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risposte aperte paniere di neurofisiologia ecampus scienze e tecniche psicologiche prof ipsaro passione sara, Panieri di Fisiologia

svolgimento delle domande aperte paniere di neurofisiologia ecampus scienze e tecniche psicologiche prof ipsaro passione sara

Tipologia: Panieri

2020/2021

In vendita dal 08/04/2021

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Scarica risposte aperte paniere di neurofisiologia ecampus scienze e tecniche psicologiche prof ipsaro passione sara e più Panieri in PDF di Fisiologia solo su Docsity! Risposte aperte paniere di NEUROFISIOLOGIA SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE Docente: Ipsaro Passione Sara 1 RISPOSTE APERTE NEUROFISIOLOGIA -GIORGIA- Domande aperte esami precedenti (2020) 1. Il morbo di Parkinson 2. Le funzioni dell'Ipotalamo 3. Aree implicate nelle emozioni 4. Ruolo della corteccia motrice primaria CANALE IONICO Cos'è? Descrivere il funzionamento dei canali ionici Le membrane sono formate sia da fosfolipidi che da proteine che attraversano la membrana: i canali ionici; come delle porte controllano in modo selettivo il flusso di ioni che entra/esce dalla cellula secondo un gradiente di concentrazione. Modulano funzioni cellulari come la contrazione muscolare e la trasmissione nervosa. Esistono canali la cui apertura e chiusura sono legate a variazioni del potenziale di membrana, e canali regolati da un ligando specifico. In entrambi i casi l’apertura del canale è dovuta ad un riarrangiamento della conformazione della molecola proteica che costituisce il poro. L’interazione diretta con il canale produce effetti rapidi, mentre l’apertura indiretta è più lenta, ma più duratura. NEURONE La morfologia Cellule in grado di ricevere/trasmettere impulsi di tipo elettrico, le principali costituenti del tessuto nervoso. Costituito da un corpo (soma) e numerosi prolungamenti (dendriti e assone). I dendriti sono prolungamenti del soma relativamente brevi, l'assone invece ha una lunghezza maggiore e presenta all'estremità il bottone sinaptico con il quale si connette ad altre cellule (sinapsi). L'assone è ricoperto dalla guaina mielinica (grazie ai prolungamenti delle cellule gliali) interrotta in alcuni punti dai nodi di Ranvier che permette una più rapida trasmissione di impulsi. A sostegno del neurone ci sono astrociti, oligodendrociti e microglia. Come funziona? Ha due funzioni: di input (dendrite) e di output (assone). Input: SN riceve informazioni dall’esterno attraverso canali sensoriali; importanti informazioni provengono anche dall’interno dell’organismo (es. dolore viscerale) raccolte da strutture specializzate: i recettori, considerati dei trasduttori, ovvero strutture in grado di trasformare le diverse forme di energia (luminosa, meccanica, termica) in energia bioelettrica. Output: una volte elaborate le informazioni, i segnali bioelettrici vengono convogliati ai muscoli scheletrici, ai muscoli lisci dei visceri e al muscolo striato cardiaco. Le funzioni delle componenti neuronali Sono: • dendriti: prolungamenti brevi, originari dal soma che si ramificano in prolungamenti secondari; ricevono le informazioni dall'esterno. • soma: il corpo della cellula, elabora le informazioni. • assone: prolungamento lungo e singolo, ha origine dal soma. Invia all’esterno della cellula le informazioni elaborate nel soma; può inviare a più cellule contemporaneamente tramite le sue ramificazioni. I vari tipi di neuroni A seconda della lunghezza dell'assone: • Neuroni di proiezione: assone lungo, con terminazioni assonali lontani dal soma. Trasmettono informazioni ad altri neuroni posti a notevole distanza. • Interneuroni: assone breve, stabiliscono un circuito locale, consentendo la trasmissione a neuroni situati in vicinanza del neurone trasmittente. In base alla funzione e alla propagazione dell'impulso nervoso: • Neuroni sensitivi o afferenti: partecipano all'acquisizione di stimoli, trasportando le informazioni dagli organi sensoriali al SNC. • Interneurone: integrano i dati forniti da neuroni sensoriali e li trasmettono ai neuroni motori all’interno del SNC. • Neuroni motori o efferenti: emanano impulsi di tipo motorio agli organi della periferia corporea. Si distinguono somatomotori (o motoneuroni) e visceroeffettori. MOTONEURONI: cosa sono? Neuroni i cui corpi sono disposti nei nuclei motori, la cui disposizione segue la regola prossimadistale: - muscoli più prossimali sono innervati da motoneuroni disposti in posizione mediale del MS; - muscoli distali sono innervati da motoneuroni disposti in posizione via via più laterale. INTERNEURONI LOCALI: cosa sono? Neuroni i cui assoni rimangono confinati nello stesso segmento spinale o adiacente. Hanno una disposizione che rispecchia quella dei motoneuroni: - interneuroni della zona mediale proiettano ai motoneuroni mediali: determinano il controllo dei muscoli assiali di entrambi i lati; - interneuroni della zona laterale proiettano ai motoneuroni laterali: determinano il controllo dei muscoli ipsilaterali. ECCITABILITA' neuronale? La proprietà biofisica fondamentale dei neuroni che consiste nella capacità di generare impulsi elettrici che si propagano lungo la membrana. Quest'ultima reagisce ai cambiamenti dell’ambiente variando il potenziale d’azione. L’eccitabilità neuronale dipende dalla presenza nella membrana di canali dotati di permeabilità selettiva e la possibilità di variare questa permeabilità in relazione alla differenza di potenziale esistente tra le due superfici della membrana.I canali presenti nelle cellule nervose sono detti voltaggio-dipendenti perché hanno la capacità di cambiare conformazione (permeabilità) quando il campo elettrico mutua di segno o intensità. Membrana eccitabile. I principali tessuti eccitabili del nostro organismo sono i neuroni e le cellule muscolari, circondati dalla membrana eccitabile. E' una membrana plasmatica (con presenti grosse molecole proteiche dette proteine di membrana) in grado di generare e\o condurre segnali elettrici: PPSE (potenziale postsinaptico eccitatorio) e PPSI (potenziale postsinaptico inibitorio). 4 NORADRENALINA: principali funzioni E' sia un ormone rilasciato nel sangue dalle cellule cromaffini, sia un neurotrasmettitore del SN, rilasciato dai neuroni noradrenergici durante la trasmissione sinaptica. Definito ormone dello stress, coinvolge parti del cervello dove risiedono i controlli dell’attenzione e delle reazioni. Insieme all’epinerfina, provoca la risposta “attacco o fuga” attivando il SN simpatico per aumentare il battito cardiaco, rilasciare energia sotto forma di glucosio e aumentare il tono muscolare. EPILESSIA le caratteristiche Patologia che si manifesta con movimenti a scatti, brevi attimi di assenza, convulsioni. La diagnosi viene effettuata mediante il tracciato EEG, che presenta la comparsa degli spike, di onde negative e l’insorgenza di depolarizzazioni parossistiche. Gli accessi epilettici non sono tutti uguali, occorre perciò prendere in considerazione le loro caratteristiche cliniche. 