Scarica Sociologia Generale Riassunto e più Appunti in PDF di Sociologia solo su Docsity! SOCIOLOGIA GENERALE MODULO 1: CHE COSA STUDIA LA SOCIOLOGIA: La sociologia è la scienza che studia la società. Il termine scienza indica un modo particolare di produrre coscienza. Le affermazioni controllabili sono il processo che definisce le affermazioni, in relazione al fenomeno studiato, che deve essere ripercorribile e replicabile, quindi pubblico. Le affermazioni giustificabili sono le affermazioni dello scienziato che devono essere inserite in un sistema di conoscenze che stabiliscono come si produce quanto è affermato date da certe condizioni specifiche. La controllabilità e la giustificabilità delle affermazioni sono due criteri che si completano reciprocamente, ma in nessuno dei due casi si può parlare di conoscenza scientifica. La scienza è un attività che utilizza procedure trasparenti, controllabili e ripetibili, è quindi un attività che utilizza un metodo. Il metodo si divide in: - Una procedura, un’insieme ordinato di azioni e di fasi che lo scienziato deve eseguire in relazione allo scopo prefissato; - Un insieme di regole, di norme e raccomandazioni che regolano ognuna delle azioni e delle fasi che compongono la procedura. Il metodo è quindi: un’insieme ordinato di azioni e un insieme di norme che regolano le azioni. Quando si usa il termine società si fa invece riferimento: - Alle relazioni tra i membri di una collettività e ai fenomeni sociali - A una dimensione non riducibile ai singoli individui ne alla somma dei singoli individui - A strutture di interesse collettivo che spaziano dall’organizzazione politico-amministrativa - Alla capacità di condividere una cultura che promuove modelli di comportamento. LA SOCIOLOGIA E IL SAPERE SOCIOLOGICO COMUNE: Essere parte della società nella quale viviamo e aver sviluppato idee e un sapere relativo ad essa, indica che abbiamo accumulato un sapere sociologico comune, in quanto membri di una collettività specifica, abbiamo sedimentato una conoscenza relativa a rapporti sociali, familiari, lavorativi, politici, economici e dei valori. Tuttavia, questo sapere sociologico presenta dei limiti legati alla nostra esperienza diretta, che per quanto vasta, è comunque circoscritta. Il sapere sociologico comune è un sapere quindi limitato, in quanto: - È legato al presente - È circorscitto allo spazio sociale degli individui - È influenzabile e deformabile dl sentito dire. QUANDO E PERCHÉ NASCE LA SOCIOLOGIA: Nasce nel 18 secolo ma si afferma tra il 19 e il 20 secolo. Si parla di tre rivoluzioni, quali la rivoluzione scientifica, industriale e francese. Queste scardinarono gli assetti sociali della società feudale e definirono i tratti della società moderna, ponendo in primo piano la questione del mutamento. Il passaggio dalla società feudale a quella moderna è quindi data dal mutamento. La sociologia nasce per rispondere agli interrogativi posti dalla trasformazione che le società umane hanno subito dalla rivoluzione neolitica in poi, cioè da quando gli umani hanno iniziato a praticare l’agricoltura. Tuttavia in ogni società umana è diversa la percezione del mutamento perché è diversa la sua velocità. Le trasformazioni che portano alla società moderna sono state: - la velocità, i processi del cambiamento hanno assunto un’accelerazione mai registrata precedentemente - l’estensione, il mutamento ha interessato tutti gli ambiti della vita sociale - Le conseguenze, le trasformazioni sono iniziate nelle società europee per poi coinvolgere altre aree oltre i confini occidentali. LA RIVOLUZIONE SCIENTIFICA, UNA RIVOLUZIONE CULTURALE: La rivoluzione scientifica è avviata nel 18 secolo, fino a quel momento la conoscenza era ritenuta accettabile solo attraverso riflessioni filosofiche e religiose. Questo approccio alla conoscenza ha messo in discussione l’autorità della chiesa sulla conoscenza della realtà, rivelando i limiti della conoscenza del mondo naturale. L’illuminismo francese ha caratterizzato il 18 secolo, attraverso il pensiero di Montesquieu, Voltaire, Diderot, D’Alambert e Rosseau, Gli illuministi francesi sostengono l’affermazione della ragione umana come strumento indispensabile per capire l’uomo e la realtà che li circonda. La religione è il fondamento della conoscenza umana e quindi la pretesa autoritaria della tradizione e della chiesa viene deleggitimata. Montesquieu “non stabilisce, metafisicamente, i principi in base ai quali gli uomini dovrebbero vivere: osserva come vivono di fatto e constata la relatività delle leggi cosi come delle abitudini”, questo è alla base del pensiero sociologico. L’empirismo inglese, è più scettico del francese nel ritenere la ragione capace di comprendere tutta la realtà ma condivide con esso la convinzione per cui la conoscenza si fonda sull’osservazione. Adam Ferguson afferma che le istituzioni sociali sono il risultato di azione degli uomini, ma non sono riconducibili al disegno di nessun individuo in particolare e sono il risultato delle interazioni che si stabiliscono tra tutti gli uomini. Adam Smith invece sostiene che la ricchezza di una nazione dipende dalla sua capacità di produrre, ed essa dipende dal livello di divisione del lavoro che è stato conseguito. Questo avviene grazie al mercato, ossia l’istituzione sociale che regola i processi attraverso il meccanismo domanda/offerta e la conseguente definizione dei prezzi. LA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE, UNA RIVOLUZIONE ECONOMICA: Con la definizione di rivoluzione industriale ci si riferisce al nuovo modo di produrre, ossia il capitalismo industriale. Esso è capitalistico nella misura in cui è un sistema che si fonda sul possesso privato dei mezzi di produzione. Un sistema economico è industriale quando si usano dei macchinari all’interno di strutture o fabbriche che ospitano tutti i lavoratori impiegati. Il capitalismo industriale moderno è un sistema economico che, come ricordato da Bagnasco, Barbagli e Cavalli, ha le seguenti caratteristiche: - L’orientamento delle mete dei capitalisti è verso l’accumulazione del profitto come fine in sé e il suo reinvestimento nell’ambito dell’impresa - Il capitalismo è un’economia di scambio ed un’economia monetaria - Sul mercato non si scambiano solo merci, ma anche prestazioni lavorative tra una classe capitalista e una proletaria. - L’organizzazione delle produzione e la gestione d’impresa sono improntata criteri di razionalità economica. L’agricoltura feudale era di tipo estensivo, a basso livello di produttività dove le innovazioni erano scarse, dove i contadini non avevano interessi a introdurre innovazioni per migliorare la produzione, poiché innovarsi, significava dare benefici solo al proprietario fondiario. Grazie alle trasformazioni delle attività mercantili, si afferma il sistema di lavoro a domicilio (putting