Scarica Riassunto Sociologia dei New Media, Stella Scarcelli Riva Drusian e più Sintesi del corso in PDF di Sociologia Comunicativa Di Massa solo su Docsity! Sociologia dei Nuovi Media
Contents Lezione 1........................................................................................................................................................... 4 1. Media “vecchi”, new media e cultura digitale .............................................................................................. 5 1.1 Comunicazioni, cortocircuiti e istruzioni per l’uso .................................................................................. 5 1.2 I new media sono davvero nuovi? .......................................................................................................... 5 1.3 Alcune caratteristiche della novità dei nuovi media ............................................................................... 6 1.4 La cultura di massa ................................................................................................................................. 7 1.5 La cultura digitale ................................................................................................................................... 9 1.6 I nuovi media allora? ............................................................................................................................ 10 2. Modelli e teorie della comunicazione mediata........................................................................................... 11 2.1 La comunicazione mediata dal computer ............................................................................................. 11 2.2 I primi approcci: RSC, SIDE, SIP, Hypersonal ......................................................................................... 12 2.3 La nascita del web e l’etnografia della rete ........................................................................................... 13 2.4: Sherry Turkle: dal ciberentusiasmo allo scetticismo ............................................................................ 14 2.5 Manuel Castells: la società delle reti .................................................................................................... 14 2.6: Jan Van Dijk e le leggi della network society ........................................................................................ 15 2.7 Henry Jenkins e la cultura convergente ................................................................................................ 16 2.8 Barry Wellman: internet, vita quotidiana e individualismo reticolare .................................................. 17 2.10 Net criticism: Geert Lovink ................................................................................................................. 18 3. Forme e linguaggi dei nuovi media ............................................................................................................. 21 3.1 In principio fu il digitale ........................................................................................................................ 21 3.2 Ibridazione e convergenza .................................................................................................................... 21 3.3 La multimedialità all’epoca del digitale ................................................................................................ 22 3.4 Ipertestualità ........................................................................................................................................ 23 3.5 Interattività........................................................................................................................................... 24 3.6 Personalizzazione ................................................................................................................................. 24 3.7 Dalla crossmedialità al web collaborativo ............................................................................................ 24 3.8 Caso studio: i wiki e Wikipedia ............................................................................................................. 25 3.9 La libertà: l’etica hacker e l’open source .............................................................................................. 25 4. Media digitali tra identità, interazioni e gestione del self ............................................................................ 27 4.1 Identità e nuovi media .......................................................................................................................... 27 4.2 I nuovi approcci che si sono occupati di identità e nuovi media ............................................................ 27 4.3 Tecnologie dello stare assieme ............................................................................................................. 28 4.4 Interazioni e media digitali, alcune letture teoriche .............................................................................. 28 4.5 I social media ........................................................................................................................................ 29 1. Media “vecchi”, new media e cultura digitale 1.1 Comunicazioni, cortocircuiti e istruzioni per l’uso Spiega come funziona il libro. 1.2 I new media sono davvero nuovi? PERCHÉ “NUOVI” MEDIA? What’s new about new media? Silverstone, 1999 I nuovi media non sono in realtà nulla di veramente nuovo. Li chiamiamo “new media”, l’uso di questo termine può però confondere, le innovazioni tecnologiche che definiscono le novità dei nuovi media non sono così recenti. Già negli anni 70 infatti nasce la prima rete Arpanet (1969); il primo sito web è nato al CERN di Ginevra nel 1991, e dall’86 l’Italia si connette tramite l’università di Pisa. L’innovazione è socialmente radicata, basti pensare ai film di fantascienza, si immaginavano macchine moderne ma inserite nel contesto della società dell’epoca. Il telegiornale non era altro che un radiogiornale con le immagini. Convergenza: sintesi di tutte le funzioni tecnologiche in un unico dispositivo. Di nuovo c’è l’aspetto sociale, il modo di utilizzare tali device, è quindi l’approccio sociale ad essere diverso. Le innovazioni tecnologiche che definiscono la novità dei nuovi media non sono così recenti, il primo sito web ufficiale è nato il 6 Aprile al CERN di Ginevra. Nel 1969 nasce ARPANET. I new media diventano invece tali a partire dal momento in cui la loro diffusione raggiunge dimensioni di massa, vale a dire intorno al 2000, con un boom straordinario di connessioni e di risorse commerciali disponibili non soltanto a vantaggio di specialisti ed esperti. Successivamente ad integrarsi alla connessione sono i supporti tecnologici: telefonini, tablet ecc. McLuhan dice che ogni mezzo di comunicazione tende a riassumere in sé molte delle funzioni assolte dai media precedenti. (es. televisione ha assorbito la radio). Tuttavia questo non è ancora sufficiente per dire che i nuovi media sostituiscano interamente i vecchi, soprattutto se immaginiamo che la sostituzione comporti la scomparsa degli uni agli altri. Sulla continuità tra vecchi e nuovi media, si possono distinguere tre diverse questioni riguardo: - supporti (la carta invece che il supporto elettronico), - l’organizzazione dei linguaggi e dei contenuti (i testi e le immagini) - accessi e la produzione (abilità nel cercare risorse e info). Il fatto che esistano i computer e che essi consentano una serie di operazioni tecniche, non vuol dire che tutti coloro che li utilizzano sappiano connettersi e navigare. Contiguità tra nuovi e vecchi media: supporti, organizzazione dei linguaggi, accessi e produzione spesso riprendono stili e modalità dei vecchi media perché ne sono la continuazione e perché si utilizza quanto si conosce per far fronte a ciò che appare inedito. Anche in questo caso tutte le “nuove “invenzioni riprendono dal passato, l’innovazione è un migliorarsi. McLuhan “ogni nuovo mezzo di comunicazione tende a riassumere in sé molte delle funzioni assolte dai media precedenti” Neotelevisione. Che i media siano orientati al pubblico o che il pubblico possa collaborare a produrre i contenuti dei media fa una bella differenza. Un conto è infatti che gli autori televisivi adeguandosi a regole di marketing, tengano in considerazione i gusti, le inclinazioni e i desideri di consumo dei propri pubblici, altro è che i pubblici provvedano da soli a realizzare quel che appare essere conforme ai propri gusti e alle proprie inclinazioni. Retoriche interpretative. Incarnazione di un futuro radioso fatto di democrazia diretta e di intelligenza collettiva o l’anticipazione di un futuro oscuro in cui i rapporti umani dovrebbero ridursi alla comunicazione mediata dal computer? Tuttavia saper fare non equivale a saper comprendere e interpretare altrettanto bene ruolo e funzione del web e, soprattutto, il ruolo che rispetto al web riesco a ritagliarmi personalmente. Si può affrontare la continuità tra vecchi e nuovi media relativamente a 3 ambiti: - Supporti - Organizzazione dei linguaggi e dei contenuti - Accessi e la produzione = tre prospettive attraverso le quali si può guardare alla novità dei “new media” Supporti, organizzazione dei linguaggi, accessi e produzione riprendono stili e modalità dei “vecchi media” perché ne sono la continuazione e perché si utilizza quanto si conosce allo scopo di far fronte a ciò che appare inedito. Questi mezzi di comunicazione determinano una rivoluzione nella nostra quotidianità collocandosi su una situazione già esistente. Programmi televisivi e neotelevisione I programmi televisivi iniziano a cambiare con la neo comunicazione il cui scopo è divertire. Una più stretta collaborazione tra media e pubblici è cominciata negli anni ’70 ed ha avuto il suo massimo sviluppo con la neotelevisione degli anni ’80. Quello che caratterizza i new media è un’evoluzione che ha sempre debito e credito con i media precedenti. Maestro Manzi. La televisione è cambiata molto nei confronti della società. La prima televisione era usata per fare cultura, eliminare l’analfabetismo. Si usava un medium di massa (stesso messaggio a più persone) per diffondere la cultura. Per il blog ad esempio è più difficile parlare di comunicazione di massa, ma ne riprende molte caratteristiche. 