2 categorie: • accessi epilettici focali (parziali), preceduti da aure, provocate da un’attività elettrica che si origina dal focolaio epilettico. Il periodo di tempo fra un accesso epilettico parziale e il ripristino delle funzioni: periodo postictale generalizzato. Possono essere parziali semplici, senza perdita di coscienza (manifestazioni motorie, sensitive e/o sensoriali), o complessi, con perdita di coscienza (fase definita tonica. Successivamente si presenta la fase clonica: movimenti a scatti di tutte le estremità → accesso tonico-clonico). • accessi epilettici generalizzati non preceduti da aure o da accessi epilettici parziali, interessano entrambi gli emisferi sin dall’inizio. Suddivisi in convulsivi e non convulsivi, a seconda di movimenti tonici o clonici. La forma più comune è il grand mal che inizia all’improvviso e dura in genere 30 sec. prima che insorgano i movimenti a scatti delle estremità (durata 1, 2 minuti). Seguita poi da una fase postictale, durante la quale il paziente può assopirsi o può avvertire mal di testa/dolori muscolari. IL SONNO le funzioni Il sonno ha una funzione fondamentale per la sopravvivenza. Se ce ne priviamo si verificano effetti deleteri, come un aumento dell’irritabilità, riduzione della vigilanza e delle capacità cognitive. Secondo le teorie, durante il sonno, vi è una conservazione dell’energia, si favorisce la plasticità sinaptica e i processi cognitivi, rafforzando così le memorie appena acquisite e potenziando i circuiti acquisiti durante la veglia. L’ipotesi più recente è che la sua funzione principale è quella di tenere sotto controllo l’efficacia delle sinapsi, che aumenta durante la veglia per poi ritornare a valori basali durante il sonno. Le varie fasi del sonno, con particolare riferimento al tracciato EEG • Veglia. • Sonno non-REM o sonno vero. • Sonno REM o sonno paradosso (rapido movimento oculare). Addormentamento: processo progressivo che porta ad una disconnessione dall’ambiente esterno. Al sonno NREM segue il sonno REM, fase che dura circa 120 minuti nell’uomo adulto e che si ripete 4-5 volte durante la notte. Il sonno cambia con l’età: sonno REM 8 h nei neonati > 1 ora anziani. Il sonno NREM 8 h neonati > 5 h anziani. Prevede 4 stadi: Stadio 1: stadio di transizione: passaggio da veglia a sonno; si ha diminuzione di: movimenti oculari, tono muscolare, capacità di rispondere agli stimoli sensoriali e possono presentarsi improvvise contrazioni muscolari e la sensazione di cadere nel vuoto. Stadio 2: segue dopo pochi minuti lo stadio 1 e il tracciato EEG presenta i complessi K (oscillazioni di ampiezza crescente e decrescente) e i fusi del sonno. La soglia per il risveglio è più alta, il soggetto, se svegliato, ricorda di aver dormito e sognato. Stadi 3 e 4: il tracciato EEG presenta onde lente. Più il sonno è profondo, maggiore è l’ampiezza e la frequenza delle onde lente e l’attività muscolare si riduce ancora. La soglia di risveglio è più alta, se il soggetto viene svegliato è confuso e non ricorda di aver sognato. Il sonno REM è definito paradosso in quanto il tracciato EEG è simile allo stadio 1 del sonno NREM. Si distinguono fenomeni: - Tonici: EEG attivato, inattivazione dei muscoli antigravitari, aumenta il tono dei muscoli oculari e del diaframma; - Fasici: movimenti irregolari degli occhi, scosse muscolari. Il sonno REM è una condizione di sonno profondo con alta soglia per il risveglio. I soggetti ricordano sogni vividi e prolungati. RECETTORI SENSORIALI quali sono? Le funzioni. Si dividono in 3 classi: • Classe I: (corpuscolo di Pacini) il recettore è costituito dalla terminazione terminale del neurone gangliare e il processo avviene in periferia. Il potenziale di recettore si propaga fino al primo nodo di Ranvier dove viene innescato il potenziale d’azione. • Classe II: (cellule ciliate) il recettore è costituito da una cellula specializzata e distinta dalla cellula gangliare. La stimolazione del recettore determina il rilascio di un neurotrasmettitore che induce un potenziale post sinaptico sul neurone gangliare. • Classe III: il recettore è una cellula recettoriale specializzata, tra recettore e neurone gangliare c'è un interneurone, che trasmette lo stimolo elettrotonico. I fotocettori della retina comunicano con le cellule gangliari tramite la cellule bipolare che si comportano da interneuroni. L’uomo presenta 4 tipi di recettori, attivati da una specifica forma di energia che può essere meccanica (mecanocettori), chimica (chemocettori), elettromagnetica (fotocettori) e termica (termocettori). SISTEMI SENSORIALI: l’organizzazione Le vie che costituiscono i sistemi sensoriali si compongono di connessioni neuronali disposte in serie: il recettore proietta al neurone di I ordine e questo a neuroni di ordini superiori. I nuclei di ritrasmissione elaborano in modo preliminare gli stimoli eliminando il rumore di fondo, scegliendo così gli stimoli che devono raggiungere lo stato di coscienza. La convergenza di più informazioni permette la ricostruzione dell’evento sensoriale. I neuroni di ritrasmissione presentano zone eccitatorie ed inibitorie. Organizzazione in parallelo: le informazioni di stimoli sensoriali vengono elaborate a livello di vie diverse, ciascuna delle quali ritrasmette informazioni distinte ai centri più alti del SNC. Es: la percezione di uno stimolo visivo prevede l’attivazione di due vie in parallelo che permettono di elaborare colore e forma e il movimento dell’oggetto. Organizzazione topografica: è la rappresentazione ordinata nel SNC della superficie recettoriale periferica, con conservazione delle relazioni di vicinanza, per cui due recettori vicini proiettano a regioni adiacenti. 5 SISTEMI SENSORIALI: la classificazione Ogni modalità sensoriale ha un sistema sensoriale dedicato (vista, udito, gusto, olfatto, tatto). Ai quali va aggiunto il sistema vestibolare, che regola l’equilibrio. Completiamo il tatto con il sistema somatosensoriale, che a sua volta comprende la propriocezione, la temperatura e la nocicezione. Suddividiamo il sistema sensoriale per le 3 funzioni che svolge: • Esterocezione: informazioni provenienti dall’esterno (tatto, temperatura, dolore). • Propriocezione: informazioni su posizione e movimento di corpo e arti. • Interocezione: segnali provenienti dai visceri, di cui fanno parte sistemi che controllano l’omeostasi (barocettori, chemocettori). SOMESTESIA: Cosa si intende? Capacità di riconoscere gli oggetti in base al tatto, capacità del SNC di integrare varie informazioni come forma, dimensioni e caratteristiche di superficie. La stimolazione di varie fibre nervose determina l’invio di informazioni frammentate sugli oggetti permettendo alla corteccia cerebrale di ricostruirne l'immagine. L’uomo ha quindi la capacità di riconoscere gli oggetti mediante il tatto (stereognosia), processo che non si fonda sulla capacità del sistema recettoriale di trasmettere informazioni sensoriali, ma sul processo integrativo dei sistemi cognitivi cerebrali. IL DOLORE MODULAZIONE CENTRALE del dolore: cos'è? Una particolare regione del SNC, la sostanza grigia periacqueduttale, localizzata intorno al III ventricolo, provoca profonda analgesia. I neuroni di tale regione proiettano ai neuroni del rafe magno localizzati nel bulbo, che a loro volta proiettano al midollo spinale inibendo la scarica delle lamine interessate nella trasmissione dello stimolo doloroso. Un’ulteriore via discendente è quella che origina dai neuroni del locus coeruleus che inibiscono la scarica dei neuroni dolorifici e interagiscono con i neuroni che rilasciano peptidi oppioidi. SENSIBILIZZAZIONE I nocicettori localizzati in prossimità dell’area stimolata da stimoli meccanici nocivi, iniziano a rispondere agli stessi amplificando la nocicezione. La sensibilizzazione a seguito di lesione/infiammazione è provocata dalla liberazione di sostanze come bradichinina, istamina, acetilcolina.. I neuroni nocicettivi primari regolano il loro ambiente chimico, rilasciando sostanze chimiche che inducono i segni tipici dell’infiammazione come edema, iperalgesia. Quando il danno del tessuto è grave i neuroni del corno dorsale hanno una scarica che aumenta progressivamente. Deriva dal rilascio del glutammato che induce un potenziamento a lungo termine e quindi iperalgesia o sensibilizzazione centrale. Tipi di dolore e funzioni Dolore persistente: caratteristico di condizioni patologiche, ha la funzione di richiamare l’attenzione del paziente nella regione di origine della condizione dolorosa. Cronico: non ha nessuna utilità per il paziente, tipico di patologie con decorso cronico. Nocicettivo: dovuto all'attivazione diretta (per lesione o infiammazione) dei nocicettori localizzati in cute e tessuti. Dolore neuropatico o urente: lesione diretta delle fibre nervose periferiche o centrali. CONTROLLO del dolore Il SNC possiede circuiti di modulazione/controllo della percezione del dolore. Il primo sito di controllo si trova nel midollo spinale, dove la trasmissione dolorifica può essere controllata da interazioni tra vie nocicettive e non nocicettive. Secondo la modulazione spinale (controllo a cancello): • Fibre mieliniche nocicettive "aprono" la trasmissione nocicettiva. • Fibre mieliniche non nocicettive "chiudono" la trasmissione. L’ applicazione fisiologica di tale teoria è che la stimolazione meccanica (vibratoria) capace di attivare le fibre mieliniche induce analgesia. Meccanismo di ELABORAZIONE CORTICALE del dolore Oltre al talamo varie regioni della corteccia rispondono in modo selettivo agli stimoli nocivi: • Corteccia somatosensitiva, contribuisce alla percezione del dolore persistente e diffuso; • Corteccia dell’insula, elabora gli stimoli viscerali. NOCICETTORI: vari tipi Sono recettori dislocati in cute, tessuti sottocutanei come articolazioni o muscoli. Costituiti da terminazioni periferiche di neuroni sensitivi primari i cui corpi cellulari sono localizzati nei gangli dorsali e nel ganglio del trigemino. 4 classi: • Termici: attivati con temperatura > 45° o < 5°. Hanno fibre di piccolo calibro e bassa velocità. • Meccanici: attivati da stimoli pressori ad elevata intensità che vengono applicati sulla cute. fibre mieliniche di piccolo calibro. • Polimodali: attivate da stimoli termici, meccanici o chimici. • Silenti: sono recettori viscerali la cui soglia viene abbassata da processi infiammatori o sostanze chimiche. MOVIMENTO VOLONTARIO Cosa si intende per movimenti volontari? Movimenti finalizzati al raggiungimento di uno scopo. Avviati da eventi esterni/interni e perfezionati con la pratica. L'SN corregge le perturbazioni che interferiscono con l’esecuzione del movimento usando segnali sensoriali che riceve per agire direttamente sull’arto (si attua un controllo a feedback che agisce istante per istante) e informazioni di modalità diverse per rilevare le perturbazioni a cui il sistema va incontro e mette in atto, prima dell’inizio del movimento (strategie basate sull’esperienza pregressa, mediante un controllo a feed-forward). Regolazione psicofisica del movimento volontario Sono governati da leggi che possono essere modificate con l’esperienza e precisamente da: • sistema nervoso: risultato delle azioni motorie indipendentemente dal tipo di effettore utilizzato e dalla modalità di esecuzione del movimento. • periodo di latenza: tempo necessario per rispondere allo stimolo in base alla quantità di informazioni che devono essere elaborate. La velocità di esecuzione del movimento è inversamente proporzionale alla precisione del movimento eseguito. Il movimento diretto ad uno scopo è rappresentato in forma astratta piuttosto che come una serie di movimenti articolari con contrazioni muscolari. Controllo a FEED-FORWARD E' un sistema anticipatorio, si attua prima che le perturbazioni diventino operative. Permette il controllo di postura e movimento e le afferenze usate sono visive o acustiche. Questo sistema di controllo consente l’esecuzione di azioni rapide, di predire le conseguenze di eventi sensoriali e può modificare le azioni promosse dai meccanismi a feed-back del midollo spinale. 6 Controllo a FEED-BACK I segnali provenienti dai recettori sensoriali vengono confrontati con un segnale di riferimento, che rappresenta la condizione che si vuole mantenere. La differenza tra i due tipi di segnale, di riferimento e di errore, viene utilizzata per regolare il movimento. Se viene rilevato un errore si attua una variazione compensatoria. Il controllo a feed-back è fondamentale per il mantenimento della posizione degli arti o per regolare la forza applicata nello spostamento degli oggetti. Caratteristiche movimento VOLONTARIO • pianificazione • diretti al raggiungimento di uno scopo • La risposta allo stimolo cambia a seconda dell’obiettivo comportamentale • L’efficacia del movimento eseguito cambia con esperienza e apprendimento • Possono essere generati da istruzioni interne Caratteristiche movimento PREPARATORIO? • Prende avvio da istruzioni interne • La relazione tra stimolo esterno/risposta è spesso arbitraria • La ripetizione mentale di un movimento (l’uso dell’immaginazione visiva per pianificare un movimento) evoca nelle aree corticali premotorie e parietali posteriori la stessa attività che si registra durante l’esecuzione del movimento. SISTEMA MOTORIO funzionamento / ruolo midollo spinale / ruolo tronco encefalico / ruolo corteccia Il midollo spinale è il livello più basso di organizzazione e contiene circuiti che mediano i riflessi e i movimenti automatici, come la locomozione. Il circuito più semplice è il monosinaptico, ma nella maggior parte dei casi si hanno circuiti polisinaptici, i cui motoneuroni e interneuroni ricevono connessioni dai neuroni dei centri superiori che modificano le risposte riflesse e coordinano i circuiti. Il tronco encefalico riceve dalla corteccia cerebrale e proietta al midollo spinale mediante i sistemi discendenti mediali (controllo della postura, integrazione delle informazioni visive, vestibolari e somatosensitive) e i sistemi discendenti laterali (controllo del movimento dei muscoli distali degli arti e quindi dei movimenti finalizzati di braccia e mani e il controllo del movimento di occhi e capo). La corteccia è il livello più alto di elaborazione. La corteccia motrice primaria e premotrice proiettano al midollo spinale, mediante il tratto cortico-spinale, e al tronco encefalico. Facilita o inibisce i circuiti riflessi presenti ai livelli gerarchici più bassi. Gli schemi di coordinazione sono relativamente stereotipati. Il cervelletto e i nuclei della base fanno parte dei circuiti a feedback che controllano corteccia e tronco encefalico nella pianificazione ed esecuzione del movimento. Stabiliscono proiezioni con la corteccia e il talamo, necessari per garantire la scorrevolezza e la fluidità di un movimento. CORTECCIA MOTRICE PRIMARIA: Che cos'è e che ruolo svolge? La corteccia motrice primaria (area 4 di Brodman) è localizzata nel lobo frontale, dove l’elettrostimolazione di varie regioni provoca il movimento di muscoli nella parte controlaterale del corpo. Sono state costruite delle mappe motorie disposte ordinatamente lungo il giro precentrale (homunculusmotorio). Le aree impegnate nell’esecuzione di compiti di precisione hanno una proiezione sproporzionata. Ha un’organizzazione somatotopica. Le fibre discendenti in uscita sono gli assoni dei neuroni (cellule di Betz) localizzati nella V lamina. La corteccia motrice ha un’organizzazione concentrica: i siti che controllano i muscoli distali sono localizzati al centro di un’area, quelli che controllano i muscoli prossimali sono disposti perifericamente. CORTECCIA PREMOTORIA: Che cos'è e che ruolo svolge? E' un’area (area 6 di Brodman) che se stimolata induce movimento ma ad una intensità di stimolazione superiore rispetto alla corteccia motrice primaria. Le fibre di proiezione al MS sono gli assoni in uscita dalla V lamina. Tutte le aree premotorie proiettano alla corteccia motrice primaria e al MS. Si possono distinguere 4 aree: 1. Area premotoria laterale ventrale 2. Area premotoria laterale dorsale 3. Area motrice supplementare 4. Aree motrici del giro del cingolo Riceve afferenze dal cervelletto e dai nuclei della base, attraverso il talamo. L’organizzazione somatototopica della corteccia motoria è plastica, in quanto viene modificata con apprendimento o a seguito di lesioni. In entrambi i casi vengono riorganizzati i circuiti per facilitazione o per scomparsa. DISTURBI Disfunzioni cognitive dovute alla DEGENERAZIONE dei NUCLEI della base. I nuclei della base sono anche implicati in processi cognitivi, regolazione dell’umore e stati comportamentali. Circuito prefrontale: implicato nelle funzioni esecutive che assicurano lo svolgimento di compiti motori e l’uso di abilità verbali per la soluzione di problemi. Lesioni di tale regione determinano anomalie comportamentali e cognitive. Circuito orbitofrontale: ruolo importante nella mediazione di risposte empatiche e socialmente appropriate. Lesioni a carico di quest’area determinano irritabilità, incapacità di rispondere a stimoli sociali e labilità emozionale. (es: sindrome ossessivo-compulsiva). Circuito della corteccia del cingolo: ruolo importante nel comportamento motivato e dei processi di rinforzo ad aree dei nuclei della base e della corteccia, necessari per l’apprendimento procedurale. Lesioni a carico di queste aree possono provocare mutismo acinetico (incapacità ad iniziare il movimento). DISTURBI CINETICI: ipocinetici e ipercinetici Disturbi ipocinetici: caratterizzati dall’incapacità ad iniziare il movimento (acinesia) e dalla riduzione di ampiezza/velocità dei movimenti volontari (bradicinesia). Sono accompagnati da rigidità muscolare per aumento della resistenza allo spostamento dei segmenti corporei, e tremore (es. morbo di Parkinson). Disturbi ipercinetici: caratterizzati da eccessiva attività motoria, con comparsa di movimenti involontari (discinesia) e diminuzione del tono muscolare (ipotonia). Tra i movimenti involontari troviamo: • Ateatosi: Movimenti lenti di contorsione delle estremità; • Corea: Movimenti repentini casuali degli arti e dei muscoli della faccia; • Ballismo: Movimenti violenti di grande ampiezza dei segmenti prossimali degli arti; • Distonia: Posture abnormi e durature associate a movimenti più lenti eseguiti con la cocontrazione dei muscoli agonisti ed antagonisti. 9 Memoria esplicita (dichiarativa): ha processi di codificazione (l’attenzione viene concentrata su informazioni nuove che vengono analizzate), consolidamento, conservazione e recupero; si basa su processi cognitivi come valutazioni, paragoni e interferenze; Si forma anche dopo una sola esperienza. Ha sede nell’ippocampo e nelle aree associative ed è relativa alla conoscenza di fatti relativi a persone, luoghi o cose richiamati alla mente coscientemente. Richiede capacità integrative e si divide in semantica ed episodica. Memoria implicita (non dichiarativa o procedurale): processo attraverso cui la formazione della traccia mnemonica e il suo recupero avviene in modo inconscio. E'un tipo di memoria che riguarda l’apprendimento non associativo, l’apprendimento associativo e l’imprinting, l’addestramento motorio e l’esecuzione di compiti e procedure. Si acquisisce per condizionamento (riguarda circuiti dell’amigdala) classico o operante. APPRENDIMENTO Cos'è? La capacità di acquisire conoscenze dal mondo esterno, che inducono delle modificazioni comportamentali. Per valutare le capacità di apprendimento di un individuo si utilizza una curva di acquisizione che valuta in che modo migliorano le prestazioni quando il soggetto viene sottoposto a delle informazioni. Gli SCHEMI di apprendimento: condizionamento associativo, non associativo, classico e operante 1. condizionamento non associativo: Apprendimento più diffuso nel mondo animale. • abitudine: perdita/riduzione risposta allo stimolo ripetuto; • sensibilizzazione: con uno stimolo intenso si ha una risposta ad una vasta gamma di stimoli (prestare attenzione). 2. Associativo: • Relazione tra 2 stimoli: condizionamento classico. Esperimento di Pavlov. Si basa su due stimoli, uno incondizionato (es. cibo) che attiva una risposta innata e uno stimolo condizionato, o neutro (es. suono) che non produce una risposta. L’apprendimento è inteso come capacità di rispondere ad uno stimolo, che viene associato ad un altro stimolo (consequenzialità): quando lo stimolo condizionato viene seguito ripetutamente dallo stimolo incondizionato, evoca una risposta condizionata. Può essere contiguo, può scomparire l'apprendimento preesistente quando si acquisisce quello nuovo o ci può essere una massima capacità di apprendimento ad uno stimolo improvviso che diminuisce quando invece è prevedibile. • relazione tra stimolo e comportamento: condizionamento operante. Il soggetto deve operare sull'ambiente per ottenere qualcosa (risposta emessa, non evocata). Se il risultato è favorevole il soggetto ripete il comportamento, se sfavorevole smette. AFASIE AFASIA DI LAURIJA: Laurija propose una classificazione (prende in considerazione la possibilità che alcune forme di afasia siano dovute alla disconnessione tra centri) basata sull’osservazione della sintomatologia e sull'interazione funzionale tra i vari analizzatori corticali, preservando la distinzione tra: compromissione degli aspetti motori ed articolari (danno delle regioni anteriori dell’encefalo) e disturbi che coinvolgono l’elaborazione uditiva (danni delle regioni posteriori). Afasia motoria afferente (afasia cinestetica): lesione nella zona immediatamente postrolandica dell’encefalo per compromissione del sistema di controllo dei movimenti articolari = incapacità a pronunciare i suoni del linguaggio per l’impossibilità degli organi muscolo-fonatori ad assumere le singole posizioni articolatorie. Afasia motoria efferente (afasia cinetica): lesione dell’area di Broca = impossibilità, per il sistema fonatorio, di passare in modo fluido e corretto da una posizione articolatoria ad un’altra, compromettendo così la melodia cinetica del linguaggio. Afasia sensoriale acustica: lesione del giro temporale posterosuperiore e perdita dell’udito fonemico = incapacità di distinguere i singoli suoni del linguaggio parlato. Afasia sensoriale amnestica: lesione dei giri temporale medio e inferiore = perdita del valore semantico della parola. Afasia dinamica: forse per lesione preforntale = incapacità di iniziare spontaneamente il discorso e di formulare delle idee. Afasia semantica: lesioni parieto-occipitali = incapacità di cogliere e manipolare le relazioni tra i concetti e di comprendere costruzioni grammaticali complesse. MODELLO DI LICHTHEIM Il modello prevedeva molti tipi di afasia, a seconda che la lesione colpisse i centri o le vie di connessione tra i centri. Afasia transcorticale motoria: interruzione vie che dal centro dei concetti portano all’area di Broca, compromesso il linguaggio spontaneo, ma non la ripetizione e la comprensione. Afasia transcorticale sensoriale: interruzione vie che dall’area di Wernicke vanno al centro dei concetti, compromessa la comprensione del linguaggio, ma non la ripetizione. Afasia subcorticale motoria: sono compromesse le vie che dal centro per le immagini motorie delle parole vanno alle aree motrici primarie, lesa la produzione linguistica orale, ma non quella scritta poiché il centro per le immagini motorie è integro. Afasia subcorticale sensoriale: lese le vie che connettono le aree uditive primarie con l’area di Wernicke, compromesse la comprensione del linguaggio parlato e la ripetizione, ma non la comprensione della letteratura e la produzione linguistica orale/scritta. AFASIA DI BROCA - Nella forma classica i pazienti presentano una diminuzione dell’eloquio spontaneo anche se, entro certi limiti, riescono a comunicare verbalmente i significati desiderati. La selezione delle parole di contenuto è in genere corretta ma con parafasie fonemiche/fonetiche. L’agrammatismo causa il cosiddetto “linguaggio telegrafico”. La ripetizione di frasi è compromessa, anche se i pazienti sono in grado di carpirne il significato; mostrano dei disturbi della comprensione al livello sintattico-grammaticale e fonologico. Disturbi di lettura, che si estenderebbero verso le regioni posteriori dell’encefalo. Essa si verifica in seguito ad una lesione che, oltre all’area di Broca (area 44 e 45 di Brodmann), coinvolge anche altre aree frontali circostanti, la sostanza bianca sottostante e, talora, i nuclei della base. La compromissione secondaria del cervelletto è stata interpretata come un coinvolgimento di strutture interessate al controllo delle funzioni motorie di alto livello. - La seconda variante si riscontra per lesioni confinate alla sola area di Broca e alla sostanza bianca sottostante. 