out system), che di fatto introduce il capitale mercantile nelle attività industriali e rappresenta un momento di transizione all’impresa capitalistica. Le trasformazioni dell’artigianato nel sistema feudale era l’esercizio di un mestiere o di un’arte regolato dall’appartenenza alle corporazioni, che erano improntate al divieto di concorrenza in qualunque forma. LA RIVOLUZIONE FRANCESE, UNA RIVOLUZIONE POLITICA: La forma dello stato moderno assoluto, si afferma attraverso processi di unificazione, pianificazione e costituzione di alcuni monopoli, come: - Il monopolio fiscale, che consiste nella definizione di norme che regolano l’agire di coloro cui è affidato il compito di riscuotere le imposte - Il monopolio militare, che consiste nell’affermarsi del diritto esclusivo di usare la forza e di creare quindi grandi eserciti per difendere il territorio e per espandersi 5) L’interpretazione dei dati fase in cui il ricercatore formula le risposte alle domande originate dal problema d’indagine. Le tecniche di ricerca quantitative sono usate nell’ambito di un approccio neopositivista, basate su una matematizzazione delle informazioni e forniscono dati espressi in un linguaggio statistico. Le tecniche di ricerca qualitative sono usate in ambito del paradigma interpretativista, basate sull’utilizzo del linguaggio naturale e del linguaggio naturale e oggettivo per analizzare e descrivere il mondo sociale. TECNICHE QUANTITATIVE PER LA RILEVAZIONE DEI DATI: L’inchiesta campionaria serve ad indagare un fenomeno sociale che e abbiamo sostanzialmente due modi per raccogliere le informazioni: l’osservazione che è il modo più diretto per indagare comportamenti manifesti e l’interrogazione che è l’unico modo che abbiamo per indagare le motivazioni, gli atteggiamenti, le credenze e le aspettative. L’inchiesta campionaria consiste in: Interrogando, Gli stessi individui di una ricerca, Appartenenti a un campione rappresentativo, Mediante una procedura standardizzata di interrogazione, Allo scopo di studiare le relazioni esistenti tra le variabili. Le diverse fasi di questa tecnica sono: - Formulazione delle domande - Le domande vengono rivolte direttamente a coloro che sono oggetto di indagine - Si procede all’estrazione di un campione di individui sul quale raccogliere le informazioni che ci interessano - L’interrogazione dei soggetti del nostro studio deve avvenire con una procedura standardizzata - Lo studio della relazione tra variabili. Le fonti statistiche ufficiali, sono raccolte di dati che vengono rilevati dall’amministrazione pubblica. TECNICHE QUALITATIVE PER LA RILEVAZIONE DEI DATI: Le tecniche qualitative utilizzate sono: osservare, interrogare e leggere. Osservazione: grazie ad essa il ricercatore studia un determinato fenomeno sociale in primo luogo immergendosi personalmente in esso, cosi da viverlo dal di dentro e esserne in grado di darle una diretta descrizione. Come rileva Berg, la fase iniziale della ricerca contempla quattro obiettivi per il ricercatore: 1) Comprendere e conoscere il contesto osservativo facendo un sopralluogo per avere un’idea di come è strutturata la situazione per indagare 2) Sviluppare relazioni con le persone osservate individuando persone di riferimento allo socpo di affidare loro una funzione guida 3) Seguire una pista, osservare, ascoltare e fare domande è la fase in cui letteralmente si pedina la guida nella sua vita quotidiana 4) Identificare sottogruppi e personaggi centrali nella vita dei gruppi. Intervista: il ricercatore coglie i comportamenti e le motivazioni all’agire attraverso la descrizione che ne danno gli stessi soggetti. Le interviste si dividono in diversi tipi: - L’intervista strutturata, il ricercatore pone a tutti gli intervistati le stesse domande con la stessa formulazione e nella stessa sequenza - L’intervista semistrutturata, il ricercatore ha a disposizione una traccia con gli argomenti che intende affrontare con gli intervistati e valuta di volta in volta l’ordine degli argomenti e il modo di formulare domande - L’intervista non strutturata, è quella in cui non ci sono ne domande con forma e contenuto prestabilito, ne solo il contenuto prestabilito. MODULO 3 L’AZIONE SOCIALE: La società è costituita da individui che agiscono influenzandosi reciprocamente, interagiscono tra loro e stabiliscono delle relazioni. Quando si riflette l’analisi sociologica su un solo attore sociale si parla di azione sociale. Per Weber agire significa non soltanto fare ma anche tralasciare o subire. Gli aspetti fondamentali dell’agire sociale sono che: - L’agire è intenzionato, è motivato da chi agisce attribuendo un significato alle proprie azioni - L’agire è orientato, ossia l’attore sociale agisce orientando il proprio comportamento tendendo conto di quello altrui. Analizzando il significato che l’attore sociale attribuisce al proprio comportamento, Weber costruisce quattro tipi ideali di azione. 1) L’azione razionale rispetto allo scopo, ossia l’azione di chi confronta diversi scopi possibili, considera gli scopi tenendo conto delle conseguenze che potrebbero prodursi 2) L’azione razionale rispetto al valore, è l’azione di chi vuole affermare un credo, indipendentemente dalle conseguenze che potrebbero verificarsi 3) L’azione determinata affettivamente, è l’azione di chi manifesta emozioni, bisogni e azioni che esprimono un sentire, come la gioia e la vendetta 4) L’azione tradizionale, è l’azione di chi agisce seguendo abitudini acquisite, abitudinarie senza che si chieda se ci siano altre strade possibili. LA RELAZIONE SOCIALE, L’INTERAZIONE SOCIALE E LE TEORIE DELL’INTERAZIONE: La relazione sociale è ciò che intercorre tra duo o più individui che orientano reciprocamente le loro azioni. Le relazioni sociali sono dipendenti da alcuni fattori come: - Il tempo, dove le relazioni possono essere stabili e profonde, come ad esempio le relazioni familiari - La qualità, dove le relazioni possono essere cooperative o conflittuali. L’interazione sociale è il processo di azione-reazione che intercorre tra due o più individui che sono in relazione tra loro. La teoria dello scambio di Homans, sostiene che le interazioni sociali possono essere viste come un insieme di scambi che si fondano sulla valutazione tra costi e benefici. La teoria dell’interazionismo simbolico, è ispirata da Mead e sviluppata da Blumer. Secondo questa teoria le persone non agiscono mettendo in atto una serie di reazioni automatiche a ricompense o punizioni, infatti gli attori sociali agiscono reagendo alle loro intenzioni, ossia gli individui per poter reagire devono interpretare le azioni le intenzioni degli altri sulla base della propria esperienza. Mead distingue tra il gesto non significativo e il gesto significativo: - il gesto significativo è quello che nasce da una risposta automatica tra stimolo-risposta - Il gesto