1.3 Alcune caratteristiche della novità dei nuovi media La novità dei nuovi media non si traduce, in una sostituzione, ma in un affiancamento e a volte in una convergenza con i media tradizionali. Modello classico della comunicazione: La prima televisione era solo emittente, chi fa la trasmissione sulla lingua italiana. I quiz già prevedono che gli ospiti diventino parte della trasmissione. Prima si pensava al pubblico come una massa uniforme. Il pericolo dei media è non possedere gli “strumenti per capire”, strumenti per capire Giornale online. Come tutto ciò che intraprende la digitalizzazione l’essere online può allargare ulteriormente la capacità espressiva, arricchendo di testimonianze sonore o video, di documenti originali, di feedback dei lettori che sarebbe impossibile utilizzare nell’edizione cartacea. Affidare al popolo della rete la possibilità di esprimere qualsiasi idea, come accade in un talk show, ma senza un moderatore che mette ordine tra le diverse posizioni, non produce più informazioni ma confusione. Nuovo non vuol dire migliore, ne immediatamente utilizzato al massimo del suo potenziale. La dimensione comunicativa classica non viene superata a vantaggio di un “quotidiano del popolo” MA si allargano i confini della consultazione. Giornale online Con i new media cambiano le logiche della costruzione del messaggio, prima c’erano gli esperti per costruire il messaggio, Ora che la massa può accedere ad internet e produrre contenuti, dove sono finiti gli esperti e le procedure produttive ad esempio di una testata giornalistica? Una persona qualsiasi può con un blog, inserire informazioni “bufale”. Prima la fiducia al giornale ad esempio era molto più elevata (ago ipodermico) Tutto ciò è valido a patto che l’iniziativa dei lettori abbia un punto di riferimento altrimenti si rischia la cyber- balcanizzazione. _Cyber balcanizzazione: fenomeno che vede le comunità della rete selezionare i proprio membri, verificando preventivamente la condivisione di opinioni e interesse. L’effetto è la costituzione di circuiti autoreferenziali in cui gli argomenti sono coltivati, messi al riparo dalle obiezioni anziché discussi e dove ognuno cerca solo le informazioni che corrispondono al proprio pensiero e interagisce solo con chi la pensa come lui. Dilettantismi. Più pericoloso della manipolazione scientifica perché basato sulla buona fede di lettori che si fanno giornalisti (=prosumer). Teorie del complotto. Proliferano le teorie cospiratorie in rete. Il potere di mostrare diventa fondamento della difesa dei diritti civili e, allo stesso tempo, lascia spazio all’idea che tutto nasconda una seconda verità. _Teorie cospiratorie; il “potere di mostrare” diventa un fondamento della difesa dei diritti civili. News management e dilettantismo: Diventa centrale la figura del dilettante. Il dilettantismo è più pericoloso della manipolazione scientifica delle notizie perchè basato sulla buona fede di lettori che si fanno giornalisti (= prosumer) Oggi si trasferisce il focus sul destinatario e si necessita di molti più strumenti per cogliere quanto gli viene detto. Meyrowitz: rottura delle barriere con la televisione Ciò che troviamo in internet: dalla controinformazione alle bufale Il tempo di adattamento ai nuovi media e la maturazione sociale I nuovi media sono contigui a quelli precedenti, e tutto si collega con la maturazione sociale, il medium viene addomesticato, fanno parte della mia società, della famiglia, ha un determinato posto, crea precisi rapporti all’interno della famiglia. Uso degli adulti di Facebook è sbagliato perché non hanno maturato l’uso di tale medium e lo usano come quello del mondo 1.0 Imparare le logiche e le grammatiche del medium Piccolo divismo. La pulsione narcisista dell’esserci. McLuhan: ciascun medium è lento nel venir riconosciuto per le peculiarità che lo caratterizzano. L’interazione tra cultura e medium è un gioco che coinvolge e modifica entrambi. 1.4 La cultura di massa Quello di cultura di massa è un vecchio concetto molto importante negli studi relativi ai media tradizionali, così vecchio che parecchi, se non tutti, gli autori che se ne occupano oggi l’hanno quasi definitivamente abbandonato. 1. La nascita della società di massa. Le società occidentali iniziano a diventare di massa quando alcuni importanti cambiamenti toccano gli strati medio bassi delle loro popolazioni. La scolarizzazione di massa ha riguardato principalmente le classi sociali che sino ad allora ne erano rimaste escluse e la nascita dei partiti politici di massa, i quali lavorano per ottenere diritti fondamentali come il suffragio universale. I mezzi di comunicazione di massa si sovrappongono a ciascuno di tali mutamenti dilatandone gli effetti e contribuendo a creare un patrimonio di conoscenze collettive che, ben presto, verrà denominato cultura di Globalizzazione. Venir meno della contrapposizione europea est-ovest; il sistema economico tende a spostare la produzione verso beni immateriali e servizi. Il nuovo assetto che si andava creando è stato definito con i “post”: post- moderno, post-industriale e post- fordista. Il termine cultura digitale, non comprende solo l’acquisizione individuale di capacità pratiche. Non è più solo cultura libresca o legata alla scolarizzazione, non è più solo accumulazione di conoscenze e non è più solo materiale. La cultura digitale un insieme di esperienze, conoscenze, contenuti e relazioni simboliche che inaugurano un intero mondo di azioni e significato. È accumulabile, trasmissibile ed adattabile. Si sovrappone e si integra ai linguaggi che assorbe e fa propri, diventando esse stessa un linguaggio; possiamo comunicare quasi con chiunque sulla terra avendo due competenze: conoscere una lingua franca come l’inglese e sapere in che modo si confeziona e si spedisce una mail. Ciò modifica l’idea stessa di prossimità nei riguardi di persone e istituzioni “potenti” che si mostrano più accessibili e trasparenti, meno sacre che in passato → prossimità digitale. Manovich sostiene che l’interazione uomo-computer non è tra un essere umano e una macchina, ma tra un essere umano e una cultura codificata in forma digitale: si mette in relazione con costrutti culturali elaborati per essere vincolati attraverso il computer e a quelli mi abituo, con essi parlo e mi confronto. Acculturarsi ai new media pensiamo voglia dire almeno due cose: comprendere quali meccanismi sociali, economici e politici la loro presenza condiziona e modifica e poi quali posizioni, risorse ed esperienze pratiche consente di ottenere e utilizzare individualmente. LA CULTURA DIGITALE Cultura di massa in parte si rinnova e in parte scompare Cultura digitale: insieme delle trasformazioni che riguardano sia l’agire collettivo, sia l’agire individuale Non è cultura libresca, non è accumulazione di conoscenza, non è più cultura materiale, ma ben più ampia ed immateriale L’impressione di essere più vicini Cultura o culture Manovich (2002): interazione essere umano-cultura codificata in forma digitale = quando ci rapportiamo con la rete ci rapportiamo con un tipo particolare di cultra digitale che è codificata in un certo modo L’importanza delle competenze culturali = se vogliamo uscire dal determinismo tecnologico dobbiamo smettere di pensare che il semplice saper usare il mezzo non implica il solo mezzo. 