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Storia Diritto Romano; riassunto del libro Storia di Roma tra diritto e potere, Sintesi del corso di Storia del Diritto Romano

riassunti integrati con mappe, schemi e tabelle

Tipologia: Sintesi del corso

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Scarica Storia Diritto Romano; riassunto del libro Storia di Roma tra diritto e potere e più Sintesi del corso in PDF di Storia del Diritto Romano solo su Docsity! DIRITTO ROMANO capitoli 1-2 CONDIZIONI DEL LAZIO ARCAICO Aree boschive ed acquitrini= isolamento delle comunità umane Zona limitata da: - Nord Tevere - Ovest mare - Est rilievi a confine tra Latini e popolazioni sabelliche - Sud colli Albani Economia inizialmente basata su allevamento e primitiva agricoltura (coltivazione cereali resistenti e per zone umide: farro e orzo). All’inizio dell’ultimo millennio a.C. inizio scambi e circolazione di uomini e cose→ rotte commerciali che univano Etruria e Campania + vie di comunicazione dal mare verso l’interno; si ricordi la via Salaria In questa zona si stanziarono numerosi villaggi vicini, costituiti da poche capanne. La loro aggregazione si basava su relazioni familiari o pseudoparentali, legate alla memoria di discendenza comune. Questi villaggi riscontrarono difficoltà nel dominare la natura e nella difesa dei territori→ piccole dimensioni e povertà. ⇾PLINIO nelle Naturalis Historiae afferma che: accanto a piccole cittadine (clara oppida) vi erano nel Lazio dei populi, uniti dal vincolo religioso del culto di Iupiter Latiaris→ chiamati Albenses e in numero di 30 (simbolico). Populi e oppida destinati a dissolversi con i primi agglomerati cittadini. Tracce archeologiche di questi primi insediamenti= numerosi sepolcreti= già credenza di una vita ultraterrena e uniformità delle condizioni economiche. Comunità unite anche per la presenza di unità sepolcrali. Nelle comunità la posizione preminente era tenuta da patres= più anziani del gruppo, compito di guidare la comunità e probabilmente responsabili di alcune funzioni religiose. Assemblea degli uomini in arme= assemblea che insieme ai patres prendeva decisioni sulla vita della comunità. Villaggi vicini erano legati e in continua relazione anche grazie alla cultura comune: stessa lingua e partecipazione a riti e culti; in particolare culto di Iupiter Latiaris. Uniti anche per interessi economici: scambi commerciali e circolazione rudimentali tecniche agricole. Intorno a metà dell’VIII sec a.C. (data tradizionale per fondazione di Roma è 753) si verificano profonde trasformazioni economico-sociali: a) differenziazione dei sepolcri= nascita di gerarchia sociale e distribuzione della ricchezza. b) accumulo della ricchezza e crescita della popolazione c) guerra→ numero crescente di seguaci intorno alle famiglie più forti d) sviluppo tecnologico= da produzione domestica a specializzata → primo “mercato” di scambi. e) attività agricole sostituiscono quelle pastorali in quanto fondamento dell’economia ⇒ fenomeni di SINECISMO= dai piccoli villaggi ad ampia forma cittadina 1 LA FONDAZIONE DI ROMA Da insediamenti e villaggi si passa a realtà protourbane. Nucleo originario di Roma va identificato con il Palatino, i cui villaggi si andarono a fondere con quelli del Quirinale-Campidoglio→ colli con importanza strategica e controllo del commercio del Tevere. Entità politico-religiose come Alba Longa, Tibur e Praeneste non furono capaci di evolversi in forme cittadine. Roma nasce convenzionalmente il 21 aprile del 753 a.C.; nascita come rottura rispetto a modello dei villaggi in precedenza: no semplice somma confederale dei villaggi ma innovazione e disciplina interna. Romolo è simbolo di questa innovazione organizzativa: - costituzione di qualcosa che prima non c’era - creazione di un nuovo spazio delimitato dal pomerium, ovvero il confine sacro e inviolabile - alla nascita di roma viene anche affiancata la distribuzione della cittadinanza in tre tribù: Ramnes, Tities, Luceres; ciascuna divisa in 10 curie, a loro volta divise in 10 decurie→ sistema piramidale con guerra come fine ⇒ con innovazione raccoglie e organizza realtà preesistenti. Primitivo sistema territoriale legato a suddivisione della città in montes (urbani) e pagi (periferici). Campidoglio= luogo per culto degli dei della città e in particolare di Giove Capitolino. Foro è dedicato a spazi politici e si trova in rapporto spaziale con Campidoglio. Città e società nascono da vincoli di sangue o pseudoparentali; due strutture sono centrali nella storia romana: 1) FAMIGLIA= familia proprio iure = unità fondamentale di un sistema fondato sul matrimonio monogamico: gruppo di persone che vive nella stessa casa. Logica patriarcale: parentela agnatizia, ovvero solo per linea maschile. Potestas del padre, altri membri sottoposti fino alla sua morte, poi ogni familia si scomponeva creandone una per ogni figlio maschio→ struttura coesa ma che per la sua “fragilità istituzionale” non poteva assumere valenza politica e indeboliva anche la stessa logica gentilizia. Teoria di Bonfante= pagus (insieme di soggetti che interagiscono con sinecismo) elemento costitutivo, no familia 2) GENS= aggregazione di famiglie che portano lo stesso nomen e che, secondo Cicerone, derivano da ingenui (nati liberi) che non hanno mai subito alcuna capitis demenutio (degradazione legale). Onomastica romana composta da tria nomina. ⇒ queste strutture sociali non vennero meno, ma si ridefinirono confluendo nell’unità cittadina seppur mantenendo la loro struttura. Accentuarono così la struttura piramidale della società primitiva: gentes e clienti= patrizi (richiama patres) e plebei (non appartenenti a gruppi gentilizi) ⇒ Nascita città = nascità proprietà individuali della terra (Romolo distribuiva a seguaci l’heradium) Roma nasce da confronto-scontro (ratto delle sabine) di diverse comunità: latina, sabina ed etrusca→ elementi eterogenei; Roma come ponte e punto di controllo di collegamenti e comunicazioni. Questa sua apertura verso le presenze esterne fece sopravvivere Roma alle altre comunità latine. Solitamente le città antiche erano caratterizzate da naturale ostilità reciproca, prodotto della forte identità cittadina. Città sconfitte venivano assorbite (es. Alba Longa)= popolazione incorporata nella cittadinanza romana e soprattutto nell’aristocrazia. Differenza principale della città rispetto a comunità basata su parentela: vi è un fondatore, no pater, e soggetti esterni vengono integrati nelle istituzioni, come cittadini, membri del populus e aventi diritti. 2 - collegio dei flamines; tre flamines maggiori= Dialis, Martialis e Quirinalis, legati al culto di divinità arcaiche Il nucleo della nuova religione cittadina nasce quindi dalla fusione di elementi arcaici con forme innovatrici. Momento significativo= Giove, Marte e Quirino (divinità arcaiche)→ Giove, Giunone e Minerva (triade capitolina), con tempio sul Campidoglio. Culto di Vesta e ruolo delle sue sacerdotesse (fuoco e acqua sacri + libri sibillini)= culto antico poi mantenuto nell'ambito cittadino. Collegi religiosi con importanti funzioni politiche: a) COLLEGIO DEI FEZIALI= relazioni internazionali→ sacerdozio presente anche fuori roma, quindi efficace mezzo di comunicazione formale. Composto da 20 membri, importanza del pater patratus. Canale che si faceva garante del rispetto della fides publica inter populos. Loro mediazione rendeva atti internazionali validi. Importanza del formalismo e del linguaggio→ mutuati poi nell’azione legislativa vera e propria. Rappresenta un primo nucleo di diritto internazionale (ius fetiale) b) COLLEGIO DEGLI AUGURI= scienza dei segni riportanti la volontà degli dei. Interpretazione dei segni porta a due risultati: → Auguria = auguri solo possono interrogare la volontà degli dèi; situazioni lontane ed estese nel tempo, oggetto ampio, no singole iniziative. Deriva da verbo augere, che indica arricchimento, crescita. → Auspicia = rex e magistrati possono interrogare la volontà divina; relativi a situazioni immediate e rintracciabili nel tempo Solo 3 componenti e solitamente patrizi→ aristocrazia predominante. Ruolo che non presuppone completa devozione, ma che permette di continuare partecipazione alla vita politica e sociale ⇓ “LAICITA’” dell’ordinamento romano= tutta la sfera religiosa restò di pertinenza dell’aristocrazia insediata al governo della città e alla testa dell’esercito cittadino. Fenomeno probabilmente legato al carattere patriarcale delle primitive forme religiose romane. Scheid: fisionomia unitaria dell’ordinamento è passata attraverso la costituzione degli dei cittadini e l’unitarietà di templi e grandi culti collettivi. c) COLLEGIO DEI PONTEFICI= collegio più importante per le sue funzioni: sfera giuridica + sfera religiosa e le sue applicazioni + conservazione e innovazione delle tradizioni ancestrali Il collegio fu fondato da Numa ed era inizialmente composto da 5 membri (poi elevati a 13); i membri erano: - i tre flamines maggiori (carica a vita) - rex (in età successiva c’è rex sacrorum, sua reliquia) - pontifex maximus= autorità di controllo su tutte le forme di vita religiosa romana. ● Probabilmente i suoi poteri sono frutto di originaria divisione in età monarchica del potere con il rex: certezza infatti della sua funzione di consulenza del re e del suo ruolo nei comizi calati. Collaborazione con il rex è evidente a partire da copartecipazione alle cerimonie religiose (enunciazione del calendario) ● Assistendo e orientando il rex, il pontifex maximus condiziona l’intero tessuto sociale garantendo pacifica convivenza→ forma embrionale di rapporti di diritto processuale, privato e repressione criminale. ● Ruolo anche da “legislatore” → ruolo pontificale primario nell’elaborazione delle leges regiae, che modificavano e innovavano i mores et instituta 5 maiorum, ovvero quelle norme/mores tradizionali e ancestrali in cui sfera sociale, giuridica e civica si fondono ancora. Processo di fusione nel blocco unitario della città del molteplice e differenziato patrimonio di riti, credenze e pratiche dei singoli villaggi, delle comunità minori e delle leghe religiose. Unione nella somiglianza ma non nell’identità. Passaggio delle forme preciviche in cultura religiosa e giuridica e nelle istituzioni. Es: patrimonio culturale delle gentes→ restano culti e riti religiosi di specifica pertinenza di alcune gentes (gens Iulia= Venere; Nautili= Minerva, ecc...) ⇒ sfera religiosa fu quella che sopravvisse maggiormente al tempo e alla nuova struttura cittadina, pur mantenendo traccia delle tradizioni e dei rituali particolari. ➜formazione di un corpo omogeneo e condiviso da tutta la città di istituzioni (governo, matrimonio, lavoro, ereditarietà, ecc.)= insieme di pratiche sociali non esclusive di una sola gens, ma un comune tessuto che aveva contribuito ad unire villaggi originariamente distinti = collante della civitas che definisce identità politico-culturale. N.B: le tradizioni di ciascun gruppo interno sono sopravvissute solo in quanto non in contraddizione con il sistema unitario di valori condivisi Sin dalle origini insieme di accadimenti naturali e materiali erano stati trasposti in chiave culturale, religiosa e rituale (matrimoni, morte, lavoro, ecc.); quindi il contenuto del primitivo ordinamento era l’insieme di risposte che la società romulea aveva dato a fenomeni e situazioni della vita concreta, a rapporti tra singoli e gruppi. ★ A Roma il diritto è preesistente al legislatore che modifica e innova i singoli punti → il fondamento sono i mores ★ Strutture fondanti dell’ordinamento sono saldamente fondate su consuetudini antecedenti alla città e solo episodicamente modificabili dalle leges dell’autorità (rex); comunque non è fenomeno statico ma si evolve con città ed istituzioni. 6 capitolo 3 I RE ETRUSCHI Sin dall'antichità racconto di una PROFONDA FRATTURA coincidente con l’avvento di serie di re etruschi → momento di forte innovazione dell’apparato politico-istituzionale Trasformazioni furono rese possibili soprattutto da crescita politica e sociale di Roma: a) Crescita Roma per dimensioni territoriali e per popolazione b) forme di proprietà individuali e espansione delle attività artigianali e mercantili c) Bronzo come unità di misura per gli scambi (aes signatum) d) incremento delle grandi opere pubbliche (tempio per la triade capitolina e costruzione della Cloaca Massima) e) Nuovi gruppi sociali caratterizzati da fisionomia individualistica, legata al ristretto nucleo della familia proprio iure, che garantiva unità e trasmissione, secondo il rapporto verticale della potestas che in questa vigeva, di un sapere tecnico. Carattere temporaneo della potestas rendeva però questa trasmissione limitata. f) A questo fenomeno si lega una crescita complessiva degli strati sociali estranei al sistema gentilizio e un’erosione progressiva delle stesse gentes g) accentuata separazione tra il mondo delle gentes e la restante cittadinanza = conflitto patrizi/plebei della fine monarchia e prima repubblica. (Momigliano definisce plebei come i “non patrizi”). La crescita economica del periodo accentua le divisioni interne. introduzione di re etruschi corrisponde ad avvicinamento, avvenuto nel VI sec., di Roma alle potenti e culturalmente elevate città etrusche: Roma era per loro un appoggio nell’espansione verso la Campania. Presa del potere per mano dei re etruschi (Tarquinio Prisco, Servio Tullio e Tarquinio il Superbo): ➢ originate probabilmente da azioni di clan etruschi guidati da un capo che gradualmente avrebbero preso il potere in diverse città (es. Servio Tullio originariamente era Mastarna, generale etrusco) ➢ irregolarità dei loro regni: ascesero al regnum in forme difettose (no inauguratio o interregnum) ➢ innovatori per quanto riguarda la simbologia della sovranità: corona d’oro, veste purpurea, corona d’alloro, ecc…; caratteristiche riprese nei trionfi dell’età repubblicana. Repubblica ereditò dai re etruschi la definizione del governo come imperium ➢ carattere autoritario e militare del loro comando, sebbene i primi due fossero appoggiati dal popolo ( tiranni greci). Appoggio popolare rende politica di riforme attuabile: costruzione di≈ un modello basato su ricchezza individuale e proprietà privata. N.B: il diritto di proprietà a Roma non era riservato a tutti (anche se questi avevano diritti), ma solo al pater familia, che era l'unico ad avere potere giuridico ed economico. Due riforme fatte da Tarquinio Prisco: 1) Ampliamento del numero dei patres del Senato da 200 a 300= ricerca di una base più forte di consenso + innovazione che riflette l’ampliamento dei gruppi al vertice della società romana. Nobilitazione di massa di cui colpì il numero (100); non si amalgamarono con i patres 7 Non si da QUANDO l'organizzazione centuriata sia diventata anche assemblea politica: probabilmente già da epoca dei re etruschi comizi centuriati erano andati a sostituire gradualmente quelli curiati. Durante la repubblica questi furono chiamati per elezione dei magistrati cittadini. Nonostante il ruolo politico, la sfera militare non verrà mai meno: ● Exercitus imperare= formula per indicare convocazione dei Comizi ● Si svolgevano nel Campo Marzio o di Marte, fuori dal Pomerium; invece per i comizi curiati era nel Foro. Censimento = strumento importante per la conoscenza analitica dei livelli di ricchezza dei cittadini. Servio Tullio introduce importanza del concetto di proprietà (in particolare della terra stessa) → inizio volontà espansionistica romana N.B: Comizi curiati rimangono e si riuniscono formalmente attraverso i lictores (1 per tribù) per conferire imperium con lex curiata de imperio TRIBU’ A Servio viene ricondotta un altro sistema di distribuzione della cittadinanza, ovvero la divisione in TRIBU’ TERRITORIALI (in sostituzione di quelle vecchie: Ramnes, Tities e Luceres), con il fine di provvedere a un organico inquadramento dei cittadini. Tribù dovevano fornire contingenti militari e sostentamento alle centurie; avevano quindi onere di un tributo, commisurato alle proprietà dei singoli cives e con scopi bellici, raccolto dai tribuni aerarii (magistrati). Inizialmente solo 4 tribù urbane (coloro che non avevano proprietà fondiaria) a cui poi si aggiunsero altre rustiche (proprietari fondiari). Le tribù rustiche prendevano onomastica gentilizia, probabilmente perché al loro interno vi erano aree omogenee appartenenti a gruppi della stessa gens. Inizialmente (quando esercito era solo composto da iuniores), patres venivano considerati solo per inserire figli all’interno di determinata classe di centurie, rilevanza quindi di tutta l’unità familiare, considerata come unità economica di base. Si arriva quindi a numero definitivo di 35 tribù (31 rustiche + 4 urbane) → COMIZI TRIBUTI= comizi organizzati secondo la suddivisione della cittadinanza associata all’ubicazione delle proprietà fondiarie nelle diverse zone territoriali delle tribù. ⇒ Nuove strutture organizzative MA non completo allontanamento dalle logiche politico-territoriali delle singole gens: strategie politiche private si possono cogliere nei rapporti di ospitalità, nei matrimoni, ecc… Fino al IV sec. a.C. interessi delle singole gentes hanno pesato sulla politica espansionistica di Roma: Claudi verso Sabina, Fabi verso Sud, ecc… SOCIETA’ E REPRESSIONE CRIMINALE 1. Con la stratificazione economica legata alle centurie scompaiono comportamenti di privati volti ad affermare supremazia (es. lusso funerario); aumentano invece opere pubbliche. Questo fenomeno non è legato a peggioramento delle condizioni economiche, ma a due altri punti: - non vi era necessità di affermare supremazia economica, poichè questa veniva già riconosciuta con l’inclusione del nucleo familiare nelle prime classi 10 - legge che poneva limite alle spese funerarie (ne resta memoria nelle XII tavole) 2. Azione del rex per regolare conflitti tra privati. 