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Riassunto test Scienze della formazione primaria, Test d'ammissione di Letteratura

RIASSUNTO PER PREPARAZIONE AL TEST DI SFP

Tipologia: Test d'ammissione

2020/2021
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Caricato il 19/01/2022

erika2705
erika2705 🇮🇹

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Scarica Riassunto test Scienze della formazione primaria e più Test d'ammissione in PDF di Letteratura solo su Docsity! 1 RIASSUNTO EDITEST: TEST D’INGRESSO PER SCIENZE DELLA FORMAZIONE Competenza linguistica e ragionamento logico CAPITOLO 1: LOGICA VERBALE I test di logica verbale possono assumere le forme più diverse ma si fondano principalmente su relazioni e associazioni tra parole, individuazione di termini contrari, sinonimi, anagrammi. Altre prove di contenuto verbale sono quelle che richiedono di comprendere e interpretare il significato di un brano, trarne delle conclusioni o escluderne implicazioni. La padronanza linguistica, la ricchezza del lessico, la conoscenza dell’etimologia delle parole facilitano il raggiungimento di un buon risultato in questo tipo di esercizi. I sinonimi Si parla di sinonimia quando due termini risultano interscambiabili all’interno del medesimo contesto senza apprezzabili variazioni di significato. Gli studi linguistici e psicolinguistici chiariscono che si possono stabilire sinonimie tra i termini secondo diverse regole: possono essere sinonimi due termini che esprimono una diversa generalità, intensità, emotività, moralità, professionalità colloquialità specificità dialettale. I contrari I test verbali prevedono nella stragrande maggioranza dei casi delle prove di ricerca dei contrari di contenuti verbali, aggettivali, nominali. La ricchezza del lessico è un prerequisito fondamentale per l’ottima riuscita in questo tipo di prove. Le proporzioni verbali o analogie concettuali Nelle prove selettive i quesiti basati su proporzioni verbali sono piuttosto comuni perché considerati rilevatori efficaci delle abilità di ragionamento induttivo. Si tratta, tuttavia, di quesiti che richiedono anche il possesso di un lessico sufficientemente ricco e una buona padronanza della lingua italiana. Questi quiz vengono comunemente chiamati proporzioni verbali perché assomigliano nella forma alle proporzioni matematiche, ma al posto dei numeri sono costituite da vocaboli tra i quali occorre individuare il nesso. In tali prove si richiede infatti di individuare il rapporto di somiglianza tra parole, fatti, oggetti e di riconoscere il termine o i termini che spiegano la relazione o che esprimono un certo grado di somiglianza tra essi. Per questo motivo tali tipologie di quesiti possono essere definite anche equivalenze semantiche o analogie concettuali. La prima cosa da fare è comprendere il nesso, ovvero la relazione, tra i termini. Le proporzioni verbali complesse RELAZIONI TRA I TERMINI DI UN INSIEME ESEMPI DI CARATTERISTICHE COMUNI Relazione etimologica Origine dei termini Relazione semantica Significato dei termini Relazione ortografica Lettera iniziale, suffissi dittonghi Relazione geografica Stati dello stesso continente, città della stessa nazione, città della stessa regione Relazione temporale Personaggi o eventi della stessa epoca Relazione di appartenenza Opere di un medesimo autore, artisti di una medesima corrente, animali di una medesima specie, musicisti di uno stesso genere, romanzi ambientati nella stesa città Relazione funzionale Il coltello taglia, la penna scrive Relazione casuale Tra nuvole e pioggia, farmaco e guarigione 2 Nella prova possono essere presentate proporzioni a più incognite o analogie complesse composte da due coppie di termini in relazione tra loro, nelle quali mancano il primo termine della prima coppia e il secondo termine della seconda coppia. Occorre dunque individuare la coppia di parole che completa la proporzione secondo un determinato criterio. Il rapporto logico esistente tra i termini deve essere