Scarica Set Domande PSICOLOGIA FISIOLOGICA E DELLE EMOZIONI SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04) Docente: De Giorgio Andrea e più Panieri in PDF di Psicologia Fisiologica solo su Docsity! DOMANDE APERTE PSICOLOGIA FISIOLOGICA E DELLE EMOZIONI A livello del segmento iniziale dell’assone i due PPSE propagati si sommano “algebricamente”. Cosa significa? Diciamo algebricamente perché non è pensabile che siano attive solo due sinapsi, ma saranno attive simultaneamente molte decine di sinapsi. Alcune di queste saranno inibitorie e quindi si propagherà un PPSI, che, come nell’algebra, è di segno contrario rispetto al PPSE: pertanto il PPSI, una volta propagato, dovrà essere sottratto. Ammettiamo che, in un dato momento, il segmento iniziale dell’assone (SIA) “effettui” la somma algebrica di un certo numero di sinapsi attive simultaneamente. Se prevalgono le sinapsi inibitorie, la somma algebrica darà come risultato un’iperpolarizzazione del SIA. Se però prevalgono le sinapsi eccitatorie, la somma algebrica darà come risultato una depolarizzazione della membrana del SIA. Ammettiamo che un potenziale d'azione venga generato in un neurone, e subito dopo, in questo stesso neurone venga generato un PPSE. Cosa succede e Perché Nella figura a lato, viene generato uno spike a livello del segmento iniziale dell’assone, indicato dalla freccia rossa diretta verso il basso (1). Quasi simultaneamente, la retropropagazione del potenziale d’azione (freccia rossa diretta verso l’alto) “informa” una sinapsi (in verde) del fatto che è stato generato uno spike (2). Subito dopo, la sinapsi in questione viene attivata provoca l’insorgenza di un PPSE (3). In questo caso, con questa successione temporale, la sinapsi in questione va incontro a LTD. Ammettiamo ora che un potenziale d’azione venga generato per qualche ragione in un neurone. Subito dopo, in questo stesso neurone venga generato un PPSE (pertanto il neurone è postsinaptico rispetto a una sinapsi eccitatoria). In questo caso, illustrato nella figura della diapositiva successiva, la sinapsi intressata dal PPSE sarà depressa (andrà incontro a LTD). Che cos’è il riflesso di trasalimento? E come si può addestrare la mente secondo l’approccio buddhista? Una delle risposte più primitive del repertorio umano, il riflesso di trasalimento, implica una sequenza di spasmi muscolari velocissimi in reazione a un suono forte e improvviso o a una visione inattesa e insolita. In ognuno di noi, quando trasaliamo, si contraggono istantaneamente gli stessi cinque muscoli facciali, in particolare attorno agli occhi. Il riflesso di trasalimento scatta circa due decimi di secondo dopo avere udito il suono e termina circa mezzo secondo dopo il suono. Da quando inizia a quando finisce, impiega solamente un terzo di secondo. Come tutti i riflessi, il trasalimento riflette un’attività del tronco cerebrale, la parte più primitiva e rettiliana del cervello. Come altre reazioni del tronco cerebrale, il riflesso di trasalimento è inaccessibile alle regolazioni volontarie: i meccanismi che controllano il riflesso di trasalimento non possono essere modificati da alcuna azione intenzionale. Maggiore è il trasalimento, e maggiore sarà l’esperienza di emozioni negative, mentre non vi è relazione tra il trasalimento e sensazioni positive quali la gioia. A Öser fu chiesto di tentare di sopprimere l’inevitabile trasalimento e sorprendentemente ci riuscì: sebbene Öser avesse mostrato qualche leggero cambiamento a livello fisiologico, non un solo muscolo della sua faccia si era mosso e indicando anche un notevole livello di equanimità emotiva. Nel caso di 1 DOMANDE APERTE PSICOLOGIA FISIOLOGICA E DELLE EMOZIONI Oser , la concentrazione su un punto fisso sembrava avere l’effetto di isolarlo dagli stimoli esterni, anche quello improvviso di un colpo di fucile. Che cosa hanno fatto e dimostrato nel loro lavoro del 2013 su musica ed emozioni Kawakami e collaboratori? In un lavoro pubblicato su Frontiers in psychology dal titolo “Sad music induces pleasant emotion” Kawakami e collaboratori hanno provato a dare risposta a perché quando siamo tristi cerchiamo paradossalmente musica triste. I ricercatori hanno reclutato 44 volontari di entrambi i sessi, musicisti e non, per ascoltare due brani tristi e uno felice. Durante i test le persone dovevano usare un insieme di parole chiave per definire e dare un punteggio alla loro percezione della musica e al proprio state emotivo. È risultato che le musiche tristi sono state in grado di evocare emozioni contraddittorie poiché i soggetti che si sono sottoposti all’esperimento le definivano, dopo l’ascolto tragiche e poco romantiche, sentimenti non suscitati durante l’ascolto. Questo sarebbe a significare secondo gli scienziati, che l’ascolto della musica triste sarebbe in grado di suscitare emozioni romantiche e non spiacevoli, emozioni che risultano avere un effetto rilassante e positivo. Pertanto ci piace ascoltare musica triste quando siamo tristi e malinconici perché essa è capace di stimolare pensieri e sentimenti che si sintonizzano sul nostro stato d’animo. Che cosa si intende per afflizioni mentali? E che cosa sono i molluschi della mente? Il termine afflizione mentali combacia, anche se non del tutto con emozioni distruttive. Sono per loro stessa natura erronee e oscuranti, una forma distorta del conoscere. Esistono 2 tipi principali di afflizione mentale: uno consiste in una visione afflittiva della realtà, l’altro in una non afflittiva. La prima si distingue in quanto viene definita l’intelligenza afflitta, che è più cognitiva, l’altra riguarda le afflizioni emotive, come l’attaccamento, la rabbia e la gelosia. Un esempio che fece il Dalai Lama dell’intelligenza afflittiva che distorce la realtà, sono le visioni afflittive del sostanzialismo e del nichilismo.Le afflizioni mentali sono classificabili in 2 grandi categorie. La prima rende meglio, in traduzione con il termine connato che non con innato. Significa che sorge con o coemergente. Secondo la visione buddhista, fin dalla notte dei tempi la mente è ingombra di queste afflizioni mentali coemergenti. Esiste tuttavia un’altra classe di afflizioni mentali che sono acquisite; le raccogliamo nel corso dell’esistenza, come molluschi sotto una nave che solca il mare. Se ne possono raccogliere molti oppure pochi. Entrambi i tipi indipendentemente dal fatto che siano connati o acquisiti, sono separabili dalla natura della mente. Che cosa sono le emozioni distruttive secondo la psicologia buddhista? In che modo è possibile operare su di esse? Un’emozione è distruttiva non tanto se provoca danni evidenti ma se ne provoca uno ben più sottile, cioè distorcere la percezione della realtà. Ostacolano la chiarezza e l’equilibrio emotivo. Le emozioni distruttive secondo la psicologia buddhista oscurano una corretta valutazione della natura delle cose e limitano la libertà dell’individuo. Le emozioni costruttive invece, vanno pari passo con una corretta valutazione della natura di quanto viene percepito; sono fonte su un uso sano della ragione. Come reagire alle emozioni distruttive? Lo si può fare a diversi livelli. Il primo modo consiste nel ricorrere a degli antidoti. Esistono 2 DOMANDE APERTE PSICOLOGIA FISIOLOGICA E DELLE EMOZIONI e malinconici perché essa è capace di stimolare nel nostro cervello pensieri e sentimenti che si sintonizzano sul nostro stato d’animo. La nostra mente, quando c’è un sentimento di tristezza tende a sintonizzarsi su una realtà consona con il sentimento. Poi cosa accade? Accade che quella musica che tanto ci rendeva malinconici inizia a infastidirci. E allora usciamo da casa, cambiamo musica. Questa digressione della musica ci spiega come dovremmo comportarci con i pensieri positivi. Il pensiero positivo è uno strumento da utilizzare a seguito di una presa di consapevolezza della realtà soggettiva. Per essere felici, inoltre, è necessario rendere felici gli altri. Il nostro cervello si alimenta dei nostri comportamenti. Che effetto hanno le parole sul nostro cervello? E cosa succede quando leggiamo una parola che è in grado di evocare un'immagine? Come questo può essere causato nell'ambito dell'educazione mentale? Creare immagini è una delle funzioni e capacità più vivide del nostro cervello. E’ in grado di creare immagini anche semplicemente leggendo una parola. Ad esempio se leggessimo la parola montagna, è sorta indubbiamente un’immagine.Questa può evocare in noi ricordi, immagini particolari, pensieri positivi e negativi, quindi anche emozioni collegate ad essi. Possiamo quindi usare parole, in grado di suscitare pensieri positivi, utili per il proprio benessere .Bisogna dunque educare ed educarsi all’emozione e sfruttare al meglio le nostre potenzialità cognitive. Che rapporto intercorre tra pensieri/emozioni e corpo? Le emozioni hanno sempre un’attivazione corporea e una definizione a livello cognitivo. Uno dei problemi della nostra cultura è esaltare il pensiero e il potere della mente ma non il sentire il corpo. La teoria di James-Lange sostiene che l’emozione è l’aspetto cosciente seguente a modificazioni fisiologiche che avvengono nel corpo. Consapevolizziamo l’emozione paura perché le informazioni del corpo circa l’aumento del battito cardiaco, della sudorazione delle mani raggiungono la corteccia che ne fa una sorta di computazione, terminata la quale giunge a etichettare per particolare arousal come paura. Secondo la teoria di James-Lange- Schachter-Damasio, l’esperienza delle emozioni è essenzialmente una storia che il cervello crea per spiegare le reazioni del corpo. Questa teoria alla quale Damasio ha dato il nome di ipotesi del marcatore somatico è seducente in quanto fornisce una spiegazione del fatto che le stesse risposte del sistema nervoso autonomo sono presenti in emozioni diverse. Secondo Damasio le emozioni primarie generano sempre le stesse risposte corporee. Com’è stata dimostrata sperimentalmente l’universalità delle emozioni teorizzata da Darwin? A opera di chi? Per superare il problema dell’università delle emozioni, Paul Ekman nel 1967, si recò in Nuova Guinea, per studiare una tribù che viveva ancora all’età della pietra e che non aveva avuto contatti con il mondo esterno. Scoprì così che il modo in cui i membri di quella remota tribù esprimevano le emozioni era perfettamente riconoscibile in qualsiasi altra parte del mondo; (mostrò le foto a degli studenti universitari americani) Si trattò di una conferma decisione dell’universalità dell’espressione. Darwin aveva ragione: fa parte dell’unità del genere umano. L’universalità è presenta 5 DOMANDE APERTE PSICOLOGIA FISIOLOGICA E DELLE EMOZIONI non sono nell’esprssione delle emozioni, ma anche in alcuni degli eventi che le suscitano. Come sono preseti in ciò che suscita un’emozione, gli universali sono presenti in alcuni dei cambiamenti che si verificano nel nostro corpo quando proviamo l’emozione, battito cardiaco, sudorazione. In caso di rabbia la mano diventa calda, mentre in caso di paura diventa fredda. Questa differenza nella temperatura della pelle è universale. Come arriva Reisenzen a definire la sindrome reattiva multidimensionale e cosa intende? La teoria cognitivo attivazione di Schachter non è stata esente da critiche. In particolare da Reisenzein che dimostrò , dopo aver studiato gli effetti dei beta-bloccanti, che se la Teoria di SCHACHTER fosse stata vera, questi farmaci dovevano attenuare anche l’esperienza emotiva, oltre alle sensazioni derivanti dal cuore. Inoltre, sostiene che non vi sono prove definitive a fondamento del fatto che l’arousaul sia un fattore necessario perché si verifichino le emozioni e che queste teorie sopravvalutino il ruolo del corpo nel produrre l’esperienza emotiva. Reisenzein propone quindi che le emozioni siano una complessa risposta definibile, in sindrome reattiva multidimensionale, caratterizzata da componenti fisiologiche, tonico- pasturali, motorio-strumentali e motorio-espressive ed esperienziali dell’individuo. La questione però rimane ancora aperta. Come può essere definita l’attenzione? E qual è il ruolo dei collicoli superiori e inferiori?L’attenzione può essere definita come quel processo cognitivo che consente di concentrarsi selettivamente su uno stimolo ignorandone altri.E’ assimilabile ad un filtro che selezione gli elementi salienti dell’ambiente escludendo quelli ritenuti non necessari.E’ uno strumento potente e sta alla base di capacità come la memoria, l’apprendimento e i tempi di reazione. I collicoli superiori e inferiori sono due bande di tessuto nervoso posti a livello del tronco dell’encefalo. Il collicolo superiore è un’importante zona nella quale arrivano informazioni da entrambe le retine, dai gangli della base, dalla corteccia e da organi di senso.Nel collicolo superiore è presente una disposizione topografica dei neuroni della retina. In altre parole, accade un po’ come nell’homunculus sensitivo dove, in corteccia, viene a presentarsi una mappatura delle zone a cui arrivano la afferenze sensoriali. Il collicolo inferiore è impiegato nelle sensazioni uditive e possiede una mappa tonotopica. I neuroni che vi risiedono sono dedicati a entrambe le orecchie e sono peraltro sensibili sia al ritardo che alla differenza dell’intnsità interaurale. Quest’area è pertanto coinvolta nella localizzazione di provenienza del suono. Cos’è e come viene descritta la Stella delle funzioni di Assagioli? Per illustrare il funzionamento della psiche umana, Assagioli usa un grafico da lui denominato, per la sua forma, “stella delle funzioni”. Ci aiuta a comprendere come l’Io personale si sposta seguendo determinate funzioni. La stella, a sei punte, contiene al centro l’Io, circondato dalla volontà e dalle sei funzioni psichiche. La psiche funziona in modo armonico, se le funzioni dell’Io sono in equilibrio tra di loro. 1) SENSAZIONE: sono i messaggi che il corpo ci ramane attraverso la percezione sensoriale interna ed esterna, è il senso della realtà fisica. Il suo opposte è l’intuizione. 2) EMOZIONE : le emozioni colorano la vita e guidano il nostro agire al di là della volontà. Questa funzione è spesso 6 DOMANDE APERTE PSICOLOGIA FISIOLOGICA E DELLE EMOZIONI controbilanciata dalla funzione opposta, il pensiero, fortemente razionale, che però tende a soffocare le emozioni 3) IMPULSO-DESIDERIO: il desiderio può essere definito come l’energia che ci spinge all’azione. L’impulso è una tendenza spontanea che ci muove, istintiva e irriflessiva. 4) IMMAGINAZIONE: è la funzione psichica del logos che crea vere e proprie immagini nella mente. Si attiva indipendentemente dalla nostra volontà. 5) PENSIERO: è ciò che assieme al liguaggio, ci contraddistingue dagli animali. E’ la funzione che ci ha consentito traguardi eccezionali. Tuttavia quando è troppo sviluppato, il pensiero è in grado di reprimere tutte le funzioni, in particolare le emozioni. 6) INTUIZIONE: una percezione pronta, acuta, slegata dall’oggettiva del momento attuale, una verità che si manifesta all’uomo senza la necessità di un ragionamento. Una forma privilegiata di conoscenza. 