10 MODELLO DI WERNICKE Propone 2 centri del linguaggio, uno anteriore e uno posteriore, collegati tra loro da fibre associative. Afasia motoria: lesione dell’area di Broca, sede delle immagini motorie delle parole, cioè degli schemi di movimento necessari per la produzione linguistica; sensoriale: lesione dell’area di Wernicke (area 22 di Brodmann), sede delle immagini uditive delle parole, il disturbo coinvolge solo il versante della comprensione verbale, non quello espressivo. Afasia di conduzione: interrotte le vie che connettono il centro delle immagini motorie con il centro delle immagini uditive (fascicolo arcuato), con l’impossibilità a ripetere ciò che viene udito. Differenze Broca/Wernicke: Nell’afasia di Wernike il linguaggio dei pazienti è fluente, al contrario degli afasici di Broca, ma spesso incomprensibile a causa delle numerose parafasie fonemiche e semantiche e dei neologismi. Non presentano invece difficoltà a produrre singoli suoni. Sul versante recettivo, presentano gravi problemi di comprensione legati a disturbi del livello semantico-lessicale. La presenza e la gravità dei disturbi del linguaggio scritto sono in relazione alla sede lesionale. Quando la comprensione orale è migliore rispetto alla comprensione del linguaggio scritto, la lesione si estende al giro angolare del lobo parietale. Nel caso di una miglior comprensione del linguaggio scritto rispetto al linguaggio parlato, la lesione rimane confinata al lobo parietale. L’afasia di Wernicke è causata da una lesione localizzata nella parte posteriore della corteccia uditiva associativa e precisamente nell’area 22 di Brodmann con estensioni più o meno variabili alle aree 37, 39 e 40 e interessamento delle regioni sottocorticali corrispondenti. AFASIA GLOBALE I soggetti sono incapaci di comprendere il linguaggio e di formularlo. E' caratterizzata dalla combinazione dei sintomi riscontrabili nell’afasia di Wernicke e di Broca. E’ un’afasia non fluente, in cui il linguaggio volontario è ridotto a pochissime parole o frasi. La stessa parola può venire continuamente usata anche in modo del tutto inappropriato. La comprensione è gravemente compromessa e si limita ad un ristretto numero di nomi, verbi ed espressioni idiomatiche. L’afasia globale è la forma più grave di afasia dovuta ad estese lesioni che interessano quasi tutte le aree dell’emisfero sinistro deputate al controllo dei meccanismi linguistici. AFASIA DI CONDUZIONE Incapacità nella ripetizione di frasi, eloquio fluente, produzione di numerose parafasie fonemiche. I soggetti riescono però a comprendere frasi e a produrre un linguaggio comprensibile. Esistono 2 varianti anatomiche: una legata alla lesione dell’area 40 (giro sopramarginale) nel lobo parietale con frequente estensione alla sostanza bianca del fascicolo arcuato, l’altra associata alla lesione della corteccia insulare e della sottostante sostanza bianca. Anche se nel primo caso la lesione è compatibile con l’idea che l’afasia di conduzione sia dovuta alla disconnessione delle aree associative posteriori da quelle anteriori, non esistono dati che suggeriscano la possibilità di ottenere questo tipo di afasia per lesioni unicamente della sostanza bianca. Gli studi condotti mediante tecnica PET sarebbe a sfavore dell’ipotesi disconnessionistica. ANOMIE Le anomie consistono nell'incapacità di produrre una parola in un contesto di discorso spontaneo. Riscontrabile anche nei soggetti normali, i quali hanno la sensazione di avere la parola “sulla punta della lingua”. Quest'ultimi sono in grado di indovinare il più delle volte l’iniziale della parola, il numero delle sillabe di cui è costituita e la posizione dell’accento. I pazienti afasici invece non presentano questo tipo di conoscenza implicita della parola e tentano sostituire la parola mancante con giri di parole. PARAFASIE Sono disturbi del livello fonemico, le più frequenti sono rappresentate da sostituzioni, omissioni, ripetizioni o aggiunte di fonemi all’interno della parola. Se si combinano più parafasie fonemiche all’interno di una stessa parola, essa può essere completamente irriconoscibile e dare origine ad un neologismo. L’interpretazione delle parafasie fonemiche, si basa sulla constatazione di disordini nella pianificazione dei suoni delle parole. I pazienti dimostrano di conoscere la rappresentazione del fonema da produrre, ma hanno difficoltà nella fase di esecuzione, quindi il disturbo sarebbe localizzato più sul versante esecutivo che sul versante rappresentativo. Differenze tra disturbi FONETICI e DISARTRIA I disordini di produzione del livello fonetico sono caratterizzati dall’errato uso della muscolatura fonoarticolatoria, non dovuto però primariamente ad una debolezza dell’apparato. Mentre la disartria è un disordine dovuto alla debolezza dell’apparato muscolo-scheletrico, causata da patologie di diversa origine (es. lesioni del SNC). DISLESSIA Dislessie CENTRALI - PERIFERICHE Dislessia da LETTURA LETTERA PER LETTERA - NEGLECT - ATTENZIONALE Le dislessie centrali riflettono un disturbo nell’analisi successiva all’elaborazione visiva della parola stampata, perdita delle componenti centrali nel sistema normale di lettura. Sono 3: 1. Dislessia superficiale: il paziente non è in grado di leggere le parole utilizzando la rappresentazione grafica globale della parola, ma utilizza la rappresentazione fonologica. Legge così tutte le parole regolari, ma fallisce in quelle irregolari. Nel caso di parole identiche dal punto di vista grafemico, ma che ammettono pronunce diverse con significati diversi, il paziente sceglie la pronuncia più regolare o più frequente. 2. Dislessia fonologica: utilizzano la procedura visiva, ma non fonologica. Difficoltà nel leggere le non parole. Errori di sostituzione di parole funzione (perché, cioè) e di morfemi grammaticali (parlavo, parlo). 3. Dislessia profonda: oltre a dislessia fonologica, si aggiungono disturbi di tipo afasico. Errori di tipo visivo (vino x vano), derivazionale (insegnante x insegnare) e semantico (tigre x leone). Le dislessie periferiche riguardano un disturbo della forma visiva della parola e sono 3: 1. Lettura lettera per lettera: dislessia senza agrafia, i pazienti riescono a scrivere normalmente, pur non essendo in grado di leggere ciò che hanno scritto. La lettura delle parole può avvenire solo mediante la ricostruzione della parola lettera per lettera anche se alcuni pazienti non sono in grado di identificare correttamente le lettere che compongono la parola (errore visivo). 2. Dislessia da neglect: errori nella lettura delle parti iniziali (neglect sinistro, più frequente) o finali (neglect destro) delle parole. Gli errori possono essere: omissioni (non legge le lettere nella metà sx della parola) o sostituzioni di lettere (fornisce una parola della stessa 11 lunghezza della parola bersaglio sostituendo alcune, o tutte, le lettere situate nella parte sx) soprattutto nella lettura delle non parole rispetto alle parole (effetto lessicale). 