma che non si oppone al concetto né di razionalità né di irrazionalità. I simboli li creiamo sin da bambini, quando si gioca con la fantasia utilizzando ciò che ci circonda. Ma i simboli ci sono sin dall'antichità, come un albero che è il collegamento fra cielo e terra, dove un determinato albero ha un significato particolare, ecc… Basti pensare a tutti i vari simbolismi religiosi. In città i simboli possono essere la piazza o il comune, ma un grande complesso di simboli è invece il centro commerciale, un ritrovo di simboli basati sul consumo. Capitolo 2 Parlato della teoria bisogna ora vedere le applicazioni pratiche del simbolo. Un artista è un operatore simbolico, colui che, ispirandosi alla realtà, rielabora le immagini in nuove forme rituali, è tramite gli artisti che si crea un flusso di immagini simboliche. Nella mondo ci sono gli oggetti "cult" che stanno al centro di un culto, un simbolo dove si andranno a sovrapporre altri simboli in maniera concentrica a quest'ultimo. Si applica l'effetto Diderot, dove se al centro del nostro sistema poniamo un nuovo simbolo, questo andrà sicuramente ad influenzare tutto (come un nuovo vestito all'interno di un guardaroba pieno di vecchi vestiti, inconsciamente verremmo influenzati e portati a rimodernare tutto). Un uomo che vive in un mondo senza simboli comporta la morte del suddetto uomo, l'anomia porta l'uomo a vivere in un mondo privo di simboli, dato che per simboli si identificano anche in più comuni rapporti sociali. Negli ultimi 2 secoli si sono accresciuti vari universi simbolici: religioso, razionalista e del consumo, questi si susseguono e si intrecciano. In particolare il denaro, dove oggi viviamo in un mondo dove il denaro è al centro di ogni cosa, indica la fortuna e il destino delle persone, un'azione viene vista in rapporto al suo guadagno, basti pensare inoltre all'evoluzione tecnologica, in relazione al denaro, delle cripto valute, le quali si basano unicamente su una bolla speculativa. Capitolo 3 La natura simbolica dell'uomo, lo porta a porre fede verso quegli ambiti che sono più o meno lontani dalla realtà sensibile. I legami simbolici si relazionano con la magia, la quale a differenza della scienza che si basa su connessioni casuali mentali, che si basa unicamente sui legami simbolici reali, dato che si basa sulle leggi "naturali". In passato i rituali, oggi considerati futili, erano eseguiti da tutti, come spargere il sale per evitare la cattiva sorte, vestirsi di bianco per il bel tempo, se al tempo si associava un'azione o un'oggetto ad un simbolo lo si deve a questo. Oggi il concetto è lo stesso, ma con le pubblicità, si sfrutta un vasta gamma di immagini, colori e altro per creare un collegamento nella testa dello spettatore con il prodotto in questione. Le pubblicità creano simboli, basti pensare a tutti gli slogan usati (vendi sogni non prodotti, per esempio). Possedendo un oggetto, si entra di diritto in quel clan legato all'oggetto. Basta un oggetto per entrare in altri mondi e sognare, l'oggetto funge da tramite per questo. Le pubblicità, tramite immagini forti, dove le persone sono capaci di relazionarsi, creano quelli che possiamo definire "idoli giovanili", dove i giovani in particolare vengono coinvolti da questo. Gli adulti invece sono meno soliti nel riconoscere i simboli durante la vita quotidiana. Purtroppo il simbolo è legato quasi unicamente al consumismo, in un mondo, soprattutto attuale, pieno di pubblicità e mentalità consumistiche. La pubblicità è il punto d'incontro fra la scienza e la magia, ma con l'avanzamento tecnologico questa sta sempre più prendendo piede nelle nostre vite. Capitolo 4 L'immagine non ha avuto sempre vita facile, soprattutto le immagini religiose, di fatto arriva la scrittura come aiuto. I simboli rappresentano i vari livelli del reale, mentre i rituali rappresentano i processi mimetici per realizzare i simboli e l'uomo ha bisogno di simboli pe trasformarsi e per identificarsi, sta poi all'uomo scegliere come interpretarlo. L'uomo ha la capacità di viaggiare in mondi non materiali, come Dante nella Divina Commedia che viaggia dall'inferno al paradiso, dunque nel corso della sua vita assiste ai vari aspetti della realtà mondana, essendo capace di realizzare la stessa realtà angelica e demoniaca, grazie alla sua capacità mutevole. Infatti come ne esistono i simboli si gioca anche sul fatto che possano esistere i "simbolismi