3. Città intervenne anche per reprimere le condotte criminali -MA- l’intervento diretto degli organi cittadini era relegato ad alcune condotte particolarmente gravi: - uccisione violenta - forme di tradimento o azioni contro la civitas stessa (pena= morte): ➔ perduellio= contro l’ordine politico della civitas ( → maiestas ) ➔ proditio= tradimento con il nemico ➔ parricidio= uccisione del proprio o di un altro pater familia: intervento del rex con due ausiliari: quaestores parricidii e duoviri perduellionis Il resto veniva ancora lasciato ai singoli gruppi familiari; solo limiti a vendetta. 4. Repressione di condotte asociali e dannose che attiravano l’ira degli dei che si sarebbe poi potuta estendere su tutta la comunità→ emarginazione del colpevole e perdita di ogni tutela giuridica (sacratio) 11 capitolo 4 DALLA MONARCHIA ALLA REPUBBLICA A) FATTORI ESTERNI: Roma era legata in questo periodo agli Etruschi, che si stavano spingendo in Campania. Verso la fine del VI sec, gli Etruschi subiscono una serie di sconfitte da parte dei Greci e dei loro alleati Latini→ ripercussioni su Roma B) FATTORI INTERNI: probabilmente rivoluzioni istituzionali portate avanti da re etruschi forzavano troppo società romana + Tarquinio il Superbo aveva aumentato il malcontento con le sue aggressive politiche estere e con la forte pressione sulla popolazione romana che esercitava per consolidamento istituzionale e militare, ma anche per realizzazione di opere di urbanizzazione. Peso anche di crisi economica e indebolimento delle forze produttive: no crescita demografica ed erosione di aree territoriali precedenti→ ritorna predominio di forme sociali precedenti, le gentes ⇒ nel 509 a.C. (data convenzionale ma credibile) aristocrazia romana compì un colpo di stato: estromise rex dal trono e cancellò l’istituzione della monarchia. Primi anni della repubblica furono complessi: - reazione etrusca: Porsenna conquistò militarmente Roma, ma no restaurazione di Tarquinio - restò probabilmente legata alla sfera di influenza etrusca per un periodo per evitare completa esclusione all’interno del Lazio - Solidità di Roma confermata però da reazione all’ostilità dei Latini: nel 493 Spurio Cassio concluse con i Latini il foedus Cassianum, ovvero una pace che durò 150 anni tra i due popoli. Torna l’egemonia del PATRIZIATO che: → blocca a proprio vantaggio i canali di circolazione sociale e di ascesa politica che in precedenza erano stati istituiti (in Senato patres erano affiancati ai conscripti, ovvero agli “arruolati”) → chiusura determina però nel lungo periodo crisi che va a svantaggio del patriziato → vorrebbe tornare a situazione antecedente MA è impossibile perché questo significherebbe annullare riforme serviane che avevano introdotto le centurie e questo avrebbe portato a indebolimento dell’apparato militare, non concepibile in quel momento di debolezza. ⇒ modifiche al vertice del potere: Da un rex con carica vitalizia ⇨ Due consoli eletti annualmente effetti: - salvaguardia del potere militare - spostamento del baricentro politico a favore dell’organo del SENATO Fasti= elenchi di magistrati eponimi (nomi per indicare anno della carica), che testimoniano che fino al 486 circa ai consoli patrizi si affiancassero anche consoli plebei -MA- poi esclusione dei plebei da consolato, da altre magistrature e dal senato→ arretramento plebe e ripresa gentilizia. 12 da comportamenti dannosi, carattere semiprivato delle sanzioni -MA- introduce novità: un nuovo tipo di transizione/obbligazione, ovvero il pactum (pacisci), un accordo privato vincolante per entrambe le parti. ➢ poco sviluppato intervento della comunità per punire comportamenti illeciti dei singoli ➢ fisionomia della struttura base della società= famiglia sotto la potestas del pater familia -MA- introduce delle correzioni/elasticità all’autorità del pater, come ad esempio la mancipatio e il superamento del matrimonio cum manu. ➢ leggi calate in una società agraria stabile (centuriatio= sistema di viabilità locale e controllo delle acque) → distinzione dei beni di proprietà in res mancipi (beni che per essere trasferiti di proprietà avevano bisogno della procedura della mancipatio, una forma negoziale particolare che richiedeva molti testimoni) e in nec mancipi. ➢ usus, ovvero situazione di fatto di 1-2 anni si trasformava in un vero e proprio diritto. ➢ Ulpiano riporta due principi contenuti nelle XII tavole: attribuire a ciascuno il proprio e neminem laedere = principi legati tra loro ➢ maggior riferimento a norme di relazione che a norme di organizzazione ➢ autotutela viene interrotta per alcuni tipi di crimini (risarcimento in denaro); vendetta diretta è ammessa nel caso in cui colpevole venga colto in flagrante. Actio Aestimatoria = atto di sancire il valore del rimborso (fatto da giudice nominato dal pretore) ➢ differenziazione tra processi di rilevanza pubblicistica (=repressione criminale, portata avanti dal magistrato) e quella privatistica (=delicta, processi privato spesso risolvibile con risarcimento) ⇒ con un plebiscito del 445 rapporti tra privati vengono parificati e assumono rilevanza pubblicistica (per soddisfare ordine plebeo) Sesto Elio Peto Cato nel II sec a.C scrive TRIPERTITA = 3 libri che riprendono testo delle tavole e lo adattano al linguaggio corrente. Tentativo di commento. Coordinare testo con le norme successive. Da questo momento giuristi iniziano a percepire il diritto come diviso in: - ius scriptum - ius ex non scripto = norme che si deducono da mores - ius sine scripto = attività interpretativa dei giuristi ALTRI CAMBIAMENTI DELLA RES PUBLICA 1) dal 444 al 367 si alternarono al potere i due consoli e i tribuni militum consulari potestate, ovvero magistrati che hanno potestas consolare ma non hanno imperium (no auspicia e no convocazione senato e popolo), tipo aiutanti dei consoli, venivano eletti in numero da 3 a 6; solo in caso di necessità militare, veniva a loro attribuito l’imperium consulare MA di forza minore rispetto a quello dei consoli: potevano convocare il senato solo in caso di emergenza e a fine mandato no diritto al trionfo. Probabilmente questa carica venne richiesta dalla plebe per avere poi più facile accesso alla massima carica magistratuale, ovvero il consolato. 2) introduzione della censura nel 442= magistratura che si occupava del censimento 3) continua monopolio patrizio delle terre pubbliche e indebitamento plebeo MA nel 396 Roma conquista la città etrusca di Veio e riesce a espandersi verso Nord→ nuove terre → ridistribuzione (7 iugeri a testa) che porta a: - minor interesse da parte dei plebei per distribuzione dell’ager publicus - minor indebitamento 15 - molte famiglie numerose videro l’assegnazione degli iugeri moltiplicarsi in base a numero dei figli→ unità fondiarie notevoli - allargamento delle basi economiche della città→ meccanismi finanziari e mercantili 4) attacco dei Galli nel 390, ma ripresa rapida di Roma 5) nel 367 LEGGI LICINIE SESTIE= leggi che andarono a diminuire,non annullare, la differenza tra patrizi e plebei, soprattutto a livello politico: ➔ PRIMA LEX = possibilità che un console fosse plebeo= apertura a cariche politiche ➔ SECONDA LEX= limite di 500 iugeri al possesso individuale di terreno→ ridistribuzione della terra ➔ TERZA LEX= limitazione del peso dei debiti: interessi già pagati andavano computati come parte del capitale da restituire. 6) nel 357 Lex Manlia impose tassa del 5% su manomissioni= volontà di Roma di avere introito fiscale da fenomeno frequente e rilevante 7) nel 326 Lex Poetelia Papiria= debitore veniva sottratto da asservimento personale da parte del creditore, solo vincolo giuridico ed economico. 8) censori diventarono più importanti grazie all’aumento della popolazione (raggiungimento delle 31 tribù) e al loro compito di inserire nei ranghi del senato gli ex magistrati, sia patrizi che plebei→ nasce nuova nobilitas patrizio-plebea, base del senato (non più solo patrizi) 16 capitolo 5 ISTITUZIONI REPUBBLICANE NO costituzione, leggi o singoli provvedimenti avevano introdotto nuove figure o ampliato funzioni di quelle già esistenti. Impossibile delineare quadro coerente e strutturato del governo romano senza notarne le contraddizioni; è necessario analizzare singoli componenti: CONSOLI - presenti sin dall’inizio della res publica, ma definitivi dal 367 - detentori dell’imperium, ovvero del supremo potere di comando, che si divideva in imperium domi (sulla comunità politica) e imperium militiae (comando militare). Il primo riscontrava delle limitazioni: provocatio ad populum e veto dei tribuni della plebe. Il secondo invece si spingeva fino al diritto di vita o di morte (parere sommario di un consilium); poi introdotte garanzie. - carica collegiale e annuale - carica “laicizzata” rispetto a quella del rex (che aveva anche carattere religioso legato all’inauguratio e alla facoltà di interrogare volontà divina attraverso gli auspicia): venne introdotto il rex sacrorum all’interno del collegio pontificale e venne lasciata ai consoli l’unica sfera religiosa non distinguibile da quella politico-militare, ovvero il potere/dovere di consultare gli auspicia prima di qualsiasi azione. - il console non poteva decidere di fare guerra (comizi curiati), ma poteva guidare azioni militari, sotto la guida del senato. Egli doveva anche imporre tributi per sostenere le spese di guerra. - duplice potere nell’ambito del governo civile: → ius agendi cum populo= potere di convocare comizi centuriati per approvazione nuove leggi o per eleggere magistrati dell’anno successivo (su lista ristretta concordata da consoli con il senato) → ius agendi cum patribus= potere di convocare il Senato ⇒ senza iniziativa di uno dei due consoli i due organi non potevano svolgere il loro ruolo - gestione del tesoro pubblico (controllo senato e aiuto dei questori) - compiti dei censori in loro assenza - competenze per la repressione criminale + giurisdizione di controversie private - imperium conferito totalmente a entrambi→ possibilità per uno di regolare azioni dell’altro attraverso l’intercessio (come tribuni della plebe); intercessio anche verso altri magistrati→ gerarchia - Possibili crisi tra i due magistrati → divisione delle funzioni e competenze del consolato; indicato con il nome di provincia (poi ad indicare territori extraitalici conquistati sotto l’imperium dei magistrati) - consoli ereditano da rex non solo il potere ma anche la simbologia: tunica purpurea, seggio magistratuale e i littori - inviolabilità del console (materiale e legale) 17 ● approvare, validandole con il sigillo della propria auctoritas, le delibere dei comizi in tema di leggi -MA- poi diventa preventiva: magistrati propongono ai comizi disegno e linee concordate con il senato → sempre vincolante ma indiretto ● funzione di consiglio che diventava vincolante in alcune questioni delicate (politica estera, guerra, religione, ecc... ) ● approvazione delle liste di candidati alle magistrature fatte da magistrati in carica ● controllo delle entrate e delle spese (eccezionali o ordinarie) dell’aerarium populi romani Rapporto senato-consoli: 1) predominio del senato perché consolato è carica temporanea→ necessaria continuità per politiche interne ed estere 2) senato come luogo cardine per dibattito e memoria storica 3) consoli sarebbero stati poi parte del senato→ comportamento influenzato da questo Funzionamento: a) non si poteva autoconvocare b) segue al suo interno gerarchia delle magistrature (presidenza tenuta da console più anziano) c) può mandare ambascerie (legati) d) carattere consociativo= nonostante i meccanismi fossero basati su votazioni centrate sulla maggioranza, era necessario un minimo di consenso comune per l’approvazioni di azioni o leggi, perchè sennò sarebbe scattato con facilità il veto (Polibio) IL POPOLO E LE LEGGI Riunita in assemblea (versione civile dei comizi curiati) per votare magistrature o deliberare su questioni che coinvolgevano l'intera comunità VOTAZIONE→ non equa perché basata su voto singole centurie e influenzata da: - CENSO = prime classi meno numerose internamente delle ultime - ETA’ = più anziani dei giovani 193 centurie fatte votare secondo ordine progressivo; raggiunta maggioranza stop votazione. Facile raggiungere maggioranza: 18 cavalieri + prima classe Votazione prima orale poi scritta. Convocati per decisioni politiche ma anche per qualsiasi decisione che riguardasse la comunità. ⇒ DEMOCRAZIA LIMITATA perché: A. venivano chiamati a votare proposta di legge del magistrato: vi era dibattito e poi votazione, MA no possibilità di proporre modifiche o emendamenti B. chiamati a scegliere magistrati tra una rosa di nomi fatta da magistrati e approvata dal senato, no proposte dirette Comizi centuriati furono poi sostituiti dai CONCILIA PLEBIS: assemblee su base territoriale (tribù) più facili da radunare e precedentemente usate per l’elezione di tribuni e edili. Dai concilia nacquero poi i COMIZI TRIBUTI, convocati dai tribuni della plebe, integrati da patrizi e chiamati ad eleggere magistrati minori, sine imperio. Superamento del conflitto patrizio-plebeo= riconoscimento del valore generale (tutta popolazione, non solo plebe) dei plebisciti. Tradizione riconduce la parificazione a leggi VALERIE ORAZIE del 449 (plebisciti = leggi comizi; due specie diverse ma stessa potestas). 20 Mezzo secolo tra leggi Publilie e legge Ortensia= integrazione dei due ordini e mutamento del tribuno della plebe→ da oppositore a collaboratore Comizi tributi hanno predominanza del ceto dei piccoli e medi proprietari fondiari → conservatori e politica espansionistica XII tavole e Livio esplicitano legame tra autonomia del processo legislativo e il popolo -MA- raramente sono intervenuti sul diritto civile romano; soprattutto interventi su organizzazione cittadina (poteri dei magistrati e dei comizi, cittadinanza, ecc…) → diritto pubblico interventi anche su politica sociale, con riflessi poi sul diritto privato (debiti, leggi frumentarie, strade e urbanistica) LEGGI NON ABROGABILI, valide perennemente e modificabili, quindi abrogabili in sostanza ma in maniera indiretta. Indica le norme giuridiche che nel sancire un divieto, prevedono anche l'inutilizzabilità degli atti contrari ad esso.