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SOCIOLOGIA DELLE MIGRAZIONI by Ambrosini, Sintesi del corso di Sociologia Delle Relazioni Internazionali

Definizione del "migrante" e della "migrazione" in tutti i suoi aspetti e processi e ricerche di studio nel corso della storia

Tipologia: Sintesi del corso

2018/2019

Caricato il 05/03/2019

marghe.ca
marghe.ca 🇮🇹

4.6

(24)

7 documenti

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Scarica SOCIOLOGIA DELLE MIGRAZIONI by Ambrosini e più Sintesi del corso in PDF di Sociologia Delle Relazioni Internazionali solo su Docsity! SOCIOLOGIA DELLE MIGRAZIONI CAPITOLO 1 – MIGRAZIONI E MIGRANTI Le migrazioni sono un fenomeno antico come l’umanità, tanto che si può affermare che “gli uomini sono una specie migratoria”---quindi migrazioni come forma di mobilità territoriale volontaria della specie umana Nell’Atene classica, un ruolo economico fondamentale era coperto dai METECI aka lavoratori forestieri ammessi come residenti e riconosciuti come utili ma rivi di diritti politici e della cittadinanza in quanto appartenenza alla polis. Nelle città medievali affacciate sul Mediterraneo troviamo invece i FONDACHI DEI MERCANTI di origine straniera che formavano insediamenti relativamente stabili, distinti secondo la provenienza che a volte formavano dei veri e propri quartieri. MA CHI È IL MIGRANTE? una persona che si è spostata in un paese diverso da quello di residenza abituale e che vive in quel paese da più di un anno; incontriamo tre elementi: l’attraversamento di un confine nazionale e lo spostamento in un altro paese, il fatto che questo paese sia diverso da quello in cui l soggetto è nato o ha vissuto abitualmente nel periodo precedente al trasferimento e, infine, una permanenza prolungata nel nuovo paese, fissata convenzionalmente in almeno un anno La parola “migrante” porta con sé una valenza peggiorativa: quando pensiamo ad un migrante, la prima cosa che ci viene in mente è quella di una persona che proviene da un paese povero percezione di una DOPPIA ALTERITA: una nazionalità straniera e una condizione di povertà e solo quando l’individuo riuscirà a liberarsi di uno di questi due stigmi, cesserà di essere considerato un immigrato. Il problema della definizione di immigrato ne introduce altri: mostra che le migrazioni vanno inquadrate come processi in quanto dotate di una dinamica evolutiva che comporta una serie di adattamenti e di modificazioni del tempo e come sistemi di relazioni che riguardano aree di partenza, quelle di partenza, di transito e di destinazione, coinvolgendo una pluralità di attori e di istituzioni quali le autorità del paese di origine, quelle dei paesi attraversanti e quelle dei paesi riceventi, i sistemi normativi che regolamentano gli spostamenti, i punti di riferimento dei migranti nei luoghi di insediamento e via dicendo… EMIGRAZIONE uscita dal paese di origine; emigrante =/ IMMIGRAZIONE ingresso nel paese ricevente; immigrato Le migrazioni possono avvenire, oltre che esternamente, anche internamente: spostamento da una regione e l’altra dello stesso paese gli immigrati interni sono cittadini, hanno diritto di voto e di accesso ai benefici che spettano ai residenti, parlano la stessa lingua ma tuttavia anche questi possono essere considerati “diversi” e quindi discriminati nell’accesso al lavoro e all’abitazione come anche al tipo di trattamento che gli viene riservato. Le migrazioni sono COSTRUZIONI SOCIALI COMPLESSE in cui agiscono tre a gruppi di attori principali: 1) la SOCIETA’ DI ORIGINI 2) i MIGRANTI ATTUALI E POTENZIALI 3) le SOCIETA’ RICEVENTI La formazione di MINIRANZE ETNICHE riflette questa interazione tra dinamiche autopropulsive delle popolazioni immigrate e processi di inclusione da parte delle società riceventi. Il concetto ha a che fare on solo con l’insediamento stabile di immigrati stranieri ma anche con il rifiuto o la resistenza a considerarli membri a pieno titolo della società in cui vivono co la conseguenza dell’esposizione a condizioni discriminatorie. Ne derivano alcune caratteristiche: sono gruppi subordinati all’interno di società complesse, presentano aspetti fisici o culturali soggetti a valutazione negativa da parte dei gruppi dominanti, possono in qualche modo