invertiti", come per esempio tutti i riferimenti satanici con le croci rovesciate, o tutte le carie possibilità nocive presenti sul web, come la Blue Whale e tutti i vari fake che vi circolano. Un altro esempio è il fenomeno degli hikikomori, persone che passano tutta la loro vita rinchiusi in casa, fenomeno prettamente giapponese e legato alla cultura otaku. Capitolo 7 Il consumismo si è evoluto nel corso del tempo, se nel passato per esempio lo spazio privato e quello pubblico erano ben definiti e separati, oggigiorno questi sono mischiati, basti vedere le case private con stanze apposite per accogliere le persone. La città rispecchia questo concetto, al centro vi è il cuore con le piazze, i luoghi pubblici e ai margini vi sono le abitazioni o magari i confini che tengono l'ordine lontano dal caos. Il teatro è un'ottima metafora per rappresentare questa evoluzione, Flusser definisce il teatro moderno come la "morte di Dio", dove quello che doveva essere il retroscena, viene sempre meno come incognito, la razionalità arriva a dare delle risposte su pressoché qualsiasi cosa, lasciando il mistero della vita non più nel cielo, ma alle spalle degli attori, le quali vengono sempre più irradiate dalla luce della razionalità. Il consumismo si è ritrovato un palco vuoto dove costruire un nuovo mondo, usando la manipolazione di simboli. Prima rituali e simboli portavano alla comprensione della realtà, ora invece è il mondo che alimenta il processo rituale dei consumi. Questo è cominciato all'interno delle stesse mura domestiche, dalle pubblicità si è creata l'immagine del frigorifero posto in cucina, della televisione in salotto col divano davanti, dell'open space, ecc… tutte immagini veicolate dalle pubblicità. Lo spazio pubblico influenza il privato e lo spazio privato, tramite i social, viene portato in quello pubblico. Però il consumismo si sta spostando verso altri mondi, basti pensare ai futuri centri commerciali, i quali non saranno più fisici ma digitali che ci permetteranno di viaggiare verso mondi alternativi. Questa è una realtà che è già presente con le cripto valute, delle valute digitali che non esistono in formato fisico, queste però consumano molta energia, di fatto l'uomo consuma tantissime risorse del pianeta anche solo per creare qualcosa di digitale. Capitolo 8 La televisione ha mosso i primi passi rimanendo ancorata al teatro, ma da lì la gente aveva capito tutto il suo potenziale, possiamo vedere la televisione come una finestra verso un altro mondo, concetto da sempre esistito nella vita delle persone, basti pensare alle tende con un buco che permette prima di osservare il cielo e poi, verso il medioevo in poi, si estendeva verso la città, preferendo una finestra orizzontale. Quando poi i panorami sono diventati sempre più anonimi, ecco che arriva la televisione a proporci altri mondi. Questo poi, secondo Flusser, è stato condizionato dal consumismo, infatti la televisione era piena di pubblicità, perdendo il suo ruolo di "finestra sul mondo". La televisione si sviluppa secondo un carattere educativo, inizialmente, poi sviluppa sempre di più un culto attorno a sé. Per culto si intende qualcosa che richiede un'assidua presenza, come una discussione riguardo un programma televisivo prima e dopo la sua messa in onda. La televisione ha creato un culto anche perché riusciva a scandire il tempo, c'era sempre qualcosa da vedere e questo era sempre in evoluzione, anche i contenuti digitali (YouTube) attualmente si stanno evolvendo, dal punto di vista tecnico, avvicinandosi quasi alla produzione televisiva. Si sviluppa, soprattutto oggi, la figura del prosumer, il consumatore che è allo stesso tempo produttore di contenuti. Il Cinema invece si distacca dalla quotidianità della televisione, tendendosi più sul lato artistico e spettacolare. Il cinema, al contrario della televisione, offre uno stacco dalla quotidianità e le persone ne sono perfettamente consapevoli, il cinema offre un'altra finestra del mondo parallela a quella televisiva. Un'altra alternativa sono i piccoli schermi degli smartphone e dei tablet, ancorati a quello che è il simbolo di un libro. Lo smartphone è come uno specchio dell'anima, hanno raccolto e trasformato un'antica eredità simbolica e assunto il carattere di schermo interiore, divenuto il dispositivo più utilizzato al mondo, ci permette di maneggiare immagini, suoni e molto altro come mai prima d'ora. In più il modo di