= leges perfectae. tutte le altre leges minus quam perfectae. RAPPORTO TRA ENTITA’ POLITICA E DIRITTO : - percezione di strutture fondanti che preesistono al diritto positivo (mores) - città produce suo diritto e forme istituzionali ⇒ repubblica porta nuovo concetto di legalità (=eguaglianza dei cittadini davanti alla legge) ma anche consapevolezza dei limiti che pone Percezione di principi condivisi che si pongono essi stessi come limiti all’ordinamento positivo (Cicerone); principi e garanzie quasi sempre non modificabili. Non sono formulati in regole e non sono conoscibili a priori, ex ante, ma solo attraverso la loro violazione se ne percepisce il valore. → tendenza al non finito, all’indeterminato ⇢ interpretazioni e contrasti ⇒ LAICITA’ DELL’ORDINAMENTO POLITICO= per quanto connesso alla sfera religiosa, il potere politico non è legittimato dal credo religioso, ma si fondano su regole consolidate e rispettate 21 capitolo 6 CARRIERA POLITICA PREROGATIVE DI ACCESSO In teoria la carriera politica era aperta a chiunque fosse un ingenuus, ovvero chi fosse nato da padre libero. Nei fatti era aperta a un ristretto gruppo sociale (aristocrazia di sangue). ↧ BUON CITTADINO= soldato o colui che partecipa alla vita politica, NO chi si occupa di attività economiche→ sostentamento deriva da proprietà fondiarie che si hanno e che vengono fatte coltivare ad altri. ⇒ necessario essere di famiglia abbiente per poter entrare nella nobilitas patrizio-plebea Importanza di amicizie e conoscenze altolocate: erano magistrati in carica, insieme al senato, a proporre le liste di possibili magistrati eleggibili. Prima di carriera politica: ⇒ SERVIZIO MILITARE PROLUNGATO (circa 10 anni): - acquisizione di tecniche militari, utili anche dopo - importanza della carriera che si faceva nell’esercito e dei ruoli esercitati - possibilità di diventare un tribuno militare Dopo questi anni di rodaggio, possibilità di candidarsi per magistrature minori (edili o questori). Necessario impegnarsi in una campagna elettorale molto dispendiosa→ necessario essere benestanti o indebitarsi Uomini provenienti dalla nobilitas senatoria (figli ecc...), classe subito sotto o dal rango equestre, cittadini abbienti, con ricchezza agraria e fondiaria. Importanza anche delle qualità personali. Importanza della sfera militare evidente soprattutto dal riconoscimento del trionfo, attribuito ai singoli per il loro valore in guerra = simboleggiava il particolare e durevole prestigio personale. CURSUS HONORUM - elezione a magistrature minori - intervallo tra una magistratura e l’altra - ascesa delle magistrature fino a quelle massime di console o censore - no immediata rielezione per la stessa carica (evitare accentramento del potere) Storia politica romana= storia delle gentes (anche strati superiori plebe si organizzarono in gentes). Gentes rappresentavano attaccamento a modelli di comportamento e azioni gloriose degli avi: vi erano delle divergenze nell’oligarchia ma tutte erano riconducibili a memoria familiare e di ceto; venivano spesso adottate vecchie linee politiche a nuovi contesti, veniva rivendicato il ruolo dei diversi membri della gens nella storia politica, ecc… - Fabi= conservatori - Claudi = espansionismo verso terre sabine tra i nomi delle grandi stirpi nobiliari comparivano homines novi, aiutati a farsi largo nel mondo politico grazie a rapporti di clientela= rapporto di “alleanza” con gruppo gentilizio o personalità 22 25 capitolo 7 L’EGEMONIA ITALICA CITTADINI E STRANIERI Consolidamento delle strutture cittadine romane ha effetti su ambiente esterno: Lazio e ambiente esterno 1. aumento della popolazione con l’annessione delle popolazioni vicine/conquistate 2. separazione tra comunità cittadina e “chi è esterno”: importante risvolto dal punto di vista giuridico→ diritto della città si applicava esclusivamente ai propri cittadini, Nonostante questo, esterni non erano completamente privi di protezione→ templi e santuari MA comunque Roma costantemente in contatto, sin dagli albori, con altri popoli attraverso diverse relazioni: - commerci: necessari perchè beni richiesti non sempre sono producibili (N.B. commerci non ci sarebbero se non ci fosse un minimo di protezione legale garantita) - scambi favoriti da comuni centri religiosi - coniuga e legami di ospitalità= legami gentilizi ⤏ vincoli di hosoitium (protezione assicurata da vincoli tra gentes di diverse comunità) cambiano con il tempo ma permangono Tutela delle pretese degli stranieri: ⇒ tutelati non secondo ius civile, ma secondo accordi basati sulla fides (importanza giuridica, politica e sociale) → strutturazione dello ius gentium ⇒ accordi tra Roma e comunità vicine: nascono come accordi non esclusivamente finalizzati alla protezione reciproca dei cittadini MA finalità politiche sono la base. inizialmente accordi privilegiati nel Lazio: comunanza etico-culturale e linguistica agevolò i rapporti reciproci di tipo economico e commerciale fra le comunità QUINDI superiorità di Roma non si esaurì nella semplice inglobazione dei centri minori, ma anche nella stipula di accordi internazionali = FOEDERA ⇒ ROMA E LE ALTRE COMUNITA’: 1) PRIMO TRATTATO TRA ROMANI E CARTAGINESI (riportata da Polibio) - anno dopo cacciata di Tarquinio (probabilmente) - probabilmente riprendeva schemi di alleanza tra Etruschi e Cartaginesi già presenti nel periodo della monarchia→ cartaginesi probabilmente volevano assicurarsi alleanza dopo cambio politico - testo testimonia le pretese egemoniche di Roma sul Lazio: accordo di non attacco verso gran parte delle comunità laziali (soggette a Roma) - impegno a reciproca tutela dei cittadini che si fossero trovati nell’ambito di influenza della controparte (segue linee degli accordi precedenti stipulati tra città greche) ⇒ primitivo ordine internazionale basato su principio di reciprocità (attuale) 2) FOEDUM CASSIANUM tra Romani e Latini - prevede regola processuale per i litigi tra cittadini delle due parti - ridefinisce ufficialmente i rapporti giuridici che intercorrevano già tra i cittadini Romani e i Prisci Latini (antichi abitanti della Lega colonie latine successive)≠ 26 - probabilmente Latino veniva assimilato a civis romanus per lo ius civile e nella conseguente tutela processuale → processi di assimilazione verranno poi definiti tecnicamente sotto le formule di ius connubii e ius commercii. Seguono sempre principio di reciprocità - aspetto più rilevante del foedus= impatto politico→ pace di più di un secolo - (riguarda pagina 130) CAMBIAMENTO NELLA POLITICA INTERNAZIONALE Per tre secoli e mezzo Roma era stata coinvolta in scontri di piccola entità con i “vicini” -MA- poi improvvisa ACCELERAZIONE che può essere riassunta in alcune tappe fondamentali: ➤vittoria su Veio nel 396 dopo un secolo di guerra → ultima grande inglobazione che portò Roma a raddoppiare la propria popolazione e il territorio ➤imprese militari autonome, prive del consenso e della partecipazione delle altre comunità latine a cui Roma era legata dal Foedus Cassianum: fondazione delle colonie latine di Circei, Satrico e Velletri (tra ‘93 e ‘83) ➤Tra 381 e 370 violazione dell'alleanza: assorbimento di Tuscolo (la cui indipendenza era tutelata dal foedus) e di Cerveteri (comunità con cui Roma aveva rapporti economici e politici) → alleanza dei Latini con i Volsci. Crisi durò fino al 340, fino a quando Roma vinse su vecchi alleati e nemici ↓ PERCHE’? ↓ Svolta nella politica internazionale è legata alla svolta nell’organizzazione istituzionale verificatasi nel 367: COMPROMESSO PATRIZIO-PLEBEO aveva portato all’ampliamento dell’aristocrazia con quella parte plebea → rafforzamento del già esistente orientamento militare + maggiore appoggio popolare grazie alla “ricompensa” della distribuzione delle conquiste sotto forma di proprietà privata. A questo si aggiunge la netta superiorità romana sul piano delle tecniche militare e delle scelte politiche portate avanti da una saggia élite di governo: politici seppero infatti sfruttare a loro favore la nuova struttura organizzativa sociale/politica che si era sviluppata nel centro Italia in quel periodo, ovvero quella della città-stato (sni per B) ⇒ nei 5 anni successivi alla vittoria del 340 si verificò SPERIMENTAZIONE ISTITUZIONALE basata su tre meccanismi: - incorporazione parziale di alcune città - istituzione colonie civium Romanorum - colonie con statuto latino → massima stabilità e capacità di espansione 27 capitolo 8 DA CITTA’ AD IMPERO IL SISTEMA DELLE ALLEANZE altro ruolo importante nella trasformazione di un sistema eterogeneo e multipolare in un blocco politico unitario venne svolto dallo schema del FOEDUS, ovvero della stipula di numerosi foedera singoli2 con numerosi socii italici. Alleanze sollecitate o imposte + foedum iniquum o aequum (subalternità alleato o da pari) Nucleo del foedus= obbligo di aiutare l’alleato in caso di guerra MA vantaggio solo di Roma perchè piccole città non entravano in conflitto → dovevano fornire risorse materiali e uomini definiti → potenza di Roma in espansione MA struttura gerarchica non veniva percepita pesantemente perché era circoscritta all’ambito della politica estera; indipendenza veniva conservata internamente. Maggior vantaggio di questa costruzione gerarchica per Roma era il fatto di non esser eccessivamente coinvolta nell’esercizio di questo potere sulle altre civitates→ no governo diretto di Roma ma autonomia organizzativa conservata, pur nel legame con Roma ⇒ nuovo assetto politico complesso, l’impero Accrescimento impero= accrescimento Roma stessa: tra IV e III sec. parte dei territori venne annesso all’ager romanus, con conseguente formazione di nuove tribù territoriali. Fine della crescita quantitativa fino al II sec. Come fu possibile per Roma assicurarsi che città indipendenti e in alcuni casi ex nemiche si ponessero in una condizione di subalternità, senza tentare troppe insurrezioni? ⤿Non sono abbastanza solo presupposti istituzionali, rete di alleanze e integrazioni giuridiche, ma anche attenzione a necessità e interessi individuali (sempre nei limiti) + fattori aggiuntivi: ⟾DIRITTO ROMANO a partire dal 338 venne esteso alle attività delle CIVITAS SINE SUFFRAGIO, oltre che delle CIVITAS OPTIMO IURE (ovvero quella degli antichi latini). Anche questi ebbero accesso quindi a ius connubii e ius commercii. ⤿diritto romano fece da collante e da medium tra le varie comunità: forse fattore dominante nel processo di romanizzazione. ⟾municipi si andarono poi avvicinando istituzionalmente a Roma con l’introduzione dei PREFETTI, magistrati delegati dal pretore per giurisdizione nelle aree dove erano cittadini romani. MA allargamento del diritto romano attraverso la civitas sine suffragio aveva portato vantaggi a GRUPPI RISTRETTI, a causa dell’accesso garantito attraverso la lingua latina conosciuta da piccola élite. Inoltre l'uso del diritto era principalmente per attività economiche di rilievo interlocale→ negozi di maggior valore economico (no massa) ⇒ meccanismi furono strumento di avvicinamento delle élite 2 Roma evitava alleanze con più soggetti politici, andava a suo vantaggio lo squilibrio di peso tra i due contraenti 30 locali . I Romani puntavano infatti a rafforzare il vertice di queste città affiliate, instradandole sulla logica e gli interessi romani. Gli accordi si basavano infatti sulla garanzia dell’appoggio romano per le aristocrazie al governo dei singoli municipi. MA CONSEGUENZA= irrigidimento delle stratificazioni sociali Provvedimenti e repressioni vennero attuate da Roma solo quando rivolta anti-romana era appoggiata o mossa dall’élite stessa→ distruzione della forza politica locale (come Anzio e Velletri) La permeazione dei costumi e dei modelli romani continuò fino a dopo le guerre annibaliche; già nel II sec. linguaggi e tradizioni italiche erano quasi totalmente scomparse. → concessione della piena cittadinanza a tutti gli italici. L’assimilazione fu attuata anche attraverso altri mezzi/strategie: - trasformazione dei vinti in cittadini, con annessione al sistema delle tribù per necessità militare (es. Veio) - urbanizzazione e spostamento di gruppi sociali - alcuni gruppi sociali rimasero in loco, continuando lo svolgimento delle loro attività ma alle dipendenze o come affittuari dei proprietari romani - funzioni di censimento e quelle di governo dei territori coloniali vennero affidate a magistrati locali che spesso inserirono estranei nella colonia latina per far fronte alle richieste organiche di militari che la colonia doveva a Roma→ Italici diventarono Latini attraverso l’arruolamento. ⇒ Tra la fine del IV sec e la metà del III il territorio italico era diviso in: ● vasta area centrale= ager Romanus, territorio proprio della città→ proprietà privata dei cittadini (35 tribù dal 241 in poi) ● città del Latinus Vetus, autonomia, significato principalmente ideologico/simbolico ● enclaves= città autonome e con il proprio statuto ma alleate con Roma (es. Camerino) ● colonie romane ● municipi sine suffragio ● socii italici → Roma porta avanti due linee parallele a) crescita del reticolo di alleanze dipendenti e semi incorporazioni. Roma lasciava autonomia interna a città affiliate/vinte poiché voleva in questo modo assicurare loro una stabilità tale che sarebbe andata a favore principalmente di Roma stessa poiché avrebbe assicurato il rifornimento costante delle obbligazioni con Roma. Varie forme insediative: fora, conciliabula, castella, vici, coloniae, municipia et praefecturae b) crescita di Roma come città, come cittadini e territori MA l’espansione di Roma era limitata inizialmente dalle esigenze concrete legate alla sua governabilità; DEMOCRAZIA DIRETTA rischiava di perdere la propria natura superando certi termini numerici. Ipertrofia del territorio e delle popolazioni= malfunzionamenti e ritardi. 31 LIMITI DELL’INTEGRAZIONE E ESTENSIONE DELLA CITTADINANZA Roma inizialmente non aveva il progetto di estendere la cittadinanza romana a tutti i membri delle alleanze e delle comunità dipendenti. Situazione era favorevole e stabile per i Romani: autogoverno, controlli generalizzati, processi di assimilazione culturale e politica. Assetto che aveva anche saputo fronteggiare il pericolo di Annibale. MA Gli stessi meccanismi di assimilazione portarono a esiti politici negativi per i romani: conservazione delle autonomie e delle singole identità portò a sensazione di discriminazione ed esclusione. A questo si aggiunse il sistema delle MANOMISSIONI, ovvero la possibilità da parte del proprietario di concedere a schiavi la libertà e quindi la cittadinanza romana→ latini posti in una condizione inferiore a quella degli stranieri. ⇒ concedere cittadinanza a tutti avrebbe comportato per Roma la creazione di un nuovo ordinamento politico, distante da quello vigente composto dalla struttura cittadina e l’appoggio dei pretori giurisdicenti, istituiti nel 367. Sarebbe stato impossibile mantenere un senato cittadino e la tutela della libertas romana, che poi andò persa completamente con il potere simil monarchico che iniziò con Cesare. capitolo 9 EVOLUZIONE DEL DIRITTO I GIURISTI E IL DIRITTO PRIVATO Gaio riportava come fonti del diritto romano (iura populi romani): - leggi = ciò che popolo comanda e stabilisce (praescriptio-rogatio-sanctio) - plebisciti = ciò che plebe comanda e stabilisce (LEX HORTENSIA del 287, by dittatore Quinto Ortensio rende plebisciti validi per tutto il popolo, non solo per la plebe e quindi equivalenti alle leges) - senatoconsulti= Gaio dice che hanno valore di legge ma che su questa cosa si è discusso (rottura nello stato romano; prospettiva principato) = praescriptio - relatio -decretum - costituzioni imperiali - editti di coloro che hanno ius edicendi - responsa prudentium (pareri degli esperti) ↓ riflessione sulle interpretazioni delle leggi delle XII tavole, operate prima da pontefici e poi da giuristi: Tra la fine del III sec e inizio del II sec, monopolio del sapere giuridico viene trasferito da pontefici a tutta la comunità attraverso pubblicazione fatta da Tiberio Coruncanio, primo Plebeo divenuto pontefice massimo, unitamente ad Appio Claudio→ anche cittadini estranei al collegio poterono studiare e interpretare il materiale giuridico. In età post annibalica primi grandi giuristi: riflessione sistematica su norme, istituti e forme processuali. Si aggiunse e poi sostituì quello dei pontefici nella funzione di guida per i cittadini nel: ★ cavere= scegliere che atti giuridici porre in essere ★ respondere= interpretazione di situazioni legali ★ agere= assistenza in litigi 32 ⇒ pretore dal punto di vista processuale stava creando nuovo diritto che correggeva e integrava il vecchio ius civile. Nuovo sistema di regole non abrogava lo ius civile ma si sovrapponeva a questo in maniera autonoma→ nascita dello ius honorarium, ovvero il diritto pretorio Infatti i magistrati giurisdicenti dovettero risolvere conflitti legali verificatesi nel periodo di profondo cambiamento della società romana e non previsti quindi dalle vecchie norme e dagli editti precedenti→ ricorrevano a soluzioni pratiche emergenziali, che divennero poi sistemi normativi. ⇒ fondamento empirico del processo innovativo: da soluzioni per casi concreti magistrati giurisdicenti e giuristi astraggono principi generali Editti venivano pubblicati anche da altri magistrati (comunque inferiori a quelli pretori) - edili curuli per il controllo dei mercati cittadini - governatori delle province Nel II sec si delineavano due logiche interne all’ordinamento giuridico romano: - ius civile= diritto vero e proprio, arcaico - ius honorarium= diritto onorario dei magistrati illustrato da editti dei pretori. Ordine giuridico venne comunque mantenuto dal contatto tra le due sfere attraverso un governo unitario basato sulla collaborazione tra magistrati e giuristi: ● editti del pretore confermavano e davano validità attraverso la norma processuale alle interpretazioni dello ius civile fatte dai giuristi ● giuristi affiancavano pretori nella stesura degli editti e assistevano magistrati nell’azione legale che si basava su editti → evidente è quindi l’orientamento dei giuristi verso i processi Numerosi autori ci testimoniano la pluralità delle fonti del diritto romano e la loro sostanziale equità dal punto di vista gerarchico. SCIENZA GIURIDICA COME SAPERE ARISTOCRATICO Gran parte delle leggi non era frutto di decisione politica o di votazione dell’assemblea cittadina, ma frutto del lavoro di un gruppo delegato: prima pontefici, poi giuristi/sapienti. Interpretatio dei giuristi era indispensabile per comprendere il contenuto delle XII tavole scritte in lingua arcaica e spesso criptica: permetteva ampliamento o annessione di casi a norma generale→ l’interpretazione era unico mezzo di accesso al diritto. ⇒ interpretatio prudentium era fonte autonoma del diritto. Interpretatio era delegata totalmente ai privati, parte della nobilitas. Questi mettevano la loro attività al servizio della comunità, con le tre azioni (cavere, agere, respondere) offerte gratuitamente ai cittadini in cambio di voto elettorale. Nello sviluppo della riflessione giuridica fu importante l’influenza culturale frutto del contatto con Magna Grecia e mondo ellenistico: importanza della retorica greca per l’oratoria ma anche per studio del diritto. Influenza della filosofia, in particolare dello storicismo. Legame studio giuridico e ceto nobiliare: → servizio gratuito, in cambio di voto; da questo deriva probabilmente auctoritas → riflessione giuridica come strumento pedagogico dell'élite sociale → azione di governo operata da questo ceto per adattare ordinamento romano a mutamento politico, sociale e territoriale → determinazione dei confini di ciascun potere pubblico e privato e dei diversi tipi di proprietà. 35 I romanisti tedeschi dell'Ottocento si sono interrogati se il diritto romano si ha pensato sulla sfera processuale o su quella normativa. la risposta fu che esso pensa al diritto per categorie di azioni duepunti parte da esigenze concrete di ricostruire la Pax deorum tra le parti e svolge le sue consulenze fornendo al privato una serie di responsi che indicano degli strumenti a tutela processuale, mentre attualmente la struttura è fondata sui codici. Tale ordinamento giuridico era possibile solo grazie a due elementi: a) fortissimo controllo sociale: generale ma implicita delega a soggetti portatori di autorità b) compattezza di ceto: ceto talmente compatto da non richiedere mediazioni interne; anche nel contrasto ci si riconosce sotto superiore insieme di ragioni comuni. Blocco sociale omogeneo ed egemone anche dopo la perdita della libertas repubblicana LA GIURISPRUDENZA circa due secoli di attività dei giuristi, da guerre annibaliche a crisi della repubblica: ⇒ scienza giuridica si sviluppò con la logiche classificatrici mutuate dalla filosofia greca, distinguendo e raggruppando fatti giuridici rilevanti per categorie per facilitare l’individuazione dell’ambito di un crimine. Da eterogeneità a omogeneità. → Tripertita di Sesto Elio Peto Cato, del II sec, non pervenuti (creatrice) → età creativa delle guerre civili: Servio Sulpicio Rufo e Quinto Mucio Scevola: prima organizzazione generale del sistema giuridico; incarna nobilitas con il suo ruolo di console e la sfera religiosa con la sua carica di pontifex maximus. Libro di definizioni e 18 libri iuris civilis. Sua opera fu poi oggetto di commenti di giuristi successivi, quali Lelio Felice, Pomponio e Gaio. (pg 179) Tra le generazioni di giuristi che si affermarono nel III secolo a. C fondamentale fu l’applicazione del metodo scientifico al diritto oltre che l’influenza delle filosofia greca, fecero sì che i giuristi iniziarono a lavorare secondo logiche classificatorie distinguendo e raggruppando la molteplicità dei fatti giuridici in base o meno a elementi comuni, oltre a classificare il sistema di regole per generi e specie. Le prime forme di avvicinamento verso questo assetto vennero garantite per mezzo di personalità come Gneo Flavio, che nel 304 divulga l’attività dei pontefici avvenuta in quell’anno, inoltre nel 300 Sofo è considerato il primo pseudo giurista a svolgere i responsi in modo sistematico fino ad arrivare a Coruncanio nel 280 a.C che va considerato come il primo giurista in senso laico. Questo sviluppo non preclude il fatto che l’assemblea senatoria fosse in parte resistente alle innovazioni: lo stesso Catone sosteneva che l’unico modo per apprendere il diritto pontificale è entrare a far parte del collegio stesso. La nuova classe di giuristi fu comunque molto attiva e partecipativa e la peculiarità sta nel fatto che essi rispondevano non solo alle esigenze dei privati ma di tutta la città. Ne è l’esempio la battaglia di Canne del 216 a.C contro i cartaginesi, in cui i consoli restano impossibilitati di esercitare il loro imperium (uno muore l’altro scappa) e lo smarrimento nei romani crea la defezione della città di Capua che si allea con Annibale. Quando a Roma giunge tale notizia, la cittadinanza sine suffragio dei cittadini di capua viene immediatamente ritirata, ma si presentò il problema dei 300 cavalieri campani che avevano prestato servizio militare per Roma contro i cartaginesi. La soluzione di tale problema venne raggiunta dai giuristi (spesso anche senatori) che propongono il responso di fingere che i 300 cavalieri e le loro famiglie fossero stati attribuiti alla città di Cuma (formata da cittadini romani) dal giorno prima della defezione campana, di modo da non venire sanzionati. Tra gli altri giuristi di prima generazione sicuramente troviamo Sesto Elio Peto Cato, console nel 198 a.C che scrive Tripertita in cui pone a servizio della scienza giuridica romana la categorizzazione greca. 36 Si dà avvio pertanto ad una letteratura giuridica che concepisce il diritto per categorie processuali (parte dal caso concreto). La successiva generazione di giuristi procede alla laicizzazione e tra le personalità di spicco rientrano Marco Manlio, Marco Giunio Bruto e Publio Mucio Scevola, i quali saranno autori di libri in cui si realizzeranno nuovi schemi giuridici di interpretazione casistica e processuale. Il 130 a.C segna un punto di svolta, si apre la fase che Ronald Syme ha definito come “Roman Revolution” in cui la repubblica viene messa in discussione e Augusto cercherà solo formalmente di ricostruirla. In un periodo dunque in cui l’unica ancora di sicurezza era caratterizzata dalla laicizzazione del diritto, iniziano a nascere nuove scuole di diritto e aumentano il numero di giuristi e opere letterarie in cui l’agere e il cavere lasciano spazio al respondere. I successivi giuristi come Rufo porteranno a compimento opere anche di critica nei confronti dei loro maestri, nel suo caso Scevola (il quale era stato l’ultimo a connettere agere cavere e respondere e per primo trattò del diritto civile seguendo una classificazione sistematica) e innoverà la letteratura giuridica per mezzo della monografia: studio su un singolo aspetto giuridico). I suoi responsi principali sono giunti per mezzo di un’opera di uno tra i suoi allievi, Varo. Seguiranno giuristi brillanti tra cui Pomponio, Gaio e Felice ma in generale tutti avranno una maggiore predilezione per il diritto privato, mentre la sfera del ius civile sarà lasciata agli antiquari come Capitone e Varrone. capitolo 10 EGEMONIA ROMANA SUL MEDITERRANEO LE GUERRE PUNICHE Conquista di Taranto (Pirro)= controllo di Roma sui mercati del Mediterraneo e centri della Magna Grecia. Svolta si ha con il coinvolgimento di Roma nelle questioni di Messina (Mamertini), oggetto delle mire di Cartagine in Sicilia ⇒ collisione tra Roma e l’antica alleata scansioni temporali principali: - 264-241= Prima guerra Punica - 238-37= occupazione romana della Sardegna e della Corsica + Liguria e Gallia Cisalpina - 231= alleanza romana con Sagunto, spagnola - 218-202= Seconda guerra Punica In questo periodo di guerre si accentuarono le divisioni di ceto interne tra avventurieri espansionistici e conservatori. Partito conservatore in questo periodo portò avanti la sua politica espansionistica verso l’Italia centro-settentrionale, con l’acquisizione delle terre del Piceno sotto la guida di Gaio Flaminio, che durante la sua censura fece costruire la via Flaminia nel 220 ⇒ CONSEGUENZA principale delle guerre puniche fu MESSA ALLA PROVA DEL SISTEMA DI ALLEANZE ROMANO: ● grande mobilitazione di risorse ● Annibale durante la seconda guerra punica tentò di far cedere questo articolato sistema di alleanze; solo le popolazioni da poco sottomesse si ribellarono (Galli, Etruschi, Sanniti e Magna Grecia, soprattutto Capua) 37 ⇒ introduzione delle decime= quota che il contadino doveva pagare al sovrano per sfruttare suoi territori Sistema degli appalti + iscrizione dei contadini a dei registri che censivano quantità di terreno coltivato (professio iugerum) e il loro nome (subscriptio aratorum) Popolazione conquistata veniva vista come composta da stranieri senza un proprio ordinamento (peregrini nullius civitatis), non più comunità sovrana → alla mercè del popolo romano che aveva diritto di conquista Diverse categorie di territori provinciali: - stipendiarie= si pagava tassa (stipendium) destinata al mantenimento delle truppe romane - decumane (vd. sopra) - pubbliche del popolo romano = gestite da Roma attraverso intermediari che pagavano un canone (vectigal) per affittarne degli appezzamenti Nell’ambito delle province Romani concessero a determinate città delle condizioni/statuti eccezionali: - civitates foederatae= città alleate - civitates sine foedere liberae= città con autonomia sovrana (entrambe sottoposte a pagamento dello stipendium e al rispetto di determinati obblighi) - civitates liberae et immunes= città esonerate da obblighi tributari ⇒ province conservarono le loro leggi e istituzioni in linea di massima MA esse andavano sotto la supervisione del GOVERNATORE PROVINCIALE, che aveva potere politico spesso usato in maniera ingiusta. A. NOMINA DEI GOVERNATORI: per le due prime province (Sicilia e Sardegna) furono eletti magistrati appositi; poi vennero eletti due nuovi pretori, per evitare mobilitazione di presidio militare per esercitare imperium legato a queste precedenti magistrature. moltiplicarsi dei territori= moltiplicarsi magistrati→ non sostenibile Espediente= utilizzo sistematico dell’espediente della prorogatio imperii= meccanismo di emergenza divenne abituale: al termine del suo anno di carica, pretore e console veniva inviato nelle province, assumendo il controllo attraverso il conservato imperium → proconsole e propretore B. ASSEGNAZIONE DELLE PROVINCE: province venivano assegnate dal senato, ma avendo ogni provincia un’importanza e una produttività diversa, per assicurare l’imparzialità dell’assegnazione si ricorse al meccanismo della sortitio (no arbitrio del senato). C. USO SCORRETTO DEL POTERE: spesso il governatore collaborava con i publicani, ovvero coloro che riscuotevano le imposte, gli appaltatori. Essi contavano così di arricchirsi ponendo un’eccessiva pressione fiscale sui cittadini. Reati di concussione e di estorsione erano molto diffusi tra i provinciali: testimoniato da orazione contro Verre di Cicerone e numerose leggi de repetundis, contro questi atti (non realmente incisive fino a quando le giurie furono composte da membri del rango senatorio) ORGANIZZAZIONE della singola provincia era legata a particolare statuto elaborato, seguendo senatoconsulto, da 10 cittadini (decem legati), preposti all’atto di costituzione della provincia. Governatore emanava poi statuto sotto forma di lex data, in virtù del suo imperium. 40 Il territorio veniva suddiviso in distretti. Governatore era affiancato da legati di rango senatorio, scelti dal senato. Aveva sotto un questore con funzioni militari e finanziarie, un po’ tutto. Debolezza dell’apparato burocratico portò a delegare funzioni soprattutto in ambito urbano a intermediari privati romani (publicani) e a concedere relativa autonomia per organizzazione urbana e amministrativa interna. Sistema giudiziario era di competenza del governatore; popolazioni erano considerate prive di ordinamento. Tradizioni locali vennero tutelate ma vennero affiancate a forme elementari del diritto romano. Repressione militare discendeva direttamente dall’imperium militiae, ma non era applicabile alle città alleate che avevano autonomia giurisdizionale. CULTURA ELLENISTICA (p.192) TRASFORMAZIONE DELLA SOCIETA’ ROMANA Cambiamento politico determinò forte cambiamento sociale: 1. ACCUMULAZIONE DELLE RICCHEZZE - beneficiari principali furono: aristocrazia e ceto equestre - appaltatori e pubblicani - nobilitas che aveva monopolio delle cariche rimase al margine di queste nuove forme di gestione delle ricchezze, continuando a servirsi dell’aiuto di collaboratori e banchieri e a fare investimenti stabili come: insulae (inv. immobiliari), fondi agrari e grandi tenute con nuovi sistemi produttivi (favorito dalle grandi masse di schiavi). 2. SCHIAVI come fondamento dell’economia romana Tra III e II sec. aumentarono le potenzialità economiche offerte da questo tipo di dipendenza. Schiavi utilizzati per lavori pesanti (latifondi, miniere e navi) ma anche in contesti di affiancamento/utilità per il pater familias che si avvaleva delle qualità peculiari dello schiavo: es. schiavi di cultura come insegnanti. ⇒ introduzione di nuovi strumenti tecnici e culturali. Proprietario poteva arbitrariamente concedere libertà allo schiavo, insieme necessariamente alla cittadinanza. Questa consuetudine andava contro la spinta conservatrice e avversa alla filoellenizzazione culturale. Vi era possibilità di concedere altre cittadinanze (latina e di peregrinus), ma non furono molto considerate: vincolo indissolubile tra libertà e civitas. L'attribuzione della cittadinanza portò alla nascita di una nuova classe sociale, quella dei liberti. Figli di schiavi nati dopo esser diventati liberti venivano considerati ingenui e quindi avevano possibilità di accedere a ranghi sociali superiori. Mutamento dei costumi fu inevitabile. LA COSTITUZIONE MISTA di Polibio come motivo della supremazia romana (divergenza con il pensiero romano; p.198) 41 capitolo 11 GRANDI RIFORME E CRISI DELLA CLASSE DIRIGENTE PUNTO DI ROTTURA nuovi incarichi e compiti legati a espansione di Roma e aumento della sua potenza ↨ istituzioni e strutture antiche numerosi punti critici: - attrazione delle élite locali verso Roma per coincidenza di interessi economici - necessità di espansione della cittadinanza - sfruttamento delle masse crescenti di schiavi - continuum delle politiche di sfruttamento nelle province - impossibilità di creare esercito composto da contadini-soldati perché nelle campagne vi erano principalmente schiavi - contrapposizione sempre più accentuata tra aristocrazia con crescenti ricchezze e base popolare sottoposta a maggiori costi. ⇒ rottura patto alla base della repubblica Impossibile trovare soluzione con vecchi modelli istituzionali. Vero problema infatti era SCARDINAMENTO di questo sistema politico dalla sua base sociale e quindi conseguentemente dal supporto in termini di consenso CONTRADDIZIONE di fondo nel mondo romano di questo periodo = perseguire obiettivi di potere e cercare di mantenere egemonia portava allo stesso tempo alla crisi e al deterioramento del sistema romano: forza militare, perno di questa condizione di predominio, aveva portato anche a eccesso di ricchezza, urbanizzazione, sfruttamento delle province e attribuzioni di poteri straordinari ai comandanti militari. Questa crisi portò alla nascita di due tendenze politiche nel gruppo dirigente: 1) optimates= difesa delle antiche gerarchie e tradizioni, difesa di un’aristocrazia ancora più accentrata e arbitraria 2) populares= fazione innovatrice, conservazione del fondamento rurale della società romana, coloritura filopopolare e richiesta di una democrazia più radicale ⇒ impossibilità di confronto e compromesso ⇒ aumento uso della forza bruta ⇒ irrigidimento di meccanismi che andavano a ledere equilibri e libertà repubblicane (es. senatus consultum ultimum) RIFORMA AGRARIA Metà del II secolo= evidente problema di reclutamento per le legioni: meno cittadini liberi nelle campagne (più schiavi). Roma organizzava l’esercito in base a schema centuriato: divisione tra adsidui (=proprietari fondiari) e proletarii (=nullatenenti). Con le guerre annibaliche la soglia della proprietà fondiaria richiesta per entrare negli adsidui si era abbassata. 