1.6 I nuovi media allora? Cosa possiamo fare con i diversi device? Dipende dagli usi sociali consentiti da ciascuno strumento e da una cultura codificata in formato digitale che si possiede e alla quale possiamo riferirci. Buona definizione dei nuovi media è quella proposta da Sonia Livingstone che, superando alcuni degli steccati teorici costruiti nel tentativo di interpretare le nuove tecnologie a partire dalle vecchie, sostiene che i new media possono essere compresi solo scomponendoli nelle loro tre dimensioni costitutive: - artefatti o dispositivi, utilizzati per comunicare o trasmettere il significato; - le attività e le pratiche, in cui gli individui comunicano o condividono le informazioni; - l’organizzazione sociale o le forme organizzative che si sviluppano intorno ai dispositivi e alle pratiche. Cultura codificata. Il medium porta con sé anche i propri usi e i contest in cui può operare Importanza delle potenzialità della dimensione personale e collettiva Nuovi media (Lievrouw & Livingstone 2007) : con i nuovi media intendiamo artefatti o dispositivi; il cambiamento di attività e pratiche; organizzazioni sociali e forme organizzative. Quando ci manca il mezzo ci mancano anche attività e pratiche, tutta una cultura. 2. Modelli e teorie della comunicazione mediata 2.1 La comunicazione mediata dal computer Le teorie empiriche sulla CMC (comunicazione mediata da computer) cominciano a essere elaborate a partire dagli anni ’80. L’input iniziale è dato dallo sviluppo di programmi di comunicazione come la posta elettronica. Quest’ultimi hanno spostato l’ambito delle ricerche dal modello basato sul rapporto uomo-macchina a uno basato sul concetto si interazione, che coinvolge più individui in relazione tra loro grazie alla mediazione del computer. La CMC può essere: - Sincrona: avviene nello stesso momento, es: chat - Asincrona: non c’è simultaneità, es: email Il web 2.0 mescola CMC sincrona e asincrona. Flussi informativi Uso di internet 2.2 I primi approcci: RSC, SIDE, SIP, Hypersonal I primi studi, condotti negli anni ’70, avevano come obiettivo la comprensione di come le nuove tecnologie informatiche potessero aiutare a ridurre i costi legati alla comunicazione negli uffici governativi; i risultati devono quindi essere compresi entro l’ottica di efficienza organizzativa per il miglioramento delle performance delle organizzazioni. 1) RSC – Reduced Social Cues Filone di studi, seconda metà anni ’80. La CMC è priva di quei segnali paralinguistici tipici della comunicazione faccia a faccia; per questo è povera di social cues, indicatori sociali, cioè degli elementi che veicolano tutte le informazioni necessarie ad una piena comprensione (es: gesti, tono di voce, sguardo, ecc). La CMC si verifica in una situazione di vuoto sociale, in cui l’identità dei soggetti coinvolti tende a sfumare fino a scomparire. Conclusioni: - Effetto di deindividuazione: chi interagisce tramite CMC si sente meno esposto e più libero. Questo provoca anche violazione delle norme sociali online (es: flaming, litigio online) - Equalization effect: la CMC permette maggiore partecipazione ai processi decisionali da parte di tutti i soggetti coinvolti, a prescindere dal loro ruolo e status sociale; potenzialità democratizzanti. - Inefficienza organizzativa: la deindividualizzazione sfocia in trasgressione delle norme sociali, che rallenta il processo decisionale collettivo. Si tratta quindi di un’organizzazione più democratica, ma meno efficiente. Critiche: - Idea di “povertà sociale”, atteggiamento deterministico; - Nella CMC il processo di deindividuazione non è così marcato: i soggetti non agiscono in un vuoto sociale e quindi non dimenticano chi sono e dove sono; - Non considera i processi di CMC tra singoli individui, ma solo quelli tra organizzazioni. RSC Anni ‘70 GB: ricerche su tecnologie e informatiche e ambienti organizzativi. System rationalism (approccio che studia organizzazione) Anni ‘80: Reduced Social Cues_ comunicazione diretta tra computer CMC povera di indicatori sociali Vuoto sociale e identità che tende a scomparire Deindividualizzazione e uniformazione [Goffman] Potenzialità democratiche della CMC, ma meno efficienza Critiche Povertà sociale Determinismo Questi tre processi generano tre nuove strutture: - La società dell’informazione / Network society (società) - L’economia internazionale globale (economia) - La virtualità in rete (cultura) Logica a rete: è ciò che unisce questi tre processi. Il potere è diffuso in reti globali di informazioni, immagini, flussi finanziari e potere che circolano e mutano in continuazione, entro confini smaterializzati. Le reti costituiscono la nuova morfologia sociale delle nostre società: la contemporaneità è strutturata attorno a - Flussi (capitali, informazioni, immagini, ecc) - Tempo senza tempo Questo è dovuto alle nuove tecnologie, che permettono una comunicazione asincrona. Il modello della logica a rete non supera il capitalismo ma piuttosto ne favorisce l’espansione e la pervasività a livello globale. La socialità in rete: dalle comunità offline si passa al network, poiché le società contemporanee non seguono più modelli uniformi. L’informazionalismo (flusso continuo di informazioni) segna i confini della network society nella quale viviamo: secondo Castells questo crea il paradigma dell’informazione basato sull’interconnessione, in cui le tecnologie sono parte integrante della vita delle persone. Il problema della network society è l’esclusione: il digital divide e la disuguaglianza digitale sono importanti nel pensiero di Castells e ne danno una connotazione politica. Secondo Castells il potere principale è la comunicazione, intesa come mass self-communication ovvero comunicazione di massa individuale che dà la possibilità ai movimento sociali di intervenire con efficacia. 2.6: Jan Van Dijk e le leggi della network society Network society: una forma di società che organizza sempre di più le sue relazioni a partire da reti di media destinate gradualmente a integrare le reti sociali della comunicazione faccia a faccia. Le reti sociali e mediali danno forma alla principale modalità di organizzazione e alle più importanti strutture della società ma non sono l’intera sostanza della società. Infatti, la società è ancora costituita da individui. Information society: la società moderna sta diventando una network society e allo stesso tempo una information society. La CMC non sostituisce le relazioni faccia a faccia, ma le integra. Van Dijk formula le 7 leggi del web: 1) Network articulation: una struttura di relazioni si fa avanti a spese dell’indipendenza delle unità collegate. - Le strutture a rete non sono necessità naturali ma completano tutti gli altri elementi sociali. In questo modo c’è spazio per l’azione e la coscienza; - Gli effetti delle strutture a rete sulla società hanno una struttura duale che si esprime attraverso l’estensione e riduzione di scala: l’estensione si esplica in processi di razionalizzazione e internazionalizzazione, la riduzione in ambienti di vita e lavoro sempre più piccoli. Le reti connettono e disconnettono, perciò troviamo chi partecipa e decide ma anche chi è escluso. 2) The law of network externality: le reti producono effetti su persone e cose che ne sono esterne. Ciò produce due effetti: impulso alla connessione (quando si raggiunge la soglia del 25% degli accessi, la diffusione accelera) e spinta alla standardizzazione (le compagnie che lavorano nel settore producono modelli di reti standard). 3) The law of network extension: in breve tempo una rete diventa talmente estesa che intermediari e mediatori diventano necessari per far funzionare tutto ciò che vi si trova. 4) The law of small worlds: le reti aumentano la connessione tra persone, organizzazioni e società. Questo causa un effetto di contagio per cui sia le notizie buone sia cattive si diffondono molto più rapidamente che in passato. La conseguenza è che la network society diventa instabile perché la diffusione di info amplifica le tensioni sociali. 5) The law of the limits to attention on the web. 6) The power law (Googlearchy): le fonti che sono già in testa alla lista dei risultati sul motore di ricerca diventeranno ancora più popolari. Causa disuguaglianza tra le fonti. 7) Trend amplifiers: i nuovi media intensificano tendenze già presenti e rinforzano le relazioni sociali esistenti. Per questo motivo i media non cambieranno le basi delle società sviluppate, ma possono aumentare le tensioni nelle società instabili. Network individualization: gli ambienti di vite e lavoro diventano sempre più piccoli mentre la varietà del lavoro e delle comunicazioni aumenta. Van Dijk usa questo concetto per esprimere il suo aspetto neutrale nei confronti della network society. 