3. Dislessia attenzionale: leggono una parola ma non le lettere costituenti la parola stessa (alessia letterale). Dovuta ad una lesione dell'emisfero sinistro. In genere questi pazienti sono in grado di leggere parole o lettere presentate singolarmente, ma non riescono più a leggerle quando sono presentate all'interno di una serie. Cosa si intende con ALESSIA senza agrafia? I pazienti presentano un unico disturbo: l’incapacità di leggere. Restano intatte tutte le altre capacità linguistiche anche se, in realtà, i pazienti non riescono a leggere a voce alta e a comprendere la scrittura. La difficoltà decresce dalle parole funzione agli aggettivi, avverbi e sostantivi. L’aspetto più interessante di questa dissociazione è l’interpretazione che ne viene data classicamente e che fa di questa dislessia, assieme all’afasia di conduzione, il prototipo delle sindromi da disconnessione. Quali sono le differenze tra DISLESSIA e DISGRAFIA? I disturbi relativi al linguaggio scritto sono le dislessie e le disgrafie, che si riferiscono rispettivamente ai disturbi di lettura e scrittura. La dislessia riguarda disordini nell’acquisizione della lettura e della scrittura in età evolutiva; la disgrafia riguarda la perdita di queste capacità in età adulta, in seguito ad una lesione cerebrale circoscritta, in persone che prima dell’evento morboso presentavano una normale capacità di lettura. SCHIZOFRENIA i segni e i sintomi Patologia in cui il primo episodio di psicosi è spesso preceduto da segni prodromici come l'isolamento dalla vita sociale, trascuratezza dell’igiene personale, l'appiattimento dei rapporti affettivi, ecc..; susseguito poi da uno o più episodi di psicosi caratterizzati da perdita del senso della realtà, incapacità di analizzare le proprie opinioni e le proprie percezioni in modo realistico, disturbi delle funzioni mentali superiori: idee deliranti, allucinazioni, pensieri incoerenti, disordini della memoria e, talvolta, stato confusionale; spesso sentono voci interiori, allucinazioni uditive (sintomi positivi). Queste crisi sono spesso separate da lunghi periodi in cui gli episodi di psicosi non si manifestano ma i pazienti si privano di normali rapporti sociali ed interpersonali (sintomi negativi: caratteristiche croniche della malattia). L’ipotesi della “MIGRAZIONE NEURONICA” nella patogenesi della schizofrenia Nei pazienti affetti da schizofrenia, il numero di neuroni, che si trovano nella sostanza bianca sottostante il VI strato della corteccia e che svolgono un'importante funzione di collegamento con la corteccia, appare notevolmente diminuito rispetto a quello di un soggetto normale; viceversa, appare aumentato il numero dei neuroni presenti in profondità: si parla di “migrazione” neuronica che avviene nel corso dello sviluppo. Ciò potrebbe determinare la formazione di connessioni corticali anomale nei lobi frontali e parietali (aree più interessate dalla patologia schizofrenica). Alcune ricerche suggeriscono che un’infezione virale contratta durante la gestazione della madre può interrompere questo processo di migrazione e aumentare il rischio di schizofrenia in età adulta. DEPRESSIONE DISTIMIA: cos'è? Sottogruppo della depressione, persistente ma più lieve. Chi soffre di questo disturbo presenta da almeno due anni alcuni sintomi depressivi quasi tutti i giorni, la maggior parte del giorno. In genere la causa è un forte dolore, un evento traumatico (es. lutto). Quando lo sconforto tende a persistere si può sospettare un passaggio ad un episodio di depressione grave (più frequente nei soggetti che hanno una predisposizione genetica). DEPRESSIONE MELANCONICA Sottogruppo meglio conosciuto della depressione grave e comprende, circa, il 40-60% dei pazienti in trattamento per depressione unipolare. Una volta chiamata "endogena"perché non ha un evento esterno scatenante. Caratterizzata da anoressia, anedonia, insonnia (abbreviazione della fase REM, con frequenti risvegli), agitazione psicomotoria e stato di sconforto, perdita di interesse per qualsiasi cosa e mancanza di reazione agli stimoli piacevoli. Si associa talvolta a ritardo psicomotorio e intellettuale. I pazienti rispondono bene alla TEC e al trattamento con antidepressivi e inibitori per la riassunzione della serotonina. DEPRESSIONE ATIPICA Sottogruppo della depressione meno frequente (15% dei pazienti ricoverati per disturbi depressivi gravi). Detta atipica perché opposta alla melanconica con andamento cronico e non fasico. I soggetti sono allegri quando accadono cose piacevoli, non perdono l’appetito, ma mangiano più del normale e lo stato depressivo tende ad accentuarsi la sera e non al mattino; presentano un marcato stato ansioso. Terapia con gli inibitori della monoaminoossidasi. Turbe depressive UNIPOLARI La depressione unipolare non è una malattia unica, ma costituita da un gruppo di disturbi diversi come la depressione melanconica, la depressione atipica e la distimia; gli episodi durano da 4 a 12 mesi, caratterizzati da uno stato d’animo di profondo sconforto continuo lungo tutta la giornata e persiste giorno dopo giorno. Tra i sintomi: insonnia/ipersonnia, riduzione dell’appetito e perdita di peso (talvolta iperfagia), perdita di forze, riduzione appetiti sessuali, irrequietezza, difficoltà di concentrazione, pessimismo, senso di inutilità e di colpa, pensieri di morte e suicidio... Non dovrebbero essere presenti segni di schizofrenia o disturbi di tipo neurologico. Turbe depressive BIPOLARI - Cos'è il disturbo bipolare? Sono pazienti che presentano episodi sia depressivi sia maniacali (circa il 25% degli affetti da depressione grave, nel corso della vita, vanno anche incontro ad un episodio maniacale). Ricorrente e senza eventi psico-sociali scatenanti. 10 anni più precoce rispetto alla depressione unipolare, verso i 20 anni, indifferentemente dal genere e si accentua con l'età. Gli episodi di depressione sono simili a quelli unipolari; gli episodi maniacali sono caratterizzati da uno stato di esaltazione, umore espansivo o irritabile della durata di circa una settimana. Accompagnati ad es. con iperattività, loquacità, intrusione negli affari altrui, aumento delle forze e della libido...Nei casi gravi con deliri ed allucinazioni. Dopo il primo episodio maniacale, gli altri si succedono con una frequenza doppia rispetto l'unipolare. Esiste un sottogruppo di pazienti che possono passare con rapidità da depressione a euforia in pochi minuti ( a ciclo rapido). Turbe DELL'UMORE: Cosa sono? La distinzione fra turbe delle facoltà cognitive (o del pensiero) e quelle degli stati d’animo (o dell’umore) è stata importante nel tentativo di stabilire una classificazione moderna delle malattie mentali. Clinicamente, con "umore" ci si riferisce ad uno stato d’animo persistente, che può durare settimane o più, mentre per "stati affettivi" (o reazioni affettive) stati d’animo transitori e momentanei, esposti a stimoli esterni. Gli stati d’animo normali di un individuo assolvono importanti funzioni biologiche, quando vengono alterati, in modo continuo e dominante, possono rappresentare uno stato morboso, soprattutto in risposte affettive come l’euforia, la depressione e l’ansietà. Tradizionalmente la depressione e gli stati di euforia (stati maniacali) sono stati classificati come turbe affettive, ma si può usare anche il termine di turbe dell’umore. 