42 Da queste riforme mancate possiamo trarre alcune riflessioni: ⇒ l’attività legislativa dei comizi tributi si stava rafforzando e svincolando da altri organi, avvicinandosi a un tipo di democrazia assembleare ateniese, che si sarebbe potuta realizzare a roma solamente con l’unione di assemblea popolare e ceto equestre contro l’aristocrazia senatoria. Questo non era però possibile poiché: - interessi ceto equestre e nobiltà senatoria convergevano nel lungo periodo, oltre Gracco - sempre più centrali erano le funzioni militari proprie del ceto senatorio ⇒ intima contraddizione romana: paura per la politica imperialistica e per le sue conseguenze, ma impossibilità di distaccarsi dal potere e dai vantaggi che questa comportava. Es: Catone + LEGGE FRUMENTARIA = grano quasi gratuito ai cittadini romani, quindi sgravo fiscale sulle province ⇒ problema centrale della politica romana: dilatarsi di un potere che rimaneva invece ristretto per quanto riguarda la base politica ⇒ crescente volontà da parte degli italici, latini e in generale degli alleati di rientrare sotto la civitas romana, dati i numerosi vantaggi che ne conseguivano. Dopo un secolo non vi era più volontà forte di mantenere limitata sovranità (suis legibus uti). Contrapposizione con cautela romana nell’estensione della cittadinanza Gracco tentò estensione della cittadinanza romana agli antichi latini che ne erano rimasti fuori (commercium e connubium), passando i loro privilegi agli alleati italici, MA fu contrastato in questo dall’altro tribuno della plebe, Druso, il quale diminuì il suo consenso popolare. Linea politica graccana fu cancellata: nel 111 la lex agraria epigraphica riorganizzò tutto il demanio territoriale romano. Ager publicus ritornò a essere di proprietà privata, alcuni grandi proprietari presero il posto di coloni che non erano in grado di gestire il terreno. Con queste riforme è iniziata spirale di violenza che portò a guerre civili. 45 capitolo 12 TRAMONTO DELLA REPUBBLICA GAIO MARIO Campagne militari necessarie per difendere la Penisola Italica dalle minacce di un’invasione barbarica (frequenti). Difesa venne affidata a generale plebeo Gaio Mario → vittoria Gli fu affidata anche la guerra in Nord Africa, contro Giugurta, re della Numidia, grazie alla pressione popolare. ⇊ Le difficoltà della leva militare furono risolte attraverso la recluta dei proletari (nullatenenti) della città, attratti dal guadagno e dal bottino di guerra. Se prima era necessario avere ricchezza minima per entrare nell’esercito, Mario aprì la carriera militare anche ai capite censi. ⇒ ESERCITO DI MESTIERE, non più legato al concetto astratto e neutrale di difesa della res publica, ma alla personalità del generale → affermazione del potere personale (successive conseguenze) Mario fu poi rieletto al consolato (importante modifica istituzionale, soprattutto per la storia successiva). Politica caratterizzata da forte spinta popolare e soprattutto dal legame con Saturnino e Glaucida= tribuni della plebe che fecero approvare diverse leggi in senso popolare: - Lex Appuleia de maiestate minuta= ampliava le caratteristiche del crimen maiestatis, che rendeva facilmente utilizzabile la categoria di attentato alla maiestas del popolo romano - distribuzione grano alla plebe, fondazione colonie, distribuzione terre ai veterani Dopo che assassinarono il nuovo candidato al tribunato, il senato incaricò Mario attraverso un senatus consultum ultimum di intervenire contro vecchi alleati (poi uccisi). Mario si trovò quindi a metà tra le due fazioni e con scusa si allontanò da Roma. Cinna prese quindi la guida del partito popolare, in quanto tribuno della plebe. LIVIO DRUSO = figlio di Druso, tribuno della plebe oppositore di Gracco MA lui, durante il suo tribunato della plebe, riprende la linea innovativa di Gaio Gracco: - Lex Livia agraria= frumentationes + ridistribuzione delle terre pubbliche + ritorno delle competenze giudiziarie solo al senato (no rango equestre) - Equites vennero però favorini nel raddoppiamento dell’organico del senato fino a 600 senatori: apertura maggiore - riprese linea di Gracco per la cittadinanza: estensione progressiva della cittadinanza romana ai Latini e latinità agli italici ⬇ Oligarchia senatoria rifiutò bloccando la legge; assassinio di Druso ⬇ RIBELLIONE ANTIROMANA degli ITALICI 46 LA GUERRA SOCIALE = guerra fatta dai socii (alleati) di Roma contro Roma stessa; insieme di diverse aspirazioni e obiettivi ma comunque tutti in chiave antiromana. Sanniti erano il nucleo più forte. Mentre alcuni lottavano per l’annessione alla civitas romana, altri si erano uniti alla lotta nella speranza di liberarsi del giogo romano. Nel 91 Superaequum viene eletta città capitale alternativa a Roma, batte anche moneta. Forza propulsiva furono strati popolari delle varie comunità + appoggio delle aristocrazie romane, le quali maggiormente aspiravano alla cittadinanza romana per i numerosi vantaggi politici ed economici. Insuccesso del tentativo romano di sopprimere la rivolta con la forza militare → offerta: benefici politici precedentemente negati per coloro che avessero sospeso le ostilità belliche (Lex Iulia de civitate socii) Tra 89 e 88 la guerra si spense grazie a Lex Iulia de civitate Latinis et sociis danda (plebiscito). Nonostante ciò, non tutte accettarono subito dimostrando diversi fini per i quali erano entrate nel conflitto. Poi Lex Papiria Conseguenze: - perdita delle proprie istituzioni politiche e giuridiche (fundus fieri) - inclusione nel sistema comiziale romano: numerose incertezze su come fossero stati inseriti nel sistema delle tribù. In quante tribù furono inseriti, se queste si aggiungessero in quanto nuove alle vecchie 35, o se inseriti in quelle vecchie. MA risulta evidente la filosofia di fondo= evitare di modificare i rapporti di forza del corpo elettorale. N.B: omogeneità giuridica e politica è legata anche alla prevalenza che aveva assunto la lingua latina nella penisola italica, rispetto a lingue singole particolari. Nell’età di Cesare diritto romano era unica forma giuridica in vigore in tutta la Penisola. GUERRE IN ORIENTE E L.C. SILLA Nell’Oriente Ellenistico Mitridate, re del Ponto, provocato da una piccola spedizione contro di lui fatta da un esercito locale e alcune forze romane, iniziò un feroce massacro di commercianti romani e italici= segnale di sollevamento antiromano → Roma sedò la rivolta dopo aver pacificato la penisola. Come comandante fu inviato Lucio Cornelio Silla, un esponente del partito aristocratico. Egli prese il comando con la forza, passando sopra le decisioni del senato e dei comizi. Questa violenza rientra però nell’economia della lotta delle due fazioni contrapposte: continua contrapposizione basata su approvazione di leggi che vigevano solo durante il periodo di supremazia di una parte, per poi esser subito contraddette da leggi successive dell’opposizione. Omicidi politici, utilizzo indiscriminato di: - procedimenti de maiestate da parte popolare - senatus consultum ultimum da parte degli optimates Assenza di Silla = ritorno di Mario a capo del partito popolare; assassini e persecuzioni. Ritorno Silla nell’82: MARCIA SU ROMA e instaura ordine legale fondato sul terrore. Massacro degli esponenti del partito popolare e compilazione delle liste di proscrizione. 47 Giuria decretava colpevolezza mentre il magistrato irrogava la condanna, non passibile di provocatio per i processi de repetundis. Ius esilii= possibilità di evitare pena di morte; uscita dall’ambito della sovranità romana ⇒ riforme sillane in ambito del processo criminale ebbero effetti positivi: - divisioni di crimini e tribunali - divisione delle funzioni della polizia - principio che nessuno può essere perseguito penalmente se la condotta imputatagli non è precedentemente definita dalla legge (ultimo capitoletto pag 229) 50 capitolo 12 L’ETA’ DELLE GUERRE CIVILI Nonostante le riforme il Senato aveva ormai perso prestigio: - opinione pubblica riteneva ormai ogni sua azione determinata dalla corruzione - senato coincideva ormai con con la fazione degli optimates conservatori, quindi non rappresentava più l’intero sistema politico - scontro tra fazioni opposte aveva incrementato instabilità della situazione politica - numerose personalità carismatiche a capo delle diverse fazioni ⇒ formazione sempre maggiore di poteri personali basati sul potere militare. Questo elemento di crisi fu aiutato dalla crescente dicotomia tra magistrature cum imperio e promagistrature e attribuzione eccezionale di poteri magistratuali nelle province POMPEO fu esempio di questi poteri eccezionali: - imperia pretori e trionfo mentre era parte dell’ordine equestre grazie all’appoggio di Silla - consolato nel 70 - Senato indugia a dargli poteri eccezionali per combattere contro i pirati perché riconoscevano sua ambizione e pericolosità; glieli attribuiscono poi a causa della pressione popolare con Lex Gabinia de piratis persequendis nel 67. Manovra eccezionale perché: → ad un privato cittadino → non era una prorogatio imperii → battaglia del genere richiedeva un superamento dei limiti spaziali e territoriali dell’imperium → potere assoluto - con appoggio popolare strappò a Lucullo il comando militare contro Mitridate - Finite le sue campagne militari si propone come organizzatore delle province d’Oriente da lui conquistate, ma il senato si oppone: ciò avrebbe ingigantito la sua sfera di dominio e soprattutto gli avrebbe assicurato le province più ricche. ⇒ ACCORDO PRIVATO = TRIUMVIRATO di Pompeo e Licinio Crasso (optimates) e Cesare (aristocratico ma legato ai populares) 1) CESARE: aveva forte influenza sui comizi, tanto da farsi eleggere pontifex maximus; contava sull’appoggio degli altri due per la candidatura al consolato, indispensabile per avere comandi provinciali e quindi potere militare (come Pompeo) 2) POMPEO voleva appoggio di Cesare affinchè facesse approvare ai comizi la sua proposta di sistemare le province d’Asia, rifiutata dal senato. Inoltre cercava di uscire da quell’isolamento che si era creato intorno a lui: no appoggio popolare (origini poi tradite con vita politica) e no aristocrazia perché troppo potente, quindi minaccia. 3) CRASSO voleva ristabilire il proprio prestigio militare attraverso una campagna contro i Parti Questo che di per sé era un accordo privato minò ancora di più la stabilità del senato, che fu scavalcato attraverso il voto dei comizi. Valore simbolico del rinnovamento degli accordi quattro anni dopo a Lucca, dove si recarono più di 200 senatori e magistrati cum imperio per rendere loro omaggio. CESARE E LA SUA POLITICA 51 ❖ proposte di legge agrarie= punto chiave del programma del partito popolare; prevedeva ridistribuzione terre italiche e provinciali + nuovo uso del terreno pubblico. Opposizione di Cicerone ❖ Lex Iulia de pecuniis repetundis= riforma della disciplina di questo reato ❖ ricerca di appoggio da parte degli equites, ai quali conferì nuovamente ruoli nel sistema degli appalti, e quello della base popolare, che fu assicurata durante la sua assenza dell’operato dei tribuni della plebe: es. Clodio Scontro rimase esclusivamente tra Cesare e Pompeo e dal 52 iniziò situazione di tensione che degenerò con la richiesta fatta dal senato a Cesare di ritornare a Roma in quanto privato cittadino per riproporre la propria candidatura come console. Pompeo era ormai alleato del senato che vedeva in Cesare un pericolo, in seguito alla sua conquista della Gallia Transalpina e del suo proconsolato nelle province galliche. Pompeo (consul sine collega) fece quindi una serie di leggi volte ad indebolire l’avversario. Entrare a Roma in quanto privato cittadino avrebbe significato per Cesare esporsi al rischio dell’assassinio politico, ormai consuetudine in quegli anni. Nel 49 decise quindi di varcare il Rubicone, confine dello spazio civile di Roma, con l’esercito, prendendo Roma, andando contro la legalità repubblicana e costringendo Pompeo alla fuga in Oriente (dove aveva organizzato le province). Battaglia di Farsalo. CESARE E IL POTERE potere forte ma complesso e articolato: In lui risiedevano tutti i poteri magistratuali tradizionali, che solitamente sarebbero stati divisi tra distinti titolari. Andava contro divisione sillana dell’imperium, poiché ricongiungeva nella propria persona imperium civile, legato al consolato, e quello militare del proconsolato. Egli inoltre si fece nominare DITTATORE: - carica temporanea per il 48 e 47 - dal 45 divenne permanente e vitalizia - non legata a finalità precisa ( Silla)≠ Fu console per 10 anni. Gli fu attribuito a vita il titolo di IMPERATOR, che ricalcava la rilevanza militare del suo potere: nome dato a magistrati che tornavano a Roma vittoriosi. Prese poi potestas censoria, intervenendo sulla struttura della cittadinanza, casse pubbliche e sul senato. Grazie al voto dei comizi egli assunse anche funzioni e prerogative senatorie come: - nomina dei governanti delle province - nuove guerre - controllo dell’erario, ovvero delle casse pubbliche (no grano gratuito a popolo) Innovazioni dal punto di vista simbolico: toga purpurea, corona d’alloro e guardia personale di senatori e cavalieri. ⇒ assetto che doveva sembrare provvisorio Grande azione riformatrice; volontà di razionalizzare e formalizzare assetto romano sotto diversi aspetti. In primo luogo tentò di risolvere i due principali problemi dell’assetto repubblicano: 1) CITTADINANZA ROMANA: egli decise di rilanciare il progetto di integrazione iniziato in precedenza, ampliandolo: 52 ● pubblicazione illecita fatta da Ottaviano del testamento di Antonio: lasciava a figli di Cleopatra come sovrani una serie di piccoli stati orientali dipendenti da Roma = monarca orientale ● Campagna politica contro Antonio fatta da Ottaviano a Roma Ottaviano intanto stava rafforzando la propria posizione a Roma; egli era infatti stato legittimato solamente dal testamento di Cesare e non aveva fatto in precedenza alcuna carriera pubblica. Quindi: ❖ Grazie ad Agrippa, generale, sconfisse il figlio di Pompeo, Sesto, il quale con la sua flotta stava bloccando i commerci mediterranei (accordo di Miseno) ❖ si era fatto riconoscere dai comizi la tribunicia potestas senza assumerne la carica relativa ❖ propaganda di difesa di Roma verso mire orientaleggianti di Antonio (immaginario collettivo della contrapposizione dei due che rimarrà anche dopo la presa di potere definitiva da parte di Ottaviano) ⇒ si giunse necessariamente allo scontro tra Ottaviano e Antonio (= scontro interno ai cesariani). Il triumvirato poteva ritenersi scaduto a livello temporale, ma non dal punto di vista del compito, almeno per Antonio, ovvero quello di rei publicae costituendae. Comunque Ottaviano era legittimato nel suo potere da: consolato assunto per quell’anno + giuramento di fedeltà fatto da Italia e province occidentali→ nuovo tipo di legittimazione di tipo carismatico. Ottaviano quindi nel 31 dichiarò guerra a Cleopatra, della quale Antonio si dichiarò alleato, delineandosi da solo come hostis rei publicae. → Battaglia di Azio nel 31 e poi suicidio ad Alessandria di Antonio e Cleopatra nel 30. 55 capitolo 14 IL PIANO DI OTTAVIANO AUGUSTO I POTERI DI AUGUSTO Augusto dopo la vittoria su Antonio, dovette formalizzare un nuovo sistema di potere che portasse alla fine al dominio della sua persona; processo lungo e graduale. 1) CONSOLATO dal 31 al 23: fu console insieme ad Agrippa, rinunciando però nel 27 ai poteri straordinari che gli erano stati conferiti, dichiarando così l’ordine epubblicano restaurato (riportato nelle Res gestae). 2) Potens omnium rerum nella sfera pubblica e politica: in precedenza aveva levato un esercito a sue spese ( Catilina perché legittimato dalla coniuratio totius italiae). Esercito dopo Azio era≠ stato sciolto ma il suo potere personale rimaneva 3) manteneva il TRIBUNICIUM IUS (potestas tribunicia; guarda appunti per prerogative) a vita senza rivestirne la carica collegata: inviolabilità, convocazione di senato e comizi, veto contro iniziativa dei magistrati in carica, repressione criminale, no passibile di intercessio da parte di altri. 