2.7 Henry Jenkins e la cultura convergente Jenkins è sempre stato un appassionato delle community di fan. Afferma che i fan sono sempre stati pionieri delle nuove tecnologie a partire dalle creazione delle fanzine. La fandom è il risultato dell’equilibrio tra fascinazione e frustrazione: il contenuto mediatico affascina e per questo coinvolge, ma è la frustrazione che crea lo stimolo a riscrivere i contenuti. Oggi la fan culture ha più visibilità grazie al web, perché la rete ne amplifica i prodotti (es: Star Wars). In questa nuova dinamica i contenuti dei media non possono più essere considerati solo come opere mainstream, ma devono essere aperte al processo di appropriazione e rielaborazione da parte dei fan. Convergenza: un altro tema importante negli studi di Jenkins è la relazione tra convergenza mediatica e cultura partecipativa. Convergenza: il flusso dei contenuti su più piattaforme, la cooperazione tra più settori dell’industria dei media e il migrare del pubblico alla ricerca continua di nuove esperienze di intrattenimento. Cultura partecipativa: si riferisce all’emergere di nuovi ruoli per produttori e consumatori, i quali interagiscono tra loro e creano nuovi prodotti culturali. La cultura partecipativa è spesso pervasa da contrasti tra i produttori mainstream refrattari ai cambiamenti, e consumatori che vogliono riappropriarsi culturalmente delle opere. Cultura convergente: è data dalla convergenza mediatica e cultura partecipativa . Attraverso la cultura convergente le idee e la cultura si diffondono dall’alto al basso; d’altra parte, alcune idee nascono dal basso e si diffondono perché suscitano l’interesse dei media. La cultura convergente è quindi una dinamica sia discendente (dalle corporation al pubblico), sia ascendente (dai fan alle corporation. Es: 50 sfumature di grigio) 2.8 Barry Wellman: internet, vita quotidiana e individualismo reticolare Ha diretto il NetLab, un centro di studi specializzato sulle ricerche sul web. The internet in everyday life (2002): quest’opera si concentra sulle relazioni interpersonali, i cambiamenti nelle dinamiche di interazione sul web e le connessioni tra internet e il capitale sociale. La domanda che si pone Wellman: la rete può essere considerata come qualcosa di separato dagli altri aspetti delle vite degli individui? Un tema importante è l’analisi delle reti sociali all’interno di Internet. Reti sociali: un insieme di nodi socialmente rilevanti e che sono connessi tra di loro da uno o più rapporti. Analizzare un network significa definire i nodi da includere nello studio; tuttavia, internet è talmente ricco di contenuti che diventa difficile individuarli. Gli studi di Wellman sono un importante punto di partenza per quanto riguarda la messa in discussione del divario tra reale e virtuale. Propone di porre molta attenzione alle relazioni che si costituiscono a partire dagli ambienti digitali. I rapporti che si sviluppano grazie al web sono frutto delle inserzioni di molte reti e molti nodi. Ogni individuo diventa parte integrante della rete essendone un nodo e contribuendo alla sua stessa sopravvivenza. Networked individualism / individualized networking: in internet gli individui possono fare parte di differenti network scegliendo autonomamente a quali di queste reti appartenere in base ai loro interessi. La rete non è origine della networked individualism ma è una piattaforma grazie alla quale questo modello raggiunge la sua massima espressione. Il network sostituisce il gruppo di persone. 2. 9 Sonia Livingstone, internet studies e giovani I nuovi media sono formati e danno forma alla società in modo ricombinatorio, per cui i sistemi dei new media sono il prodotto di una continua ibridazione tra tecnologie esistenti e le innovazioni in reti tecniche e istituzionali interconnesse. Il punto di partenza degli studi della Livingstone è la definizione dei nuovi media e di cosa significhi studiarli. Inoltre evidenzia la necessità di un approccio interdisciplinare. I network sono costituiti da connessioni ampie e multiple fatte di nodi; i nuovi media sono ubiqui nel senso che riguardano tutti quei contesti in cui vengono utilizzate le ITC. Sono inoltre interattivi, cioè permettono di interagire con altre persone in modi finora impossibili. La Livingstone si concentra poi su rischi e opportunità delle esperienze digitali dei giovani. Nativi digitali: non hanno automaticamente maggiore dimestichezza con le nuove tecnologie. È necessario considerare le effettive capacità e conoscenze dei giovani. 2. Network externality – le reti producono effetti sulle persone e cose esterne alla rete 3. Network extension – necessità di mediatori 4. Small words – la rete rende tutto “più vicino” e instabile 5. Limits to attention – diffusione di subculture 6. Power law – disuguaglianza tra le fonti 7. Portata evolutiva e non rivoluzionaria delle reti Network individualization: HENRY JENKINS Convergenza: Flusso di contenuti su più piattaforme Cooperazione tra settori dell’industria dei media Pubblico che migra in cerca di nuove frontiere dell’intrattenimento Cultura convergente: dinamica sia discendente sia ascendente Cambiamento antropologico BERRY WELLMAN Uno dei primi a occuparsi di Internet e vita quotidiana In Internet: - Scambio immediato di grosse quantità di dati - Connessione potenzialmente continua - Interazione mediata arricchita - Comunicazione sganciata dal luogo - Digital divide che diminuisce GEERT LOVINK Credenza della gratuità Informazioni online Social media e dati personali Net criticism, no in termini negativi, ma concetto utile all’implementazione di forme antagoniste rispetto alle corporation. 3. Forme e linguaggi dei nuovi media 3.1 In principio fu il digitale È necessario approfondire le caratteristiche che rendono tali i nuovi media. Con digitale, comunemente, si fa riferimento a qualcosa che ha a che fare con l’informatica ovvero su qualcosa che si basa sul codice binario. Quando si parla di passaggio dall’analogico al digitale si intende il processo attraverso il quale l’informazione viene digitalizzata, trasformata cioè in un linguaggio numerico binario. Il segnale digitale è di tipo discreto (tv digitale o si vede o no). La digitalizzazione è la codifica delle informazioni in formato digitale. Miniaturizzazione: costante riduzione delle dimensioni dei calcolatori grazie all’introduzione del silicio e all’invenzione del microchip. Compressione delle informazioni: la codifica digitale permette di comprimere i dati rendendoli più leggeri. (Vedi compressione MP3) Legge di Moore: aumento delle prestazioni. “Le prestazioni dei processori e il numero di transistor collocabili su essi raddoppiano ogni 18 mesi.” La digitalizzazione dei contenuti influenza anche il modo in cui i contenuti vengono prodotti, veicolati e distribuiti. Secondo Nicholas Negroponte “un intero nuovo contesto emergerà dalla nuova realtà digitale”. Secondo De Kerckhove la digitalizzazione rende l’hardware mindware, ovvero strumenti della mente, simili ad immagini mentali. LA DIGITALIZZAZIONE Digitalizzazione: passaggio dall’analogico al digitale. Segnale discreto con i nuovi media: ad esempio con la tv, si vede o non si vede. Digitalizzazione della società stessa, anche nell’organizzazione [INPS] La legge di Moore: rapporto capacità di calcolo e dimensione Strumenti della mente: Mindware (De Kerckhove) oltre a software e hardware = ciò che usiamo diventa uno strumento della mente 3.2 Ibridazione e convergenza Digitalizzazione, compressione, miniaturizzazione e aumento delle prestazioni hanno innescato il fenomeno della “convergenza multimediale” cioè la fusione di contenuti, supporti e distribuzione. Consideriamo, in questo caso, convergenza ed ibridazione come sinonimi. La tesi di Pool Agli inizi degli anni 80 ha analizzato il sistema dei media sotto gli aspetti giuridici e sociali. Egli sostiene che fino al XIX sec fossero compartimentati tra loro, erano cioè divisibili e inscrivibili in 3 categorie: vettori: reti per il trasporto delle comunicazioni editoria: produzione di contenuti broadcasting: reti radiotelevisive. Tale sistema tripartito è entrato in crisi nel XXsec con l’avvento dei nuovi media. Oggi infatti i nuovi media condividono lo stesso linguaggio: quello informatico. Secondo Bettetini, la convergenza multimediale vede la sua realizzazione nella digitalizzazione pervasiva e nella combinazione di due sistemi prima separati, cioè le industrie dei media tradizionali e il settore delle telecomunicazioni, che si articola su 3 livelli: 1. produzione dei media: convergenza di attività e metodi gestionali differenti nelle imprese multimediali; sovrapposizione delle funzioni di ogni settore 2. tecnologie: i canali non sono più l’elemento distintivo tra i diversi media. Come con gli smartphone, in un unico supporto confluiscono numerose funzioni. 3. contenuti simbolici: la convergenza riguarda la crasi dei linguaggi simbolici utilizzati dai vari media che si ibridano tra loro. La commistione dei linguaggi muta la stessa natura dei contenuti. H. Jenkins propone una riflessione culturale: cultura convergente. La convergenza rappresenta un cambiamento culturale che riguarda in primis i consumatori: “il consumo si trasforma in un processo collettivo.” Dopo lo scoppio della bolla delle dotcom il digitale ha perso la sua aura salvifica, diventando qualcosa di familiare. Jenkins ha ridimensionato il determinismo tecnologico, il suo ottimismo può però risultare fuorviante in quanto sovrastima le modalità di partecipazione da parte degli individui. LA CONVERGENZA Prima caratteristica dei nuovi media Convergenza come fenomeno quotidiano e sfaccettato, all’interno di un unico device trovo le funzioni di quasi tutti i nuovi media Pool: fino al XIX secolo media compartimentati, i 2 gruppi: - Vettori: quelli che veicolavano - Editoria - Broadcasting con la digitalizzazione questa distinzione cambia radicalmente perché all’interno di ogni medium coesistono più media La convergenza non è solo un elemento tecnologico. Giddens: modernità radicale, tempo e spazio si svuotano, diamo fiducia agli esperti, la compresenza fisica non è più necessaria. Si accelera la modernità Convergenza multimediale: nella produzione dei media nelle tecnologie nei contenuti simbolici Cultura convergente (Jenkins) Ridimensionamento determinismo tecnologico. 