rispettato, pertanto, oltre al significato e alla relazione tra le parole, decisiva è anche la posizione che ciascun termine occupa nella proporzione. Le classificazioni concettuali Anche nei comuni giochi enigmistici si trovano esercizi di questo tipo. Generalmente si chiede di individuare il termine da scartare nell’ambito di una serie. Si tratta di quesiti, in cui, data una serie di termini, si chiede di individuarne uno da scartare perché non legato agli altri dalla relazione (etimologia, semantica, funzionale) che li accomuna. Occorre, dunque, riconoscere la relazione esistente tra i termini e le ragioni di incongruenza del termine discordante. Nei giochi enigmistici viene chiamato “caccia all’intruso”. Le prove di vocabolario Le prove di vocabolario, quelle cioè in cui si richiede il significato di un termine, sono una tipologia piuttosto frequente nelle prove di ammissione. Inserzione logica di termini in un contesto Questa tipologia di quesiti è finalizzata alla verifica della ricchezza di lessico ma anche della capacità di comprensione e contestualizzazione dei termini. Non si tratta di vere e proprie prove di vocabolario, in quanto non si chiede in modo specifico il significato di una parola, ma si chiede di inserire un termine in una frase o una serie di termini in un brano da cui sono stati espunti. Le parole potrebbero, dunque, essere individuate anche andando ad esclusione e comprendendo il solo senso generale del testo proposto. Nella scelta dei termini incogniti occorre tener presente sia l’aspetto semantico (il significato più adatto al contesto) che l’aspetto grammaticale. Possono essere oggetto di prova testi di qualsiasi argomento, su qualsiasi disciplina, ma ancora una volta l’intento non sarà quello di testare conoscenze acquisite su determinati argomenti o materie, quanto piuttosto la capacità di utilizzare correttamente i termini in contesti appropriati. Le prove di comprensione di brani In quasi tutte le prove di ammissione sono previsti esercizi volti a verificare la capacità di comprendere un testo, decodificarne i contenuti più importanti, contestualizzare le informazioni, identificare le intenzioni comunicative dell’autore, le strutture del testo, gli scenari, gli eventi e le storie descritte, le conclusioni a cui si può giungere. In genere vengono presentati brani piuttosto lunghi, al termine dei quali sono poste alcune domande sia su quanto esposto che su quanto deducibile dal testo. È consigliabile comunque dare una lettura rapida ma attenta alle domande inerenti il brano prima ancora di averlo letto. È un modo per familiarizzare con i temi e gli argomenti del brano. Un altro suggerimento utile è quello di servirsi di una simbologia. È importante sottolineare con tratteggio le porzioni del brano in cui si presentano le idee principali dell’autore, le idee chiave, cerchiare le porzioni del testo in cui si presenta lo scenario in cui è ambientato il brano oppure riquadrare le date, i riferimenti precisi, nomi e così via. Leggere per comprendere Quando si affronta la lettura di un testo scritto si possono utilizzare varie strategie di lettura in base allo scopo che ci si propone.  Lettura di consultazione o selettiva (scanning): consiste nella ricerca di particolari informazioni su testi definiti appunto di consultazione (enciclopedie, dizionari, cataloghi, schede bibliografiche, nonché saggi e manuali). Non si legge tutto il testo, ma lo si esamina velocemente saltando da un punto all’altro, ricercando gli elementi di interesse. Si definisce, infatti la lettura non sequenziale perché non segue l’ordine con cui l’autore ha organizzato il testo che si consulta, ma la scelta personale del lettore 5  l’esposizione del problema  l’enunciazione della tesi, cioè dell’idea che si vuole dimostrare  una o più antitesi, vale a dire la/le tesi opposta/e alla propria  la confutazione della/delle antitesi con l’argomento ed esempi  la dimostrazione della tesi con argomenti ed esempi  la conclusione con la ripresa della tesi