Scarica Sociologia generale riassunto e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Sociologia solo su Docsity! 5 TEORIE DEL CONFLITTO Le teorie del conflitto vanno a privilegiare l’importanza delle divisioni sociali, concentrandosi sui temi del potere, della disuguaglianza e del conflitto. Secondo questo modello complessivo la società è composta da gruppi distinti, ciascuno dedito al proprio interesse, il che comporta tra gruppi una costante presenza di conflitto. I teorici del conflitto studiano le tensioni tra i gruppo dominanti e svantaggiati, cercando di comprendere come vengono stabilite e mantenute le relazioni di dominio. Elemento fondamentale è il femminismo che è una forma di teoria del conflitto che si concentra sulla disuguaglianza di genere, cioè la situazione di disparità tra uomini e donne che si riscontra nella maggior parte della società. Le femministe hanno svolto ricerche sull’uso di stereotipi e linguaggio di genere nelle interazioni, mettendo a nudo numerosi “malestream”, ovvero strutture di pensiero che vanno a favorire l’uomo rispetto alla donna. Con Weber mentre vediamo l’azione sociale, vogliamo dare una grande importanza all’interazionismo simbolico che nasce dall’interesse per il linguaggio e il significato. Mead vuole affermare che il linguaggio ci consente di diventare autocoscienti, cioè consapevoli della nostra identità e capaci di vederci dall’esterno come fanno gli altri. L’elemento chiave in questo processo è il simbolo. Il simbolo viene visto come un qualcosa che sta per qualcos’altro. Le parole che usiamo per designare gli oggetti sono in realtà simboli che rappresentano ciò che vogliamo dire. Anche i gesti e le altre forme di comunicazione non verbale sono simboli. La ricerca di Hochschild andava a considerare un aspetto della vita che la maggior parte delle persone dava per scontato e dimostrava come la sociologia potesse aiutarci a comprenderlo più a fondo. Sociologia→ studio del comportamento quotidiano. Lo studio del comportamento quotidiano è solitamente detto microsociologia, mentre macrosociologia è l’analisi delle grandi strutture sociali e dei processi di cambiamento di lungo periodo. Le due dimensioni sono interconnesse. - La macroanalisi: è essenziale se vogliamo comprendere il contesto istituzionale della vita quotidiana. I modi in cui le persone conducono l’esistenza giorno per giorno sono influenzati dalle istituzioni sociali, com’è ovvio se consideriamo l’impatto sulle nostre vite dei sistemi educativo,politico e giuridico. - La microanalisi: è necessaria per portare alla luce i dettagli di questi grandi apparati istituzionali. Con questo vediamo le basi principali di ogni forma di organizzazione sociale, a prescindere dalle sue dimensioni. La sociologia ci dice che l’esistenza quotidiana viene condotta in famiglia, in gruppi sociali ,in comunità e in quartieri. A questo livello “intermedio” è possibile scorgere gli effetti dei fenomeni sia micro sia macro. 6 La sociologia ha numerose implicazioni pratiche per la nostra vita. Mills→ immaginazione sociologica. 1. la sociologia ci conferisce una consapevolezza delle differenze culturali che ci permette di guardare il mondo sociale da prospettive diverse. 2. La ricerca sociologica fornisce un aiuto pratico alla valutazione delle politiche. 3. Molti sociologi si dedicano direttamente allo svolgimento professionale di funzioni pratiche. 4. La sociologia può contribuire all’accrescimento dell’ autocomprensione. Abbiamo quattro categorie di sociologia, secondo Burawoy: 1. professionale→ convenzionale disciplina scientifica radicata nelle università, che genera grandi programmi di ricerca, e consente le carriere accademiche. 2. pratica→ perseguono obiettivi definiti dai committenti. 3. critica→ la coscienza della sociologia professionale, che mette a nudo gli assunti dei progetti di ricerca di quest’ultima. 4. pubblica→ si vuole rivolgere a gruppi sociali come i sindacati, i movimenti sociali, i gruppi confessionali e le organizzazioni della società civile, dialogando apertamente sulla direzione futura della società. La sociologia scientifica produce metodi di ricerca, evidenze empiriche e teorie che sono necessarie affinché la sociologia pubblica possa rivolgersi a pubblici non accademici. CAPITOLO 2 Globalizzazione e mutamento sociale. In un periodo che i sociologi chiamano “modernità” hanno registrato una fortissima forma di “globalizzazione” della vita sociale, ovvero un processo generale di interconnessione che interessa gli scambi economici, le relazioni politiche, il turismo, la tecnologia,i flussi migratori. Sotto tutti gli aspetti,l’interdipendenza e la mobilità geografica dell’umanità hanno raggiunto oggi livelli senza precedenti. Studioso che troviamo in questo periodo è Livi Bacci (2011) che mostra come da 6 milioni di esseri umani che abitavano la terra 10.000 a.C la popolazione complessiva sia cresciuta fino a raggiungere i 6 miliardi nel 2000, e superato i 7 miliardi alla fine del 2011. Il ritmo di crescita della popolazione mondiale è stato assai ineguale, accelerando a partire dal 1750 circa,vale a dire all'inizio dell’età industriale. Livi Bacci documenta il cambio di ritmo della crescita demografica, del mutamento globale e dell’interdipendenza nell’età moderna, soprattutto a partire dagli anni Cinquanta del XX secolo. Molti sociologi vedono nella globalizzazione contemporanea lo sviluppo più significativo che impronta il nostro futuro. 9 Molti paesi oggi in via di sviluppo sono situati in aree dell’Asia, dell’Africa e del Sud America un tempo sottoposte al dominio coloniale. Alcune colonie conquistarono presto l’indipendenza come Haiti. In paesi in via di sviluppo sono oggi molto diversi dalle società tradizionali. I loro sistemi politici hanno seguito il modello occidentale dello stato-nazione. Benché gran parte della loro popolazione viva tuttora in aree rurali, molte di queste società stanno conoscendo un rapido processo di urbanizzazione. Con l’espressione paesi di nuova industrializzazione andiamo a vedere il Brasile, Il Messico, la Corea, Singapore e Taiwan. I paesi asiatici di nuova industrializzazione hanno i maggiori livelli di prosperità economica e investono all’estero promuovendo al contempo la crescita interna. I cambiamenti che si sono verificati nei paesi di una industrializzazione hanno influito su economie come quella statunitense, la cui quota mondiale nella produzione di acciaio, ad esempio, è calata in modo netto nell’ultimo trentennio. Fondamentale è: Wallerstein. Perché alcuni paesi sono ricchi e altri terribilmente poveri? interrogativi di questo tipo sono al centro del lavoro del sociologo e storico americano ovvero Wallerstein. Lui ha cercato di affrontare di adeguare le teorie marxiste al cambiamento sociale in un’età globale. Prima degli anni Settanta i sociologici tendevano a distinguere le società umane in Primo, Secondo e Terzo mondo. Lui andava a respingere una visione dominante affermando che il mondo è uno solo e che tutte le società sono interconnesse attraverso le relazioni economiche capitalistiche. Lui andò a formare l’espressione sistema-mondo, contenuta in 10 una trilogia intitolata “The Modern World-System”, in cui la sua prospettiva microsociologica trova compiuta espressione. Le sue origini risalgono all’Europa del Cinque e Seicento, quando il colonialismo consentì a paesi come Paesi Bassi e Francia di sfruttare le risorse delle terre colonizzate accumulando capitali che furono reinvestiti nell’economia e incentivare ulteriormente la produzione. La divisione globale del lavoro creò un gruppo di paesi ricchi, ma ne impoverì numerosi altri impedendo lo sviluppo. Lui sostiene che il processo produsse un sistema-mondo composto da un nucleo, una periferia e una semiperiferia. La teoria cerca di spiegare come mai i paesi in via di sviluppo abbiano incontrato forti difficoltà nel tentativo di migliorare la loro condizione, ma nello stesso tempo proietta a livello globale la teoria marxiana del conflitto operaia è identificata con la periferia, la classe capitalista con il nucleo. Il filosofo greco Eraclito affermo che un individuo non può bagnarsi due volte nello stesso fiume perché la seconda volta il fiume sarà differente; l’acqua è fluita lungo il suo corso e anche l’individuo è in qualche modo cambiato. Nel caso delle società umane dobbiamo valutare fino a che punto, in un dato periodo, si sono trasformate le sue istituzioni fondamentali. Ma è evidente che nelle società moderne la maggior parte delle istituzioni cambia più rapidamente che nelle civiltà del passato, e siamo in grado di identificare i principali fattori che influenzano il mutamento sociale, lo sviluppo economico, il mutamento socioculturale e l’organizzazione politica. L’ambiente fisico può favorire o limitare lo sviluppo economico. Importanti sono anche la facilità delle comunicazioni terrestri e la disponibilità di rotte marittime:società alle quali la comunicazione con l’esterno viene impedita da catene montuose, giungle impenetrabile o deserti rimangono spesso relativamente immutate per lunghi periodi di tempo. Nell’età moderna il fenomeno economico fondamentale è stato indiscutibilmente il capitalismo , che differisce dai sistemi di produzione precedenti perché comporta l’espansione costante della produzione e l’accumulazione crescente di ricchezza. Nei sistemi tradizionali i livelli di produzione erano relativamente stabili, in quanto commisurati a 11 bisogni radicati nella consuetudine. Il capitalismo, favorisce la costante revisione delle tecnologie produttive, processo cui partecipa sempre attivamente la scienza. L’innovazione tecnologica promossa dall’industria moderna è assai maggiore che in qualsiasi sistema economica del passato. Nei processi produttivi vengono impiegate quantità di materie prime impensabili in epoche precedenti. Sul piano del mutamento socio culturale occorre perlomeno considerare il ruolo della religione, della comunicazione, della leadership e delle idee. Weber vuole analizzare la convinzione religiosa che hanno svolto un ruolo importante nel mobilitare le forze della trasformazione sociale. La leadership, della quale Weber ha parlato in termini di carisma, è un ulteriore fattore socio culturale del mutamento sociale. La storia è ricca di esempi del ruolo fondamentale di leader carismatici che hanno influenzato il ritmo e la direzione del mutamento sociale. Un terzo fattore del mutamento sociale è l’organizzazione politica. Altri tipi di società sono presenti attori politici ben distinti la cui esistenza è determinata nell’orientare lo sviluppo di una società. Società con sistemi economici molto simili che possono avere ordinamenti politici del tutto diversi. Il conflitto politico-militare tra le nazioni è stato una forza propulsiva del cambiamento nell’età moderna. Tutt’altro accade nei sistemi politici, in cui le attività dei leader politici influiscono quotidianamente sulla vita della popolazione. Oggi i governi svolgono un ruolo determinante nello stimolare la crescita economica. Anche nelle economie di libero mercato i governi stabiliscono le norme di legge entro cui le aziende possono operare. Negli ultimi anni si è andato a formare il concetto di “globalizzazione” che ha cominciato a dilagare nei dibattiti politici, in economia e nei media. Per alcuni la globalizzazione indica una serie di processi che comportano crescenti flussi multidirezionali di beni,persone e informazioni in tutto il pianeta. Per molti la globalizzazione vuole andare a significare che viviamo sempre più in uno stesso mondo, dato che gli individui, aziende, gruppi e nazioni diventano sempre più interdipendenti. La globalizzazione è quindi un processo che ha caratterizzato una lunghissima fase della storia umana e non è certamente un fenomeno specifico del mondo moderno. L’intensificazione del processo di globalizzazione ha contrassegnato la peculiarità dei nostri tempi. Il processo di globalizzazione è spesso inteso in termini economici, altri vanno a guardare l’integrazione telematica dei mercati finanziari globali e all’enorme flusso globale di capitali, nonché al livello senza precedenti del commercio mondiale, riguardante una gamma di beni e servizi assai più ampia che nel passato. Il processo di globalizzazione è strettamente legato allo sviluppo di quella che è nota con la sigla Ict (information and communication technology). Questo vuole andare a dimostrare che la globalizzazione sta entrando nella routine quotidiana di un numero crescente di persone in aree sempre più numerose del mondo, creando esperienze condivise a livello veramente planetario, prerequisito essenziale di una società globale. La comunicazione globale è stata facilitata da una serie di importanti progressi tecnologici nell’infrastruttura mondiale delle telecomunicazioni. La tecnologia via cavo è divenuta più efficiente e meno costosa, e lo sviluppo della fibra ottica ha incrementato in maniera sensazionale il numero di canali disponibili. I primissimi cavi transatlantici erano del 1992. Tecnologie simili facilitano la compressione del tempo e dello spazio. L’uso generalizzato di Internet e dei telefoni cellulari intensifica e accelera i processi di globalizzazione man mano che aumenta il numero dei soggetti connessi, compresi coloro che vivono in luoghi 14 New York sono pienamente multiculturali. Secondo loro la globalizzazione è un processo decentrato caratterizzato da legami e flussi culturali che operano in ogni direzione. La globalizzazione comporta che i mondi minoritario e maggioritario vengano sempre più percepiti come parte dello stesso mondo globale. L’uguaglianza tra uomini e donne,, la libertà di parole, la partecipazione democratica alla vita politica e la ricerca del piacere attraverso il consumo sono valori che Internet diffonde rapidamente in tutto il mondo. La tecnologia stessa sembra promuovere certi valori: comunicazione illimitata, informazione senza censure, gratificazione non differita. Il sociologo britannico Robertson ha coniato il termine glocalizzazione mescolando globalizzazione e localizzazione. Le comunità locali sono spesso agenti attivi che modificano i processi globali per adattarli alla propria cultura. Gli effetti della globalizzazione si avvertono anche nella sfera privata. Oggi gli individui hanno molte più possibilità di decidere della propria vita che in passato, quando contavano soprattutto la tradizione e la consuetudine. Le identità personali si formavano nel contesto della comunità di nascita. I valori, l’etica e gli stili di vita di quella comunità costituivano per tutta la vita un punto di riferimento relativamente immodificabile. La globalizzazione spinge a vivere in modo più aperto e riflessivo, chiamandoci a reagire e ad adattarci costantemente al nostro ambiente in mutamento. Le piccole scelte che compiamo nella vita quotidiana fanno parte di un incessante processo di creazione e ricreazione dell’identità. CAPITOLO 3 Economia e Lavoro. Gli analisti finanziari hanno attribuito le origini della crisi bancaria statunitense a pratiche azzardate di prestito, soprattutto domestico. Molte banche avevano concesso un elevato numero di prestiti ad acquirenti di case privi di adeguate garanzie. Questi prestiti, detti “subprime”, erano poi stati incorporati in azioni e obbligazioni che erano venduti ad investitori in tutto il mondo. In un sistema finanziario globalizzato, la crisi statunitense non poteva non coinvolgere il resto del mondo. Subirono perdite le banche d’investimento in Europa, in Cina, in Australia e nel resto del mondo,e la stretta del credito sospinse l’economia globale verso la recessione. Per impedire il crollo, in paesi come Francia e Regno Unito le maggiori banche furono rilevate dal governo. I governi di tutti i paesi europei e la Banca centrale europea intervennero aumentando la quantità di denaro a disposizione delle banche, nella speranza che ciò incoraggiare la ripresa dei prestiti, dato che l’assenza di credito tassi sostenibili impedisce alle aziende di espandersi e ai privati di disporre del denaro per effettuare acquisti di un certo valore. Le banche e altre istituzioni finanziarie hanno reso più rigidi i criteri per l’accesso al credito, preoccupato dal rischio potenziale rappresentato da alcuni paesi le cui economie versavano in condizioni tali da non garantire il rimborso dei prestiti. Con una crescita rallentata o azzerata dall’economia nazionale, alcuni paesi europei si sono visti costretti ad accettare l’aiuto dell’Ue o del Fondo monetario internazionale. La recessione economica→ è la diminuzione del prodotto interno lordo per due trimestri consecutivi, non è una novità. Se non contano molte nella lunga storia dello sviluppo capitalistico, e il caso più recente ha qualcosa in comune con il “grande crollo” del 1929. 15 Abbiamo avuto la recessione nel 2009 che deve molto alla globalizzazione, che facilita il rapido movimento mondiale dei capitali e del debito, creando un sistema economico globale sempre più strettamente interconnesso. La “prima” recessione economica del XXI secolo ha avuto un impatto profondo su molti aspetti della vita sociale. Moltissime persone hanno perso il lavoro e sono rimaste discoccupate a causa di fallimenti aziendali o di tagli alla spesa pubblica. Le “politiche di austerità” sono state decise in un clima in cui il settore pubblico è generalmente additato dai media e da taluni politici come responsabile di un prosciugamento della ricchezza generata dal settore privato. I sociologi hanno molto discusso sulla modernità, sul capitalismo, sulla globalizzazione, sull’industria e sul lavoro, ma sembra che per comprendere appieno l’attuale crisi economica globale dobbiamo ricorrere agli economisti. Tutti i fondatori della sociologia si sono interessati allo studio di fenomeni economici come i mercati, la divisione del lavoro, l’impresa. Tutto questo si unisce a una “sociologia economica”. I fondatori della sociologia: - Karl Marx: il principale interesse era lo studio del capitalismo come sistema economico dinamico, ma al contempo distruttivo e fondato sullo sfruttamento. Per lui il capitalismo si basava su relazioni sociali strutturate attorno a una marcata disuguaglianza e alla proprietà privata. - Durkheim: si interessò della crescente divisione del lavoro. - Max Weber: si focalizza sulle forme economiche dell’agire sociale e delle organizzazioni , ma è centrale per il suo approccio anche il concetto di interesse. Le azioni che sono determinate solo dall’interesse , sono fondate sulla “razionalità strumentale” e dipendono dal presupposto che tutti gli individui si comportino in maniera analoga. i quali cercarono di comprendere e spiegare le origini del capitalismo industriale. La sociologia economica è diversa dall’economia ortodossa, ma la differenza centrale sta nel fatto che il punto di partenza dell’analisi economica è l’individuo; quello della sociologia economica sono di solito i gruppi, le istituzioni e la società. Mentre l’economia ortodossa si fonda su alcuni assunti chiave: gli individui agiscono secondo il proprio interesse, le azioni economiche sono basate sulla massimizzazione dell'utilità, quest’ultima è l’unica forma di comportamento economico razionale. In sociologia economica gli individui sono sempre inseriti in un contesto sociale e gli interessi degli attori sociali si formano nei rapporti con altre persone. Infatti Weber sosteneva che l’agire economico può essere <<tradizionale>> o <<affettivo>>. oltre che fondato sulla razionalità strumentale, l’agire economico “tradizionale” è radicato negli usi e nei costumi, mentre quello “affettivo” nasce da un sistema di valori. Entrambi collocano l’azione individuale in un contesto più ampio. Nel XX secolo la sociologia ha tenuto in modo distinto le questioni economiche delle relazioni sociali. - Polanyi→ <<liberi mercati>>. (1944) - Schumpeter→ declino del capitalismo liberale.(1942) Fondamentali furono le idee di Mark Granovetter che sono state di importante stimolo alla nascita di una nuova sociologia economica. Egli elaborò una critica serrata della teoria economica prevalente, sostenendo che l’agire economico non può essere ridotto al calcolo razionale del profitto individuale o alla massimizzazione dell’interesse. 