14 La mitosi: è un processo di divisione cellulare I mitocondri: sono organuli dotati di un proprio filamento di DNA La modalità di propagazione "saltatoria" dell'impulso elettrico, avviene grazie a: i nodi di Ranvier Lungo l'assone sono presenti delle zone non mielinizzate chiamate: nodi di Ranvier Quali cellule gliali consentono la migrazione neuronale durante lo sviluppo del SNC: gli astrociti Le celluli gliali: svolgono soprattutto funzioni di sostegno per i neuroni Quali tipi di cellule gliali danno origine alla mielina nel SNC: oligodendrociti Gli oligodendrociti: sono una tipologia di cellule gliali Il bottone terminale è proprio: dell'assone Gli interneuroni: possiedono un assone breve La zona del neurone deputata agli output è: l'assone La zona del neurone deputata agli input è: il dendrite I neuroni di proiezione possiedono un assone lungo La sinapsi è: una struttura di connessione tra i neuroni Nell'ambito della sinapsi, si parla di divergenza: quando un neurone può trasmettere la stessa informazione simultaneamente a più neuroni La fessura sinaptica: si trova nello spazio extracellulare In una sinapsi chimica il neurotrasmettitore viene rilasciato nello spazio sinaptico da: Neurone presinaptico. In una sinapsi chimica il neurotrasmettitore viene sintetizzato da: Neurone presinaptico I connessoni sono presenti: nelle sinapsi elettriche I neurotrasmettitori sono i messaggeri: nelle sinapsi chimiche Il ritardo sinaptico si verifica: nelle sinapsi chimiche La giunzione neuromuscolare è un tipo di sinapsi: chimica Nel SNC le sinapsi possono essere: sia eccitatorie che inibitorie Per eccitabilità neuronale s'intende: capacità di generare impulsi elettrici che si propagano lungo la membrana La plasticità sinaptica è: la capacità del sistema nervoso di adattarsi alle modificazioni dell'ambiente esterno e/o interno la plasticità intrinseca riguarda: TUTTE LE RISPOSTE SONO CORRETTE, ovvero, - la frequenza di scarica dei potenziali d'azione - la soglia di attivazione del potenziale d'azione - i meccanismi di generazione del potenziale d'azione La plasticità strutturale può riguardare modificazioni morfologiche: dei dendriti e degli assoni I canali ionici "gap junction" sono presenti: nelle sinapsi elettriche I canali ionici possono essere: sia passivi che ad accesso variabile I canali ad accesso variabile: sono responsabili dell'insorgenza dei segnali elettrici nelle cellule eccitabili Le due grandi famiglie dei canali ad accesso variabile sono: canali passivi e canali ad accesso variabile I canali voltaggio-dipendenti: attivano i meccanismi che portano alla secrezione di ormoni e neurotrasmettitori I canali voltaggio-dipendenti del sodio: possiedono una bassa soglia d'attivazione Il flusso ionico transmembranale: avviene senza alcuna spesa di energia 15 Generalmente lo ione Na+ è più concentrato: nell'ambiente extracellulare Generalmente, a riposo, gli ioni Na+, Ca2+ e Cl-: sono presenti maggiormente nel compartimento extracellulare Qual è lo ione responsabile della liberazione del neurotrasmettitore: Ca2+ Per PPSE s'intende: potenziale postsinaptico eccitatorio Per refrattarietà s'intende: l'incapacità delle cellule eccitabili di rispondere ad un secondo stimolo troppo ravvicinato al precedente Il potenziale di membrana a riposo è generato da: i canali ionici passivi Il potenziale d'azione è: • una depolarizzazione rapida del potenziale di membrana • una modificazione della conduttanza ionica di membrana Al termine della fase del potenziale d’azione: per il sodio Per depolarizzazione s'intende: una modificazione del potenziale verso valori più elettropositivi Per iperpolarizzazione s'intende: una modificazione del potenziale verso valori più elettronegativi In un potenziale d'azione la fase che riporta il potenziale al valore di riposo prende il nome: Ripolarizzazione. L'insorgenza di un potenziale d'azione si verifica quando il potenziale di membrana si discosta dal valore di riposo. Questo si verifica per un aumento delle conduttanze ioniche conseguente a: Apertura dei canali voltaggio dipendenti di Na e K. La velocità del potenziale d'azione dipende: dalle proprietà passive dell'assone Le vie di conduzione dell'impulso elettrico sono descritte mediante: conduttanza e resistenza Nelle malattie demielinizzanti (es. sclerosi multipla): viene compromesso il processo di conduzione La capacità di membrana è influenzata: dalla struttura fisica della membrana La differenza fondamentale tra neurotrasmettitori ed ormoni: gli ormoni sono immessi nel circolo ematico Col termine LTP intendiamo: Long-Term Potentiation Col termine LTD intendiamo: Long-Term Depression I recettori per i neurotrasmettitori si dividono in due grosse famiglie: recettori ionotropici e metabotropici I recettori presenti sulla membrana postsinaptica sono: proteine Il glutammato ha la capacità di attivare sottotipi recettoriali diversi; quale tra quelli elencati non è un recettore glutammatergico: o 5-HT1 In caso di ischemia, stress o crisi epilettiche: si ha un'attivazione spropositata dei recettori ionotropici del glutammato Il neurotrasmettitore della sinapsi cortico-striatale è: Glutammato I recettori accoppiati a proteine G sono: recettori di membrana Le proteine G sono eterotrimeri formati da tre subunità diverse, di cui la subunità ha la capacità di: Idrolizzare GTP I recettori per la noradrenalina sono tutti recettori: Accoppiati a proteine G E' chiamato anche "ormone dello stress": noradrenalina L'acetilcolina è un neurotrasmettitore del SNA capace di attivare un recettore canale chiamato: Nicotinico E' il neurotrasmettitore liberato dal motoneurone a livello della placca motrice: ACELTICOLINA È responsabile della trasmissione nervosa sia a livello di SNC che di SNP: acetilcolina E' il neurotrasmettitore più importante a livello del sistema muscolo-scheletrico: acetilcolina E' il neurotrasmettitore inibitorio per eccellenza del SNC: ACIDO-AMINOBUTIRRICO A livello del SNC, la serotonina si trova: nei nuclei del rafe magno 16 Il neurotrasmettitore responsabile del controllo del ritmo sonno-veglia è: la serotonina E' il neurotrasmettitore principalmente coinvolto nella regolazione del tono dell'umore: serotonina E' il neurotrasmettitore principalmente coinvolto nella regolazione del sonno, umore, appetito: serotonina Dal triptofano derivano: Serotonina e melatonina È il principale neurotrasmettitore inibitorio del SNC: GABA È il neurotrasmettitore usato dalle cellule cerebellari di Purkinjie: GABA I recettori del GABA sono: GABA A, B, C I recettori GABAA permettono il passaggio all'interno della cellula di: Cloro I recettori NMDA permettono il passaggio all'interno della cellula di: Calcio L'uso di sostanze stupefacenti aumenta il rilascio, in particolare, di: Dopamina Stimoli che producono motivazione e ricompensa aumentano il rilascio, in particolare, di: dopamina E' il neurotrasmettitore principalmente coinvolto nella reazione "attacco o fuga": Epinefrina Quale struttura connette i due emisferi cerebrali: il corpo calloso Il tronco dell'encefalo è costituito da: bulbo, ponte e mesencefalo Lo spazio tra pia madre e tessuto nervoso si chiama: non c'è nessuno spazio Quale struttura anatomica regola i ritmi circadiani: l'ipotalamo Il talamo e l'ipotalamo sono due regioni del: diencefalo Nel SNC, il maggior numero di neuroni si trova: nel cervelletto I nervi cranici sono: 12 paia I nervi spinali sono: 31 paia Le meningi encefaliche sono: tre Il sistema nervoso periferico è costituito da: una sezione somatica ed una autonoma Per decussazione s'intende: le vie del SNC incrociano in determinate regioni anatomiche per portarsi al lato controlaterale Quale struttura anatomica regola il comportamento sociale e la manifestazione delle emozioni: l'amigdala Quale struttura anatomica regola la memoria: l’ippocampo Si occupa della regolazione del movimento fine di prensione: il cervelletto La successione delle meningi (dalla più superficiale alla più interna): dura madre, aracnoide, pia madre Neurologo che classificò le aree cerebrali sulla base delle caratteristiche citoarchitettoniche: Brodmann In quale area di Brodmann si trova la corteccia premotoria: area 6 In quale area di Brodmann si trova la corteccia motrice primaria: area 4 La corteccia cerebrale è suddivisa in: 4 lobi La corteccia cerebrale presenta uno schema organizzativo comune caratterizzato dalla presenza di: 6 strati Lo strumento usato per la diagnosi dell'epilessia è: l'EEG Nell'EEG le onde relative alla veglia attenta sono: beta Fase REM e fase non-REM si riferiscono: al sonno Il sistema che regola l'avvicendamento sonno-veglia si trova: nell'ipotalamo 19 Il mantenimento dell'assetto