camminare a faccia in giù è segno di proiezione verso questo mondo che ci offre il nostro smartphone. Capitolo 9 Per Flusser il fascismo nell'era digitale equivale al fascio di informazioni che arrivano fino a chi si interfaccia con il terminale. Richiama il fascismo perché si vanno a polverizzare tutte le forme di aggregazione sociale, dunque l'individuo rimane legato ad un flusso verticale di immagini (quelle date dal telefono) e non ad un flusso orizzontale (legato alle interazioni sociali). Autoritarismo e partecipazione sono due caratteri che si intrecciano tra di loro nella sfera politica. Il comportamento fascista è qualcosa che come esiste nella vita quotidiana, anche inconsciamente, esiste sul web. La Microsoft ha assegnato un account Twitter ad un'intelligenza artificiale, questa dopo 24 ore è stata definita, dalle riviste specializzate, razzista con ideali fascisti, quando l'unica cosa che ha fatto è stata imparare dai commenti che leggeva dal web. La guerra ha trasformato tutte le pratiche rituali, andando ad influenzare molti ambiti, basti pensare sia ai boy scout, sia ai videogiochi di guerra, dove bisogna combattere contro immagini tecniche di soldati pilotati da altre persone. La guerra è una risorsa illimitata di forza bruta. In mancanza però di una pratica di rituali di guerra ci si è adattati e il "fascismo", ha sempre preso piede, sostituendo con il suo carattere autoritario quello che era il vecchio codice militare. Si dice che nel 2048 tutte le forze belliche saranno digitalizzate, se questo accadrà anche questi ideali fascisti seguiranno la digitalizzazione. Capitolo 10 Facebook è uno dei social più utilizzati, è innegabile il suo fattore di assuefazione dei like, già sfruttato sin dalla nascita del social. Inoltre il programma riflette alcune caratteristiche del programmatore, il programma è la simulazione dei modi del programmatore, dunque bisogna parlare dell'influenza capitalista nei social e di chi li ha inventati. Gli strumenti vengono prodotti dalle macchine e lo stesso vale per le immagini (macchina fotografica), si va a perdere la manualità dell'uomo, comportamento dovuto dalla perdita dell'esperienza. C'è una perdita di responsabilità che può portare alla perdita di conoscenza. Così il tempo libero non è solo svago, ma diventa un momento per creare nuovi rituali, dove il gioco, tramite la gamification, ridà senso alla nostra vita. Con il tecno-consumismo si presenta un nuovo ostacolo da superare, il fatto che i prodotti fisici stanno pian piano scomparendo, le aziende propongono abbonamenti o esperienze virtuali, facendo perdere quella ritualità fisica che vi era in passato. Qualche volta un ritorno alla manualità passata è presente nei tempi di svago con gli hobby, i quali prendono il tempo che avremmo impiegato nel consumismo. Lo scopo dell'attuale consumismo è quello di creare una nuova immagine del consumo, di farci pensare che non abbiamo più bisogno dei rituali fisici del passato. Nonostante questo noi tendiamo a tornare alla manualità, infatti i rituali di creazione artistica hanno sempre un posto privilegiato all'interno delle società umane. Capitolo 13 La correlazione fra immagini tecniche e le forme simboliche del mondo è puramente casuale. L'utilizzatore del dispositivo tecnico, come una macchina fotografica, deve direzionare il dispositivo per creare un'immagini "significativa" entro i limiti tecnici imposti dalla macchina stessa. Quindi questo risultato può essere di 2 tipi, può o rientrare nei limiti tecnici dell'opera o può uscirne, sempre dalla volontà dell'utilizzatore. Dunque le immagini possono avere un semplice valore "espositivo", dove le andiamo ad apprezzare magari per il corredo cromatico, nulla toglie che possono avere anche degli ulteriori significati, ma in quel momento non ci interessano, questo è molto legato al consumismo dove si va a rappresentare un oggetto per quello che è. Inoltre quando si parla di fotografia analogica o digitale, rimanendo nell'ambito del superamento dei limiti, l'unica differenza è la possibilità e il modo di intervenire direttamente o meno sul prodotto. La relazione con le immagini tecniche porta alla creazione di opere rivoluzionarie, come un'intelligenza artificiale che, dopo avergli fornito un database, riesce a creare delle opere d'arte del tutto nuove, creando un possibile futuro dove sono le macchine a produrre le opere d'arte. L'arte si può quindi