3.3 La multimedialità all’epoca del digitale È multimediale una comunicazione che utilizza diversi supporti. Il primo utilizzo di tale termine si attribuisce all’artista Bob Goldstein, mostra con pannelli con suoni, immagini… 1965. È però negli anni ‘80 che il termine comincia ad essere usato in ambito informatico. Macintosh 1984: primo computer con le icone. Grazie al digitale, il multimediale si potenzia. Un cambiamento tecnologico poi viene definito e poi può essere reinventato. Rivoluzione multimediale di Cosenza: come rivoluzione digitale Per comprendere perché i nuovi media sono multimediali bisogna focalizzarsi sul modo in cui i vari linguaggi si fondono e sul modo in cui i fruitori ne fanno esperienza. Perfetta integrazione: interconnessione così stretta all’interno di un unico ambiente informativo digitale, da far perdere le caratteristiche individuali dei singoli media; essa è possibile grazie alla digitalizzazione dei contenuti che permette di trattare i dati mediante lo stesso linguaggio. Fusione multisensoriale: esperienza che ha il fruitore grazie alla multimedialità; il messaggio è dato dall’insieme dei linguaggi utilizzati. Francesca Pasquali suggerisce due strategie: 1. Definire le diverse forme di multimedialità sulla base dei supporti e dei canali. Multimedialità Online e Offline. Offline: prodotti editoriali fissati su supporti Online: riguarda i siti web 2. Intrecciare la multimedialità con altri concetti propri dei new media. Multimedialità interattiva e ipermedialità. Interattiva: possibilità dell’utente di partecipare Ipermedialità: organizzazione associativa delle informazioni. Il web collaborativo offre agli utenti continue possibilità di interazione, partecipazione e collaborazione. Con i sistemi di rating ad esempio, gli utenti possono esprimere valutazioni su varie tipologie di prodotti. Le piattaforme di mashup permettono invece di aggregare informazioni che provengono da fonti diverse. Ci sono poi moltissime app che fanno della collaborazione con gli utenti il loro punto di forza. Esempio di Waze. Il bello del web collaborativo è che l’utente è centrale nella produzione e circolazione dei contenuti. Ne deriva una libertà rispetto alle logiche delle industrie culturali; questa libertà si allarga anche ai processi di partecipazione politica e più in generale si ritroverebbe nelle forme di cittadinanza. MA questo è anche il suo problema. A. Keen denuncia l’impoverimento generale derivato dalla produzione di contenuti da parte di non esperti. Lanier critica il “totalitarismo cibernetico”, si scontra cioè con l’idea che tutto sia digitalizzabile, emozioni umane comprese. Il web collaborativo, secondo lui, non farebbe che annullare le singolarità a favore di un indistinto comunitarismo con tendenze al cinismo. T. Terranova fa una lettura marxista del web collaborativo, secondo la quale, l’utente che collabora di fatto è sfruttato perché lavora gratis per il profitto delle mega aziende. 3.8 Caso studio: i wiki e Wikipedia La caratteristica principale dei software wiki è quella di permettere agli utenti registrati di apportare modifiche velocemente a materiali pubblicati online direttamente dal browser. Il sistema mantiene memoria dei cambiamenti in modo che sia sempre possibile tornare alla versione precedente. Wikileaks: creazione di contenuti in forma anonima. Il wiki più famoso in assoluto è Wikipedia. Un’enciclopedia multilingue, collaborativa, online e gratuita. Consultabile gratuitamente senza limitazioni né costi I contributi sono volontari = caratteristiche della cultura hacker che si fonda sulla conoscenza libera, aperta e collaborativa. I 5 pilastri fondanti di Wikipedia: 1. È un enciclopedia 2. Ha un punto di vista neutrale 3. È libera 4. Ha un codice di condotta 5. Non ha regole fisse: be bold Il problemi sono: attendibilità ed autorevolezza. Con la tracciabilità degli indirizzi IP è possibile risalire all’autore del contenuto. Vandalismi sono episodi di inserimento deliberato di errori. Attendibilità: uno studio ha messo a confronto Wikipedia e l’Enciclopedia Britannica. Esse hanno un tasso di attendibilità statisticamente identico. Variabilità: vi sono dei settori sovradimensionati, alcune voci dipendono invece fortemente nei contenuti dal primo creatore, altre invece risentono del fan effect. Il problema principale risiede nel fatto di presentare un punto di vista sostanzialmente occidentale e anglo centrico. 3.9 La libertà: l’etica hacker e l’open source Gratuità e libertà sono i principi di base di Wikipedia, la quale trova i suoi fondamenti nell’etica hacker. Quest’ultima ha avuto un ruolo molto rilevante nella costruzione della rete come la conosciamo oggi. Hacker: appropriazione della rete con finalità anti commerciali e politiche, i primi a porre attenzione a questioni come la privacy. Un programma è un software libero se gli utenti godono delle 4 libertà fondamentali, Stallman: 0. Libertà di eseguire il programma per qualsiasi scopo 1. Libertà di studiare come funziona il programma e di modificarlo in modo da adattarlo alle proprie necessità 2. Libertà di ridistribuire copie in modo da aiutare il prossimo 3. Libertà di migliorare il programma e distribuirne pubblicamente i miglioramenti apportati, in modo che tutta la comunità ne tragga beneficio Il prerequisito è che il codice sorgente sia aperto. Stallman e la sua associazione promuovono il progetto Gnu, una piattaforma di software libera, al cui interno si sviluppa il free software Linux. La free software foundation ha elaborato la licenza Gnu/Gpl con lo scopo di proteggere l’autore e il prodotto da chiusure del codice e privatizzazioni: “licenza copyleft”. LA PERSONALIZZAZIONE Processo di personalizzazione: 1. Adattabilità dei prodotti alle scelte degli utenti 2. Flessibilità tempi e spazi di consumo 3. Sviluppo di azioni di bricolage sui media LA PERSONALIZZAZIONE Personalizzazione di: Contenuti Logica pull (pubblicità personalizzata dai coockies) e logica push Tempo e spazio Computer ubiquo Produzione Prosumer IL WEB COLLABORATIVO Crossmedialità: prosumer e convergenza UGC: User Generated Content La collaborazione La valutazione degli utenti: il rating Critiche al Web collaborativo Keen: dilettanti allo sbaraglio e impoverimento Larnier: Cultura digitale come riduzione della cultura umanistica. Annullamento delle singolarità perché mi mantengo all’interno del sentimento comune. Terranova: Il lavoro gratis. Lettura marxista. NUOVE LIBERTÀ? Hacker non solo “pirati informatici” Il software libero Copyright e copyleft Libertà e gratuità 4. Media digitali tra identità, interazioni e gestione del self 4.1 Identità e nuovi media In passato tempo e spazio erano dei limiti alla socialità. Oggi siamo circondati dalle tecnologie della comunicazione, le quali cambiano la nostra posizione nel paradigma comunicativo: passiamo da oggetto della comunicazione altrui (tv, giornali, radio) a soggetto. Tutto ciò viene enfatizzato con il cambiamento in chiave sociale del web (nascita di nuovi strumenti che permettono di potenziare le relazioni tra individui). Reinterpretazione di comunicazione sociale e di massa. Gli individui entrano a far parte di una comunicazione personale di massa (si rendono conto di essere protagonisti attivi della comunicazione grazie a pratiche che consentono di auto rappresentarsi). Alla base di ciò c’è la propensione dell’attore sociale a farsi media, con l’interiorizzazione delle logiche e dei linguaggi dei media (il linguaggio dei mezzi di comunicazione viene fatto proprio) Identità: rapporto dialettico tra l’individuo e la società (rapporto tra me e le altre persone). Una volta era affidata a classe di appartenenza, gruppo religioso, ecc. Ora i confini si allargano. Da sempre i media hanno contribuito alle dinamiche identitarie, perché permettono di entrare in contatto con sfere esperienziali non accessibili alla vita quotidiana. Identità individuale: desiderio del soggetto di considerarsi individualità diversa da tutte le altre e pone le sue fondamenta sulla propria storia e sulla corporeità Identità sociale: dimensioni intersoggettive e condivise dell’identità, esperienza=azione situata all’interno di ruoli e relazioni in cui ogni individuo è immerso Gli spazi offerti dai new media (soprattutto social network) sono infrastrutture che permettono di oggettivare il carattere identitario: nuovi modi di rappresentarsi (costruire la propria faccia è anche curare la presentazione del se online). Per costruire la percezione che gli altri hanno di noi, ciascuno rivela qualcosa di se (passioni, gusti musicali, ecc.), tutto calibrato in base alla piattaforma che stiamo utilizzando. Avvento del web sociale = spartiacque all’interno dell’analisi del rapporto tra identità e media digitali. PRIMI STUDI: demarcazione tra il mondo online e quello offline, universi separati e differenti. Vita parallela online dove le regole dell’offline venivano sospese. Spazio virtuale = luogo privo di materialità, ricco di libertà, dove è possibile la sospensione del se fisico. Per altri il virtuale non è autentico, è una brutta copia del reale. Rischio di inquinare vita reale, perdita del se, nascita forme di dipendenza Presentazione del se come qualcosa che si separava dall’identità personale: - Abbellimento virtuale - Multitasking identitario - Gender-swapping In internet possiamo presentarci non essendo vincolati da ruoli che occupiamo nella vita reale e possiamo addirittura superare la fisicità. 