7) VOLONTA’: è la zona più vicina all’Io personale. E’ con la volontà che possiamo operare i cambiamenti di personalità o invitare gli altri a fare qualcosa con piena coscienza. Si attiva attraverso il linguaggio.Le funzioni possono realizzarsi spontaneamente o attraverso la guida della volontà. Cos’è e come viene descritto l’Ovoide di Assagioli? La psicosintesi transpersonale è un modello bio-psico-spirituale che fonda la sua efficacia sulla capacità da parte dell’uomo di educarsi al controllo della propria mente. Fondata da Roberto Assagioli, questa concezione della vita psichica ha il merito di affrontare tutti gli aspetti dell’esistenza. Per definire meglio il funzionamento della nostra vita mentale, lo psichiatra parte col definire innanzitutto la sua anatomia con il cosiddetto Ovoide. Le sue componenti sono: inconscio superiore, medio, inferiore e collettivo, Io personale, Io transpersonale e campo di coscienza. - l’inconscio inferiore ; include tutte le attività che presiedono alla vita organica, un luogo ricco di esperienze passate dall’intera umanità, una sorta di grande pozzo dove tutto sedimenta e viene poi trasmesso per via ereditaria a chi viene successivamente. - l’inconscio medio; include una serie di avvenimenti psichici dei quali non siamo consapevoli, ma con i quali possiamo venire a contatto in qualsiasi momento - l’inconscio superiore; dove hanno origine i nostri stati più gioiosi, le intuizioni e le aspirazioni superiori. - il campo di consapevolezza; comprende immagini, pensieri sensazioni, sentimenti, emozioni, impulsi, desideri ispirazioni o intuizioni, di cui siamo effettivamente consci nel qui ed ora. - l’Io o sé cosciente; è considerato il centro dell’attività psichica- l’Io o sé superiore o transpersonale; considerato da Assagioli l’essenza più vera del nostro essere. Questa parte della nostra psiche è stabile e imperturbabile. Quella parte di noi che riesce in un certo seno a prevedere il futuro, facendoci intuire cosa potrebbe accadere. Secondo Jung è a-temporale e a-spaziale, quindi in grado di osservare il futuro e riallinearsi con il qui e ora tramite le intuizioni. - l’inconscio collettivo. Un inconscio che non è proprio del soggetto, ma dell’intera umanità. Ogni cultura, infatti anche se non in contatto con le altre, sviluppa delle entità psichiche originali comuni come per esempio Madre Terra, il Saggio, l’Eroe o le Divinità.. Cos’è il motor after effect e qual è il suo correlato cerebrale? Il motor-after effect è un effetto postumo del movimento, dopo che le cellule della corteccia medio temporale, vengono stimolate in modo 7 DOMANDE APERTE PSICOLOGIA FISIOLOGICA E DELLE EMOZIONI un oggetto o di un evento al fatto di prestarvi attenzione. Per la psicologia l’attenzione è la porta d’ingresso della coscienza.Tuttavia è necessario non fondere queste due nozioni poiché coscienza e attenzione sono due processi distinti e il loro legame è più complesso di quanto si pensi. Per William James l’attenzione è la presa di possesso da parte della mente, in forma chiare e vivida, di uno tra quelli che sembrano diversi oggetti o treni di pensiero simultaneamente possibili, essa implica la rinuncia ad alcune cose, per occuparsi con efficacia di altre.Secondo la definizione di James, solo uno o pochissimi oggetti possono essere nell’immediato focus attentivo. due compiti insieme finiscono per interferire tra loro se richiedono attenzione. (per esempio, guidare e conversare al cellulare). Non si può percepire tutto ciò che ci circonda, lo vediamo è vero, ma non ne abbiamo consapevolezza. E’ come se non lo vedessimoSecondo James la coscienza coincide con il senso di identità personale, cioè la capacità di separare ciò che fa parte di sé da ciò che ne è esterno. Un'altra definizione vede la coscienza come la consapevolezza degli stimoli esterni e interni, cioè degli eventi ambientali e delle sensazioni corporee, delle memorie e dei pensieri.La coscienza comporta l’osservazione sistematica di noi stessi e del nostro ambiente in modo tale che percezione, ricordi e pensieri siano rappresentati consapevolmente.Un controllo su noi stessi e sul nostro ambiente che ci permetta di iniziare e di condurre a termine attività comportamentali e cognitive. La coscienza può essere intesa come l’aspetto soggettivo della capacità di pensare, di elaborare gli stimoli, di pianificare le azioni. Un’esempio: siamo coscienti della posizione delle parti del nostro corpo, con cosa sono a contatto, ma porgiamo loro attenzione solo quando necessario. Cosa rende un neurone inibitorio o eccitatorio? Quali sono i neurotrasmettitori che conosci? E quale la loro funzione? Un neurone presinaptico è eccitatorio se, quando è attivo (cioè quando scarica un notevole numero di potenziali d’azione), attiva una sinapsi eccitatoria, la quale provoca sulla membrana postsinaptica un PPSE. Un neurone presinaptico è inibitorio se, quando è attivo (cioè quando scarica un notevole numero di potenziali d’azione), attiva una sinapsi inibitoria, la quale provoca sulla membrana postsinaptica un PPSI.Il principale neurotrasmettitore eccitatorio nel SNC è il glutammato. È implicato nei processi si plasticità sinaptica e quindi di apprendimento e memoria. Il principale neurotrasmettitore inibitorio è il Gaba. Responsabile nella regolazione dell'eccitabilità neuronale in tutto il sistema nervoso. Negli esseri umani GABA è anche direttamente responsabile per la regolazione del tono muscolare. La DOPAMINA È il neurotrasmettitore delle cellula della sostanza nera del midollo allungato; la via dopaminergica che ne deriva è di fondamentale importanza per il controllo del movimento volontario e finalizzato ed è quella che viene compromessa in pazienti affetti da morbo di Parkinson. Cosa ricordi circa il modello IARA applicato alla scuola primaria? IARA è l’acronimo di Incontro, Alleanza, Responsabilità, Autonomia. È un modello educativo, che cerca di mettere al centro del suo percorso la persona, riconoscendola come unica e irripetibile, puntando alla scoperta e alla crescita dei suoi potenziali in modo da far sviluppare i suoi talenti. I 10 DOMANDE APERTE PSICOLOGIA FISIOLOGICA E DELLE EMOZIONI workshop proposti possono essere svolti solo da operatori IARA diplomati. Il motivo è che l’uso di determinate parole e di determinati atteggiamenti è decisivo per la piena riuscita di quanto proposto. L’utilizzo delle parole è importante e questo è confermato dall’evoluzione della terminologia in ambito sanitario. Come afferma De Giorgio, la locuzione ritardo mentale è stata abbandonata in favore del termine disabilità intellettiva,che si configura meno stigmatizzante e discriminante circa lo stato di salute della persona che ne è affetta. Il metodo viene utilizzato sui bambini, i quali attraverso una serie d’incontri, vengono spinti tramite la storia della perla, ad individuare quali possono essere le qualità proprie, scrivendole su dei foglietti di carta. Vengono poi incoraggiati a condividere prima in coppia, e poi con tutto il gruppo. Infine vi è una sorta di consegna del lavoro effettuato, dove viene fatto enfasi su come spesso non si riesce a vedere delle qualità negli altri, ma non per questo non le abbiamo. Gli alunni sono invitati così a riflettere su questo aspetto, a condividere le proprie impressioni, emozioni, sentimenti o a comunicare a qualche compagno di classe le qualità che gli ha riconosciuto grazie a questi incontri. Cosa si intende per convergenza e divergenza nello studio delle proprietà dei neuroni? Un neurone può trasmettere la stessa informazione simultaneamente a più neuroni, posti a varia distanza tra loro e dal neurone trasmittente (ciò è dovuto alla possibilità dell’assone di avere più collaterali assonali, ciascuna con molti bottoni terminali che funzionano da elementi presinaptici). Questa caratteristica viene chiamata divergenza (un neurone trasmette a più neuroni). D’altro canto, poiché la parte ricevente (postsinaptica) del neurone è generalmente un dendrite e poiché l’albero dendritico è molto esteso e ramificato, ne consegue che ogni neurone può ricevere informazioni da più neuroni. Chiameremo questa caratteristica convergenza. Cosa si intende per euristica? Puoi fare qualche esempio? L’euristica è definibile come quella capacità adattiva trasmessa, almeno in parte, geneticamente, oppure originate durante la vita grazie all’esperienza. Pensiamo ad una antenato che deve scappare da un predatore che gli sta correndo incontro. Non ha bisogno di calcolare la velocità, lo spazio che intercorre tra sé e il predatore: scappa. Così come oggi se un auto ci sta per venire addosso non abbiamo bisogno di valutarne gli aspetti fisici: scappiamo. In questo senso, un’euristica adattiva si è trasmesso geneticamente lungo la specie per rispondere a tematiche molto simili. Ecco perché le emozioni sono turisticamente la nostra migliore guida. Cosa si intende per familiarizzazione nel libro Emozioni distruttive? La parola tibetana per meditazione significa infatti familiarizzazione. Grazie alla pratica si diventa familiari con questo modo di vedere i pensieri andare e venire.Ci si abitua. Quando si diventa sufficientemente esperti, prima ancora che un’emozione possa insorgere, si è già pronti ad attenderla che non riuscirà mai a manifestarsi con la stessa forza di coercizione. Questo passo è legato alla comprensione, uno stato di trasformazione ormai acquisita, all’interno del quale le emozioni distruttive non riescono ad insorgere con eguale forza. Chi medita giunge a un punto, con l’esperienza, in cui la mente è imbevuta di amore. 11 DOMANDE APERTE PSICOLOGIA FISIOLOGICA E DELLE EMOZIONI Diventa quasi una seconda pelle, l’odio è espulso dal flusso mentale e la possibilità di fare del male a qualcuno scompare. Cosa si intende per long term potentiation? E come si inastaura?. Nel 1973 fu descritto per la prima volta il fenomeno che va sotto il nome di long term potentiation (LTP, potenziamento a lungo termine). La Long Term Potentationa consiste in : - stimolando una sinapsi eccitatoria (glutammatergica) con una determinata frequenza di impulsi (cioè di potenziali d’azione che raggiungono il terminale presinaptico) si ottiene, sulla membrana postsinaptica, un potenziale postsinaptico eccitatorio di una determinata ampiezza; - stimolando dopo qualche secondo, la stessa sinapsi con una frequenza maggiore degli impulsi otterremo, come è ovvio, un PPSE di ampiezza maggiore - se, dopo un certo tempo, si torna a stimolare la sinapsi con una frequenza bassa, la risposta (cioè il PPSE) si manterrà elevata come quando la sinapsi era stata stimolata ad alta frequenza. Consiste in un prolungato aumento della risposta postsinaptica a uno stimolo presinaptico di una certa entità. L’attivazione dei recettori NMDA è necessaria per l’induzione di un tipo di LTP. Dunque, l’attivazione dei recettori NMDA richiede non solo il legame del glutammato rilasciato a livello sinaptico, ma anche la simultanea depolarizzazione della membrana postsinaptica. Ciò è consentito dall’attivazione dei recettori AMPA e per il kaianato nelle sinapsi circostanti grazie ai segnali provenienti da neuroni differenti. Cosa si intende per meta-consapevolezza? Ricordi un esperimento fatto per dimostrarne l’esistenza? La meta- consapevolezza è l’abilità cognitiva che consente la consapevolezza della propria coscienza. Gli esperimenti di Grodsky e Giambra, indagavano per capire quanto ci perdiamo del mondo psichico e mentale. Attraverso la lettura di un brano, veniva chiesto ai partecipanti, di cogliere i momenti in cui la loro mente era altrove, rispetto al compito insignito.(zooning out). Ad essi veniva poi chiesto di indicare se fossero coscienti di essere in quello stato, prima di rendersene effettivamente conto. Schooler riprendendo lo stesso esperimento, chiese ai partecipanti di leggere un testo scritto e di segnare tutte le volte che il loro pensiero andava in vagabondaggio mentale. Ad essi veniva poi chiesto di indicare se fossero coscienti di essere in zooning out prima di rendersene effettivamente conto. In una seconda condizione i partecipanti, venivano interrotti casualmente da un suono durante la lettura ed era chiesto loro, di indicare se in quel momento si trovavano in zooning out, i risultati hanno dimostrato che i partecipanti: - coglievano spesso se stessi in zooning out durante la lettura - venivano spesso colti in zooning out grazi e al suono. - frequentemente hanno rilevato come fossero inconsapevoli di essere in zooning out, quando venivano in qualche modo risvegliati dal suono. In altre parole è quello che accade a tutti noi quando leggiamo: scorriamo tante righe e di colpo siamo risvegliati d qualcuno che ci fa notare che siamo altrove. A volte il risultato è frustante: leggiamo ancora e nuovamente siamo distratti. Peraltro, se ci chiedessero quale pensiero ci stesse distraendo potremmo ritrovarci nella situazione di non essere in grado di riferirlo. Cosa si intende per processamento parallelo simile, ma non uguale, al multitasking? Quali zone del cervello sono coinvolte? 12 DOMANDE APERTE PSICOLOGIA FISIOLOGICA E DELLE EMOZIONI a quella dell’altra. Poiché gli ioni sono carichi elettricamente e veicolano segnali elettrici, ecco che il segnale elettrico può passare direttamente da un neurone all’altro senza ulteriori intermediazioni. Le sinapsi elettriche vengono considerate meno importanti delle sinapsi chimiche; tuttavia, negli ultimi anni esse sono state rivalutate: ad esempio si è visto che molti interneuroni della corteccia cerebrale sono collegati tra loro da gap junctions. In tal modo questi neuroni riescono a sincronizzare la loro attività. Cosa sono i piani fisico, emotivo, mentale e spirituale e perché è utile conoscerli? Quando si ha un benessere competo grazie a questi livelli? Ogni persona è composta da una complessità di aspetti fisici, emotivi mentali e spirituali che sono in continua interazione. L’equilibrio di queste differenti componenti è alla base della salute e del benessere dell’essere umano mentre un loro sbilanciamento causa disagi di vario tipo nonché patologie di tipo fisico o psicologico. Se questi non sono allineati per esempio si può verificare il caso in cui le emozioni si palesano attraverso il corpo, e a loro volta i correlati somatici aumentano la carica emotiva. In questo modo la mente non riesce più a fornire strumenti utili per regolare quella data emozione e Siamo sottoposti a forte stress. Possiamo riuscire a raggiungere l’equilibrio, cercando di allineare tra loro questi piani tramite esercizi di valutazione e di meditazione. Cosa sono i qualia? E quali sono i fattori abilitanti alla coscienza? Immaginate di prendere un pacchetto di patatine, di aprirlo e di mangiare una patatina, magari a occhi chiusi, godendone della fragranza e del sapore.Ebbene, tutte queste qualità sensoriali, questi tasselli dell’esperienza, sono definiti qualia. E durante i qualia può accadere qualcosa di particolare, di strano, cioè quella sensazione che dentro il cervello ci sia un proprietario o un osservatore. La costruzione dei contenuti e, quindi, delle sensazioni coscienti è data da corteccia e talamo; questi contenuti sono detti qualia.Per fattori abilitanti intendiamo tutto ciò che serve a far funzionare il cervello. Ad esempio, l’adeguato apporto d’ossigeno visto che la mancanza del prezioso substrato porta a stati di incoscienza. Un fattore abilitante la coscienza sembra essere l’acetilcolina. Nel prosencefalo basale e nel tronco dell’encefalo hanno origine le due principali vie colinergiche. Le cellule del tronco cerebrale inviano una proiezione ascendente verso il talamo, dove il rilascio di acetilcolina facilita la ritrasmissione di informazioni dalla periferia alla corteccia. Le cellule colinergiche sono nella condizione migliore per operare un’influenza su tutta la corteccia attraverso un controllo sul talamo. Definisci il coma, lo stato vegetativo e lo stato vegetativo permanente e cosa subisce la coscienza in questi stati. Il coma è lo stato nel quale il paziente non si risveglia e non reagisce a nessun tipo di stimolo del mondo esterno. Questo stato di cose è dato da danni sia alla corteccia sia al talamo sia a strutture sottocorticali come il tronco dell’encefalo. Lo stato vegetativo (denominato anche coma vigile o, più raramente, sindrome apallica) è una condizione clinica nella quale le persone che escono dal coma profondo aprono sì gli occhi, ma non migliorano ulteriormente. Esse sopravvivono con le funzioni vegetative, 15 DOMANDE APERTE PSICOLOGIA FISIOLOGICA E DELLE EMOZIONI cioè la respirazione, il battito cardiaco, il controllo omeostatico ecc., tutte funzioni che sottostanno alla semplice sopravvivenza del corpo. Questo stato di cose è permesso dal corretto funzionamento del tronco cerebrale. La stessa situazione di “vita vegetale” è possibile verificarla anche in malattie dove ad essere totalmente compromessa è la corteccia cerebrale. Ad esempio, nello stato terminale di Alzheimer, il paziente si rannicchia in posizione fetale e non reagisce più a nessun tipo di stimolo interno. Addirittura i riflessi ritornano ad essere quelli del periodo neonatale.Se la corteccia cerebrale è però intatta, la maggior parte delle persone che cadono nello stato di coma vigile riescono ad uscire da questa situazione recuperando le funzioni superiori, seppur lentamente. Quando, invece, la corteccia è gravemente compromessa, il coma vigile diventa il cosiddetto stato vegetativo permanente. Questi pazienti non sono collegati a nessun respiratore artificiale e, in generale, a nessuna macchina che permetta loro di sopperire a funzioni vitali. Possono avere gli occhi aperti, produrre suoni come se piangessero o ridessero pur senza provare i correlati emotivi. Per questo motivo essi sembrano “svegli”.Tuttavia, questi pazienti pur sembrando “svegli” non mostrano alcuna consapevoli di sé e del mondo esterno. Proprio questo sembrare “svegli”, fare smorfie, produrre suoni, fa sì che sia molto difficile per le loro famiglie accettare che queste persone, in realtà, si trovino in uno stato di “morte cerebrale”. Definizione di mioclonie, tic distonie e fascicolazioni. Mioclonie: caratterizzate da contrazioni rapide ed improvvise, sia ritmiche che aritmiche. Tic: movimenti analoghi per caratteristiche a quelli normali volontari, ma presentano una caratterizzazione compulsiva ed involontaria. Possono interessare distretti differenti (occhi, bocca, spalla), contemporaneamente oppure in successione. Sono quasi sempre di natura psico-relazionale. Distonie: sono movimenti di torsione lenti e prolungati. Vi sono forme non legate a patologie (ad esempio il torcicollo spasmodico). Fascicolazione: è una contrazione del muscolo rapida e ad intervalli irregolari. Rassomiglia un po' a quella che può essere una palpitazione cardiaca. Di solito interessa una singola unità muscolare e può essere determinata da una malattia degenerativa (SLA) o tumorale che lesiona il motoneurone alfa, oppure di natura benigna (stress, esposizione al freddo, deprivazione di sonno, carenza di Sali minerali). Definizione di movimenti coreici, atetosici, fascicolazioni e miochimie. Fascicolazione: è una contrazione del muscolo rapida e ad intervalli irregolari. Rassomiglia un po' a quella che può essere una palpitazione cardiaca. Di solito interessa una singola unità muscolare e può essere determinata da una malattia degenerativa (SLA) o tumorale che lesiona il motoneurone alfa, oppure di natura benigna (stress, esposizione al freddo, deprivazione di sonno, carenza di Sali minerali). Movimenti coreici: sono movimenti rapidi, improvvisi, irregolari, asimmetrici, di ampiezza variabile, prevalentemente distali (assenti nel sonno) anche a carico del collo, lingua e dei muscoli mimici. Movimenti atetosici: sono lenti, aritmici, prolungati, tentacolari, presenti durante il movimento, a riposo e nel mantenimento della postura. Si associano a movimenti coreici e scompaiono nel sonno. Si accompagnano a smorfie del volto e contrazioni del tronco. Miochimie: possono essere contrazioni 16 DOMANDE APERTE PSICOLOGIA FISIOLOGICA E DELLE EMOZIONI continue ed ondulatorie dei muscoli delle mani oppure fascicolate, localizzate, ripetitive e lente. Definizioni di atassia, dismetria, adiodocinesia e asinergia. Atassia: è una mancata coordinazione dei movimenti volontari, che risultano irregolari per