4) IMPERATOR poiché successore di Cesare e per fondamento militare del suo ruolo 5) PRINCEPS SENATUS e UNIVERSORUM 6) onori straordinari e nuovi poteri conferiti dal senato in segno di gratitudine: IMPERIUM PROCONSULARE MAIUS= imperium conferito a lui console sulle province (cosa non prevista); potere sovraordinato a quello dei proconsoli + imperium sulle province non pacificate e che quindi presentavano legioni→ dominio sull'intero apparato militare. 7) Titolo di AUGUSTUS= autorità legata anche a sfera religiosa 8) OMNIUM RERUM POTESTAS= diritto di intervento per salvaguardare ogni interesse pubblico 9) Ius auxilii oltre il pomerium (tribuni plebe) + diritto = modificare la decisione delle corti giudicanti nei processi criminali 10) PONTIFEX MAXIMUS nel 12 a.C 11) PATER PATRIAE nel 2 a.C.= colui che dà vita alla città; dimensione sacrale Dal 23 prese totalità dei poteri tribunizi + IMPERIUM venne definito MAIUS = superiore a tutti altri magistrati titolari di imperium, quindi superiore anche a governatori provinciali Gli fu inoltre conferito l’imperium consolare a vita = ius agendi cum patribus ⇒ insieme di due sfere contraddittorie per ambito repubblicane: imperium consolare + i. proconsoli MA tutto il quadro risulta eccezionale e fuori dalle logiche repubblicane N.B: Augusto, nonostante gli fosse stato offerto, NON accettò mai onorificenze e poteri che fossero ricollegabili alla figura del dittatore e in particolare a quella del censore, per il ruolo di queste cariche giocato alla fine della res publica. Egli infatti svolse delle attività tipiche della carica censoria, ma avvalendosi di un’estensione della sua carica consolare: censimento del 29-28 e 8-14 con Agrippa + liste dei senatori (lectiones) per quattro volte. Proprio per delineare il distacco della sua persona dalla figura del censore, nel 22 furono inseriti nuovamente due censori in carica. 56 Censore inoltre rappresentava un ruolo di scelta politica aristocratica e in contrasto con quella popolare del tribuno. ⇒ princeps= punto di congiuntura tra imperium e potestas tribunicia (= due pilastri del potere repubblicano). Cesare perché Augusto non voleva smantellare completamente l’assetto della repubblica, ma voleva≠ prendere spunto da strutture repubblicane, conservandone i poteri ma accentrandoli tutti in una figura superiore e sovraordinata. Punto in comune con la politica di Cesare = volontà di riunire imperium civile con il potere militare. Grande successo del programma di Augusto fu legato anche alla sua longeva vita, che coincise quasi completamente con gli anni passati al potere. Inoltre aiutato dal giurista Gaio Ateio Capitone (*) Augusto ricercava quindi una forte base di CONSENSO e per raggiungere questo obiettivo aveva bisogno di basare il suo potere sul rispetto e la linea continuativa delle tradizioni politiche e sociali repubblicane. Necessità quindi di lasciare a vecchie istituzioni non solo un ruolo formale, ma anche sostanziale. Dovette quindi lasciare il senato non solo in quanto istituzione politica, ma anche in quanto base sociale ormai radicata nella struttura romana. Il ceto senatorio aveva il controllo su tutti i superiori comandi militari e il governo delle legioni, di cui però deteneva il potere anche Augusto in quanto imperator, eletto da popolo e senato che il potere militare dello stesso legava = intreccio. Senato andava inoltre mantenuto da Augusto in quanto, non solo casta a cui lui stesso faceva parte, ma soprattutto in quanto ceto detentore di ricchezze immense, essenziale negli equilibri sociali e politici. ⇒ nuovo potere veniva legittimato dal popolo ed esercito; supporto dell’armata sarebbe però cambiato presto nella sua fisionomia, diventando essa composta anche da provinciali e allargando così il consenso anche all’impero nella sua totalità. Potere di Augusto aveva parvenza di una monarchia orientale, soprattutto agli occhi dei provinciali. Potere era infatti assoluto, Augusto poteva avere controllo su singoli cittadini MA la sua supremazia incontrava i limiti delle caste sociali vigenti a Roma: egli infatti non poteva modificare l’ordine sociale alla base dell’urbs. AUCTORITAS= parola con cui Augusto stesso definisce il suo potere; termine con valenza tecnico-giuridica che esprimeva funzione di indirizzo, sorveglianza e integrazione da parte di un soggetto verso azione e poteri di un altro→ Augusto diventava così protettore e garante: processi decisionali di altri organi dovevano essere validati dalla sua auctoritas. 57 GOVERNO dell’Impero si divideva in due logiche: riferimento ad antico sistema repubblicano (senatori) e a potere-patrimonio personale del principe (ceto equestre) 1) CURATORES= elementi del rango equestre a cui veniva affidata gestione e tutela del patrimonio immobiliare composto da monumenti religiosi e pubblici, vie di comunicazione, acquedotti, fognature, ecc… (competenze che erano passate sotto l’imperatore a causa delle sue funzioni censorie). 2) PROCURATORES= incombenze di carattere amministrativo; termine procurator riconduce alla relazione del diritto privato tra dominus e i suoi incaricati, che avevano il potere di gestire suoi affari e stringere accordi in suo nome, se incaricati. ⇓ Augusto applicò logiche della gestione del patrimonio privato all’amministrazione pubblica Inizialmente molti compiti furono affidati ai suoi liberti, fino al 1 sec. d.C in cui subentrarono elementi del rango equestre: Procuratores Augusti di rango equestre e a ruoli elevati, con sotto una rete di procuratores prima di liberti imperiali e poi da Adriano di rango equestre; generalizzato a tutti ambiti di interesse pubblico con responsabilità del principe (importante ambito finanziario) ⇒ punto di contatto tra le due logiche era principe stesso e i suoi collaboratori = Cabine centrali da cui partivano impulsi, informazioni e decisioni Importanza portò a crescente formalizzazione e uniformazione delle procedure seguite + fitta comunicazione CONSILIUM PRINCIPIS= organismo mutuato dalla tradizione precedente; relazioni politiche polarizzate sulla figura del principe; organo privato con funzione di supporto e di coordinamento del governo imperiale. Anche giuristi autorevoli erano membri. Con Adriano iniziò retribuzione; prefetto del pretorio, componente più importante, fu chiamato a presiederlo, in assenza del princeps. AMMINISTRAZIONE DELLE PROVINCE Augusto pose governatori provinciali sotto il controllo unitario e costante esercitato dal potere centrale, direttamente o indirettamente. Graduale integrazione: - Claudio: orazione tenuta in senato; inserimento di provinciali in senato e concessione della civitas romana a numerose comunità provinciali - Flavi: processo di latinizzazione di intere province ⇒ facilitazione dell’ascesa sociale attraverso servizio militare o servizio del principe N.B: Vespasiano (70-79)= primo imperatore italico & Traiano (98)= primo provinciale 60 DIVISIONE tra Province senatorie (populi romani) e province imperiali, ancora sotto controllo delle armate romane; criterio non irrigidito nell’applicazione. PROVINCE POPULI ROMANI PROVINCE IMPERIALI 1) proconsules al governo 2) nominati dal senato 3) di rango senatorio, ex consoli o ex pretori 4) controllo del senato MA sottoposti a imperia dei singoli governatori era sottoposto a imperium maius del princeps 5) sottoposti a mandata del princeps= istruzioni 1) legati Augusti (proconsules) 2) nominati dal principe 3) rango consolare, ma con imperium pro pretore 4) sotto imperium maius del principe 5) sottoposti a mandata del princeps= istruzioni Punti generali: a) autonomia del governatore provinciale era stata ulteriormente ristretta a causa di insieme di funzionari e magistrati minori dei vari uffici amministrativi b) durata più limitata: evitare poteri autonomi o radicamento c) procuratori imperiali preposti a funzioni amministrative, in particolare quella finanziaria e di esazione fiscale, ma comunque discreta partecipazione del governatore → scomparsa/modifica delle forme di appalto e sfruttamento repubblicane d) vincoli posti alla condotta, anche privata, del governatore attraverso costituzioni imperiali e) era capo della politica dei lavori pubblici; controllo importante fatto sui bilanci perchè cattiva amministrazione avrebbe portato effetti negativi anche a Roma. f) era vertice dell’amministrazione giuridica: privatistica e penale, MA LIMITE= margini di autonomia dei centri cittadini nelle province: civitates liberae, liberae et immunes, foederatae→ intreccio di situazioni giuridiche Controllo capillare sulle province favorito da divisione interna delle 15 province di età repubblicana: nella prima età imperiale, raddoppiate, sotto Traiano, 45 RETE DI GOVERNO L'efficacia delle nuove politiche va ricondotta al potenziamento dei meccanismi conoscitivi e decisionali, ovvero dell’apparato della “cancelleria imperiale”, incaricata di monitorare e indirizzare il sistema periferico tenendolo legato al potere centrale. → sistema di circolazione delle info e delle direttive imperiali. La cancelleria ufficiale era divisa in uffici, distinti secondo le loro funzioni fondamentali: ⇒AB RATIONIBUS, per il bilancio ⇒ A LIBELLIS = per suppliche private rivolte all’imperatore ⇒ A COGNITIONIBUS = questioni giurisdizionali deferite dal principe ⇒ Ufficio per raccogliere e conservare atti ufficiali del principe by Flavi ⇒ AB EPISTULIS, per la corrispondenza; poi diviso in due per dividere tra le due lingue dell’impero, greco e latino. L’ufficio era sotto la direzione di due procuratori. Comunicazioni tra 61 centro e periferia erano riconducibili a ius edicendi repubblicano, riconosciuto prima ad alti magistrati e ora all’imperium di Augusto. - edicta = contenuto normativo di portata generale, per tutti i cittadini - mandata = specifiche istruzioni ai governatori/funzionari; efficacia inizialmente non andava oltre la vita di princeps emanatore. - decreta = sostanziavano decisione giudiziale relativa a questione posta al princeps; spesso si distaccava dal diritto vigente e quindi dava vita a nuovo giurisprudenza - epistulae = risposta a quesiti rivolti da giudice; inviata separatamente. Risposta particolare che poteva essere poi astratta a principi generali. - rescripta = risposta data a privati, scritta sotto il testo della quaestio per evitare interpolazioni o equivoci interpretativi → queste diverse categorie di espressione della volontà dell’imperatore vennero poi comprese nella generale categoria delle costituzioni (valore normativo esclusivo del principe) Importante in questa rete di comunicazioni erano anche le condizioni materiali di cui l’impero era dotato: sistema di comunicazioni era sotto la pertinenza del governo centrale; oneri finanziari ai municipi. Inoltre era fondamentale il cursus publicus per messaggeri imperiali, funzionari, ufficiali e membri dell’ordo senatorius. Cursus era sotto compito dei curatores. IL FISCO Dualismo tra Augusto e il senato espresso anche attraverso la sfera economica: 1) BATTERE MONETA= espressione della sovranità, solitamente compito del senato. Dal 15 a.C. Augusto divide: - oro ed argento battuti da lui - bronzo dal senato → squilibrio 2) divisione formale tra AERARIUM POPULI ROMANI (controllo del senato) e FISCO IMPERIALE (sistema finanziario autonomo sotto il controllo del principe). L’amministrazione del primo spettava inizialmente ai praefecti aerarii di rango senatorio, poi sotto Nerone a due praefecti aerarii Saturni MA comunque tutto era sotto il potere di controllo del princeps. —> confusione tra patrimonio personale e tesoro pubblico portò a indebolimento dell’aerarium populi Romani rispetto al fisco Con fisco si intendevano dall’età di Tiberio tutte le attività finanziarie di pertinenza del princeps Introduzione delle RATIONES = casse separate per singoli settori di competenza: es. macchina militare e amministrativa. Tutto sotto il controllo del princeps. AERARIUM MILITARE= gestito da tre praefecti di rango pretorio che rispondevano al principe; aveva varie entrate: imposte di successione(5% dei patrimoni), vendite e contributi da casse private del principe. Cassa era strumento per la liquidazione dei veterani al congedo (somme di denaro subentrate alle terre) Sfera del patrimonium principi veniva arricchita da diverse entrate “pubbliche”: acquisizioni con condanne criminali, proventi delle province imperiali, lasciti testamentari a favore del princeps. → usate per spese di carattere pubblico MA anche nel patrimonio del principe. Patrimonio di latifondi. Patrimonio trasmesso al successore nel potere imperiale è affidato alla gestione di un procurator a patrimonio, anche liberti. 62 4) IUS VITAE AC NECIS = restaurazione di un antico ius riconosciuto al pater familias; obiettivo = repressione di condotte immorali. 5) LEX DE ADULTERIIS del 17 a.C.= legge che prevedeva esilio e sequestro di una parte del patrimonio in caso di adulterio Inoltre attenzione per la vita giuridica romana: ius sacrum detenuto da Augusto era legato a ius civile. Alcune novità: ● ius respondendi ex auctoritate principis = legame della scienza giuridica all’influenza del princeps→ centralità del princeps ● lex Iulia iudiciorum publicorum del 17 a.C.= sancì carattere ordinario e definitivo del processo formulare come ordinario procedimento giudiziario: processo dal carattere privatistico poiché iudex privatus, scelto tra i cittadini, doveva scegliere sulla questione dopo che il magistrato ne aveva definito i termini giuridici stessi. MA Augusto sin dal 30 a.C. aveva, per conferimento del senato, il potere di intervenire in grado di appello su sentenze già emanate → serie di innovazioni by Augusto portarono a deperimento stesso del processo ordinario a favore di un processo di carattere pubblicistico, definito extra ordinem. FONDAMENTO SOCIALE DEL PRINCIPATO Augusto moltiplicò uffici e funzionari nel suo apparato di governo, accentrandone il controllo su di sé attraverso i FUNZIONARI = figure legate da diretta e personale dipendenza con il principe, i quali assolvevano compiti per lui grazie al rapporto fiduciario con lui. Rivoluzione organizzativa portò a nuovo equilibrio tra gli ordini sociali: ⇒ CETO EQUESTRE assunse rilevante centralità per diversi motivi: ❖ ceto privo di consolidate radici politiche → lealtà assoluta verso il principe ❖ capacità di assorbire nuovi componenti = ampliamento della classe ❖ rappresentavano la struttura portante del nuovo ordine burocratico ❖ numerose cariche amministrative legate anche a necessità di garantire loro compenso che era loro mancato con la sottrazione dei sistemi di appalto e di sfruttamento delle province ⇒ PROCURATORES evidenziavano legame tra amministrazione privata e pubblica; nominati e dipendenti dal princeps. Si andarono formando serie di regole basate sulla loro consuetudinarietà e basate su sperimentazione nel corso del tempo → formazione di ordine GERARCHICO basato su competenze rispettive e retribuzione ⇒ possibilità di fare carriera, legata non solo alla bravura ma anche ai legami con il principe. ⤷continuità con le logiche repubblicane = peso dei legami di amicitia, alleanze e intrecci di rapporti MA in questo caso rapporto principale è quello instaurato con il principe. PROCESSI ECONOMICI a) processo di indebolimento dei vantaggi relativi alla produzione italica, che prima erano cresciuti grazie al basso costo della manodopera bassa essendo fornita da afflusso di schiavi dopo le conquiste belliche. Flusso unilaterale dei beni → riequilibrio imposto da Augusto comportò miglioramento del quadro generale: sgravi fiscali imposti alle province trovavano una compensazione nella fruizione da parte del centro dei beni e dei servizi realizzati nel mondo periferico. Pace imperiale aveva portato allo sviluppo dei mezzi di comunicazione e quindi del mercato. ⇒ TESI GIBBON = nel sistema chiuso dell’impero romano, il prelievo fiscale sulle province aveva funzione riequilibratrice grazie agli acquisti fatti dal centro dell’impero. Così però il 65 centro smetteva di produrre, causando quindi un capovolgimento della situazione economica dell’epoca: province >, centro < Comunque miglioramento generale della situazione economica dell’impero b) crescita economica NON aveva però comportato una crescita dei processi produttivi (produzione di massa solo per alcuni prodotti agricoli). c) diverso significato della macchina guerra: guerra in età repubblicana pesava sulle popolazioni vinte (no unificazione economica), ma quando i romani rinunciarono alla guerra in età imperiale si resero conto del suo peso economico, irrigidendone il bilancio. BILANCIO CONCLUSIVO Nonostante il suo continuo rifarsi a modelli e tradizioni precedenti, Augusto seppe innovare profondamente Roma e il suo impero sotto un aspetto centrale: egli uscì dalla logica esclusiva di Roma come città-centro per aprirsi alla visione di impero: 1) concluse il processo di UNIFICAZIONE ITALICA dal punto di vista giuridico-istituzionale ed economico. Divisione poi del territorio in regiones. 