4.2 I nuovi approcci che si sono occupati di identità e nuovi media Con gli studi effettuati in seguito, emerge che la vita in internet non è mai decontestualizzata e disincarnata, gli spazi offerti dalla rete vedono la convergenza tra concreto e virtuale (se dico che sono con la mia famiglia e un amico posta una foto dove sono in discoteca le conseguenze non sono virtuali). L’utilizzo delle risorse messe a disposizione dalla rete diventa uno spazio di espressività per il self. Spazi fisici e virtuali vanno a fondersi in un continuum. Continuo dialogo tra identità personale e sociale che avviene nella vita quotidiana per via di - Confronto con altri utenti, Ognuno di noi accede a questi particolari siti con motivazioni differenti e con strategie spesso dissimili. Ci sono diversi tipi di utilizzatori: I non utilizzatori - concerned about safety - technically inexperienced - intellectual rejecters Gli utilizzatori - alpha socializer: usa in SNS per flirtare, incontrare nuove persone e divertirsi - attention seeker: chi ricerca attenzione e commenti degli altri - followers: soggetti che usano i SNS per monitorare le attività degli altri - faithfuls: li usano per riprendere contatti con vecchi amici - functional: usano i SNS per particolari scopi tipo rimanere aggiornati sulla propria squadra di calcio preferita I SNS sono gli spazi nei quali oggi avviene il maggiore investimento identitario, vanno a definire il confine tra identità online e offline. Le funzioni che assolvono sono per di più di tipo relazionale: strumento di gestione relazionale urile a rimanere connesso con tutti, a ricordarsi delle persone fisicamente distanti e per farsi ricordare da loro. Non bisogna ricercare nei social media la causa dell’affermazione di nuove socialità. I SNS sono forme partecipative che comunque hanno dei limiti tecnici imposti dal sito. L’uso di specifiche piattaforme e i contenuti pubblicati sono legati al background sociale dell’utente (età, capitale culturale, capitale sociale). 4.6 Social media e gestione del self Rete = palcoscenico, finestra sulla propria identità Goffman: processo di perdita della faccia: disgregazione di quelle maschere che nel tempo riusciamo a costruire e che utilizziamo in diverse situazioni, nel mondo digitale questa pratica ha maggiore risonanza. I social diventano degli strumenti grazie ai quali rielaborare il se, sono solo una delle possibili esperienze relazionali che la vita offre. La mediazione digitale grazie alla visual anonimity permette di superare le barriere legate alla timidezza e all’imbarazzo, e dà luogo a una continua negoziazione tra vicinanza e lontananza dall’altro. Nascono nuove forme di gestione della reputazione; ogni utente acquisisce reputazione in base a quello che pubblica nella propria bacheca. Se sono un blogger, più sarò citato e più la mia reputazione aumenterà. I like diventano una forma di misurazione del riconoscimento sociale. Più alta è la reputazione e maggiore sarà la posizione all’interno del gruppo (es: punteggi venditori eBay). In rete inseriamo numerose informazioni personali: cambia il rapporto tra pubblico e privato perché noi tendiamo a condividere molte informazioni che prima erano considerate private. Il mutato rapporto tra pubblico e privato può portare a due problemi: - uso dei nostri dati da parte delle aziende - accesso da parte dei singoli alle informazioni private. Il paradosso della privacy - Barnes (2006): gli adolescenti all’interno dei media sociali tendono a dare maggiori informazioni su di se per aumentare l’intimità dei rapporti sociali, ma al contempo vorrebbero avere un controllo maggiore sui dati che inseriscono in queste piattaforme. Più info mettono, più aumenta il self branding. Si mettono in discussione gli spazi di ribalta e retroscena e anche i pubblici di riferimento, es: due ex che si insultano su fb, prof che fanno commenti su studenti. Intimità digitale - Artieri (2009): stato in cui si possono vivere forti condivisioni emotive senza che siano un preludio alla capacità di dare vita a relazioni profonde. Vicinato digitale senza necessità di profondità relazionale. 5. I nuovi media tra disuguaglianze e competenze 5.1 I media digitali: chi è dentro e chi è fuori Le nuove tecnologie riducono il divario di saperi di cui gli individui dispongono in ragione delle loro provenienze sociali e culturali. Technologies of freedom. Grandi potenzialità di sviluppo, permettono di accedere a una società dell’informazione globale e priva di barriere spaziali. Il digital divide. Internet è potenzialmente disponibile per ogni individuo in ogni angolo del globo MA praticamente il divario continua ad essere enorme. Digital divide - divario nell’accesso infrastrutture, possibilità economiche della famiglia Network society e disponibilità di connessione Esclusione digitale - dimensione di Internet – n° tot. assoluto utenti di un paese - penetrazione di Internet - % utenti della rete su totale popolazione = indicazioni per capire quanto un paese si a all’avanguardia anche a livello economico e sociale Castells “l’accesso da solo non risolve il problema, ma è un prerequisito per superare la disuguaglianza in una società le cui funzioni e i gruppi sociali dominanti sono sempre più organizzati intorno ad Internet.” La network society ha un problema infrastrutturale. Dimensione e penetrazione sono i due parametri con cui analizzare la geografia di Internet. Il digital divide in Italia. In sintesi, per i profeti della nuova era internettiana, quell’ipotetica Età dell’oro in cui alla penuria, all’opacità e alle costruzioni dei vecchi sistemi si sarebbe sostituita la ricchezza, la trasparenza e la libertà della rete, si pone un ostacolo, intrinsecamente legato ai non superati problemi di disuguaglianza economica, politica e sociale che impediscono l’accesso universale alle nuove opportunità. 5.2 Dal digital divide alle diseguaglianze digitali La strada verso l’appartenenza alla network society impossibilità ad usare Internet come fonte di disuguaglianza sociale (non solo individuale), basti pensare al sistema infrastrutturale Dibattito sul divario digitale inizialmente concentrato su information haves e information have-nots. Classificazione dicotomica e binaria degli individui. Dal solo accesso fisico al capitale umano e alla trasformazione tecnologica dei settori economici e industriali Apocalittici ed integrati. Vocazione democratizzante o conformismo, atomizzazione e alienazione? Castells: 4 fattori da cui dipende il gap internazionale nell’uso di Internet. 1. divario nelle infrastrutture delle telecomunicazioni 2. dipendenza dei server dalle dorsali Internet statunitensi 3. irregolare distribuzione dei domini 4. strategie adottate SARTORI E DIVARIO DIGITALE GLOBALE Per capire quanto un paese sia avanzato rispetto ai media avanzati dobbiamo mettere in relazione i Tassi nazionali di accesso alla rete con: 1. PIL pro capite 2. Indice dello sviluppo umano 3. Livelli di scolarizzazione 4. Spesa nel settore ricerca e sviluppo 5. Offerta di nuove tecnologie 5.3 Le forme del divario sociale DIVARI DIGITALI I divari quindi sono qualcosa oltre il mero accesso; Meccanismi che vanno oltre all’accesso-non accesso Status socio-economico Età Cosa fanno le persone e cosa sono capaci di fare quando si connettono Non divario ma divari 6. Partecipazione politica nei new media 6.1 Le nuove tecnologie sono democratiche? I new media sono associati all’idea della possibilità del mutamento, (acquisizione di maggiori competenze dagli utenti e semplificazione di accesso alle tecnologie) ampliando le possibilità di accesso ai saperi e alla conoscenza, liberata dai vincoli materiali. L’eccezionalità della rete risiede nel conferire alle persone, tutte, il controllo sulla parola e sul linguaggio (Derrick de Kerckhove) con una migliore quantità e qualità di dati per tutti, decentralizzare e fondare se stessa sull’ interattività trasformando ogni utente in produttore di informazioni. È qui che si spiega il potenziale democratico. I nuovi media pongono rilevanti questioni in merito alla virtualizzazione della politica, al rapporto tra elettori ed eletti, all’idea e ai caratteri della cittadinanza, ai processi di selezione della classe dirigente, alla relazione tra stato e società civile, all’idea stessa di rappresentanza democratica. La cittadinanza digitale diventa quell’insieme di opportunità, offerte dalle nuove tecnologie per rivitalizzare la relazione tra istituzioni e cittadini. Bisogna non farsi abbagliare da alcuni miti che possono rivelarsi falsi, (Pitteri) i nuovi media data la loro natura possono delineare scenari di radicalità e creare nuove disuguaglianze. Esempi: nuove concentrazioni di potere e conoscenza, imporre nuovi sistemi di controllo, stimolare tendenze populistiche, pura propaganda nei dibattiti politici con uso di linguaggi violenti e reazione emotive. Analizzando il ruolo dei new media nella politica non bisogna farsi abbagliare dalla mitizzazione della democrazia elettronica, che fa prevalere l’idea che internet crei un mondo di uguali. Bisogna ricordarsi che internet è anche popolato multinazionali, pesanti leggi di copyright, usato anche da gruppi eversivi che spesso paiono opporsi ai principi democratici della rete. Altre due dimensioni concorrono al dubbio sull’efficacia della relazione new media e politica: 1. L’élite politica che compie un’adozione dei nuovi media più formale che sostanziale, l’offerta digitale difatti è ancora parecchio scarsa specialmente a causa di ragioni economiche. 