forza, lunghezza e d’intensità. È particolarmente evidente nella marcia. Dismetria: è una mancata regolazione di intensità e durata dei movimenti segmentari (ad esempio del braccio per afferrare un oggetto) per cui l'obiettivo non viene raggiunto (di solito viene oltrepassato abbondantemente). Adiodococinesia: è l'incapacità nel compiere movimenti segmentari opposti; si osservano frequenti problemi nella scrittura e nell'eloquio. Asinergia: incapacità di coordinare armonicamente i movimenti muscolari, che vengono eseguiti in fasi isolate e successive (scomposizione del movimento di segmenti corporei e/o della marcia). Definizioni di fascicolazioni, miochimie, fibrillazioni e movimenti ballici. I movimenti patologici possono essere intrinseci o estrinseci. Quelli intrinseci sono: -fascicolazione: è una contrazione del muscolo rapida ad intervalli regolari. Di solito interessa una singola unità muscolare e può essere causata dalla SLA o da tumori che lesionano il motoneurone alfa, oppure più frequentemente da stress, carenza di Sali minerali, sonno… -fibrillazione: è una contrazione spontanea ed indipendente di una sola fibra muscolare, visibile a occhio nudo solo a livello della lingua. - miochimie: possono essere contrazioni continue ed ondulatorie dei muscoli delle mani . I movimenti estrinseci sono caratterizzati da contrazioni di muscoli, talvolta complessi, senza finalità, di natura quasi sempre organica. I movimenti ballici fanno parte dei movimenti estrinseci, e sono talmente violenti da poter interessare la frattura dell’arto interessato. Descrive il caso della donna che non conosceva paura riportato nel libro Emozioni distruttive. L’amigdala è importante per il riconoscimento dei segnali di paura, sia nella generazione della paura stessa. Una paziente affetta da una malattia delle pelle che si chiama lipoproteinosi di Urbach-Wiethe, ha fornito importanti prove sul ruolo dell’amigdala.L’è stato chiesto di rappresentare graficamente emozioni diverse. «I disegni mostrano facce contente, tristi, sorprese, disgustate e arrabbiate – tutte espressioni appropriate. Ma l’immagine che dovrebbe rappresentare una persona spaventata è di un bimbo che si muove carponi. Il Dalai Lama si chiese se bisognasse dedurre che la donna non sappia cosa fosse la paura. Richie disse di no, in quanto, se punta con l’ago la donna mostrava una reazione di dolore ma non avrebbe paura se si trovasse nel momento in cui sta per precipitare da una scarpata. I danni all’amigdala inibiscono la paura per determinati oggetti minacciosi». Altre ricerche sull’amigdala dicono che c’è un coinvolgimento di certi tipi di paura, ma non della paura nella sua totalità.» Descrivi almeno due studi sul legame tra linguaggio e motricità. 1) Un primo studio, ad esempio, prendeva in considerazione il babbling canonico, cioè la lallazione, che caratterizza le prime fasi dello sviluppo dell’articolazione dei suoni nel bambino. Ebbene questo è accompagnato sistematicamente da movimenti ritmici delle mani che sono caratterizzati 17 DOMANDE APERTE PSICOLOGIA FISIOLOGICA E DELLE EMOZIONI mantenendo tutte le altre abilità cognitive conservate. Posti di fronte ai dilemmi che abbiamo visto prima, nonostante la comprensione semantica delle norme in questi pazienti sia normale,rispondono in modo del tutto diverso dalle persone normali.Questi pazienti tendono a dare giudizi morali più accettabili, cioè il danno cagionato a un’altra persona, per loro, è più giustificabile dal punto di vista morale. Nei compiti di dilemmi impersonali, invece, questi soggetti si comportano come tutti gli altri sani. Descrivi i passaggi che rendono fisiologicamente una sinapsi eccitatoria (cioè, parti dal neurone presinaptico e dal rilascio del neurotrasmettitore). Un neurone presinaptico è eccitatorio se, quando è attivo, attiva una sinapsi eccitatoria, la quale provoca sulla membrana postsinaptica un PPSE. Quando, in una sinapsi glutammatergica (eccitatoria), il glutammato si lega ai suoi recettori sulla membrana postsinaptica, si aprono dei canali per il sodio. In altre parole, il recettore per il glutammato è, nel caso più semplice, un canale per il sodio. Il sodio entra all’interno della cellula seguendo sia il gradiente di concentrazione che quello elettrico. Poiché il sodio è uno ione positivo, quando entra nella cellula riduce il numero di cariche negative sul versante interno della membrana, cioè depolarizza la membrana, generando un potenziale postsinaptico eccitatorio (PPSE). In altre parole il potenziale di membrana può passare, per esempio, da –65 mV a –60 mV. Quindi, il PPSE è una depolarizzazione!! Descrivi i passaggi che rendono fisiologicamente una sinapsi inibitoria (cioè, parti dal neurone presinaptico e dal rilascio del neurotrasmettitore) .Un neurone presinaptico è inibitorio se, quando è attivo, attiva una sinapsi inibitoria, la quale provoca sulla membrana postsinaptica un PPSI.Quando, in una sinapsi GABAergica (inibitoria), il GABA si lega ai suoi recettori sulla membrana postsinaptica, si aprono dei canali per il cloro . In altre parole, il recettore per il GABA è, nel caso più semplice, un canale per il cloro. Il cloro entra all’interno della cellula seguendo il gradiente di concentrazione (più forte di quello elettrico, che tenderebbe a tenerlo fuori). Poiché il cloro è uno ione negativo, quando entra nella cellula aumenta il numero di cariche negative sul versante interno della membrana, cioè iperpolarizza la membrana, generando un potenziale postsinaptico inibitorio (PPSI). In altre parole il potenziale di membrana può passare, per esempio, da –60 mV a –75 mV. Il PPSI è una iperpolarizzazione!! Descrivi i sintomi clinici del Parkinson. Qual è il neurotrasmettitore deficitario? Cos’è la festinazione? La malattia di Parkinson si manifesta quando la produzione di dopamina nel cervello cala consistentemente. I livelli ridotti di dopamina sono dovuti alla degenerazione di neuroni, in un’area chiamata Sostantia Nigra.I principali sintomi motori della malattia di Parkinson sono il tremore a riposo, la rigidità, la bradicinesia (lentezza dei movimenti automatici) e, in una fase più avanzata, l’instabilità posturale (perdita di equilibrio); questi sintomi si presentano in modo asimmetrico (un lato del corpo è più interessato dell’altro). altre caratteristiche del parkinsoniano sono l'ipocinesia oculomotoria, la demenza e la disautonomia La festinazione è un disturbo della deambulazione caratteristico delle sindromi parkinsoniane, consiste 20 DOMANDE APERTE PSICOLOGIA FISIOLOGICA E DELLE EMOZIONI nella tendenza a strascicare i piedi a terra e ad accelerare il passo, come se il paziente inseguisse il proprio baricentro, per evitare la caduta. In questo modo la camminata diventa simile ad una corsa a passo molto breve. Per il paziente con festinazione diviene difficile arrestare il cammino una volta che è arrivato a destinazione. Durante il cammino, in alcuni casi, possono verificarsi episodi di blocco motorio improvviso (freezing) in cui i piedi del soggetto sembrano incollati al pavimento. Se si dà loro una leggera spinta ripartono normalmente con la deambulazione.Il principale trattamento per il morbo di Parkinson è dato dall'assunzione di levodopa, che è trasformata in dopamina durante il passaggio attraverso la barriera emato-encefalica. Questo poiché la dopamina è una molecola molto grossa e non è in grado di passare la barriera. Per questo motivo si rende necessario fornire al soggetto il suo precursore che sarà poi trasformato nel neurotrasmettitore finale. Descrivi i substrati neurologici dell’attenzione. Come viene diretta l’attenzione? Introduciamo la via del dove e la via del cosa. La via del dove, origina dalla corteccia visiva primaria e termina in corteccia parietale. Essa è specializzata nell’elaborazione dell’informazione spaziale e per il controllo visivo al fine di eseguire azioni motorie.La via del cosa, ha genesi anch’essa in corteccia visiva primaria e termina nelle aree temporali. Essa è specializzata nell’elaborazione dell’informazione legata agli oggett. I campi oculomotori frontali hanno connessioni dirette con aree visive associative. I neuroni che abitano i campi oculomotori frontali possiedono veri e propri campi motori e qualora essi vengano eccitati si ottiene un rapido spostamento degli occhi in direzione del campo motorio della cellula stimolata. Essere distratti, peraltro, può essere dovuto proprio al malfunzionamento dei campi oculomotori frontali. -I collicoli superiori e inferiori sono due bande di tessuto nervoso posti a livello del tronco dell’encefalo, appena sotto il corpo genicolato laterale del metatalamo. -Il collicolo superiore è un’importante zona nella quale arrivano informazioni da entrambe le retine, dai gangli della base, dalla corteccia e da organi di senso. Possiamo trovare una mappatura retinotopica del campo visivo personale. In quest’area vi è un’integrazione di diversi degnali sensoriali così da avere una percezione dei sensi molto più complessa e articolata di quella che altrimenti sarebbe. Questa struttura consente quei movimenti estremamente fini che consentono all’occhio di centrare un bersaglio. -Il collicolo inferiore è impiegato nelle sensazioni uditive e possiede una mappa cosiddetta tonotopica. I neuroni che vi risiedono sono dedicati a entrambe le orecchie e sono peraltro sensibili sia al ritardo che alla differenza di intensità interaurale. Quest’area è pertanto coinvolta nella localizzazione della direzione di provenienza del suono. Cito infine il modello di Posner e Petersen. I due autori descrivono due sistemi di attenzione visiva. Il sistema attenzionale posteriore, responsabile sia dell’orientamento dell’attenzione verso stimoli sensoriali visivi sia della facilitazione verso stimoli selezionati per la loro posizione nello spazio o per il possesso di caratteristiche specifiche. Il sistema attenzionale anteriore presiede il controllo esecutivo, l’elaborazione consapevole dell’esperienza e del comportamento. 21 DOMANDE APERTE PSICOLOGIA FISIOLOGICA E DELLE EMOZIONI Descrivi i tipi di scotoma che conosci. Una lesione che colpisce una data zona della corteccia V1 determinerà il cosiddetto scotoma cioè una zona di assoluta cecità di una porzione ben definita del campo visivo. Lo scotoma si suddivide, in clinica, in negativo, positivo e fisiologico. Lo scotoma fisiologico è dato dal punto cieco (o zona cieca di Mariotte), la zona dove emerge il nervo ottico. Lo scotoma negativo è definito dalla presenza di una macchia nera nel campo visivo. Lo scotoma positivo (o scintillante) viene percepito come una macchia intervallata e di colore variabile. Descrivi i tre strati della retina. La retina appartiene al SNC. È formata da 3 strati sovrapposti, da quello più lontano dall’impatto con la luce a quello più vicino, si suddividono in: - strato dei fotorecettori i: i fotorecettori sono suddivisi in CONI (rispondono alla luce intensa, sono sensibili ai colori ed alla forma, sono più numerosi nella fovea) e BASTONCELLI (funzionano solo con luce di bassa intensità e non sono sensibili ai colori, sono responsabili quindi della percezione bianco/nero, non sono presenti nella fovea centrale). - - strato delle cellule bipolari: i fotorecettori entrano in contatto sinaptico con le cellule bipolari. Le cellule bipolari entrano a loro volta in contatto con le cellule gangliari. - strato delle cellule gangliari: gli assoni delle cellule gangliari andranno a formare le fibre del nervo ottico e sono i primi ad essere colpiti dalla luce, formando di fatto lo strato più interno della retina, compongono perciò la parte iniziale del nervo ottico. Raggiunti quindi i neuroni gangliari, lo stimolo luminoso riattraversa il nervo ottico proseguendo la sua corsa verso la corteccia visiva primaria Prima di arrivare ai fotorecettori, la luce deve oltrepassare lo strato delle cellule bipolari e lo strato delle cellule gangliari. I fotorecettori sono a tutti gli effetti neuroni e sono suddivisi in coni e bastoncelli. I bastoncelli funzionano solo con luce di bassa intensità e non sono sensibili ai colori, sono responsabili quindi della percezione bianco/nero. Né sono presenti nella fovea centrale. I coni rispondono alla luce intensa, sono sensibili ai colori (che ricevono come onde elettromagnetiche di diversa lunghezza) ed alla forma. Sono più numerosi nella fovea Descrivi il caso del paziente T.N. Degno di nota rispetto al fenomeno della visione cieca è il cosiddetto paziente T.N. Egli non aveva nessun danneggiamento alla retina e al nervo ottico ma, tuttavia, a seguito di due ictus, aveva perso la funzione della corteccia visiva di entrambi gli emisferi. Il paziente T.N. è stato studiato da De Gelder e collaboratori dell’Università di Tilburg (NL). Gli autori dello studio hanno osservato che l’uomo è in grado di camminare in un corridoio ricco di ostacoli aggirandoli e spostandosi in maniera coerente, pur non essendo consapevole a livello conscio della loro presenza. Questo paziente, come avrete spero compreso, ha intatte le vie retino- collicolo-extrastriatali e questo ulteriore studio ci conferma come queste vie siano importanti per orientarci e “fare” nello spazio. Per essere, invece, consapevoli di ciò che vediamo è necessario che sia intatta la via retino-genicolo-striata. Descrivi il concetto di competizione neuronale . I neuroni collaborano tra di loro (si organizzano in reti neuronali). Ogni gruppo di neuroni ha lo specifico compito di elaborare alcuni particolari e inviare le informazioni su quei particolari ad altri neuroni i quali, a loro volta, 22 DOMANDE APERTE PSICOLOGIA FISIOLOGICA E DELLE EMOZIONI un’immagine, Braun dichiarò che gli osservatori godono di un significativo grado di consapevolezza visiva ambientale al di fuori del fuoco attenzionale. Quindi il focalizzare l’attenzione su un oggetto particolare, non ci rende inconsapevoli di quello che accade intorno. Descrivi il rapporto che c’è tra emozioni e coscienza. Coscienza ed emozione non sono separabili, poiché la prima è indissolubilmente legata al sentimento del corpo. Poiché le emozioni sono (anzi, più precisamente diventano!) coscienti, deve entrare in gioco un importante elemento cognitivo, che è mediato dalla corteccia cerebrale. Tuttavia, le emozioni sono accompagnate da risposte del sistema nervoso autonomo, del sistema endocrino e di quello motorio-scheletrico. Tutti questi sistemi sono condizionati da regioni sottocorticali del sistema nervoso: l’amigdala, l’ipotalamo e il tronco dell’encefalo. Queste risposte periferiche hanno lo scopo di preparare il corpo all’azione, oltre che di comunicare gli stati emozionali alle altre persone. Per esempio, quando siamo spaventati avvertiamo aumento della frequenza del cuore e del respiro ... Tutte queste manifestazioni sono controllate da strutture cerebrali sottocorticali. Parlando di emozioni, abbiamo inteso come debba esserci un legame tra stato fisiologico e stato cosciente: immaginiamo la vista della nostra casa in fiamme. La percezione visiva genera un riconoscimento che, a sua volta, genera un’esperienza emozionale cosciente: la paura che dà vita a segnali efferenti che vengono convogliati a strutture periferiche come il cuore, i vasi sanguigni Percezione → cognizione→ risposte riflesse del SNA Descrivi il rapporto che intercorre tra volizione e azione. Esiste un intervallo fra volizione mentale e l’esecuzione di una determinata azione, le aree cerebrali utili alla pianificazione del movimento, soprattutto la corteccia premotoria, si attivano 300-400 msec. Prima dell’ordine. Paradossalmente, il nostro cervello sa già prima di noi stessi cosa vorremmo fare, tantochè predispone già tutta la pianificazione motoria atta a ciò che faremo di lì a poco. Erwin Shrodinger, uno dei padri fondatori della meccanica quantistica, nel libro Mente e materia del 1958 sostiene che la coscienza e le emozioni coscienti, non sono altro che meccanismi umani utili a correggere i nostri atti imperfetti. La coscienza, quindi, sarebbe come quella correzione di rotta che Armstrong fece per atterrare sulla Luna rispetto ad un programma automatico già stabilito. La coscienza, secondo alcuni autori, sarà necessaria fino a quando la navicella umana sarà talmente evoluta da procedere completamente in automatico Descrivi il talamo e le sue funzioni. Il talamo possiede ben 12 gruppi nucleari di sostanza grigia, che integrano e trasmettono alla corteccia cerebrale le informazioni provenienti dai centri inferiori (movimento, propriocezione, dolore, tatto ecc.). È un organo pari e simmetrico e presenta una parte di destra ed un talamo di sinistra, interconnessi dalla massa intermedia. La lamina midollare interna, di sostanza bianca a forma di Y, divide il talamo in tre grandi raggruppamenti: mediodorsale, anteriore e laterale. La lamina midollare esterna separa il talamo dal nucleo reticolare che circonda il talamo come una conchiglia. Il talamo è un insieme di nuclei quasi del tutto indipendenti e tutti i nuclei talamici (ad eccezione del nucleo reticolare) presentano connessioni eccitatorie 25 DOMANDE APERTE PSICOLOGIA FISIOLOGICA E DELLE EMOZIONI reciproche con la corteccia cerebrale. Essi possono essere suddivisi in tre grandi gruppi funzionalmente distinti: - Nuclei specifici (o di relay: funzione di ritrasmissione da parte del talamo dell'impulso proveniente dai centri inferiori verso la corteccia cerebrale): connessi reciprocamente con aree corticali motorie o sensitive specifiche. - Nuclei associativi: sono reciprocamente connessi con aree associative della corteccia cerebrale. - Nuclei non specifici: i nuclei non specifici prendono questo nome poiché non sono legati ad una singola modalità sensitiva. Prima di arrivare in corteccia: “tutto passa per il talamo”. Tutte le nostre percezioni (tranne quella olfattiva, almeno in via primaria, cioè ci arriva con altre vie ma non dirette), prima di divenire coscienti in corteccia, vengono elaborate e smistate nel talamo. Possiamo immaginare il talamo come un grande snodo ferroviario prima di una grande stazione, come un punto di smistamento per tutte le informazioni che provengono dai centri inferiori: della sensibilità, come possono essere il tatto e l'udito, a quelle relative al movimento. Descrivi l’anatomia del cervelletto. Il cervelletto si trova in posizione caudale nel SNC, al di sotto del lobo occipitale cerebrale.Nell’uomo, il cervelletto svolge un ruolo importante nel controllo dei movimenti Anatomicamente è suddiviso in due emisferi, quello destro e quello separati da una struttura denominata verme cerebellare.Funzionalmente il cervelletto può essere suddiviso in tre parti: vestibolocerebello, spinocerebello e neocerebello. Il vestibolocerebello (detto anche archicerebello) è costituito dal nodulo (estremità anteriore del verme inferiore) e dai flocculi. È connesso con i nuclei vestibolari (che sono situati nel tronco dell’encefalo) che, a loro volta, sono in rapporto con i recettori del senso statico e dinamico dell'orecchio interno (equilibrio). È sede pertanto di tutte quelle regolazioni che ci permettono di stare, ad esempio, in posizione eretta ed in equilibrio. Lo spinocerebello (detto anche paleocerebello) è la parte del cervelletto che si estende davanti alla fessura primaria (o solco primario) e si prolunga in una zona cospicua del verme; si connette al midollo spinale e controlla il tono muscolare e la postura. Il neocerebello (chiamato anche corticocerebello) è costituito da gran parte dei lobi laterali e da una piccola parte del verme. È connesso alla corteccia cerebrale attraverso la via cortico-ponto-cerebellare. È il centro regolatore dei movimenti volontari e automatici. È considerabile come la zona sviluppata più “recentemente”. Descrivi l’anatomia del sistema nervoso autonomo. Il sistema nervoso autonomo è un insieme di nervi periferici e di gangli. Regola le funzioni vegetative e non coinvolge la coscienza. La sua funzione principale è quella di mantenere l’omeostasi dell’intero organismo. Nel SNA esistono due sistemi: il sistema simpatico e il sistema parasimpatico. Il sistema simpatico prepara il nostro corpo alla reazione“FIGHT OR FLIFHT”, ossia prepara il nostro corpo o all’attacco o alla fuga, a secondo della situazione che stiamo vivendoIl sistema simpatico è composto da 2 neuroni: Neurone pregangliare- neurone postgangliare.Dal neurone pregangliare al neurone postgangliare, è utilizzato come neurotrasmettitore l’acetilcolina, dal neurone postgangliare all’organo bersaglio il neurotrasmettitore utilizzato è la noradrenalina ad eccezione per le ghiandole sudorifere che viene utilizzato l’acetilcolina.Il sistema 26 DOMANDE APERTE PSICOLOGIA FISIOLOGICA E DELLE EMOZIONI parasimpatico interviene per controbilanciare il sistema simpatico, è formato soprattutto dal nervo vago, che parte dal bulbo e arriva anche al cuore e intestino. Il neurotrasmettitore utilizzato nel sistema parasimpatico è solo l’acetilcolina. Il sistema autonomo è controllato quasi del tutto dall’ipotalamo. Descrivi l’anatomia delle vie ottiche. L’apparato visivo è costituito da due organi , pari e simmetrici, i bulbi oculari, posti nella cavità oculari e direttamente collegati al cervello tramite i nervi ottici. In ciascun bulbo oculare si distinguono parti differenti per tessuto, struttura e funzioni: - la tonaca fibrosa esterna è la membrana più esterna e si suddivide in cornea e sclera - la tonaca vascolare è la membrana intermedia suddivisa in coroidea, corpo ciliare e iride (perforato dalla pupilla) - la tonaca nervosa, è la retina, suddivisa in posteriore detta ottica (sede dei fotorecettori) e anteriore, parte cieca, che ne è priva - il cristallino, è una struttura che funziona da lente ed è connesso al corpo ciliare- la camera anteriore è compresa fra cornea ed iride - la camera posteriore compresa fra iride e cristallino - la camera vitreale risiede dietro al cristallino. Descrivi l’anatomia funzionale del sistema parasimpatico. Il sistema parasimpatico ha,genericamente, la funzione di controbilanciare il sistema simpatico. Anche lui ha fibre pregangliari e postgangliari. Le fibre pregangliari sono molto lunghe, rispetto a quelle postgangliari. In alcuni casi, addirittura, il ganglio del sistema nervoso parasimpatico risiede all’interno dell’organo bersaglio. La via d'uscita del sistema parasimpatico dal SNC è quella cervico-sacrale. Le fibre pregangliari, infatti, emergono dal tronco dell'encefalo (seguendo quattro nervi cranici: oculomotore – III, faciale – VII, glossofaringeo – IX e vago – X) e dal segmento sacrale del midollo spinale. Nel parasimpatico cervicale le vie d'uscita, come detto, seguono quattro nervi cranici (parliamo di fibre pregangliari): 1. Attraverso il nervo oculomotore fanno sinapsi nel ganglio ciliare; da qui parte una componente autonoma che innerva lo sfintere della pupilla ed il muscolo ciliare (fibre postgangliari). 2. Attraverso il nervo faciale fanno sinapsi nel ganglio pterigopalatino; da qui parte una componente autonoma che innerva le ghiandole sottomandibolari e sottolinguali (fibre postgangliari). 3. Attraverso il nervo glossofaringeo costituiscono sinapsi nel ganglio otico; da qui parte una componente autonoma che innerva la ghiandola parotide (fibre postgangliari). 4. Attraverso il nervo vago con il quale contraggono sinapsi nella catena di gangli parasimpatici posti in prossimità del cuore e dei polmoni; da qui parte una componente autonoma che innerva cuore, esofago, parte dello stomaco, l'intestino tenue e parte del colon (esattamente il colon ascendente di destra e la parte destra del colon trasverso; fibre postgangliari). Il parasimpatico sacrale vede implicate le fibre pregangliari poste nella sostanza grigia delle corna laterali a livello di S2, S3 ed S4. Queste discendono nella cauda equina all'interno delle radici nervose. Le fibre quindi si separano formando i nervi pelvici splancnici. Alcune di queste fibre fanno sinapsi con le cellule gangliari nella parete del colon discendente e del retto. Le rimanenti fibre formano sinapsi nei gangli pelvici, i quali sono gangli misti (contenenti sia nervi del sistema parasimpatico che quelli del sistema simpatico). Le fibre postgangliari parasimpatiche innervano il muscolo detrusore della vescica (colui che 27 DOMANDE APERTE PSICOLOGIA FISIOLOGICA E DELLE EMOZIONI sagoma del corpo umano tracciata su un foglio laddove sentivano un’attivazione somatica rispetto a diversi stimoli cui erano sottoposti. Delle tredici emozioni valutate, ovvero rabbia, paura, disgusto, felicità, tristezza, sorpresa, ancia, amore, depressione, disprezzo, orgoglio, vergogna, invidia, è interessante notare come la zona del mediastino, quindi del cuore, sia stata colorata in tutte le emozioni fuorché nella depressione; oppure come quella delle mani sia stata dipinta in tutte le emozioni tranne che nell’ansia, nella tristezza, nella sorpresa, nella depressione, nella vergogna e nell’invidia. In questo senso , le mani vengono colorate proprio laddove c’è n apertura psicologica o, meglio ancora, una possibilità di interazione con l’altro o con l’oggetto come, ad esempio, nel disgusto, emozione utile ad allontanare l’oggetto/soggetto ripugnante. Al contrario, le mani sono lasciate neutre laddove è presente un ritiro, una chiusura, come nell’ansia o nella vergogna. Damasio rivendica l’importanza del corpo in questi processi, chiarificando il concetto di sentimento. Descrivi l’esperimento di Sheinberg e Logothesis del 1997. Sheinberg e Logothesis (1997) hanno addestrato dei primati cosicché determinassero la loro percezione premendo una delle due leve disponibili mentre gli elettrodi registravano singoli neuroni nel STS . Iniziamo col notare come la foto di un primate inviata all’occhio destro evocava una risposta energica . Quando, però, appena dopo questa foto, veniva proiettata l’immagine del sole nell’occhio sinistro, essa faceva sparire la percezione del volto (osservate la freccia verde come indica l’abbattimento della frequenza di scarica dei potenziali d’azione). Invertendo gli input, cioè stimolando l’occhio destro stavolta con un sole, il neurone posizionato nel STS non rispondeva con nessun potenziale d’azione poiché non era percepito un volto. . Quando però, pochi istanti dopo, veniva proiettata nell’occhio sinistro la faccia del primate, il neurone della zona STS riprendeva a scaricare vigorosamente. Fisicamente l’input è identico in tutti i casi, ma l’esperienza percettiva è completamente differente e questo neurone lo dimostra molto bene. In generale, la stragrande maggioranza delle cellule della corteccia IT e del STS si comporta in questo modo Descrivi l’esperimento di Umiltà (2012) sui neuroni specchio e il concetto di simulazione incarnata. In questo esperimento erano prese in considerazione delle opere d’arte particolari, le tele di Lucio Fontana, la cui caratteristica è quella di essere letteralmente tagliata. Gli scienziati hanno chiesto la collaborazione a persone esperte e non esperte d’arte, che conoscevano o meno l’artista. Dapprima i soggetti osservavano le tele di Fontana in un’immagine ad alta risoluzione, per poi osservare una tela su cui veniva semplicemente riprodotto il taglio sostituito da un tratto netto di una linea. Ebbene, a tutti i soggetti (sottoposti ad EEG) mentre guardavano le tele di Fontana accadeva che veniva soppressa la cosiddetta onda mu, segno dell’attivazione di aree corticali, nello specifico di aree motorie del cervello. Questo non succedeva quando erano intenti ad osservare l’immagine di una linea. in esperimenti precedenti, laddove il movimento, seppur statico poiché immortalato in quadro, era presente, attivava quella che Gallese ha poi definito “simulazione incarnata”, ovvero un’esperienza estetica che va al 30 DOMANDE APERTE PSICOLOGIA FISIOLOGICA E DELLE EMOZIONI di là dell’osservazione, ma che coinvolge simulazione di azioni, emozioni e sensazioni corporee Descrivi l’Homunculus somatosensoriale. L'homunculus sensitivo o somestetico o omatosensoriale, molto simile a quello motorio, rappresenta l'organizzazione somatotopica delle afferenze somatosensitive (cutanee) di tutti i distretti del corpo alla circumvoluzione postcentrale. Il termine homunculus è dovuto al fatto che la rappresentazione del corpo umano appare grottesca e sproporzionata, infatti alcune regioni, soprattutto la mano, il piede e la bocca, sono ingrandite: ciò perché la grandezza di una regione è proporzionale al numero di recettori cutanei in essa presenti. Le aree del corpo più rappresentate (più grandi) hanno la caratteristica di avere movimenti più fini (mano e volto su tutti). Descrivi l’importanza della corteccia vetromediale per le emozioni. La corteccia ventromediale è assolutamente cruciale per le emozioni. I pazienti che hanno subito danni in quella zona del cervello mostrano un comportamento emotivo irregolre, disturbato, a scatti. La zona ventromediale è inoltre essenziale per la regolazione delle emozioni. Descrivi l’interpretazione cognitiva delle emozioni. Negli anni ’60 gli psicologi cognitivisti iniziano a suggerire che il fattore determinante delle emozioni è il modo in cui le valutiamo e interpretiamo. Non è dunque l’ambiente a influenzarci, ma le modalità con le quali noi ce lo rappresentiamo. Una delle prime concezioni cognitiviste è dovuta a Arnold (teoria della valutazione cognitiva), la quale sostiene che l’interpretazione di una situazione causa una risposta emozionale che è basata su questa interpretazione. Ad esempio, uno stato di paura sorge nel momento in cui giudichiamo pericolosa una situazione. Schachter prende le mosse dalle idee dell Arnold e formula la sua teoria definita a “Due fattori”o cognitivo- attivazionale. L’emozione sarebbe il risultato di due elementi: l’attivazione fisiologica (arousal) e la componente cognitiva di percezione dell’arousal. Propone che lo stato di arousal è una generalizzata attivazione del sistema nervoso autonomo e tale resta fino a quando non lo definiamo e interpretiamo cognitivamente ed emozionalmente. Schachter confeziona una metafora curiosa attraverso il jukebox. Se ho una moneta e, pur inserendola, la macchina non parte, non suonerà nessun brano. Ma un jukebox che si attiva grazie alla moneta inserita non suona un brano musicale a caso, bensì quello scelto. L’attivazione fisiologica è pertanto come il jukebox messo in funzione dalla moneta; il processo di scelta del brano è analogo a quello della valutazione cognitiva. Circa l’esperienza emotiva, l’attivazione definisce l’intensità, la valutazione cognitiva determina la qualità. L’arousal è definito dall’elaborazione cognitiva Descrivi l’ipotalamo e le sue funzioni. L’ipotalamo: struttura sottocorticale posto quasi al centro del cranio, sotto il talamo (da cui appunto il nome) e sopra l'ipofisi. È il principale controllore del Sistema nervoso autonomo. Nell'ipotalamo si possono evidenziare aree funzionali diverse, chiamate nuclei ipotalamici, preposti alla continua regolazione delle pulsioni fondamentali umane e delle condizioni dell'ambiente interno dell'organismo (l'omeostasi, il livello dei nutrienti, la temperatura 31 DOMANDE APERTE PSICOLOGIA FISIOLOGICA E DELLE EMOZIONI ecc.). - Nell'ipotalamo anteriore possiamo trovare il nucleo paraventricolare, i nuclei preottici ed il nucleo sopraottico (dall'alto al basso in rosso). - Nell'ipotalamo intermedio possiamo trovare il nucleo dorsomediale, il nucleo ipotalamico ventromediale, il nucleo arcuato (dall'alto in basso in verde) ed infine i nuclei tuberali (in blu). - Nell'ipotalamo posteriore troviamo il nucleo ipotalamico posteriore (in viola) ed i nuclei del corpo mamillare laterale e mediale (in blu). Le sue aree funzionali sono due: - anteriore: ha prevalentemente azione sul SNA parasimpatico che è implicato nel mantenere l’omeostasi interna (quindi, tutto l’equilibrio della temperatura, dei liquidi ecc.) - posteriore: ha prevalentemente azione sul SNA simpatico che si occupa principalmente di fornire sostegno alle attività endocrine, fisiche, di processamento mentale e di adattamento dell’organismo ai cambiamenti ambientali sia interni che esterni. L'ipotalamo media le emozioni e gli stimoli per la sopravvivenza (fame, sete ecc..) nonché regola il ciclo mestruale e agisce dunque sull’ipofisi (ghiandola molto importante deputata a tutto il controllo ormonale). Esso quindi si pone come collegamento tra il SNC e il sistema neuroendocrino ed é a capo del Sistema nervoso autonomo. Descrivi l’ippocampo e le sue funzioni . L’ippocampo è un particolare ripiegamento del bordo della corteccia. Si può distinguere come zona a sestante dove la corteccia si assottiglia in uno strato singolo di neuroni densamente organizzati, che si piega a formare una S molto stretta. È situato medialmente nel lobo temporale. L’ippocampo fa parte di un sistema che dirige molte funzioni corporee: il sistema limbico. Giulio Cesare Aranzi, anatomista, usò per primo attorno alla seconda metà del 1500 il termine ippocampo, descrivendo una zona dell'encefalo rassomigliante un cavalluccio marino. Questa struttura fu inizialmente collegata al senso dell'olfatto. Oggi sappiamo che le sue funzioni sono legate all'ambito mnemonico. L’ippocampo è coinvolto nella conservazione della memoria a lungo termine e sembra giocare un ruolo importante nella memoria dichiarativa. La ricerca ha inoltre dimostrato che le cellule nervose continuano a svilupparsi durante l’età adulta e l’ippocampo è uno dei pochi posti nel cervello in cui si generano nuove cellule nervose. Descrivi la colonna vertebrale ( e anche una singola vertebra tipica) La colonna vertebrale è costituita da un insieme di segmenti ossei del tipo breve, vertebre, poste in colonna una sull’altra. Si contano in tutto 23 vertebre, suddivise in sezioni, corrispondenti ognuna un segmento del corpo. Si distinguono nella colonna vertebrale : 7 cervicali (C1 – C7) • 12 toraciche (T1 – T12 o, talvolta, D1 –D12) • 5 lombari (L1 – L5) • 5 sacrali (S1 – S5) • 4 coccigee (Co1 – Co4).Le funzioni della colonna vertebrale sono sostanzialmente due: sostenere il corpo umano e proteggere il midollo spinale. La prima vertebra sostiene per mezzo delle sue articolazioni con l’osso occipitale, il cranio e viene detta atlante. Essa è priva del corpo, rimasto aderente a quello della vertebra sottostante. Essa si presenta come un anello osseo costituito d un arco posteriore ed uno anteriore, sottili ambedue, circoscriventi un larghissimo foro.Non possiede corpo ma è dotato di un arco anteriore e posteriore che si uniscono mediate due robuste masse laterali che rappresentano i processi articolari, lateralmente ad esse spiccano i processi trasversi. 