non significativo è quello che nasce dall’interpretazione delle intenzioni dell’altro. TEORIE DELL’INTERAZIONE: L’etnometodologia di Garfinkel, è lo studio degli etnometodi, ossia lo studio dei modi con i quali gli individui collocati all’interno di contesti culturali di volta in volta differenti, danno senso alla propria esperienza. Quindi l’etnometodologia studia le norme che regolano le interazioni quotidiane tra le persone, possa lo studio della conoscenza di senso comune che regola le nostre interazioni della quale siamo raramente consapevoli. IL MODELLO DRAMMATURGICO di E.Goffman studia le interazioni sociali usando la metafora del teatro, per cui la vita è paragonata a una rappresentazione teatrale. Una caratteristica importante delle interazioni sociali è costituito dal controllo o gestione delle impressioni, dove gli individui sono sempre intenti a fare una “buona impressione” sugli altri. Secondo Goffman la vita sociale si divide in: - Ribalta comprende le situazioni nelle quali gli individui agiscono mettendo in scena ruoli formali e codificati - Retroscena comprende le situazioni sociali nelle quali le persone preparano l’interazione che verrà I GRUPPI E LE PROPRIETÀ RELATIVE ALLE DIMENSIONI: Un’insieme di individui alla fermata dell’autobus non costituisce un gruppo sociale, un esempio di gruppo sociale può essere l’insieme di giocatori di una squadra. Come rilevato da Smelser, le caratteristiche generali dei gruppi sono: 1) La prima caratteristiche dei gruppi sociali è l’interazione strutturata da modelli, da schemi tipici che sono seguiti dagli appartenenti al gruppo nei confronti degli altri membri 2) La seconda caratteristica è il senso di appartenenza che si sviluppa tra i membri, con sentimento di lealtà e partecipazione attiva al gruppo 3) La terza caratteristica è l’identità del gruppo, ossia le persone vengono riconosciute come appartenenti al gruppo sia dagli altri membri del gruppo sia dagli estranei. Le proprietà relativa alle dimensioni sono quelle che più incidono sulle caratteristiche dei gruppi, perché a seconda delle dimensioni cambia la modalità dell’interazione: - In un gruppo costituito da numero limitato di persone, prevale l’interazione diretta, quella faccia a faccia - In un gruppo in cui aumenta via via il numero di persone, coesiste anche l’interazione indiretta, ad esempio dentro un azienda, si parlerà sia faccia a faccia ma anche con metodi stabiliti dal protocollo aziendale, come e-mail, ordini e scritti. La modalità commutativa cambia in base alle interazioni sopra citate dal gruppo, infatti: - L’interazione diretta necessita di presenza fisica delle persone, quindi la comunicazione interpersonale faccia a faccia, comprende il linguaggio sia verbale che non verbale - L’interazione indiretta invece prevede un linguaggio verbale benché mediante l’utilizzo di mezzi di comunicazione che non rientrano nel faccia a faccia. Nei gruppi composti da tre persone (triade) cambiano le interazioni degli individui in base al ruolo che può assumere il terzo membro del gruppo: - Il mediatore neutrale, colui che difronte a una divergenza media tra le due posizioni per ricomporre la disputa - L’opportunista, è colui che di fronte a una divergenza ne approfitta per i propri scopi - Il tattico, rappresentato dal divide et impera, è colui che produce e alimenta una divergenza tra gli altri due membri per raggiungere i propri scopi. I GRUPPI E LE PRIORITÀ RELATIVE ALLA STRUTTURA: Lo status è la posizione che una persona occupa all’interno della società. Ogni persona occupa più di una posizione: un uomo può essere contemporaneamente un operaio, un marito, un padre, un amico, un fratello, un figlio e cosi via. Gli status si distinguono in ascritti e acquisiti: - Gli status ascritti, sono quelli assegnati in base alla nascita, come l’appartenenza etnica, il genere o il luogo di nascita - Gli status acquisiti, sono quelli conseguiti attraverso una prestazione in base alle condizioni che si possono determinate nel corso della vita, come lo status da pilota si acquisisce con il conseguimento di un brevetto. Il ruolo è l’insieme dei comportamenti che ci si aspetta da una persona che occupa una certa posizione, è l’insieme delle aspettative che ricadono su una persona di un certo livello. Ogni status comprende diversi ruoli e l’insieme dei ruoli associati a un determinato status è definito complesso di ruoli. I ruoli possono quindi essere: - Formali, sono quelli che costituiscono la struttura sociale e sono regolati da norme sociali codificate, ad esempio il genitore, il coniuge, il sacerdote, l’imprenditore, l’avvocato, l’operaio e cosi via - Informale, quelli che emergono nei processi di interazione ad esempio colui che anima le feste, il capro espiatorio e il pagliaccio. Tra i processi formali possiamo ulteriormente distinguere: Il ruolo specifico, che comprende un’insieme di comportamenti limitati e precisati (es. la segretaria) e il ruolo diffuso, che comprende un insieme di comportamenti ampi e meno definiti (es. il ruolo di genitore). Considerando il discorso fatto finora ed in base ai caratteri tipici delle relazioni possiamo ora distinguere i gruppi: - Gruppi primari: ossia quelli che hanno piccole dimensioni, in cui prevalgono ruoli diffusi e dove le relazioni sono personalizzate ed affettive (come la famiglia) - Gruppi secondari: ossia quelli di grandi dimensioni dove prevalgono ruoli specifici (come nei gruppi di lavoro) - Gruppi formali: sono quelli basati su uno statuto, un regolamento esplicitato in vista degli scopo che il gruppo deve raggiungere - Gruppi informali: sono quelli che nascono spontaneamente senza che siano state fissate regole precise per il suo funzionamento (come nei gruppi di amici). L’appartenenza ai gruppi sociali è fondamentale per gli esseri umani, che svolgono diverse funzioni come: - La controcultura: è una subcultura che rifiuta la cultura dominante e che propone valori, norme e stili di vita che si contrappongono a quello dominante - Cultura di massa: Strinati scrisse che la cultura di massa è “la cultura popolare che è prodotta dalle tecniche industriali della produzione di massa e che è venduta al fine di ottenere un profitto al pubblico di massa dei consumatori” - Cultura alta: o definita d’elite, incarna nell’arte ed appartiene a ceti intellettuali - Cultura popolare: anche definita folk, incarna nelle tradizioni locali e della vita quotidiana. In sociologia culturale si affronta anche l’argomento della generazione, con il quale si individuano diversi gruppi di età e li si collocano in un tempo storico, per indagare il ruolo svolto da quell’esperienza nella formazione dei valori. La generazione non è un dato biologico e non è solo un dato anagrafico, ma è sostituita dalla generazione come un’unità temporale storicamente costruita. La collocazione di generazione