Scarica Sintesi esame patrologia e più Sintesi del corso in PDF di Scienza delle religioni solo su Docsity! Le questioni teologiche che hanno agitato il primo cristianesimo ellenistico. I neoplatonici affermavano la processione delle ipostasi divine: l'intelligenza e l'anima, rivolte verso il mondo e riconosciute come divine, ma non allo stesso titolo (importanza) di Dio, l'Uno al di là di tutto, assoluto e separato. L'arianesimo nasce dalla congiunzione di diverse tendenze teologiche Il Concilio di Nicea (325) Lo sviluppo del dogma trinitario ha preceduto quello cristologico. Bisognava verificare la relazione (di natura) tra Gesù e Dio Padre. Una volta compiuta questa verifica, si riflette sulla comprensione dell'incarnazione di Dio (in Gesù Cristo). Trinità e cristologia risultano pertanto tra loro intrinsecamente legate (la Trinità divina: Dio unico e Trino). Ario (termine greco che significa letteralmente “un greco”) cerca di capire la propria fede attraverso le categorie platoniche e neoplatoniche (la cultura del suo tempo). La triade platonica: l'Uno, il Logos e l'Anima del mondo. Questi tre principi o emanazioni divine, per il pensiero Greco sono disposti in ordine di importanza (a scala: Il secondo è inferiore al primo e il terzo è inferiore al secondo: l'una è inferiore alla precedente). Ciò che Ario propone, è dunque una riduzione razionale del mistero, la cui preoccupazione principale è salvare la monarchia dell’unicità divina. Per questo egli accentua il subordinazionismo tipico della tradizione Alessandrina, distinguendo le tre ipostasi, fino a separarle. Secondo Ario, in rapporto a noi, Cristo è Dio, ma in rapporto al Padre, non può essergli uguale, è una creatura infinitamente superiore a noi e agli angeli, ma non è sul medesimo piano del Padre: non può essergli “consustanziale”. Quindi, tra il Padre del figlio c'è differenza di essenza, perché il Padre è senza principio, mentre il Figlio ha un principio (l'incarnazione). [ Il Logos dunque, è stato portato all'Essere (il Creato) dal Padre, prima di tutte le cose, per creare per mezzo suo tutte le altre cose. Perciò, Ario respinge l'idea di una generazione eterna del Figlio, che reputa appunto, inferiore al Padre per natura e per potenza; sebbene al di sopra delle creature, rimane comunque inferiore al vero Dio: “un secondo Dio” ]. Dello Spirito Santo Ario non si interessa direttamente, ma implicitamente lo considera inferiore al figlio, in quanto venuto dopo di lui e da lui stesso procede. La crisi portò l'imperatore a convocare il Concilio di Nicea (325) Il Concilio approvò una formula di fede contro Ario, che affermava: “L’Unigenito Figlio di Dio, Gesù Cristo, è generato dal Padre, cioè è dell'essenza del Padre, non è creato, quindi egli è consustanziale ad esso”. Quindi, si condanna la credenza secondo cui il Figlio, prima non esisteva ed è stato creato dal nulla e deriva da altre ipostasi o essenze divine, o che sia mutabile o al alterabile. IL CONTRIBUTO DI ATANASIO, VESCOVO DI ALESSANDRIA Egli combatté l'idea di Dio, che Ario aveva accolto dal platonismo: un Dio tanto trascendente da non aver nessun rapporto diretto con il mondo, per cui aveva dovuto creare, prima il Logos, per poi creare e governare tutte le altre cose. A tale idea Atanasio contrappose quella di un Dio che tutto crea e governa per mezzo del suo Logos, eliminando ogni elemento subordinazionista. Nelle lettere a Serapione estende poi il concetto di Spirito Santo e sostiene che: “il Padre fa ogni cosa per mezzo del Verbo nello Spirito Santo e così, e salvaguardata l'unità della Santa Trinità”. Altro punto centrale della teologia di Atanasio riguarda la generazione del Logos, che distingue dalla generazione umana: gli uomini diventano padri di molteplici figli, ma Dio, essendo in composto, è Padre di un solo Figlio, l'unico generato. IL PROBLEMA DELLA DIVINITÀ DELLO SPIRITO SANTO Basilio, vescovo di Cesarea, ha dedicato il “De Spiriti Santo ad Amphilochium”, per dimostrare contro gli ariani che ad Egli è dovuto lo stesso onore che al Padre e al Figlio. GESÚ CRISTO NELLA FEDE E NELLA TEOLOGIA DEI PRIMI SECOLI Il testo del solenne Credo, elaborato al Concilio di Nicea, grazie al lavoro e alla testimonianza di pastori e teologi sapienti, soprattutto Atanasio, l’appassionato teologo dell’Incarnazione del Logos e strenuo difensore della divinità di Cristo e del termine teologico “homo ousios” elaborato al Concilio. IL VERBO DI DIO SI È FATTO UOMO, PERCHÉ L'UOMO DIVENTASSE DIO” Questa celebre affermazione di Atanasio, è inserita nella sua più nota opera dottrinale, il trattato “Sull’Incarnazione del Verbo”. Tuttavia, la cristologia di Atanasio non riflette ancora sull’unità della duplice natura di Cristo, ma sul fatto che tale unione è salvifica e né cerca le ragioni: l'Uomo ha per destino la divinità, secondo l'iniziativa di Dio. [ “Egli spesso infatti, si è fatto uomo perché noi fossimo divinizzati” ]. LA CRISTOLOGIA DEL “TOMUS AD FLAVIANUM” DI LEONE MAGNO (Riguarda la controversia suscitata da Eutiche, che diventa punto di riferimento per la fede ortodossa) il Tomus contiene una sintesi della tradizione cristologica occidentale, che già con Tertulliano ed Agostino aveva distinto in modo preciso, le due Nature presenti nell'unica persona di Cristo. Struttura e contenuto (6 parti): Introduzione (richiama il problema sollevato da Eutiche) Il simbolo battesimale; L'integrità delle due nature di Cristo; La duplicità di esse ha il suo fondamento nella duplice nascita del Verbo: dal Padre e dalla Vergine; Cristo è uomo e Dio ed agisce sia come uomo, sia come Dio e il suo sacrificio ha valore soteriologico (salvifico), proprio a motivo dell'Unità della persona di Cristo in due nature (“la Communicatio Idiomatum”) Conclusione: espressione di condanna delle affermazioni di Eutiche. GREGORIO DI NISSA E LA MISTICA NUZIALE DEL CANTICO DEI CANTICI (pagina 95) (Interpretazioni spirituali) Gregorio di Nissa contro Eunomio (omelie sul Cantico dei Cantici)