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La Scuola Siciliana e la Nascita della Poesia Italiana, Appunti di Italiano

Storia della letteratura medievaleStoria della Letteratura EuropeaStoria della letteratura italiana

Il cantico delle creature di francesco d'assisi (1224) è il primo testo letterario in volgare umbro e segna l'inizio della scuola siciliana. Questo movimento letterario, promosso da federico ii, vide la partecipazione di funzionari della corte come jacopo da lentini, inventore del sonetto, e guido delle colonne. La scuola siciliana si ispirò alla lirica trovadorica ma con temi più astratti e un'interiorizzazione dell'amore. La lingua ufficiale della corte meridionale divenne il volgare francese, e il centro letterario si spostò in toscana. La scuola siciliana influenzò la poesia italiana con l'uso di endecasillabi e settenari.

Cosa imparerai

  • Che autore è considerato il padre della letteratura in volgare umbro?
  • Come le poesie della Scuola Siciliana si differenziavano dalla lirica trovadorica?
  • Che ruolo giocò Federico II nella nascita della Scuola Siciliana?

Tipologia: Appunti

2021/2022

Caricato il 02/02/2022

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emma-cazzamali 🇮🇹

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Scarica La Scuola Siciliana e la Nascita della Poesia Italiana e più Appunti in PDF di Italiano solo su Docsity! San Francesco D’Assisi Nasce nel 1181, figlio di un ricco mercante di stoffe. Scrive nel 1224 il Cantico delle creature, importante perché è considerato come il primo testo della letteratura scritto in volgare umbro. Questo è destinato ad essere cantato dai frati durante le preghiere e ha un intento di comunicazione. La canzone è una lode a Dio. Partecipa alla guerra tra Assisi e Perugia. Dopo di essa avviene la sua conversione. Egli si spoglia di tutta la ricchezza del padre e si dedica alla ricostruzione di una chiesetta nella sua città, raccogliendo denaro per la città, e diventa frate. Successivamente fonda un suo movimento approvato da Innocenzo III, che contesta l’eccessiva ricchezza e la corruzione della Chiesa. Scuola Siciliana Nella prima metà del XIII secolo arrivarono in Italia settentrionale i trovatori fuggiti dalla Francia meridionale per la violenza della crociata guidata dal Papa contro gli Albigesi/Catari. La Scuola Siciliana nasce con la presenza di Federico II (1220-1250), re della Germania e re della Sicilia. Questo periodo di rinascita culturale finì con la sua morte nel 1250. Successivamente poi con l’insediamento della dinastia angioina la lingua ufficiale della corte meridionale diventa il volgare francese, insieme al latino. I trovatori provenzali e francesi giungono a Napoli. Il centro letterario si sposta così in Toscana. Per amministrare il regno, Federico II, utilizzò l’aiuto di funzionari che erano giudici, notai, cancellieri o funzionari di corte. I quali formarono la “Magna Curia”, la corte di Federico II. Essi non erano solamente funzionari di corte, ma avevano una seconda professione. Erano poeti della Scuola Siciliana. Tra i più importanti si ritrovano Jacopo Da Lentini, inventore del sonetto, Pier delle Vigne, segretario del re, Guido delle Colonne e Jacopo Mostacci, il falconiere. Essi sono gli iniziatori della poesia italiana. Caratterizzano le loro poesie con endecasillabi e settenari. Da loro in poi, i poeti italiani utilizzeranno anche loro endecasillabi e settenari. La Scuola Siciliana prende ispirazione dalla lirica trovadorica con alcune differenze. Il tema principale era solamente l’amore. Un’amore più astratto e convenzionale. Si perdono le tematiche di politica e di cronaca. Vi era un’interiorizzazione dell’amore, ovvero che dall'oggetto dell’amore si passa al soggetto che prova la passione. Dunque scompare il “senhal”. Inoltre le poesie della scuola siciliana erano destinate alla scrittura, ad essere lette e non cantate. Le poesie siciliane erano rivolte più a un pubblico aristocratico, e non erano quindi aperte al pubblico. A causa dei copisti siciliani che copiavano poesie siciliane toscanizzandole, le poesie siciliane non ci sono giunte a noi nell’originale. Ma se nell'originale vi erano delle parole in rima tra di loro, invece nella trascrizione toscana risultano rime imperfette, conosciute come “rime siciliane”. Jacopo Da Lentini (1210-1260) Jacopo Da Lentini, nonché l’iniziatore della lirica in volgare, era un notaio. Come seconda professione era un maestro della scuola Siciliana. A lui si attribuisce l'invenzione del sonetto. (due quartine e due terzine) I rimatori siculo-toscani Il modello Siciliano si diffonde successivamente nell’Italia Centro-Settentrionale. Si diffonde a Bologna/Toscana perché vi erano fitte relazioni politiche tra funzionari-poeti e Comuni, legami culturali dei funzionari di Federico II con l’ambiente dell’università di Bologna e un vivace contesto culturale ed economico dei comuni. I rimatori siculo-toscani elaborarono un nuovo tipo di poesia in volgare toscano. Essi agiscono in modo autonomo e non più in una scuola. Nell’area toscana i poeti erano impegnati nell’amministrazione dei comuni e coinvolti nella lotta fra frazioni. Questo comporta alla ripresa dei temi politici e contemporanei. Tra di questi era noto Guittone d’Arezzo. Guittone D’Arezzo (1235-1294) Guittone D’Arezzo era un esponente di trobar clus. Per queste le sue poesie risultano più difficili da comprendere, caratterizzate dalla ripetizione di figure retoriche e uno stile complesso. Guittone scrisse poesie di carattere profano, per esempio a tema amoroso o politico, e di argomento religioso e morale. Nel 1265 lascia la sua figlia e si converte nell’ordine dei Cavalieri di Santa Maria. La più celebre canzone politica di Guittone è “Ahi lasso, or è stagion de doler tanto”. Questa canzone descrive la sconfitta subita dai guelfi fiorentini a Montaperti nel 1260. Il poeta descrive il dolore per l’esito della battaglia e indignazione per la decadenza della sua città. La Poesia Comico-Realistica La Poesia Comico-Realistica inizia a diffondersi nella seconda metà del 200 in Toscana con caratteristiche opposte a quelle della poesia provenzale e siciliana. Infatti è caratterizzata da temi realistici e concreti; stile basso e dal plurilinguismo, cioè la presenza di parole che appartengono a diversi livelli linguistici. I temi erano: - amore carnale - contrasto tra amanti (tradimenti) - celebrazione della ricchezza e di piacere - bere, giochi d’azzardo - attacchi personali contro avversari con scherzi, accuse, offese, doppi sensi… Cecco Angiolieri (1260-1312) Nasce a Siena nel 1260, di nobile famiglia guelfa. Partecipa a numerose guerre contro i ghibellini, dove conosce Dante. Dopo la morte del padre egli consuma il suo patrimonio e finisce in miseria. Muore successivamente intorno al 1312. I temi ricorrenti delle sue poesie sono l’odio violento per il padre (S’i fossi fuoco), l’amore per la popolana Becchina e la costante ricerca del