2) chiuse il circolo di AGGRESSIVITA’ che Roma aveva generato nei confronti dei conquistati; questo eccessivo uso di violenza e logiche aggressive aveva portato a dissapori interni e avrebbe determinato nel lungo termine la caduta di Roma stessa: meccanismi di integrazione provinciale, non per esclusiva etica di buon governo ma anche per sicurezza stessa di Roma ⇒ esaltazione di Roma in quanto città, ma non più nucleo politico arcaico, in favore di una nuova logica imperialistica 66 capitolo 17 NUOVO ORDINE IMPERIALE LA SUCCESSIONE Augusto si preoccupò di assicurare al suo successore la legittimazione del potere da lui ottenuto; non essendo una monarchia non si poteva fare riferimento esclusivamente alle logiche dinastiche; il potere di Augusto derivava infatti dalle investiture ufficiali fatte da senato e comizi. Progetto di augusto basato su: a) VINCOLI FAMILIARI: ➔ matrimonio con Giulia, sua unica figlia ➔ adozione b) INTEGRAZIONE del designato NELLA SFERA DI POTERE con presenza del predecessore (sfera privata dei diritti, non pubblica, quindi no possibile rivendicazione senza questo passaggio): ➔ Tiberio venne coinvolto negli ultimi anni di vita di Augusto nella titolarità dell’imperium proconsulare e della tribunicia potestas, principali pilastri del potere augusteo c) COINVOLGIMENTO dei due FONDAMENTI FORMALI, ovvero senato e popolo: trasmissione in blocco del potere imperiale attraverso delibere approvate dal senato e dai comizi. Si venne consolidando quindi una struttura-tipo della delibera destinata a divenire poi una legge d’investitura dei poteri del principe: lex de imperio Vespasiani ci è giunta Investitura veniva inoltre approvata dalla forza militare: truppe imperiali, soprattutto i pretoriani, acclamavano il nuovo imperator. ⇒ possibilità di crisi a causa di questo intreccio di rapporti di forza e possibili rivendicazioni. SUCCESSIONI GENS GIULIO-CLAUDIA ★ TIBERIO (14-37) - figlio della moglie di Augusto, Livia - designato tardi al potere - inizialmente propensione al ritorno della centralità del senato MA poi esiti autoritari, legati anche alla figura negativa di Seiano, suo prefetto del pretorio: egli aveva approfittato dell’allontanamento di Tiberio per perseguitare ranghi senatori e famiglia imperiale, per eliminare possibili successori. - dopo la morte di Seiano, non vi fu ridimensionamento dei poteri assunti né rivalutazione del senato - passaggio a politica difensiva dei limes e completo disarmo delle province pacificate - la morte di Germanico ★ CALIGOLA (37-41) ★ CLAUDIO (41-54): - espansionismo (sud Gran Bretagna) - potenziamento della macchina amministrativa imperiale. Coinvolse in questa i giuristi. Impiego di liberti imperiali portava all’ostilità del senato che era ridotto nelle sue funzioni (quindi testimonianze negative su questo imperatore). - potenziamento del porto di Ostia e perfezionamento del vasto apparato pubblico. 67 SENATO ORA= struttura sociale nuova: non è più composto solo dalla nobilitas patrizio-plebei ma ora affluiscono anche vertici burocratici e militari dell’impero; elementi facevano scalata sociale attraverso cariche assunte nel nuovo impero per poi giungere all’ordo equestre o senatorio. → importanza del senato deriva dal potere che ancora deteneva grazie a esponenti che giungevano tra le sue fila. 70 capitolo 18 IL DIRITTO DEL PRINCIPATO I GIURISTI IN AMBITO IMPERIALE In ambito giuridico non vi furono grandi cambiamenti dal punto di vista delle fonti: - editto del pretore - responsa e interpretazione dei giuristi - leges dei comizi - senatus consulta Interpretatio giurisprudenziale subì modifica: IUS PUBLICE RESPONDENDI EX AUCTORITATE PRINCIPI = diritto di dare responsa in base all’autorità del principe → accresceva prestigio del giurista e delle sue opinioni (in caso di contenziosi o contrasti) Privilegio venne concesso ai migliori giuristi dell’epoca: prima solo ordo senatorius, poi anche di ordo equestre (es. Masurio Sabino) Giuristi ebbero importante ruolo anche nell’amministrazione, nella quale introdussero logiche proprie del loro ambito: formalismo, coerenza logica, rilevanza dei precedenti e delle soluzioni già adottate Un altro ambito che coinvolse i giuristi fu quello delle costituzioni imperiali, conservate e custodite (*legittimità*) dalla cancelleria: le disposizioni contenute nelle costituzioni imperiali erano diventate una vera e propria fonte del diritto, parallela alle altre già presenti (lege, responsa, mores, edicta magistratuali). Compito dei giuristi fu quello di estrarre dalle costituzioni imperiali tutti quei principi astraibili e generalizzabili (MASSIMAZIONE*). Interventi imperiali andavano quindi a incrementare o confermare l'antico ius civile e honorarium. Vari tipi di costituzioni imperiali furono unite e raccolte per facilitarne la consultazione. Gaio attribuisce a queste costituzioni valore analogo a quello delle leges; poi anche Ulpiano. Diritto romano era un sistema aperto, ius controversum. Giuristi intervennero anche per sviluppare una riflessione su alcuni aspetti formali e teorici del sistema in cui si inserivano: a) diritto e strumenti del diritto sono alla dipendenza del volere del principe (= valore normativo delle decisioni/volontà del principe) b) gerarchia tra i vari fatti normativi PROCESSO E GIURISTI NEL PRIMO PRINCIPATO Leges Iuliae iudiciariae → introduzione del processo EXTRA ORDINEM = processo fuori dal sistema ordinario civile, per questioni di successioni e di libertà. Principe affidava questo processo a : a) pretori: - praetor fideicommissarius = per testamenti non efficaci dal punto di vista del diritto civile ma moralmente vincolanti - praetor liberalium causarum b) consoli PRINCIPALE DIFFERENZA= Giudicavano direttamente: solitamente magistrato impostava controversia nei suoi termini legali e iudex privatus decideva sentenza. Qui invece giudizio era diretto 71 PROCESSO PROVINCIALE dove governatore si esprimeva direttamente sulle controversie,≈ emanando una sentenza. Questo processo permetteva condanna in contumacia e possibilità di fare appello contro la sentenza, rivolgendosi al giudizio di un’autorità superiore, Augusto stesso ⇒ processo extra ordinem venne poi esteso anche ad altri ambiti che prevedevano processo ordinario + rapidi sviluppi nel processo criminale che andava eliminando la presenza antica dei comizi (scomparsa del rilievo stesso dell’organo comiziale). Potere dei magistrati venne ridotto attraverso la possibilità per il principe e per 4 pretori (u.p.v.a) di intervenire attraverso la coercitio, ovvero potere di repressione. ⇒ passaggio da processo accusatorio a quello inquisitorio A partire da Adriano si ha intervento normativo per estendere le sanzioni penali: - relegatio - deportatio - ad metalla = cittadini humiliores ridotti a rango di semi servitù e costretti a lavoro nelle miniere EDITTO DEL PRETORE Pretore continuò fino alla modifica di Adriano a promulgare editto; comunque pretore veniva scelto dal principe attraverso la commendatio. Maggiore innovazione normativa si aveva attraverso senatus consulta e costituzioni imperiali → indebolimento della creatività giuridica del pretore. In questo periodo si riscontra maggiore tendenza organica dei giuristi verso alcuni settori del diritto (ius civile e honorarium) piuttosto che in età repubblicana dove attenzione era per singoli casi. ⇒ vasti commentari dedicati ai due iures con approccio sistematico ⇒ raccolte di responsa e opiniones dei diversi iureconsulti ⇒ opere istituzionali dedicate alla didattica: institutiones, regulae e sententiae Due principali sistemi: - ius civile basato su commenti ad Quintum Mucium e ad Sabinum, fondati sui libri tres iuris civilis di questo giurista - ius honorarium sui commenti all’editto del pretore Analisi e commento dei singoli casi e della loro soluzione→ teoria sottostante inespressa 72 capitolo 19 UN IMPERO DI CITTA’ ITALIA E PROVINCE Italia era stata suddivisa sotto Cesare e poi sotto Augusto in 11 regiones che inizialmente non erano predominanti dal punto di vista governativo: censimento e distribuzione delle terre erano competenza ancora di municipi e colonie MA processo di graduale CENTRALIZZAZIONE POLITICA: governo inizia controllo capillare sulle diverse autonomie locali. PRINCIPIO GENERALE della politica romana era: assetti istituzionali locali dovevano uniformarsi ai criteri affermati dal potere centrale, potendo conservare la loro relativa autonomia ed eterogeneità. ITALIA: la molteplicità degli istituti giuridici locali e si andava dissolvendo a favore di un unico diritto centrale + diffusione radicata del latino + magistrati locali diffondevano nei municipi diritto vigente a Roma, sulla linea dell’azione del pretore romano PROVINCE: romanizzazione sulla linea di quella portata avanti precedentemente in Italia; furono quindi riproposti i modelli del municipio e della colonia anche nel mondo provinciale. Plasmò quindi fisionomia giuridica, sociale e cittadina → assimilazione Roma assimilò e avvicinò a sé le élite locali (accesso a civitas dopo le magistrature) Modello di città fu applicato anche al mondo provinciale (oriente ellenistico già formato sul modello delle poleis); due approcci: a) realtà urbane già esistenti vennero legate a Roma attraverso trattati: - civitates foederatae = sovranità tollerata - civitates liberae - civitates liberae et immunes = meglio delle liberae perchè esonerate da obblighi fiscali verso Roma b) comunità indigene vennero inserite in nuove istituzioni cittadine sul modello delle colonie e dei municipi Fino al 212 d.C. PUNTO FISSO= dicotomia tra civitas Romana e peregrini Governatori provinciali dovevano emanare edictum all’inizio della loro carica e interveniva a tutela dei privilegi giurisdizionali dei cittadini romani (provocatio) Sfruttamento ottimale veniva perseguito attraverso autogoverno ed evergetismo privato (prima intervento volontario poi quasi consuetudine) e per mano dell’imperatore. DIRITTO ROMANO E DIRITTO LOCALE IN PROVINCIA peregrinus = individuo variamente soggetto al potere romano. Nelle province troviamo: - peregrini appartenenti ai territori provinciali non organizzati in civitates, dipendenti dal governatore romano - abitanti delle civitates stipendiariae, sotto la fiscalità romana ma con istituzioni autonome - peregrini delle civitates foederatae e delle sine foedere liberae - colonie e municipi di diritto latino o romano. COLONIE ROMANE = condizione migliore→ beneficiarie dello Ius Italicum= condizione di privilegio modellata su quello dello statuto giuridico italico MA condizioni amministrative e giuridiche sono poco chiare 75 GERARCHIE INTERNE alle diverse società: all’interno delle diverse comunità provinciali si generavano delle stratificazioni sociali a causa della presenza interna di cittadini romani per nascita o per promozione, ovvero cittadini provinciali dell’élite che individualmente acquisivano in seguito la civitas romana→ veterani + elementi al vertice del sistema politico e sociale Civitas romana corrispondeva anche a rispetto del diritto romano MA problema: situazioni in cui elementi delle civitas con giurisdizione autonoma avevano diritto romano quindi in caso di giudizio situazione difficile; soluzione = principio delle due parie (Cicerone): - nel rapporto con romani, diritto romano - nel rapporto con concittadini, diritto locale Concessione della civitas a individui permetteva a questi di collocarsi negli alti ranghi del mondo cittadino/comunità e garantiva a Roma la loro lealtà. Anche se vi era pluralità e autonomia giurisdizionale, comunque il GOVERNATORE era il garante ultimo dell’intero ordine legale: - possibilità di intervento su amministrazioni autonome - competenza e amministrazione della giustizia per territori non in forma cittadina - arbitrio in situazioni di conflitto tra comunità locali Medium tra governanti e governati divennero il latino e le forme di diritto romane. Le Province presero anche i costumi romani. Diritto romano diffuso nell’impero era diritto semplificato rispetto a quello vigente a Roma → fusione con le esperienze giuridiche preesistenti nel mondo orientale= diritto romano-ellenico. Anche diritto romano fu influenzato da tradizioni elleniche: es. importanza del documento scritto diffusa nelle società orientali → nuova rilevanza nel mondo romano (prassi negoziali). Editto provinciale si mosse anche per tutelare tali situazioni particolari. DIFFUSIONE DEL DIRITTO riflessione colta ed elaborata sul diritto VS difficile diffusione del differenziato materiale giuridico nell’impero. Testi giuridici e commenti/raccolte di responsa erano raggiunte da gruppi sociali prevalentemente interessati all’argomento giuridico. Già dalla repubblica sistema di conservazione e archiviazione del testi legislativi votati dai comizi. SVOLTA = guerra sociale e allargamenti della cittadinanza → allargamento del circuito di fruizione necessaria del diritto romano; difficile raggiungere per governatori provinciali i commenti dei giuristi che permettevano aggiornamento sulla produzione giuridica e orientamento per la risoluzione di casi particolari. Situazione si complicò con principato ed espansione del diritto romano a province in alcuni casi particolari→ sempre più difficile reperire interpretazioni e riassunti dei giuristi su costituzioni imperiali. ⇒ necessario garantire nell’impero un livello minimo di conoscenza giuridica, mezzi: a) ius respondendi ex auctoritate principis = criterio di orientamento nei commenti dei giuristi b) principe stesso con la sua funzione di coordinamento attraverso rescripta, epistolae et decreta → casi particolari riproponibili COMUNQUE adeguata competenza diffusa nell’impero 76 CONCLUSIONE Opera di MEDIAZIONE tra le teorie elaborate del diritto a Roma e dei giuristi e i diversi contesti periferici fu fatta da figure minori, competenti di diritto, presenti nelle zone lontane da roma e che si occupavano di semplificare la dottrina dei giuristi di roma per renderla più fruibile. ⇒ Constitutio Antoniniana del 212= costituzione imperiale fatta da Antonio Caracalla, con la quale veniva concessa la cittadinanza a tutti i cittadini dell’impero. Lo storico Cassio Dione la vede come mossa finanziaria (tasse su testamento) Allargamento della cittadinanza: → permise ancora maggiore permeazione del diritto romano nelle varie realtà locali. → irrigidimento delle distinzioni sociali già presenti nel mondo romano: humiliores e honestiores; differenza anche dal punto di vista giuridico perché primi potevano anche essere torturati → diritto romano come espressione dell’impero universale → completamento della saldatura tra sovranità e legalità: sfera politica e quella giuridica interne all’imperator Roma = sviluppo formale ed elaborato della teoria giuridica, che poi si andava semplificando a mano a mano che diritto si estendeva geograficamente→ semplificazioni e mediazioni locali Da Settimio Severo ad Alessandro = ultima stagione di giuristi originali e “creatori”: Papiniano, Ulpiano e Paolo Già da Marco Aurelio si avevano primi segni di crisi: - indebitamento in alcune città in ambito municipale → sempre più difficile affidarsi alle autonomie locali. crisi delle finanze locali aveva portato alla necessità della supervisione imperiale attraverso il curator civitatis, al vertice dei governi cittadini - pestilenza - effetti della pestilenza sull’economia: inflazione, svalutazione moneta d’argento e sitema di retribuzioni militari e burocratiche effettuate attraverso prelievi in natura Settimio Severo = esigenze difensive dell’impero, grande generale, rinforzò frontiere ma non elimino problema Parti Risollevamento economico: ricchezze di queste campagne + politica d’acquisizione di grandi patrimoni fondiari → incremento delle possessiones imperiali e delineamento di patrimonio personale del princeps Consolidamento del comando militare con riorganizzazione dei pretoriani e diretto controllo degli eserciti provinciali → incremento retribuzioni dei soldati = gravano sulle casse dello stato → economia stagnante e crisi demografica Ulpiano fu suo prefetto del pretorio. 