posturale si attua sul controllo: TUTTE LE RISPOSTE SONO CORRETTE, ovvero, - visivo - spinale - vestibolare I riflessi tonici del collo sono propri del controllo: spinale Il riflesso estensorio crociato aiuta il mantenimento dell'equilibrio in risposta ad uno stimolo: nocicettivo Per quanto riguarda l'attività dei nuclei della base: la via diretta facilita il movimento I nuclei della base: non stabiliscono connessioni afferenti ed efferenti dirette con il midollo spinale I nuclei della base sono formazioni che svolgono un importante ruolo nel controllo: dei movimenti volontari Il nucleo caudato ed il putamen sono parte: del corpo striato Il nucleo accumbens si trova: nel corpo striato Quali tra le seguenti formazioni non fa parte dei nuclei della base: Nucleo dentato I nuclei della base in uscita proiettano: al talamo I nuclei della base d'ingresso sono: caudato e putamen Le afferenze dei nuclei della base sono: corteccia cerebrale e talamo I processi patologici dei nuclei della base possono provocare: TUTTE LE RISPOSTE SONO CORRETTE, ovvero, - disturbi cognitivi di natura psichiatrica e comportamentale - riduzione del repertorio motorio - un eccesso di attività motoria Quale tra quelli elencati non è un disturbo ipercinetico: Acinesia Per acinesia s'intende: incapacità ad iniziare il movimento La bradicinesia riguarda: la velocità dei movimenti volontari Per ballismo s'intende: movimenti violenti di grande ampiezza dei segmenti prossimali degli arti Il morbo di Huntington: è un disturbo ipercinetico Per corea s'intende: movimenti repentini casuali degli arti e dei muscoli della faccia L'atteggiamento motorio del muoversi patologicamente "come a danzare" è tipico della: Corea di Huntington Il morbo di Parkinson è una malattia degenerativa che colpisce i nuclei della base e precisamente: Substantia nigra L'atteggiamento motorio "a contar monete" è tipico di: Parkinson Qual è il NT carente nel morbo di Parkinson? Dopamina Il cervelletto occupa circa: il 10% di tutto il volume del cervello Il vestibolo-cerebello (lobo flocculo-nodulare): regola l'equilibrio ed i movimenti oculari La dismetria indica: errori d'ampiezza del movimento Le uniche cellule eccitatorie del cervelletto sono: cellule dei granuli Le lesioni a carico del cervelletto possono creare: TUTTE LE RISPOSTE SONO CORRETTE, ovvero, - tremore cinetico o intensionale - ipotonia - atassia Qual è la parte del cervelletto che regola l'apprendimento motorio? il cerebro-cerebello Qual è la parte del cervelletto che regola l'equilibrio ed i movimenti oculari? il vestibolo-cerebello 20 Quale struttura anatomica controlla lo stato di vigilanza e la capacità di rispondere a stimoli inattesi: Locus coeruleus Quali tra le seguenti parti non è formato il Tronco dell'encefalo: Ipotalamo Il mantenimento dello stato di veglia è dovuto alla scarica del sistema: talamo-corticale La formazione reticolare del tronco encefalico regola le funzioni di: TUTTE LE RISPOSTE SONO CORRETTE, ovvero, - stato di veglia - percezione del dolore - controllo posturale Indicare quali funzioni sono sotto il controllo del tronco encefalico: TUTTE LE RISPOSTE SONO CORRETTE, ovvero, - riproduzione sessuale - assunzione di cibo e di liquidi mediante masticazione e deglutizione - sonno Il nervo vago è un tipo di nervo: misto Il nervo trigemino è un tipo di nervo: misto Durante la condizione di sonno il tracciato EEG è definito: sincronizzato Quanti sono i nervi cranici: 12 paia Il SNA è coordinato da: ipotalamo La risposta "attacca o fuggi" è mediata: dalla componente ortosimpatica Nei riflessi sessuali, il tessuto erettile è controllato dal: parasimpatico Il neurotrasmettitore rilasciato dai neuroni pregangliari è: l'acetilcolina Il sistema limbico è la sede: del controllo delle emozioni I motoneuroni del SNA si chiamano: postgangliari Sezione ortosimpatica, parasimpatica ed enterica costituiscono: SNA Il SNA controlla i seguenti movimenti dell'occhio: TUTTE LE RISPOSTE SONO CORRETTE, ovvero, - Retrazione delle palpebre - Messa a fuoco del cristallino - Apertura delle pupille La risposta "riposo e assimilazione" è mediata: dalla componente parasimpatica La regione anteriore dell'ipotalamo contiene: L'area preottica L'ipotalamo controlla lo stimolo della sete mediante l'attività dei: barocettori E' una regione dell'ipotalamo che funge da pacemaker circadiano: nucleo sovrachiasmatico L'ipotalamo controlla: TUTTE LE RISPOSTE SONO CORRETTE, ovvero, - la regolazione della temperatura - le risposte allo stress - la pressione arteriosa Quale struttura svolge l'importante ruolo di coordinare l'attività dell'ipotalamo: l'amigdala L'amigdala media le risposte emozionali: sia innate che acquisite Qual è l'area corticale implicata nelle emozioni: corteccia orbitofrontale I circuiti preposti all'elaborazione degli stati emotivi sono situati nel: lobo limbico E' la memoria che costituisce la conoscenza che ciascun individuo si costruisce sul mondo, include concetti e vocaboli e non ha un contesto temporale: semantica Qual è l'area associativa implicata nella pianificazione del movimento: area prefrontale 21 Qual è l'area associativa implicata nel comportamento emotivo: area limbica La memoria dichiarativa ha sede: nel lobo temporale Quali sono le aree che coordinano le attività che insorgono nei centri sensitivi e motori: le aree associative L'area parieto-temporo-occipitale: integra le varie modalità sensoriali Nella fase dello sviluppo del linguaggio, il bambino omette i cosiddetti: funtori A quale età la maggior parte dei bambini ha acquisito tutti i fondamentali elementi del linguaggio: 6 anni L'insieme delle parole di una determinata lingua costituisce: il lessico L'afasia motoria efferente (afasia cinetica) rientra nella classificazione di: Lurija Quale studioso introdusse la classificazione di afasia dinamica ed afasia semantica: Lurija Il modello dell'afasia transcorticale e subcorticale venne introdotto da: Lichtheim L'afasia subcorticale motoria rientra nella classificazione di: Lichtheim Secondo il modello di Wernicke, una lesione al fascicolo arcuato genera: afasia di conduzione L'afasia di conduzione produce l'impossibilità: di ripetizione L'afasia sensoriale è il risultato della lesione: dell'area di Wernicke I pazienti con afasia di Wernicke: TUTTE LE RISPOSTE SONO CORRETTE, ovvero, - capiscono con difficoltà i discorsi degli altri - producono spesso neologismi - parlano senza sforzo Qual è stato il modello generale che ha creato le basi per lo studio delle afasie: modello di Wernicke-Geschwind il paragrammatismo è associato all'afasia di: Wernicke La produzione di neologismi è tipica dell'afasia di: Wernicke Le afasie transcorticali motorie e sensitive: dipendono da lesioni di aree limitrofe a quelle di Broca e di Wernicke I pazienti con afasia di Wernicke: producono discorsi spesso inintelligibili Le parti anatomiche maggiormente compromesse nell'afasia di Broca sono: aree 44 e 45 di Brodmann Quale tipo di dislessia è frequente negli afasici di Broca: frontale Nell'afasia di Broca: TUTTE LE RISPOSTE SONO CORRETTE, ovvero, - Il linguaggio del paziente è lento - l'articolazione delle parole è alterata - Il linguaggio del paziente è difficoltoso L'insieme delle afasie di Broca, di Wernicke e di conduzione è chiamata: afasia globale I pazienti con afasia globale hanno perso: TUTTE LE RISPOSTE SONO CORRETTE, ovvero, - la capacità di produzione - la capacità di ripetizione - la capacità di comprensione Quale disciplina studia il livello articolatorio e le caratteristiche acustiche e percettive dei suoni? la fonetica Agrammatismo e paragrammatismo sono disturbi del linguaggio relativi alla: produzione L'agrammatismo è tipico dell'afasia: non fluente Per valutare i disturbi di comprensione dei pazienti afasici si usa: il token test Le parafasie fonemiche riguardano: