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Epistole morali di Seneca a Lucilio: La Fugacità del Tempo, Prove d'esame di Lingua Latina

SenecaFilosofia anticaEtica

La traduzione di una lettera di seneca a lucilio, intitolata 'epistole morali'. In questa lettera, seneca invita lucilio a rivendicare il tempo perso o rubato e a usarlo in maniera attenta, poiché la perdita più vergognosa avviene per negligenza. Seneca affronta il tema della fugacità del tempo e del dovere di usarlo valutamente. La lettera è caratterizzata da un stile asimmetrico, ricco di sentenze e brevi, con l'uso di anafore, interrogative dirette e molti strumenti retorici.

Cosa imparerai

  • Come la perdita del tempo è descritta in questa lettera?
  • Che tema affronta Seneca nella lettera a Lucilio?
  • Perchè Seneca invita Lucilio a rivendicare il tempo?

Tipologia: Prove d'esame

2021/2022

Caricato il 06/04/2022

Chiaraa1__
Chiaraa1__ 🇮🇹

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Scarica Epistole morali di Seneca a Lucilio: La Fugacità del Tempo e più Prove d'esame in PDF di Lingua Latina solo su Docsity! SENECA Epistulae morales ad Lucilium Seneca Lucilio suo salutem 1.Ita fac, mi Lucili: vindica te tibi, et tempus quod adhuc aut aufereba-tur aut subripiebatur aut excidèbat collige et serva. Persuade tibi hoc sic esse ut scribo: quaedam tempora eripiuntur nobis, quaedam subducuntur, quaedam effluunt. Turpissima tamen est iactùra quae per neglegentiam fit. Et si volueris adtendere, magna pars vitae elabitur male agentibus, maxima nihil agentibus, tota vita aliud agentibus. (quest’ultimo è un periodo ipotetico di primo tipo) Analisi: Epistulae = nominativo femm. plurale //morales = aggettivo di seconda classe che concorda con epistole //Lucilium = compl. moto a luogo figurato; Seneca omette il dicit nel titolo; quindi il verbo non c’è, è sottointeso. Seneca = soggetto //salutem = accusativo, compl. Oggetto //suo Lucilio (dativo, suo è un agg. possessivo); Fac, vindica, collige, serva: imperativi (presenti) che sottolineano l’invito; collige (deriva da cum + lego) // mi Lucili= vocativo //te = accusativo // tempus = accusativo neutro// quod = pronome relativo neutro // adhuc= avverbio //aut auferebatur aut subripiebatur aut excidebat = aut è una proposizione disgiuntiva,è un polisintedo, aut quindi esclude//Auferebatur = indicativo imperfetto passivo, terza persona singolare//Subripiebatur = indicativo imperfetto passivo, terza persona singolare, III coniugazione//Excidebat = indicativo imperfetto attivo, terza persona singolare, III coniugazione; Persuade = imperativo presente, seconda persona singolare // tibi= dativo // hoc = pron. dimostrativo neutro //sic e ut sono in correlazione (così come) // esse = infinito presente di essere // Ut scribo = proposizione comparativa con ut e l’indicativo (scribo è quindi ind. presente) //quaedam =è in anafora fatta su tricola (su tre elementi). È un aggettivo indefinito. // tempora= nominativo (Seneca quindi qui passa dal tempus a tempora, dunque dal tempo generico ai singoli momenti) //nobis= dativo plur. del pronome noi // Eripiuntur = indicativo presente passivo //Subducuntur = indicativo presente passivo// Effluunt = indicativo presente attivo, deriva da effluo; Turpissima = superlativo assoluto //est = indicativo presente// iactura = soggetto //Fit = indicativo presente; Quae fit = proposizione relativa //per negligentiam = complemento di causa (per + accusativo); Et si volueris adtendere, magna pars vitae elabitur = è un periodo ipotetico di primo tipo, che corrisponde a un periodo ipotetico della realtà, perché nell’apodosi, cioè nella proposizione reggente abbiamo ‘elabitur’ che è un futuro 3 pers. sing//Adtendere = infinito presente // magna pars = nominativo //vitae (genitivo) // 3 Agentibus= participi presenti di ago, sono dativi di svantaggio//Male, nihil, aliud: variazione (male, niente, altro) // Magna, maxima, tota: variazione e climax crescente. La sua prosa è caratterizzata dalla inconcinnitas,la asimmetria, che appunto lo porta a scrivere periodi asimmetrici brevi con frasi ricche di sentenze e brevi che danno un ritmo veloce alla prosa. Usa le anafore, ripetizioni. Per es. al secondo rigo l’anafora di quaedam, agentibus. Aut aut è un polisintedo. Uso degli imperativi perché qui rivolgendosi a Lucilio usa un linguaggio colloquiale. Usa molte interrogative dirette e molti strumenti retorici, per es appunto l’anafora, molte metafore etc.. La coincisione poi dello stile, e usa molto la paratassi rispetto all’ipotassi. Traduzione: Seneca saluta il suo Lucilio 1.Fa così, mio Lucilio: rivendica te a te stesso, e il tempo che finora ti veniva strappato oppure rubato oppure ti sfuggiva, raccoglilo e conservalo. Persuaditi (convinciti) che queste cose stanno così come ti scrivo: una parte del tempo ci viene portata via, una parte sottratta, una parte scorre via. La perdita più vergognosa, tuttavia, è quella che avviene per la nostra negligenza. E se vorrai farci attenzione, gran parte della vita scorre via nel far male, la massima parte nel non far nulla, tutta la vita nel fare altro. Commento:Questa lettera funge da introduzione a tutta l'opera. Affronta un tema molto importante per l'autore, quello sulla fugacità del tempo e sull'uso attento che se ne deve fare. In questa lettera emerge la dimensione personale del tempo per Seneca che deve essere sfruttato e il filosofo cerca di portare Lucilio progressivamente sulle sue posizioni. Nelle parti 1-3 c'è l'invito di Seneca a Lucilio perchè faccia buon uso del tempo, lo stesso Seneca infatti nella 4 parte ammette di perderlo, ma egli sa cosa, perchè e come lo perde. Nell'ultima parte si rinnova l'invito a preservare il tempo, bene fugace e labile che la natura ci mette a disposizione e che chiunque può portarci via. Ogni lettera si conclude con 'vale' cioè 'stammi bene' / 'addio'.