77 Politica di Costantino: a) politica di crescita e potenziamento dell’APPARATO BUROCRATICO: - prefetti del pretorio persero loro funzione centrale: non più parte del consistorium, ma ciascuno in una delle quattro aree in cui era stato diviso l’impero (ogni parte con alcune diocesi); non più parte del seguito dell’imperatore - nel consistorium vennero introdotti il quaestor sacri palatii (legislazione imperiale), comes sacrarum largitionum (finanze), comes rerum privatarum (amministrazione) e il magister officiorum (apparato burocratico). ⇒ no differenza tra carriere equestri e senatorie ⇒ divisione tra sfera militare e amministrazione civile b) sfera MILITARE: - truppe scelte= unità mobili al servizio dell’imperatore - truppe non più isolate ma in città→ perdita della condotta austera precedente - eccessiva divisione dei compiti che minava l’unità delle legioni - milizia palatina = sostituzione dell’antica guardia pretoriana e delle coorti urbane ormai sciolte → divisa da esercito di linea e truppe di frontiera - dissoluzione del corpo centrale delle armate in diverse e divise unità - mobilità dell’imperatore - comando militare superiore affidato a comites et magistri militum; sotto di loro duces c) scelta dei COLLABORATORI, COMITES - funzionari e dignitari posti secondo una gerarchia: comites primi, secundi, tertii ordinis - poi diventò titolo onorifico, senza funzioni pratiche d) SPOSTAMENTO della CAPITALE dell’impero: riforma di Bisanzio, tra Europa e Asia, in Costantinopoli: maggior vicinanza a punti critici dell’impero (frontiere danubiane e potenza persiana) + maggiormente difendibile rispetto a Roma e) POLITICA RELIGIOSA - nel 311 Galerio aveva ordinato sospensione della persecuzione cristiana, ma nel 313 Costantino e Licinio avevano proclamato con l’EDITTO DI MILANO l'uguaglianza di tutte le religioni ⇒ ascesa del clero nelle cariche di potere - importante politica che portava a suo vantaggio soprattutto nello scontro con Licinio - non solo tolleranza ma coinvolgimento della nuova religione nel governo della società - imperatore come custode e difensore della vera e unica religione - convocazione di concili: Arles 314 e Nicea nel 325 (condanna arianesimo) - 324= editto a favore del cristianesimo → concesse a tribunali dei vescovi di giudicare cause tra cristiani ⇒ toglie potere giuridico alla sovranità - Stato non più pagano→ non più laicità del potere: princeps è espressione terrena del divino, custode e supervisore della religione e della chiesa (approvazione dei vescovi fatta dall’imperatore) TRASFORMAZIONI DELLA SOCIETA’ Punto centrale di questo periodo storico fu la profonda crisi economica che si riversò irrimediabilmente sulla società→ irrigidimento sociale: divisione gerarchica ancora più netta legata a collocazione nel sistema tassonomico: clarissimus/illustris; honestiores/humiliores Le grandi ricchezze patrimoniali iniziarono ad allontanarsi dal centro cittadino. Profondo mutamento delle élite cittadine, ceto medio, che costituiva prima il tessuto politico dei municipi. Era stato indebolito dalla pressione fiscale. Inoltre evergetismo volontario che si era formato nel periodo 80 precedente era stato sostituito da ruoli vincolanti che rendevano i singoli diretti responsabili del pagamento delle imposte cittadine Staticismo visibile anche nell’approccio a mestieri e professioni: individui erano legati a storia professionale della propria famiglia. Condizione lavorativa era legata all’appartenenza ai collegia, che conferivano così uno statuto sociale legato alla professione. Sviluppo di sistemi capillari di controllo individuale a fini economici e fiscali. Figura dei frumentarii che avevano ruolo informativo per la sicurezza imperiale, poi diffusi in tutta la società. aboliti ad opera di Diocleziano e poi ripristinati da Costantino → corpo degli agentes in rebus MA politica oppressiva con ceti subalterni, non con grandi proprietari fondiari, clero e burocrazia→ immunità fiscale = nascita di vaste signorie agrarie, semi-indipendenti Anche la riforma monetaria di ritorno al valore effettivo dell’oro, che era stato abbassato in precedenza, portò a danno per i detentori di moneta in bronzo e argento (ceti inferiori, humiliores). Questo fu però effetto del breve termine perchè poi nel lungo periodo portò a stabilizzazione della moneta. ⇒ sicuramente epoca di Costantino rappresenta momento fondamentale di rivoluzione MA può essere considerata rivoluzione positiva? a) riorganizzazione militare: esercito viene dilatato, frammentato e soprattutto viene inserito in maniera importante l’elemento barbarico b) trionfo del cristianesimo non porta solo benefici, ma anche aspetti negativi: - governo viene sempre più coinvolto in questioni religiose e perde il suo accentramento politico, amministrativo e giurisdizionale - stato subisce anche conflitti e problemi interni della chiesa - con i successori di Costantino finì con il modificare la natura stessa dell’ordinamento - emarginazione e persecuzione del paganesimo - virtù cittadine pagane romane ← → spiritualismo cristiano c) successione concepita da Costantino su principio dinastico (concezione patrimoniale del potere imperiale) + costruzione tetrarchica che lui stesso aveva sovvertito in precedenza per concentrare su di sé il potere Società romana era da sempre basata sul lavoro degli schiavi, soprattutto in ambito agricolo, ma non esclusivo. Sin dall’età repubblicana al lavoro degli schiavi si affiancava il lavoro di piccoli affittuari: terreni venivano concessi in affitto a coloni che erano direttamente coinvolti con la loro progenie nel lavoro della terra (pauperculus cum sua progenie). Quando rifornimento di schiavi iniziò a diminuire, si iniziò a diffondere affitto per pagamento di canoni di denaro o rapporti di mezzadria. → complessiva diminuzione della forza-lavoro agricola ⇒ tendenza a stabilizzare la manodopera agraria. Nascita di contratti squilibrati e che legavano affittuario alla stessa terra→ nuova forma di dipendenza. Due caratteristiche dell’impero in questo periodo: - decadenza urbana e cittadina: leggi per impedire smantellamento di edifici per altri usi se non per la ricostruzione - allontanamento delle élite dalle città verso i loro possedimenti latifondiari. Enormi patrimoni erano in mano di una piccola aristocrazia molto potente, che si era opposta a burocrazia locale/centrale tanto da ottenere privilegi fiscali. Erano polo di attrazione per popolazioni rurali che cercavano lì protezione,governo ormai oppressivo e lontano. Verso la metà del IV sec verrà introdotto un defensor civitatis per difendere la popolazione dai soprusi degli aristocratici e dai potenti 81 capitolo 21 L’IMPERO CRISTIANO Dopo Costantino uno dei suoi immediati successori, Giuliano, cerca di sovvertire regime da lui instaurato: a) ridà spazio al paganesimo, pur mantenendo tolleranza verso il cristianesimo b) restaurazione politico-istituzionale attraverso diminuzione della pressione fiscale e dell’uso degli agentes in rebus Insuccesso dovuto alla sua morte prematura ma notiamo due punti: → posizione della religione cristiana non veniva vissuta come irreversibile → situazione economica era diventato problema insostenibile Sua politica “rivoluzionaria” venne abbandonata dai suoi successori (es. Valentiniano e Valente); punti principali: a) ritorno alla prevalenza del cristianesimo b) risanamento economico grazie a nuova moneta coniata basata sul valore del metallo c) seconda metà del IV sec= divisione territoriale tra Oriente e Occidente→ potere unito seppur sotto la compartecipazione dei due Augusti, che avevano sovranità indipendente sul loro territorio ma che ricorrevano sempre a consulto con l’altro per decisioni importanti (leggi, guerre, ecc.) Unione della sfera religiosa a quella imperiale aveva avuto effetti su entrambe - IMPERO venne rafforzato dalla forza spirituale e di coesione della Chiesa MA: → al governo erano state sottratte energie: membri dei vertici di governo ormai convertiti non credevano più nei suoi valori fondanti + personalità più grandi e vitali vennero attratte dalla Chiesa (ceti subalterni e aristocrazia) - CHIESA venne influenzata nella sua organizzazione: → vescovi diventarono punto di riferimento della vita cittadina (Roma aveva spostato struttura urbana verso sede del vescovo) → sempre maggiori ruoli civili: nomina del defensor civitatis, funzioni giurisdizionali ⇓ sempre maggiore fu quindi la presenza dell’autorità ecclesiastica in ambito politico: 1) imposizione di vincoli morali e religiosi al potere assoluto dello stato: es di Teodosio il Grande e accusa di Ambrogio (posizione radicale; ecclesiasico che prima era funzionario imperiale) 2) modifica della legislazione in senso religioso= divieti nei riguardi dei culti diversi (repressione penale e limitazioni sul piano del diritto civile). Prima solo con il fine di unificare il culto (contro eresie) poi di assolutizzarlo (contro altri culti). Teodosio II introdusse menomazioni dello statuto giuridico personale ⇒ no tolleranza religiosa e no eguaglianza davanti alla legge 3) influenza su settori dell’ordinamento civile collegati agli aspetti morali e religiosi: famiglia, matrimonio, condotta muliebre UNITA’ RELIGIOSA veniva perseguita poichè strettamente legata alla solidità stessa dell’impero (no eresie, ecc.) MA comunque il Oriente e Occidente si andranno presto a dividere sia per il contenuto 82 ★ testi legislativi emanati sia in greco che in latino = dualità dell’impero. A partire dal Iv sec. i due imperatori emanavano costituzioni comuni + serie di statuizioni emesse singolarmente ma a nome di entrambi (formalismo perché dopo Teodosio I non c’è più unità) ★ Costantino rappresenta una svolta anche in campo legislativo perché pone nuova attenzione per le consuetudini locali, soprattutto ellenistiche ⇒ DIRITTO ROMANO VOLGARE 85 capitolo 22 DIRITTO DA DIOCLEZIANO A GIUSTINIANO Principale elemento di continuità con il mondo romano fu il DIRITTO Fatto= impossibile pratica dello ius controversum, perché: - no compattezza sociale dei fruitori di questo diritto (vd. cap.9) - non classe di numero ridotto - indebolimento della competenza scientifica - sempre maggiore domanda di giustizia (Constitutio Antoniniana) Materiale normativo precedente conservato era caotico ed eterogeneo (commenti dei giuristi + costituzioni imperiali) MA conservazione era stata influenzata negativamente dal periodo di crisi del III sec: - deterioramento del livello di conservazione dei documenti - minore produzione negli anni di crisi - sviluppi consuetudinari di pratiche - volgarizzazione del diritto Diocleziano puntando sull’efficienza degli uffici riuscì a far risorgere la pratica giuridica e la sua conservazione. Scienza giuridica rifiorì soprattutto in Oriente a Costantinopoli e negli altri centri culturali. Dalla seconda metà del III sec aumento delle raccolte, delle antologie e degli epitomi di carattere giuridico (epitomi= sintesi semplificate dei testi classici) per utilizzo immediato. Fondamentale fu quindi il manuale di Institutiones di Gaio (II sec) per la sua semplicità e chiarezza espositiva; utile per attività didattica, negoziale e giudiziaria. Opere nuove per offrire conoscenza semplificata (proporzionale all’impoverimento tecnico dell’epoca) delle istituzioni giuridiche romane: riassunti, antologie, parafrasi e raccolte miste di IURA (scritti dei giuristi del principato) e di LEGES (costituzioni imperiali) → tentativi di fornire sguardo normativo d’insieme ● VATICANA FRAGMENTA= testi di alcuni giuristi classici (Papiniano, Paolo e Ulpiano)+ cost. imperiali da Diocleziano fino al 372 ● PAULI SENTENTIAE = costituz. imp. + testi giuridici dal II al IV sec. ● EPITOME GAI= testo di Gaio ulteriormente semplificato ● TITULI EX CORPORE ULPIANI = brani appartenenti a giuristi classici, verosimilmente Ulpiano; divisa in 29 titoli e ha riscontro anche nella Collatio e nel Digesto ● SCHOLIA SINAITICA = commenti in greco ai libri 35-38 del Commentum ad Sabinum di Ulpiano ● FRAGMENTA AUGUSTODUNENSIA = parafrasi Inst. Gaio ● COLLATIO LEGUM MOSAICARUM ET ROMANARUM = confronto tra istituzioni romane ed ebraiche→ no tecnico-giuridico ● INTERPRETATIONES a testi nella Lex Romana Visigothorum, semplificazione del testo ⇒ NO volontà di INNOVARE Ripresa principalmente di questi giuristi del Principato= Gaio, Papiniano, Ulpiano, Paolo e Modestino (più tardo) → restringimento degli orizzonti. 86 Elemento di continuità con il mondo precedente è il modus operandi = approccio casistico Nuovo interesse in primis per le costituzioni e gli altri atti ufficiali dell’imperatore: 1) CODICE GREGORIANO (292) e il CODICE ERMOGENIANO = due raccolte private delle costituzioni imperiali sotto Diocleziano. Importanza per aspetti pratici e lavoro scientifico nelle scuole. La prima inizia sicuramente dall’età di Settimio Severo (cost. imp del 196), mentre il secondo ha soprattutto istituzioni dioclezianee. Ripartizione interna basata sulla MATERIA di trattazione, elemento poi ripreso 2) LEGGE DELLE CITAZIONI = direttiva imperiale contenuta in una costituzione del 426 di Valentiniano III: utilizzo solo delle citazioni di 5 giuristi classici (Papiniano, Gaio, Ulpiano, Paolo e Modestino). Altri solo se riportati in citazioni di questi stessi. Opinione vincente= maggiormente condivisa o quella di Papiniano in caso di parità. → scomparsa della libertà interpretativa 3) PROGETTO DI TEODOSIO II= costituzione del 429 per commissionare due raccolte che raccogliessero tutto il diritto esistente: a) costituzioni imperiali b) iura, testi giuristi classici → valore scientifico dell’opera. MA non fu possibile realizzazione del progetto originario, quindi 435 obiettivo: raccogliere tutte le cost. imp. da Costantino in poi → 438/39= CODICE TEODOSIANO (in vigore sia in oriente che in occidente). 16 libri divisi in titoli (frammenti con inscriptio e subscriptio). Integrava i due codici precedenti. Trattava di diritto privato, amministrazione pubblica, uffici imperiali e diritto criminale. La sua importanza restò in Occidente, mentre in Oriente fu sostituita dal 529 dal codice Giustinianeo che comunque nel teneva conto 4) In Occidente il reflusso del diritto romano fu vario: in alcune zone venne usato per regolare cittadini romani, ma non quelli germanici, mentre in altre parti stesso editto di Teodorico regolava unitariamente tutti ⇒ territorialità del diritto GIUSTINIANO Ascese al trono imperiale d’Oriente nel 527; attenzione per crisi interne della Chiesa; strappò l’Italia al dominio dei Goti, mirando a una restaurazione dell’impero MA maggiore impronta venne lasciata in ambito GIURIDICO: a) CODICE = raccolta di tutte le costituzioni imperiali commissionata a equipe di giuristi attraverso la costituzione De novo codice componendo. Volontà di integrare il lavoro dei tre codici precedenti. Fine pratico= dare quadro completo della legislazione valida al tempo. Giuristi = Giovanni di Cappadocia, Triboniano (poi quaestor sacri palatii), e Teofilo + avvocati. Autorizzava interpolatio, ovvero modifica del testo; estrapolavano la norma dai lunghi testi delle costituzioni. Il 7 aprile 529 entra in vigore, costituzione Summa rei publicae b) DIGESTO = commissionata attraverso la costituzione Deo auctore del 530 indirizzata allo stesso Treboniano; raccolta di tutti gli antichi testi dei giuristi romani (con ius respondendi). Acconsentiva a interpolatio e ad adattare testi a diritto vigente: viene soppresso il diritto controversum romano. Nel 533 entrò in vigore con la costituzione bilingue Tanta/Dédoken. Diventava essa stessa testo normativo. 50 libri divisi in titoli in base agli argomenti. Veniva apposto il nome del giurista e indicazioni sull’opera per la loro rilevanza scientifica. Stupore per la velocità di realizzazione: probabile utilizzo di predigesti già esistenti e divisione del lavoro in tre sottocommissioni poi ricomposte. c) INSTITUTIONES = opera didattica; lavoro affidato a Triboniano, con Teofilo e Doroteo, con la costituzione Imperatoriam del 533. Quattro libri; riferimento in particolare alle istituzioni di Gaio per la divisione: 87