32 DOMANDE APERTE PSICOLOGIA FISIOLOGICA E DELLE EMOZIONI necessario perché si verifichino le emozioni e che le teorie sopravvalutano il ruolo del corpo nel produrre l’esperienza emotiva. Descrivi la via del cosa e la via del dove. Come viene diretta l’attenzione? Introduciamo le cosiddette “via del dove” e “via del cosa”, descritte per la prima volta da MIskhin e Ungerleider. Sono due vie importanti per l’attenzione ma servono al fine del riconoscimento e discriminazione fisica e compiti visuo-spaziali. La via del dove origina dalla corteccia visiva primaria e termina in corteccia parientale. Essa è specializzata nell’elaborazione dell’informazione spaziale e il controllo visio e al fine di eseguire azioni motorie. E’ definita anche via occipitoparientale o via dorsale. La via del cosa ha genesi anch’essa nella corteccia visiva primaria e termina nelle aree temporali. Essa è specializzata nell’elaborazione dell’informazione legata agli oggetti. (colore, forma, dimensione). E’ definita anche via occipito-temporale o via ventrale. Queste due vie sono connesse con la corteccia prefrontale laterale da cui ricevono informazioni e a cui le reinviamo. Lesioni delle aree temporali inferiori, producono deficit nella prestazione di vari compiti di discriminazione visiva ma non di compiti visuo-spaziali. Viceversa, lesioni delle aree parentali posteriori producono gravi effetti sulle prestazioni nei compiti visuo-spaziali. Descrivi le aree del linguaggio , soffermandoti sulle lesioni. Le aree del linguaggio sono due: l'area di Broca e l'area di Wernicke. L’area di Broca corrisponde alle aree 44 e 45 di Brodmann e risiede nella circonvoluzione frontale inferiore. L'area di Wernicke corrisponde all'area 22 di Brodmann e risiede nella circonvoluzione temporale superiore. Nella stragrande maggioranza della popolazione (9 su 10) le aree del linguaggio sono presenti nell'emisfero sinistro. Nelle rimanenti persone queste funzioni o sono distribuite bilateralmente o risiedono a destra.'area di Broca è definibile come la zona deputata al “dire ciò che si capisce”. In termini pratici significa che quest'area fa sì che possa instaurarsi un programma motorio del linguaggio. L'area di Wernicke è caratteristica del “capire ciò che si dice”. E' evidente che questa sia fondamentale per la percezione del linguaggio. Lesioni localizzate generano afasíe: rispettivamente di Broca e di Wernicke o fluente e non fluente. L'afasìa di Broca è caratterizzata dalla difficoltà nell'eloquio (risulta telegrafico) pur senza difficoltà nella comprensione del linguaggio. Generalmente il soggetto è cosciente dell'incapacità di esprimersi in maniera corretta L'afasìa di Wernicke è caratteristica nei pazienti dall'eloquio fluente ma non controllato, scambiando sillabe o parole tra loro. Presenta inoltre un deficit nella comprensione del linguaggio e generalmente non è cosciente della sua difficoltà. Descrivi le aree di Broca e di Wernicke, le afasie conseguenti e la caratteristica del fascicolo arcuato (con afasia conseguente).- L'area di Broca corrisponde alle aree 44 e 45 di Brodmann e risiede nella circonvoluzione frontale inferiore, è definibile come la zona deputata al “dire ciò che si capisce”. In termini pratici significa che quest'area fa sì che possa instaurarsi un programma motorio del linguaggio. Lesioni localizzate generano l'afasia di Broca, che è caratterizzata dalla difficoltà nell'eloquio (risulta telegrafico) pur senza difficoltà nella comprensione del linguaggio. Generalmente il soggetto è cosciente dell'incapacità di 35 DOMANDE APERTE PSICOLOGIA FISIOLOGICA E DELLE EMOZIONI esprimersi in maniera corretta. - L'area di Wernicke corrisponde all'area 22 di Brodmann e risiede nella circonvoluzione temporale superiore, è caratteristica del “capire ciò che si dice”. È evidente che questa sia fondamentale per la percezione del linguaggio. Lesioni localizzate generano l'afasia di Wernicke, che è caratteristica nei pazienti dall'eloquio fluente ma non controllato, scambiando sillabe o parole tra loro. Presenta inoltre un deficit nella comprensione del linguaggio e generalmente non è cosciente della sua difficoltà. - L'afasia di conduzione è un altro tipo di afasia implicata nella comprensione del linguaggio, ipotizzata da Wernicke e provocata da lesioni che lasciavano indenni sia l'area di Broca che quella di Wernicke, interrompendo però i collegamenti tra le due aree. Infatti, esiste un fascicolo arcuato la cui lesione porta ad afasia di conduzione. I pazienti affetti da questa patologia hanno un linguaggio meno fluente rispetto ai pazienti con afasia di Wernicke, commettono numerosi errori caratterizzati dalla pronuncia di parole o suoni sbagliati. La comprensione del linguaggio è buona, ma la capacità di ripetere parole o frasi è compromessa notevolmente. La capacità di denominare gli oggetti è gravemente alterata e la lettura ad alta voce è anormale. Descrivi le interpretazioni cognitiviste delle emozioni descritte nel testo “la mente mente”.Negli anni ’60 gli psicologi cognitivisti iniziano a suggerire che il fattore determinante delle emozioni è il modo in cui le valutiamo e interpretiamo. Non è dunque l’ambiente a influenzarci, ma le modalità con le quali noi ce lo rappresentiamo. Una delle prime concezioni cognitiviste è dovuta a Arnold (teoria della valutazione cognitiva), la quale sostiene che l’interpretazione di una situazione causa una risposta emozionale che è basata su questa interpretazione. Ad esempio, uno stato di paura sorge nel momento in cui giudichiamo pericolosa una situazione. Schachter prende le mosse dalle idee dell Arnold e formula la sua teoria definita a “Due fattori”o cognitivo- attivazionale. L’emozione sarebbe il risultato di due elementi: l’attivazione fisiologica (arousal) e la componente cognitiva di percezione dell’arousal. Propone che lo stato di arousal è una generalizzata attivazione del sistema nervoso autonomo e tale resta fino a quando non lo definiamo e interpretiamo cognitivamente ed emozionalmente. Schachter confeziona una metafora curiosa attraverso il jukebox. Se ho una moneta e, pur inserendola, la macchina non parte, non suonerà nessun brano. Ma un jukebox che si attiva grazie alla moneta inserita non suona un brano musicale a caso, bensì quello scelto. L’attivazione fisiologica è pertanto come il jukebox messo in funzione dalla moneta; il processo di scelta del brano è analogo a quello della valutazione cognitiva. Circa l’esperienza emotiva, l’attivazione definisce l’intensità, la valutazione cognitiva determina la qualità. L’arousal è definito dall’elaborazione cognitiva Descrivi le quattro fasi che scandiscono lo shock spinale e sono legate al recupero dei riflessi. Subito dopo un trauma occorre quello che viene definito shock spinale. Siccome le vie discendenti (motorie) e discendenti (sensitive) sono entrambe interrotte a midollo reciso, in seguito a trauma si ha una perdita di sensibilità accompagnata dalla completa paralisi motoria e perdita di riflessi midollomediati. Quattro 36 DOMANDE APERTE PSICOLOGIA FISIOLOGICA E DELLE EMOZIONI sono le fasi che scandiscono lo shock spinale e sono legate al recupero dei riflessi.Quattro sono le fasi che scandiscono lo shock spinale e sono legate al recupero dei riflessi. 1) Prima fase: perdita di riflessi 2) Seconda fase: dopo circa due giorni sono recuperati, almeno in parte, alcuni riflessi 3) Terza fase: c’è un eccesso di riflessi, detto iper-refelessia 4) Quarta fase: c’è la paralisi spastica (l'interruzione della prima via nervosa, cioè del fascio piramidale: al secondo motoneurone non arriva più nessun tipo di controllo dall'alto ed esso scarichi continuamente sul muscolo che risulta costantemente contratto). L’evoluzione può andare dalle tre alle sei settimane, ma sono stati descritti casi nella quale l’evoluzione è stata molto più lunga. Descrivi le teorie neurobiologiche sulle emozioni descritto nel libro “La mente mente”.Verso la fine dell’800, William James e Karl Lange, elaborarono la teoria periferica delle emozioni. Per essi l’esperienza cosciente che chiamiamo emozione viene fatta dopo la ricezione da parte della corteccia delle informazioni derivanti dalla periferia, cioè dal corpo. Studi successivi hanno sostenuto la medesima tesi studiando le espressioni facciali: non ridiamo perché siamo felici, ma proviamo piacevolezza perché sorridiamo. La teoria di James-Lange sostiene quindi, che l’emozione è l’aspetto cosciente seguente alle modificazioni fisiologiche che avvengono nel corpo.La teorizzazione di James e Lange non fu esente da critiche. Tra le più riportiamo quelle di Cannon, Bard i quali elaborarono la teoria centrale delle emozioni, proprio in contrapposizione a quella periferica. Secondo loro, anche qualora fosse accettabile la tesi di James e Lange e quindi i segnali fisiologici a feedback fossero l’unico fattore di informazione, le emozioni non dovrebbero avere una durata maggiore delle variazioni fisiologiche. Non essendo così, Cannon e Bard sostengono che l’esperienza cosciente che chiamiamo emozione coinvolge alcune strutture sottocorticali che hanno un ruolo fondamentale nella mediazione delle emozioni. Per gli autori sono talamo e ipotalamo le regioni determinanti per generare esperienze emozionali.Ci troviamo di fronte a due teorie contrapposte, ma entrambe parzialmente vere. Descrivi le vie diretta e indiretta dei gangli della base, anche facendo riferimento ai neurotrasmettitori utilizzati. Il circuito diretto è tale in quanto si realizza un connessione diretta tra striato e globo pallido interno, senza prendere contatti con il globo pallido esterno. Nel circuito indiretto lo striato proietta l globo pallido esterno, questo l nucleo subtalamico e il nucleo subtalamico al globo pallido interno. A prescindere dal tipo di circuito, la parte iniziale e finale sono caratterizzate sempre da sinapsi eccitatore di tipo glutammatergico. Contrariamente, le connessioni strio-pallidali, pallido-talamiche e pallidosubtalamiche sono inibitorie e utilizzano come neurotrasmettitore il GABA. La connessione nucleo subtalamico globo pallido interno risulta eccitatoria. Nei gangli della base l'inibizione è fondamentale tanto quanto l'eccitazione. Se percorriamo entrambi i circuiti partendo dalla corteccia cerebrale e tenendo conto delle varie eccitazioni ed inibizioni, potremo notare che: - il circuito motorio DIRETTO ha un'azione facilitatoria (eccitazione), al suo punto d'arrivo, cioè dall’area motoria primaria. - contrariamente il circuito INDIRETTO tende ad inibire l'area motoria 37 DOMANDE APERTE PSICOLOGIA FISIOLOGICA E DELLE EMOZIONI Descrivi nel modo più dettagliato possibile le vie della sensazione dolorifica. Nel caso del dolore non esiste una precisa mappa somatotopica a livello della corteccia cerebrale per definirne esattamente la localizzazione. Le vie del dolore sono ascendenti. In generale il neurone pseudounipolare, il primo neurone sensitivo comune a vie dolorifiche e a vie sensitive, riceve l'informazione dolorifica dai nocicettori, la trasmette ad un secondo neurone (II neurone della via dolorifica) che ne raggiunge un terzo (terzo neurone della via dolorifica) situato nel talamo. Quest'ultimo farà sinapsi con diverse zone della corteccia cerebrale. Inoltre, a seconda del tipo di dolore trasportato cambiano le vie di conduzione nervosa. - Se il dolore è acuto in II neurone sale fino al nucleo talamico laterale formando quella che viene definita via neospinotalamica (o spinotalamica). Da qui parte il III neurone che raggiunge la corteccia cerebrale. - Se il dolore è “lento”, sordo, cronico (che perdura nel tempo), il II neurone prende una via costellata da diverse altre sinapsi, formando quella che viene chiamata via paleospinotalamica (o spinoreticolare). Da qui parte un neurone che arriva al nucleo talamico mediale e quindi il III neurone che raggiunge la corteccia cerebrale. Essa proietta l'informazione alle strutture limbiche e ad altre aree corticali responsabili delle percezioni dolorosa più diffusa e mal definita. I neurone del dolore→ II neurone del dolore→ III neurone del dolore (talamo)→ corteccia cerebrale. Descrivi quanto descritto circa l’Io nel libro “La mente mente”.’ L’ Io può essere inteso come una struttura psichica, organizzata e relativamente stabile, che consente contatto e rapporto con la realtà interna/esterna al soggetto. L’Io è quella parte di noi che ci consente di interagire con l’ambiente interno e l’ambiente esterno. è con l’Io che siamo in grado di rapportarci attraverso la nostra natura umana con un altro Io, cioè un non-me. L’Io può essere anche inteso come un’essenza che permane, che ci consente di definirci lungo la storia, quel perdurare della conoscenza tramite la memoria e la narrazione, anche attingendo al passato. Lamme interpreta l’Io come qualcuno con me, ma da me distinguibile che agendo attraverso il corpo mi beffa. (“l’Io è un partner alquanto inaffidabile del corpo, ti tradisce appena ne vede l’occasione”). Cartesio invece diceva: ”Io non sono dunque, per parlar con precisione, se non una cosa che pensa”.Secondo Lamme l’Io servirebbe a un mero scopo sociale, a intessere rapporti interpersonali, a interagire con l’ambiente interno e l’ambiente esterno, a farci svegliare di notte, a farci frenare. Cartesio invece vede l’Io come quella parte di noi pensante. Cogito ergo sum. , cioè sostiene che un essere umano esiste poiché è in grado di pensare e di dubitare. Cartesio sostiene che l’unica certezza conoscitiva che abbiamo deriva dalla nostra vita mentale. In particolare, ogni conoscenza può essere messa in dubbio, ma è assolutamente indubitabile il fatto che noi dubitiamo, ovvero pensiamo. Descrivi ruolo e funzioni dei “neuroni della nonna”. Possiamo affermare che questa popolazione neurale risponda a un soggetto, un oggetto o un concetto particolare. E solo a quello. Queste cellule altamente specializzate nel compito di riconoscimento sono detti, appunto, “neuroni della nonna”. Questi si attiverebbero tutte le volte che vedete la nonna, ma non quando osservate il nonno o amici loro 40 DOMANDE APERTE PSICOLOGIA FISIOLOGICA E DELLE EMOZIONI coetanei. Negli anni '60 Jerome Lettvin aveva ipotizzato l'esistenza di neuroni “specializzati” nel riconoscimento delle persone familiari: chiamava il “neurone nonna” quello che, secondo il neurobiologo, ci permetterebbe di riconoscere nostra nonna a prima vista.Questi singoli neuroni “dedicati”, secondo gli scienziati, potrebbero essere alla base del sofisticato processo di riconoscimento delle persone. I risultati se confermati, potrebbero anche aiutare gli scienziati a capire meglio come funziona la nostra memoria visiva. Quindi se ogni tanto vi capita di non riconoscere il vostro vicino potrebbe essere perché non gli avete “dedicato” nemmeno un neurone. Descrivi tutto quello che conosci del muscolo scheletrico. Le tipologie muscolari sono tre: striata scheletrica, striata cardiaca, liscia. Il muscolo scheletrico è un'unità contrattile formata da numerose cellule, chiamate FIBROCELLULE muscolari, polinucleate e disposte longitudinalmente rispetto alla lunghezza. Le fibrocellule muscolari sono formate a loro volta da numerose e piccolissime unità contrattili chiamate SARCOMERI, disposti longitudinalmente lungo tutta la fibrocellula muscolare, che si contraggono una volta che viene liberato calcio all'interno del muscolo, è proprio la presenza di migliaia di sarcomeri che permette al muscolo può contrarsi. Su queste fibrocellule muscolari, all'interno delle quali sono disposti i sarcomeri, che è presente la placca motrice (o motoria o neuromuscolare: una vera e propria sinapsi tra una fibrocellula muscolare e l'alfa motoneurone) che è SEMPRE una sinapsi eccitatoria. Questo significa che lo stimolo, arrivando, genera sempre una contrazione muscolare. Il muscolo scheletrico è quindi sotto il dominio della volontà, anche se non sempre è così, infatti, il muscolo scheletrico è in grado di essere contratto anche in tutta una serie di movimenti a noi non consapevoli, o meglio che non controlliamo coscientemente. Un esempio? Tutti i movimenti di gesticolazione che usiamo fare quando parliamo ... Descrivi tutto quello che sai circa i messaggi subliminali. Il termine subliminale deriva dal latino sub e limen, ovvero sotto soglia: infatti questi messaggi agiscono sotto la soglia della consapevolezza. Scientificamente è dimostrato che siamo in grado di percepire stimoli di cui non siamo consapevoli ma non è altrettanto dimostrato come queste influenzino le nostre azioni e comportamenti. Possiamo parlare di percezione subliminale, che si configura come una percezione in assenza di consapevolezza. E’ possibile comunque affermare che esiste una separazione tra l’oggettiva percezione dello stimolo livello neurale e la consapevolezza soggettiva del fatto che ci sia stata una percezione. I fenomeni relativi alla stimolazione subliminale scientificamente provati sono 4: Effetto della semplice esposizione: una volta esposti a un percetto, siamo predisposti a preferire quell’immagine ad altre quando questa è sottoposta, in seguito, per un tempo sufficiente a essere percepita consciamente.