ed il suo rafforzamento Analisi della sintassi del testo Nella preparazione del test è di fondamentale importanza lo sviluppo di adeguate competenze linguistiche senza le quali il meccanismo stesso della comprensione sarebbe compromesso. È necessario, quindi, per un approccio corretto ai quesiti interrogarsi su: 1. l’utilità e l’impiego della sintassi 2. le modalità con le quali la sintassi aiuta a ragionare Utilità e impiego della sintassi La padronanza della sintassi è uno strumento importante che serve a comunicare con efficacia perché riproduce il funzionamento della lingua. Pertanto, saper sviluppare un ragionamento, interpretare il valore del ritmo di un discorso, cogliere l’alternanza tra frasi lunghe e brevi, sono le chiavi per la comprensione di qualunque tipo di testo. Per comprendere in maniera esaustiva l’importanza dell’analisi sintattica del testo occorre esaminare la struttura di un quesito testuale, in cui le informazioni ottenute da un’analisi logica, sintattica e semantica del testo sono più importanti da quelle ricavate dalle conoscenze nozionistiche. L’interpretazione e l’analisi di un brano costituiscono l’esempio più appropriato. Le modalità con le quali la sintassi aiuta a ragionare Sintassi  significa ordinamento. Infatti è in base alle regole della sintassi che si mettono in ordine le parole per ottenere frasi e periodi di senso compiuto. Inoltre, pensare e ragionare significa ordinare secondo una certa logica fatti, pensieri, informazioni per costruire un quadro corrente della realtà. C’è uno stretto legame tra sintassi e pensiero ed è per questo che bisogna esercitarsi molto nella lettura, soprattutto quella analitica, senza tale esercizio non si potrà ottenere un accettabile livello di comprensione dei quesiti. Nozioni di semantica I quesiti di logica verbale possono assumere le forme più disparate; tutte le tipologie hanno però in comune l’obiettivo di verificare la competenza linguistica, la ricchezza di vocabolario, la padronanza di linguaggio, caratteristiche queste già acquisite e difficilmente modificabili in breve tempo. Prefissi e suffissi Prefissi sono particelle che, poste davanti alla radice di una parola, ne determinano il significato rafforzandolo (prefisso rafforzativo), capovolgendolo (prefisso inversivo) o precisandolo (prefisso illativo) Suffissi  sono invece delle particelle che, aggiunte alla radice di una parola, concorrono alla formazione di una nuova parola Nozioni di linguistica Quesiti a valutare le conoscenze della lingua italiana dal punto di vista morfologico e sintattico, nonché la capacità di analizzare i periodi e le preposizioni. Morfologia Morfologia  è quella branca della grammatica che studia le regole che presiedono alla formazione delle parole e alla loro riflessione. Le parole per quanto riguarda l’aspetto morfologico, possono essere classificate in nove categorie, dette comunemente parti del discorso. Le parole appartenenti a cinque di queste categorie sono:  variabili: cioè soggette a mutamenti di desinenza  invariabili: non soggette a variazioni di desinenza 6 PARTI VARIABILI PARTI INVARIABILI Articolo Nome Pronome Aggettivo Verbo Avverbio Congiunzione Interizione Preposizione Le parole possono però essere studiate e classificate anche in base alla funzione logica che svolgono in una frase. La branca della grammatica che studia le regole che presiedono alla collocazione e combinazione delle parole in base alla funzione logica che assumono in una frase si definisce sintassi. Quando si studiano le parole di un testo classificandole sul piano morfologico si parla di analisi grammaticale. Quando si studiano le parole dal punto di vista sintattico si parla di anali logica. Le parti variabili del discorso ARTICOLO E’ la parte variabile del discorso che si premette al nome può variare in base al genere (maschile e femminile) e al numero (singolare o plurale). Esistono due tipi di articoli:  determinativo  indeterminativo Alcuni studiosi della lingua italiana hanno di recente