trasmettere alle generazioni successive l’identità minoritaria. DIVERSI TIPI DI IMMIGRANTI 1) i. PER LAVORO: non più in prevalenza maschile; non necessariamente istruiti e poveri di esperienze professionali ma continuano a trovare lavoro solitamente nei settori e nelle occupazioni meno ambite dei mercati del lavoro dei paesi riceventi 2) i. STAGIONALI O LAVORATORI A CONTRATTO: si distinguono dai precedenti perché sottoposti ad una regolamentazione specifica che ne autorizza l’ingresso per periodi limitati al fine di rispondere a esigenze strutturalmente temporanee e definite d manodopera 3) i. QUALIFICATI E GLI IMPRENDITORI: quasi ancora sconosciuti nel nostro paese; ingegneri, scienziati, personale medico oppur investitori INTERNAZIONALIZZAZIONE DELLE PROFESSIONI 4) i FAMILIARI AL SEGUITO: categoria diventata importante in Europa dopo la chiusura delle frontiere nella prima metà degli anni ’70 quando poi i ricongiungimenti familiari sono diventati la motivazione più frequente per gli ingressi ufficiali dei cittadini proveniente da paesi esterni in molti più paesi dell’Europa centrosettentrionale; è così aumentata la quota degli immigrati che non partecipa al mercato del lavoro 5) i RIFUGIATI E I RICHIEDENTI ASILO: altra componente della popolazione migrante crescita negli ultimi decenni; per “rifugiato” si intende una persona che risiede al di fuori del suo paese di origine, che non può o non vuole più tornare causa di un “ben fondato timore di persecuzione per motivi di razza, religione, appartenenza a un particolare gruppo sociale o opinione politica” – per “richiedente asilo” si intende una persona che si sposta attraverso le frontiere in cerca di protezione ma che non sempre rientra nei rigidi criteri dea Convenzione di Ginevra giacché molte volte non in grado di provare di essere il bersaglio individuale di una persecuzione esplicita. - la maggior parte di tali flussi avviene tra i paesi che generalmente chiamiamo terzo mondo - i paesi più sviluppati hanno reagito a questo incremento di richiesta di asilo inasprendo i criteri di accesso e varando norme più restitutive e tagliando le misure di accoglienza --------------questo ha provocato: 6) i. IRREGOALRI E CLANDESTINI: l’immigrati irregolari sono colore che sono entrati, di solito, in maniera regolare ma il cui permesso è scaduto (si può anche parlare di “over stayer”); mentre i clandestini sono coloro che è entrato in maniera fraudolenta e/o senza documenti o con documenti falsi ---------troviamo una terza tipologia: VITTIME DI TRAFFICO: persone stranire che vengono coinvolte in un attraversamento delle frontiere con la forza o più spesso con l’inganno, condizionata dalla libertà di scegliere il lavoro e residenza e costretta a svolgere attività che procurano introiti alla rete che ha organizzato il suo ingresso o ne gestisce il soggiorno 7) migranti di SECODA GENERAZIONE: comprende i figli di immigrati, nati nel paese ricevente, insieme a quelli nati nel paese di origine e ricongiunti in seguito; nel secondo caso parliamo di “minori immigrati” e possiamo associarli agevolmente alo status dei genitori, mentre nel primo tipo possiamo parlare di “migranti senza migrazioni” ovvero nati e cresciuti al di fuori del paese di origine verso i quali le legislazioni nazionali non hanno un atteggiamento univoco (in alcuni paesi sono considerati cittadini o comunque possono accedere agevolmente alla cittadinanza, mentre in altri ancora sono ritenuti stranieri) 8) i migranti DI RITORNO: coloro che rientrano nei luoghi di origine dopo aver trascorso un periodo della loro vita in un altro paese; questo tipo di mobilità non è facile: si tratta spesso di una nuova immigrazione on tutti i disagi e le frustrazioni e le difficoltà PERIODIZZAZIONE DELE MIGRAZIONI 1) periodo dello SVILUPPO INDUSTRIALE & della GRANDE EMIGRAZIONE: dal 1830 per i paesi anglosassoni e fino al 1880 in Italia fino alla prima guerra mondiale; Europa come meta preferita; realizzazione di grandi opere pubbliche (ferrovie, crescita industriale, espansione urbana etc); gli ingressi sono scarsamente regolati 2) PERIODO TRALE DUE GRANDI GUERRE: espulsioni e deportazioni si accompagnano a nuovi fabbisogni di manodopera per compensare i vuoti lasciati dalle perdite