- effetto Poetzel: immagini o parole percepite subliminalmente ricompaiono in forma semplice o più articolata nei sogni; - effetto di priming: la presentazione di una parola con connotati positivi o negativi in maniera subliminale influenza il giudizio sullo stimolo neutro conscio successivo; - effetto di attivazione psicodinamica: 41 DOMANDE APERTE PSICOLOGIA FISIOLOGICA E DELLE EMOZIONI l’esposizione a stimolazione subliminale può indurre o ridurre stati ansiosi. Descrivi tutto quello che sai del fascio piramidale. Esistono due tipi di fasci discendenti, anche se non sono considerabili tali anatomicamente: il fascio piramidale e le vie extrapiramidali. Le fibre del fascio piramidale sono meno numerose ma da un punto di vista funzionale più importanti. Esse, difatti, sono deputate al trasporto degli impulsi generati dalla corteccia cerebrale e destinati al movimento volontario.Il fascio piramidale è un insieme di vie nervose che provvedono ai movimenti volontari dei muscoli. Questo sistema è costituito da neuroni che originano dall’area 4 di Brodmann. I neuroni del fascio piramidale presentano assoni molto lunghi, perché devono raggiungere il metamero spinale dove faranno sinapsi con l’alfa- motoneurone. A livello del bulbo questi fasci formano una struttura superficiale detta piramide, l’80%di questi fasci qui s’incrociano sulla linea mediana e danno origine alla decussazione piramidale, discendendo nell’emicorpo opposto a quello d’origine. Questo prende il nome di fascio corticospinale laterale. Il 10% di queste fibre formano il fascio corticospinale anteriore, che innervano i motoneuroni dei muscoli profondi del collo. Il restante 10% non s’incrocia ma prosegue nello stesso emicorpo d’origine dando origine al fascio corticospinale ipsilaterale. Questi sono definiti i primi neuroni del movimento, che successivamente fanno sinapsi con gli alfamotoneuroni, e nello specifico per esempio: i motoneuroni per i muscoli distali degli arti, o interneuroni, come le cellule di Renshaw, per la contrazione simultanea dei muscoli. L’alfa-motoneurone, crea una sinapsi con le fibrocellule muscolari , questa sinapsi, viene definita placca neuromuscolare. Descrivi tutto quello che sai dell’unità motoria. Dall’area 4 di Brodmann, hanno origine i primi neuroni del movimento, che creano a livello della corna anteriori del metamero spinale sinapsi con gli alfa- motoneuroni, responsabili dei movimenti volontari dei muscoli. Ogni unità motoria, si compone di un’alfamotoneurone e da tutte le fibrocellule muscolari da esso innervate. Ogni singolo motoneurone, presenta un’innervazione inversamente proporzionale rispetto alla finezza del muscolo che va ad innervare, questo significa che un muscolo che compie movimenti raffinati, come quello della mano, vede implicati meno fibrocellule muscolari, rispetto a un muscolo che compie movimenti grossolani, come potrebbe essere un quadricipite, che vede implicate numerose fibrocellulari. Quindi unità motorie più piccole sono necessarie per una contrazione più controllata, indispensabile per le manipolazioni ed i movimenti più fini e più delicati. L’alfa motoneurone in prossimità del bottone sinaptico, perde la guaina mielinica, e si sfilaccia per poter innervare le fibrocellulari, la sinapsi che si viene a creare è detta placca neuromuscolare. Tra l’alfamotoneurone e muscolo non c’è continuità il che implica che le sinapsi utilizzate siano chimiche. Ciò avviene con il rilascio di acetilcolina da parte del bottone presinaptico degli alfa- motoneuroni, i recettori chimici posti sulla membrana post-sinaptica sono nicotinici. Questo stimola la depolarizzazione della membrana post- sinaptica che liberando il calcio all'interno delle fibrocellule, permette l’accorciamento dei sarcomeri. Responsabili della contrazione. 42 DOMANDE APERTE PSICOLOGIA FISIOLOGICA E DELLE EMOZIONI biologico dove sono presenti tre elementi: l’oggetto di cui si è coscienti (le patatine), la posizione del proprio corpo rispetto all’oggetto (seduti, con gli occhi chiusi magari, un braccio flesso ecc.) e la relazione tra oggetto e corpo. La coscienza nucleare fornisce al nostro corpo il senso del sé qui e ora, ma non dice nulla rispetto al futuro. La coscienza estesa si struttura sulla coscienza nucleare ed è all’origine del sé autobiografico. Richiede il linguaggio, poiché solo attraverso di esso possiamo formulare la nostra storia personale, laddove risiedono i ricordi (anche futuri) le speranze, i baci non dati, le cose non dette e così via. Damasio ha contribuito a introdurre un aspetto fondamentale : il corpo. Il corpo è determinante per la coscienza. Elenca e descrivi l’utilità delle altre sinapsi che il fascio piramidale fa oltre a quella con l’alfa-motoneurone delle corna anteriori del metamero spinale. Il fascio piramidale, è composto dai primi neuroni del movimento, che a sua volta creano sinapsi con alfa- motoneuroni, e interneuroni, come le cellule di Renshaw. Queste cellule sono implicate nella contrazione simultanea di più muscoli in modo da stabilizzare una o più articolazioni implicate nel movimento. Allo stesso modo il fascio piramidale crea sinapsi anche con i motoneuroni per i muscoli distali degli arti, come i muscoli estrinseci della mano e del piede. Una proprietà importante di queste fibre cortico-motoneuronali è il frazionamento cioè la capacità di attivare selettivamente solo piccoli gruppi di neuroni, per permettere l’esecuzione di movimenti di precisione.Altri collegamenti si creano con i neuroni eccitatori internuciali, responsabili della contrazione dei muscoli vertebrali e quelli più prossimali degli arti; e i neuroni inibitori internuciali, che hanno il compito di permettere il rilascio dei muscoli antagonisti, permettendo quindi a quelli agonisti di compiere il movimento desiderato. Elenca e descrivi le vie eccitatorie principali dell’ippocampo. L'ippocampo possiede tre vie eccitatorie principali che vanno dalla corteccia entorinale al campo CA1. Le tre vie eccitatorie sono: 1 – via perforante – decorre dalla corteccia entorinale alle cellule granulari del giro dentato 2 – via delle fibre muscoidi – è formata dagli assoni dei granuli del giro dentato e raggiunge le cellule piramidali del campo CA3 3 – collaterali di Schaeffer – le cellule piramidali del campo CA3 inviano collaterali eccitatorie alle cellule piramidali del campo CA1. L’applicazione di una breve scarica di stimoli ad alta frequenza ad una qualunque delle tre vie precedenti, determina un aumento dell'ampiezza dei potenziali postsinaptici eccitatori nei neuroni dell'ippocampo. Questo aumento può durare ore, giorni o settimane. Questo aumento dei potenziali postsinaptici eccitatori determina una facilitazione che viene definita potenziamento a lungo termine (LTP). Questo potenziamento, però, non viene prodotto in maniera equivalente in tutte e tre le vie. Elenca i cinque tipi di afferenze ad una determinata regione della corteccia . Esistono 5 tipi di afferenze ad una determinata regione della corteccia: 1 – fibre associative – lunghe e brevi da altre parti dell'emisfero ispilaterale. 2 – fibre commessurali – da regioni omologhe dell'emisfero controlaterale. 3 – fibre talamocorticali – da un nucleo talamico specifico raggiungono la corteccia. 4 – fibre talamocorticali non specifiche – 45 DOMANDE APERTE PSICOLOGIA FISIOLOGICA E DELLE EMOZIONI derivanti dai nuclei intralaminari del talamo. 5 – fibre centroencefaliche – dall'ipotalamo e dal tronco dell'encefalo. Elenca i nervi cranici, le loro funzioni e approfondisci almeno due di essi. I nervi cranici sono 12 paia e vengono suddivisi a seconda delle loro funzione e tipologia( sensitivi, motori, oppure misti).La suddivisione segue la numerazione romana: I paio – nervo olfattivo (sensitivo) II paio – nervo ottico (sensitivo) III – IV – VI paio – n. oculomotore – n. trocleare – n. abducente (motori) V paio – nervo trigemino (misto) VII paio – nervo faciale (misto) VIII paio – nervo vestibolo-cocleare (sensitivo) IX paio – nervo glossofaringeo (misto) X paio – nervo vago (misto) XI paio – nervo accessorio (motore) XII paio - nervo ipoglosso (motore) . Il II paio di nervi cranici è sensitivo ed è costituito dal nervo ottico. Il nervo ottico altro non è che il prolungamento delle cellule gangliari della retina. Per la sua struttura e la modalità di sviluppo, andrebbe considerato come una via centrale e non un sistema di conduzione periferico verso il SNC. Per consuetudine, però, viene descritto assieme ai nervi cranici. Esso entra nella cavità cranica attraverso il forame cieco e si unisce al nervo ottico controlaterale formando il chiasma ottico. Dal chiasma ottico originano i due tratti ottici. Il X paio di nervi cranici è misto ed è dato dal nervo vago. È un nervo estremamente complesso e prende il suo nome dal fatto che la sua innervazione arriva ben lontano dalla scatola cranica, raggiungendo il cuore e perfino l'intestino (innerva tutto l’intestino fino al colon ascendente di destra e la metà destra del colon trasverso). Ha pertanto componenti somatiche, viscerali e sensitive. Elenca i sintomi che ricordi dell sindrome di Cushing. La sindrome di Cushing è data dall'eccesso di produzione di cortisolo da parte della ghiandola surrenale; questa però è stimolata a sua volta da un ormone prodotto dall'ipofisi anteriore: l'ACTH. Spesso l'ACTH è prodotto in maniera importante dall'ipofisi a causa di un tumore benigno. Sintomi derivanti dal Cushing possono essere: Faccia a luna piena e rossore del viso Irsutismo femminile (aumento dei peli sul viso) Obesità localizzata prevalentemente a livello dell’addome e del volto Accumulo di grasso sulla parte alta del dorso e dimagrimento degli arti – cute sottile Strie rossastre a livello dell’addome Ridotta massa muscolare con perdita di forze Sete e aumentata emissione di urine Impotenza – alterazioni mestruali Osteoporosi – ipertensione – disturbi della crescita nei bambini Elenca le tre differenze anatomiche tra i due sistemi simpatico e parasimpatico. Le tre differenze anatomiche tra i due sistemi: 1) lunghezza del neurone pre-post gangliare; 2) sistemazione del neurone pregangliare all’interno del SNC; 3) neurotrasmettitori implicati. I neurotrasmettitori utilizzati nel SNA sono due: acetilcolina e noradrenalina. • Per quanto riguarda il sistema nervoso SIMPATICO è utilizzato: - Neurone pregangliare → neurone postgangliare – aceticolina - Neurone postgangliare → organo bersaglio – noradrenalina C’è tuttavia, un’eccezione. Il neurone simpatico post-gangliare che termina sulle ghiandole sudoripare usa acetilcolina. • Per il sistema nervoso PARASIMPATICO è utilizzato: - Neurone pregangliare → neurone postgangliare – acetilcolina - Neurone postgangliare → organo bersaglio – acetilcolina. Qui nessuna eccezione 46 DOMANDE APERTE PSICOLOGIA FISIOLOGICA E DELLE EMOZIONI Golgi e Cajal osservarono i neuroni al microscopio ma raggiunsero due conclusioni diverse circa il funzionamento delle connessioni. Cioè? La storia di Golgi e Cajal rappresenta un interessante esempio di come si possa giungere a conclusioni opposte partendo dalle stesse osservazioni sperimentali. Camillo Golgi, mise a punto una tecnica di colorazione delle sezioni istologiche di encefalo, che consente di osservare i neuroni al microscopio ottico. Golgi si convinse che i vari neuroni fossero tra loro uniti a formare una sorta di rete.Lo scienziato spagnolo Ramon Y Cajal si rese conto che dendriti e assone rappresentano rispettivamente la porzione ricevente e rasmittente del neurone. L’informazione viene trasmessa da altri neuroni ai dendriti (attraverso le sinapsi). I dendriti la trasmettono verso il corpo cellulare. A livello del corpo cellulare l’informazione viene in qualche modo integrata e poi trasmessa lungo l’assone in direzione centrifuga. È inoltre singolare che la tecnica che ha consentito queste osservazioni sia stata messa a punto da Golgi e che egli stesso utilizzandola abbia imboccato una strada sbagliata. Cajal, invece utilizzando il metodo Golgi ha invece raggiunto le conclusioni che oggi sono accettate dalla comunità scientifica. Haynes e collaboratori (2007) hanno confermato l’esperimento di Libert del 1977. Cos’hanno fatto e cos’hanno concluso ? Nel 1977 Libet, tentò di elaborare un metodo sperimentale atto a misurare il rapporto tra processi cerebrali e volontà. Da questi test è risultato che il processo di volizione inizia 550ms prima dell’azione e questo accade in una regione particolare della corteccia cerebrale l’area motoria supplementare, dove i potenziali di preparazione si registrano prima di avvertire la sensazione di voler agire. Ciò che più è curioso è che la nostra consapevolezza ha luogo circa 200ms prima dell’azione. Quindi dimostrò che iniziamo a volere prima di rendercene conto. L’esperimento di Libet ha subìto diverse critiche. Per ovviare a queste critiche e rendere gli esperimenti di Libet più attuali, Haynes e collaboratori (2007) hanno deciso di usare la risonanza magnetica funzionale, che, registrando le variazioni del livello di ossigenazione del sangue in alcune zone della corteccia, promette di dirci quali zone del cervello si stanno attivando in un dato momento. A coloro che si sono sottoposti all’esperimento è stato chiesto di schiacciare uno dei due pulsanti disponibili mentre osservavano uno schermo sul quale a intervalli regolari venivano proiettate alcune lettere. L’obiettivo era quello di determinare con precisione il momento in cui queste persone erano divenute coscienti della loro decisione di schiacciare un pulsante o l’altro. Gli scienziati hanno dimostrato che l’attivazione della corteccia frontopolare avveniva con almeno sette secondi d’anticipo rispetto alla decisione di schiacciare il pulsante. Inoltre era possibile prevedere se e quale pulsante sarebbe stato premuto con una precisione del 71%. Ne possiamo dedurre quindi che vi è “qualcuno” nel nostro cervello che sembra in qualche modo decidere quando o cosa fare molto prima che il soggetto divenga consapevole di volerlo fare. illustra il fenomeno dell spike timing dependent plasticity. La possibilità di retropropagazione del potenziale d’azione è alla base di un fenomeno osservato in anni recenti che prende il nome di spike timing dependent plasticity (STDP; plasticità dipendente dal tempo dello spike). 47 DOMANDE APERTE PSICOLOGIA FISIOLOGICA E DELLE EMOZIONI Con il suo stile appassionato ed entusiasta convince molti colleghi, ed allarga la base dei consensi In cosa può esitare un tumore all’amigdala? L’amigdala è cruciale per certi tipi di emozione negativa, in particolare la paura. Ne deriva, che un tumore o danno in questa zona del cervello, creano una disfunzione, che porta ad una percezione sbagliata degli eventi, non si prova paura, e in molti casi si nota maggiore collera. Kellermann (2013) ha scritto un articolo riguardo gli effetti epigenetici, ricordi il tema affrontato e cosa è stato discusso? In un articolo firmato da Kellermann, l’autore discute come gli incubi legati all’esperienza dell’olocausto siano in qualche modo indotti per via epigenetica e non direttamente collegabili all’esperienza di vita dei figli dei sopravvissuti. Questo e altri articoli hanno risposto a una critica, ovvero che il comportamento e i sogni dei figli potesse essere in realtà dovuto all’ambiente e allo stile di vita dei genitori. Le prove in senso epiqgenetico sono state convincenti, tanto da spingere l’attuale ricerca a svelare i substrati neurobiologici che sostengono la trasmissione del trauma per via transgenerazionale.Di per sé l’epigenetica non è legata solo alla progenie, ma anche al singolo individuo che sviluppa certe facoltà attraverso l’uso. Nel libro Emozioni distruttive sono state descritte tre stati meditativi che Oser, monaco buddhista, mette in pratica durante la fMRI, quali sono e in cosa consistono? I tre stati meditativi messi in pratica sono 3 ed implicano strategie mentali diverse da garantire al gruppo il dispiegarsi di configurazioni dell’attività celebrali distinte. Uno dei metodi scelti fu quello della concentrazione su un unico punto. E’ necessario lasciare andare le decine di migliaia di altri pensieri e desideri che occupano la mente in forma di distrazioni e focalizzarsi su un punto. Oser non fece altro che scegliere un punto (un bullone della risonanza magnetica) focalizzare su di esso lo sguardo e mantenerlo lì. La visualizzazione consisteva nel costruire nell’occhio della mente un’immagine perfettamente dettagliata, fin nei più piccoli particolari, di una divinità del buddhismo tibetano. Si comincia dai dettagli, costruendo l’intera immagine da cima a fondo. Il terzo stato meditativo è una nel quale produrre compassione. Riportare alla mente la gentilezza dei suoi maestri, che gli serviva da modello, richiamare alla mente le sofferenze degli esseri umani e l’aspirazione ognuno alla felicità, alla liberazione delle sofferenze, per produrre amore e compassione. Nell’ambito della psicologia buddhista che cos si intende per attaccamento all’Ego? E quali sono i tre livelli di coscienza? L’attaccamento all’Ego nella psicologia buddista, si riferisce a un legame profondo innato, con un’entità immutabile apparentemente al centro del nostro benessere, che definisce la nostra individualità. Questa entità, può essere definita come la parte di noi che rimane costante a partire dall’infanzia, l’Io, che è vulnerabile, e dobbiamo proteggerlo e compiacerlo. Derivano da qui l’avversione e l’attrazione, nel senso che proviamo avversione per qualsiasi cosa possa minacciare l’Io e attrazione verso ciò che possa procurargli piacere o rassicurarlo, dandoci sensazione di felicità. Secondo il buddismo i livelli di coscienza sono 3:- - ampio- sottile- molto sottile A livello ampio abbiamo tutti i tipi di 50 DOMANDE APERTE PSICOLOGIA FISIOLOGICA E DELLE EMOZIONI emozioni. Questo livello corrisponde al funzionamento del cervello e all’interazione del corpo con la mente.Il livello Sottile corrisponde al concetto dell’Io e alla facoltà introspettiva grazie alla qual la mente esamina la propria natura. Il livello molto sottile è l’aspetto più fondamentale della coscienza, il fatto stesso che la facoltà cognitiva esista. È la coscienza o consapevolezza pura e semplice, e per essere riconosciuta ci vuole un’educazione alla contemplazione. I livelli di coscienza vengono paragonati ad un oceano, perché ha profondità diverse. Le emozioni riguardano quello Ampio e quello Sottile, paragonate a onde sulla superficie Nell’ambito della psicologia buddhista che cosa si intende per Io illusorio? E quali sono i tre livelli di coscienza ? La filosofia e pratica buddhista sono profondamente interessate a capire se l’io sia semplicemente un’illusione, un semplice nome che attacchiamo a quel flusso in continua trasformazione.Quindi non può essere identificato con la mente o con il corpo, né con entrambi considerati insieme, e neppure come qualcosa di distinto rispetto ad essi. . eppure ci attacchiamo al concetto di “io” come se fosse qualcosa che esiste davvero, che ha bisogno di essere protetto e