aggiunto un terzo tipo di articolo derivandolo dalla grammatica francese: l’articolo partitivo. articolo determinativo premesso ad un nome, precisa che esso indica qualcosa di determinato già definito, conosciuto a chi parla e a chi ascolta. Es. ho comprato il libro; ho visto gli zii articolo indeterminativo premesso ad un nome, indica che questo non è qualcosa di ben definito, ma che resta sconosciuto a chi parla e chi ascolta. Es ho comprato un giornale (cioè uno qualsiasi, non uno in particolare) articolo partitivo si usa invece per esprimere quantità indefinite. Es: ho preso dell’acqua Tipologia Numero Genere Determinativo Singolare Maschile: il, lo Femminile: la Plurale Maschile: i , gli Femminile: le Indeterminativo Singolare Maschile: un, uno Femminile: una Dalla presenza davanti a un nome di un oppure un’ si comprende se si tratta di un nome maschile oppure femminile: un artista è femminile; un amico è maschile, un’amica è femminile. L’articolo indeterminativo non ha plurale; come tale si può usare il già ricordato articolo partitivo (Es. un amico, degli amici). NOME È la parte variabile del discorso che indica una o più persone, uno o più animali, uno o più oggetti, ma anche idee, stati d’animo, sentimenti e, attività. Es. Mario è uscito; il giardino è pieno di fiori; un cane abbaia; ho provato una grande gioia I nomi possono essere distinti in: 7  concreti  astratti Nomi concreti  indicano persone o oggetti che noi possiamo vedere e toccare, che cioè hanno una reale consistenza e cadono sotto i nostri sensi. Si distinguono a loro volta Nomi propri Nomi comuni Nomi collettivi che designano particolari individui di una specie o di una categoria; possono essere di persona , di animale o di cosa Es: Mario studia; Fido abbaia; l’Arno attraversa Firenze che indicano in modo generico uno o più individui di una specie o di una categoria e possono distinguersi in nomi comuni di persona, di animale o di cosa Es: i bambini, i gatti, le borse pur essendo al singolare, indicano un gruppo di persone, animali o cose della sessa specie Es: il popolo, una mandria, una scolaresca, la flotta Nomi astratti  sono quelli che indicano sentimenti attività, idee, colori, determinazioni temporali, cioè qualcosa che non ha una consistenza materiale e che pertanto non si può vedere o toccare. Es la bontà, l’astuzia, il giorno, la mattina, la lezione, la gioia Per quanto riguarda il genere , i nomi possono essere maschili o femminili, quando invece non c’è alcuna variazione si parla di nomi di genere comune, che presentano un’unica forma sia per il maschile sia per il femminile. Es: il musicista, la musicista, l’autista (sia un uomo sia una donna); il nipote la nipote Generalmente i nomi al singolare finiscono in al plurale terminano in -a (rosa, poeta) -o (mano) -e (monete -e/i (rose, poeti) -i (mani) -i (monti) Esistono tuttavia delle eccezioni: alcuni nomi maschili che terminano in a, nel passaggio dal singolare al plurale non cambiano (es: il gorilla/ i gorilla) alcuni nomi che a singolare sono maschili, diventano femminili al plurale, terminando in a (Es il miglio/ le miglia; il lenzuolo/le lenzuola) alcuni nomi sono indeclinabili hanno cioè la stessa forma al singolare ed al plurale (Es. gas, re, specie) Alcuni nomi mancano di singolare e sono pertanto usati solo al plurale; si dicono nomi difettivi Alcuni nomi possono avere due singolari e due plurali (Es. orecchio/orecchia/orecchi/orecchie); un singolare e due plurali (Es. lenzuolo/lenzuola/lenzuoli) alcuni hanno due plurali con significato diverso (Es. osso/ossi per gli animali /ossa per gli uomini). Si parla in questi casi di nomi sovrabbondanti Esistono tipologie particolari di nomi Nomi primitivi: non derivano da nessun altro nome Nomi derivati: derivano da un nome primitivo di cui conservano la radice ( Es osteria da oste Nomi alterati: attraverso l’aggiunta di una desinenza acquistano significato diminuitivo, Nomi composti: nascono dall’unione di due nomi (Es. capostazione), un nome ed un