differenziare secondo una visione da nomade e da sedentari, dove gli artisti rappresentano i nomadi, portatori di uno spirito libero, e il sistema rappresenta i sedentari. L'artista però si suddivide a sua volta fra chi rimane uno spirito libero e chi invece è sotto il controllo del sistema e viene controllato da questo. Gli appuntamenti periodici dell'arte, come le mostre o le Biennali, servono come occasione di incontro e scontro per questi due gruppi di artisti. Il fotografo Muller Pohle, identifica 5 possibilità di messa in scena dell'arte: del soggetto, specchio di sé e il fotografo rivendica il controllo umano sul mezzo, dell'oggetto, si imprime l'azione creativa sugli oggetti, dell'apparato, mette in discussione le funzioni programmate degli apparecchi fotografici, della luce, si possono produrre eventi luminosi autonomi, della stessa immagine, ci si appropria dell'immagine per portarla in un altro piano rappresentativo. La messa in scena ha un carattere rituale, invece le narrazioni relative all'arte performativa possono essere associate agli assi cartesiani. L'asse dell'estetica, le immagini tecniche sono quelle che hanno fatto perdere l'aura dell'arte di un tempo, l'artista può dunque lavorare sul concetto di riciclo e di recuperare ciò che è stato perduto, oppure può esteriorizzare il trash e il kitsch dell'arte. L'asse della politica, intesa nella misura di fascismo e democrazia, totalitarismo e partecipazione, un'opera politica funziona in base alla relazione con pubblico e al suo spazio espositivo, dato che non sono opere autoriflessive ma proiettative. L'asse della tecnologia, addentrarsi in questo ambito comporta una perdita in quello che è il vortice digitale delle immagini, l'artista è chiamato ad essere un nomade, a sperimentare vari campi e a coinvolgere le nuove generazioni, l'importante è investire in creatività. Capitolo 14 Ogni cambiamento sociale è anticipato da una "rivoluzione" nell'ordine simbolico. Tutte le cose sono legate ad una visione comune, dato il loro passato, ma questa può subire dei cambiamenti, sia veloci che lenti. Un esempio è la Sicilia, fino agli anni '90 vista come mafia organizzata, dati sia fatti realmente accaduti, sia il contributo letterario che ha incrementato questo stereotipo. Con Camilleri e il commissario Montalbano, anche poi con l'uscita della serie televisiva, questo legame fra Sicilia e Mafie è andato cambiando, dato il successo che ha avuto la serie. Questo deriva dal carattere dei personaggi, Montalbano in primis, una persona che non ostenta il successo per la carriera, alla ricerca della felicità e delle virtù umane. Il rapporto con i personaggi, con la terra, fa emergere non una rivoluzione dell'ordine del mondo, ma piuttosto una riscoperta. Dalle chiacchiere con i colleghi, dai paesaggi, dalle mangiate, il commissario Montalbano, così come gli altri personaggi, non opera per cambiare il mondo, ma per godersi la vita nelle sue piccole gioie. Secondo Flusser i rivoluzionari moderni si basano sulla conoscenza del tecno- consumismo e si manifesta sulla base della manipolazione simbolica e culturale. Questi devono avere poca visibilità per potersi staccare e non essere risucchiati dal diluvio delle immagini. Il capitalismo ha cambiato ogni città, soprattutto le megalopoli, trasformandole dal rurale al digitale. Il capitalismo parte dai borghi, da quando un individuo pensa all'economia piuttosto che ad altro, con Montalbano abbiamo un personaggio che incarna invece molte virtù slegate dal consumismo e dal capitalismo, dove la risoluzione dei casi per lui ha un valore assoluto. La società segue una determinata direzione e noi la seguiamo per inerzia, se questa poi non si rivela una scoperta della felicità per noi, la identifichiamo come una perdita di tempo e cercheremo in seguito di recuperare questo tempo perduto. In conclusione, il commissario Montalbano, anche se non esiste, rappresenta universalmente i valori e le virtù di una cittadina e di persone che si sono distaccate da questo vortice capitalistico e che stanno inseguendo la loro felicità. Capitolo 15 I rituali sono all'interno delle vite di tutti, questi possono essere ovviamente benefici, un esempio sono tutti i rituali che si fanno in famiglia, come il rituale della cena. Da uno studio è emerso che i rituali, più sono l'alto livello, più ne si gioverà da questi ora e nel futuro, anche dal punto di vista del benessere fisico.