compiaciuto. Secondo il buddhismo i livelli di coscienza sono tre: quello ampio, quello sottile e quello molto sottile. A livello ampio abbiamo tutti i tipi emozioni. Questo livello corrisponde al funzionamento del cervello e all’interazione del corpo con la mente.Il livello sottile corrisponde al concetto di io e alla facoltà introspettiva grazie alla quale la mente esamina la propria natura. Il livello molto sottile è l’aspetto più importante della coscienza, talvolta chiamato luminoso. L’aggettivo indica la facoltà fondamentale dell’essere consapevoli, senza alcuna colorazione derivante d costruzioni mentali o emozioni. Rappresenta la coscienza o consapevolezza pura e semplice, non concentrata su alcun oggetto specifico. Dobbiamo immaginare i livelli di coscienza come qualcosa simile all’oceano che ha profondità diverse. Le emozioni riguarda il livello ampio e quello sottile mentre non hanno alcun effetto su quello più sottile. Nell’ambito della psicologia buddhista che cosa si intende per Io illusorio? E per attaccamento all’ego?L’Io può essere definita come la parte di noi che rimane costante a partire dall’infanzia, che è vulnerabile. Infatti se veniamo offesi, la reazione di arrabbiarci è immediata. Ma l’Io non ha un esistenza sostanziale, non può essere localizzato in nessun luogo, ma è prodotto da una rete di sistemi biologici e cognitivi che lo sostengono.La filosofia e la pratica buddhista sono profondamente interessate a capire se questo “Io” sia semplicemente un illusione, un semplice nome che attacchiamo a quel flusso in continua trasformazione. Non possiamo trovare l’Io da nessuna parte del corpo né come qualcosa che pervade il corpo nella sua totalità. Possiamo pensare che sia collocato nella coscienza, ma anche la coscienza è un flusso in continua trasformazione. Quindi non può essere identificato con la mente o con il corpo, né con entrambi considerati insieme, e neppure come qualcosa di distinto rispetto ad essi. . eppure ci attacchiamo al concetto di “io” come se fosse qualcosa che esiste davvero, che ha bisogno di essere protetto e compiaciuto. Derivano da qui l’avversione e l’attrazione, nel senso che proviamo avversione per qualsiasi cosa possa 51 DOMANDE APERTE PSICOLOGIA FISIOLOGICA E DELLE EMOZIONI minacciare l’Io e attrazione verso ciò che possa procurargli piacere o rassicurarlo, dandoci sensazione di felicità. L’attaccamento all’Ego nella psicologia buddista, si riferisce a un legame profondo innato, con un’entità immutabile apparentemente al centro del nostro benessere, che definisce la nostra individualità. Questa entità, può essere definita come l’Io. Nell’ambito della psicologia buddhista si parla di antidoti, cosa sono? Perché sono utili? Come si creano?Le emozioni distruttive secondo la psicologia buddhista oscurano una corretta valutazione della natura delle cose e limitano la libertà dell’individuo. Come reagire alle emozioni distruttive? Lo si può fare a diversi livelli. Il primo modo consiste nel ricorrere a degli antidoti. Esistono antidoti specifici per ogni emozione. L’amore è l’antidoto perfetto contro la rabbia. Nel caso della gelosia si può tentare di gioire delle qualità degli altri. Tali antidoti vanno trovati nella meditazione, indagando sulla natura intima di tutte le emozioni negative. Si scoprirà che non possiedono una loro solidità ma ciò che il buddhismo chiama vuoto. L’ultima via consiste nel trasformale utilizzandole come catalizzatore per liberarsi velocemente del loro influsso. E’ la via più rischiosa. Nell’ambito delle emozioni distruttive che significato assume il concetto di pennacchi evolutivi? La rabbia, la depressione o il panico, hanno qualche valore? In ingegneria, i pennacchi non hanno alcuna funzione essenziale, però ce li ritroviamo e vengono accettati perché risultano gratificanti sotto il profilo estetico. Così come in architettura, nel comportamento umano i pennacchi non assolvono ad alcuna funzione di sopravvivenza, ma sono tuttavia sottoprodotti di qualcos’altro che la assolve. Il sonno sebbene abbia una funzione adattiva, è un’attività che madre natura non ha scelto per questo scopo. I sogni sono ricchi e possono essere usati per esplorare se stessi ma non sono, in questo senso essenziali per la sopravvivenza. Allo stesso modo le emozioni distruttive possono essere viste come pennacchi, sottoprodotti di qualche elemento utile del comportamento umano che non assolvono i per sé ad alcuna funzione di sopravvivenza e che rispetto ad essa hanno in certi casi un valore negativo. Questo principio può essere applicato a tutte le mozioni angoscianti, in particolare il desiderio, la rabbia ,la tristezza o la paura, nel momento in cui superno una certa soglia oltre la quale diventano distruttive. Nella pratica buddhista grande rilievo è dato dalla compassione. Che cosa significa? E come si può educare una persona alla compassione? La compassione si configura come un rimedio per le emozioni distruttive. Matthieu propone un modello, fondato sull’addestramento buddhista, nel quale si fa prima lo sforzo di produrre mentalmente uno stato positivo, la compassione, e lo si ripete finché non diventa familiare, finché non diventa un’abitudine ed è quindi stabile. Così da aiutare la gente a controllare meglio le emozioni distruttive. Dal punto di vista buddhista il successo della meditazione sulla compassione dipende dalla purificazione della negatività e dall’amplificazione delle qualità positive, delle virtù. La compassione è destinata a diventare parte del flusso mentale.Possiamo cominciare a pensare che questo tipo di addestramento, nel corso del quale ogni azione è associata al pensiero di 52 DOMANDE APERTE PSICOLOGIA FISIOLOGICA E DELLE EMOZIONI della membrana, che diventa elettropositiva all’interno. La depolarizzazione massimale riesce ad aprire anche i canali voltage gated per il sodio situati vicino a quelli già aperti (cioè in segmenti dell’assone posti a valle del SIA, dove comunque è presente un’alta concentrazione di tali canali). In questo modo il PA si propaga lungo tutto l’assone, fino al terminale, senza subire riduzioni d’ampiezza (un segnale propagato elettrotonicamente invece sarebbe ridotto in ampiezza). Perchè potenziale di equilibrio per il potassio e potenziale di riposo non corrispondono perfettamente? I canali resting sono soprattutto per il potassio. Esistono però canali resting anche per il sodio. Attraverso questi canali un po’ di sodio tende a entrare all’interno della cellula (seguendo il gradiente di concentrazione, non contrastato, ma anzi aiutato dal gradiente di riposo). Questo movimento di ioni sodio positivi verso l’interno abbassa un po’ il potenziale di membrana rispetto al potenziale di equilibrio per il potassio. Cosa ancora più importante: a riposo, un po’ di sodio entra attraverso i canali resting per il sodio; un po’ di potassio esce attraverso i canali resting per il potassio. Questi movimenti non sono drammatici, ma a lungo andare annullerebbero i gradienti di concentrazione che sono alla base della generazione del potenziale di membrana. Serve un meccanismo per riportare sodio all’esterno e potassio all’interno, in modo da mantenere, anche a lungo termine, le differenze di concentrazione che sono responsabili della generazione del potenziale di riposo. Questo meccanismo esiste: si tratta di una molecola che prende il nome di pompa sodio/potassio, che, spendendo energia, riporta sodio fuori e potassio dentro la cellula (contro i gradienti, ecco perché utilizza energia). Essa trasporta costantemente 3 Na+ all’esterno della cellula e contemporaneamente 2 K+ all’interno. Perchè si dice che il potenziale d’azione ha una “conduzione saltatoria” Quali le differenze con i PPSE? Dato che il nostro corpo è una macchina perfetta, c’è un motivo per cui esistono i nodi di Ranvier, cioè quello di permettere all’impulso elettrico di propagarsi più velocemente. La conduzione sull’assone per mezzo dei nodi di Ranvier è detta conduzione saltatoria, perché ci sono dei veri e propri salti tra un cordone di mielina e l’altro. I potenziali d’azione si vedono solo dove ci sono i nodi di Ranvier. I potenziali postsinaptici, al contrario dei potenziali d’azione, non sono tutti uguali. Anzi, possono essere di due tipi diversi: potenziale postsinaptico eccitatorio (PPSE), e il potenziale postsinaptico inibitorio (PPSI). PPSE e PPSI si generano sui dendriti e vengono trasmessi al corpo. Invece, il potenziale d’azione si genera nel corpo e viene trasmesso lungo l’assone verso il terminale assonale.Vale a dire che il potenziale d’azione si genera non proprio nel corpo, ma, più precisamente, nel punto in cui l’assone emerge dal corpo. Perché si dice che PPSE e PPSI sono fenomeni graduati?I Potenziali postsinaptici, sia essi eccitatori, che inibitori, si propagano elettrotonicamente lungo la membrana grazie alla conduzione della stessa. Il segnale elettrico tende a ridursi in ampiezza man mano che ci si allontana dal punto di origine. Quindi i fenomeni sono graduati, perché producono una depolarizzazione o un’iperpolarizzazione maggiore , se vi sono più neurotrasmettitori che si legano ai canali ligand gated, di conseguenza si aprono più canali ed entrano più molecole, aumentando 55 DOMANDE APERTE PSICOLOGIA FISIOLOGICA E DELLE EMOZIONI così la propagazione dei segnali elettrici, che se continui si sommano, e non si riducono. Se vi sono meno neurotrasmettitori, la depolarizzazione o l’iperpolarizzazione hanno un intensità minore e di conseguenza anche la propagazione è minore. Prova a descrivere il dibattito tra Lazarus e Zajonic sulle pagine di American Psychologist circa le emozioni. Secondo Zajonic , le emozioni individuali, sono la prima risposta che una persona fornisce a un dato avvenimento e non sono necessariamente accompagnate da pensieri né emergono più velocemente rispetto alle valutazioni cognitive. Zajonic dubita quindi che l’essere umano esamini cognitivamente il mondo prima di sentire delle sensazioni. Secondo lo psicologi polacco, le sensazioni individuali e la valutazione che ciascnu cognitivamente compie sono indipendenti, le prime sono più potenti e sorgono prima. Richard Lazarus aveva una visione opposta a Zajonic, riprende parzialmente la visione della Arnold, sostenendo che condizione necessaria e sufficiente perché un emozione abbia luogo è il pensiero, ovvero una valutazione cognitiva. Zajonic avrebbe dato, secondo Lazarus, un’errata interpretazione dei processi cognitivi, cadendo nell’errore di equipararli al pensiero consapevole. Lo psicologo americano distingue i processi cognitivi in caldi e freddi . I primi sono rapidi , anticipano e provocano sempre una risposta emotiva, i secondi non suscitano alcuna emozione. I due psicologi hanno continuato la loro disputa sempre sulle pasine di American Psychologist, mantenendosi sulle proprie sulle proprie posizioni. Senza insistere sulla contesa, possiamo sommariamente dire che Zajonic critica Lazarus per la sua teoria considerandola tautologica; Lazarus, dal canto suo citando l’esperimento di Wilson, critica Zajonic e sostiene che trovare gradevole un brano non significa esprimere un emozione, ma una semplice valutazione estetica, ovvero un processo cognitivo freddo. Le teorizzazioni di Zajonic, trovarono però sostegno dai lavori di LeDoux sulla paura, sintetizzati nei concetti di via rapida e via lenta. Qual è il tema evolutivo della rabbia? Come lo spiega Ekman nel libro Emozioni distruttive? Ekman voleva continuare la sua indagine sulla rabbia, considerata un’emozione assolutamente molesta in cui le probabilità di ferire gli altri sono altissime. Ekman non credeva che la violenza fosse insita nella rabbia, dato che non ne costituisce una conseguenza necessaria né un requisito biologico. Riteneva invece, che ad essere insito nella reazione della rabbia fosse l’impulso ad eliminare l’ostacolo che ci blocca. Ciò non richiede necessariamente il ricorso alla violenza. Il Dalai Lama chiese: “Sta dicendo che la violenza non è l’obiettivo o lo scopo della rabbia dal punto di vista evoluzionistico? E che lo scopo della rabbia è bloccare tutto ciò che interferisce?”. Ekman rispose dicendo che è esattamente ciò che pensa. Uno degli elementi più pericolosi della rabbia è che suscita altra rabbia. E’ necessario quindi un grande sforzo per non reagire alla rabbia con la rabbia. Qual è l’idea di base del progetto Mind and Life e chi vede protagonisti?Non tutti i primi incontri del Dalai Lama con gli scienziati si rivelarono fruttuosi. A volte gli scienziati sembravano non nutrire alcuna fiducia nella possibilità che il Dalai Lama suggerisse loro qualcosa di interessante. Un uomo d’affari americano, Adam Engle, e il biologo 56 DOMANDE APERTE PSICOLOGIA FISIOLOGICA E DELLE EMOZIONI Francisco Varela, proposero per la prima volta una serie di incontri settimanali con scienziati di altissimo livello, ognuno dei quali si sarebbe dedicato a discutere a fondo una singola questione scientifica, il Dalai Lama rispose con entusiasmo. Il primo incontro Mind and Life, nell’ottobre del 1987 diede l’avvio a una tradizione che da sempre accompagna questi incontri: indipendentemente dall’argomento scelto, si invita un filosofo perché fornisca una prospettiva più ampia alla discussione. Quel primo incontro definì inoltre la struttura di tutti quelli che seguirono: al mattino una presentazione di uno scienziato o di un filosofo, nel pomeriggio una discussione aperta. Gli argomenti trattati riflettono la vastità di interessi scientifici del Dalai Lama. Gli scienziati che partecipano a questi incontri, ne subiscono il fascino in modo irreversibile e ripartono con un’idea diversa del loro campo di ricerca. Nel corso di questi scambi il Dalai Lama ha rilevato che le inflessioni del buddhismo hanno spesso offerto agli scienziati un nuovo punto di vista dal quale guardare ai loro presupposti, soprattutto per la comprensione delle sfumature della coscienza umana e sul rapporto tra mente e corpo. Un notevole passo avanti, insomma, rispetto a quell’incontro di molti anni fa in cui uno scienziato sentiva di dovere difendere la scienza dalla religione e si sono rivelati utili fornendo anche al Dalai Lama una riserva di «munizioni» per le sue conferenze in tutto il mondo (ad esempio, che quando i neonati vengono tenuti in braccio e toccati spesso hanno un migliore sviluppo neuronale, ha ripetuto centinaia di volte questa scoperta scientifica). Dalai Lama ha riscontrato, in decenni di conversazioni con gli scienziati, che i punti di accordo con le scoperte della scienza moderna sono sempre superiori a quelli di disaccordo. Qual è la correlazione tra le scoperte sulla neuroplasticità e l’approccio buddhista alle emozioni umane?. La nuova parola d’ordine della scienza del cervello è «neuroplasticità», un concetto in base al quale il cervello cambia continuamente in seguito alle nostre esperienze, con nuovi collegamenti tra i neuroni o con la creazione di nuovi neuroni. L’allenamento musicale, ci offre un modello perfetto della neuroplasticità. Gli studi eseguiti con la risonanza magnetica mostrano, per fare un esempio, che le zone del cervello grazie alle quali un violinista controlla i movimenti delle dita della mano che impugna lo strumento, aumentano di dimensioni. Coloro che iniziano ad allenarsi nei primi anni di vita e si sottopongono a sedute più lunghe presentano cambiamenti cerebrali più marcati. La questione del tempo necessario perché un cervello presenti simili cambiamenti, riguarda anche pratiche sottili come la meditazione, vista dalla scienza cognitiva, come lo sforzo sistematico di riprogrammare l’attenzione e le capacità mentali ed emotive a essa collegate. Öser risultò essere andato ben oltre il limite di diecimila ore di meditazione e sembrava puntare verso dei cambiamenti cerebrali che derivano dalla meditazione. Richard Davidson infatti, che sostenne la tesi della neuroplasticità, ossia la capacità del cervello di svilupparsi per tutto il corso dell’esistenza, presentò dei dati dai quali si deduceva che la pratica della meditazione poteva produrre una benefica plasticità nei centri affettivi del cervello, inibendo le emozioni distruttive e favorendo nel contempo quelle positive. Il laboratorio di Davidson fa parte di un gruppo di centri scelti che usano «diffusion tensor imaging», 57 DOMANDE APERTE PSICOLOGIA FISIOLOGICA E DELLE EMOZIONI addominale.Durante l’ispirazione il diaframma si abbassa e durante l’espirazione si innalza. Quali sono i processi attraverso cui il cervello si sviluppa? Descriverli brevemente. I processi attraverso cui il cervello si sviluppa sono sei: neurogenesi, proliferazione, sinaptogenesi, pruning, mielinizzazione e apoptosi. Per neurogenesi viene intesa la nascita di nuovi neuroni e per proliferazione il loro esponenziale aumento. Sfatiamo dunque il mito di un cervello statico. La sinaptogenesi è la fase di connessione tra neuroni, detta appunto sinpasi. Ogni neurone stabilità circa diecimila sinapsi con omologhe cellule attorno a sè . Con pruning è descritto il processo di sfoltimento sintetico durante il quale le connessioni stabilite in passato, ma non più utili, sono eliminate, così da aumentare l’efficenza del sistema di scambio di informazioni. La mielinizzazione è la fase nel quale l’assone, viene ricoperto dalla mielina, una sostanza che isola e rende più veloce lo scambio di informazioni,. Infine, l’apoptosi ovvero morte cellulare programmata, attraverso la quale le cellule nervose, si suicidano a causa di diversi fattori come competizione neurone per la stessa funzione, o danni cellulari. Quali sono le evidenze scientifiche che dimostrano che il nostro cervello non è multitasking? Mito da sfatare circa l’attenzione è il cosiddetto Multitasking. Il nostro cervello infatti funziona come la CPU, di un computer, passando da un compito all’altro con grandissima rapidità, cosa che lascia pensare erroneamente alla capacità di effettuare due o tre cose contemporaneamente prestando medesima attenzione. Pensiamo ad esempio guidare parlando al cellulare. È stato dimostrato come impegnarsi in una conversazione al telefono, durante la guida, diminuisca significatamente le probabilità di individuare i segnali del traffico, aumentando così il tempo di reazione. Braun e collaboratori hanno studiato in diversi esperimenti questo lato dell’attenzione focalizzata concludendo che: gli osservatori godono di un significativo grado di consapevolezza visiva ambientale al di fuori del fuoco attenzionale. Esiste inoltre un processamento parallelo che è una sorta di multitasking, ma strettamente dipendente dal compito. Il nostro cervello, pertanto, cerca di dedicare attenzione a un compito specifico per poi prestarne altrettanta a un altro. Quali sono le principali funzioni delle cellule gliali? Le cellule gliali sono cellule meno complesse e svolgono soprattutto funzioni di sostegno per i neuroni. Si conoscono diversi tipi di cellule gliali: astrociti, oligondendrociti e microglia. Mentre il neurone ha la funzione principe di ricevere, elaborare e trasmettere gli impulsi che ad esso giungono; le cellule gliali invece, in parte nutrono il neurone con delle sostanze ad hoc, in parte lo proteggono grazie ai loro prolungamenti che, avvolgendo l’assone,danno vita alla guaina mielinica. Nello specifico, le cellule gliali hanno sei compiti fondamentali: 1. Danno forma e sostengono il tessuto nervoso. Separano ed isolano (sia elettricamente che biologicamente) alcuni gruppi di neuroni 2. Gli oligodendrociti danno origine alla mielina 3. Altre cellule gliali hanno invece funzioni fagocitarie rimuovendo o sostanze liberate dalla morte dei neuroni o sostanze biologiche che possono danneggiare le cellule nervose.4. Tamponano e rendono costante la concentrazione di potassio negli spazi extracellulari 5. 60 DOMANDE APERTE PSICOLOGIA FISIOLOGICA E DELLE EMOZIONI Durante lo sviluppo del SNC, alcune cellule della glia (nello specifico gli Astrociti) consentono ai neuroni di migrare dalla sede d’origine embrionale fino alla sede definitiva nel sistema nervoso maturo (la cosiddetta glia radiale) 6. Contribuiscono alla creazione della barriera emato – encefalica. Sostanzialmente le cellule della glia ricoprono i neuroni presenti nell’encefalo dal contatto con i vasi sanguigni che lì risiedono. Così facendo impediscono a tutte le sostanze potenzialmente pericolose circolanti nel sangue di filtrare all’interno del sistema nervoso danneggiandolo Quali sono le principali differenze tra i potenziali postsinaptici e il potenziale d’azione? Ecco le principali differenze tra i potenziali postsinaptici e il potenziale d’azione: 1) I potenziali postsinaptici sono generati dai canali ligand gated della membrana postsinaptica. I PA sono generati dai canali voltage gated, in particolare da quelli del SIA; 2)I potenziali postsinaptici si propagano lungo i dendriti e il soma in modo elettrotonico (passivo). Il PA si propaga lungo l’assone in modo attivo (spesso chiamato rigenerativo), cioè sempre sfruttando i canali voltage gated. In questo modo la sua ampiezza rimane costante fino al terminale assonale (che in molti neuroni è situato a diversi centimetri dal corpo); 3) i potenziali postsinaptici sono modulati in ampiezza, i PA sono modulati in frequenza; 4) i singoli potenziali d’azione hanno durata breve (circa 1-2 millisecondi). I singoli potenziali postsinaptici possono avere durata molto maggiore. Quali sono le sette variazioni all’interno della famiglia della felicità secondo Paul Ekman? E quale la differenza tra compassione affittiva e non afflittiva? Ognuna di queste famiglie di emozioni, spiegò Ekman, contiene un complesso di sensazioni collegate, come in queste sette variazioni all’interno della famiglia della felicità: DIVERTIMENTO FIEREZZA (piacere di accettare una sfida) SOLLIEVO ECCITAZIONE, NOVITA MERAVIGLIA,STUPORE PIACERI SENSORIALI CALMA, SENSO DI PACE. Un caso di compassione afflittiva è quello in cui l’oggetto della propria compassione è al contempo l’oggetto del proprio attaccamento. Lo si percepisce come desiderabile. Negli altri casi invece, l’oggetto della propria compassione non è affatto un oggetto di attaccamento; potrebbe addirittura essere un nemico. Sarebbe dunque un caso di compassione non afflittiva. Quando parliamo di meditazione, il termine tibetano corrispondente significa in realtà? E questo che ricadute pratiche ha? La parola tibetana per meditazione significa infatti familiarizzazione. Grazie alla pratica si diventa familiari con questo modo di vedere i pensieri andare e venire.Ci si abitua. Quando si diventa sufficientemente esperti, prima ancora che un’emozione possa insorgere, si è già pronti ad attenderla che non riuscirà mai a manifestarsi con la stessa forza di coercizione. Questo passo è legato alla comprensione, uno stato di trasformazione ormai acquisita, all’interno del quale le emozioni distruttive non riescono ad insorgere con eguale forza. Chi medita giunge a un punto, con l’esperienza, in cui la mente è imbevuta di amore. Diventa quasi una seconda pelle, l’odio è espulso dal flusso mentale e la possibilità di fare del male a qualcuno scompare. 61 DOMANDE APERTE PSICOLOGIA FISIOLOGICA E DELLE EMOZIONI Ricordi cosa sono gli undici principi di neuropedagogia ed almeno tre di essi? La medicina e l’insegnamento hanno da molto tempo iniziato un proficuo dialogo. Questa scienza si avvale dell’implementazione delle neuroscienze al fine migliorare l’apprendimento attraverso nuove pratiche educative. Proviamo a stabilire gli undici principi di neuropedagogia da conoscere per orientare la prassi educativa per il benessere e la crescita di noi stessi, dei bambini, dei ragazzi e degli adulti. -Plasticità: l’apprendimento consente un maggior sviluppo delle connessioni tra neuroni. Lapprendimento aumenta le abilità cognitive. In altre parole, la sopravvivenza delle sinapsi è proporzionalmente determinata all’utilizzo. E questo accade di continuo, anche in età adulta. La pratica, la ripetizione e la variazione del compito e le pause facilitano le capacità mnesiche ed efficenza. La memoria è una capacità articolata che si avvale di diversi meccanismi. E’ fortemente influenzata dalla ripetizione che favorisce l’assorbimento di una data abilità. Anche la variazione del compito è determinante. Dopo ore di lavoro possiamo sentirci stanchi, ma se con una forte volontà andiamo a farci un aperitivo con amici, ci sentiremo subito rinfrancati. Inoltre il riposo sostiene la plasticità, aumentando attenzione e reattività. Inoltre uno studio ha dimostrato che le persone che fanno un sonnellino di 26 minuti vedono aumentare le prestato del 35% e la capacità di vigilanza. -COIVOLGERE I SENSI: Più NE VENGONO UTILIZZATI PER L’APPRENDIMENTO Più IL CERVELLO è STIMOLATO. -LUDENDO ET EMOZIONANDO DOCERE. (I bambini ma anche gli adulti, imparano di più divertendosi e giocando). Le emozioni, amplificano in modo inteso il ricordo, la comunicazione, stimolando all’attenzione e alla motivazione tanto i discenti quanto gli insegnanti. -collegare nuove informazioni a nozioni già apprese rende più efficace l’apprendimento -il movimento incrementa apprendimento e memoria -Le differenze sociali come valore -regolare le emozioni per educare meglio -Pazienza, rispetto, amore e attività ordinata- Scrivi quello che sai su memoria e apprendimento, non dimenticandoti di descrivere il caso H.M. Per molti secoli si è pensato che la memoria fosse una proprietà generale della corteccia cerebrale nel suo insieme, mentre indagini più recenti hanno dimostrato che la memoria comporta l’intervento di molte regioni cerebrali. Negli anni ’50 si scoprì che i lobi temporali erano implicati nei processi mnemonici. Il merito di questa scoperta fu di Brenda Milner, che scoprì che la memoria dell’'uomo è costituita da diversi sistemi mnesic. Il caso di H.M. fù quello più eclatante. Quest’uomo subì la rimozione di parte dei lobi temporali , presentando un gravissimo deficit della memoria, la capacità di formare nuove tracce di memoria a lungo termine era stata compromessa. H.M. non era più in grado di trasferire la maggior parte delle cose apprese dalla memoria a breve termine a quella a lungo termine. Egli comunque preservava i ricordi relativi alla sua vita prima dell’intervento, e anche la memoria a breve termine veniva preservata. questo caso fece sorgere una domanda: può una persona con una lesione bilaterale del lobo temporale, apprendere nuove cose? La Milner pensava di no, ma da prove successive dimostrò che i pazienti con lesione dei lobi temporali, pur presentando gravi deficit di memoria, erano in grado di 62 DOMANDE APERTE PSICOLOGIA FISIOLOGICA E DELLE EMOZIONI d’azione, soglia di attivazione del potenziale d’azione, ecc.). Tali modificazioni avvengono, come quelle relative a LTP e/o LTD, a seguito di cambiamenti dell’ambiente esterno e/o interno. Ma, al contrario di queste, non riguardano il peso delle sinapsi, bensì i meccanismi di generazione del potenziale d’azione. Poiché il potenziale d’azione è generato in virtù della presenza dei canali voltage gated, è proprio un cambiamento della loro sintesi e del loro traffico intracellulare a determinare la plasticità intrinseca. La plasticità intrinseca, sebbene sia dovuta a meccanismi diversi da quelli che inducono la plasticità sinaptica, potrebbe risentire delle stesse modalità di induzione in termini di segnalazione intracellulare. Pertanto, si ritiene che anche nel caso della plasticità intrinseca siano coinvolti recettori NMDA e aumento intracellulare di calcio. Sarebbero questi eventi a causare la fosforilazione e/o la modificazione del traffico intracellulare dei canali voltage gated. Spiega come Ekman riesce a definire la sua teoria psicoevoluzionista sull’universalità delle emozioni.Quando Ekman ha cominciato la sua ricerca sugli universali, in Occidente era diffusa la convinzione che le emozioni fossero molto diverse da una cultura all’altra, come le lingue e i valori. Ciò era in contraddizione con il libro di Darwin del 1872, L’espressione delle emozioni nell’uomo e negli animali: Darwin sosteneva che le emozioni si sono evolute, che noi ne condividiamo alcune con gli animali e che esse costituiscono una forza unificatrice per tutta l’umanità. «Nel corso della mia prima ricerca ho mostrato queste e altre facce –mentre proiettava diapositive di facce dall’espressione alterata - a persone di tutto il mondo, che vivevano in ventuno culture diverse. A chi vedeva le diapositive veniva chiesto di indicare quali emozioni vi fossero raffigurate. Nonostante le differenze culturali e linguistiche, all’interno di ogni cultura vennero identificate le stesse emozioni. Eppure, siccome tutti gli individui studiati erano stati esposti alla stessa televisione e agli stessi film, si poteva sostenere che avessero imparato tali espressioni da Charlie Chaplin, da John Wayne o da Richard Gere.Per superare il problema dell’università delle emozioni, Paul Ekman nel 1967, si recò in Nuova Guinea, per studiare una tribù che viveva ancora all’età della pietra e che non aveva avuto contatti con il mondo esterno. Scoprì così che il modo in cui i membri di quella remota tribù esprimevano le emozioni era perfettamente riconoscibile in qualsiasi altra parte del mondo; (mostrò le foto a degli studenti universitari americani) Si trattò di una conferma decisione dell’universalità dell’espressione. Darwin aveva ragione: fa parte dell’unità del genere umano. L’universalità è presenta non sono nell’esprssione delle emozioni, ma anche in alcuni degli eventi che le suscitano. Come sono preseti in ciò che suscita un’emozione, gli universali sono presenti in alcuni dei cambiamenti che si verificano nel nostro corpo quando proviamo l’emozione, battito cardiaco, sudorazione. In caso di rabbia la mano diventa calda, mentre in caso di paura diventa fredda. Questa differenza nella temperatura della pelle è universale. Spiega per quale motivo, per quanto spostiamo gli occhi, non notiamo la macchina di vuoto dovuta al “punto cieco” .Il "punto cieco" è una zona della retina dove non sono presenti né coni né bastoncelli e dove emerge il nervo ottico. Essendo questa zona 65 DOMANDE APERTE PSICOLOGIA FISIOLOGICA E DELLE EMOZIONI sprovvista di fotorecettori, se l’immagine cade in questo punto, non è di fatto percepita. per quanto spostiamo gli occhi, non notiamo questa macchia di vuoto Perché il cervello fa una sorta di “previsione”, rispetto al campo visivo che abbiamo dinanzi. Possiamo dire che opera un vero e proprio e continuo “tappare il buco” con gli elementi circostanti a quel buco. Movimento dopo movimento, saccade dopo saccade, la corteccia compensa la retina. Spiegare cosa si intende per codifica popolazionale. Il concetto di codifica popolazione ci introduce, a sua volta, al concetto di rappresentazione distribuita, ovvero il fatto che i neuroni inclusi in un dato insieme contribuiscono a una informazione altamente dettagliata. Per codifica popolazionale intendiamo un’informazione codificata dai potenziali d’azione di un grande numero di cellule sintonizzate in maniera più generale (per esempio, nella retina ci sono tre diversi tipi di coni che contribuiscono alla codifica dei colori). Cosa differenzia la mielina impiegata nel SNC e quella impiegata nel SNP? Descrivi tutto ciò che sai sui nodi di Ranvier e il loro significato funzionale: Dato che il nostro corpo è una macchina perfetta, c’è un motivo per cui esistono i nodi di Ranvier, cioè quello di permettere all’impulso elettrico di propagarsi più velocemente. La conduzione sull’assone per mezzo dei nodi di Ranvier è detta conduzione saltatoria, perché ci sono dei veri e propri salti tra un cordone di mielina e l’altro. I potenziali d’azione si vedono solo dove ci sono i nodi di Ranvier. I potenziali postsinaptici, al contrario dei potenziali d’azione, non sono tutti uguali. Anzi, possono essere di due tipi diversi: potenziale postsinaptico eccitatorio (PPSE), e il potenziale postsinaptico inibitorio (PPSI). PPSE e PPSI si generano sui dendriti e vengono trasmessi al corpo. Invece, il potenziale d’azione si genera nel corpo e viene trasmesso lungo l’assone verso il terminale assonale.Vale a dire che il potenziale d’azione si genera non proprio nel corpo, ma, più precisamente, nel punto in cui l’assone emerge dal corpo. Come avviene una sinapsi inibitoria? Un neurone presinaptico è inibitorio se, quando è attivo, attiva una sinapsi inibitoria, la quale provoca sulla membrana postsinaptica un PPSI.Quando, in una sinapsi GABAergica (inibitoria), il GABA si lega ai suoi recettori sulla membrana postsinaptica, si aprono dei canali per il cloro . In altre parole, il recettore per il GABA è, nel caso più semplice, un canale per il cloro. Il cloro entra all’interno della cellula seguendo il gradiente di concentrazione (più forte di quello elettrico, che tenderebbe a tenerlo fuori). Poiché il cloro è uno ione negativo, quando entra nella cellula aumenta il numero di cariche negative sul versante interno della membrana, cioè iperpolarizza la membrana, generando un potenziale postsinaptico inibitorio (PPSI). In altre parole il potenziale di membrana può passare, per esempio, da –60 mV a –75 mV. Il PPSI è una iperpolarizzazione!! Come avviene una sinapsi eccitatoria? Un neurone presinaptico è eccitatorio se, quando è attivo, attiva una sinapsi eccitatoria, la quale provoca sulla membrana postsinaptica un PPSE. Quando, in una sinapsi glutammatergica (eccitatoria), il glutammato si lega ai suoi recettori sulla 66 DOMANDE APERTE PSICOLOGIA FISIOLOGICA E DELLE EMOZIONI membrana postsinaptica, si aprono dei canali per il sodio. In altre parole, il recettore per il glutammato è, nel caso più semplice, un canale per il sodio. Il sodio entra all’interno della cellula seguendo sia il gradiente di concentrazione che quello elettrico. Poiché il sodio è uno ione positivo, quando entra nella cellula riduce il numero di cariche negative sul versante interno della membrana, cioè depolarizza la membrana, generando un potenziale postsinaptico eccitatorio (PPSE). In altre parole il potenziale di membrana può passare, per esempio, da –65 mV a –60 mV. Quindi, il PPSE è una depolarizzazione! Perché il PA si propaga lungo tutto l’assone, fino al terminale, senza subire riduzioni di ampiezza? La depolarizzazione massimale consiste in un’inversione della polarizzazione della membrana, che diventa elettropositiva all’interno. La depolarizzazione massimale riesce ad aprire anche i canali voltage gated per il sodio situati vicino a quelli già aperti (cioè in segmenti dell’assone posti a valle del SIA, dove comunque è presente un’alta concentrazione di tali canali). In questo modo il PA si propaga lungo tutto l’assone, fino al terminale, senza subire riduzioni d’ampiezza (un segnale propagato elettrotonicamente invece sarebbe ridotto in ampiezza). Cosa avviene al verificarsi di una depolarizzazione massimale della membrana? La depolarizzazione massimale consiste in un’inversione della polarizzazione della membrana, che diventa elettropositiva all’interno. La depolarizzazione massimale riesce ad aprire anche i canali voltage gated per il sodio situati vicino a quelli già aperti (cioè in segmenti dell’assone posti a valle del SIA, dove comunque è presente un’alta concentrazione di tali canali). In questo modo il PA si propaga lungo tutto l’assone, fino al terminale, senza subire riduzioni d’ampiezza (un segnale propagato elettrotonicamente invece sarebbe ridotto in ampiezza). 67