indica la condizione di coloro che hanno vissuto un certo periodo storico che favorisce certi modi di pensare, agire, escludendone altri. Il legame di generazione è invece l’unione tra persone che condividono la stessa collocazione in quanto partecipano consapevolmente ai processi storico-sociali della loro epoca. All’interno di un legame di generazione, possono nasce diverse unità di generazione, nel senso che ogni unità costituisce un gruppo i cui membri hanno reagito in modo unitario ed hanno elaborato in modo comune le stesse esperienze. APPARTENENZA, CULTURA E IDENTITÀ: L’appartenenza ad una cultura che condivide un esperienza storica possono far si che si creino variazioni di valori e credenze all’interno della stessa società. L’appartenenza ad un gruppo è in stretto rapporto con la questione relativa all’identità. Nelle scienze sociali l’identità personale non è considerata come qualcosa che emerge a seguito di un atto di introspezione e non coincide con la personalità che è un’aspetto individuale. - L’identificazione è usata per individuare l’uguaglianza con gli altri, ciò che ci rende uguali agli altri - L’individuazione è usata per evidenziare la differenza dagli altri, ciò che ci distingue e ci definisce persone uniche. L’identità culturale è usata per descrivere le diversità che nascono non dal genere o da altri aspetti ascritti, ma dal sentimento di un'origine comune che occupa un determinato territorio e condivide la stessa lingua. Le società che registrano al proprio interno le diversità etnoculturali sono dette società multiculturali o multietniche. ETNIA E RAZZA: L’etnia indica una comunità caratterizzata da una tradizione culturale condivisa che proviene da un’origine e una patria comune. La razza si riferisce ad un insieme di persone che hanno caratteristiche fisiche comuni come il colore della pelle, è quindi un dato biologico. Il gruppo maggioritario è composto da persone di potere e di privilegi sia culturali che fisiche, mentre il gruppo minoritario è quello che ha meno accesso al potere e più svantaggi a causa di caratteristiche fisiche e culutrali. I pregiudizi sono atteggiamenti e credenze negativi nei confronti di qualcuno, che si basano su stereotipi esagerati o distorti (come ad es. i neri hanno la musica nel sangue). L’etnocentrismo è la pratica di valutare una cultura diversa sulla base di criteri, standard e schemi della propria cultura che è considerata superiore. La xenofobia è il timore e l’odio rivolto a stranieri e persone appartenenti a culture diverse e che all’estremo può degenerare in genocidio. La discriminazione è il trattamento diverso riservato a persone senza una giustificazione. INTERAZIONE TRA GRUPPI MAGGIORITARI E MINORITARI: Il pluralismo è il modello di interazione dove gruppi etnici o razziali diversi, convivono in parità di condizioni e riconoscimento sociale. L’ibridazione è il modello di interazione che comporta una fusione del gruppo maggioritario con quello minoritario, creando cosi un nuovo gruppo. L’assimilazione è il processo dove un gruppo minoritario assume la cultura di uno maggioritario facendola diventare propria. La segregazione mantiene fisicamente e socialmente i due gruppi divisi ove il maggioritario ha più potere. Il genocidio è il tentativo da parte di un gruppo maggioritario di eliminare in modo sistematico un gruppo minoritario definito tale per la razza, etnia, religione e nazionalità. Il ritiro consiste nell’allontanamento volontario fisico di fronte a oppressione e segregazione, es la migrazione di molti ebrei durante il nazismo. L’integrazione è l’adattamento alla cultura del gruppo maggioritario. L’adozione di un codice alternativo è una messa in atto del minoritario di autorappresentarsi pubblicamente seguendo le aspettative culturali del maggioritario e mantenendo nel privato la propria reale identità culturale. La resistenza consiste nel reagire attivamente contro la discriminazione messa in atto dal gruppo maggioritario. MODULO 5 I PROCESSI DI SOCIALIZZAZIONE: La socializzazione è il processo attraverso il quale si diventa membri della società e quindi il processo attraverso il quale la società trasmette il proprio patrimonio culturale da una generazione all’altra. Il processo di socializzazione è caratterizzato da apprendimento e interiorizzazione dei valori che permettono di percepire la realtà come dotata di significato e di adattamento alle strutture e relazioni in cui l’uomo viene a trovarsi nel corso dell’infanzia e poi in tutte le fasi della vita durante le quali acquisisce le risorse cognitive. Il processo di socializzazione non è un processo univoco/omogeneo per tutti gli individui, ma è in relazione alle diverse competenze che vengono apprese. La socializzazione primaria è quella che comporta l’acquisizione delle competenze base che servono per comunicare, usare il linguaggio e le esperienze. La socializzazione secondaria è quella in cui si acquisiscono competenze specialistiche per interpretare i diversi ruoli sociali che l’uomo eserciterà nel corso della vita. La socializzazione secondaria inizia all’età scolare e dura per tutto il resto della vita. La socializzazione infantile sviluppa: motivazioni, valori stabili, l’adesione acritica delle regole e l’obbedienza alle autorità, mentre nella socializzazione adulta si sviluppano: capacità specifiche, comportamenti modificabili, valutazione critica delle regole e conflitto di ruoli. LA SOCIALIZZAZIONE PRIMARIA: La teoria del Sé di Charles Cooley, ha il suo nucleo nell’idea che il sé deriva dall’<< io riflesso >>, ossi dal modo in cui interpretiamo i pensieri e i sentimenti degli altri nei nostri confronti. La teoria del Sé di Herbert Mead, ha il suo nucleo nell’idea che il sé si sviluppa in tre fasi, che conducono prima alla formazione dell’Io e del Me: - La fase dell’imitazione, quella in cui i bambini imitano il comportamento degli adulti senza esserne consapevoli - La fase del gioco libero, quella in cui i bambini iniziano ad apprendere i comportamenti come ruoli e ad interpretarli e assumerli - La fase del gioco organizzato, quella in cui il bambino impara ciò che gli altri si aspettano da lui, non solo le aspettative di una sola singola persone ma quelle di un interno gruppo. LA SOCIALIZZAZIONE SECONDARIA: Nella società moderna comprende una vasta gamma di ruoli, come quelli famigliari, amicali, professionali, sociali e politici. La composizione dell’insieme dei ruoli interpretati da un individuo, varia nel corso del tempo. La scuola è la prima istituzione, insieme alla famiglia, con cui l’individuo si confronta al di la dei contenuti specifici delle varie materie, entrando in una relazione di autorità rispetto alla quale deve acquisire i comportamenti adeguati. I mezzi di comunicazione di massa (fanno parte della socializzazione secondaria), sono indubbiamente un potente