2. In primis i cittadini devono mostrare la volontà di incrementare i loro livelli di partecipazione ai processi politici e decisionali, ma solo una minoranza di persone lo fa effettivamente. 6.2 La sfera pubblica digitale La tendenza dei media tradizionali unisce la spettacolarizzazione dei contenuti alla personificazione della proposta politica, la politica contemporanea assomiglia sempre più a un prodotto da vendere ad un elettore che appare come una sorta di cliente. Ci si interroga sempre meno sulla capacità che i rappresentanti politici possiedono per ricoprire il ruolo per il quale si candidano e sempre più sulla loro vita privata. Il processo di vetrinizzazione, che vede i media trasformarsi in un palcoscenico nel quale esibire la propria privacy non ha risparmiato nemmeno la rete. Il ruolo della rete e del web 2.0 oggi nel funzionamento della politica contemporanea è il punto di arrivo nel processo di mediatizzazione (gli effetti derivati dalla progressiva diffusione dei nuovi media che trasforma il pianeta in villaggio globale). La stessa idea di sfera pubblica, luogo in cui si forma l’opinione pubblica attraverso la discussione di temi di interesse pubblico tra privati, è da porre in relazione alla comunicazione e alla sua evoluzione. I media digitali e il web 2.0 producono ambiti di sfera pubblica qualitativamente differenti per l’accesso e la partecipazione, (così come a suo tempo avevano fatto i media tradizionali, giornali, riviste, libri). I new media permettono a un numero di individui sempre maggiore di partecipare direttamente alla produzione di saperi, aumentando il pluralismo della società, cioè la diversificazione delle fonti di informazione dando una alternativa a quelle più tradizionali, più facilmente controllabili dall’autorità statale. La sfera pubblica in rete, cyber trasformata, può essere guidata dagli interessi di gruppi di utenti che assolvono a quella forma di funzione di sorveglianza democratica che tradizionalmente riguarda la stampa e le strutture professionali legate a gruppi di potere economico o politico (Dahlgren 2005). I nuovi media mettono in discussione i processi di intermediazione tradizionali tra il pubblico e la conoscenza socialmente accettata (fornita dai media tradizionali) dando la possibilità ai cittadini di conoscere una mole immensa di informazioni, prima solo a privilegio di pochi, dando anche agli individui dei luoghi di interazione e discussione per formarsi delle opinioni al di là dei mass media tradizionali. Questo processo si chiama disintermediazione e comprende una radicale trasformazione in primo luogo del giornalismo, ad esempio con il Citizen journalism, la possibilità di pubblicare notizie e commenti rendendoli accessibili ad altri utenti. Queste pratiche hanno modificato anche il modo di fare notizia, oggi i giornali integrano le loro edizioni con commenti e sistemi di interazione degli utenti. Emergono soprattutto nuovi canali di selezione delle notizie che discutono il ruolo del gatekeeping (i criteri di filtraggio delle informazioni) distribuito anche agli utenti che possono valutare e pubblicare notizie secondo parametri differenti. Emergono notizie e contenuti rilevanti per il dibattito politico ma che nascono al di fuori dei processi controllati dai classici canali. Un passaggio dalla democrazia dei partiti a una democrazia del pubblico, in cui prevale la costruzione di un legame diretto tra leadership e cittadini. Uno dei rischi del web è la cyber balcanizzazione in cui le comunità selezionano i proprio membri condividendo solo gli stessi tipi di interessi, l’effetto è la creazione di circuiti autoreferenziali in cui non si dibattono gli argomenti e si cercando solo le informazioni che corrispondono al proprio pensiero. Il risultato finale rischia di essere il rafforzamento delle opinioni e delle motivazioni più che il confronto e il dibattito. 6.3 La partecipazione politica in rete Bennett, 2003: Nuove tecnologie come strumenti di informazione, strumentali all’azione politica che toccano le più ampie dimensioni della cittadinanza politica, della formazione di opinioni, e del coinvolgimento. Importanti cambiamenti hanno coinvolto le forme di partecipazione e rappresentanza politica negli ultimi decenni: calo dell’affluenza alle urne, declino di fiducia nelle istituzioni, crescente predominio di una dimensione pubblica, forme partecipative nei movimenti. Oggi: dimensione privata sui valori dell’autoaffermazione e del consumo. Si assiste ad un mutamento delle forme di partecipazione da quella tradizionale a non convenzionale con l’emergere di forme di associazione e coinvolgimento che nascono dalla condivisione di campagne monotematiche o relative a progetti individuali. Alle attività convenzionali si affiancano quelle non convenzionali come, flash mob, apparire nei media, partecipare a forum, condurre attività di lobbying, firmare o raccogliere firma, boicottare dei prodotti, occupare spazi, compiere azioni di disobbedienza civile. Rappresentano un tipo di partecipazione di *voice privatizzata caratterizzata da forme di comunicazione personalizzate in cui gli elettori diventano, attivi e critici attraverso gli strumenti del web. Proprio questi strumenti vengono usati a tale scopo specialmente dai più giovani. Le ricerche empiriche dimostrano che la relazione tra uso di internet e partecipazione politica è positiva, ma riguardo alle interpretazioni del fenomeno ci sono pareri discordanti: Effetto causale positivo: la rete ha effetti favorevoli sulla politica, meno barriere, più inclusività della sfera pubblica e partecipazione Effetto causale negativo: le nuove tecnologie hanno effetti sfavorevoli sulla partecipazione poiché il tempo trascorso in rete riduce lo svolgimento di attività sociali e politiche offline Autoselezione: i cittadini già politicamente attivi si auto-selezionano nell’usare internet e l’accesso non accresce in maniera casuale il coinvolgimento civico. Queste 3 teorie, non si escludono a vicenda, sono anzi molto fluide e non univoche data la natura contemporanea del mezzo che evolve in continuazione. Non esiste una dicotomia tra politica offline e online ed è sbagliato parlare in modo sperato di questi due concetti, poiché chi intraprende le azioni online è influenzato dalla propria esperienza reale. 6.4 Gli strumenti della democrazia online E-democracy: insieme delle opportunità di partecipazione dei cittadini nei processi decisionali per effetto di internet, comprende ambiti e dimensioni differenti: 1. Inclusione sociale: riduzione delle disuguaglianze digitali (ma si deve garantire a tutti la disposizione delle reti, servizi etc.) 2. Accesso all’informazione: attingere alla comunicazione dagli attori e esercitare un controllo democratico sulle istituzioni 3. Accesso alla sfera pubblica: possibilità di produrre, modificare e rendere disponibile l’informazione partecipando alla formazione delle opinioni attraverso il dialogo e il confronto 4. La dimensione elettorale: processi elettorali di selezione della classe politica 5. Iniziativa diretta: chiunque può presentare petizioni, appelli etc. relative a questioni che coinvolgano la comunità 6. Partecipazione ai processi decisionali: coinvolgimento dei cittadini e delle loro forme associative in processi decisionali E-government: Processo di informatizzazione dell’amministrazione pubblica che consente di razionalizzare e ottimizzare il lavoro degli enti e delle istituzioni così da offrire ai cittadini i servizi tradizionali in maniera più rapida e innovativa E-democracy può essere suddiviso in diverse tipologie: 1. E-democracy amministrativa: conduce alla piena realizzazione della democrazia elettronica, le informazioni sono accessibili e verificabili, stimola pratiche collaborative, flessibili e trasparenti che ricostituiscono il legame fiduciario tra istituzioni e cittadini 2. E-democracy consultiva: stimolato e favorito il coinvolgimento dei cittadini in determinati momenti decisionali e temi politici. 3. E-democracy partecipativa: concepisce i new media come uno stimolo alla partecipazione attiva, cittadini in una condizione di quasi parità con lo stato rispetto alle istanze da porre al centro del dibattito politico. 