belliche; si afferma l’idea della regolamentazione delle migrazioni attraverso trattamenti internazionali, con maggiori limitazioni e selettività e con un rimo riconoscimento dei diritti dei migranti nella legislazioni internazionale del lavoro 3) periodo della RICOSTRUZIOINE: 1945 – primi anni ’50; rilancio del movimento migratorio dopo gli sconvolgimenti bellici; i profughi rappresentano più della metà dei due mil e mezzo di europei che emigrano nelle Americhe 4) periodo del DECOLLO ECONOMICO: contraddistinto dagli accordi intergovernativi per la fornitura di forza lavoro e dalla rapida regolamentazione dei lavoratori; cresca il volume delle migrazioni 5) periodo del BLOCCO UFFICIALE DELLE FRONTIERE: primi anni ’70; il primo shock petrolifero conclude la fase migratoria relativamente libera dalla stagione del decollo economico; a causa della strategici dell’economia internazionale; dopo il declino dell’industria manifatturiera, i grandi poli urbani si sono trasformati in sedi di centri direzionali delle imprese che operano ormai su scala mondiale; attorno alle direzioni strategiche poi tende poi a concentrarsi l’apparato dei servizi ad alta qualificazione, dalla finanza alla pubblicità si determina una POLARIZZAZIONE DELLA POPOLAIONE URBANA aka crescono le componenti privilegiate mentre declina la classe media SPIEGAZIONI MICROSOCIOLOGICHE scelte individuali, spontanee e volontarie basate su calcoli razionali di massimizzazione dell’unità; quindi si basano sull’assunto che l’individuo sia in grado di compiere scelte razionali sulla base di una gerarchia di preferenze LA CHIAVE DELLA SCELTA È IL CONFRONTO TRA O IL GUADAGNO CHE IL PROPRIO LAVORO PUÒ OFFRIRE NEL PAESE DI ORIGINE VS QUELLO CHE PUÒ OFFRIRE IN UN ALTRO PAESE VALORIZZAZIONE DEL CAPITALE UMANO -------cose che ritroviamo nelle teorie economiche neoclassiche CRITICHE: se le spiegazioni microsociologiche considerano il migrante solo come lavoratore, non si è in grado di spiegare perché i migranti non partano dai paesi in assoluto più poveri per raggiungere i paesi in assoluti più ricchi ------------questo si risolve nel PROBLEMA INFORMATIVO il migrante parte per lo più sulla base di informazioni imprecise e non verificate, trasmesse di bocca in bocca, basate sui racconti di altri partiti prima di lui INCIDENZA DELLA FAMIGLIA unità decisionale in cui vengono calcolati gli investimenti e gli incoraggiamenti di alcuni dei componenti più giovai e produttivi a partire a volte persino diversificando le destinazioni così da minimizzare i rischi e aumentare le opportunità ------------quindi un miglioramento della situazione economica del paese non rallenta il flusso migratorio TEORIE DEI NETWORK le migrazioni vengono viste come un effetto dell’azione delle reti di relazioni interpersonali tra immigrati e potenzialo migranti; --- i network migratori: complessi legami interpersonali che collegano migranti, migranti precedenti e non migranti nelle aree di origine e di destinazione, attraverso vincoli di parentela, amicizia e comunanza di origine; questo spiegherebbe perché i migranti si indirizzano verso determinati paesi o località, non necessariamente in dipenda di maggiori opportunità economiche, ma di punti di riferimento creati dall’insediamento di parenti, vicini e amici ----------FENOMENO DELLE RIMESSE: investimenti, progetti e aspettative che si riflettono sui comportamenti e strategie sviluppate dai migranti stessi nelle società ospitanti TRANSNAZIONALISMO (teoria dei network 2.0) l’accento viene messo sui processi mediante i quali gli immigranti costruiscono relazioni sociali e composite che connettono le loro società di origine e di insediamento, coinvolgendo quindi i non migranti e le comunità di provenienza; più di quanto non avvenisse in precedenza, questo approccio cerca di considerare congiuntamente i due versati di flussi migratori nelle loro relazioni reciproche e negli effetti di retroazione che le migrazioni comportano ---------------------------si formano così i CAMPI SOCIALI IDENTITA’ CULTURALI FLUIDE by SCHILLER che i migranti tendono ad assumere in relazione ai diversi contesti in cui si confrontano --------quindi MIGRANTE COME ATTORE DINAMICO che, nella tendenza di tenere unito il passato al presente, promuove mutamenti economici, culturali e sociali ------quindi processo bidirezionale CRITICHE: non è stato dimostrato come le reti trovano, scelgono e si dirigono verso nuove località in grado di sostenere i migranti quando le destinazioni già esistenti sono state saturate; inoltre il concetto di “network” sarebbe troppo vago CRITICHE DAL PUNTO DI VISTA DEI PAESI OSPITANTI non può essere trascurato il ruolo delle istituzioni solidaristiche e umanistiche sorte anzitutto dalle società civili e a volte appoggiate dagli stessi poteri pubblici; by ZINCONE mette l’accento sull’ “ADVOCACY COALITION” formata da sindacati, organizzazioni umanitarie, istituzioni ecclesiali, esperti che sarebbero nel caso italiano un soggetto particolarmente attivo nella tutale degli immigrati irregolari, tanto da essere riuscita a più riprese a ottenere per essi un trattamento relativamente benevolo in confronto ad altri paesi. LIVELLO MESO-MACRO: LA REGOLAMENTAZIONE NORMATIVA esercita una specifica influenza selettiva sui flussi; la regolamentazione normativa esercitata dagli stati riceventi ha influito notevolmente sulla densità, sulla composizione e sulla destinazione dei flussi migratori soprattutto dopo la crisi petrolifera del ’73 – ’74 , la chiusura ufficiale delle frontiere in Europa e le restrizioni imposte in America. CAPITOLO 3 – L’INSERIMENTO NEL MERCATO DEL LAVORO Il lavoratore è una figura centrale delle migrazioni TRE PROSPETTIVE TEORICHE: 1) VISIONE ASSIMILAZIONISTICA by SCUOLA DI CHICAGO, USA, ’20 gli immigrati del lavoro vengono a trovarsi sui gradini più bassi della scala sociale, accollandosi i lavori più sgraditi e abbandonati della forza lavoro azionale; successivamente si inseriscono nella nuova società, ne apprendono la lingua e la cultura e abbandonano i retaggio e consuetudini dei luoghi di origine e assimilano in nuovo ambiente, fino a diventare difficilmente distinguibili dalla popolazione nativa; parallelamente salgono di graduatoria sociale, lasciano ai nuovi arrivati i lavori più ingrati da cui loro sono partiti; a livello urbano il miglioramento delle condizioni economiche si riflette nello spostamento residenziale (dai ghetti si spostano verso aree più pregiate) ------------ASSIMILAZIONE processo di interpenetrazione e fusione in cui persone e gruppi acquisiscono le memorie, i sentimenti e gli atteggiamenti di altre persone e gruppi e, condividendone le esperienze e la loro storia, sono incorporati con essi in una vita culturale comune ------------da ricordare è che l’assimilazione: è inevitabile ed auspicabile, è individuale e rappresenta la precondizione che rende possibile l’avanzamento nel mercato del lavoro e quindi nella stratificazione sociale 2) VISIONE STRUTTURALISTA le società riceventi hanno bisogno di immigrati, ma non per questo sono disposte a trattarli in modo paritario e a dischiudere loro effettive opportunità di avanzamento promozione sociale, anzi hanno interesse a confinarli in ambiti svantaggiati e subalterni del mercato del lavoro; *riferimento all’esercito industriale di riserva di marx e al settore secondario di piore*; gli immigrati accettano questi lavori perché non possono fare altro, ma quando poi con il tempo, molti di loro si accorgono di non poter tornare più indietro, vorrebbero emanciparsi e salire di livello; il mantenimento di una gerarchi delle occupazioni serve anche a motivare al lavoro la classe operaia autoctona; in generale gli autori di questo filone denunciano le pratiche discriminatorie delle società riceventi e le condizioni di svantaggio che continuano a colpire gli immigrati anche dopo anni di soggiorno e l’avvento di una seconda generazione. 3) NUOVA “VISIONE” DELLA SOCIOLOGIA ECONOMICA e se quello detto finora fosse sbagliato? Alcuni fenomeni nascenti mettono in questione le visioni qui sopra, ese: la richiesta di immigrati istruiti e professionalmente qualificati o anche la crescita del protagonismo degli immigrati attraverso varie forme di mutuo aiuto mediate dalle reti di solidarietà a base etnica -----avviene quindi così una COSTRUZIONE SOCIALE DEI PROCESSI ECONOMICI by POLANYI egli parla di “embeddedness” che, difficilmente traducibile, possiamo rendere come “incastonamento” o “incorporazione” dell’azione economica (!!!) in più ampi contesti sociale che in vari modo la favoriscono, la modellano e la vincolano; ----quindi, al centro di questa analisi troviamo lavoratori e attori di lavoro coinvolti in estese reti sociali che li connettono con altre persone dentro e fuori dai luoghi di lavoro ---quindi, le relazioni sociali influenzano le decisioni economiche. quindi si può parlare anche di CAPITALE SOCIALE insieme dei contatti e rapporti interpersonali utilizzabile dagli individui per perseguire le proprie strategie di inserimento e promozione L’immigrazione nell’ultima parte del secolo si è diretta verso l’Europa del Sud e queste sono le sue caratteristiche: 1) evoluzione improvvisa e spontanea dei flussi di ingresso 2) grande diversità dei paesi di origini 3) marcate asimmetrie di genere 4) alta incidenza di forme di soggiorno irregolare 5) marginalità sociale 6) concentrazione in occupazioni precarie MODELLO MEDITERRANEO by PUGLIESE “Italia come esportatore di cervelli e importatore di braccia”; due specificazioni: la prima, il lavoro degli immigrati assume connotazioni diverse a seconda dei contesti locali e la seconda, le economie del Nord Europa non sono esenti dal primo punto LAVORI “DELLE CINQUE P”: 1) Pesanti 2) Pericolosi 3) Precari 4) Poco pagati 5) Penalizzanti socialmente MIGRAZIOI DELLE SOCIETA’ INDUSTRIALI CLASSICHE - provenienza: Europa meridionale - area di destinazione: Europa centrosettentrionale - caratteristiche dei migranti: uomini, giovani, bassa istruzione e donne al seguito - settori di inserimento: industrie, miniere politiche migratorie: gestione preventiva degli ingressi - cittadinanza sociale: diritti connessi al lavoro regolare =/ MIGRAZIONI DELLE SOCIETA’ POSTFORDISTE - provenienza: Europa orientale - area di destinazione: Europa meridionale - caratteristiche dei migranti: giovani, istruiti, prima donne poi gli uomini - settori di inserimento: piccole imprese, agricoltura politiche migratorie: legalizzazioni a posteriori, frequenti ricorso a sanatorie - cittadinanza sociale: accesso problematico ai diritti sociali Alcuni cambiamenti comprendo la “VISIONE AMERICANA A CLASSIDRA” aka una divisione tra occupazioni ben remunerate e un stuolo di lavori a basso reddito con la scomparsa dei livelli intermedi ----quindi una spinta verso la crescita dei poli estremi dea struttura occupazionale ------------------inoltre Le FABBRICHE subiscono dei PROCESSI DI DECENTRAMENTO & PROCESSI DI TERZIZZAZIONE ovvero vengono affidate a fornitori esterni IL CASO ITALIANO si distingue per un ricorso al lavoro immigrato attuato di fatto ma riconosciuto con ritardo e reticenza sotto il profilo istituzionale; si può dire che il “made in Italy” non esiste quasi più perché o i prodotti non sono fabbricati in Italia o non vengono fabbricati da italiani; l’intreccio dei vari settori in cui è inserita la forza lavoro straniera sono comprende: 1) una struttura industriale ancora inconsistente ma basata su piccole medie imprese 2) edilizia, servizi turistici e raccolta di prodotti agricoli sono ambiti che richiedono quantità consistenti di lavoro immigrati ma presentano caratteristiche di stagionalità e quindi di instabilità 3) le donne immigrate sono assunte dalle famiglie per svolgere compiti domestici e di assistenza agli anziani ------------l’Italia deve fare anche conto degli SQUILIBRI TERRITORIALI: se prima i deficit del Sud venivano compensati con le migrazioni interne, oggi non è più così, perché si è passati alle migrazioni internazionali. MODELLI TERRITORIALI ne distinguiamo quattro: 1) INDUSTRIA DIFFUSA: tipico elle aree di piccola impresa e dei distretti industriali; si assumono immigrati principalmente per saturare i fabbisogni di lavoro operario, specialmente le posizioni più gravose; questo tipo di lavoro istituisce la differenza più marcata tra il caso italiano e quello degli altri paesi d’Europa mediterranea dove il lavoro è molto più metropolitano 2) MODELLO METROPOLITANO: Milano e Roma come epicentri; il lavoro immigrato è da subito in larga prevalenza terziario e secondariamente edile, inserito nei circuiti delle attività meno qualificate e più instabili delle complesse economie urbane 2 ½) ANDAMENTI STAGIONALI: un caso noto è quello del Trentino Alto – Adige che assorbe ogni anno