16 Quindi il concetto radicalmente sociale permette ai sociologi di di riformulare in termini sociologici le questioni economiche. Un’altra obiezione di Granovetter era rivolta al carattere naturale dei mercati e all’idea che essi operino in maniera più o meno autonoma. Adam Smith individuò diversi vantaggi offerti dalla divisione del lavoro in termini di crescita produttiva. La sua opera più famosa si apre con una descrizione della divisione del lavoro in una fabbrica spilli. Una persona che lavorava da sola poteva forse fabbricare venti spilli al giorno. Scomponendo la produzione in una serie di operazioni elementari, dieci operai con mansioni specializzate riuscivano a produrre, tra loro, 48.000 spilli al giorno. La produttività per operaio aumenta da 20 a 4.800 spilli giornalieri. Taylor era un consulente americano di gestione aziendale. L’approccio di Taylor a quella ch'egli chiamava “organizzazione scientifica del lavoro” comportava lo studio dettagliato dei processi industriali, in modo da scomporre in operazioni elementari che potevano essere cronometrate e organizzate con precisione. Il taylorismo era un sistema ideato per massimizzare la produzione industriale. Gli studi di Taylor sui tempi e sui metodi del lavoro sottrassero ai lavoratori il controllo della conoscenza del processo produttivo consegnandolo al management, e minando i presupposti sui quali gli operai specializzati fondavano una certa autonomia nei confronti dei datori di lavoro. Una delle innovazioni introdotte da Ford fu la catena di montaggio mobile, della quale si dice che fu ispirata al mattatoio di Chicago, dove gli animali venivano macellati pezzo per pezzo e appesi a un nastro trasportatore. Alla catena di montaggio della Ford ciascun operaio aveva un compito specifico. Ford fu uno dei primi a capire che la produzione di massa richiede un consumo di massa in mercati di massa. Il suo ragionamento era che per produrre un sufficiente numero di beni standardizzati come le automobili occorreva un numero sufficiente di consumatori in grado di acquistarli. Nel 1914 Ford prese l’iniziativa senza precedenti di aumentare il salario giornaliero a 5 dollari. Il suo obiettivo era fare in modo che lo stile di vita della classe operaia potesse contemplare il possesso di un’automobile Ford. Fordismo: è il termine con sui si intende in generale un sistema di produzione di massa finalizzato ad alimentare mercati di massa. Ad esso vuole corrispondere anche un periodo storico definito che va dall’inizio del XX secolo ai primi anni Settanta, caratterizzato dalla produzione di massa, dalla relativa stabilità dei rapporti di lavoro e da un alto grado di sindacalizzazione. I contratti collettivi sono accordi formali tra aziende e sindacati sulle condizioni di lavoro, i salari, le progressioni di anzianità, i benefici e così via, erano lo strumento attraverso il quale si otteneva il consenso dei lavoratori all’utilizzo di sistemi automatizzati e si costituiva una domanda sufficiente all’assorbimento di una produzione di massa. Le ragione del declino del fordismo sono complesse. Esso si fondava sulla fornitura di beni al mercato interno e risultava sostanzialmente superato in un’epoca dominata dalle multinazionali e dalla crescente importanza dei mercati internazionali e globali. Il fordismo può essere applicato soltanto in alcuni settori industriali che producono merci standardizzate per i mercati di massa. Allestire una catena di produzione meccanizzata è enormemente costoso, una volta adottato, il sistema fordista è molto rigido,per modificare un prodotto, esempio è di solito necessario un consistente reinvestimento. Tale produzione è facile da copiare se si hanno le risorse per costruire uno stabilimento, così che le imprese di paesi 19 Una delle principali conseguenze della progressiva diminuzione della popolazione operaia nei paesi industriali è stata la riduzione del numero di iscritti al sindacato. Il sindacato è un'organizzazione di presenti, con un numero di iscritti e influenza diversi, nella maggioranza dei paesi. La sindacalizzazione era per vari motivi un fenomeno comune a tutti i paesi occidentali: 1. l’azione sindacale era favorita dall’esistenza di forti partiti politici che rappresentavano la classe lavoratrice. 2. la contrattazione tra imprese e sindacati era coordinata a livello nazionale, anziché svolgersi in maniera decentrata a livello locale. 3. erano i sindacati e non lo stato a erogare le indennità di disoccupazione, il che induceva i lavoratori che perdevano il lavoro a non abbandonare il sindacato di appartenenza. L’adesione ai sindacati cominciò a diminuire in tutti i paesi industriali in conseguenza del fatto che tradizionalmente il settore dei servizi è meno propizio all’attività sindacale. Bruce Western andava a spiegare la contrazione della sindacalizzazione può essere più importante guardare all'industria stessa che alle differenze tra i settori dell’economia. Diverse circostanze sono coerenti con la minore rappresentatività dei sindacati. 1. la recessione. 2. è stato l'intensificarsi della competizione internazionale. 3. l’avvento in molti paesi di governi di destra, ad esempio quello dei conservatori britannici nel 1979, che segnò l’avvio di una politica di contrasto delle posizioni sindacali. Per buona metà del XX secolo il lavoro retribuito è rimasto un’attività prevalentemente maschile, che attribuiva all’uomo il compito di procurarsi il necessario al sostentamento dell’intera famiglia. La situazione è cambiata radicalmente con la femminilizzazione del lavoro, nel momento in cui un numero crescente di donne è entrato nel mercato del lavoro. Questo processo dalle mille sfaccettature è un cambiamento storico fondamentale che non solo ha trasformato l’esperienza del lavoro retribuito, ma sta anche stravolgendo le relazioni di genere in ogni ambito della società, tra cui l’istruzione e la sfera domestica. I nuovi posti di lavoro vengono creati negli uffici e nelle strutture di servizio come i supermercati, i call center o gli aeroporti, dove molti dei posti disponibili vengono occupati da donne. Nella maggior parte dei paesi del mondo le donne costituiscono ormai almeno metà della forza lavoro, anche se, differiscono notevolmente i tipi di impiego cui sono adibite. Va aggiunto che il lavoro delle donne è qualitativamente diverso da quelli degli uomini. Le donne avevano spesso una considerevole influenza nell’ambito della famiglia, sebbene fossero escluse dal monopolio maschile della politica e della guerra. Spesso le mogli degli artigiani e dei contadini curavano l’amministrazione degli affari, mentre molto frequentemente le vedove possedevano e gestivano un’attività propria. L’idea di due sfere separate: 1. pubblica. 2. privata. Gli uomini che svolgevano un lavoro esterno alla famiglia, dedicavano buona parte del loro tempo alla sfera pubblica. Le donne divennero portatrici dei valori domestici, ed ebbero la responsabilità di compiti quali l’allevamento della prole, la cura della casa e la preparazione dei pasti. Le donne benestanti avevano al proprio servizio cameriere, bambinaie e domestici. Le donne più povere, conducevano un’esistenza estremamente pesante, dovendo occuparsi delle faccende domestiche e spesso lavorare per integrare il reddito del marito. 20 Una delle tappe fondamentali fu la prima guerra mondiale, quando la carenza di manodopera spinse ad affidare alle donne molte mansioni che fino a quel momento erano state considerate esclusivamente “maschili”.La divisione di genere del lavoro ha cominciato a ridursi drasticamente dopo la seconda guerra mondiale ed è verosimile che questa tendenza verso la parità di genere possa continuare. Aumentando l’età media della nascita del primo figlio molte donne oggi cominciano a lavorare prima di avere figli e tornano al lavoro dopo il parto. La ridotta dimensione dei nuclei familiari comporta per le donne un minor tempo da dedicare in casa alla cura dei figli. Le pressioni economiche sulla famiglia, tra cui la crescita della disoccupazione maschile, hanno indotto molte donne a cercare un lavoro retribuito, e molte famiglie ritengono che due fonti di reddito sia indispensabili per il supporto del tenore di vita desiderata. Tra le posizioni detenute da donne troviamo lavori da segreteria e assistenza, come l’infermiera e la puericultrice. La segregazione occupazionale di genere si riferisce al fatto che gli uomini e donne si concentrano in lavori diversi, che vengono considerati maschili o femminili. Nella segregazione occupazionale si individuano due componenti: 1. segregazione verticale: che indica la tendenza alla concentrazione delle donne in posizioni di scarso potere. 2. segregazione orizzontale: indica invece la destinazione di uomini e donne in diverse categorie d’impiego, le donne sono in grande maggioranza nelle mansioni di routine, mentre gli uomini nei lavori manuali. E’ evidente che la segregazione orizzontale di genere è estremamente resistente ai cambiamenti di fondo. Negli ultimi decenni le opportunità di lavoro part-time si sono moltiplicate, sia per le riforme del mercato del lavoro volte a fornire contrattuali flessibili, sia per effetto dell’espansione del settore dei servizi.La flessibilità del part-time fa sì che spesso preferito dalle donne che cercano di conciliare il lavoro con gli impegni familiari. Ma il part-time ha anche diversi svantaggi, quali la retribuzione ridotta, l'insicurezza del posto e limitate opportunità di carriera. L’ingresso crescente delle donne nel mercato del lavoro retribuito sta portando alla rinegoziazione dei modelli familiari tradizionali. La figura del male breadwinner, l’uomo che guadagna il pane per tutta la famiglia è ormai l’eccezione anziché la regola, e la crescente indipendenza economica delle donne le pone in posizione migliore per rinegoziazione le responsabilità domestiche. Gli uomini contribuiscono più che in passato alle faccende domestiche, anche se i ricercatori che si sono occupati di questo fenomeno preferiscono parlare di un processo “adattamento ritardato”, la rinegoziazione dei compiti domestici procede più lentamente del ritmo d’ingresso delle donne nel mercato del lavoro. Alcuni studiosi hanno approfondito un ulteriore aspetto della divisione domestic del lavoro, quello riguardante la gestione finanziaria della famiglia, cercando di capire se con la crescita dell’occupazione femminile siano aumentati anche per le donne la disponibilità di denaro e di controllo sulle decisioni di spesa. I sociologi si interessano da tempo del rapporto tra tecnologia e lavoro. Con l’industrializzazione è diventato più preponderante il ruolo della tecnologia, dall’automazione delle fabbriche all’informatizzazione del lavoro d’ufficio. Abbiamo anche il concetto di automazione che fu introdotto a metà 800 quando Christopher Spencer inventò l’automat, un tornio programmabile che fabbricava viti, dadi e ingranaggi. Un robot è uno strumento automatico che può svolgere funzioni ordinariamente affidate a esseri umani. Il termine robot significa lavoro pesante o forzato. Oggi la maggioranza dei 21 robot è impiegata nelle fabbriche di automobili e nelle industrie elettroniche che producono televisori, computer e lettori del Cd. L'utilità dei robot è relativamente limitata, poichè la loro capacità di riconoscere gli oggetti e manipolare forme di irregolarità è tuttora rudimentale. Blauner ha operazionalizzato il concetto di alienazione misurando il grado di incompetenza, insignificanza, isolamento ed auto-estraniazione avvertito dai lavoratori. Secondo Blauner l’introduzione dell’automazione inverte la tendenza altrimenti costante all’alienazione crescente dei lavoratori. L’introduzione delle tecnologie informatiche ha condotto a un aumento generale delle competenze di tutti i lavoratori, ma ha anche prodotto una bipartizione della forza lavoro tra un piccolo gruppo di professionisti altamente qualificati con un grado di flessibilità e di autonomia elevato, e un gruppo più numeroso di lavoratori che svolgono mansioni amministrative, ausiliare e produttive con un grado di autonomia scarso o nullo. Gli studi che hanno preso in esame la complessità intrinseca delle mansioni tendono a confermare che l’automazione comporta un upskilling, ossia una maggiore qualificazione del lavoro, mentre quelli che valutano l'autonomia dei lavoratori sostengono che essa conduce al deskilling. Economia della conoscenza→ si riferisce a un’economia in cui l’innovazione e la crescita economica sono sostenute dalle idee, dalle informazioni e dalle forme di conoscenza. La maggior parte della forza lavoro è impegnata non nella produzione e distribuzione di beni materiali, ma in attività di progettazione, sviluppo, messa a punto tecnologica, commercializzazione, vendita e assistenza. Gli investimenti nell’economia della conoscenza costituiscono oggi una parte significativa del bilancio di molti paesi. Questa economia è un fenomeno difficile da studiare. E’ più facile misurare il valore di oggetti concreti che quello di idee, ricerche e conoscenze senza peso. I teorici del postfordismo sostengono che nelle nuove forme di lavoro, caratterizzate da una molteplicità di compiti variabili non più da un’unica immutabile mansione, i lavoratori hanno la possibilità di ampliare le proprie competenze. I multiskilling ovvero lo sviluppo di una forza lavoro capace di assumersi un'ampia gamma di responsabilità. Questo a sua volta conduce una maggiore produttività e a una migliore qualità dei beni e servizi. La preferenza per il multiskilling ha ripercussioni sul processo di reclutamento del personale. Mentre un tempo le assunzioni erano determinate prevalentemente dall’accertamento dei titoli di studio e delle capacità professionali,molti datori di lavoro oggi cercano soggetti adattibili e in grado di acquisire rapidamente nuove competenze. Il multiskilling è connesso al concetto di formazione sul lavoro. Molte aziende preferiscono assumere non specialisti capaci di sviluppare nuove competenze direttamente sul lavoro. Il telelavoro permette di svolgere da casa le proprie mansioni, o parte di esse, spesso via telefono o internet. In occupazioni che non richiedono un contatto regolare con clienti o colleghi. Il fenomeno dei lavoratori in rete è cresciuto negli ultimi anni con lo sviluppo di tecnologie che creano nuove possibilità di cambiare il modo di lavorare. La cosa più difficile è quella di monitorare il lavoro di un dipendente che non sia fisicamente presente in ufficio, per cui spesso i telelavoratori sono sottoposti a nuove forme di controllo mirate a scongiurare l’abuso della libertà di cui godono. L’avvento di tecnologie mobili wireless come quelle di smartphone, tablet e computer pare offrire maggiore libertà ed emancipazione da un contesto lavorativo statico. Il lavoro esce da strutture fisiche predeterminate per invadere ogni altra sfera della vita pubblica e privata, 24 da piccole le ragazze a vivere i loro corpo come “oggetto per altri”. Gli uomini invece imparano a vivere i loro corpi come attivi e vigorosi, il che si traduce nella maggiore aggressività dei loro movimenti, in particolare nello sport, infatti accusare un maschio di “lanciare come una ragazza” è un terribile insulto e offesa all’identità maschile. Una delle espressioni non verbali più comuni è il contatto visivo. Il comportamento di un uomo che fissa una donna viene spesso ritenuto naturale o innocente mentre quello di una donna che fissa un uomo viene ritenuto allusivo o sessualmente esplicito. Nella comunicazione non verbale ci sono quindi differenze di genere. Butler(1990) ha sostenuto che il genere è essenzialmente “performativo”, molte femministe hanno separato il genere dal sesso affermando che le norme del comportamento di genere sono state costruite su corpi maschili e femminili biologicamente determinati. Butler respinge questa posizione sostenendo che non esistono identità biologiche determinate sottostanti alle espressioni culturali di genere. Secondo Butler l’identità di genere non è una questione di chi sei, ma di cosa fai, da cui consegue che essa è assai più fluida e instabile di quanto si pensasse. Gli individui potrebbero aspirare a più spazio per scelte attive nella performance di genere, opponendosi alle forme dominanti o egemoniche dell’identità di genere. L’identità di genere di una persona viene espressa anche attraverso l’esperienza del corpo e dai suoi movimenti. Jenkins afferma che l’identità è “la capacità umana, radicata nel linguaggio, di sapere chi è chi”. Ciò significa sapere chi siamo, sapere chi sono gli altri, sapere che essi sanno chi siamo noi, sapere che noi sappiamo cosa essi pensano che noi siamo e così via”. Le identità umane sono identità sociali. Le identità sono costruite e non date, esse si presentano sotto tre aspetti: 1. individuali o personali 2. collettive o sociali. 3. embodied Le identità si possono anche distinguere in due categorie, ovvero: 1. identità primarie→ sono quelle che si formano nei primi anni di vita e comprendono il genere, la razza e anche la disabilità. 2. identità secondaria→ che vuole comprendere quelli che sono i ruoli sociali o status acquisiti, come il ruolo occupazionale e il rango sociale. L’identità sociale ci fa sentire unici e diversi da ogni altra persona, mentre le identità collettive ci mette in evidenza quelle che sono le somiglianza. In determinati momenti sociali dove noi intratteniamo gli altri abbiamo una interazione non focalizzata. Interazione focalizzata→ si verifica quando un individuo presta direttamente attenzione a ciò che altri dicono o fanno. In essa vediamo anche l’incontro formato da continui incontri con altri individui, familiari, amici, colleghi di lavoro, che spesso hanno luogo sullo sfondo di una interazione non focalizzata con altri soggetti presenti sulla stessa scena. Goffman vuole distinguere tra le espressioni trasmesse consapevolmente e le espressioni che trapelano inconsapevolmente. Il concetto di ruolo sociale ebbe origine in un contesto teatrale dai copioni a forma di rotolo usati dagli attori nell’antichità. I ruoli sono le aspettative socialmente definite cui soggiace 25 una persona che appartiene a un certo status o posizione sociale. Goffman concepisce la vita sociale come se fosse interpretata da attori che recitano su un palcoscenico, poiché il nostro comportamento dipende dal ruolo che stiamo interpretando in un dato momento, vediamo quindi un controllo delle impressioni. Gli individui hanno un set di status, ovvero: 1. Status ascritto→ ovvero che vengono assegnati per ragioni biologiche come ad esempio la razza. 2. Status acquisito→ viene raggiunto attraverso lo sforzo individuale, esempio laureato, atleta o impiegato. In ogni società alcuni status hanno la priorità su tutti gli altri e determinano in genere la collocazione complessiva di una persona, la sociologia definisce status primari. Lo spazio personale→ è la dimensione variamente definita in termini culturali. Nella cultura occidentale gli individui mantengono per lo più una distanza di circa un metro l'uno dell'altro nel corso di un’interazione focalizzata. Edward T Hall ha lavorato molto sulla comunicazione non verbale, distingue 4 tipi di distanza tra individuali, ovvero: 1. intima→ che troviamo nel rapporto tra genitori-figli. 2. personale→ che troviamo negli incontri tra amici o buoni conoscenti. 3. sociale→ che troviamo nei contesti formali di interazione. 4. pubblica→ che troviamo quando coloro che agiscono di fronte ad un pubblico di spettatori. Gli interazionisti simbolici hanno sempre riconosciuto il ruolo fondamentale del linguaggio nella vita sociale. Sul finire degli anni sessanta del secolo scorso è stato sviluppato un approccio specificamente rivolto a indagare come le persone usano il linguaggio nei contesti ordinari della vita quotidiana. L’ etnometodologia→ studio delle pratiche di uso comune, radicate in una certa cultura, di cui ci serviamo per conferire senso a ciò che gli altri fanno e dicono. Le forme più insignificanti di conversazione quotidiana presumono una comprensione condivisa tra coloro che ci partecipano, anche un breve scambio verbale è talmente complesso che finora si è dimostrato impossibile programmare perfino i computer più sofisticati per conversare con gli esseri umani come questi fanno tra loro. Gli studenti di Garfinkel creavano situazioni di tensione contravvenendo intenzionalmente alle regole che disciplinano le conversazioni in una situazione sperimentale. Abbiamo due sociologi Duneier e Molotch che hanno studiato, gli scambi verbali che avvengono tra gente di strada e passanti a New York, per capire come mai questi ultimi considerino spesso problematiche tali interazioni. Nello studio è stata utilizzata una tecnica chiamata analisi della conversazione. Questa analisi è una tecnica che esamina il significato di ogni elemento di una conversazione, dal più piccolo riempitivo all’esatta tempistica degli scambi. Mudrick utilizza una tecnica che si chiama “tecnicamente incivile” anche la donna, per reazione, risponde sullo stesso piano, ignorando i ripetuti tentativi di Mudrick alla conversazione. Proprio il carattere tecnicamente incivile di questi scambi verbali ne rende problematica la gestione. L’espressione vandalismo internazionale descrive casi come questo, in cui un individuo in posizione subordinata viola le regole tacite di interazione rispettate da un altro individuo in posizione di vantaggio. 26 Certe espressioni linguistiche non sono una forma di discorso, ma soltanto esclamzioni inarticolate, che Goffman chiama gridi di reazione. L’esclamazione viene usata soltanto in situazioni di scarsa gravità , non nel caso di incidenti seri o calamità, il che costituisce un’ulteriore dimostrazione della nostra capacità di controllo sui dettagli della vita sociale. Goffman ci parla anche di prontezza controllata→ ovvero la dimostrazione di competenza nelle routine della vita quotidiana. Nelle società moderne la delimitazione delle attività è fortemente influenzata dalla nostra esperienza del tempo cronometrico, ovvero la misurazione del tempo con gli orologi è oggi standardizzata in tutto il mondo, rendendo possibile quel complesso sistema internazionale di trasporti e comunicazioni da cui ormai dipende la nostra vita. Nelle società moderne interagiamo costantemente con individui che potremmo non vedere né incontrare mai. Chiunque abbia telefonato a una banca e sia stato rinviato a un call centre anonimo a migliaia di chilometri di distanza ha fatto esperienza di questo fenomeno. Oggi che la posta elettronica, i messaggi istantanei, le chat- room e i social media fanno parte della nostra vita quotidiana, avvertiamo un interesse crescente per la comprensione dell’impatto di questi strumenti e delle norme di comportamento online che stanno emergendo. Ciberspazio→ un qualcosa di artificiale, separato dal mondo reale delle interazioni faccia a faccia, perché quello che accade online può essere nuovo, ma non è per questo meno reale. Con questo noi parliamo di Web 2.0 ovvero una “seconda generazione” di servizi online più interattivi, un numero crescente di persone che può condividere le informazioni e contribuire al contenuto disponibile sul web. Il ciberspazio ha portato la nascita di norme che regolano la comunicazione online, chiamato anche netiquette che governano le interazioni e gli scambi nel ciberspazio. CAPITOLO 5: FAMIGLIE E RELAZIONI DI INTIMITA’ La famiglia, così come comunemente intendiamo nel nostro contesto sociale, non è un componente naturale della vita dell'uomo. Il concetto di amore romantico come fondamento del matrimonio si consolida solo sul finire del XVIII secolo. La composizione delle famiglie è stata variabile anche nel passato, pur se per ragioni diverse rispetto ad oggi. La famiglia tradizionale è almeno in parte una idealizzazione della realtà dei rapporti di coppia e familiari. Concetti fondamentali Esistono molte forme di famiglia: eterosessuali, omosessuali, acquisite, mono parentali e altre ancora. Dovremmo dunque parlare di famiglie anziché di famiglia come afferma Diana Gittins. 29 svilupparono invece sistemi discendenza matrilineare, in cui il nome di famiglia e spesso le proprietà venivano trasmessi per linea femminile. In Europa e in occidente, la coppia sposata segue per lo più un modello di residenza neolocale ovvero va a vivere in un'abitazione separata da quella delle rispettive famiglie. Più rare la residenza matrilocale, per cui i neosposi si stabiliscono in stretta prossimità dei genitori della sposa, e la residenza patrilocale per cui vanno ad abitare assieme o vicino ai genitori dello sposo · la famiglia nucleare consiste di uno dei due genitori che vivono in una medesima abitazione con i figli Sviluppo e diversità delle forme di famiglia Oggi osserviamo una profonda diversificazione delle forme familiari dal punto di vista organizzativo, culturale, di classe, di corso della vita e di coorte. Le famiglie organizzano i loro doveri domestici individuali e i loro legami con l'ambiente sociale in una pluralità di modi. Nelle famiglie ortodosse la donna fa la casalinga mentre l'uomo guadagna il necessario al sostentamento, in altre famiglie entrambi i coniugi lavorano e poi ci sono le famiglie monoparentali. Dal punto di vista culturale è aumentata rispetto al passato la diversità in termini di aspettative e valori familiari. La presenza di gruppi etnici immigrati e l'influenza dei movimenti come il femminismo hanno prodotto una varietà culturale considerevolmente maggiore in termini di forme familiari e connesse aspettative. Le persistenti divisioni di classe tra i poveri, gli operai, la classe media e quella superiore sono alla base di notevoli differenze in termini di strutture familiari. Anche le variazioni delle esperienze familiari nel corso della vita sono alquanto ovvie. Può divorziare ad esempio un individuo cresciuto in una famiglia fondata sul matrimonio solido, un altro può crescere in una famiglia monoparentale, sposarsi diverse volte avere figli da ogni matrimonio. Il termine coorte si riferisce al susseguirsi delle generazioni all'interno delle famiglie. Nelle famiglie anche la diversità sessuale è più grande di quanto sia mai stata. Con l'omosessualità sempre più accettata in molte società occidentali, le famiglie si costituiscono sulla base di relazioni omosessuali oltre che eterosessuali. Divorzio e separazione In occidente, per molti secoli, sì è considerato il matrimonio indissolubile; il divorzio veniva concesso solo in caso di mancata consumazione. 30 In seguito al divorzio fu introdotto sulla base del sistema accusatorio; per divorziare uno dei coniugi deve accusare l'altro di crudeltà, abbandono del tetto coniugale o adulterio. Erano per lo più gli uomini a divorziare-> marginalizzazione sociale delle donne. Negli anni ‘70 furono introdotte le prime leggi che prevedevano il divorzio senza colpa: per divorziare non è più necessaria la colpa di uno dei coniugi ma è sufficiente che la convivenza sia diventata intollerabile. Il mutamento del diritto di famiglia, con l'introduzione del divorzio, è stato accompagnato da una crescita dell'instabilità coniugale (questa è una forma che caratterizza tutte le nostre relazioni sociali). Perché oggi il divorzio è sempre più diffuso? · il matrimonio non ha più molte connessioni con la trasmissione di ricchezza e status tra generazioni · le donne sono sempre più indipendenti economicamente, il matrimonio perde quegli aspetti di partnership economica che aveva in passato · il divorzio non è più oggetto di pregiudizi · si tende a valutare il matrimonio sulla base della soddisfazione personale che è in grado di offrire. Modelli e dinamiche familiari in evoluzione o famiglie monoparentali: è presente un solo genitore. Risultato di vedovanza, separazione e divorzio o madri mai sposate; o la paternità e il padre assente: Durante la seconda guerra mondiale, molti padri seguirono i figli solo sporadicamente a causa del servizio militare, nel periodo successivo il padre era colui che manteneva la famiglia e di conseguenza stava fuori casa tutto il giorno quindi vedeva i figli solo la sera e nei fine settimana. Con l’aumento dei tassi di divorzio a partire dagli anni 70 e il crescente numero di famiglie monoparentali, la formula del padre assente ha assunto un significato diverso, indica quei padri che in seguito ad una separazione o un divorzio hanno un legame solo sporadico con i figli o perdono addirittura ogni contatto con loro o le famiglie omosessuali: poiché la maggior parte dei paesi non riconosce legalmente il matrimonio tra omosessuali, questi rapporti si fondano più sull’impegno personale e sulla reciproca fiducia che su uno status giuridico. Una tendenza recente molto importante nei paesi dell'Europa occidentale è l'introduzione di unioni civili di coppie omosessuali. 31 Alcuni studi hanno messo in evidenza tre caratteristiche significative delle coppie omosessuali: - maggiore uguaglianza tra i partner. le coppie omosessuali possono decidere di organizzare loro rapporti in modo da evitare le disuguaglianze di squilibri di potere caratteristici di molte coppie eterosessuali. - ampia negoziazione dei meccanismi interni che regolano il rapporto. le coppie dello stesso sesso hanno meno aspettative riguardo a chi dovrebbe fare cosa all'interno del rapporto. tutto è negoziabile. - le coppie omosessuali dimostrano una particolare forma di impegno priva di sostegno istituzionale. la fiducia reciproca, la disponibilità ad affrontare insieme le difficoltà e una responsabilità condivisa per il lavoro emotivo sembrano contrassegnare queste coppie. o le seconde nozze: a volte i partner, specie se molto giovani, si risposano senza aver avuto figli; a chi si risposa ad un'età più avanzata può portare con sé uno o più bambini nati dal precedenti o dai precedenti matrimoni. o le famiglie ricostituite: sono quelli in cui almeno uno degli adulti ha figli nati da un precedente matrimonio o relazione. Le famiglie ricostituite devono affrontare in genere alcune difficoltà tipiche: - C'è di solito un genitore naturale che vive altrove la cui influenza sul bambino o i bambini rimane tuttavia forte; - i rapporti di collaborazione tra divorziati entrano spesso intenzione quando uno dei due entrambi si sposano; - nelle famiglie ricostituite confluiscono bambini provenienti da ambienti diversi che possono avere aspettative divergenti sul comportamento da tenere nell’ambito familiare. All'interno delle famiglie ricostituite si sviluppano rapporti di parentela completamente nuovi per le società occidentali moderne. alcuni autori hanno parlato a questo proposito di famiglie binucleari: i due nuovi nuclei domestici che si formano dopo il divorzio formano di fatto un singolo gruppo familiare a causa della responsabilità congiunta dei genitori nell'educazione dei figli. o le convivenze: rapporto tra due persone legate sessualmente che vivono insieme senza essere sposate. La convivenza era un tempo considerata in tutta Europa qualcosa di riprovevole. Quella che veniva considerata una situazione addirittura scandalosa è ormai largamente accettata, specie tra i giovani o i single: aumento del numero di persone che vivono sole nelle società occidentali moderne. essere single significa perciò cose diverse a seconda delle fasi del corso di 34 La famiglia nucleare è la struttura meglio equipaggiata per affrontare le richieste della società industriale: Il marito può lavorare fuori casa, svolge dunque ruolo strumentale, provvede al sostentamento economico della famiglia. La moglie invece si occupa della casa e dei figli, svolge un ruolo affettivo. La famiglia si struttura così per un lungo tempo perché è la forma più adatta a far funzionare il sistema economico capitalista. In una società dove alcuni svolgono il lavoro fuori dall’ambiente familiare, questo importante lavoro di socializzazione e personalità può essere svolto da altri. Alla società capitalistica non basta più la forza lavoro maschile, le donne sono tenute a partecipare alla vita lavorativa. Approcci femministi L’approccio femminista rivolge l'attenzione all'interno delle famiglie per esaminare le esperienze delle donne nella sfera domestica. Esso si è sviluppato nell'ambito della sociologia. Questo tipo di approccio nasce quando a partire dagli anni 60 e 70 si comincia a sviluppare il movimento delle donne. Le famiglie hanno una sorta di differenziazione, gerarchia interna e non è vero che la famiglia è il regno dell'armonia, questa è un’immagine idealizzata che non ha riscontro con la concreta vita delle famiglie. La famiglia non è un unione cooperativa fondata su interessi comuni e sostegno reciproco, ma in essa si riscontrano squilibri di potere e disparità i vantaggi. I principali argomenti trattati da questo approccio sono: · la divisione domestica del lavoro osare il modo in cui una sede di compiti viene distribuita tra i componenti della famiglia · La disuguaglianza dei rapporti di potere nelle famiglie, tra cui le violenze domestiche · le attività di cura e il lavoro emotivo Trasformazione dell'intimità e dell'amore Intimità 35 Il concetto di amore romantico distinto dalle pulsioni passionale si sviluppò sul finire del XVIII secolo. Benché promettesse rapporti paritari basati sulla reciproca attrazione, in pratica l'amore romantico condusse il predominio degli uomini sulle donne. Secondo Giddens la fase più recente dell’età moderna ha assistito a un ulteriore trasformazione delle relazioni di intimità con lo sviluppo della sessualità plastica, in quanto il sesso può essere slegato dalla riproduzione, In parte grazie ai migliorati metodi contraccettivi che liberano le donne dal timore di gravidanze e parti ripetuti, ma anche grazie allo sviluppo dell’idea che l'identità possa essere scelta attivamente. Gli individui perseguono sempre più frequentemente l'ideale di una relazione pura in cui la coppia rimane unita per scelta. Caos La nostra epoca è caratterizzata da una continua collisione di interessi tra famiglia, lavoro, amore e libertà di perseguire obiettivi individuali. Questa collisione è avvertita con acutezza nell'ambito dei rapporti personali in particolare quando ci si deve misurare con due biografie lavorative diverse anziché una sola, dal momento che un numero crescente di donne dedica la propria vita alla carriera. Liquidità La società moderna è caratterizzata da mutamenti costanti e dall'assenza di legami durevoli. Il risultato è una società di coppie semilibere ciascuno impegnata in una relazione tascabile, che può essere tirata fuori quando si ha bisogno e rimessa in tasca quando non serve Capitolo 6: STRATIFICAZIONE E CLASSI SOCIALI Le variabili che influiscono nella posizione dell’individuo nel gruppo sono molteplici. COME NASCE L’IDEA DELLA STRATIFICAZIONE? Una delle questioni di fondo è che gli individui e i gruppi hanno diverso accesso alle risorse. La società è costruita in strati ordinati gerarchicamente. I gruppi in basso hanno accesso limitato alle risorse, i gruppi in cima hanno accesso privilegiato. STRATIFICAZIONE SOCIALE: Sistema di disuguaglianze strutturate tra gruppi sociali. FATTORI CHE DETERMINANO LA STRATIFICAZIONE, LA POSIZIONE DI UN INDIVIDUO: Risorse economiche, genere ma anche l’età o l’appartenenza religiosa. Influisce anche il prestigio e il potere. CARATTERISTICHE GENERALI ● Riguarda intere categorie di persone accumunate da determinate caratteristiche ● Le esperienze e le opportunità individuali dipendono dalla posizione relativa della categoria sociale di appartenenza. ES. livello di istruzione nel paese a capitalismo avanzato è influenzato dalla famiglia di appartenenza ● I rapporti tra le diverse categorie sociali tendono a cambiare lentamente 36 ES. impoverimento, declassamento della classe media.; sia dal punto di vista economico che dal punto di vista del prestigio sociale. 4 SISTEMI: Possiamo distinguere quattro sistemi fondamentali di stratificazione delle società umane: - Schiavitù: forma più estrema; gli individui sono “posseduti” da altri come proprietà. A partire dal diciottesimo secolo, In Europa e in America molti cominciarono a vedere nella schiavitù qualcosa di moralmente sbagliato per le società civilizzate. Oggi la schiavitù è illegale in tutti i paesi del mondo anche se esiste tuttora in alcuni luoghi. - Casta: in comune con la schiavitù - sistema immutabile (chi nasce in un gruppo non può cambiare la propria posizione). La condizione sociale dell'individuo si fonda su caratteristiche personali visibili come la razza, l'etnia, il colore della pelle, la religione o la casta dei genitori che si ereditano alla nascita e sono pertanto ritenuti immutabili. Associata alle culture del sub-continente indiano e alla credenza induista della reincarnazione, prevede un insieme preciso di diritti e doveri-> chi disattende quelli relativi alla propria casta si troverà in una posizione inferiore nella vita successiva: endogamia (possibilità di contrarre il matrimonio all'interno del gruppo sociale di appartenenza). - Ceto: caratteristico del feudalesimo europeo ma presente anche nelle società tradizionali-> i ceti feudali erano formati da strati con doveri e diritti diversi a volte fissati da norme di legge. In Europa il ceto superiore era composto dall' aristocrazia e dalla piccola nobiltà. Il clero formava un altro ceto con uno status inferiore al precedente. Tra i ceti si tollerava un certo grado di mobilità ed erano ammessi matrimoni misti. - Classe: vasto gruppo di individui che condividono le stesse risorse economiche, Che influiscono fortemente sulle loro condizioni di vita. Stessa fascia di reddito Le classi si distinguono dalle altre forme di stratificazione: - Le classi non dipendono da ordinamenti giuridici o religiosi, l’appartenenza ad un gruppo non si basa esclusivamente su ereditarietà o tradizione, i sistemi di classe sono fluidi e i confini tra classi non sono mai netti - La collocazione di classe è acquisita, è più frequente la mobilità sociale - Le classi hanno un fondamento economico, possesso e controllo di risorse di carattere materiale. - I sistemi di classe si fondano su rapporti impersonali, le disuguaglianze dal punto di vista del salario interessano tutti i membri di una categoria e non i singoli individui. Gli approcci teorici più influenti all’analisi della stratificazione della struttura di classe sono quelli riconducibili a Karl Marx e a Max Weber. KARL MARX Una classe è un gruppo di individui che condivide un rapporto con i mezzi di produzione Cioè i mezzi attraverso cui lo vede al proprio sostentamento. Due classi principali a seconda dei mezzi di produzione e periodo sociale: 1. Società pre-industriali: proprietari terrieri e lavoratori della terra 2. Società industriali: borghesia capitalista e proletariato 39 Alla classe di servizio sono applicati i contratti di servizio, alla classe operaia contratti di lavoro, alla classe intermedia contratti ibridi. Questo modello non ha carattere gerarchico, ma riflette la struttura delle relazioni di classe. Critica ai modelli di classe occupazionali - Non colgono la dinamicità dei processi di formazione e trasformazione delle classi, provocati da rapidi mutamenti economici; - Si applicano difficilmente alle persone economicamente non attive (disoccupati, studenti, pensionati, bambini); - Non rispecchiano l'importanza della ricchezza e della proprietà perché l'occupazione non è considerata un buon indicatore delle risorse complessive possedute da un individuo. Distribuzione della ricchezza e della popolazione Qual è la struttura del sistema di disuguaglianze dal punto di vista geografico? Distribuzione della ricchezza: Paesi più ricchi: America del nord, Europa occidentale, Australia e Oceania Man mano che i colori sbiadiscono scende il valore di ricchezza Rapporto popolazione adulta e ricchezza: india, Africa, America Latina, Cina, Asia pacifica: popolazione più della ricchezza. La piramide della ricchezza illustra la differenza di distribuzione della ricchezza tra la popolazione adulta. Alla fascia più ampia, alla base della piramide, si contrappongono i livelli superiori, sempre meno popolati. Circa 2,9 miliardi di persone, ossia il 57% della popolazione adulta mondiale, risulta possedere meno di USD 10 000 nel 2019. La fascia successiva, che va da 10 000 a 100 000 dollari, è quella cresciuta maggiormente dall'inizio del secolo, triplicando il livello di 514 milioni di persone nel 2000 a ben 1,7 miliardi nella metà del 2019. Questo dato riflette la crescente prosperità delle economie emergenti, in particolare della Cina, nonché l'espansione del ceto medio nei Paesi in via di sviluppo. Il patrimonio medio di questo gruppo è di USD 33 530, poco meno della metà della ricchezza media in tutto il mondo, anche se nettamente superiore alla ricchezza media nei paesi in cui risiede la maggior parte delle persone che rientrano in questa fascia. LE DIVISIONI DI CLASSE DEL MONDO SVILUPPATO Le classi nel capitalismo occidentale avanzato Nelle società occidentali contemporanee è ancora possibile parlare di: ????? - Classe superiore: John Scott evidenzia tre diversi gruppi che nell’insieme formano la “costellazione di interessi” che gestisce grandi affari: gli alti dirigenti delle grandi aziende, gli imprenditori industriali vecchio stile, i capitalisti finanziari. Per Scott sono proprio questi ultimi il nucleo della classe superiore odierna. La classe superiore è composta da una piccola minoranza di individui che possiedono ricchezza e potere e sono in grado di trasmettere ai figli i loro privilegi. Questa classe può essere approssimativamente identificata con l’1% più ricco della popolazione. Sotto di loro si colloca la classe di servizio costituita da professionisti, manager e dirigenti, indicativamente il 25% della popolazione 40 - Classe media tra espansione (a partire dal secondo dopoguerra e man mano che si sviluppava il settore terziario) e proletarizzazione (progressivo impoverimento dei componenti della classe media: salari che smettono di crescere, ecc…). La classe media è eterogenea, e questa eterogeneità è una caratteristica costante fin dal XIX. Professionisti, dirigenti e funzionari sono tra i segmenti della classe media più cresciuti numericamente negli ultimi decenni. Ciò è dipeso da vari fattori: - Espansione delle burocrazie -> la creazione di nuove opportunità d’impiego; - Creazione del welfare state -> l’incremento notevole di figure professionali nei settori dell’assistenza sociale, dell’istruzione e della sanità; - Sviluppo economico e industriale -> domanda crescente di esperti in campi come il diritto, la finanza, la tecnologia, l’informatica. ● Classe operaia: tra “imborghesimento” (processo attraverso il quale si diventa borghesi per effetto del maggior benessere -> tesi infondata) e mantenimento dei modelli di vita; ● Sottoproletariato: segmento della popolazione collocato all'estremità inferiore della stratificazione sociale. I membri del sottoproletariato hanno un tenore di vita nettamente più basso della maggioranza della popolazione. Tra esclusione sociale (concetto che ha un significato più ampio e il vantaggio di evidenziare, più che una situazione individuale, dei processi sociali, cioè meccanismi di esclusione), e cultura della povertà (le persone dipendenti dall' assistenza sono poco stimolate a trovare un lavoro, a costruire solide reti sociali, ad avere unioni matrimoniali stabili. Il risultato è una cultura della dipendenza che si trasmette di generazione in generazione)Classi e stili di vita Nelle società occidentali, sino agli anni 60’ del XX secolo, la classe sociale si sovrapponeva a uno stile di vita ben determinato (classi con tratti cetuali). Con l’affermarsi della società del benessere si è assistito: ● in una prima fase, alla tendenziale massificazione degli stili di vita in direzione del ceto medio; dal punto di vista soggettivo permaneva una visione centrata sul modello di una rigida divisione in classi; ● In una seconda fase, la condizione economica si è gradualmente separata dallo stile di vita con la crescente moltiplicazione di quest’ultimi e la fine delle rappresentazioni sociali centrati sul modello delle classi. Il capitale di Pierre Bourdieu Analizzando la collocazione di classe, i sociologi tendono per tradizione a basarsi su fattori come il rapporto con i mezzi di produzione, la posizione di mercato, il tipo di occupazione. Alcuni autori recentemente hanno affermato che dovremo valutare la collocazione di classe anche relazione a fattori culturali come stili di vita o modelli di consumo. Il sociologo francese sosteneva che le scelte degli stili di vita sono un importante indicatore della posizione di classe. La classe sociale è multidimensionale e fa riferimento a quattro diverse forme di capitale. Bourdieu identifica quattro forme di capitale: - Capitale economico: Importante ma consente solo una comprensione parziale della classe sociale così come viene vissuta (denaro, mezzi di produzione) - Capitale culturale: questo fenomeno è assecondato dalla proliferazione dei “mercanti dei bisogni”, una schiera sempre più numerosa di persone il cui lavoro consiste 41 nell’offrire beni e servizi, reali o simbolici, destinati al consumo (habitus, istruzione, stili di vita, comportamenti di consumo, uso del tempo libero) - Capitale sociale: le risorse che gli individui e gruppi acquisiscono attraverso le reti di relazioni con amici, conoscenti ed altri contatti (reti sociali) - Capitale simbolico: comprende il possesso di una buona reputazione; il concetto di capitale simbolico è simile a quello di status sociale essendo basato sul giudizio che gli altri hanno di noi (simbolo di legittimazione) I diversi capitali sono tra loro correlati. Possederne uno aiuta ad ottenere l'altro. Le società moderne sono diventate società consumistica organizzati attorno al desiderio e all’acquisizione di beni materiali. Mobilità sociale La mobilità sociale è data dai movimenti di individui e gruppi tra diverse posizioni socioeconomiche. Due principali tipi di mobilità: ● Mobilità verticale: movimento verso l'alto si ha nel caso di chi guadagna in ricchezza, in reddito o status (ascendente) o verso il basso (discendente) nella scala delle posizioni socioeconomiche; ● Mobilità orizzontale: movimento geografico attraverso quartieri, città regioni o paesi. La mobilità verticale e quella orizzontale sono spesso combinate: un individuo che lavora in un’impresa di una certa città può essere promosso a incarichi superiori in un ramo dell'azienda operante in un'altra città o magari in un altro paese. Ci sono due modi di studiare la mobilità sociale: la mobilità intragenerazionale è data dal cambiamento di posizione socioeconomica di un singolo individuo all'interno dell'arco di vita, indicato in genere dalla sua carriera lavorativa; la mobilità intergenerazionale è data dal cambiamento di posizione socioeconomica rispetto alla generazione precedente, indicato in genere dallo scostamento della condizione occupazionale dei figli in rapporto a quella del padre. I canali di mobilità, sono i fattori tramite il quale è possibile mutare posizione. ES: ISTRUZIONE (diffusione della scolarizzazione di massa) MATRIMONIO (sposare una persona appartenente ad uno strato sociale superiore al proprio) Mobilità discendente La mobilità discendente, seppur meno frequente di quella ascendente, rimane un fenomeno diffuso in aumento in Europa e negli Stati Uniti. I principali fattori della mobilità discendente sono: - l’insorgere di problemi disturbi psicologici; - la disoccupazione; - le ristrutturazioni aziendali; - i tagli occupazionali; - Il divorzio (soprattutto per le donne) 44 Capitolo 7: genere e sessualità Uomini e donne, naturalmente diversi? Genere e differenze biologiche Le differenze biologiche tra uomini e donne determinano differenze innate di comportamento? La risposta a questa domanda è diversa in base alla prospettiva teorica disciplinare con la quale guardiamo al problema. Gli uomini vengono da Marte e le donne da Venere? Secondo gli approcci evoluzionisti, quelli che pongono l’attenzione sul modo attraverso il quale le diverse specie si sono evolute nel corso del tempo, l’accento è posto sul fatto che le divisioni dei compiti tra gli uomini e le donne all’interno della società dipendono dalle differenze biologiche. In particolare, alcune caratteristiche degli uomini, ad esempio l’aggressività, hanno fatto sì che già nelle società arcaiche essi si dedicassero in maniera prevalente alla caccia; alle donne invece, nelle prime società agricole era assegnato il ruolo di coltivazione dei campi. La guerra era considerata una prerogativa maschile perché considerata un atto in cui l’aggressività maschile si può manifestare con maggiore completezza. Ma come mai un numero sempre più importante di donne ha iniziato a rivendicare una posizione anche in professioni che venivano tradizionalmente considerate adatte a uomini, ad esempio l’esercizio della guerra? Se le donne possono avere accesso a tutte le carriere professionali, perché questa deve essere una carriera preclusa alle donne? Se le forze armate hanno bisogno di personale qualificato e se l'esercizio della forza fisica non è la principale caratteristica del lavoro anche nelle forze armate, allora è giusto che si punti sulla qualificazione piuttosto che sulla prestanza fisica. Questo ci fa capire come nel tempo questa concezione biologica è diventata sempre meno importante soprattutto perché molte attività lavorative non richiedono delle caratteristiche fisiche particolari che solo gli uomini possiedono. Critiche: Le teorie che enfatizzano una predisposizione innata trascurano il ruolo decisivo dell’interazione sociale e della cultura nella definizione del comportamento umano. 45 Questo tipo di approccio trascura il fatto che l'identità di genere (come una donna è, come si presenta e come si comporta), non è esclusivamente il risultato delle caratteristiche biologiche ma dipende dall’interazione sociale e dal modo attraverso il quale nelle diverse società viene costruita questa identità di genere. Biologia e orientamento sessuale Se guardiamo la storia dell’uomo c'è sempre una maggiore propensione ad adattarsi all'ambiente e ad apprendere. - Sociobiologia: il nucleo biologico maschile e femminile governerebbe il diverso comportamento sessuale di uomini e donne. Questi tesi trova supporto negli studi sul comportamento sessuale degli animali, in cui si osserva che i maschi sono solitamente più promiscui delle femmine. - Capacità di apprendere dell’essere umano: “Il neonato umano nasce con un numero relativamente basso di percorsi neurali già formati” diversamente dalla maggior parte degli animali. Ciò dimostrerebbe che il comportamento umano è determinato più dall' ambiente che da istinti programmati. Nobert Elias sostiene che la capacità umana di apprendere è uno sviluppo evoluzionistico ma che, negli esseri umani, il comportamento appreso è divenuto più significativo di quello non appreso. Ne consegue che - Gli esseri umani non solo possono apprendere più delle altre specie, ma devono farlo per essere membri attivi di società sempre più diverse e complesse - All’evoluzione biologica si sovrappone lo sviluppo sociale e l'una non può spiegare interamente l'altro L'orientamento sessuale riguarda l'oggetto dell'attrazione sessuale ed emotiva dell'individuo. L'orientamento sessuale più comune è l’eterosessualità cioè l'attrazione sessuale ed emotiva per persone dell'altro sesso. L’omosessualità invece è l'attrazione sessuale ed emotiva per persone dello stesso sesso. Oggi per designare gli omosessuali maschi si usa il termine gay e per le femmine il termine lesbiche, mentre i bisessuali sono individui che provano attrazione sessuale ed emotiva persone di entrambi i sessi. 46 Il termine omosessualità, venne coniato negli anni 60 dell'Ottocento, e da allora gli omosessuali furono sempre più spesso considerati una categoria distinta di persone con una particolare aberrazione sessuale. L’omosessualità venne medicalizzata cioè codificata in termini clinici come disturbo psichiatrico o perversione, anziché come peccato in senso religioso. Gli omosessuali così come altri devianti quali pedofili e travestiti, erano considerati affetti da una patologia biologica pericolosa per la salute della società nel suo complesso. Genere e sessualità come costruzioni sociali La complessità del comportamento umano e della vita sociale non può essere spiegata mediante il ricorso a una natura umana immutabile o all’essenza biologica di maschi e femmine= visione essenzialista. Nel corso degli anni 90 del secolo scorso in uno studio in cui venivano comparati il cervello maschile gay, quello maschile etero e quello femminile, si sosteneva che le quattro regioni anteriori dell'ipotalamo tendono a essere più piccole nei gay che negli eterosessuali, avvicinandosi a quelle del cervello femminile. RAPPORTO KINSEY 1948 Kinsey fece delle ricerche negli anni 50, da esse abbiamo appreso che un numero non insignificante di persone pubblicamente etero si dedica ad attività omosessuali tenute nettamente separate dalla loro figura pubblica. Analogamente i cervelli di uomini gay erano quelli di individui morti per malattie correlate all’Aids e anche in questo caso i ricercatori non potevano sapere quali fossero stati i loro comportamenti sessuali. A rendere plausibile l’essenzialismo è il fatto apparentemente incontrovertibile che in tutte le società e tutte le epoche esistono due sessi biologici, maschile e femminile che costituiscono la base per la comprensione delle differenze di genere e della sessualità. Storici e sociologi hanno dimostrato che tale assunto è falso. Genere e sessualità devono essere visti, almeno in larga misura, come costrutti sociali: il significato di uomo o donna, gay o etero, è appreso e non dato. Esso dipende in gran parte dal tempo e dal luogo in cui vivono le persone e dalla loro esperienza del processo di socializzazione. Sessualità, religione e morale L'atteggiamento occidentale è il prodotto di 2000 anni di storia influenzata principalmente dal cristianesimo. Sebbene le varie sette e confessioni cristiane abbiano punti di vista molto divergenti sul ruolo della sessualità, il giudizio prevalente vuole che tutte le attività sessuali siano sospette tranne quando sono finalizzate alla riproduzione. 49 Il potere opera attraverso relazioni sociali come l'autorità, la violenza e l'ideologia nelle istituzioni, nell’apparato militare, nello stato e nella vita domestica. La catessi concerne la dinamica dei rapporti intimi, emozionali ed affettivi, tra cui il matrimonio, la sessualità e la cura della prole. Connel impiega l'espressione regime di genere per indicare le relazioni di genere in contesti più limitati, come quelli di specifiche istituzioni. la famiglia, il quartiere e lo stato, hanno rispettivamente uno specifico regime di sapere. Mutamenti dell'ordine di genere: tendenze di crisi Connell pensa che le relazioni di genere siano suscettibili di contestazione cambiamento; ritiene che gli individui possono modificare il proprio orientamento di genere. Connel indica tre forti tendenze di crisi: · Crisi dell’istituzionalizzazione per cui le istituzioni tradizionalmente sostenitrice del potere maschile, vanno declinando · crisi della sessualità con una prevalenza meno netta della maschilità egemone (legata all’eterosessualità e al matrimonio, ma anche al lavoro retribuito e alla forza fisica) Messo alle corde dalla forza crescente della sessualità femminile di quella omosessuale · crisi degli interessi costituiti per cui gli interessi sociali cominciano a fondarsi su nuove basi che contraddicono l'ordine di genere esistente Sessualità e diritti civili Plummer ha distinto quattro tipi di omosessualità nella cultura occidentale moderna: 1. l'omosessualità casuale è un'esperienza omosessuale transitoria con struttura in modo sostanziale l'intera vita sessuale di un individuo 2. l'omosessualità situata si riferisce a quelle circostanze in cui vengono regolarmente praticate attività omosessuali, ma senza che vengano una preferenza dominante per l'individuo 3. l'omosessualità personalizzata designa il caso di individui che preferiscono le attività omosessuali ma rimangono isolati dai gruppi in cui questa scelta viene tranquillamente accettata 4. l'omosessualità come stile di vita riguarda quegli individui che sono usciti allo scoperto e hanno fatto del rapporto collettivo con altri che condividono gli stessi gusti sessuali un aspetto fondamentale della propria esistenza Atteggiamenti verso le relazioni omosessuali 50 L'omofobia indica versione odio nei confronti degli omosessuali dei loro stili di vita, dei loro comportamenti; è una forma di pregiudizio che si riflette non sono in atti aperti di ostilità e di violenza ma anche in ingiurie verbali contro i maschi omosessuali. Teoria della disuguaglianza di genere Approcci funzionalisti Le differenze di genere contribuiscono alla stabilità e all’integrazione sociale. Murdock considerava positivo opportuno che le donne si dedicassero ai lavori domestici e alle responsabilità familiari e che gli uomini svolgessero le attività extra domestiche. Egli concludeva che la divisione sessuale del lavoro è presente in tutte le culture. Se anche ciò non fosse risultato di una programmazione biologica sarebbe la base più logica su cui organizzare la società. Parsons si è occupato del ruolo della famiglia nella società industriali. Il suo principale oggetto di interesse era la socializzazione dei bambini, il cui successo dipendeva dal supporto di una famiglia stabile. Secondo Parsons la famiglia è un agente di socializzazione efficiente se esiste una netta divisione sessuale del lavoro: le donne svolgono i ruoli espressivi, gli uomini svolgono quelli strumentali. Bowlby crede che la madre svolga un ruolo centrale nella socializzazione primaria dei figli; se la madre è assente, si crea una situazione di privazione materna che rischia di compromettere gravemente la socializzazione. Approcci femministi I tre principali filoni del pensiero femminista occidentale del XX secolo sono: il femminismo liberale, il femminismo socialista e il femminismo radicale. Il femminismo liberale Ricerca le spiegazioni delle disuguaglianze di genere negli atteggiamenti socioculturali. Uno tra i primi importanti contributi al femminismo liberale fu quello del filosofo inglese John Stuart Mill che nel suo saggio sulla servitù delle donne invocava l'uguaglianza giuridica e politica dei sessi, compreso il diritto di voto. Cominciano a nascere i primi lavori/studi che mettono in evidenza come all’interno della società ci siano forme di discriminazione nei confronti delle donne: tentativi di riforma graduale del sistema dall’interno. Questa prima fase del movimento femminista non ha una portata rivoluzionaria; l’obiettivo è quello di raggiungere dei risultati. 51 La prospettiva critica è parziale: ignora la natura sistemica dell’oppressione femminile nella società. Il femminismo socialista e marxista E’ nato dalla teoria marxiana del conflitto. Le femministe socialiste si sono proposte di sconfiggere sia il patriarcato sia il capitalismo. Secondo Engels nel capitalismo esistono fattori materiali ed economici che determinano la sottomissione delle donne agli uomini: il patriarcato affonda le sue radici nella proprietà privata. · Engels sosteneva che il capitalismo intensifica il patriarcato più di ogni altro sistema precedente poiché crea un enorme ricchezza che accresce il potere degli uomini in quanto detentori ed eredi della proprietà · affinché l'economia capitalista funzioni, occorre che gli individui siano spinti al ruolo di consumatori, indosso a credere che i loro bisogni saranno soddisfatti solo attraverso un consumo crescente di beni e prodotti · il capitalismo ha bisogno di donne che lavorano gratis in casa prestando assistenza e facendo le pulizie Il femminismo radicale Caposaldo del femminismo radicale è l'idea che gli uomini siano responsabili dello sfruttamento delle donne e ne traggono i benefici. Firestone parla di classe sessuale per descrivere la posizione sociale delle donne e sostiene che possono emanciparsi solo attraverso l'abolizione della famiglia e dei rapporti di potere che le caratterizzano. Le femministe radicali non credono che le donne possano essere liberate dall'oppressione sessuale attraverso le riforme e il cambiamento graduale. Poiché il patriarcato è un fenomeno sistemico, l'uguaglianza di genere può essere conseguita solo rovesciando l'ordine patriarcale. Le femministe radicali affermano che il patriarcato è presente in tutte le epoche e in tutte le culture, è quindi un fenomeno universale. I critici replicano invece che una simile concezione del patriarcato non lascia spazio a varianti storiche e culturali e ignora l’importante influenza che la razza, l'etnia o la classe sociale possono avere sui caratteri della subordinazione femminile. Il femminismo nero 54 Capitolo 8. Dal 1948 alle prime elezioni multirazziali libere del 1994 in Sudafrica è rimasto in vigore l'apartheid, ovvero un sistema di segregazione razziale Imposta dallo Stato. Ogni cittadino veniva classificato in uno delle quattro categorie: 1. Bianchi→ ovvero i discendenti degli immigrati europei 2. neri→ ovvero i Nativi dell'Africa del Sud 3. coloured→ Ovvero le persone di discendenza mista. 4. asiatici→ immigrati dalla Cina, dal Giappone ed altri paesi. I non bianchi non avevano diritto al voto, ne venivano rappresentati nel governo centrale punto la segregazione razziale era applicata in tutti gli ambiti sociali, nei luoghi pubblici, alle scuole. Milioni di neri venivano ammazzati nelle cosiddette “homelands”, lontani dalle principali città, e lavoravano nelle miniere d'oro e diamanti. Il regime dell'apartheid era imposto con violenza e brutalità. Il partito Nazionale al governo utilizzava l'apparato di sicurezza del sistema giudiziario per schiacciare ogni resistenza regime. I gruppi di opposizione erano fuorilegge e dissidenti politici erano detenuti senza processo e spesso torturati. Pacifiche dimostrazioni spesso sfociano in episodi di violenza. La fine dell'apartheid in Sudafrica, purtroppo, non ci autorizza a pensare che le idee di superiorità razziale e di discriminazione basata sulla razza abbiamo ormai un mero interesse storico. Le discriminazioni per ragioni razziali ed etniche sono state rimangono un problema sociale assai rilevante in tutto il mondo, sia nei paesi sviluppati sia in quelli in via di sviluppo. Quello di razza è uno dei concetti sociologici più complessi, anche perché la maggioranza degli studiosi oggi ne respinge il presunto fondamento scientifico. questo concerto rimanete fuso in un uso Quotidiano del termine, poi che molti credono, che gli esseri umani possono essere suddivisi in razze biologicamente differenti. A partire dalla seconda metà del XVIII secolo sono stati fatti numerosi tentativi categorizzazione degli esseri umani sulla base del colore della pelle o del tipo razziale, senza però raggiungere risultati attendibili, alcuni autori hanno distinto 4 o 5 razze principali, altri sono arrivati a contarne oltre 30. Le teorie scientifiche della razza si svilupparono tra la fine del XVIII secolo e l'inizio del XIX. Essi erano funzionali all'idea dell'ordine sociale che emergeva in un momento in cui Inghilterra e altre nazioni europee si trasformavano in potenze Imperiali dominavano su territori e popolazioni assoggettati. Il conte Joseph Arthur de Gobineau Viene considerato il padre del razzismo moderno, sostenne l'esistenza di 3 razze: 1. la razza bianca 2. quella nera 3. quella gialla Secondo il conte la razza bianca avrebbe intelligenza, moralità e forza di volontà superiori a quelle delle altre razze, qualità ereditarie su cui poggerebbe l'espansione dell'influenza accidentale nel mondo. La razza nera sarebbe quello meno dotata, caratterizzata dalla natura animalesca, mancanza di moralità e instabilità emotiva. Adolf Hitler, ad esempio, trasforma i concetti di supremazia razziale nel’ ideologia del partito nazionalsocialista tedesco, e la superiorità razziale dei bianchi è un'idea che ispira gli altri gruppi razzisti come ad esempio il Ku Klux Klan negli Stati Uniti. 55 Il regime fascista che durante la Seconda Guerra Mondiale perseguire lo sterminio della popolazione ebraica Europea cercava legittimazione di una scienza della razza, che però negli anni successivi alla seconda guerra mondiale è stata completamente screditata, anche sulla base dell'uso legittimo delle categorie razziali scientifiche fatto dal regime per giustificare politiche discriminatorie. Nel 1945 nel preambolo della nuova Costituzione dell'Unesco si proclamava che <<Il grande e terribile conflitto appena terminato è stato generato dalla negazione dell'idea democratico di dignità, uguaglianza e rispetto della personalità umana, e dalla volontà di sostituirlo, sfruttando l'ignoranza e i pregiudizi, con la dottrina della diversità di uomini e razze>>: Per molti biologi non esistono “razze” ben definite, ma solo una gamma di variazioni tra gruppi umani, e qui differenze fisiche derivano dagli incroci tra popolazioni, a seconda del grado di contatto tra società o culture diverse. Le differenze genetiche all'interno di gruppi accomunati da alcune caratteristiche fisiche sono pari a quelle tra i vari gruppi. Questi dati di fatto hanno praticamente indotto la comunità scientifica da abbandonare il concetto di “razza”. L'unesco nella sua dichiarazione sulla razza e sui pregiudizi razziali del 1978, vuole andare a riconoscere questi risultati affermando che << tutti gli esseri umani appartengono alla stessa specie e provengono dallo stesso ceppo. Essi nascono con pari dignità e diritti, e fanno tutti parte integrante dell' umanità>>. Alcuni sociologi concordano con questa posizione, considerando il concetto di “razza” soltanto un costrutto biologico il cui uso accademico serve unicamente a perpetuare convincimento diffuso dell'esistenza di un suo fondamento biologico, e proponendo pertanto l'abbandono. Mentre altri dissentono, osservando che il concetto di razza ha significato per molti, anche se privo di un fondamento scientifico. Per la sociologia quello di razza rimane un concetto diffuso anche se contestato, che sociologi sono tenuti a indagare dal momento che viene utilizzato. Per questa ragione si troveranno articoli e libri di sociologia in cui compare la parola razza tra virgolette, a indicare l'uso non scientifico, problematico, ma tuttavia comune. Per la sociologia le distinzioni razziali non sono solo modi per descrivere le differenze tra gli esseri umani, ma anche fattori importanti nella riproduzione dei modelli di potere di disuguaglianza all'interno di una società. Il processo in base al quale il concetto di razza che viene usato per classificare individui e gruppi viene detto anche “razzializzazione”. Nel XV secolo, con l'ampliarsi dei contatti tra gli europei e le popolazioni gli altri parti del mondo, le popolazioni non europei vennero razzializzate in rapporto alla razza bianca. In un sistema razzializzato certi aspetti dell'esistenza quotidiana, lavoro, rapporti interpersonali, residenza, assistenza sanitaria, istruzione, tutela giuridica, sono plasmati e vincolati dalla posizione razionalizzata dell'individuo all'interno di quel sistema. La razza vieni vista come la conseguenza materiale della convinzione che esistono razze diverse che illustrano in maniera rivelatrice il noto “teorema di Thomas”, secondo cui << se gli uomini definiscono reali le situazioni esse saranno reali nelle loro conseguenze>>. Con il concetto di razza suoniamo molto al concetto di etnia. Mentre l'idea di razza ha errone sottintesi biologici, quello di etnia ha un significato puramente sociale. L'etnia è un tipo di identità sociale correlato a differenze culturali che diventano effettive o attive in determinati contesti sociali. I membri dei gruppi etnici possono 56 considerarsi, e sono considerati, culturalmente distinti da altri gruppi. i fattori più consueti che distinguono un gruppo etnico sono: 1. la lingua 2. la storia 3. la Stirpe 4. la religione 5. l'abbigliamento 6. gli ornamenti Le differenze etniche sono completamente apprese, e la cosa appare scontata fino a che non ci ricordiamo che in fin troppo frequentemente certi gruppi sono variamente considerati “nati per comandare”, o “ naturalmente indolenti” , “ privi di intelligenza”. L’etnia è un fenomeno puramente sociale che si riproduce continuamente nel tempo. Per molti l'etnia è un elemento fondante dell'identità individuale e di gruppo, mentre per altri è rilevante peraltro ancora diventa importante solo in tempi di conflitto o di sconvolgimenti sociali punto l'etnia può garantire un importante continuità col passato e spesso è mantenuto in vita attraverso le tradizioni culturali. Esempio: i festeggiamenti del carnevale ricreano i Caraibi tra le strade di Notting Hill Londra, mentre molti irlandesi trapiantati in America da tre generazioni inneggiano orgogliosamente la propria identità d'origine pur avendo trascorso tutta la vita negli Stati Uniti. Ma per quanto sì conservi la tradizione, l'etnia non è qualcosa di statico e immutabile. Nel caso irlandese possiamo osservare come le tradizioni popolari irlandesi sono state conservate ma trasformate nel contesto della società americana. Le chiassosi parate che si svolgono in molte città degli Stati Uniti nel giorno di San Patrizio sono un esempio di come l'eredità irlandesi sia stata ricreata con una tipica impronta americana. I sociologi preferiscono il concetto di etnia a quello di razza, questo perché non implica riferimenti biologici, ma anche l'uso di questa nozione può essere problematico se suggerisce un contatto con norme non etniche. Nei paesi con una forte presenza di immigrati l'aggettivo “etnico” viene comunemente utilizzato in riferimento a pratiche e tradizioni culturali diverse da quelle indigene, in ambiti come la cucina, l'abbigliamento, i gusti musicali, l'arredamento. L'uso collettivo di etichettamenti comporta il rischio di produrre divisioni tra “noi” e “loro”, per cui certi gruppi sociali sono detenuti etnici e altri no. L'etnia è un attributo di tutti individui che compongono una popolazione. La nozione di minoranze etniche è ampiamente utilizzato In sociologia, con significato non solo quantitativo. per la sociologia i membri di una minoranza sono svantaggiati rispetto al gruppo dominante e condividono un senso di solidarietà e di appartenenza comune punto essere oggetto di pregiudizio e di discriminazione in genere accresce i sentimenti di lealtà e di interesse condiviso. i sociologi usano il termine “minoranza” per indicare la posizione subordinata di un gruppo all'interno della società, piuttosto della sua consistenza numerica. in alcune aree urbane determinati gruppi etnici possono costituire la maggioranza della popolazione, ma ciò nonostante sono considerati minoranze però la loro posizione svantaggiata. Tre studiosi c'è chi preferisci parlare di minoranze per indicare un insieme di gruppi verso cui la società maggioritaria nutre pregiudizi. il termine minoranze allude alla pervasività della discriminazione. la discriminazione dei disabili, l'antisemitismo, l'omofobia e il razzismo 59 società nel suo complesso. un importante sviluppo recente del pluralismo è il multiculturalismo, che incoraggia i gruppi culturali o etnici a vivere reciproca armonia. Un teorico del multiculturalismo ne esprime la tesi centrale. Il politologo scrivi che il pensiero multiculturale contiene tre intuizioni: 1. gli esseri umani sono inseriti in un mondo culturalmente strutturato che fornisce loro un sistema di significati 2 punti quindi gli individui Non sono del tutto determinati sapeva cultura, ne sono profondamente segnati. 2. le culture contengono anche concezioni della vita buona ma, per sfuggire la stagnazione o all’irrilevanza , ciascuna cultura ha bisogno di contatti con culture diverse, portatrici di concezioni alternative che incoraggia una riflessione critica e l'espansione degli Orizzonti. 3. le culture non sono monolitiche, ma intimamente pluralistiche, quanti battiti continui tra tradizioni differenti. Secondo lo studioso è la necessità di trovare modi per conciliare le legittime esigenze di unità e diversità, per conseguire l'unità politica senza uniformità culturale e per coltivare tra cittadini un senso comune di appartenenza e, nello stesso tempo, l’attitudine a rispettare e apprezzare le differenze culturali. I critici del multiculturalismo si interrogano sulle possibilità di segregazione razziale quando gli stati consentono, ad esempio, percorsi educativi separati. alcuni paesi come la Francia, la Norvegia e la Danimarca hanno fatto passi indietro rispetto alla politica ufficiale di riconoscimento del multiculturalismo, in alcuni settori di molte società europei si sta verificando quello che potremmo definire un riflusso. Infatti nel luglio 2010 i parlamentari francesi hanno votato il divieto del burka nei luoghi pubblici, in seguito un dibattito appassionato e controverso sulle culture straniere e gli ideali politici francesi. Il dibattito andava a riguardare piuttosto multiculturalismo politico, secondo cui lo stato dovrebbe ufficialmente agevolare incoraggiare multiculturalismo. le minoranze immigrate sono tutt'ora viste da molti come una minaccia, per il lavoro, per la sicurezza e per la cultura nazionale, e hanno di fronte a sé un lungo futuro di discriminazioni In un clima sociale caratterizzato da tensione e ansia. Molti confondono il multiculturalismo con la diversità culturale, cioè dicono di vivere in una società multiculturale quando in realtà vogliono solo dire che la società è composta da persone diverse origine etnica. Altri ancora pensano che multiculturalismo sottintende al separatismo. Secondo questo approccio, tutto quello che dobbiamo fare accettare il fatto che nel mondo e nelle singole società esistono molte culture diverse, impedendo che una abbia la supremazia sulle altre punto questo implica, che tutti i gruppi sociali sono liberi di seguire enorme che preferiscono, a prescindere dalle conseguenze per le società nel suo complesso. L'alternativa queste posizioni è quella che noi potremmo chiamare “ multiculturalismo raffinato” → che sottolinea l'importanza dell'identità e delle leggi nazionali, ma con tempo promuove collegamenti tra differenti gruppi sociali e etnici. questa forma di multiculturalismo non punta alla separazione, ma alla solidarietà sociale. al suo interno i diversi gruppi hanno parità di status e la diversità dovrebbe essere apertamente rispettata. Taylor ( 1922) sostiene che tutti i componenti di una società hanno pari diritti che vanno rispettati, Manu anche delle responsabilità, tra cui quella fondamentale di ubbidire alla legge. Ecco perché pratichi come la poliginia, la circoncisione femminile o le uccisioni d'onore sono illegali in Europa e molte altre regioni del mondo. 60 La diversità etnica può costruire un'enorme ricchezza sociale. le società multietniche sono sovente vitali e dinamiche, ma possono anche essere fragili, soprattutto in presenza di disordini interni o di minacce esterne.Società che hanno le spalle una lunga storia di tolleranza integrazione possono essere travolte in poco tempo da conflitti di comunità etniche differenti. Secoli di migrazioni e di dominazione imperiali hanno prodotto una popolazione molto eterogenea dal punto di vista etnico-religioso. nel corso di vari conflitti tra diversi gruppi si sono registrati i tentativi di “pulizia etnica” → vale a dire la creazione di aree etnicamente omogenea attraverso l'espulsione delle altre etnie. è stato osservato che oggi nel mondo i conflitti armati sono sempre più basati sulla divisione etnica, è solo una percentuale minima delle guerre coinvolgi stati, nella stragrande maggioranza dei casi si tratta di guerra civile con implicazioni etniche. Sono stati istituiti Tribunali internazionali per indagare e perseguire i responsabili di episodi di pulizia etnica e di genocidio in Jugoslavia e Ruanda punto Come comportarsi di fronte al conflitto etnico e come prevenirlo: sono queste principali sfide che oggi si pongono i singoli stati e alle istituzioni politiche internazionali. Le migrazioni hanno radici profonde Nella storia, ma si sono intensificate con la globalizzazione. Nel 2012 si contano oltre 200 milioni di persone risiedevano in un paese diverso da quello di nascita, e l'organizzazione internazionale per le migrazioni prevede che entro il 2050 questo numero possa superare i 400 milioni, cifre che hanno indotto alcuni studiosi e con Ale dalle nostre epoca l'etichetta di “ era delle migrazioni”. L'immigrazione→ ovvero l'afflusso in un paese di persone che hanno lasciato altri paesi. l'emigrazione→ ovvero l'uscita da un paese di persone che intendono stabilirsi in altri paesi, si combinano i modelli migratori globali che collegano i paesi di origine a quelli di destinazione. I movimenti migratori accentuano la diversità etnica e culturale di molte società e contribuiscono a determinarne la dinamica demografica , economica e sociale. L'intensificazione delle migrazioni globali a partire dalla seconda guerra mondiale , ha fatto dell'immigrazione una questione politica importante e controversa. Gli studiosi hanno identificato 4 modelli migratori per descrivere i principali movimenti di popolazione che si sono verificati a partire dal 1945: 1. Modello classico: dove l'immigrazione è stata largamente incoraggiata e la promessa della cittadinanza è stata estesa a tutti i nuovi venuti, pure in presenza di descrizione e quote in tesi a limitare il numero di ingressi annuo. 2. modello coloniale: che tende a favorire immigrazioni dalle ex colonie rispetto a quella da altre paesi. 3. modello dei lavoratori ospiti: che prevedono immigrazione su base temporanea, più indisposta richieste provenienti dal mercato del lavoro, ma non concessione dei diritti di cittadinanza agli immigrati, nemmeno dopo lunghi periodi di permanenza. 4. Modelli illegali: dove gli immigrati che riescono a entrare in un paese irregolarmente, irregolarmente oppure fingendo motivi diversi dall'immigrazione, spesso riescono anche a vivere illegalmente ai margini della società. nel corso del ventesimo secolo la maggioranza dei paesi europei è stata profondamente trasformata dai motivi migratori. Migrazione massicce si sono verificati nei due decenni 61 successivi alla seconda guerra mondiale, con i paesi mediterranei che fornivano manodopera a basso costo ai paesi dell'Europa centrale-settentrionale. sono anche cambiate le direttrici europee dei movimenti migratori, in estinzione distinzione tra “paesi di origine” e “paesi di destinazione”, sei andata via via perdendo e i paesi dell'Europa centro meridionale, un tempo paesi di emigrazione, sono divenuti ormai meta di molti migranti. Il razzismo, associate sentimenti anti migranti ha provocato in Europa alcuni sviluppi dirompenti. nel corso degli anni 90 sono i sali te le fortune elettorali dei partiti di estrema destra in diversi paesi europei tra cui la Francia, la Svizzera, l'Italia, la Danimarca e Paesi Bassi punto nel Regno Unito il sistema elettorale uninominale, ha l'effetto di impedire che i partiti minori conquistino dei seggi nella camera dei comuni. l'irrigidimento dei controlli sui nuovi migranti ricevuto una risposta informale dalle reti dei traffici illegali. come riescono a far circolare droghe, armi e merce rubata da un paese all'altro, le bande criminali sono capaci di contrabbandare immigrati illegali. molte teorie sull' immigrazione ci fanno vedere due fattori fondamentali Ovvero la spinta e l’attrazione. I fattori di tipo Push( spinta) → sono problemi interni al paese di origine che spingono le persone all'immigrazione: guerre, carestie, oppressioni politica, pressioni demografiche. i fattori tipo Pull ( attrazione) → sono caratteristiche dei pesi destinazione che attirano gli immigranti: abbondanza di lavoro, condizioni di vita complessivamente migliori, maggiore libertà. Negli ultimi anni queste teorie sono state criticate perché offrono spiegazioni troppo semplicistiche di un fenomeno molto complesso e sfaccettato. a loro posto gli studiosi delle migrazioni hanno adottato un approccio sistemico, cioè hanno cercato di considerare i modelli migratori globali come sistemi prodotti da interazioni tra processi macro e micro. I fattori di livello macro sono la situazione politica di una certa regione, le leggi e regolamenti che disciplinano l'immigrazione e l'emigrazione, le trasformazioni economiche internazionali. I fattori di livello micro, invece, riguardano le risorse, le competenze le conoscenze Dei migranti. Incroci questi livelli è meglio illustrato nel caso della numerosa comunità turca in Germania. A livello macro troviamo fattori come il fabbisogno di manodopera del sistema produttivo tedesco, a livello micro operano le reti e i canali informali di reciproco sostegno all'interno della comunità turca in Germania e i forti legami con i familiari e amici rimasti in Turchia. I sostenitori dell'approccio sistemico al fenomeno delle migrazioni mettono in evidenza come nessun singolo fattore possa spiegare il processo migratorio, ciascun movimento migratorio è invece il prodotto di un'interazione tra fattori che agiscono su più livelli. Un altro modo Per studiare I modelli migratori globali attraverso lo studio della diaspora. La diaspora è un termine che indica il processo per cui mi abbandona il luogo di inserimento originario per disperdersi in altri paesi, sovente sotto costrizione o a causa di circostanze traumatiche. Si citano spesso come esempi di diaspora qui degli ebrei o quella degli africani, la cui dispersione livello mondiale è stata provocata rispettivamente dal genocidio o dalla schiavitù. Le diaspore Si possono dividere in categorie a seconda delle forze propulsive che determinano la dispersione di una popolazione: 1. diaspore di vittime→ sono quelli di Aspri in cui popoli subiscono un esilio forzato e anelano a tornare alla loro terra Natale. 64 si saranno resi conto che i valori incarnati nella religione sono in realtà un prodotto dell'uomo, Allora tali valori potranno essere realizzate su questa Terra, invece di essere rinviati a una vita ultraterrena. Marx afferma che la regione è il cuore di un mondo senza cuore, un rifugio di fronte alla durezza della realtà quotidiana. Nella sua forma tradizionale è destinata necessariamente a scomparire, ma perché i valori positivi che incarna diventeranno gli ideali-guida del destino umano sulla terra, non perché siano in sé sbagliati. Marx dichiarò che la religione è l'oppio dei popoli. Religioni come cristianesimo rimangono felicità e ricompense alla vita ultraterrena, insegnando la rassegnata accettazione delle condizioni date nell'esistenza presente. Quindi la religione contiene un forte elemento ideologico: le credenze e valori religiosi offrono spesso una giustificazione alla disparità di ricchezza e di potere. Durckheim: funzionalismo e il rito. durckheim impegni o buona parte della propria carriera intellettuale nello studio della religione. la sua teoria sociologica della religione, insieme alla sua ricerca sul suicidio, fosse veramente importante nella fondazione della disciplina sociologica. uno dei suoi studi fondamentali si chiama “ forme elementari della vita religiosa”, questo testo è forse lo studio più influente di Sociologia della religione che sia mai stato condotto. in questo testo Voglio dimostrare che qualsiasi argomento può essere affrontato da una prospettiva sociologica ma anche che, senza Sociologia, rischiamo di fraintendere vita sociale. Durckheim non collega Invia primaria la religione quella disuguaglianze sociali, ma con il carattere complessivo delle istituzioni di una società. Egli base sul lavoro sono studio di “totemismo” che viene praticato Nelle società aborigene australiane e sostiene che esso rappresenta la religione nella sua forma più elementare o semplice, da quel titolo dell'opera. Un totem è in origine un animale o una pianta comunque un gruppo sociale attribuisce un particolare significato. E’ un oggetto di venerazione al centro di varie attività rituali appunto durkheim definisce religione in base alla distinzione tra sacro e profano. Gli oggetti sacri e i simboli sacri, e gli sostieni, sono tenuti separati dagli aspetti ordinari dell'esistenza, che costruiscono Il regno del profano. Cibarsi dell'animale o della pianta totemica è generalmente proibito al di fuori di speciali occasioni cerimoniali, e al Totem in quanto oggetto sacro vengono attribuite proprietà divine in virtù delle quali si distingue completamente da altri animali che possono essere cacciati o da altri prodotti del suolo che possono essere raccolti e consumati. Secondo turckheim un totem e sacro perché il simbolo del gruppo stesso: Esso rappresenta cioè valori fondamentali della comunità. la reverenza che gli individui provano di fronte al Totem deriva in effetti al rispetto che si riservano e valori sociali fondamentali. nella religione l'oggetto del culto e in realtà la società stessa. Per durckheim tutte le religioni provvedono attività rituali regolari, in Occasione delle quali si riunisce il gruppo di credenti punto in queste attività rituali viene affermato e rafforzato il senso della solidarietà di gruppo in quella che turca mi chiama “effervescente collettiva”. Secondo turckheim, riti e cerimonie sono essenziali per stabilire e rinsaldare il legame tra i membri di un gruppo. Per questo motivo tali manifestazioni non si riscontrano soltanto nei contesti religiosi, ma anche nelle principali transizioni esistenziali come la nascita, il matrimonio e la morte. Praticamente in tutte le società, in occasioni di questi avvenimenti, hanno luogo attività rituali cerimoniali. Durckheim ritiene che le cerimonie collettive affermino la solidarietà di un gruppo nei momenti in cui individui si trovano ad affrontare esperienze critiche di cambiamento. I riti funebri dimostrano che i valori del gruppo, e connessi gruppo stesso, sopravviverò la morte dei singoli in, e in questo modo offrono i 65 familiari del defunto gli strumenti per adattarsi alle mutate circostanze.Il lutto non ha le espressioni spontanee dolore, o almeno è tale soltanto per coloro che sono personalmente toccati dalla morte, il lutto è un dovere imposto dal gruppo. Nelle società tradizionali, sostiene durckheim, quasi tutti gli aspetti della vita sono permeati dalla religione. Cerimonie religiose possono sia riaffermare i valori esistenziali, sia produrre nuove categorie di pensiero. Persino le categorie di pensiero fondamentali, tra quelle nozioni di “tempo” e di “spazio”, furono originariamente concepiti in termini religiosi. Il concetto di tempo, ad esempio, deriva dal computo degli intervalli che cadenzavano di cerimonie religiose. Secondo durckheim quello sviluppo delle società moderne l'influenza della religione diminuisce. il pensiero scientifico sostituisce sempre più la dimensione religiosa, mentre le attività cerimoniale rituali arrivano a occupare soltanto una parte molto più limitata dell'esistenza individuale. durckheim era convinto che la religione avrebbe proprio probabilmente continuato a esistere in forme alquanto diverse. durckheim rimane nel vago sul contenuto di queste attività, ma sembra pensare a una religione civile dedita alla celebrazione di valori umanistici e politici come la libertà, l'uguaglianza e la cooperazione sociale. Weber: religioni mondiali e cambiamento sociale. Durckheim base proprio argomentazioni su una serie molto limitata di casi. Weber, al contrario, affronta un imponente analisi delle religioni di tutto il mondo. nessuno studioso prima e dopo di lui ha intrapreso un'indagine di portata così ampia appunto beh Vero si concentrò su quelle che egli Chiama religioni mondiali, capaci di raccogliere vaste masse di credenti ed influenzare in modo decisivo il corso della storia universale punto va bene con chi studi dettagliati sull' induismo, sul Buddismo, il Taoismo e dà l'antico giudiasmo. gli studi di Weber differiscono da quelli tooltime perché si concentrano Sul rapporto tra le religione e mutamento sociale, quello studioso francese aveva prestato scarsa attenzione. sempre in termini molto Generali, si discostano da quelli di Max perché sostengono che la religione non è necessariamente una forza conservatrice: i movimenti di ispirazione religiosa, hanno spesso provocato enormi trasformazioni sociali. Weber mi deve la sua ricerca sulle religioni mondiali come un progetto unico punto la sua discussione dell'impatto avuto dal protestantesimo sullo sviluppo dell'Occidente rientra in un tentativo generale di accertare influenza della religione tra vita sociale ed economica in diverse culture punto dopo aver analizzato le religioni orientali, Weber conclusi che s.fra posero insuperabili barriere allo sviluppo del capitalismo industriale così come l'abbiamo conosciuto in Occidente. Questo non significa che le culture non occidentali siano arretrate, esse hanno semplicemente elaborato valori diversi da quelli che divennero predominanti in Europa. Nella storia indiana e cinese, osserva Weber, non sono mancati i periodi di significativi sviluppi dei commerci, delle manifatture e dell'urbanesimo, da cui però non scaturirono quei modelli radicali di mutamento sociale che contribuirono al sorgere del capitalismo industriale in occidente L'induismo si colloca tra quelle religioni che secondo verber sono “ ultramontane” c'è privilegio non la fuga dal travaglio terreno per attingere a un più ampio livello di vita spirituale. I sentimenti e i simboli religiosi prodotti dall'induismo non sono rivolti al controllo e alla trasformazione del mondo materiale. Weber definisce il cristianesimo come una religione in salvezza, incentrata sulla convinzione che gli esseri umani possono essere salvati perché scelgono la fede eseguono le sue prescrizioni morali. In questo tipo di religione sono importanti le nozioni di peccato e di salvezza del peccato in virtù della grazia Divina. 66 Le religioni di salvezza presenta un aspetto di rivoluzionario. Mentre le regioni asiatiche coltiva un atteggiamento di passività rispetto all'esistente, il cristianesimo comporta una costante lotta contro il peccato, e può perciò stimolare la rivolta contro l'ordine Dato dalle cose. In sociologia la “secolarizzazione” è un processo attraverso cui la religione perde gradualmente la sua influenza nei diversi aspetti della vita sociale. Una misura apparentemente semplice della secolarizzazione è la diminuzione delle presenze settimanali dei fedeli in chiesa. iI Europa, la partecipazione dei fedeli è estremamente variabile. In molti paesi europei è piuttosto alta la percentuale di coloro che affermano di non prendere mai parte alle funzioni religiose se non per matrimoni o funerali. Dall'altra parte numerose rilevazioni hanno dimostrato che la Fede non è diminuita allo stesso ritmo della presenza alle funzioni, perché confermerebbe che l'Europa occidentale è un'area del mondo caratterizzata dalla “Fede senza appartenenza”. In questo periodo si usa anche il termine religione vicaria→ ovvero espressione che descrive efficacemente la situazione dei paesi nordici, dove tradizionalmente si registra un ampio numero di appartenenti alle chiese, ma una loro scarsa frequentazione. La secolarizzazione può essere analizzata sulla base di diversi parametri: 1. il seguito delle organizzazioni religiose è data dal numero di persone che appartengono a Chiesa o da altre organizzazioni religiosi e che partecipano attivamente alle loro funzioni è cerimonie. 2. il secondo parametro della secolarizzazione è dato dalla misura in cui le chiese e le altre organizzazioni religiose conservano influenza sociale, ricchezza e prestigio. In passato, tale organizzazioni esercitavano di norma un considerevole potere sulle istituzioni politiche e godevano di grande rispetto all'interno della comunità. Nel XX secolo le organizzazioni religiose hanno progressivamente perduto gran parte dell'influenza sociale esercitata in precedenza. Si tratta di una tendenza che si manifesta in tutto il mondo, anche se con qualche eccezione.I leader religiosi non possono più dare per scontata la propria autorità sui detentori del potere. 3. La terza dimensione della secolarizzazione riguarda la fede ai valori.E’ quello che possiamo chiamare parametro della religiosità. E’ ovvio che i due parametri citati in precedenza, la partecipazione alle attività religiose e il grado di influenza sociale delle chiesi, non sono necessariamente un espressione diretta della fede professata dei credenti. Molti di coloro che hanno convinzioni religiose non partecipano regolarmente le funzioni e alle cerimonie pubbliche. la regolarità di questa partecipazione, non sempre deriva da forti convinzioni religiose :è possibile che un individuo partecipi per abitudine, e per far parte di reti sociali, o perché questo rientra nelle attese di famiglia e comunità I sostenitori della tesi della secolarizzazione affermano che la religione tendo a declinare parallelamente all'incremento del tenore di vita indotto dello sviluppo socio-economico e, rimane più forti in condizioni privazione e di povertà. E’ indubbio che oggi le credenze religiose hanno una presa minore di quella che generalmente viene passato, in particolare se la definizione di religione comprendiamo un'intera gamma di fenomeni soprannaturali e magici in cui allora si credeva. La maggior parte di noi semplicemente non avverte più l'ambiente in cui vive come permeato da farsi divine o spirituali che agiscono direttamente sulle nostre vite. 69 Il confucianesimo fu la base culturale dei gruppi sociali dominanti nell'antica Cina. Confucio erano l'insegnante, non profeta alla maniera dei leader religiosi meridionali. Egli non viene visto dai suoi seguaci come un Dio, ma come più saggio dei saggi. Il Taoismo individua nella meditazione e nella non violenza i mezzi per attingere alla vita superiore. Sebbene alcuni loro elementi sopravviverò nelle credenze e nelle pratiche di molti cinesi, confucianesimo e Taoismo hanno preso gran parte dalla loro influenza in Cina, avendo incontrato la decisa opposizione dell'attuale regime politico. Secondo molti studiosi concetti come “confessione” o “setta” sono scarsamente utilizzabili nello studio di queste religioni che pongono l'accento sulla pratica spirituale come elemento costante della vita quotidiana in quanto perseguono una completa integrazione della religione con vita civile e politica. Tutte le religioni si fondano su una comunità di credenti, Ma esistono molti modi diversi organizzare questa comunità. un modello di classificazione delle organizzazioni religiose fu introdotto da Weber. Weber distingue tra chiese e sette. - una chiesa→ è un'associazione religiosa di grandi dimensioni e ben organizzata, come la Chiesa Cattolica quella anglicana.Le chiese hanno di norma una struttura formale burocratica, incentrata su una gerarchia di funzionari religiosi, e tendono a impersonare l'aspetto conservatore della religione. La maggior parte dei fedeli di una chiesa gli appartiene fin dalla nascita, che trasmissione familiare. - una setta→ è un'associazione religiosa di piccole dimensioni e scarsamente organizzata, che di solito sorge in polemica con una chiesa. Queste mirano di solito a scoprire e seguire la “vera via” e tendono a ritirarsi dalla società esterna e a chiudersi in comunità autonome. La maggior parte delle setta è priva o quasi di gerarchia, poiché tutti gli affiliati sono considerati uguali. Per quanto riguarda la modalità di affiliazione, la quota di coloro che sono membri di una setta fin dalla nascita è modesta, la maggioranza vi aderisce attivamente per scelta personale. Altri studiosi Hanno sviluppato ulteriormente la tipologia chiesa/setta introdotta da Weber. Hanno elaborato altre due categorie: quelle di “confessione” e di “culto”. - Le confessioni sono sette che si sono raffreddate e hanno cessato di essere gruppi di protesta attiva per diventare organismi istituzionalizzati punto s sopravvivono oltre un certo limite di tempo e si trasformano spesso, ma non sempre, in confessioni. - i culti sono le associazioni religiose meno strutturate e più transitorie, essendo composti da individui che respingono i valori della società esterna. I culti si concentrano sulle esperienze individuale e mettono in contatto tra loro persone che hanno un analogo modo di pensare. I singoli individui non aderiscono formalmente un culto, ma seguono piuttosto particolare teorie o forme prescritte di comportamento. Anche i culti si formano molto spesso attorno a un leader ispiratore. Quello che viene considerato un culto in un paese può essere una pratica religiosa consolidata in un altro, ad esempio quando i Guru indiani portano le loro credenze in Europa. Il cristianesimo nacque come culto indigeno nell'antica Gerusalemme e oggi, in molti paesi asiatici, il protestantesimo evangelico è considerato un culto importato dall'occidente. 70 Un movimento religioso è un'associazione di persone che si uniscono per diffondere una nuova religione o per promuovere una nuova interpretazione di una religione esistente, e possiamo considerarlo una forma particolare di Movimento Sociale. I “movimenti religiosi” sono più grandi delle sette e hanno un seguito meno esclusivo, anche se, come nel caso te la distinzione tra chiesa e setta , i movimenti non sempre sono chiaramente distinguibili dalla setta o dai culti. i movimenti religiosi attraversano solitamente determinati fasi di sviluppo. 1. il movimento prende vita è questione da un leader autorevole che Weber definisce “carismatico”, vale a dire un postasso di uno straordinario ascendente in grado di catturare l'immaginazione e di conquistare la devozione di una massa di seguaci. I leader dei movimenti religiosi solitamente sono critici nei confronti dell'establishment religioso e cercano di programmare un messaggio nei loro primi anni di movimenti religiosi sono fluidi e non possiedono un sistema di autorità consolidato. I loro membri sono di regola in contatto diretto con il leader carismatico e assieme a lui di fondo i nuovi insegnamenti. 2. inizia con la morte del leader punto raramente dalla massa sorge un leader carismatico, per cui questa fase cruciale punto in movimento affronta quello che Weber definiva “istituzionalizzazione del carisma”. Per sopravvivere deve creare regole e procedure formalizzate, non potendo più dipendere dalle qualità individuali del leader nell'organizzare i seguaci. Molti movimenti falliscono in questo tentativo e si dissolvono alla morte del loro leader. I sociologi impiegano l'espressione “nuovi movimenti religiosi” per indicare collettivamente l'ampia gamma di gruppi religiosi e spirituali, culti e sette che si sono diffusi nei paesi occidentali accanto alle religioni consolidate. si tratta di fenomeni estremamente geni, che vanno dai gruppi spirituali e di auto aiuto ricompresi nel movimento new age. Molti dei nuovi movimenti religiosi derivano da tradizioni religiose consolidate come quella cristiana, induista e buddista, mentre altri sono sorti da ceppi fino a poco tempo fa pressoché sconosciuti in occidente. - I movimenti di affermazione del mondo → sono più simili a gruppi di autoaiuto o terapeutici che a gruppi religiosi in senso convenzionale. sono spesso privi di liti e teologie formali, che si concentra sul benessere spirituale dei membri. - i movimenti di negazione del mondo→ Si contrappongono ai precedenti per il loro atteggiamento fortemente critico nei confronti del mondo esterno. Essi richiedono ai loro seguaci cambiamenti radicali dello stile di vita, come vivere asceticamente, cambiare abbigliamento acconciatura, seguire un'alimentazione prestabilita. A differenza dei movimenti di affermazioni del mondo, che tendono a essere inclusivi, quei di negazione del mondo hanno spesso Nature esclusiva. Alcuni possiedono certe caratteristiche delle istituzioni totali: ovvero impongono ai loro membri di subordinare l'identità individuale a quella del gruppo, di abbracciare i codici etici rigidi e di astenersi da ogni attività mondana. - I movimenti di adattamento al mondo sono quelli che più si avvicinano alle religioni tradizionali. Essi tendono a enfatizzare l'importanza della vita religiosa interiore a spese degli interessi più strettamente mondani. gli appartenenti a questi gruppi cercano di recuperare la purezza e spirituale che ritengono perduta nelle religioni tradizionali, ma continuano a vivere l'esistenza quotidiana e a perseguire la carriera con pochi segni visibili di cambiamento. 71 L'influenza del Cristianesimo è stato un elemento cruciale nello sviluppo dell'Europa come entità politica unitaria. la variante ortodossa è tutto La dominante in molti paesi dell'est Europa, tra cui la Bulgaria, la bielorussia, Cipro, la Georgia, la Grecia, la Romania, la Russia, la Serbia e l'Ucraina. L'Europa ospita anche alcune guardavo le minoranze religiose non cristiane. la storia recente degli ebrei, presenti in Europa da secoli, sarà contrassegnato dalla discriminazione e dal genocidio e dallo lo sterminio degli Ebrei europei durante la Seconda guerra mondiale e il fatto che molti sopravvissuti all'olocausto hanno lasciato l'Europa per stabilirsi nel nuovo stato di Israele ,dopo la guerra è stata portata una drastica riduzione del numero di ebrei residenti in Europa. Si è registrata una crescita notevolissima dell'evangelismo, Cioè nella fede nella Rinascita spirituale dopo la conversione. L’evangelismoPuò essere visto in parte con una risposta al secolarismo, al pluralismo religioso e in generale al declino dei valori. i suoi valori religiosi evangelici hanno avuto un ruolo determinante nella aiutarlo a ottenere un secondo mandato presidenziale nel novembre del 2004 (Bush). Nel linguaggio degli studiosi di economia della religione, i movimenti evangelici si sono dimostrati “imprenditori spirituali” estremamente competitivi sul mercato delle religioni. I telepredicatori evangelici si sono serviti abilmente della televisione per annunciare il “vangelo della prosperità” secondo cui Dio desidera che i suoi fedeli siano finanziamenti e prosperi e appagati, anziché disposti al sacrificio e alla sofferenza. Questo approccio è notevolmente diverso dal richiamo austero al duro lavoro e la negazione tipico del convenzionalismo protestante tradizionale. Le raccolte di Fondi sono un caposaldo del televangelismo, che deve sostenere scuole, università, e parchi a tema e talvolta gli stili di vita sontuosi dei predicatori. il televangelismo ha fatto proseliti anche in America Latina, dove Vengono seguiti i programmi televisivi nordamericani, col risultato che movimenti protestanti, perlopiù classificabili come pentecostali, hanno fatto irruzione in paesi a prevalenza Cattolica come il Cile e il Brasile. All'interno delle organizzazioni religiose Le donne sono prevalentemente escluse dal potere. questo è evidente nel cristianesimo, ma è caratteristico anche di tutte le altre principali religioni. secondo una sociologa americana che si è battuta per i diritti delle donne, Dio ha tirato la donna e l'uomo come essere di eguale valore e la Bibbia dovrebbe esprimere senza riserve questa verità punto di vista della Bibbia non rifratte l'autentico punto di vista di Dio, ma il fatto che è stata scritta da uomini. Nel 1870 la chiesa di Inghilterra istituì una commissione con il compito di rivedere e aggiornare i testi biblici, la sociologa fece notare che la commissione non comprendeva nessuna donna. A suo parere è immotivato supporre che Dio sia una figura maschile, poiché risulta chiaro dalle Sacre Scritture che tutti gli esseri umani furono creati a sua immagine. Allorché una delle sue collaboratrici inauguro una conferenza sui diritti della donna come una preghiera rivolta a “Dio madre”. A questo la sociologa non arretrò istituì una commissione di revisione composta da 23 donne, col computer aiutarla nella redazione della “women’s bible”, pubblicata nel 1895. La Chiesa Cattolica si è mostrata assai più conservatrice nel suo atteggiamento verso le donne e continua a sostenere formalmente la disuguaglianza di genere. gli appelli per l'ordinanza delle donne sono state largamente respinte dalle autorità cattoliche. la Chiesa Cattolica, Inoltre, è tuttora fedele alla posizione secondo cui gli uomini affetti della perversa inclinazione all'omosessualità devono essere esclusi dai voti religiosi e dall'ordinazione. Altre confessioni protestanti hanno introdotte politiche liberali nei confronti 74 amici o parenti, rendendo più tollerabile la distanze e la separazione. Molti utilizzatori di internet fanno parte di vivaci comunità on-line che sono qualitativamente diverse da quelle che frequentano nel mondo fisico. Gli studiosi che vedono in internet una positiva integrazione della vita umana sostengono che essa espandi e arricchisce le nostre Reti Sociali. 2. Maggiore è il tempo che si passa a comunicare on-line a gestire incombenze quotidiane nel cyberspazio, minore è quello che si dedica alla interazione mondo fisico. Alcuni sociologi temono che la diffusione della tecnologia legata a internet posso far crescere isolamento sociale, riducendo il tempo di qualità che si trascorre con familiari amici. Internet invade la vita domestica portando una fondamentale distinzione tra lavoro e casa. Su Internet ne soffrono anche i rapporti personali, i quali vengono trascurati nelle forme tradizionali di intrattenimento come il teatro e i libri, si indebolisce il tessuto della vita sociale. Studiare il concetto di comunità virtuale, al quale si riconosce da un lato il potenziale positivo della comunicazione mediata dal computer, ma dall'altro prende atto che non si può liquidare nel lato oscuro con un atto di volontà. Lo studioso Rheingold è interessato in particolare alle comunità virtuali, che definisce “ aggregazioni sociali che emergono dalla rete quando un certo numero di persone porta avanti delle discussioni pubbliche sufficientemente a lungo, con un certo livello di emozioni umane, tanto da formare dei reticoli di relazioni sociali personali nel cyberspazio”. L'autore fornisce una descrizione dettagliata di quella che è una comunità virtuale vedendola come un sistema che permette a persone di ogni parte del mondo di intrattenere pubbliche discussioni aperte a tutti e di scambiare i messaggi di posta elettronica in privato. L'autore sostiene che per far parte di quella comunità non è molto diverso dallo stato del mondo fisico reale.I suoi membri si aiutano gli uni con gli altri e risolvere i problemi, scambiando informazioni e a volte dissentono e litigano. L'autore però non ignora quello che può essere il potenziale meno positivo di internet punto c'è la possibilità che la rete venga dominata da società commerciali che per profitto trattano i membri delle comunità virtuali come merci, raccogliendo e vendendo i profili a chi ne faccia richiesta. Rheingold invita tutti coloro che utilizzano internet essere consapevoli che dovranno fare del loro meglio affinché il mondo virtuale del loro creato sia incentrato sull'uomo. Autori come Manuel Castells sostengono che internet consentirà nuove combinazioni di lavoro dipendente e autonomo, di espressione dell'individuo, di collaborazione socializzazione. Social network come Twitter e Facebook, o siti per la condivisione di video come YouTube, dimostrano quanto possa diventare popolare, in ogni fascia d'età, le forme di comunicazione basate su web. La prima proiezione cinematografica a pagamento su quella dei fratelli Lumière che in Francia, nel 1895, con l'arrivo di un treno alla stazione di Ciotat, fecero saltare dalle sedie gli spettatori alla visione di una locomotiva che, puntando dritto verso il loro, riempiva gradualmente lo schermo. Già nel 1925 i cinema erano sempre più sotto il controllo delle case cinematografiche americane, che detenevano i diritti di distribuzione di film. Obbliganti dal cinema da acquistare in blocco le produzioni future, esse erano in grado di mettere fuori gioco i concorrenti. L'evidente predominio della produzione cinematografica americana, solleva la 75 questione del imperialismo culturale, in quanto attraverso la distribuzione mondiale dei film vengono promossi valori, i prodotti e la cultura americana. Con il progresso delle tecnologie digitali, la produzione cinematografica è ormai alla portata di cineasti dilettanti che sono in grado di creare i propri film e renderli disponibili on-line attraverso siti di condivisione come YouTube. Anche se la qualità non è una delle migliori, la tecnologia ha una certa capacità di democratizzazione, in quanto consente a soggetti che altrimenti sarebbero rimasti consumatori passivi di diventare produttori attivi, cosa impensabile anche solo una ventina di anni fa. L'interazione tra televisione telespettatori è diversa da quella treccine ma il suo pubblico. la televisione entra nelle casse in un modo che non è possibile al cinema e lo richiedo lo stesso livello di attenzione. Inoltre possiede un immediatezza che il film non hanno: può raccontare a un pubblico di massa gli avvenimenti nel momento stesso in che vengono, in qualsiasi parte del mondo. Nei paesi occidentali ormai praticamente ogni famiglia possiede un televisore. La maggior parte delle persone guarda la televisione tutti i giorni, e mediamente un apparecchio televisivo rimane acceso tra le 3 e le 6 ore al giorno. Musica e Antica come le società umane e procede lo sviluppo delle forme complesse di linguaggio,si pensa che la prima musica sia stata prodotta nella voce umana, e che gli strumenti musicali siano sviluppati in seguito assieme le diverse forme di cultura materiale. Alcuni dei più antichi strumenti musicali sono stati scoperti in India e in Cina, mentre riti e pratiche religiose furono tra i primissimi usi funzionali della musica. Theodor Adorno ,nel 1962, sosteneva che le forme musicali tendono a riflettere la società in cui vengono sviluppate. Molte forme musicali della società capitalistica a strutture prevedibili e offrono una facile gratificazione. Esse abituano le persone ad attendersi l'uniformità e la ripetizione, e richiedono da parte dell'ascoltatore ben poco sforzo per essere apprezzate. come Adorno anche altri sociologi sostengono che la musica è lo specchio della società, di cui riflette la struttura organizzativa. Attili va ancora oltre quando sostiene che la musica non solo riflette l'organizzazione sociale, ma contiene una profezia del futuro, poiché musicisti esplorano ed esauriscono rapidamente tutte le possibilità di un dato codice molto più rapidamente che nelle altre forme di produzione culturale. La musica non è vincolata strettamente oggetti materiali come proiettori o televisori, ma può essere trasmessa più rapidamente è più rapidamente cambiata. Negli anni Settanta e ottanta si andò a formare un nuovo approccio noto come prospettiva della” produzione culturale”, in cui la musica e gli altri prodotti culturali sono considerati attività sociali da analizzare in relazione ai processi e ai contesti in cui vengono prodotti. La musica viene quindi vista come una componente dell’identità e delle esperienze di vita. DeNora adotta un approccio internazionalista nell'esplorazione del modo in cui individui impiegano la musica nella costruzione di sé e dell'esperienza personale. sostiene che spesso ci comportiamo come disc-jockey di noi stessi, scegliendo la musica per creare o modificare uno stato d'animo o per alterare la nostra percezione della vita sociale. questo principio non va Inteso in senso astratto e deve Anzi essere esplorata nei differenti contesti in cui la musica viene usata. Imposta direzioni gli studi in cui possono conciliare le teorie sociologiche strutturali della musica con l'esperienza individuale Per accrescere la nostra comprensione dei suoi poteri sociali. 76 Woikstrom sostiene che la rivoluzione della musica digitale ha tre caratteristiche fondamentali: 1. Internet ha fornito a ciascuno la capacità di caricare musica, cioè di non essere solo un terminale passivo. 2. la vecchia industria Sì bastava sulla vendita di prodotti fisici come dischi, cassette CD, mentre l'industria digitale si sposta solo sull’offerta degli accessi a servizi musicali. 3. Oggi tutti possono essere produttori materiali in grado di rimixare la loro musica preferita e di pubblicarlo on-line. Se questi produttori amatoriali vanno ai concerti e fanno acquisti, e nell'interesse dell'azienda non contrastare loro pratiche, ma collaborare con loro e incoraggiarli. Verso la metà del ventesimo secolo i teorici del funzionalismo che si concentrano sul contributo reso dai media all’integrazione sociale. Seguendo teorico di media, possiamo identificare cinque importanti funzioni dei media in grado di contribuire alla stabilizzazione sistema sociale. 1. informazione: Dov'è medio forniscono flusso continuo di informazioni sulla società e sul mondo. 2. correlazione: ovvero che media ci spiegano e ci aiutano a comprendere il significato delle informazioni che vengono fornite. 3. continuità: i media hanno un ruolo nell' espressione della cultura dominante, nella ricognizione di nuovi sviluppi sociali e nella costruzione di valori condivisi. 4. intrattenimento: i media offrono svago e diversivo dal lavoro, riducendo la tensione sociale. 5. mobilitazione: i media possono essere impiegati per incoraggiare la gente a contribuire allo sviluppo economico, per sostenere e propagandare regole morali, per mobilitare popolazione in tempo di guerra. in Europa l'applicazione e mass media delle teorie del conflitto ha avuto una risonanza superiore acqua del funzionalismo. Abbiamo avuto due grandi approcci: - approccio dell'economia politica → che si concentra sulla proprietà e sul controllo dei media. - approccio dell' industria culturale→ elaborato dalla scuola critica di Francoforte. APPROCCIO DELL’ECONOMIA POLITICA→ l'economia politica considera i media un'industria ed esamina nel modo in cui principali mezzi di comunicazione rispondono a interessi privati. La proprietà dei media sia sovente concentrata nelle mani di alcuni facoltosi magnati , un tempo si trattava dei cosiddetti “baroni di stampa” che in molti paesi possedevano gran parte dei giornali e potevano decidere quali notizie pubblicare e quali interpretazioni darne. Nella nostra età sempre più globale la proprietà dei media supera i confini nazionali e i magnati oggi possiedono società transnazionali che conferiscono loro fama e influenza a livello planetario. I fautori dell'approccio dell'economia politica sostengono che, come nelle altre Industrie, gli interessi economici della proprietà operano per escludere le voci prive di potere economico. Quelle che alla fine sopravvivono sono anche quelle meno portate a criticare la distribuzione vigente della ricchezza e del potere. 79 Thompson ritiene che tutti e tre tipi di interazione s'intrecciano oggi nella nostra vita, modificando gli equilibri tra pubblico e privato. Thompson sostiene che nella sfera pubblica sono affrontate molte più questioni che in passato, e ciò porta sovente al dibattito e alla controversia. Oggi sono in aumento i “talk show” in cui la gente comune appare in televisione in televisione per discutere di politica o di altri temi. Livingstone e Lunt hanno osservato che i programmi di questo tipo hanno un formato particolarmente aperto e indefinito. Loro affermano che questi programmi non possono essere considerati come spazi aperti a dibatitti pubblici. Teorie postmoderne. Il postmodernismo è contrassegnato da un’assenza di certezze, dalla mescolanza e dall’accostamento di stili e generi, dalla possibilità di manipolazione dei prodotti culturali. Lo studioso postmodernista francese Baudrillard è uno dei più influenti teorici contemporanei dei media, lui ritiene che l'impatto dei moderni mass media sia molto diverso è molto più profondo di quello di ogni altra tecnologia. L'avvento dei mass media ha trasformato la natura stessa della nostra vita. la televisione non rappresenta il mondo, ma definisce ogni misura crescente che cosa è il mondo. Le sue idee possono essere di difficile comprensione, ma modo relativamente facile per affrontarle è il seguente. C'è stata un epoca in cui era possibile separare il mondo reale dalla presentazione che medio offrivano di quel mondo. Se nel mondo reale era in corso una guerra, i media ci informano di quanto accadeva, quanto erano le vittime, chi è il vincitore e così via. I due aspetti, il reale e le sue rappresentazioni, erano considerate cose del tutto distinte. secondo lo studioso il confine tra realtà è rappresentazione è collassato, e non possiamo più distinguere la rappresentazione dalla realtà. Esso forma una nuova parola ovvero “l’iperrealtà” → in il garante ultimo dell'autenticità e della realtà è per l'appunto il passaggio in televisione o negli altri media, che rende quel mondo più reale del reale. Secondo Baudrillard, in un epoca in cui i mass media sono ovunque, l’iperrealtà è costituita da “simulacri” → immagini che ricavano i loro significato esclusivamente da altre immagini e pertanto non sono radicati in alcuna realtà esterna. Uno dei più antichi modelli di risposta del pubblico è il “modello ipodermico” → il quale paragone il messaggio a un farmaco che inietta da una siringa. Il modello si fonda sull'assunto che il pubblico chatti direttamente passivamente il messaggio senza affrontarlo con spirito critico, e presume che il messaggio venga ricevuto è interpretato più o meno allo stesso modo da tutti i membri della società. Il modello viene giudicato oggi alquanto ingenuo, era poco più che una congettura dei primi studi sull'argomento. I critici di questo modello hanno sottolineato che esso tralascia di prendere in considerazione le reazioni molto diversificate ai media riscontrabili tra il pubblico. Per la maggior parte dei teorici le reazioni del pubblico attraverso diversi stati: 1. quando il messaggio e raggiunge il pubblico 2. Quando il pubblico interpreta il messaggio attraverso l'interazione sociale con persone autorevoli che influiscono ulteriormente sulla risposta. Teorici più recenti hanno assegnato al pubblico un ruolo più attivo. Il modello fondato sulle “gratificazioni” considera come il pubblico usa in media per soddisfare le proprie esigenze, imparare di più sul mondo, sapere come sarà il tempo o come vanno i mercati azionari. Teorie più recenti hanno considerato piuttosto l'interpretazione attiva dei media, il tutto attraverso ”la teoria della ricezione” la quale si concentra sui modi in cui la classe di appartenenza e il retroterra culturale influenzano interpretazioni dei differenti testi mediatici. 80 Secondo Hall la comprensione di un tasto Dipende anche dal retroterra socio culturale della persona che lo interpreta. Soggetti diversi di uno stesso pubblico possono leggere in modo del tutto dissimile un testo se la loro posizione sociale si pone in conflitto con la lettura prevalente. Altre teorie recenti si concentrano sul processo Imposta il quale pubblico filtra le informazioni attraverso le proprie esperienze, legando tra loro testi differenti utilizzando un tipo di media per contrastarne un altro, come quando si mette in dubbio quello che dice televisione sulla base di quanto riportano i giornali. Qui il pubblico ha un ruolo importante, ben superiore a quello ipotizzato dal modello ipodermico. Questo modello interpretativo ritiene che la risposta del pubblico influisca sui media attraverso la contestazione o il rifiuto dei loro prodotti. Le ricerche hanno ripetutamente dimostrato che nelle rappresentazioni mediatiche di donne e ragazze prevalgono nettamente i stereotipi tradizionali dei ruoli di genere. le figure femminili sono proposte nel ruolo di casalinghe, vengono trattate come oggetti e desiderio sessuale maschile o rappresentante in situazioni lavorative che estendono il ruolo domestico come infermiere, assistente o impiegata. Ricerche più recenti hanno evidenziato segni sia pure lenti di cambiamento, i ritratti femminili sono più diversificati e non mancano figure di donne forti e indipendenti. Le cose però non sono così semplici. molti di questi caratteri femminili forti sono pur sempre conformi a canone ben noti della figura femminile, richiamano giovani donne snelle e tipicamente attraenti che mirano catturare lo sguardo maschile convenzionale, o anche professioniste con vite personali disastrose e vuote, perché conferma quanto sostiene Faludi , che secondo lui sia nella realtà sia nella fiction le donne che infrangono i ruoli di genere convenzionali si devono in qualche modo scontare, finire sempre in lacrime!. Le rappresentazioni televisive erano costruiti su 4 miti, che raffiguravano gli arabi come incredibilmente ricchi , incolti, maniaci sessuali inclini al commercio di donne bianche, potenziali terroristi. Nella gran parte dei film hollywoodiani, gli arabi erano invariabilmente cattivi, circa 1000 film esaminati, presentazioni positivi di personaggi arabi si riscontravano solo in 12 film. Questo succede sia se il personaggio era al centro della storia sia se si svolgeva un ruolo secondario. Secondo Shaheen stereotipi del genere risultano utili a scrittori e produttori di film in quanto ne semplificano il lavoro, e questa situazione muterà solo quando la comunità araba americana sarà sufficientemente forte da esercitare sull'industria cinematografica un'influenza simile a quella prodotta in passato dalle donne e dagli afroamericani. I disabili sono pressoché invisibili nei programmi di intrattenimento e nelle fiction televisive e nella maggior parte dei casi sono personaggi malvagi e mentalmente Instabili: una lunga tradizione che va dal malvagio Capitan Uncino al tragico Quasimodo. I disabili non sono mai secondari in una trama, ma vengono inseriti proprio a causa loro disabilità. quasi sempre si tratta di persone costrette sulla sedia a rotelle, una rappresentazione non accurata della disabilità, che nella grande maggioranza dei casi non è comporta l'uso. Le rappresentazioni mediatiche non sono solo la causa della discriminazione nè dell'emarginazione sociale delle persone disabili, ma possono contribuire al rafforzamento dei pregiudizi che colpiscono alcuni gruppi sociali. Per molti studiosi un problema chiave è la crescente concentrazione della proprietà dei media nelle mani di grandi conglomerati noto ormai con l'etichetta di “supercompagnie”. Nell'ultimo quarantennio i mercati nazionali si sono trasformati in un mercato globale dai 81 contorni mutevoli, mentre le nuove tecnologie hanno portato la fusione di forme mediali un tempo distinte. In uno studio sulla globalizzazione condotto da un gruppo di studiosi sono elencati 5 cambiamenti fondamentali che hanno contribuito a creare il nuovo ordine mediatico globale. 1. Crescente concentrazione della proprietà→ i media globali sono dominati oggi non piccolo numero di enormi e potentissimi gruppi imprenditoriali. 2. Passaggio della proprietà pubblica a quella privata→ in quasi tutte le aziende di media e della telecomunicazione erano di proprietà pubblica, negli ultimi decenni la liberalizzazione economica e allentamento delle regolamentazioni hanno condotto alla loro privatizzazione. 3. Sviluppo di strutture aziendali transnazionali→ le imprese del settore non operano più entro rigidi confini nazionali, ma sono state allentate per permettere investimenti e acquisizioni internazionali. 4. Integrazione di prodotti mediali→ l'industria dei media è stato molto integrata e meno segmentata che in passato. Esistono enormi agglomerati che producono e distribuiscono una grande varietà di contenuti mediali, tra cui musica, notizie, prodotti a stampa, programmi televisivi. 5. Aumento delle fusioni aziendali → si è affermata la tendenza ad alleanze tra aziende appartenenti a segmenti diversi. Aziende di software e hardware sono sempre più spesso protagonisti di fusioni aziendali. L'imperialismo mediatico è un fenomeno per cui popoli di diversa cultura apprezzano o forse arrivano accettare superiori prodotti di cultura occidentali. Questa è rappresentato anche dal fenomeno dei “flussi inversi”, dove i prodotti mediatici delle ex-colonie, diventano popolari nei paesi un tempo colonizzatori. Questo fenomeno suggerisce che l'imperialismo mediatico non sia assoluto o incontestabile. La tesi dell'imperialismo mediatico è stato anche criticata perché si fonde implicitamente sul modello “dell’ago ipodermico”, il cui assunto di fondo è che prodotti culturali occidentali vengono somministrati a consumatori passivi tutto il mondo. Questo è fondamentale per concepire i processi globali quindi andare analizzare quella che ha la globalizzazione, ovvio la mescolanza di forze globali e locali. La formazione di super compagne e nel settore dei media è un fenomeno molto controverso: gli entusiasti lo considero un sogno, i critici un incubo. Il processo di progressiva concentrazione globalizzazione delle società mediatiche genera ragioni vi le preoccupazioni concernenti l'importante ruolo dei media per la libertà di parola, espressione di dibattito . Una singola compagnia che controlla sia il contenuto sia i mezzi di distribuzione detiene una posizione di grande potere. Per esercitare l'autocensura e favorire i prodotti del proprio gruppo a spese di altre aziende. Sembra ovvio che l'interesse pubblico stia in una pluralità di operatori ti garantisca una molteplicità di voce posizioni politiche differenti. Ma questo pone dei limiti alla proprietà dei media e all'uso delle tecnologie mediali che potrebbe influire negativamente sulla prosperità economica del settore. Un aspetto che complica la regolamentazione dei media e ritmo rapidissimo del cambiamento tecnologico. Le innovazioni tecnologiche producono incessante trasformazione dei media e forme di tecnologia un tempo distinte che vanno progressivamente a fondersi. 84 Lui sottolinea la connessione tra sviluppo dell'Istruzione ed esigenze dell'economia. Secondo Illich, le scuole sono nate per svolgere quattro compiti fondamentali: 1. custodia 2. distribuzione degli individui nei ruoli occupazionali 3. apprendimento dei valori dominanti 4. acquisizione delle capacità delle conoscenze solamente approvate La scuola è divenuta l'organizzazione di custodia, come il carcere,in quanto la frequenza obbligatoria e i ragazzi vengono tenuti lontano dalla strada nel periodo compreso tra l'infanzia è l'entrata nel mondo del lavoro. La scuola tende a inculcare quello che Illich chiama “ consumo passivo” ovvero l'accettazione acritica dell'ordine sociale esistente attraverso la disciplina e l'irregimentazione. Illich propone la descolarizzazione della società. Egli fa notare che la scolarizzazione obbligatoria è una pratica relativamente recente che non c'è ragione di accettarla come inevitabile. L'istruzione, egli sostiene, dovrebbe permettere a tutti coloro che lo desiderano di accedere alle risorse educative disponibili in qualsiasi momento della vita, non solo durante infanzia e adolescenza. Un sistema del genere dovrebbe consentire la conoscenza di essere largamente diffusa e condivisa, non già prerogativa degli specialisti. Chi vuole apprendere non dovrebbe essere costretto ad accettare un programma standardizzato, ma poter scegliere personalmente che cosa studiare. Illich propone diversi tipi di strutture educative. Lui vede le risorse materiali destinati ad apprendimento conservata in biblioteca, agenzia, laboratori e banche dati a disposizione di tutti. Vengono formati “reti di comunicazione” in grado di fornire informazioni sulle competenze di ciascuno e sulla sua disponibilità a trasmetterle o a scambiare attività di insegnamento reciproco. Agli studenti verebbero assegnati dei buoni con cui utilizzare i servizi a proprio piacimento. Nel caso in cui il lavoro il tributo di venisse meno essenziale nella vita sociale, gli individui potrebbero intraprendere una più ampia gamma di attività. In uno scenario del genere, l'istruzione non sarebbe più solo una forma di apprendimento precoce affidato a specifiche istituzioni, ma diventerebbe accessibile a chiunque desiderasse approfittarne. Le idee di Illich sono tornate di moda con l'avvento delle nuove tecnologie comunicative e l'estensione dell'apprendimento all'intero arco della vita. John Taylor Gatto → era un insegnante con 30 anni di esperienza, ha raggiunto conclusioni analoghe in una prospettiva non marxiana, affermando che il programma occulto comprende una miscela alquanto causale di informazioni su una grande quantità di argomenti, con il risultato di produrre confusione anziché vera conoscenza e comprensione. Le scuole insegnano ai ragazzi ad accettare lo “status quo”, a sapere qual è il loro posto nella gerarchia delle classi e a rispettare i superiori. Gatto concludi che il sistema dell'obbligo scolastico impone una “sottomissione forzata” per tutti ed è “strutturalmente irriformabile”. In alternativo propone un'istruzione in famiglia in cui i ragazzi possono assumere il controllo del proprio processo di apprendimento , avvalendosi genitori e altri adulti quali facilitatori anziché insegnanti. L’istruzione ha una stretta connessione con la disuguaglianza. Il sociologo britannico Basil Bernstein ha studiato la connessione tra disuguaglianza di classe istruzione. Basandosi sulla teoria del conflitto.Esso affrontato il problema analizzando le competenze linguistiche dei ragazzi e ha scoperto che ragazzi provenienti da retroterra diversi sviluppano nei primi anni di vita codici in questi ci diversi, che influenzano la loro 85 successiva esperienza scolastica. Oggetto del suo studio non erano le differenze di vocabolario, ma piuttosto le differenze sistematiche nel modo di usare il linguaggio. - I ragazzi di famiglia operai utilizzano un codice distretto, ovvero un modo di usare il linguaggio che contiene molti assunti inespressi, di cui ci sia tanta la conoscenza da parte degli altri.Un codice ristretto è collegato determinato ambiente culturale. Molti esponenti della classe operaia vivono immersi in una forte cultura familiare o di vicinato e, in cui valori e norme sono dati per scontati e non vengono giustificati tramite linguaggio, e i ragazzi sono socializzati direttamente attraverso l'uso di ricompense e punizioni, senza ricorrere all'argomentazione. Un codici ristretto è più idoneo la comunicazione dell'esperienza pratica che ha la discussione di idee, processi e rapporti astratti. L’espressione linguistica fondata su un codice ristretto e orientata alle norme del gruppo, e gli individui non riescono a spiegare perché seguono determinati modelli di comportamento. - I ragazzi appartenenti alle classi medie acquisiscono invece un codice elaborato, c'è un modo di usare linguaggio che consente di adattare i significati delle parole alle esigenze di situazioni diverse.Essi apprendono usare linguaggio in modi meno legati a contatti particolari io non maggiori facilità a generalizzare e formulare concetti astratti. I genitori della classe media, nell'educare i figli, spiegano spesso le ragioni i principi sottostante alle loro reazioni di fronte a un certo comportamento. Per rimproverare un figlio troppo desideroso di dolci una madre delle classi inferiori dire semplicemente “ niente più dolci”, mentre è più probabile che una madre delle classi medie spieghi che mangiare troppi dolci fa male alla salute e può provocare la carie. I ragazzi delle famiglie operaie ricevono risposte limitate alle domande che pongono ai familiari e a loro volta sono meno capaci di fare domande nel contesto scolastico. I ragazzi che hanno acquistato codici linguistici più elaborati sono maggiormente capaci di far fronte alle esigenze di distruzione scolastica formale rispetto a quelli che dispongono di codici distretti. Ciò non significa che i ragazzi delle classi operaia possiede una capacità linguistiche inferiori ma significa piuttosto che il modo in cui usano il linguaggio si scontra con la cultura formale in partita a scuola. Coloro che sono padroni di codici elaborati si adattano molto meglio all'ambiente scolastico. Il contributo di Bernstein è stata assai II per gli studi in materia.Le sui dei ci aiutano a capire perché coloro che provengono da un ambiente socio economico inferiore tendono a tenere scarsi risultati scolastici. Bernstein si presume Una superiorità del codice impiegato dal ceto medio e la sua teoria pertanto è elitista. Non si tratta solo di ipotesi che i membri della classe operaia percepiscono come superiori le classi sociali più elevate, Nella sua teoria il codice elaborato sarebbe oggettivamente supererà quello ristretto.Quindi ha respinto l’accusa di elitismo, affermando che la sua tesi richiama l'attenzione sulle relazioni tra microrelazioni di potere e micropratiche di trasmissione, acquisizione e uso del linguaggio. Un secondo importante contributo alla Sociologia dell'Istruzione proviene dal rapporto conclusivo di una ricerca sul campo condotta da Paul Willis, in una scuola della città Britannica. Willis si prefigge la riproduzione culturale, <<come i ragazzi di famiglie operaie finiscono per svolgere lavori operai>>. Si ritiene sovente che frequentando la scuola i giovani appartenenti alla classe operaio o a minoranze etniche arrivano i riconoscere di non essere abbastanza intelligenti per ambire un futuro lavori ben pagati o di rango elevato. L’esperienza del fallimento scolastico insegna loro ad ammettere i propri limiti intellettuali individuali e a scegliere lavori con prospettive circoscritte. 86 Secondo WillisQuesta interpretazione Non corrispondi minimamente alla realtà della vita e dell'esperienza. La “saggezza di strada” degli abitanti dei Quartieri poveri può essere irrilevante per il successo negli studi, ma comprende una serie di capacità elaborate, complessi e ricche di sfumature, paragonabili a quelle intellettuali insegnata nelle scuole. Pochi ragazzi, forse nessuno, lascia la scuola pensando di essere troppo stupido per partire ambire ha qualcosa di diverso dal lavoro manuale in una fabbrica. Altri devono essere i fattori che spiegano perché ragazzi provenienti da ambienti svantaggiati accetti non lavori manuali senza sentirsi falliti per il resto della vita. WillisStudio un particolare gruppo di ragazzi, trascorrendo molto tempo con loro. I “Lads” erano per lo più bianchi, benché la loro scuola fosse frequentato anche da molti asiatici e originari dell'India accidentali.Willis scoprì i ragazzi avevano un'idea precisa e acuta del sistema di autorità enchanté nelle scuole ma che quella conoscenza veniva utilizzata per combatterlo e non per cooperare con esso. Per loro la scuola è un ambiente alieno e tuttavia manipolabile ai loro fini. In classe ci si attendeva che i ragazzi stessero tranquilli, in silenzio e in tanti e loro compiti. I Lads erano in continuo movimento tranne che nei momenti in cui lo sguardo dell'insegnante cadeva uno di loro immobilizzando momentaneamente, chiacchieravano di nascosto o facevano espliciti commenti che speravano la vera e propria insubordinazione, Ma che potevano essere spiegati in tutt'altro modo se necessario. Erano consapevoli che in futuro avrebbero avuto un'esperienza molto simile a quella scolastica anche nel lavoro. Erano contenti di aver raggiunto lo status di adulti lavorando, ma non erano interessati a far carriera. E per loro il lavoro manuale va spesso le stesse caratteristiche che i Lads aver elaborato con la loro controcultura scolastica. Secondo Willis la sottocultura dei Lads, creata attraverso un processo di contrapposizione attiva alle norme scolastiche e ai meccanismi disciplinari, è lo specchio della cultura del lavoro subordinato che essi prevedono di svolgere in futuro. Lo studio di Willis, che illustra con efficacia il processo di riproduzione culturale e il modo in cui le disuguaglianze si intrecciano con i sistemi educativi, dimostra che la ricerca sociologica in materia di istruzione può essere allo stesso tempo orientata empiricamente e ben fondata dal punto di vista teorico, e questa è una delle principali ragioni per cui ha avuto un così grande eco. La teoria generale più sistemica della riproduzione culturale è quella del sociologo francese Bourdieu, il quale insieme a Passeron hanno elaborato una teoria generale della riproduzione da un lato abbiamo la posizione economica, status sociale e capitale simbolico, dall'altro conoscenze e capacità culturali. Il concetto centrale è quello di ”capitale”, che deriva da Marx. Secondo Marx la divisione sociale determinante è dovuta alla proprietà dei mezzi di produzione, che consente ai capitalisti il dominio sui lavoratori. Per Bourdieu il “capitale economico” è solo una delle svariate forme di capitale che individui e gruppi sociali possono impiegare a proprio vantaggio. Oltre al capitale economico vuole andare a identificare un capitale sociale, un capitale culturale e un capitale simbolico. - Il capitale sociale: consiste nell' appartenenza o nella partecipazione a reti sociali elitarie, e nella frequenza di gruppi sociali dotati di contatti e influenze. - il capitale cultura: è quello che si accumula all'interno dell'ambiente familiare e attraverso l'istruzione, e si manifesta in conoscenze e competenze sociali. - Capitale simbolico: fa riferimento al prestigio, allo status e alle altre forme di onore sociale che consentono a chi ha uno status elevato di dominare Su quanti occupano posizioni inferiori. 89 afferma che l'intelligenza emotiva può essere almeno altrettanto importante il consente intellettivo nel determinare le nostre opportunità di vita. L'intelligenza emotiva si riferisce all'uso delle persone fanno delle proprie emozioni e consiste nella capacità di riconoscere le proprie e altrui emozioni, individuarne le manifestazioni e saperle gestire. A differenza di quanto avviene per il quoziente intellettivo, non si ritiene delle qualità dell' intelligenza emotiva siano ereditarie. Quanto più si possono insegnare ai bambini, tanto più essi sapranno fare uso delle proprie capacità intellettuali. Secondo Goleman, << le persone più brillanti possono incagliarsi nelle secche di passioni senza freni e impulsi burrascosi, individui con Qi elevato possono rivelarsi nocchieri spaventosamente incapaci nei flutti della loro vita privata>>. Le teorie dell'intelligenza emotiva sono divenuti popolari tra pedagogisti attraverso in concerto di “alfabetismo emotivo” chi suggerisce esistenza di un'abilità che passerà insegnata per sviluppare la capacità di resistere, attraverso risorse emotive, a molteplici pressioni sociali. Nel momento in cui il concetto di intelligenza si allarga fino a comprendere sia il quoziente intellettivo,sia intelligenza emotiva e i fattori impersonali, l'istruzione scolastica può distogliersi in parte dalla preparazione al lavoro, per cercare invece di produrre individui più completi che possiede un'ampia gamma di abilità sociali e di competenze utili per la vita quotidiana. L'istruzione i programmi scolastici formali sono stati allungo differenti, nelle società sviluppate, secondo genere. Oggi il contenuto nei programmi scolastici della scuola secondaria non fa più alcuna distinzione sistematica tra maschi e femmine.Ciò nonostante, nelle scuole le differenze di genere perdurano in una serie di altri ambiti, come le aspettative degli insegnanti e altri aspetti del programma occulto. Le differenze di genere nell'istruzione sono evidenti se consideriamo la scelta del ramo di studi. L'idea di certe materie siano più adatti ai ragazzi oppure alle ragazze è assai diffusa. È più facile che le ragazze siano Incoraggiate a optare per materie di minor prestigio accademico, e non c'è dubbio che vi siano nette differenze nelle discipline che esse scelgono. Oggi i risultati educativi delle ragazze in molti paesi del mondo superano a ogni livello quelli maschili. L'impreparazione maschile oggi è uno dei principali argomenti di conversazione tra pedagogisti e amministratori scolastici . Il problema appare legato a più ampio questioni sociali come la delinquenza, la disoccupazione, la droga. Presi insieme dai fattori hanno prodotto quella che è stata definita “crisi della maschilità”. I ragazzi che abbandonano presto gli studi, che riportano voti scadenti hanno maggiori difficoltà a trovare un buon lavoro e a creare famiglie stabili, dato che nelle economie post industriali del mondo sviluppato per i giovani maschi privi di buone basi scolastiche e senza titoli di studio è disponibile un numero decrescente di occupazione manuali non qualificate. Occorre tuttavia notare che, sebbene aumenti il numero delle donne lavoratrici, i posti di lavoro da essere ricoperti non prevede necessariamente un percorso di carriera ben remunerato. Perché oggi i ragazzi se la cavano meno bene delle ragazze negli studi? Non esiste un'unica teoria che riscuota il consenso generale E anzi se cercato in vari modi di spiegare la vistosa inversione di tendenza nella performance scolastica. - Un primo fattore che deve essere preso in considerazione è influenza del Movimento femminile sulla crescita dell'autostima e delle aspettative femminili. 90 - Un secondo fattore è la Maggiore consapevolezza della discriminazione di genere all'interno del sistema educativo. Alcune teorie si fondano, sulla differenza di approccio allo studio tra ragazzi e ragazze. si è spesso affermato che le ragazzine sono più motivati e maturano più precocemente dei ragazzi.Ciao sarebbe dimostrato anche dal fatto che essi tendono a stabilire tra loro rapporti basati sulla comunicazione verbale, mentre i ragazzi socializzano maggiormente sul piano delle attività pratiche e tendono a essere più vivaci in aula. In una società moderna gli individui devono possedere alcune capacità di base, unite a una conoscenza generale del proprio ambiente fisico, sociale ed economico. E’ inoltre importante che sappiano come imparare, in modo da poter acquisire informazioni nuove e più specialistiche. La diffusione delle tecnologie informatiche sta influenzando l'istruzione scolastica. L'economia della conoscenza richiede una forza lavoro che abbia familiarità con il computer ed è sempre più ovvio che l'istruzione svolgerà in questo un ruolo determinante. La diffusione di massa di libri, di giornali e di altri testi a stampa caratterizzato l'avvento della società moderna quanto le macchine e le fabbriche. Istruzione si è sviluppata per fornire le competenze che davano accesso al mondo dei media stampa. Niente caratterizzata le scuole più dei libri di testo. Negli ultimi anni l'impiego della tecnologia nell'istruzione si è radicalmente trasformato. Nella maggior parte dei paesi sviluppati i sistemi educativi sono stati modernizzati e compiuterizzati. Alcuni osservatori parlano oggi di una rivoluzione in corso nelle aule scolastiche. Esse permettono ai ragazzi di lavorare indipendentemente, di fare ricerche con l'aiuto di risorse on-line, di utilizzare programmi educativi che consentono loro di progredire a ritmo individualmente più appropriato. Benché numero di studenti che usano regolarmente il computer sia in crescita, il quadro rimane abbastanza frammentario anche nei paesi relativamente ricchi. La globalizzazione è il progresso tecnologico hanno anche creato un mercato globale dell'Istruzione superiore. La dimensione internazionale è sempre stata presente nell'università ma oggi stanno emergendo opportunità radicalmente nuove di collaborazione tra studenti, docenti e istituzioni educative disseminate in tutto il mondo. Attraverso l'apprendimento via internet e le università telematiche aumenta la possibilità di accesso su scala globale all'istruzione e titolo universitario. Credenziali, diplomi e lauree possono essere acquisiti al di fuori delle aule e delle strutture educative tradizionali. Nel mercato globale dell'Istruzione stanno entrando rapidamente istituzioni e imprese operanti su base economica. Le stesse università tradizionali si muovono verso la trasformazione università telematiche e attraverso consorzi universitari , condividono risorse accademiche, infrastrutture di ricerca, personale docente. Molti vedono nella politica qualcosa di estraneo o di scarso interesse, probabilmente tutte e due le cose insieme 91 Capitolo 13 La devianza può essere definita come una non conformità a una norma o complesso di norme accettate da un numero significativo di individuo all'interno di una collettività punto mi sono società può essere facilmente suddivisa tra coloro che si attengono alle norme e coloro che non le rispettano. la maggior parte delle persone Osserva le norme sociali in quanto il processo di socializzazione le abitua a farlo . Tutte le norme sociali sono accompagnati da sanzioni che promuovono il conformismo e proteggono dal non conformismo. Una sanzione è una qualsiasi reazione a comportamento di un individuo o di un gruppo volti ad assicurare l'osservanza di una mandata norma. Le sanzioni possono essere positive o negative: - sono positive se ricompensano chi rispetta la norma. - sono negative se puniscono chi non la rispetta. La modalità di applicazione può essere formale o informale. - informale→ Sono reazioni più spontanee e meno organizzate. - formali→ sono quelle applicate da uno specifico organismo ostruzione per garantire l'osservanza di un dato insieme di norme. Nelle società moderne dei principali sanzioni formali sono quelle importate da tribunali o prigioni. Devianza e criminalità non sono sinonimi, anche se In molti casi possono coincidere. Rispetto alla criminalità , il concetto di devianza sta più ampio. Molte forme di devianza non sono sanzionate dalla legge. Gli studi sulla devianza possono aver come oggetto fenomeni eterogenei come il naturalismo, la cultura rave degli anni 90 o gli stili di vita dei gruppi new age. Nello studio della criminalità e della devianza sono dunque implicate 2 discipline correlate ma distinte: 1. La criminologia può essere definito come lo studio scientifico della criminalità, più precisamente è lo studio della criminalità, di tentativi di controllarla e degli atteggiamenti a riguardo. 2. La Sociologia della devianza, Indaga su manifestazioni di non conformità che possono esulare dall'ambiente penale.La sociologia della devianza cercano di comprendere anzitutto perché certe manifestazioni sono genialmente considerate devianti e come vengono abitualmente applicati i concetti di devianza e normalità. Nella Sociologia della devianza nessuna teoria si è Imposta come dominanti e rimangono a tutt'oggi utili e rilevanti diverse prospettive teoriche. le più influenti sono quattro: 1. teoria funzionalista→ che considerano devianze la criminalità come risultato delle tensioni strutturali e della carenza di regolazione morale all'interno della società. Con queste teorie ha introdotto il concetto di anomia che durckheim usa per descrivere l'indebolimento delle norme tradizionali Nelle società moderne. L’ anomia insorge quando non esistono Chiari i punti di riferimento che guidano il comportamento di una determinata area della vita sociale punto in questi casi le persone possono sentirsi in preda al disorientamento e all'ansia punto per turckheim la devianza è un fatto sociale inevitabile, perché nessuna società può raggiungere un consenso totale sui valori e sulle norme che devono governarla. Ma La devianza è anche necessaria alla società, in quanto svolge importanti funzioni: 94 sostenendo che non erano affidabili ma venivano impiegate dai mass media per fomentare paure individuare i capri espiatori nei giovani delle classi operaie e nei gruppi etnici minorati. Per i sostenitori di questo approccio, la criminologia deve impegnarsi maggiormente sui problemi concreti del controllo della criminalità e della politica sociale, anziché trattarla in astratto punto in particolare occorre interessarsi delle vittime e non solo degli autori dei reati. Diverse indagini mettono in evidenza che la criminalità è un problema parti veramente serio nelle aree urbane povere e degradate. I realisti di sinistra sottolineano che la frequenza dei reati sale nei quartieri emarginati e gruppi sociali più poveri rischiano maggiormente di essere vittime di reati rispetto a quelli più ricchi. 3. Teorie del controllo → Le teorie del controllo postulano che reato si verifica in conseguenza di uno squilibrio tra l'impulso dell'attività criminosa e il controllo sociale o fisico che ne è deterrente. Queste teorie si interessano relativamente poco alle motivazioni che portano l'individuo a commettere un reato, anzi vanno a supporre che certi atti devianti portino vantaggi concreti, qualora se ne presentasse l’occasione la maggior parte di noi li commetterebbe. Molti tipi di reato sono il risultato di “decisioni situazionali”, un'opportunità associata a una motivazione. Hirschi ha sostenuto che gli esseri umani sono essenzialmente egoisti e prendono decisioni calcolate A proposito degli atti criminosi, valutandone i potenziali rischi e benefici. lui Individua quattro tipi di vincoli che legano gli individui alla società e promuovono il comportamento rispettoso della legge: - attaccamento - impegno - coinvolgimento - convinzione Se sono sufficientemente forti, questi vincoli contribuiscono al mantenimento del controllo sociale e della conformità. In presenza di vincoli deboli possono emergere a devianza e la criminalità. L'approccio di Hirschi suggerisce che i delinquenti siano spesso individui con bassi livelli di autocontrollo, in conseguenza di una inadeguata socializzazione in famiglia o a scuola. La teoria di controllo di Hirschi Ci spinge a interrogarci non più sulle motivazioni di Chi commette reati, quanto su quei di coloro che non viola una legge. Talcott Parsons aveva già fornito una soluzione sociologica a questo interrogativo per sostenendo che gli individui sembrano perlopiù conformarsi spontaneamente, Nel senso che vogliono essere cittadini rispettosi della legge, in conseguenza della socializzazione subita e del desiderio di avere rapporti sociali. Tom Tylor ha dato sostanza a questo concetto realizzando una ricerca empirica sui cittadini statunitensi in cui chiedeva perché rispettassero la legge. Secondo Tyler i dispetto della legge è strettamente collegato alla moralità individuale e alla percezione della legittimità della legge. L'individuo valuterà ciascuna legge sulla base del proprio codice morale personale e rispettare quelle leggi che vi si accordano, ma non quelli in conflitto con esso. La ricerca di Tyler suggerisce che inasprire le pene detentive o mandare più giovani in carcere con i probabilità non avranno l'effetto di prevenire il crimine. Le autorità dovrebbero piuttosto garantire che le procedure usate nel sistema giudiziario penale siano corretti, alimentando Il rispetto della legge. Realismo di destra→ quella che viene percepita come un escalation della criminalità ed è dell'inversa veniva collegata alla degenerazione morale, al declino della responsabilità 95 individuale provocata dall'assistenzialismo e dall’educazione permissiva, alla disgregazione della famiglia nucleare e delle comunità, alla più generale erosione dei valori tradizionali. Per i realisti di destra la devianza è una questione individuale che coinvolge chi sceglie di adottare comportamenti distruttivi e sregolati. Il realismo di destra liquidava come privi di fondamento gli altri approcci teorici, in particolare quelli che ricollegano la delinquenza alla povertà e alle disuguaglianze di classe. A parte degli anni 80 si è iniziato sai la formula della “criminologia ambientale” → che ha ispirato una serie di politiche incentrate sulla modificazione nel contesto anziché sul recupero dei delinquenti. Elementi centrali della criminologia ambientale sono: - sorveglianza→ che comporta che le comunità si auto proteggano con Ronde di quartiere e prevede spesso installazione di sistemi di telecamere a circuito chiuso nei centri urbani è in spazi pubblici come deterrenti dell'attività criminale. - protezione del bersaglio→ che mira a rendere più sicuro l'obiettivo dell'attività criminosa. La criminologia ambientale e anche connessa la cosiddetta teoria della finestra rotta, secondo cui bastano piccoli segni di disordine sociale, anche solo la comparsa di una finestra rotta, ispirare condotti delinquenziali più seri. Una finestra rotta non riparata segnala che nessuno se ne cura, per cui la rottura di altre finestre è una risposta criminale razionale adeguata alla situazione, innescano la spirale di reati e di degrado sociale. I reati femminili si verificano in contesti diversi rispetto a quelli maschili e la giustizia penale è influenzata da pregiudizi sessisti sui ruoli maschili e femminili (differenza di forza fisica, passività, preoccupazione per la riproduzione) Le donne: - hanno un'inclinazione naturale l'inganno e sono molto abili nel nascondere i loro reati per ragioni biologiche. - sono trattate con maggiore clemenza; è possibile che i poliziotti considerino le donne delinquenti meno pericolosi rispetto agli uomini - quelle anziane sono trattate meno duramente degli uomini anziani - quelle di colore ricevono dalla polizia un trattamento peggiore rispetto alle bianche - secondo il contratto di genere sono esseri da un lato umorale e impulsivo, dall'altro bisognoso di protezione, dunque polizia e tribunali non punirebbero le donne per comportamenti che sarebbero considerati inaccettabili per gli uomini L’aggressività e la violenza maschili sono considerati fenomeni normali, la spiegazione dei delitti commessi dalle donne viene ricercata in squilibri psicologici. 96 I reati contro le donne Esistono categorie di reati in cui gli uomini sono prevalentemente aggressori e le donne vittime: - violenza domestica - molestie sessuali - abusi sessuali - stupro I reati contro gli omosessuali Gli omosessuali sono visti come persone che si meritano le violenze di cui sono oggetto: - molestie - violenze I reati dei colletti bianchi L'espressione reati dei colletti bianchi si riferisce alle azioni criminose commesse da coloro che appartengono ai settori più benestanti della società. La definizione copre molti tipi di reati, tra cui le frodi fiscali, le vendite illegali, le truffe assicurative e immobiliari, appropriazione indebite, produzione e commercializzazione di merci pericolose. I reati aziendali L'espressione reati aziendali denota i reati commessi dalle imprese in particolare da quelle di grandi dimensioni tra cui l'inquinamento, l’etichettatura mendace di prodotti, le violazioni delle norme di sicurezza ed igiene. Sono stati classificati sei tipi di reati riferibili alle grandi imprese: - amministrativi (irregolarità o non conformità di documenti) - ambientali (inquinamento, assenza di autorizzazioni) - finanziari (evasione fiscale, pagamenti illegali) - occupazionali (condizioni di lavoro o procedure di assunzione irregolari) - produttivi (pericolosità dei prodotti)