agente di socializzazione nella formazione di atteggiamenti e nuovi modelli di comportamento. Con il termine conflitti di socializzazione, si intendono le diverse esperienze di socializzazione che caratterizzano la vita di un individuo, che non sono ne coerenti ne armoniche tra loro. LA DEVIANZA: Gli scienziati sociali usano il termine devianza in modo del tutto avalutativo. Per la psicologia la devianza è ogni azione compiuta da una persona che nega un valore, viola una norma o è in contrasto con l’aspettativa della comunità. Nella devianza cognitiva sono considerati devianti coloro che hanno convinzioni diverse dalla maggioranza, come in convenzioni religiose. Vengono sostenute dagli scienziati sociali, delle concezioni relativistiche della devianza, in relazione a diversi aspetti: - Rispetto a diversi paesi, per cui una devianza in una collettività può essere considerato conforme all’interno di un altro e viceversa - Rispetto a diversi periodi storici, per cui in un paese in un certo periodo storico, un comportamento tuo essere considerato conforme e successivamente deviante - Rispetto a diverse situazioni, per cui una stessa azione all’interno di un contesto socioculturale è deviante all’interno di una situazione e non lo è rispetto ad un’altra - Rispetto al ruolo, per cui un comportamento è deviante o meno a seconda del ruolo di chi compie quello’azione. CONFORMITÀ DELLE NORME E CONTROLLO SOCIALE: In generale le norme sono prescrittive quando impongono di compiere certe azioni e proscrittive, quando vietano di compiere certe azioni, che sono distinte da norme diverse: - Norme d’uso, quelle delle “buone maniere” - Norme morali, quelle che impongono la fedeltà coniugale o di uscire vestiti, le cui sanzioni sono più severe di quelle d’uso - Norme giuridiche, come quelle che riguardano rapporti tra privati, tra cittadini e stato, le cui sanzioni sono di tipo formale. L’insieme dei metodi usati per far rispettare le norme è detto controllo sociale e si realizza attraverso un processo interno (che riguarda un processo di socializzazione) e un processo esterno (dato dall’uso di ricompense che servono a far aderire alle norme sociali e di punizioni che scoraggiano i comportamenti devianti). Quindi si possono avere quattro tipi di reazioni sociali: - Ricompense formali, come ad esempio alti voti a scuola, promozione sul lavoro o la medaglia al valore - Punizioni formali, come la bocciatura a scuola o la prigione per chi commette un reato - Ricompense informali, come incoraggiare e lodare chi rispetta una norma - Punizioni informali, come disapprovare chi non rispetta una norma o isolare chi ha gravi malformazioni fisiche. LA STIGMATIZZAZIONE E REAZIONI ALLA STIGMATIZZAZIONE: È il processo sociale attraverso il quale un individuo viene definito e considerato deviante. Nella prima fase di etichettamento, troviamo le differenze tra le persone che vengono scelte ed etichettate. Nella seconda fase di stereopatizzazione, al tratto etichettato viene collegato uno stereotipo negativo. Nella terza fase di separazione, il tratto stigmatizzato e stereotipato giustifica la separazione in termini di “noi” e “loro”. La quarta fase la discriminazione, inizia quando la persona perde il suo status, viene degradato e quindi discriminato. La persona stigmatizzata può reagire a queste fasi in diversi modi: Nascondendo le sue azioni. Usare tecniche di neutralizzazione ossia una azione capace di neutralizzare la definizione che gli viene attribuita. Creare una rete, ossia creare una comunicazione con persone che vivono la stessa condizione di stigmatizzato. Secondo il sociologo Durkheim, vi sono diverse funzioni di devianza all’interno della società: Il modello semiotico-culturale proposto da Eco e Fabbri nel 1978, afferma che un destinatario non riceve un messaggio singolo ma un insieme di pratiche testuali. Il modello semiotico-enunciazionale proposto da Manetti nel 1980, sostiene che sia l’emittente che il destinatario si facciano un’idea dell’altro “attraverso e nel testo”. MODELLO ENCODING-DECODING: Questo modello è proposto da Hall nel 1973 in ambito dei Cultural Studies, dove il pubblico ferisce un testo mediale mettendo in atto meccanismi differenziati di interpretazione. La lettura del testo potrà essere quindi di tre tipi: egemonica-dominante (nel caso in cui la lettura del pubblico coincide con quella proposta), negoziata (quando accanto alla lettura dominante il pubblico da interpretazioni autonome al testo tramite considerazioni) o oppositiva (quando leggendo la scrittura dominante, essa viene rifiutata ricontestualizzando il significato). IL PROCESSO E GLI ASPETTI DELLA COMUNICAZIONE FACCIA A FACCIA: Esso è e concerne che: - Una forma di interazione, ossia di relazione dove ognuno orienta la propria azione sulla base di comportamenti. - I partecipanti sono almeno e che prefigura l’esistenza di un contesto nel quale la comunicazione prende forma. - È dotato di un livello di intenzionalità nel condividere un significato. - È dotato di un livello di consapevolezza di trovarsi in una situazione comunicativa. - È un processo nel quale si costruisce un significato condiviso (e non lo si trasmette semplicemente). I partecipanti A e B di una comunicazione, hanno sempre uno status (posizione sociale) ed interpretano un ruolo (aspettative che ricadono su di esso). Lo scambio comunicativo avviene sulla base di motivazioni e scopi degli attori coinvolti all’interno di un contesto culturale che fornisce norme da seguire. Gli attori hanno una loro identità che è il prodotto delle loro esperienze sia soggettive che sociali compiute nel corso della vita. La determinante sociale è evidente poiché nella maggior parte vi è un’asimmetria tra i partner della comunicazione, per cui uno dei due ha più potere (economico, di status) dell’altro. Un messaggio è un sistema di segni di uno o più generi in relazione e responsabili del significato tra loro. Con il linguaggio verbale, è facile mentire mentre con quello non verbale è più difficile perché scaturisce direttamente da dentro di ognuno di noi. Il linguaggio non verbale è espresso in modo inconsapevole ed automatico e svolge diverse funzioni: - Funzione prosodica: quando fa da supporto al linguaggio verbale - Funzione espressiva: quando esprime la nostra partecipazione o meno all’ascolto - Funzione emotivo/affettiva: quando esprime lo stato d’animo emotivo di chi parla o ascolta - Funzione relazionale: quando definisce o conferma il tipo di relazione esistente tra gli interlocutori - Funzione metacomunicativa: quando informa i comunicanti riguardo a come si sta svolgendo o si dovrà svolgere la comunicazione. I componenti del sistema del linguaggio non verbale sono: - Sistema cinesico ossia il contatto degli occhi, la mimica facciale, i gesti, la postura e l’orientazione - Prossemica ossia la distanza interpersonale e la dislocazione nello spazio - Sistema paralinguistico ossia il tono del volume della voce, la frequenza, l’intensità, il ritmo e le pause - Aptica ossia le diverse forme di contatto fisico durante la comunicazione. LO STUDIO DEI MEDIA DI MASSA: Stampa, cinema e radio, diventano di massa e quindi diffusi nella grande maggioranza della popolazione, fanno emergere una specie di interrogativo che riguarda il tema del potere che erano in grado di esercitare sulle opinioni e sui comportamenti delle persone. La teoria delle spirale del silenzio, elaborata da Elisabeth Neumann, sostiene che i media sono capaci non solo di influenzare ma anche di creare l’opinione pubblica. Negli anni 70 fu sviluppata da Melvin DeFleur la teoria della dipendenza, dove la maggior parte dell’esperienza che gli individui possono avere dipende dai media. L’ipotesi dell’agenda-setting, è definita ipotesi e non teoria, perché raccoglie una serie di programmi di ricerca elaborati. L’influenza dei media riguarda quali argomenti trattare per maturare un’opinione e a quali temi pensare. LE CARATTERISTICHE DEI MEDIA DIGITALI: La prima fase della digitalizzazione avviene con la creazione del primo computer, l’Arpanet 1969 usato in ambito militare ai tempi della guerra fredda. Con il Web 1.0 le possibilità aperte agli utenti sono quelle di poter navigare facilmente grazie ai motori di ricerca tra siti e portali statici, nel senso che l’utente può consultare documenti in formato ipertestuale ma non può interagire con essi. Con il Web 2.0 invece ha fatto si che gli utenti possono sia interagire che inserire contenuti creati da loro senza intermediazioni, possono modificare, condividere, commentare e attribuire significati diversi ai contenuti presenti sul web. EFFETTI SOCIALI DEI MEDIA DIGITALI: Il termine media digitali si riferisce a tutti i dispositivi che si basano su tecnologie digitali connesse alla rete. Diverse sono le caratteristiche dei media digitali, come: - Digitali, ossia le informazioni sono rappresentate attraverso una sequenza di cifre binarie - Multimediali, ossia integrano le diverse modalità espressive, diversi codici e diversi contenuti - Ipertestuali, ossia i contenuti sono collegati fra loro non in modo lineare ma tramite logiche che si manifestano nel sistema dei link - Distributivi, nel senso che mentre nei media tradizionali i contenuti erano one-to-many, nel digitale son prodotti e distribuiti da molti a molti, in quanto gli utenti sono milioni ad interagire in una struttura orizzontale a rete - Interattivi, ossia lasciano all’utente la possibilità di produrre, creare e modificare i contenuti - Sociali, nel senso che molte piattaforme consentono di creare un profilo personale con cui stabilire relazioni con gli altri - Mobili, nel senso che gli utenti possono connettersi alla rete senza bisogno del pc collegato a reti telefoniche, ma semplicemente con i dispositivi, come smartphone o tablet. Interagire con le persone, fare esperienza, trovare contenuti conoscitivi non hanno più bisogno ne della presenza fisica ne della sincronicità temporale, questo fenomeno si chiama riorganizzazione spazio- temporale della vita sociale. Invece i confini sfumati tra pubblico e privato, come la televisione aveva eroso già da tempo, con il web 2.0 questo fenomeno fa un’ulteriore passo, infatti sono i personaggi o persone comuni a diffondere contenuti personali e privati. La fusione tra dimensione online e offline, è invece data dall’avvicinamento virtuale del linguaggio non verbale, attraverso video-chat o videochiamate, avvicinandosi sempre più al confronto faccia a faccia. Con l’avvento del World Wide Web (WWW) si costituiscono nuove modalità di interazione e costituiscono le nuove comunità virtuali. Grazie a tutte queste novità si creano nuove culture professionali, nuove culture collaborative e partecipative, nuove sfere pubbliche e nuove dimensioni dell’identità. MODULO 7 DISUGUAGLIANZE E SISTEMI DI STRATIFICAZIONE: Con il termine disuguaglianza sociale si intende una distribuzione diversificata delle risorse economiche, politiche, sociali e culturali all’interno di un determinato contesto sociale. Le disuguaglianze vengono formalizzate da un sistema di stratificazione ossia un insieme di strutture sociali e di norme culturali che producono, mantengono e giustificano le disuguaglianze delle persone all’interno dei gruppi ai quali sono riservate risorse diverse. Il primo aspetto della disuguaglianza, si riferisce all’esistenza di vari tipi di risorse distribuite in modo diseguale all’interno della società, come: - Risorse economiche che comprendono soldi, terre o capitali - Risorse umane come l’educazione, l’istruzione e le abilità professionali - Risorse culturali come le competenze formali - Risorse sociali legate alle reti di relazioni dove le persone sono inserite - Risorse di status collegate all’acquisizione di prestigio - Risorse civili che comprendono il diritto di voto e di espressione delle proprie opinioni - Risorse politiche, legate all’esercizio di potere nei diversi ambiti della vita sociale come (famiglia, lavoro, vita politica e sociale). All’interno degli status scritti e ascritti è possibile per un individuo realizzare la mobilità sociale, ossia il movimento da uno strato sociale all’altro. Con l’esistenza di un’ideologia che giustifica le disuguaglianze, ci si riferisce al fatto che ogni sistema di stratificazione implica l’esistenza di un sistema di credenze che rappresentano e spiegano la realtà in un certo modo e giustificano e sostengono l’esistenza di queste disuguaglianze, in quanto giuste o inevitabili. SISTEMI DI STRATIFICAZIONE NELLE SOCIETÀ PREMODERNE: Ci sono 4 forme di stratificazione che si fondano sugli status ascritti e l’ideologia che li supporta non è di tipo economico: - Schiavitù, forma di disuguaglianza che prevede l’esistenza di uomini ritenuti liberi che hanno la proprietà di altri uomini, i quali sono privati della propria libertà personale - Patriarcato, è la forma più antica di stratificazione sociale e si fonda sul primato riconosciuto dalla legge al pater familias ed esercitato sugli altri membri della propria famiglia e della comunità - Le caste, si fondano sul possesso di caratteristiche ascrittivi definite alla nascita, dove questa appartenenza determina le loro opportunità durante la vita, come la possibilità di essere istruiti, di avere un’occupazione, sul dove vivere o con chi sposarsi. - I ceti, rappresentano invece un modello di stratificazione fondato sul valore del sangue, nel senso che è la nascita a definire l’appartenenza al ceto e non la ricchezza. SISTEMI DI STRATIFICAZIONE NELLE SOCIETÀ MODERNA, CLASSI SOCIALI: La stratificazione nei termini di classi sociali è centrale nel pensiero di Karl Marx e trova fondamento in ambito economico, tuttavia anche le classi dei dominati possono condividere la stessa ideologia delle classi dominanti, ed in questo caso Marx parla di falsa coscienza. Un modo di produzione per Marx è l’insieme dei mezzi per la produzione e di rapporto di produzione, ossia il tipo di rapporto che gli uomini stabiliscono tra loro rispetto alla produzione. Il modo di produzione prodotto dalla rivoluzione industriale e tipico della società moderna è quello di produzione capitalistica. La classe in sé indica la collocazione oggettiva degli individui all’interno di una classe in funzione del possesso o meno dei mezzi di produzione, mentre la classe per sé indica la collocazione soggettiva dagli individui all’interno di una classe in quanto consapevoli di avere interessi e scopi condivisi e comuni. SISTEMI DI STRATIFICAZIONE NELLE SOCIETÀ MODERNA, CLASSI, CETI SOCIALI E PARTITI POLITICI: Weber ha elaborato una teoria della stratificazione sociale a più dimensioni, era convinto infatti che le fonti delle disuguaglianze e i principi di aggregazione andassero ricercati in tre fasi: - L’economia: gli individui si uniscono sulla base di interessi materiali comuni, formando classi sociali, accentando l’idea che le classi si fondano su condizioni economiche - I ceti sociali: costituiti da persone che condividono una stessa situazione di ceto che li colloca a un determinato status - Potere: ove la componente della stratificazione dipende dall’accesso al potere possibile tramite i partiti politici. LA STRATIFICAZIONE SOCIALE PER LA TEORIA FUNZIONALISTA: I sostenitori partono dalla considerazione che non è mai esistita una società senza una qualche forma di stratificazione sociale, questo significa che le disuguaglianze sociali sono necessarie al funzionamento del sistema sociale e per questo sono inevitabili. - Al gradino più basso della scala troviamo la partecipazione alle votazioni, che è la forma di partecipazione più diffusa tra una popolazione e dipende da varie condizioni sociali. - Al gradino successivo troviamo il generico interesse per la politica, che rappresenta un’azione continuativa che non si limita solo al voto. - Al gradino successivi ai precedenti troviamo l’adesione a organizzazioni politiche, dove troviamo sia i partiti politici che gruppi che svolgono attività specifiche come comitati o sindacati. - All’ultimo gradino troviamo la carica politica che viene raggiunta attraverso le elezioni. Durante questi processi troviamo diverse dinamiche di voto, come: - Il voto di opinione, ossia si valuta e si sceglie tra programmi differenti - Il voto di appartenenza, ossia quello che è orientato dal confermare un’identità (motivo per cui vota il partito) - Il voto di scambio, orientato dall’interesse personale individuale nell’ottenere un beneficio barattando il proprio voto. LA STRUTTURA DEL POTERE, ELITISTI E PLURALISTI: La teoria elitista fu elaborata tra il XIX e il XX secolo da studiosi italiani e secondo questa teoria, qualunque sia la forma di regime politico esistente, il potere appartiene sempre a un gruppo ristretto di persone considerate d’élite. La teoria pluralista si contrappone a quella elitista. Infatti secondo questa teoria il potere non è concentrato nelle mani di pochi ma è disperso e diffuso tra gruppi in competizione e in conflitto tra loro, infatti ogni gruppo cerca di contrastare la politica degli altri per proteggere i propri interessi. ECONOMIA E SOCIETÀ, RECIPROCITÀ E REDISTRIBUZIONE: Nel corso della storia, l’uomo ha risolto il problema della sussistenza inventando forme che cambiavano e organizzavano i fattori della produzione in modo molto diverso: la terra, le risorse naturali, gli strumenti tecnici, le tecniche di produzione e il lavoro dell’uomo. Un tentativo di mettere in ordine queste varietà si deve a Polany, che creo dei sistemi di regole secondo cugini una società il lavoro, le risorse e i prodotti sono destinati ad attività di produzione e consumo. La reciprocità è il modo di integrazione al quale si forniscono servizi o si cedono beni materiali con la previsione di avere in seguito la restituzione di tali servizi secondo modalità, quantità e tempi regolati da precise norme culturali, distinguendone due tipi: - Reciprocità bilanciata dove il servizio o il bene restituito deve avere lo stesso valore economico di quello ricevuto e in tempi brevi e definiti - Reciprocità generalizzata dove non ci sono dimensioni precise, non ha limiti di tempo e non vincola a restituire lo stesso valore economico di quello ricevuto. La peculiarità dello schema della reciprocità sociale è costituito dal relazioni sociali e culturali che hanno una dimensione economica, quindi non separabile dalla dimensione sociale e culturale. La redistribuzione è un tipo di integrazione dell’economia nella società diverso, infatti prevede il trasferimento di lavoro, di risorse di produzione, di beni che in un secondo momento vengono ceduti alla comunità (es: un signore che ha una terra e la fa lavorare, poi tramite un sistema amministrativo, raccoglie e conserva i beni tenendone una parte per se e dividendo il resto in parti uguali o per quote ai vari strati sociali). Lo scambio di mercato consiste nel trasferire un bene di un certo valore economico, da venditore a comportare in cambio di denaro. Il bene comprato e venduto è chiamato “merce” e ha un valore economico poiché è utile per qualche scopo e non è illimitatamente disponibile. Il meccanismo generale del sistema economico si fonda su domanda e offerta da cui dipende la formazione dei prezzi. Il mercato come meccanismo regolatore dell’economia è il modello con il quale si rappresenta il mercato che fornisce indicazioni utili a comprendere la complessità di questo sistema e funziona solo se vengono garantite delle condizioni come la presenza di un numero elevato di venditori e compratori, se le merci si equivalgono o la conoscenza di tutti del mercato. Il prezzo in corrispondenza del quale si realizza un’uguaglianza tra domanda/offerta di un bene è detto prezzo di equilibrio. Le caratteristiche dell’economia regolata dal mercato, è fondato sulla proprietà dei mezzi di produzione, dove il lavoro necessario alla produzione viene pagato in base a un contratto di mercato, come qualunque altra merce. L’impresa è l’istituzione fondamentale dell’economia di mercato, che produce e commercializza. La quantità investita da un impresa per produrre o commercializzare, costituisce il capitale che può essere accumulato nella misura in cui il profitto viene reinvestito. IL RACCORDO TRA ECONOMIA E SOCIETÀ: Possiamo dividere le forme economiche in base a delle caratteristiche: - L’economia del Laissez-Faire (o economia del “lasciar fare” al mercato) in cui l’intervento dello stato è limitato alla definizione delle condizioni generali che riducono al minimo i vincoli posti all’attività economica. Dopo l’affermazione di questo dalla