4. E-democracy deliberativa: modello auspicato dai teorici degli effetti della rete, cittadini partecipano a pieno titolo alla vita politica Gli strumenti digitali in generale con le loro soluzioni (blog, bacheche, social) contribuiscono e facilitano il dialogo e il confronto tra istituzioni e cittadini E-vote: facilitazione al voto ed è da inquadrare nelle soluzioni di e-government Voto online 6.5 Lo spazio dei movimenti I movimenti sociali sono forme di azione collettiva condotte per la difesa di specifici diritti da parte di categorie sociali, culturali, etniche e sessuali che mirano al cambiamento della società contemporanea concentrandosi in particola modo su interessi post-materialistici; le sue caratteristiche fondamentali sono: 1. Abilità di sviluppare interpretazioni e visioni della realtà alternative a quelle dominanti che alimentano identificazioni collettive e il tentativo di produrre o resistere ai cambiamenti. 2. L’uso della protesta come mezzo di pressione sulle istituzioni. Le proteste sono spesso rivolte all’opinione pubblica più che ai rappresentanti o alle istituzioni. 3. I movimenti sociali sono reti informali che collegano una pluralità di individui e gruppi, network poco strutturati e debolmente collegati di individui che si sentono parte di uno sforzo collettivo. 7. Studiare internet o con Internet. 7.1 Allestire nel modo più consono la cassetta degli attrezzi. Per chi si occupa di scienze sociali avere a che fare con i new media assume un duplice significato: 1. studiare questi nuovi mezzi di comunicazione come specifico campo d’indagine, 2. utilizzarli come strumenti di rilevazione e di raccolta di materiale empirico. Ruolo di internet all’interno del panorama metodologico, assumendo la duplicità di significato: come nuovo oggetto di studio per le scienze sociali e/o come strumento in grado di supportare le ricerche (cassetta degli attrezzi del ricercatore). 7.2 L’evoluzione degli studi su Internet. Analizzare i new media con un approccio sociologico significa concentrarsi sui mutamenti che non coinvolgono meramente il piano tecnologico, ma anche le configurazioni politico-economiche, la conoscenza e la cultura. Gli studi sulla comunicazione tra il XX e il XXI secolo si sono concentrati sulla ricerca di un nuovo linguaggio per la descrizione del potere dei media che si allontanasse da quello degli effetti. Tale cambiamento ha portato a una ridefinizione degli approcci e dei paradigmi che aiutasse a comprendere non solo la relazione con il mezzo, ma anche l’incorporazione dei media nella vita quotidiana. Si è passati quindi da considerare il web come “altro” e come unicum, all’interpretare la rete come ibrido e come uno dei tanti ambiti dell’agire contemporaneo. Spostandosi così dall’analisi degli impatti di internet sulla società alla comprensione della natura sociale della tecnologia e delle pratiche perforate in rete e attraverso la rete. 7.3 Le tre fasi degli Internet Studies Prima fase: obiettivo era di prevedere gli effetti dei nuovi mezzi al fine di arginare eventuali pericoli che avrebbero potuto creare, computer usati solo nelle grandi aziende, nei centri di ricerca e nelle università, non erano user friendly (solo testo), e sembrava fosse un canale capace di avere effetti importanti sull’interazione umana face-to-face e sui comportamenti degli utenti. Secondo fase: considerare la rete come luogo, identificandosi con il termine di cyberspazio. Ricerche che però si focalizzavano solo sulla comunicazione mediata da computer e che hanno “dimenticato” di riflettere anche sulle altre forme di interazione a essa complementari. Terza fase: diffusione del Web 2.0, UGC, user oriented, Internet mobile, tablet, nuovi servizi come geo-localizzazione, realtà aumentata. L’interesse si sposta su COME i diversi soggetti utilizzano internet nella vita quotidiana. Il compito dei ricercatori diventa quindi quello di comprendere e spiegare il collegamento tra le pratiche d’uso e le rappresentazioni sociali. 7.4 Questionari online Questionario come strumento di rilevazione composto di domande chiuse strutturate, prevalentemente chiuse e con risposte precodificate. Dopo la compilazione dei questionari segue l’inserimento delle risposte in una matrice di dati e l’elaborazione statistica che permette l’interpretazione degli stessi. Gli e-questionnaire sono questionari elettronici e possono essere inviati tramite mail oppure compilati attraverso un’apposita pagine web. Diffusione del CAWI (Computer Assisted Web Interview) che permette la compilazione dei questionari via web. La sua diffusione è legata a: • necessità di ridurre i costi, • maggiore alfabetizzazione informatica • distribuzione geografica dei partecipanti • sviluppo di software idonei. Vantaggi e svantaggi dei questionari online via mail o compilati tramite una pagina web: Vantaggi questionari online: • multimedialità e dinamicità, • gestione più semplice di questionari dalla struttura complessa e possibilità di inserire domande sonda e controlli che prima erano presenti solo nell’intervista vocale, • anonimato è maggiormente preservato, • economicità dello strumento (no stampa, software gratuiti come Google Drive). • permettono di adattare la propria struttura al profilo dei soggetti che lo stanno compilando attraverso due dispositivi: branching (far visualizzare ai rispondenti solo le domande pertinenti al loro profilo o alle risposte precedenti) e piping (personalizzare le domande in corso d’opera a seconda della scelta dell’utente). Svantaggi: • utilizzo della rete internet, non è possibile scaricarlo e risponde offline • non sempre si è certi che l’utente risponda, utilizzo quindi di remainder che ricordino al rispondente di compilare o finire il questionario. 7.5 Le interviste online Le interviste vanno distinte secondo il modo in cui vengono declinati specifici aspetti quali: standardizzazione delle domande e delle risposte, ruolo e direttività del ricercatore, focalizzazione su un determinato argomento o la trattazione di tematiche più ampie. Le interviste possono avere diversi gradi di standardizzazione: • intervista strutturata: domande uguali per tutti. • intervista semi-strutturata: l’intervistatore dispone di una traccia che contiene solo gli argomenti della discussione, è libero di seguire il proprio ordine e il modo di formulare le domande. • intervista non strutturata: nella quale l’itinerario del colloquio e gli argomenti vengono scelti dall’intervistatore a seconda del soggetto che sta interpellando. L’intervista deve sempre sottostare alle convenzioni e regole sociali e comunicative come rispetto dei turni e dei ruoli, il contesto e la posizione sociale. L’intervista online viene utilizzata quando bisogna contattare soggetti lontani geograficamente o con problemi relativi alla salute e/o psicologici. Quando utilizzarla al meglio: • per colmare la distanza spaziale, è molto importante il setting per un’intervista e con questo strumenti si dà la possibilità all’intervistatore di deciderlo (esempio divano di casa, contesto d’intimità e familiarità). • per permettere la deindividualizzazione, per favorire l’anonimato e la “self discousure”, cioè una maggiore apertura rispetto a temi più delicati e intimi. • per non avere idee iniziali sull’intervistato. La possibilità di non vedersi evita di creare un’idea stereotipata di chi ci sta di fronte. L’intervista rimane quindi più legata ai contenuti (anche se possiamo lo stesso farci un’idea di chi ci sta di fronte a seconda delle sue parole, esempio “sono appena stata dalla parrucchiera dopo che ho finito il lavoro in banca”), • per risparmiare soldi, tempo e spese relative agli spostamenti e all’eventuale affitto di spazi ad hoc. Le interviste online posso creare problemi relativi alla digitalizzazione delle risposte (come lentezza o non conoscenza delle emoticons), oppure in termini di attenzione. La mancanza di compresenza fisica potrebbe anche risultare sfavorevole per alcune tematiche perché manca la comunicazione non verbale. Le interviste online possono essere: 1. via chat (interazione sincrona: stessa chatroom) 2. via mail (asincronicità delle risposte, positivo perché c’è più tempo per meditare sulle risposte. 3. video conferenza (interazione sincrona: stesso software) 7.6 I Focus Group online Tecnica di raccolta del materiale empirico basato su piccoli gruppi di persone, solitamente a 6-8 partecipanti, supportati da moderatori, che parlano di un determinato argomento inerente all’oggetto di ricerca. Vantaggi: • stesso argomento ma con più punti di vista e esperienze, • interazione tra i partecipanti fornendo approfondimenti utili a favorire la comprensione delle tematiche prese in considerazione, • il ricercatore può creare uno spazio d’interazione di gruppo e socialità che dà la possibilità di indagare meglio costrutti e argomenti complessi e delicati, • meccanismo di empowerment: favorisce un confronto capace di far lavorare i soggetti attorno ad un argomento non più come aggregato di individui, ma come un collettivo. Uno dei limiti del focus group riguarda il fatto che spesso è difficile riunire i partecipanti, anche per via dell’imbarazzo nel condividere informazioni ed esperienze personali davanti a sconosciuti. I focus group online offrono due vantaggi: