Scarica Sociologia della comunicazione e dei media digitali e più Appunti in PDF di Sociologia Della Comunicazione solo su Docsity! INTRODUZIONE Di cosa parleremo? 1- Comunicazione ed effetti sulla società (rapporto comunicazione e società) Ci sono azioni molto importanti che noi compiamo nella nostra vita quotidiana. Queste azioni sono: - informarci (anche nella vita quotidiana) - formarsi un’opinione su quello che ci circonda - produrre e consumare cultura attraverso quali piattaforme (e nel passaggio dai media tradizionali a quelli tradizionali, siamo passati a consumare cultura sulla logica del palinsesto a quella algoritmica che mi permette di scegliere quello che mi piace, il cambiamento vero sta nel palinsensto che mi offre delle serie da guardare a un app che sa che cosa voglio vedere e quindi me le mette in primo piano) - agire e mobilitarsi, è un altro comportamento che noi adottiamo nella nostra vita che è mediato dai mezzi di comunicazione, ad esempio il sistema dei media oggi favorisce il tipo di mobilitazione etica e ambientale per iniziative come quelle portate avanti da Greta Thunberg. Quindi quando parliamo degli effetti dei media sulla società parliamo di come il sistema dei media influenza la nostra informazione, formazione di opinione ecc. Il fatto che i media digitali siano importanti nel nostro contesto contemporaneo ha degli effetti. Ci sono sempre state delle mobilitazioni ambientali però la portata globale trasnazionale che riescono ad avere questi movimenti poggia sui media. 2- Opinione Pubblica I Media digitali e soprattutto la digitalizzazione ha cambiato queste relazioni: - Le teorie classiche vanno riconsiderate - Emergono questioni relative alla privacy e la costruzione della fiducia. I social media e come funzionano 01 Opinione pubblica Premesse: i media digitali oggi in Italia Oggi ci troviamo in un sistema di media fortemente digitalizzato. Il censis che è un istituto di ricerca italiano che fa ricerca sui temi della comunicazione, ogni anno fa delle indagini quantitative e ogni anno rilascia un rapporto sull’uso dei media. Ci dobbiamo tenere a mente che Non solo il sistema dei media è dominato dalle piatteforme digitali ma che deriviamo da un anno e mezzo in cui il processo digitalizzazione a tappe forzate, perché le esigenze comunicative èrotate dalla pandemia a portato il mondo a digitalizzarsi (gli studenti che si sono dotati di pc). Questa spinta verso la digitalizzazione che ha investito delle attività anche campi come il commercio, chi aveva già degli strumenti di commerce e li ha potenziati come i supermercati. Anche chi non aveva pensato di avere un sito di commerce si è spostato verso questa strada. Questa pressione verso la digitalizzazione ha aperto le strade verso nuove attività. I cambiamenti registrati dal censis: - I dati restituiti dai censis è che 46 mil su 60 mil sono dotati da una connessione internet. - La maggior parte degli italiani ha sviluppato la convinzione che l’accesso a internet sia un diritto e non un bene di lusso, si è creata un opinione pubblica per cui bisogna essere garantita l’opportunità di accedere alla rete. - Quasi l’80% degli italiani usa internet per la salute, il 76% per pagare le bollette, il 75% per attività di intrattenimento e più del 70% per fare acquisti online - C’è una spinta per continuare a migliorare la connessione internet per passare al 5G, chi non ce l’ha è spinto ad accedere a una connessione. Si sta formando intorno alla rete un’opinione dominante che ne coglie tanti aspetti positivi riguardo al 5G, ma anche alcuni che presentano dei timori, quali: la sicurezza, l’accesso ai minori, la dipendenza dai social, il timore degli hater. Quindi l’opinione pubblica creatasi riguardo al 5G presenta dei timori legati alla relazione dei soggetti alla rete e non all’infrastruttura. Sulla formazione di questa opinione incidono anche i mezzi di comunicazione, perché i rischi di frode sono molto parlati e quindi incidono molto sull’opinione. Quindi nella gerarchia di questi rischi c’è anche un effetto dei mezzi di comunicazione, che mettono in evidenzia alcuni rischi piuttosto che altri, quindi è normale che vengano percepiti alcuni rischi maggiormente rispetto ad altri. Il sistema di cui parliamo ha un ruolo molto fondamentale che contribuisce a formare un’opinione sulla rete stessa. Ma che cos’è l’opinione pubblica? - L’opinione pubblica è il giudizio e il modo di pensare collettivo della maggioranza dei cittadini. È un giudizio e quindi riguarda la sfera di valutazione. - L’opinione pubblica è l’insieme delle idee che un determinatoo agglomerato umano 8città, nazione, gruppo di nazioni) ritiene giusto e vero in un determinato momento. Quindi l’opinione pubblica è situata per area geografica e per tempo, e quindi la possiamo intercettare nel tempo e nello spazio, non esiste opinione pubblica uguale per sempre e ovunque, - L’opinione pubblica è un sistema di credenze sulla cosa pubblica. Non riguarda la sfera della vita privata. - L’opinione pubblica non è mai un qualcosa di unitario, ma è un insieme delle correnti di opinione anche opposte dominanti in una società. PAROLE CHIAVE: - Collettiva - Credenze - Determinata - Non unitaria L’opinione pubblica dominante interviene ad esempio quando twitter bloccò Trump dopo l’attacco al capital hill perché incitava all’odio, l’opinione pubblica dominante è colei che stabilisce cosa è un’incitazione all’odio e cosa non lo è. A un certo punto nell’opinione pubblica americana dominanate è sembrato sempre meno accettabile ed è sembrato che fosse possibile sanzionare l’incitazione all’odio delle istituzioni americane. Quindi l’opinione pubblica dominante era che l’aggressività verso le istituzioni era una forma di aggressività non accettabile, quindi twitter si è sentito autorizzato da una certa evoluzione dell’opiniione pubblica a bloccare Trump, e pochi hanno sabotato twitter. Quindi a violte le piattaforme si fanno a volte espressione dell’opinione puybblica nell’includere o escludere certi comportamenti. I primi studi sul rapporto tra media e società focalizzano l’attenzzione sulla formazione dell’opinione pubblica. Perché? I primi che usano il termine opinion leader sono Lazarsfeld e Katz, negli anni 40/50 negli USA fanno alcune ricerche attraverso le quali tracciano l’esistenza di alcuni opinion leader attraverso la teoria del Two Step Flow of communication. prima di questa teoria si pensava che i media colpissero direttamente la mente dei riceventi di messaggi che quindi venivano influenzati direttamente dai contenuti dei media. Quindi questi due sociologi iniziano a porsi una domanda: che cosa influenza la scelta di voto degli americani? Fanno una ricerca sul campo sulla scelta delle persone, vogliono capire come i media di massa sono capaci di influenzare le scelte degli americani, hanno in mente un effetto legato a ciò che viene detto in TV sia importante e influenzi la scelta di voto. Presero una contea e intervistarono le persone. Questa ricerca è stata talmente interessante che sono andati avanti a studiare negli anni 50 a studiare le scelte non più di voto ma di consumo, negli anni 50 in USA c’è un boom economico quindi si interessano alla scelta legata alla moda, cinema, prodotti casalinghi e si interessano alla scelta delle donna in una cittadina. Da queste due ricerche parte tutta una riflessione che arriva vicino a noi. In queste due ricerche scoprono cose importanti: rispetto alle scelte di voto: - La stampa e la radio sono importanti ma intervistando le persone scoprono che esiste un mondo di discussioni politiche quotidiane che esercita grande influenza, quindi cominciano a figurarsi un pricesso in cui c’è qualcosa che interagisce con i contenuti dei media che sono queste discussioni in famiglia e nelle reti dei pari che creavano una grande omogeneità di opinioni all’interno dei gruppi primari (famiglia e amici stretti). Questa opinione che si crea deriva da con chi si discute. Si accorsero che quelli che avevano cambiato scelta erano caratterizzati da un tratto comune, ovvero che tutti erano partiti in disaccordo con i loro gruppi di riferimento e alla fine di tutto il percorso questi avevano cambiato idea. Questo conferma che non solo i media giocano un ruolo importante nella scelta elettorale. Questa scoperta era rivoluzionaria ai tempi. - Scoprono che dentro queste reti sociali (amici, parenti..) ci sono persone più influenti di altri, che vengono chiamati per la prima volta opinion leader e sono tutti accomunati dall’essere più esposti ai media. Non tutti sono uguali nelle discussioni, ci sono alcuni capaci di orientare l’opinione. Queste persone sono tutte più informate ed esposte ai media, hanno una quota di info in più e questo li conferisce la capacità di essere più influenti, quindi i media sono importanti non perché arrivano direttamente a ciascuno ma perché chi ha più info dai media è un soggeto influente capace di orientare le opiniopni degli altri e diventa opinion leader. Quindi i media sono influenti sugli opinion leader e anche sugli altri. I due sociologi dopo questa ricerca si orientano verso il consumo, consapevoli della presenza degli opinion leader sono curiosi di sapere che cosa spinge le donne a compiere le loro scelte di consumo. - Ritrovano anche qui degli opinion leader, anche nelle scelte di consumo ci sono delle discussioni in cui ci sono dei leader, che sono specifici per certi temi, quello per il cinema non è lo stesso per la moda. Quindi gli opinion leader si configurano come delle figure con delle competenze specifiche in alcuni campi. Quindi si avvicina molto alla definizione del buisness dictionary. I media centrano ma sono mediati dagli opinion leader. - Quindi in questa stessa comunità di donne ci sono più opinion leader. La teoria del two step flow of communication vuole sistematizzare le informazioni raggiunte, ed elaborano un modello: - L’influenza esercitata dai media è filtrata dagli opinion leader- 1 step - Il flusso deriva poi dagli opinion leader alle loro reti sociali2 step Questo significa che l’influenza dei media non arriva uguale a tutti, perché gli opinion leader sono diveri, quindi gli stessi contenuti mediatici esercitano un’influenza diversa nelle diverse reti sociali a seconda dell’opinion leader. Fermandoci che al leader dell’opinione sia l’attore sociale più disponibile alla esposizione ai media e più competente nell’uso dei media, il opinion leader ha due funzioni importanti: 1. Gatekeeping: fa da filtro, porta alla sua rete sociale info piuttosto che altre 2. Framing: modellizzazione, nel riportare le info selezionate le racconta e le mette in una narrazione e quindi le da un senso Quindi gli opinion leader rispetto ai contenuti dei media sono un filtro importante. “Le idee spesso fluiscono dai messaggi mediali, dalla radio agli opinion leader e pi i leader portano il messaggio a individui meno attivi rispetto alla ricerca di informazione rispetto alla popolazione” Lazersfeld e Katz A partire da questo modello si inizia a pensare al pubblico come un insieme di reti sociali che si mette in relazione ai media attraverso gli opinion leader anziché una massa indistinta di persone. I due sociologi vogliono quindi identificare cosa fa di un opinion leader un opinion leader: - Sono più esposti ai media Ma bisogna anche di un riconoscimento: le 4 caratteristiche che deve avere un opinion leader: - Literacy: elevata esposizione ai media (tendenza alla ricezione di maggiori informazioni - Commitment: sono appassionati, hanno un elevato coinvolgimento ed interesse per determinati argomenti - Socievolezza: capacità comunicativa tale per cui la info possa essere facilmente trasferita agli altri. - Leadership: esiste se è riconosciuto, dal basso o dal gruppo dei pari del possesso di maggiori conoscenze. Senza la leadership, un opinion leader non lo è. Ci sono poi altre due caratteristiche: ci sono due tipi di opinion leader - Verticali: soggetti che hanno le caratteristiche dell’opinion leader e comunicano attraverso i media - Orizzontali: soggetti che hanno le caratteristiche di opinion leader e che agiscono all’interno di reti sociali più o meno ampie Distinguono tra opinion leader: - Monomorfi: hanno rilevanza in un solo o in un numero limitato di campi - Polimorfi: l’influenza esercitata non riguarda solo un argomento ma, più in generale, idee, atteggiamenti, propensioni e scelte politiche come di consumo (ad es. Obama). Ma sono delle figure rare. Esempi di opinion leader verticali e monomorfi (foto slide): - Hanno visibilità attraverso i media - Hanno una specifica area di influenza - Sono punto di riferimento per gruppi sociali/culturali diversi Gli studi sugli opinion leader vanno avanti: con lo sviluppo delle piattaforme social le figure degli opinion leader ritornano ad essere importanti perché sono luoghi di dialogo e discussione su diversi temi. E ci sono diversi studi che mettono in gioco il pensiero di Lazersfeld e Katz adattandolo alla contemporaneità. Una questione importante oggi nella contemporaneità è quella di riconoscere e classificare un opinion leader: questo avviene attraverso 4 chiavi tipiche delle piattaforme social: - Dimensione dell’influenza: globale o locale. La distinzione globale e locale diventa più importante perché oggi con i social è molto più facile arrivare e trovare opinion leader a livello globale - Area della conoscenza: monomorfi o polimorfi - Orizzonte temporale: possono esserci nelle piattaforme social opinion leader effimeri - Distinzione tra opinion leader positivi e distruttivi, questa emerge con lo sviluppo della rete perché al di là di opinion leader che riescono a guidare anche senza intenti manipolatori verso la formulazione di opinione, ci sono opinion leader che influenzano i follower alla formazione di opinioni non a favore dei follower. - (slide opinion leader distruttivi) Si sono sviluppati dei studi che vogliono evidenziare le caratteristiche dei OL digitali: nell’identificazione di caratteristiche dei opinion leader su Instagram individua caratteristiche che sono simili e rimandano a quelle di Lazersfeld e Katz - Quello che agisce come opinion leader su IG deve essere considerato come esperto di un prodotto o servizio commitment - Essere un membro attivo di una comunità online literacy e commitment - partecipare con alta frequenza e dare un contributo sostanziale socievolezza. - essere considerato da altri utenti come soggetto che ha buon gusto in relazione alle decisioni di acquisto leadership La costruzione del OL in un social si basa sugli stessi pilastri dei due sociologi declinati in modo adatto ai social. Gli influencer importanti nella rete non sono sempre verticali ma ingaggiano, comunicano e questo è un elemento fondamentale C’è anche un’analisi elaborata su 1000 follower di opinion leader che precisa sui contenuti e da ciò che dovrebbero essere caratterizzati da: - originalità: avere elementi innovativi, innovazione nel modo di presentare i contenuti. Devono essere autentici, gli opinion leader devono costruirsi su due dimensioni essere innovativi ma non essere troppo distanti dai loro follower, gli opinion leader devono avere una dimensione vicino alla nostra. - unicità: distinzione rispetto dagli altri, quindi sono tutti caratterizzati da uno stile. - Qualità: cura dei contenuti e della forma, l’attrattività estetica, la comprensibilità e l’assertività - Quantità: quantità di messaggi postati Caratteristiche degli utenti: gli OL funzionano bene se incontrano degli utenti di instagram con alcune caratteristiche: - Propensione all’interazione online anche con chi non si conosce - Congruenza dei contenuti del profilo e interessi, gusti, personalità dei follower. (foto slide schema) 04 LA SPIRALE DEL SILENZIO: Elizabeth Noelle-Neuman fu una studiosa e psicologa sociale tedesca, che si interessò agli studi del processo di formazione dell’opinione pubblica. Quindi individua un terzo elemento importante che è la percezione del clima dell’opinione. Neuman si pone una domanda riguarda il processo di formazione dell’opinione politica. Negli anni 70 in Germania c’erano delle elezioni nelle quali il risuktato elettorale era completamente diverso da ciò che avevano comunicato i sondaggi. Neuman rimase stupita.. ma anche qualche anno fa avvenne qualcosa di simile quando Trump vinse le elezioni contro Hilary Clinton. Questo fenomeno dovuto a delle ragioni sociali e culturali il risulktato delle elezioni sono diverse da ciò che i sondaggi comunicano. Quindi a partire dalla domanda di Neuman riguardo al motivo per il quale le persone cambiano scelta rispetto la comunicazione dei sondaggi, la studiosa elabora la teoria della spirale del silenzio. Da cosa parte? Parte dall’idea che l’opinione pubblica ha una funzione integrativa ,cioè che ci consente di avere dei punti di riferimento comuni per vivere in una società coesa. Non ha in mente una funzione negativa o manipolativa dei media ma ha in mente una funzione positiva per la quale l’opinione pubblica aiuta alla creazione di una comunità coesa nella quale si sviluppa un’opinione comune Neuman sottolinea il progressivo concordare insieme all’interno della società attraverso incontri, dibattiti, opinion leader su un giudizio comune su elementi basilari. Quindi l’opinione pubblica è il frutto di una lavoro sociale teso all’allineamento, è un lavoro che tutti facciamo per trovarsi concordi su alcune cose fondamentali. Questo lavoro mette in gioco molti soggetti, e dà per scontato che i media ci raccontano ciò che è giusto o sbagliato e lo discutiamo fra di noi e ce lo confermano gli opinion leader. Ma Neuman aggiunge altri due aspetti: - In questo processo di costruzione dell’opinione pubblica c’entrano le manifestazioni individuali di opinione - La percezione del clima dell’opinione nella nostra sfera sociale (accordo) L’idea che elabora sull’opinione pubblica è che si formi nell’intersezione tra il monitoraggio compiuto sull’ambiente sociale circostante e i comportamenti dell’individuo stesso. Intuito questo aspetto Neuman recupero uno studio che era stato fatto rpima nel 1950 in un libro scritto da uno stduioso americano Riesman (recuperare titolo opera). Wuesto studio fu recuperato da Neuman perché Riesman aveva analizzato come diverse tipologie di società che si sono susseguite nel tempo come siano caratterizzate da un modo diverso nel garantirsi la conformità dei comportamenti degli individui. Ogni società ha bisogno degli strumenti attraverso cui si garantisce la conformità delle persone. E la Neuman crede anche lei che l’opinione pubblica sia un lavoro atraverso cui sviluppare dei comportamenti coerentiu. E riesman partendo da questa idea vuole individuare gli strumenti per compiere questo processo: - La socializzazione: sono tutti quei luogghji in cui tutti i modelli di comportamento vengono diffusi, ma non in tutte le società questo avviene allo stesso modo, ma dipende in che società ci si trova. Perciò divide la storia della società inte 3 grandi frasi: 1- Pre-moderna 2- Moderna 3- Post-moderna (quella in cui si riconosce Neuman) Pre-moderna: sono tutte quelle società basate su un’organizzazione sociale divisa in gruppi, tutta l’organizzazione sociale gravita intorno a piccoli gruppi, come si fa a definire quali sono i comportamenti conformi? In queste società l’elemento principale è la tradizione, tramandata oralmente ed è legata a ruoli immutabili (nascita, genere, status) e dipendono dalla fedeltà tra amici e parenti. Moderna: in un certo punto questi forti nuclei si spezzano perché le perosne si spostano andando a vivere in grandi città senza legami di ruolo, quindi si avverte la necessità di individuare un modo per definire i modelli di comportamento, Riesman dice che si sviluppa un allineamento più individuale attraverso i mezzi di comunicazione. Stampa e rapporti con le istituzioni ciascuno si allinea, non avendo una rete sociale, l’individuo da solo si informa attraverso i media come allinearsi alla società sviluppando anche un proprio sistema di valori connesso ai modelli di comportamento condiviso. Post-moderna: sono ancora più complicate perché la mobilità delle persone perché è ancora più vario e i media non bastano più per essere bussola, tornano invece ad essere importanti le reti sociali di appartenenza, comunità e rete di persone con cui si lavoro sono importanti all’interno cui essere inseriti. Quindi il processo avviene all’interno di singoli gruppi sociali all’interno cui un soggetto deve essere inserito, le persone necessitano di essere in sintonia con le diverse reti in cui vengono inseriti. Questo complica di più la vita perché non basta più ricevere indicazioni dai media perché ormai ci sono molteplicità di gruppi a cui adattarsi. Gli individui post moderni hanno sviluppato la capacità si tenere sotto controllo quello che pensa il gruppo sociale di cui fanno parte in modo da allinearsi per non essere esclusi. Quello che Riesman spiega interessa molto Neuman perché il suo problema era capire che peso hanno le cose che dico pubblicamente e il clima di percezione dell’opinione pubblica. Quindi Neuman riprende ciò che dice Riesman: possiamo dire che nelle società post-moderne le persone percepiscono l’esclusione come grande rischio, perché è quello che ci può dare punti di riferimento e supporto. Per cercare di evitare l’esclusione noi cerchiamo di controllare ciò che gli altri pensano (la maggioranza) soprattutto se riguarda un tema divisivo. Come facciamo a monitorare cosa pensa la maggioranza? - All’esperienza sociale, cosa notiamo rispetto a quello che vediamo intorno a noi - Rivolgendoci ai media, che è diverso dal rivolgersi dell’epoca moderna, perché io voglio capire cosa pensa la maggioranza e così monitoriamo i climi di opinione e cerchiamo di capire qual è quella domninante. Quindi è un’opinione pubblica duale perché dipende da quello che vediamo intorno a noi e quello che ci dicono i media. E possono essere opposte e in contrasto, l’importante è che andiamo controllando qual è l’opinione dominante. E noi sviluppiamo una competenza nel individuare qual è l’opinione dominante. Sulla base di quello che noi monitoriamo decidiamo se esprimere pubblicamente la nostra opinione o no, perché quello che interessa alla Neuman non è cambiare idea, ma se ci troviamo in un contesto in cui la nostra opinione è contrastante noi non la esprimiamo. Quindi il risultato della nostra indagine sull’opinione pubblica è un’influenza sul nostro comportamento quindi o diciamo quello che la maggioranza crede o non lo diciamo. Per quello nei sondaggi delle elezioni gli individui che hanno un’opinione diversa o dicono quello che la maggioranza dice o non dicono niente poi alle elezioni votano ciò che preferiscono. Questo è quello che era successo nella campagna elettorale di Trump. I media rappresentavano Trump come un candidato non adatto e avevano dato la convinzione all’opinione pubblica che Trump non aveva chance, di conseguenza i suoi sostenitori non hanno voluto esprimere la loro reale opinionespirale del silenzio. Questo ha più effetti: - Noi non esprimiamo la nostra opinione quando pensiamo che non faccia parte dell’opinione pubblica dominante effetto individuale - L’effetto sociale è che parlano solo quelli che fanno parte dell’opinione pubblica dominante mentre le opinioni diverse ci sono ma non si esprimono e quindi si crea una distorsione e spesso la situazione si converte perché si pensa che ci siano più sostenitori dell’opinione dominante, mentre a volte l’opinione dominante è la minoranza perché se ne perde la percezione. I media centrano in questo fenomeno perché ci narrano l’opinione dominante anche a volte in modo distopico. I media a volte rappresentano alcune opinioni etichettandole come minoritarie quindi ci convincono ancora di più della minoranza di questa opinione. Neuman descrive questo fenomeno come illusione ottica. Questo si capisce dal sistema dei media negli anni 70: con lo sviluppo dei media si continua a perpetuare delle opinioni dominante cumulative e coerenti, e forniscono le argomentazioni utili a sostegno della propria narrazione. Allora noi potremmo chiederci se c’è ancora questo ruolo dei media: gli studiosi dicono di sì, i media del 2020 continuano ancora ad esercitare questo potere anche se le fonti sono molteplici, sono in grado di fornire i contenuti che venngono messe in giro nei contenuti digitali. La questione che Neuman propone è che: “I media possono definire e proporre un’opinione come dominante anche se non lo è” Esistono delle minoranze che rappresentano delle opinioni che sono presentate come minoritarie e a trovare spazio nella opinione dominante? Elihu Katz dice di si, ci sono delle minoranze numerose che per alcune caratteristiche riescono a farsi sentire. 13/10 Elihu Katz dice che anche i gruppi minoritari possono generare un effetto di spirale w configurare nuovi movimenti di opinione, ad esempio gli ambientalisti negli anni 70 che erano nati in un contesto in cui l’opinione oubblica era a loro favore, ma queste minoranze hanno delle caratteristiche: 1- Accesso ai media, Katz pensa alla televisione e stampa noi aggiungiamo anche le piattaforme. 2- Deve avere delle caratteristiche interne: coerenza e difesa as oltranza di alcune posizioni. Es. nel contesto americano c’è ancora una credenza di mantenere una differenza tra coloro che arrivano da altre etnie quindi BLM sono riusciti a farsi sentire, ad avere accesso ai media e l’hanno fatto a difesa di un tema preciso. Anche i movimenti oppositivi hanno queste peculiarità ad esempio i NOtav. I movimenti che riescono a farsi sentire all’interno della sfera pubblica hanno queste caratteristiche e spesso vengono identificati con degli hashtag, slogan ecc. anche perché se i Notav si facevano chiamare in un altro modo meno sintetico non avrebbero avuto questo impatto, sentire Me too, Novax, BLM esprimono il concetto e tutti sanno di cosa si parla. Oggi abbiamo movimenti che aldilà della coerenza con cui si propongono riescono ad avere visibilità per il modo con cui si propongono. (Slide 6/36). Visto che è crusciale la visibilità meidatiche le minoranze si fanno sentire più per le manifestazioni e il numero dei partecipanti che per il messaggio. Quindi non è solo più necessario avere elementi verbali Novax, me too ma anche hanno bisogno di elementi visivi e vistosi ad esempio le pettorine gialle. Perché con l’evolvere dei media diventa sempre più importante come si ci mette in scena. I movimenti ambientalisti: Anche se gli utenti sui social affermano di essere capaci di monitorare l’opinione circostante, dalle ricerche si scopre che comunque c’è meno propensione sull’intervenire su temi divisivi, quindi i social sono la proiezione (10.42) LA SPIRALE DEL SILENZIO RIVISITATA: quali strumenti utilizzano gli utenti dei social media per monitorare l’opinione? - Usano i click speech: usano i like, le condivisioni così come i commenti degli utenti possono essere strumenti di interpretazione del pensiero della maggioranza. Se per capire qual è l’opinione pubblica dominante ascolto i media potrei crearmi un idea distorsiva. Ma se io cercassi di capire che cosa pensa la maggioranza dai commenti e i post, e se non sono in sintonia non parlo, quindi questo ha un effetto ancora più distorsivo perché alla fine io valuto la maggioranza sulla base della minoranza attiva sui social. Questo saggio dice che teme maggiormente l’isolamento monitora costantemente i click speech. Anche online si possono verificare forme di isolamento attraverso i hate speech per chi ha un’opinione diversa, e può verificarsi che l’isolamento online si proietti anche su un isolamento offline. Sempre questo saggio vengono evidenziati i fattori intervenienti che aumentano l’isolamento: - Il livello di divisività dei temi trattati. Più sono divisi e più si verifica l’effetto spirale del silenzio - I soggetti verso cui si esprime il dissenso: si crea un effetto a spirale soprattutto quando i soggetti coinvolti sono vicini a chi parla - Questo fenomeno è legato alla necessità di conservare la propria affidabilità sociale e non incrinare quella (..) Anche nei social media si crea l’effetto spirale del silenzio. Sempre sul ruolo dei commenti, una ricerca del 2020, ci dice che questo leggere i commenti soprattutto alle notizie sono metà degli utenti, almeno la metà dei lettori di notizie va a leggere i commenti per capire l’opinione dominante e questo incide su come percepiamo la notizia o l’articolo. Un articolo con una lista di commenti ostili o di parte fa si che le persone interpretino l’articolo come di parte, invece se i commenti sono neutri allore le persone lo interpretano come neutro. Questo è un effetto ancora in via di studio che però sta emergendo come fattore monitorante. 19/10/2021 05-06 TEORIA DELLA COLTIVAZIONE: Georg Gerbner elaborò un concetto nuovo negli anni 79: I media contribuiscono alla formazione dell’opinione pubblica attraverso il loro storytelling. Mentre gli altri si concentravano sui programmi formativi, Gerbner dice che dobbiamo guardare più profondamente quello che i media dicono. Tutto ciò che (…) anche quelli che non sembrano. Noi attingiamo sia ai programmi formativi che ci dano informazioni ma anche alle forme di stroytelling nel processo di formazione dell’opinione pubblica. Ci sono diverse forme di storytelling ad esempio: The Crown, che è uno storytelling che in parte incide sulla formazione dell’OP nei confronti della famiglia reale inglese. In che senso una storia di the crown contribuisce alla formazione dell’opinione pubblica? Perché riguarda un’istituzione, fornisce un quadro interpretativo di cos’è la monarchia inglese. Questo quadro interpretativo fornisce un contributo nella formazione dell’opinione pubblica a livello mondiale. Tuttavia ci sono forme di stroytelling che non riguarda una storia vera e propria, ad esempio Amici: non è soltanto un talent ma è anche un luogo in cui spiega come si affronta la sfida, come presentarsi. Ci sono degli elementi che vengono messi in gioco che incide nel processo di formazione dell’OP. Se impongo dei divieti e degli atteggiamenti accettati incide nell’OP, ma anche decidere quale talento è più rilevante rispetto a un altro incide nell’OP nella calutazione dei talenti nella nostra società. Alle volte questi talent cercano di mettere in scena narrazioni di tipo inclusivo. Il suggerimento di Gerbner allarga lo sguarda che potrebbe arrivare a dire che persino nelle scelte politiche ci sia un’influenza. In che senso stroytelling? Le storia, proposte e ripetute dai media si riflettono sul nostro modo di vedere e interpretare il mondo e producono una visione che diventa sempre più omogena e mainstream. Nella teoria della coltivazione quello a incidere effettivamente sono le storie ripetute. Questa idea che ha Gerbner che bisogna guardare diversi contenuti e le storie ripetute porta all’individuazione di una funzione “bardica”. Queste storie che i media ci raccontano e ripetono funziona come nelle società medievali e rinascimentali come i bardi che raccontavano le storie della comunità, che all’interno di una cultura dovevano diffondersi e tramandare. Raccontavano anche aspetti di vita quotidiana trasformandola in narrazione poetica o cantata, come i media oggi fanno attraverso fiction, narrazioni piacevoli da guardare riguardo a vicende storiche o quotidiane. Quindi Gerbner riconosce nei media questa funzione bardica. Es: i medici, Il collegio, Gomorra. Fiske e Hartley vanno avanti dall’Inghilterra sviluppando la teoria di Gerbner nella fine degli anni 70’. A partire dall’idea di Gerbner della funzione bardica avevano pensato di sistematizzare il ruolo dei media nel contesto sociale, il risultato di questa articolazione della dunzione bardica: in che modo agiscono i media? - Ci forniscono dei modelli di interpretazione della realtà (Joker o Gomorra), la devianza sociale è spesso motivata da condizioni di disagio e marginalità - Propongono un sistema di valori: cosa va bene, cosa no - Spiegare le azioni dei singoli, spiegano cosa motiva certe azioni, quali sono i rapporti di causa ed effetto all’interno di una società - Questi 3 aspetti servono da un lato a rassicurarci sul fatto che così va bene, continuiamo a ripeterci perché così va bene, ci rassicura una cultura. O mette in luce degli elementi di criticità all’interno di un determinato contesto sociale. Rassicurare la cultura della sua adeguatezza o svelarne le inadeguatezze pratiche, evidenziando gli aspetti da evolvere. - Rassicurano che lo status e l’identità degli individui è garantito dalla cultura. Ad esempioi le fiction poliziesche che rassicurano lo status di chi appartiene a questa fascia. - Tutto questo genera appartenenza culturale che è tutto quello che abbiamo detto fino ad ora, condividere delle spiegazioni..ecc. La costruzione dell’opinione pubblica anche in questa visione allargata attraverso lo storytelling ci aiuta a creare un senso di appartenenza (come Neuman). Anche quando non cerano i media c’erano i Bardi. Fiske e Hartley e Gerbner lavorano in parallelo, a fianco di questa elaborazione delle funzioni. Gerbner individua degli indicatori culturali. Ci sono alcuni temi in cui i media agiscono di più nell’effetto di coltivazione: negli stereotipi legati a - Genere/età - Salute - Scienza (ci fidiamo o no) - Famiglia (cos’è, com’è composto) - L’educazione (in cosa consiste) - La politica (si intende il posizionamento nella nostra mente della politica, serve o non serve, servizio cittadini o se stessa, corrotta o no) - Religione (è una questione individuale, collettiva, utile non utile…) - Violenza I media ci portano a essere più affezionati, meno affezionati, più attivi o meno attivi nei confronti di alcuni aspetti. LA VIOLENZA 1967-1985: si decise di verificare su un tema specifico se si può parlare effettivamente di coltivazione in tal caso. Consisteva nell’analisi dei messaggi veicolati dai media tra il 67 e l’85 e un survey per verificare se: - l’esposizione costante a contenuti violenti avesse un effetto sulla rappresentazione della realtà che l’audience si faceva e se esistessero dei punti forti comuni - Dal 1980 anche il livello di sfiducia nel prossimo e il livello di alienazione e depressione degli individui. I ricercatori hanno in mente che la ripetizione di una certa rappresentazione della realtà che insistono sulla dimensione violenta del mondo che ci circonda avrà un effetto di percezione di un contesto più violento di quello che è in realtà. Siamo circondati da rappresentazioni che insistono sulla pericolosità del mondo che ci circonda, anche con fini nobili. Per cui noi tendiamo a immaginarci il tasso di pericolosità più elevato da quello che è realmente. L’esposizione selettiva nei media digitali: questo è uno degli elementi che incrementa l’effetto di coltivazione. Rispetto ai consumatori di media degli anni 60/70/80 noi abbiamo un overload informativo, quindi noi siamo obbligati a mettere un filtro alla quantità di contenuti che potenzialmente arrivano. Lo facciamo: 1- Selezionando delle piattaforme, libeandoci di contenuti che non ci interessano. 2- Selezioniamo i contenuti e siamo aiutati dagli algoritmi, andiamo a scegliere in un modo conservativo e quindi ripetiamo i contenuti che ci sono piaciuti e anche perché gli algoritmi ci ripropongono i contenuti che a noi piacciono Che è una segmentazione che startifica consumi simili. Perché in questa selettività tendiamo a scegliere contenuti simili? Perché la dissonanza cognitiva è faticosa, quindi ci sottraiamo a contenuti discrepanti. Non vado a sentire un discorso che incita al razzismo se sono opposta. L’altra cosa che cerchiamo di fare, crechiamo contenuti attinenti al nostro network (spirale del silenzio). Perché faticoso mettersi in dissonanza con la propria rete sociale. A volte cerchiamo sostegno per la nostra idea, facciamo meno ffatica a consumare contenutii consonanti con noi, il costo di elaborazione delle informazioni è molto più basso. Selezioniamo i contenuti per metterci nella situazione di consumare contenuti di buona qualità. E cerchiamo consonanza con gli altri che fruiscono questo tipo di contenuti e con i quali ci sentiamo in sintonia, La selettività già per sé ha degli effetti: Le news ci raccontano diversi punti di vista, quindi la selettività a volte riduce questa serie di contenuti e il che ha un effetto. (ultimi 7 minuti) 20/10/2021 Il fenomeno della selettività è discusso e viene riconosciuto in questo processo di selettività l’Echo chambers: tendiamo a circondarci da contenuti che ci confermano il nostro punto di vista, visto che selezioniamo noi i contenuti. Queste camere dell’echo non mettono mai in discussione il nostro punto di vista. Questa zona di confort è molto piacevole però nel momento in cui imbocca una strada divergente non trova più punti di contraddizione. I social media favoriscono la circolazione di tanti fonti diverse disintermediate. Quindi dentro la camera dell’echo arrivano fonti sicure e fonti non affermate e visto che arrivano tutti insieme non è facile distinguerli. Quindi dentro i flussi che usiamo per costruirci le camere dell’echo spesso le fonti intermediate e disintermediate si assomigliano molto perché arrivano dallo stesso feed, flusso e siti web. Dentro queste camere dell’echo facciamo fatica a distinguere tra notizie affidabili e non. Quindi l’opinione pubblica fa fatica a strutturarsi per la quantità di flussi di contenuti e la qualità difficile da individuare, è più difficile formare l’OP perché è frammentata, perché si creano diverse opinioni personalizzate di nicchia. Questo perché funzionano molto bene all’interno dei media digitali le echo chambers. Le camere dell’echo sono il risultato delle scelte che favoriscono la nostra comfort zone. Poi il sistema dei media digitali favorisce le echo chambers perché poi dopo mi ripropone contenuti simili alle mie scelte. Gli algoritmi nei social riproporranno nel feed le fonti che hanno parlato di quel tipo di contenuti oltre che i contenuti. Quindi le echo chamers si cortuisce insieme alla nostra selettività e la nostra predisposizione a metterci in una zona comfort cognitiva non dissonante e il funzionamento dei social. Le echo chambers hanno dei rischi però: - Favoriscono delle campagne d’odio chiamate anche Cybercascades contro coloro che vengono individuati come “nemici”, prima volontariamente vengono promosse queste campagne nel feed della maggior parte degli utenti. Poi attraverso il fatto che ingaggiano tantifeedback positivi, iniziano a essere riproposti a chi si era trovato in sintonia e infine crea una nicchia di opinione, a volte può sembrare che sia un’opinione maggioritaria anche quando non lo è per via del fenomeno della spirale del silenzio. - Le echo chambers sono profondamente divisive, avviene un fenomeno di autosegregazione in una nicchia di opinione pubblica con la convinzione che questa sia la maggioranza dell’opinione pubblica, in un gruppo omogeneo e coeso. I rapporto che si crea tra diversi gruppi non è aperto al dialogo, ogni nicchia è autoconvinta e si continua a confermare la propria opinione e quindi le persone al di fuori della nicchia sono viste come persone da escludere, da scontrare o da istruire. Spesso chi è chiuso nelle echo chamber ha un’espressione aggressiva della sua opinione e quindi genera effetto su quello che poi le istituzioni pubbliche fanno. Spesso chi è responsabile delle istituzioni cerca un dialogo con questi gruppi coesi. Questi gruppi sono coerenti, coesi che partonbo alla difesa totalizzante del loro punto di vista finiscono anche ad essere una minoranza rumorosa. - Polarizzazione e contrapposizione tra individui che influenza anche le dinamiche sociali (es. assumere al lavoro) Cass Sunstein Tutti i fenomeni che descriviamo hanno due lati: l’echo che ci ripete quello che noi pensiamo sia giusto e il meccanismo dei media digitali che ci propone cose simili alle nsotra scelte e questo è il filter bubble. Alcune ricerche hanno dimostrato come funzionano le filter bubble: - Prendono dieci milioni di utenti - Di diversi orientamento politico (conservatori, liberali e neutri) Cosa differenzia la loro esposizione alle social news? Hanno confermato che questo effetto di bolla filtrata esiste ed è motivata da una serie di attività: - Tipologia di “amici”: amici è anche chi condivide le news sul proprio feed. Se ho una rete di amici con punti di vista omogenei avrò news omogenee e viceversa. - I tipi di news che io condivido perché poi l’algoritmo lo ripropone. - La modalità di interazione con il newsfeed: quanto spesso mi connetto e interagisco con il tipo di news l’interazione con specifici amici click su link like a pagine Noi possiamo dire che la teoria della coltivazione e l’esposizione selettiva è un fenomeno attivo anche nei media digitali: mette allo stesso piano fonti e rumors che crea quindi misinformation. Joshua Meyrowitz fa una riflessione su quali effetti ha il sistema dei media sui bambini. Meyrowitz è interessato a come l’evoluzione dei media influenza la vita quotidiana delle persone e scrive il libro “Oltre il senso del luogo” e riprende gli studi di McLuhan e Goffman. Da questi due approcci riprende da McLuhan che la struttura dei media influenza la società su cui agiscono (sulle assi culturali, spazio e tempo), McLuhan dice che influiscono su come percepiamo spazio e tempo. Meyrovitz riprende anche Goffman che dice che le relazioni comunicative avvengono all’interno di situazioni che contribuiscono a definire ruoli, regole e finalità dell’interazione. Quello che interessa a M del discorso di Goffman è che Sono molto importanti all’interno di un contesto sociale i modi con cui definiamo le situazioni comunicative (cos’è pubblico e cos’è retroscenico). La distizione tra quello che mettiamo in scena e tratteniamo nel retroscena è fondameltale ed è il punto che unisce l’attenzione allo spazio di mcLuhan e l’attenzione allo spazio di Goffman, ed è quello che M riprende. M dice il sistema dei media cambia la distinzione tra ciò che consideriamo pubblico e privato e quindi cambiano anche le regole dell’interazione sociale. M dice che la televisione funge da macchina che espone il retroscena, espone il backstage costruendo programmi su ciò che avviene nel backstage, dice che la tv ha avuto effetto su quello che consideriamo pubblico e privato. Dice che queste trasformazioni riguardano 3 piani: i media hanno cambiato la distinzione tra quello che è pubblico e privato rispetto alle fasce d’età ( i ruoli del divenire). La tv ha esteso l’accesso alle info anche a facse d’età per cui certi contenuti erano parte del backstage e questo viene chiamato socializzazione anticipatoria: nel sistema dei media sono state esposte alla socializzazione degli adulti prima del tempo tradizionalmente previsto ai più piccoli. Questo vale per tutti i temi. I bambini sono sottoposti a socializzazione anticipatori anche rispetto a comportamenti violenti e aggressivi. M dice che sono esposti anche alla conflittualità tra i genitori ( raccontati in tv). Questo è l’elemento che genera effetti difficili da gestire perché non si è ancora in grado di elaborarlo e per cui viene imitato. 26/10/2021 Rispetto alle teorie trattate quando cominciano gli anni 80 comincianoa d affiancarsi agli studi già fatti degli approcci culturali dei media. Meyrowitz suggerisce un approccio culturale guardando la vita quotidiana, in quanto vuole provare a capire come il sistema dei media influisce sulla nostra vita quotidiana. Meyrowitz non ha esattamente in mente il quanto tempo passiamo a gurardare la tv, ma si chiede se nel nostro modo di rapportarci agli altri è influenzato dal sistema dei media. Questo cambio di sguardo si lega al fatto che M si collega a due autori importanti: Mc Luhan e Goffman. Il modo con cui immagino spazio e tempo è importante nella vita quotidiana, però M non gli basta l’approccio di Mc Luhan ma a lui interessa la dimensione quotidiana, gli interessa l’impatto sulla quotidianità, che riprende dall’approccio di Goffman, che è un sociologo che studia la vita quotidiana, nei suoi studi utilizzò una metafora quella del “palcoscenico”, uno dei suoi libri più importanti è la vita quotidiana come rappresentazione: in una cultura è importante (..). sono elementi che caratterizzano le cultura che mettono diverse distinzioni tra pubblico e privatoin base alla cultura. Anche nelle culture che guardano il tempo. Questa restrizione è importante anche perché contribuisce a definire le “situazione comunicative”: in base al backstage o in scena ci immaginiamo una situazione comunicativa che condiziona il nostro comportamento che sono condizionate da regole diverse. Quindi il fatto che si è in scena o meno vede una situazione comunicative che ha delle regole che noi applichiamo. La situazione comunicativa determina anche lo scopo dell’interazione e contribuiscono anche a definire i ruoli. Questa distinzione è fondamentale nella vita sociale, quando non siamo consapevoli di queste regole (cambiando cultura e luogo) ci troviamo in difficoltà. A M serve del discorso di Goffman per affermare che il sistema dei media influenzano come noi distinguiamo tra spazio di scena e di backstage: gli serve dire che quello che dice Mc Luhan sul aftto che il sistema dei media agisce sulla società si può notare su come influenzano la nostra distinzione tra scena e backstage. Queste due teorie convergono nell’analisi dell’analisi sociale: i media cambiano i contesti tra le relazioni sociali. A M interessano 3 tipi di ruoli che vuole osservare: parte dal presupposto che la televisione è un mezzo che amplia, ribalta e ristringe il retroscena. La Tv ha ampliato tanto quello che noi pensiamo sia mostrabile al pubblico e ha ristretto il backstage quindi permette di guardarsi tra un gruppo sociale e individui in un modo nuovo e diverso. Gli spazi di backstage sono diventati molto visibili. M dice che ci sono 3 tipi di ruoli che venngono riconfigurati/ messi in discussione da questo cambiamento dei media negli anni 70/80: - Distinzione dell’essere (es. gender femminile e maschile): i media elettronici estendono l’accessibilità delle informazioni relative all’identità di genere anche all’out group ad es. spogliatoio di una squadra femminile, è la costruzione di spazi anche semplici in cui vengono condivise e messe in scena le dinamiche di backstage che non è accessibile all’altro genere . questa distinzione ,secondo M, è importante a costruire l’identità dei ruoli dell’essere. Ma la Tv mettendo in scena questi backstage in modo ampio ha aperto questo spazio anche all’altro genere. I reality e factual hanno esposto i backstage di genere alla visione altrui. Quindi hanno spostato ciò che è visibile e non rendendo tutto molto trasparente, il che ha influenzato il rapporto tra i generi, rendendo la distinzione permeabile. - I ruoli del divenire (ruoli di passaggiio, bambino, adolescente, adulto): Anche qui M dice che c’è un’estensione da parte dei media dei backstage delle altre fasce d’età, ad esempio i backstage del mondo adulto era celata ai bambini, una serie di momenti sii fragilità, conflittualità erano celati, anche perché i bambini fanno fatica a rielaborare la fragilità del mondo adulto, tradizionalmente questi momenti non vengono messi in relazione ai bambini. Ma con i media i bambini vengono resi consapevoli dei momenti di fragilità e conflittualità del mondo adulto anche prima dello sviluppo di un sistema di rielaborazione adatto. - I ruoli dell’autorità: siamo davanti a una questione di spostamento di confine, ed è il confine di visibilità del backstage delle autorità, è una rappresentazione di backstage che non è sempre stata così. I media hanno anche esibito tutta una serie di info e conoscenze che sono cratteristiche di questi ruoli, è una visibilità su ciò che è privato ma anche sulle competenze: 50 anni fa o studiavo medicina o andavo dal medico, non c’era una via di mezzo, con i media c’è stato un accesso alle competenze dei medici partendo dai medical e mette anche in scena l’area personale dei medici , non si raccontava il processo di diagnosi. Questo porta a due cose: 1- Viene una nuova rielaborazione sociale del ruolo (dubbi e incertezze). 2- Ha messo le persone di fronte a delle competenze pseudo-tecniche Quindi viene meno la percezione di uno status e quindi di riduzione di autorità. Meyrowitz ci parla di come i media riescono a farci vedere parte del retroscena delle figure. Quindi che cosa resta fuori da questo sguardo? Abbiamo ancora segmenti non visibili ma sono molto molto profondi. Cambia ancora quando ci troviamo dentro un sistema dei media ancora diverso: con lo sviluppo di internet ci costringe a riconfigurare ancora diverso le relazioni sociali. L’uso di tutti i dispositivi mobili è in parte delocalizzato (non è legato a uno spazio di ribalta o scena) ma che ci costringe a decidere che situazione comunicativa stiamo vivendo e come comportarci (una signora lavora, in uno spazio pubblico, ma dentro lo spazio pubblico può arrivare il backstage. Ad esempio una telefonata privata durante una lezione che io decidi privilegiare un momento per il backstage nello spazio pubblico). Quello che portano i media digitali di nuovo è quello di farci prendere le decisioni su dove sono e come comportarmi. È una grande responsabilità che ci mette nella condizione di negoziare continuamente tra backstage e scena. 07-08 COMUNICAZIONE DIGITALE E SOCIETA’: Lo sviluppo delle tecnologie digitali che effetti hanno avuto sulla società? Uno studioso portoghese fu il primo ad occuparsi del tema, inizia a studiare la network society, cominciò a studiare cosa succede nel momento in cui la rete si innesta in fenomeni che noi conosciamo già. Negli anni 80 abbiamo un’audience segmentata e vi è già una via di creazione dei contenuti personalizzati, ci sono già dei dispositivi mobili, il consumo mediale cominciava a seguire le persone. Dentro questo contesto si innesta la rete, questa evoluzione verso la mobilità, individualità avviene in sintonia con lo sviluppo di rete. Verso la fine degli anni 800 arriva internet, pc, ci sono già spunti di personalizzazione del consumo. Osservando tutto questo Manuel Castels comincia a studiare la network society. Scrive 3 libri che fondano la sociologia dei media digitali ( the information age, the rise of the network society, l’era dell’individualismo). In questa trilogia Castels dice che il sistema di rete sta cambiando diversi aspetti della società: il modello dii rete sarà il modello di scambi e tecnologia e parla di network society, internet che è una rete sarà il modello su cui si baseranno gli scambi comunicativi e la circolazione di rete questo modello si contrappone al modello comunicativo broadcast. Capisce che questo modello è un modello alternativo forte. Al modello comunicativo broadcast si sovrappone quello network (non uno a molti ma molti a molti). Questo passaggio da modello broadcast a modello di rete avrà un impatto economico. I sistemi economici sono anche costruiti sui sistemi dei media. Quindi questo modello cambierà tanti assetti economici. impegnandosi quotidianamente in un lavoro di produzione culturale. Quindi noi siamo oggettivamente nella posizione di micro-produttori culturali 2- Prodotti culturali scambiati dagli utenti: troviamo il modo di condividere i prodotti culturali da altri. L’effetto che viene dato da questa produzione viene chiamato Mass self-communication, è il tipo di comunicazione che caratterizza la connective society, gli autori siamo noi, potenzialmente è una comunicazione di massa, è caratterizzata da forme del contenuto nuovo, per questo è di nuovo una forma di comunicazione che ha l’io al centro perché è lui che la produce, che la mette online, decide a chi metterla, ed è lui che alla fine contribuisce alla selezione di ciò che riceve. L’individuo è il perno di questa attiità di produzione: la costrusce, crea e consuma. Questo avviene nel modello di comunicazione di non uno a molti ma di molti a molti. L’elemento caratterizzante della mass self-communication è la nuova posizione che le persone hanno assunto. Non sono solo ricettori ma anche produttori e ricettori di contenuti. E attraverso di questi contenuti sono in grado di rappresentarsi, raccontarsi ed essere esposti a commenti. Questa nuova posizione è data dal fatto che i singoli non sono solo destinari, ma sono anche attivi. Noi siamo consapevoli di questo nostra nuova posizione e ci dà la consapevolezza di avere un nuovo ruolo comunicativo nella società. Un altro passo da aggiungere è che in tutto questo processo la narrazione del quotidiano è il flusso portante, questo nuovo senso della posizione nella comunivazione è passato per tutti attraverso il processo di narrazione del quotidiano. Il primo tema è stato quello, il racconto della vita quotidiana. Questo ha anche impatto su livello globale. Se Meyrowittz diceva negli anni 80 diceva che la tv aveva spostato il confine tra ribalta e retroscena, noi nella connective society diciamo che questo confine rimane spostato e quindi la vita quotidiana ha acquisito visibilità nello spazio pubblico. Quindi bisogna stare attenti al collasso dei contesti. È un effetto delle piattaforme social descritto nel 2008 e si tratta di tutte quelle situazioni in cui non governiamo la totalità dei destinatari a cui arrivano i nostri post, quindi magari i nostri post arrivano a persone che non ci ricordiamo di avere nelle nostre reti che a loro volta espongono i nostri contenuti a persone a cui non vogliamo. Whatsapp ad esempio è ancora in fase di alfabetizzazione riguardo al collasso di contesti nei quali non abbiamo il pieno controllo di chi vede la nostra foto profilo ecc. questo succede perché noi abbiamo spostato progressivamente il limite tra vita pubblica e privata e quindi continua ad essere visibile. Ci sono degli aspetti delle tecnologie che supportano tutti questi fenomeni delle connective society, sono : - tutte quelle tecnologie che consentono in modo diffuso la produzione di contenuti (tutti i dispositivi mobili), quindi la diffusione delle tecnologie. - La dimensione di disintermediazione delle tecnologie che ci hanno permesso di entrare direttamente in connessione con non solo la rete ma personaggi pubblici e autorità. Le piattaforme incorporano sempre di più il processo di produzione e la possibilità di entrare in relazione con alcune figure. La connective society è caratterizzata dalla cultura della connessione che è supportata dalle piattaforme social che sono le piattaforme su cui poggia il meccanismo della società connettiva. Se è vero che gli elementi sollevati dalla network society e alla connective society siano ancora vere oggi ci troviamo davanti a una evoluzione tecnologica che richiede la focalizzazione su altri elementi: la centralità che le piattaforme hanno acquisito nella nostra vita quotidiana, per piattaforme sono le risorse che usiamo per supportare la nostra vita quotidiana (social, amazon, moovit, rbnb), quindi l’attenzione degli studiosi ha iniziato a spostarsi verso l’architettura che caratterizza la contemporaneità. PLATFORM SOCIETY: Josè Van Dijk riflette su quali sono effettivamente le infrastrutture che oggi caratterizzano la società e con la sua opera è arrivato ad affermare che l’elemento che caratterizza la nostra società è la presenza di queste infratsrutture di piattaforme su cui basiamo la nostra quotidianità. Per piattaforma intende un’architettura digitale programmabile e progettata per organizzare interazioni tra utenti; non solo utilizzatori finali, man che imprese commerciali e istituzioni pubbliche. Sono tutte quelle strutture sulle quali appoggiamo la nostra vita quotidiana. L’altro elemento che Van Dijk mette in evidenza della platform society che si appoggia su un ecosistema di piattaforme, è un assemblaggio di piattaforme interconnesse governate da un particolare insieme di meccanismi che modellano pratiche quotidiane. Noi ormai abbiamo a disposizione un insieme di risorse che non sono indipendenti, non possono fare a meno delle risorse delle altre, perché una completa l’altra. Quindi il punto di partenza di ciò che descrive Van Dijk è che noi appoggiamo la nostra vita quotidiana su queste piattaforme gestite da alcuni meccanismi che quindi influenzano la nostra vita quotidiana. Quali sono questi meccanismi? Van Dijk ha in mente le big five quando VV si rivolge a piattaforme. Queste sono le piattaforme su cui poggiano le altre app: - Facebook - Apple - Microsoft - Google - Amazon Queste sono le 5 grandi compagnie ma anche piattaforme su cui poggia la platform society. Non sono tutte propriamente le piattaforme che intendiamo come comunicative: non sono tutte piattaforme che immaginiamo come media, ma è difficile distinguerle perché Amazon distribuisce contenuti audiovisivi. Una prima attività che serve a mediare la nostra vita quotidiana è l’essere dei grandi gate keeper: sono dei filtri a ciò che arriva agli utenti finali. I giornalisti infatti sono stati dei gatekeeper, oggi il flusso di gatekeeping viene dalle piattaforme. Oggi google per mettere i risultati alle nostre ricerche, google fa già da gatekeeper per l’ordine dei risultati. Un importante criterio di gate keeping che google usa è quante volte si cerca una cosa, si clicca. Insieme alle big five ci sono le piattaforme di settore: es. Non usiamo sempre apple tv ma netflix queste piattaforme sono molto importanti ma dipendono dalle big five, tutti i servizi di geolocalizzano che airbnb offre dipendono da google maps. Al cuore del sistema delle big five c’è Google che come azienda si chiama Alphabet, Google fornisce molte risorse chiave per l’ecosistema: - Google è il principale gatekeeper delle nostre ricerche - sta piano piano acquistando maggiore importanza come browser (Chrome). - Ha una delle due store importante Google Play - Ha un sistema operativo (Android) - Offre servizi di pagamento e quindi rintraccia i nostri acquisti (Android Pay) - Programmazione pubblicitare - Sito di video sharing (YouTube) - Sistema di informazione geospaziale (Google Hearth) - Sistema di videoconferenza (Google meet) - Sistema cloud (google dirve) Accanto a Google c’è Facebook, che è un’azienda che media la comunicazione interpersonale della stragrande maggioranza delle persone: - supporta l’80% dei servizi di social network nel mondo (FB, Messenger, Instagram, Whatsapp) - 60% della pubblicità online (insieme a Google) - Uno dei principali collettori di dati nel mondo: 1- Accesso online (Accedi con Facebook) 2- Controllo sul traffico dati mobili degli individui (App) Facebook è così importante per la sua capacità di raccogliere i dati. Accanto alle altre 2 c’è Amazon, che è in ascesa perché sta puntando a elaborare un proprio sistema di pagamento più avanzato ed è la piattaforma più in ascesa: - È una rete di vendita - È un distributore di contenuti - È uno dei leader di mercato nel campo dei server per il cloud es. Netflix, che ha incoraggiato Amazon a creare una propria piattaforma di contenuti E queste capacità ce le ha anche Apple: - Leader della produzione di hardware - Gestore del secondo app store per grandezza - Offre servizi di cloud e streaming (apple tv ecc.) - Apple pay - Accedi con Apple La company storica è microsoft: - Ha un monopolio di produzione di software - Offerte di piattaforme di gioco - Piattaforma di comunicazione (skype) - Social network (Linkedin) - Cede servizi di cloud (Microsoft Azure) Quindi la mancanza di trasparenza era il problema. Questo insieme all’uso ai fini di utilizzo delle caratteristiche psicologiche per inviare dei messaggi politici di propaganda era un problema. Cosa C’entra Facebook: Facebook era a conoscenza dell’utilizzo illegittimo dei dati dei suoi utenti (tanto che nel 2016 ne aveva chiesto la cancellazione senza nemmeno assicurarsene). Inoltre non aveva informato gli utenti dell’uso illegittimo di dati di cui era a conoscenza. Facebook ha bisogno delle terze parti che sviluppano test, quiz e giochi avvisando gli utenti che questi giochi sono connessi a terze parti, perché vi è un guadagno. Emerge quindi nel 2018 che Facebook pur di protegggere i suoi affari non si interessaa dei tipi di contenuti a cui i suoi utenti sono esposti. Quindi Facebook viene accusata responsabile di non aver vigilato rispetto a quello che accadeva ai dati sulla piattaforma. Come gestisce la crisi? 1- Zuckerberg si assume le responsabilità, risolvono il bug, quindi prima di raccogliere i dati verrà chiesto un consenso. 2- Quando sono stati raccolti i dati il Tos lo permetteva, quindi non era stato fatto nulla di illegale. Una volta che cedi il consenso nessuno può lamentarsi. 3- Vi aiutiamo: mette a disposizione una pagina dove controllare se le proprie info sono state condivise con Cambridge analytica, mette a disposizione un pulsante per rivedere quali app accedono al profilo, segnala dierettamente agli utenti italiani coinvolti che i loro dati sono esatti usati da Cambridge Analytica. 4- Negoziamo le contromisure: - Zuckerberg dice che sono una tech company, non produce contenuti, sono solo parzialmente responsabili dei contenuti in circolazione. Infatti durante il covid si sono presi la responsabilità di assicurarsi che le notizie sul covid fossero vere. - Il GDPR: in tutta Europa entra in vigore un sistema di tutela e controllo dei dati raccolti sulle singole persone che navigano in rete che devono essere tracciabili e dare ai singoli la libertà di cancellare i propri dati da qualsiasi azienda che ne abbia raccolti. - oggi il GDPR vale per i dati raccolti sui cittadini europei A partire da questo scandalo sono entrati in vigore una serie di norme che impongono la scelta di quali dati scegliamo e non. I dati oersonali devono essere protetti. Negli stati uniti è stata percepita con più difficoltà perché nel momento in cui questi dati sono stati raccolti non si può più modificare mentre in europa ci sono norme più restrittiva. Tutte le richieste di consenso a cui ora siamo esposti derivano da questo caso. ] Secondo elemento costitutivo: GLI ALGORITMI - Le piattaforme utilizzano gli algoritmi pper filtrare automativamente l’enorme quanità di dati raccolta e per connettere utenti, contenuti e pubblicità. Gli algoritmi sono utilizzati per rendere utile la grande mole di dati raccolta e la rendono utile finalizzandola all’attività commerciale tra aziende e piattaforme. - Gli algoritmi sono un insieme di istruzioni automatizzate per transformare i dati da input ad output: es. Page Rank di google: lìinput è il numero di link alla paggina, descrittori della pagina e l’output rilevanza della pagina web nella ricerca. Gli algoritmi agiscono proprio su questo livello. Quanto più un sito è visitato tanto più apparirà nei siti di ricerca, quindi anche la popolarità conta. Quindi gli algoritmi sono estremamente importanti. - Gli algoritmi non sono traspparenti e noti, sono considerati “segreti insustriali” ai pari dei brevetti e soggetti a continui mutamenti. Terzo elemento costitutivo. L’interfaccia: - rendono visibili e accessibili i contenuti - orientano produzione, connessione e accesso ai contenuti - agiscono secondo una logica predittiva: favoriiscono alcune azioni/interazioni e ne disincentivano altre (es. instagram, ad esempio l’icona di produzione di contenuti è stata spostata centrale. Quindi le tre impostazioni più suggerite sono produci contenuti, fai like e invia messaggi. Quindi sono le tre azioni più fondamentali. Un secondo livello di azioni è quello in basso nell’ordine, home, cerca, reel, shopping, proprio profilo. Al centro ci sono altre tre azioni fondamentali. I reel sono stati messo al centro quando ig è andata in competizione con tiktok. Il terzo elemento messo in evidenza è lo shopping che è il terzo elemento che instagram vuole far emergere. Quarto elemento costitutivo: Status proprietario Ogni piattaforma ha uno status giuridico ed economico - proprietà: è di qualcuno a cui devono rendere conto in termini di business (gli azionisti) - scopo: lucro o no profit (quasi nessuna delle aziende è no profit) - Luogo: è legalmente situata in un luogo. (chiamare meta facebook è per situarla in un luogo più alto) Quindi di chi è Facebook? (..) , rende conto agli USA Se dobbiamo vedere altre piattaforme di settore ecc. hanno uno status proprietario preciso: Airbnb - Di proprietà di una compahny statunitense e di una serie di azionisti tra cui diversi venture capitalist - Fa riferimento ai sistemi di regolamentazione americani rispetto alle transazioni economiche e alla tassazione. 10/11/2021 Il fatto che queste piattaforme avbbiano questa natura concreta: sono aziende con dei rpoprietari e devono rendere conto a qualcuno ha fatto si che queste piattaforme creino un modello di business Quinto elemento costitutivo: modello di business I social media che negli anni 90/2000 che hanno provato a sopravvivere senza un modello di business sono fallite. Tutte le piattaforme quindi hanno un modello economico che nella maggior parte è basato su una connessione iper-profilata tra utenti, contenuti, dati e pubblicità. Ad es. Facebook, dopo il successo di Fb Zuckerberg e il suo socio entrano in conflitto perché il primo voleva sviluppare un modello di business e l’altro no. Quello che porta avanti la storia di Fb è l’intuizione di Fb di dare una dimensione economica: - la prima è quella delle pubblicità. Siamo ancora nel 2005, siamo in una fase embrionale in cui fb era usato dagli studenti di Harvard e altre uni americane. Le pubblicità sarebbero state agli studenti. - Il valore aggiunto che facebook dà è quello di avere un target preciso, infatti le aziende facevano promozione perché avevano un target preciso - Zuckerberg inventa un sistema chiamato beacon: fa un accordo con le aziende che fanno pubblicità su fb e altre per cui mettono in comune dei dati, le aziende che hanno un sito web mettono in comune i dati di navigazione con fb in modo tale da mettere dei messaggi per proporre sul feed delle notifiche su chi ha visitato che sito “X ha visitato oggi il sito di Y”. Pe la prima volta si sfruttano i dati raccolti per avviare pubblicità di un nuovo tipo. È un’esperienza che dura qualche anno e poi si esaurisce perché c’è un problema di privacy ma da lì si sviluppa il modello business di fb oggi. Capiscono che sfruttando i dati di navigazione e degli utenti si poteva fare pubblicità mirata. - Tutto il mondo di Meta si basa su questo modello di business. Ci sono altre declinazioni di questo modello di business: - Richiesta di commissioni: una piattaforma di settore vuole utilizzare una parte di dati posseduti da un’altra piattaforma pagando. - Estrazione di valore da dati: pubblicità - Proposte di sottoiscrizione ai dati: si può pagare un’abbonamento a una piattaforma che estrae dati per avere info aggiuntivi sul comportamento degli utenti. - Cessione a pagamento ad altre aziende o governi dei dati di profilazione: governo ad esempio compra un pacchetto di dati legati a un preciso tipo di utenti. Anche le piattaforme di settore hanno i loro modelli di business: caso Airbnb - Richiesta di commissioni a chi affitta, per poter entrare nella piattaforma: chi paga e chi guadagna, nello scambio economico c’è una parte che rimane ad airbnb - Raccoglie dati a terze parti per annunci rivolti a specifici target. È in grado di offrire a inserzioni pubblicitarie: vende i dati per una pubblicità targetizzata, molto profilati. Il modello di business è fondamentale per le piattaforme perché le lega, capitalizza la raccolta di dati in modo capillare e fa capire che ruolo giocano gli utenti. Ultimo elemento costitutivo: terms of service, condizioni di utilizzo: - Ogni piattaforma stabilisce con i propri utenti un “patto normativo” che definisci obblighi reciproci e possibilità d’uso e variano da paese a paese. Sono quelli che hanno permesso a twitter di bloccare il profilo di trump. Gli anni 90 sono stati gli anni di diiffusione dai (…) che cercavano di raccontare il mondo metaverso, descrivendoli anche come mondi problematici ma costruiscono nella mente delle persone che questo immaginario possa essere possibile. Questo immaginario si basa su qualcosa che già esiste negli anni 90 cioè queste interfacce che permettevano alle persone di comunicare attraverso gli schermi. Tra le prime interfacce sono i data glove che riuscivano a leggere i movimenti delle mani, è un guanto con le fibre ottiche, e poi con il visore (NASA) che veniva usato in ambiti specifici e che comunque costavano moltissimo. Questo mix di interfacce era usato per istruire i piloti della nasa, e la presenza di questa tecnologia in nicchie specifiche e costose permette alla cinematografia e alla letteratura di rappresentare l’immaginario della realtà virtuale. Il primo ambito sul quale verrà applicato questo sviluppo tecnologico dopo gli altri ambiti specifici è il gaming negli anni 90. Ovviamente non erano giochi accessibili a casa ma in sale giochi. I visori sono molto immersivi e quindi portava il giocatore a effettivamente immergersi in un altro mondo. Nella storia e l’evoluzione della realtà virtuale alla fine degli anni 90 c’è uno switch, lo spazio tridimensionale è ancora molto semplice negli anni 90, il rendering è ancora molto ridotto e ciò che sostituisce e affianca la realtà virtuale sarà l’intensive reality, si mette da parte l’immersione nella realtà virtuale e si concentra sul fatto di poter interagire con delle interfacce che prolungano le mie azioni fisiche nello spazio reale anche nello spazio virtuale es. la Wii, l’interazione è quasi sempre uno ad uno (uomo e spazio virtuale) perché l’investimento sta nel far agire l’individuo attraverso lo schermo ma non un investimento social. Zuckerberg invece pensa di poter prolungare le azioni del corpo al di là dello spazio fisico per agire in quello virtualemetaverso. Meta sta investendo nella tecnologia immersiva ma anche sull’aspetto della socialità. questa dimensione della socialità si lega a un’ambiente virtuale multiutente. Negli anni 2000 viene fermato il sogno della realtà immersiva e si cerca di creare un’ambiente virtuale multiutente, cioè creare un’ambiente tridimensionale virtuale all’interno del computer e interagiamo attraverso gli avatar. E così nasce Second Life che è il primo ambiente virtuale multiutente che però non era fatto per giocare, è un ambiente sociale nel quale gli individui fanno le stesse cose nella vita reale anche in quella virtuale. La qualità della resa degli ambienti virtuali era accettabile per 2003, gli ambienti in cui ci si muove in second life ci sono degli spazi di shopping, di bar, di riunione, si possono comprare beni immateriali per gli avatar, si possono fare attività dell’ambiente reale e anche momenti di incontri. Tutto questo implica anche degli scambi economici in second life e sarà il primo luogo in cui si sviluppa una moneta virtuale ancora prima del bitcoin, si chiamerà Linden Dollar, e funzionava che con i soldi reali si comprano soldi in second life per fare alcuni acquisti (accesso a concerti di band realmente esistenti, corsi di formazione e shopping). Il fatto che abbia creato una moneta funzionale agli scambi virtuali apre la via ad altri tipi di moneta. Second life arriverà anche ad essere usato dalle università che aprono delle isole attraverso l’erogazione di riunioni ed incontri. La parabola di second life però calò alla fine degli anni 2000 soprattutto con l’arrivo dei social media, anche perché non era molto funzionale e facile da usare (i tasti per muovere gli avatar). La facilità d’uso dei social e l’analogia di socialità in uno spazio virtuale e ha ridotto l’interesse in second life. Second life tentò di rilanciarsi durante il periodo covid ma non ci riuscì. Le due grandi matrici da cui nasce il metaverso di Meta è la realtà virtuale e second life. Dopo la parabola discindente di second life ritorna all’attenzione dei ricercatori di sviluppare la tecnologia immersiva anche perché dopo 10 anni le risorse di svilupparle è molto più semplice. Verranno comunque usati in ambiti specifici: cinema e musei. La qualità di resa è molto alto, offriva la possibilità a 5-6 persone di guardare nello stesso momento la ricostruzione di un’ambiente antico. Negli anni 2010 ci sono stati una serie di tentativi di portare all’interno della vita reale l’intensive reality, quindi la sovrappoisizione delle info del mondo digitale in quello reale ad esempio i google glass (era possibile vedere le info, meteo ecc), era possibile usarle come ripresa e realizzare foto problemi di privacy, non si capisce se qualcuno faceva un video o meno. L’altro problema è la fatica di vedere il mondo reale con le informazioni del mondo digitale. Quindi il problema di queste enhanced everydaylife è che sono il frutto di uno sviluppo tecnologico raffinato ma manca la loro chiave applicativa per la quale l’utente accetta di faticare. Però il mondo a cui Zuckerberg fa riferimento è il mix del sogno di vivere con la nostra fisicità la tecnologia immersiva e di viverla con socialità e il fatto che lui ha le piattaforme social, le infrastrutture social e quindi di portare questa tipologia di tecnologia all’interno dei social. Qualche azienda ha cominciato a rendersi disponibile di testare lo spazio virtuale e che è un riposizionamento dell’azienda. PLATFORM SOCIETY: i meccanismi - Datificazione - Mercificazione - Selezione LA DATIFICAZIONE: Van Dijk dice che le piattaforme nella nostra vita quotidiana: aspetti del mondo mai quantificati prima vengono trasformati in dati (…). I pagamenti: se io pago con la carta di credito lascio una traccia alla mia banca il posto da cui ho pagato ecc. Quando usiamo i servizi di pagamento (apple pay, google pay) la traccia che lascio non è solo alla mia banca ma anche alla piattaforma che eroga il pagamento. Le piattaforme hanno a disposizione i dati come risorse primarie per: - Sviluppare tecniche di analisi predittive in tempo reale, quali saranno i nostri futuri comportamentei per distribuire in modo più coerente la pubblcità personalizzate. L’analisi predittiva permette di identificare con maggiore precisione la probabilità di avvenimenti futuri sulla base di dati storici. Questo è il modello dominante di comportamento delle piattaforme social, sono modelli legati ai dati marketing, sono dati raccolti per restituire agli utenti prodotti, contenuti, pubblciità sulla base dei dati storici, ed è un modo di relazionarsi con le persone con la società che è diventato dominante. Quindi il nostro storico diventa la base sulla quale si viene identificati e raggiunti da servizi e contenuti. Quindi VV dice che siamo in una platform society predominata da una logica di marketing nella relazione tra persone, aziende e istituzioni. Questo processo di datificazione implica un altro processo: perché i nostri siano facilmente raccolti devono essere standardizzati e quindi caratterizzate da delle etichette precise: Le pratiche di standard datificate dalle big five sono, sono tutti comportamenti etichettati per standardizzare il comportamento di un individuo: - Richiesta di amicizia, like, condivisione standardizzazione dell’espressione che qualcosa ci piace, i like si sono diversificati per rendere più facilmente identificabile il like che indicava diverse cose - Valutazioni - Suggerimenti Poi ci sono pratiche standardizzate di settore: - Gioco - Affitto - Guido - Apprendimento - Acquisto L’esito della datificazione sono degli output, effetti che noi notiamo: 1- L’azione del like, si trasforma in una visualizzazione nel feed dell’utente 2- Inclusione nelle metriche dell’oggetto a cui si è messo like Ogni nostro like ha un effetto visibile e un altro parzialmente visibile Le metriche dell’oggetto a cui si è messo like hanno un’influenza su quanto il soggetto ha visto. Ogni nostra azione è parte del processo complessivo: 3- Ogni nostro like entra anche ai dati aggregati invisibili agli utenti finali, ma visibili ai social media manager facebook insights 4- Ogni nostra azione finisce nei dati aggregati dalla piattaforme, visibili solo ai gestori di Meta Tutti questi livelli di dati non restano di proprietà di una singola piattaforma, sono dati che vengono conddivisi tra le big five e le piattaforme di settore, c’è un ulteriore meta livello che integra i dati tra le piattaforme e non è visibile a nessuno e che si organizza da solo. Google mette a disposizione i dati raccolti su maps per metterli a disposizione anche a piattaforme di settore. Quindi avviene un remix e trasformazione dei dati per essere usati in diverse piattaforme. Circolazione dei dati: quando noi vediamo degli insight sul nostro profilo, attività di amici e follower, consumi simili e valutazioni grazie ai dati raccolti ci dà una consapevolezza guidata di quello che ci accade intorno. Le azioni che noi compiamo sulle nostre piattaforme hanno degli effetti su tanti livelli: post, insights, analisi predittiva, sulle cose che noi vediamo. Da un lato la raccolta viene usata per le pubblciità dall’altra ci ritorna sul nostro feed sottoforma di consapevolezza guidata di quello che ci sta intorno sulla base dei dati raccolti su di noi ( mi suggerisce un trend sulla base dei miei dati). L’immagine che noi ci facciamo dell’intorno è frutto del nostro processo. MERCIFICAZIONE: Tutti quei comportamenti che vengono datificati diventano dei beni commercializzabili, sono dei beni all’interno delle piattaforme che possono essere scambiati generando profitto, perché i nostri comportamenti potranno essere trasformati/scambiati in: - Segnali di attenzione - Dati - Scambiati con denaro - Utenti Tutto ciò avviene in mercati multisituati (meccanismo economico che a partire dai dati che le piattaforme hanno a disposizione permette di connettere utenti finali, inserzionisti e fornitori di servizi) - La pubblicità personalizzata è uno dei meccanismi di mercificazione, che permette di offrire gratuitamente le piattaforme: noi abbiamo la percezione di usare gratuitamente le piattaforme, in realtà nessuno ci chiede di pagare perché noi generiamo i dati che vengono venduti agli inserzionisti pubblciitari, noi siamo il bene primo che viene venduto agli inserzionisti. Es. Jerusalema era diventata un trending topic ed è stato proposto anche a chi non aveva messo like alla canzone. Indipendentemente dalle nostre azioni, il trending topic e i contenuti che risultano avere una buona reputazione ci vengono proposti. I criteri di buona reputazione include la reattività veloce e il numero di commenti genera pressione a commentare e genera effetto clickbating, a generare e privilegiare contenuti divisivi. Era cresciuta la tendenza tra le testate giornalistiche di pubblòicare contenuti provocatori e divisivi perché generavano il numero di commenti e faceva salire la visibilità. L’altro sistema è il clickbating: pubblicare contenuti senza informazione completa per aumentare i click. Un’altra operazione è prelevare notizie divisive e riproporle nelle news. Esempio: Sky tg24 ha riportato il post di Valentina Ferragni che ha generato tanti commenti, like, sharing, Sky Tg25 rilancia la notizia che ha buona reputazione e fa crescere la sua visibilità. Quello che agisce anche interno alle piattaforme è che sulla base di questa reputazione si propone di attribuire fiducia e agli altri o ai prodootti/servizi. La quantità della reazione delle persone conta nella reputazione e non solo sulla qualità, tanto più si genera reazione più è di buona reputazione. 3- MODERAZIONE: è chiamata così perché riguarda ilò ruolo attivo che le piattaforme assumono nella selezione dei contenuti. Le piattaforme definiscono per esempio quali contenuti sono non adatti, e che attivamente tolgono dal loro flusoo. Ogni piattaforma definisce i propri criteri di accettabilità, privilegia alcuni criteri che sono definiti nei TOS ma anche come un insieme di valori che ogni piuattaforma si dà. FB si dà due valori: - autenticità – sicurezza Sicurezza: libera la piattaforme dalle minacce e dalla restrizione di libertà di espressione. L’autenticità: è la rappresentazione non fuorviante delle proprie identità/attività. FB si riserva di rimuovere i profili fake e pagine aziendali che dichiarano il falso, non rimuovono le fake news. Questi sono i due pilastri di Meta, luogo sicuro e autentico. Ma non sono solo questi ma ci sono altri pilastri che guidano il processo di moderazione che la piatrtaforma esercita, che riguardano i post che non possono istigare alla violenza e illegalità: In tutti questi casi la piattaforma si eroga il diritto di eliminare il post. La sicurezza in questo caso è una sicurezza che tutela la singola persona. I contenuti deplorevoli cioè che violano le regole di convivenza sullo spazio social. La gamma di attività su cui le piattaforme si permettono di agire è vasta e sono sempre temi che sono legati ai valori: violenza, sicurezza e sensibilità alla diversità. Queste sono le grandi aree sulle quali le piattaforme stabiliscono dei confini. Ma c’è una cosa che manca: la verità. Sul concetto di verità le piattaforme non prendono posizione perché è difficile, come si può riconoscere automaticamente la verità. Nella attività di moderazione, nei criteri nel porre i confini tra ciò che è pubblicabile e ciò che no non ci sta la verità. Ad un certo punto prima delle elezioni americane, con il covid, le piattaforme hanno dovuto prendere posizione sulla verità: - Facebook: ha deciso di fare da moderatore, ha incaricato diversi giornalisti dipendenti dell’azienda nel controllare le notizie riguardo alle fake news, eliminarle o cancellare direttamente i profili. (FEB 2020) - Nel mentre altre piattaforme avevano iniziato a lavorare sul tema delle fake news: Twitter aveva deciso di orientare verso fonti, ha fatto in modo che ogni volta che qualcuno cercava notizie riguardo al covid che per prima risultassero fonti affidabili (OMS). - Altre due piattaforme Pinterest e Tiktok hanno agito in maniera diversa verso questa direzione, mettendo dei avvisi, che dicevano di prima di pubblicare notizie riguardo al covid di andarsi ad accertare da fonti affidabili e di non fare fake news - Verso MAR 2020 anche Facebook si è mossa come Twitter, proponendo anche delle testate giornalistiche affidabili per ogni paese, cosa che subito dopo anche Twitter ha fatto. Le piattaforme si erano assunte un ruolo nuovo, cioè orientare verso fonti affidabili, non di rintracciare tutte le fake news, ma di moderare verso un’informazione corretta. Personaggi noti sono stati bannati per numero di segnalazioni: Trump, Robert Kennedy Junior. Il processo però non si è fermato lì: Si è deciso di creare dei punti di informazione sul covid sulle piattaforme. Si è creato un centro informazioni covid all’interno delle piattaforme oltre a mettere in esalto le enti sanitarie e testate giornalistiche affidabili. Preleva dei contenuti da fonti affidabili e le aggrega nel centro. Questo è un passo importante, eprchè per la prima volta le piattaforme hanno esplicitato il loro ruolo di moderazione delle informazioni, si propongono come editori di contenuti, e si prendono così per la prima volta la responsabilità di garantire per prima risultati con info più affidabili che cliccati. E significa che culturalmente prendono posizione. La foto scattata nel Vietnam nel 1972: bambini che scappano dalle loro case che bruciano. Questa foto in realtà viola una delle regole di FB: perché contiene il nudo di un minore, infatti Fb la eliminò. Così un giornalista eleva il caso, perché comunque il giornalista ha vinto un premio per questa foto ed è di valore storico. La risposta di FB è che l’immagine di una bambina nuda su una piattaforma mondiale lede non solo i valori della community ma anche le culture di alcuni paesi, in ogni caso FB ripristina la foto e ne riconosce il valore storico. I 3 strumenti attraverso cui avviene la moderazione sono: - Tecnologie di rilevamento automatico - Moderatori umani che valutano attività e contenuti non uniformi - Collaborazione degli utenti chiamati a segnalare eventuali contenuti non conformi. 23/11/2021 INFORMAZIONE NELLA PLATFORM SOCIETY: Però questa omofilia delle reti ha anche degli effetti: 1. percezione di somiglianza incrementale: più percepisco che alcuni soggetti sono simili a me a livello di valori, più interagisco con loro. E più interagisco con loro più percepisco la somiglianza Barnett e Benefield la descrivono coì: la percezione di omofilia incrementa la qiantità di relazioni comunicative che si instaurano tra due o più soggetti e questa densità di relazioni incrementa anche la percezione di essere simili. 2. Sviluppo di sistemi di significati condivisi: il circuito chiuso di relazioni tra soggetti che si percepiscono come simili genera sistemi simili di interpretazione dei fatti e degli eventi. Danah Boyd, studiosa americana ha spiegato che “in un mondo connesso..qyuello che fluisce attraverso le reti, fluisce attraverso confini tra similarità. La capacità di connetterci con altri simiki a noi consente di far circolare i contenuti attraverso spazi e tempi in un modo radicalmente nuovo, ma c’è anche l’altro lato della medaglia. In un mondo di media connessi, è facile non avere avvesso a punti di vista diversi “ 3. Incremento di credibilità: i contenuti condivisi da un contatto social omofilo acquistano un surplus di credibilità. Quando un contenuto comincia a circolare all’iinterno di una rete omofila acquisisce credibilità. Se la notizia dei bus fosse arrivata direttamente da Tucker nessuno ci avrebbe creduto, ma acquisì credibilità nel momento in cui era stato condiviso da fonti ritenute attendibili dai sostenitori di Trump. (Citazione Baresh ) Le cascate di ricondivisione nel caso di Austin appartengono a rete omogenee e quindi ottengono credibilità: - - - (slide) 25/11/2021 LA CREDIBILITA’: come si sviluppa la fiducia nei social media? Ma prima cosa si intende per fiducia nei social media? È la misura di certezza che un soggetto o più soggetti si comporteranno nel modo previsto, noi ci muoviamo in modo più o meno fiducioso quanto più ci aspettiamo che i contenuti che incontriamo nella piattaforma siano veri e degni di fiducia. Ma è un criterio traballante, noi ci poniamo sempre con una fiducia condizionata. Questo è un po’ un problema, perché la fiducia è una precondizione della comunicazione, noi comunichiamo perché ci fidiamo. Una società come quella in cui viviamo, la fiducia nei confronti di tanti soggetti è entrata in crisi, abbiamo un problema di fiducia con i social media ma anche istituzioni, scienza ecc. quindi comunicare diventa più difficile. Questa precondizione è stata definita in modi diversi: - Principio di carità/benevolenza: credere che l’altro stia raccontando qualcosa almeno degno di nota (Quine e Davidson) - Accordo portante su cui si basa la relazione comunicativa, se noi neghiamo questo atto iniziale di fiducia significa che mettiamo in atto una possibilità di scontro non comunicazione. (Gadamer) Questo atto di fiducia iniziale su cui si basa la possibilità di comunicazione è fatto da diverse componenti: - Confidare che il mio interlocutore possa ascoltarmi e capirmi - Credere che l’altro abbia qualcosa di significativo da comunicarmi Devono esserci questi due atti di fiducia, altrimenti la comunicazione diventa zoppicante. A essere più difficile da capire e accettare in modo pre-relazionale è il secondo. - L’altro deve essere come appare, sia quel che dice che quello che mostra di essere Ad oggi non è facile crederci. In tutti questi atti di fiducia ci sono delle piccole crepe. - L’altro deve credere alla verità di quello che dico - Confidare alla verità di quello che dico di essere - Noi siamo disponibili a credere nel momento in cui non si manipolerà la comunicazione, sarà cooperativo e rispetterà gli impegni e sarà sincero su di sé e sul mondo Noi siamo comunque obbligati a crederci, altrimenti non si comunicherà più e quindi si compie l’atto con dei dubbi sulla sincerità e autenticità dell’interlocutore. Lo sviluppo con le piattaforme social e tutto quello che potrebbe accadere ha reso la comunicazione con più dubbi e crepe. La credibilità si costruisce su due poli: - Proiettata: quello che io cerco di proiettare verso gli alteri perché mi ritengano credibili - Percepita: quello che gli altri mi attribuiscono in termini di credibilità Noi costruiamo la credibilità della nostra comunicazione in questo gioco tra quelle strategia che usiamo per renderci credibili e gli strumenti che gli altri usano per riconoscerci credibili, sia nella comunicazione sui media che interpersonale. Logiche di credibilità: Quandt: contribuisce a fare un discorso sulla credibilità verso i media. Che cosa è cambiato nel tempo rispetto al modo con cui attribuiamo credibilità ai media? Nella società contemporanea abbiamo perso fiducia nei grandi sistemi mediali come fonte d’informazione, abbiamo cominciato ad attribuire più fiducia nelle fonti comunitarie (gruppo di quartiere, emittente locale) che piano piano hanno conquistato più credibilità. Oggi viviamo in un sistema in cui in caso di dubbio è la mia rete sociale di riferimento che mi può confermare la veridicità delle info, che secondo Q, sono pensate per audience specifiche che consentono un dialogo e un coinvolgimento diretto degli utenti. Oggi è più credibile ricevere una mail di risposta a una mia richiesta individuale da parte di un’istituzione che alla gazzetta. Nella co-evoluzione tra modelli di comunicazione attivi in un contesto sociale e fiducia si crea: - Una riduzione della fiducia nei media tradizionaliche sera sempre stata chiamata fiducia sistemica nel funzionamento delle istituzioni e nelle loro regole, quando questa fiducia c’è la serenità con cui ci si muove all’interno del contesto sociale è basso. Ma noi in qualche modo ci dobbiamo fidare, altrimenti non potremmo vivere. - Incremento nella fiducia nelle reti e nelle fonti comunitarie se la fiducia sistemica viene meno bisogna privilegiare altre, quindi noi investiamo di più in una fiducia interpersonale: basata sulla rete di relazioni reciproche e le sue qualità. Quindi ci si rapporta con il sistema sanitario basandomi magari su dei consigli su che medico ad esempio scegliere. Questo vale anche nel sistema di informazione, mi fido di quello che una rete di persone a me vicina mi dice rispetto ai media. L’incremento della fiducia interpersonale è stata favorita anche dai social media che ha abilitato la facilità di fidarsi delle proprie reti sociali: i social network hanno fatto da moltiplicatori della stabilità e costanza con le nostre reti sociali di riferimento, le hanno rese più importanti in termini di quantità e densità di relazioni ma anche più costanti, e questo le ha rese più facilmente un riferimento di credibilità e fiducia, hanno una visibilità e flussi contenutivi che non c’era prima. Rispetto a questa evoluzione si parla di un senso di familiarità diffusa: percezione di una costanza affettiva e comunicativa che i social contribuiscono, abbiamo la sensazione di avere sempre qualcosa disponibile usato come appoggio, confronto e sostegno. Ci fa da conforto sostegno di verifica definitiva. Tutta questa evoluzione ci porta verso un cambiamento che riguarda anche diverse forme di credibilità: TIPI DI CREDIBILITA’ PROIETTATA SU 3 DIVERSI CRITERI: 1- Base cognitivi: riconosco l’interlocutore come competente, per convenienza. Sulla base delle relazioni con il soggetto si può definire competente; credenza e fiducia razionale basata anche su costi e benefici 2- Base normativa: ha a che fare con una persona che è espressione di valori che condivide, è espressione di status a cui aspiro o per un rapporto basato sulla stima e rispetto. È una fiducia basata su un sistema di adesione a un sistema di valori e non al fatto che abbia effettive competenze. 3- Base affettiva: cioè mi fido di qualcuno perché ho sviluppato con lui relazioni affettive che me lo fanno percepire come familiare, simile e quindi mi fido. La fiducia affettiva si basa su un criterio che è quello delle dimensione affettiva. Quella che sta venendo meno è la fiducia cognitiva, all’interno della comunicazione social, mediatica quella che diventa meno facilmente utilizzabile è quella cognitiva, perché la figura dell’espperto è presente sui social in maniera minoritaria, non avendo il tempo di andare a verificare le fonti dei contenuti sui social viene meno la componente cognitiva. La fiducia normativa e affettiva sono sostenute da due meccanismi che sono tipici della comunicazione social: - la radice normativa è certamente sostenuta dall’omofilia delle reti, che confermano quello che penso. - La radice affettiva è sostenuta dalla quantità di relazione che posso avere con le persone che mi circondano. Progressivamente andiamo verso un contesto sociale in cui usiamo come criteri di affidabilità che sono normativi e affettivi.