rivoluzione industriale, il capitalismo produsse le “economie miste”, ossia totalmente autoregolate - L’economia pianificata è l’economia di redistribuzione tipica dei paesi socialisti che si fonda sulla proprietà statale dei mezzi di produzione e sulla programmazione dell’attività economica da parte dello stato. Questi requisiti ci introducono ad un’economia formale (ossia i processi di produzione/scambio di beni o servizi agiscono sottomesse alle regole del diritto commerciale, fiscale, del lavoro e delle leggi dello stato) e ad un’economia informale (ossia i processi di produzione e scambio tendono a sottrarsi per uno o più aspetti ai caratteri distintivi indicati). LA GLOBALIZZAZIONE: Con il termine globalizzazione si indicano tutti quei processi che affondano le proprie radici nel processo tecnologico relativo alle comunicazioni e ai trasporti, un fenomeno che manifesta relazioni sociali organizzate a grande distanza su scala planetaria. In ambito economico, la globalizzazione si manifesta secondo 3 processi: - Internazionalizzazione dei mercati di beni e servizi, per cui possiamo acquistare un prodotto giapponese, rivolgendoci a una banca tedesca o vedere un film in americano. - Internazionalizzazione dei mercati finanziari, non solo nei mercati di finanza prudenti che concedono prestiti a lungo termine, ma anche alla finanza speculativa che sposta capitali velocemente da una borsa all’altra creando grandi problemi all’ordine economico internazionale. - Sviluppo di imprese multinazionali con filiali in paesi diversi e sempre alla ricerca di condizioni locali favorevoli in termini di costo del lavoro e di pressione fiscale. In ambito sociale e culturale, la globalizzazione si manifesta in 3 processi: - Le relazioni vincolate a un territorio fisico o alla società più ampia, vengono deterritorializzate e riconfigurate in comunità virtuali (es: i giocatori di scacchi o i fan di un cantante), ossia comunità formate intorno a un’interesse comune che vanno al di la dei confini nazionali. - Si realizza un ampliamento dei contatti tra culture per mezzo della comunicazione digitale, dello sviluppo dei mezzi di trasporto, delle migrazioni e dell’aumento delle mobilità delle persone. - Si diffonde un’industria (ossia la costruzione di una cultura integrata sovranazionale) e un mercato dei prodotti culturali mondiale (ossia la migrazione enfatizza la crescita della frammentazione culturale locale). IL CONSUMO COME COMPORTAMENTO COLLETTIVO: In questo senso il fenomeno del consumo assume un ruolo collettivo e può essere studiato come fenomeno sociologico. La “moda” è un fenomeno in cui sono compresenti due spinte contraddittorie, una alla distinzione e l’altra l’imitazione. La “distinzione” è la tendenza di differenziarsi dagli altri, mentre l’imitazione è il bisogno di appartenere e affermare la partecipazione a una cerchia sociale a cui si riconosce una certa autorevolezza e che sono quindi considerati di un certo prestigio. La natura del consumo (processo di scelta, acquisto e uso di beni) è profondamente cambiata con i processi di industrializzazione a seguito di alcune trasformazioni: - Il processo di industrializzazione ha moltiplicato la quantità dei beni prodotti in una misura mai vista prima - La produzione di massa ha ridotto il costo di molti beni rendendoli disponibili a un numero molto superiore di persone - Gli investimenti necessari a creare fabbriche per produzioni di massa, hanno avuto come conseguenza il fatto che la produzione e la vendita dei beni e si sono spostate dagli artigiani e piccoli commercianti a grandi industri e catene di distribuzione - La concorrenza che concerneva costi dei beni più bassi ha invece prodotto che la concorrenza stessa sia diventata dominante, utilizzando una strategia che limita la durata vitale di un prodotto - L’elevata capacità produttiva ha avuto l’ascesa della pubblicità come strumento per promuovere i consumi MODULO 9 CHE COS’É UN COMPORTAMENTO COLLETTIVO: Il “comportamento collettivo” è quello messo in atto da individui che sottoposti ad uno stesso stimolo, agiscono, interagiscono e reagiscono senza riferimento a ruoli definiti e stabiliti. Il panico è il comportamento che si manifesta come reazione collettiva spontanea, di fuga o immobilità davanti a una minaccia reale o presunta che può provocare danni, quindi il panico esprime atteggiamenti rivolti all’individualismo. La folla è il comportamento collettivo di un insieme di persone riunite in un luogo che reagiscono a uno stimolo da cui può derivare un’azione collettiva di violenza ma anche di gioia e si possono distinguere in: - Folla attiva quella che orienta la propria azione all’esterno su un soggetto definito (es. manifestazione spontanea per un evento politico) - Folla espressiva quella che sfoga tensioni sociali con comportamenti non consueti, come balli o ubriacature (es. nei concerti rock). Il pubblico è il componente collettivo di un’insieme di persone che devono affrontare un problema sia quale ci sono posizioni differenti. I movimenti sociali sono il comportamento collettivo costituito da un’insieme di individui che relativamente privi di potere, agiscono in modo organizzato e continuativo per promuovere o ostacolare un cambiamento. TIPOLOGIA E FORMAZIONE DEI MOVIMENTI SOCIALI: Tarrow classificò i movimenti sociali considerando due caratteristiche: la modalità d’azione (pacifica o conflittuale) e il livello di opposizione alle istituzioni (parziali o totali). Dall’incrocio di queste caratteristiche si ottengono quattro tipi di movimenti sociali: - I movimenti espressivi che utilizzano modalità di azione conflittuale e agiscono a livello di opposizione parziale alle istituzioni (come il movimento politico 5 stelle alle origini) - I movimenti riformisti che adottano soluzioni pacifiche e agiscono con un’opposizione parziale (come gli ambientlisti) - I movimenti integralisti che adottano modalità conflittuali e agiscono con opposizioni totale (come il ku klux klan) - I movimenti comunitari, che adottano modalità pacifiche e agiscono con opposizioni totale (come la comunità religiosa Amish). Come sottolinea Smelser, l’origine di un movimento sociale è l’insoddisfazione per l’ordine sociale esistente che dipende da due fattori, le condizioni oggettive e gli standard culturali. Le condizioni oggettive riguardano che l’insoddisfazione deriva dall’organizzazione sociale stessa che e caratterizzata da una distribuzione diseguale del potere. Gli standard culturali riguardano il fatto che l’insoddisfazione nasce anche perché le condizioni oggettive risultano inaccettabili rispetto a certi valori. Per gli studiosi non sufficienti questi due fattori (condizioni oggettive e standard culturali) per passare dall’insoddisfazione all’azione, ma è necessario qualcosa che sappia attivare l’azione stessa, ossia un’ideologia.