Docsity
Docsity

Prepara i tuoi esami
Prepara i tuoi esami

Studia grazie alle numerose risorse presenti su Docsity


Ottieni i punti per scaricare
Ottieni i punti per scaricare

Guadagna punti aiutando altri studenti oppure acquistali con un piano Premium


Guide e consigli
Guide e consigli

storia romana- riassunto manuale Geraci/Marcone, Dispense di Storia Romana

riassunto del manuale Geraci-Marcone

Tipologia: Dispense

2018/2019

Caricato il 16/11/2019

valentina-gai
valentina-gai 🇮🇹

2 documenti

1 / 51

Toggle sidebar

Documenti correlati


Anteprima parziale del testo

Scarica storia romana- riassunto manuale Geraci/Marcone e più Dispense in PDF di Storia Romana solo su Docsity! STORIA ROMANA I PARTE • L’Italia pre-romana Età del Bronzo (XXII-X sec a.C): la <<cultura appenninica>> uniforme e l’incremento demografico 1. Bronzo Medio nasce nella pianura Emiliana la cultura <<terramaricola>> con villaggi trapezoidali circondati da un fossato e costituiti da capanne-palafitte. 2. Bronzo recente I primi scambi commerciali che favorirono l’aggregazione delle popolazioni indigene si ebbero con i Micenei in Italia Meridionale lungo le coste. Dionigi di Alicarnasso ci racconta che essi, guidati da Enotrio, giunsero in Italia e fondarono sulle alture adatte al pascolo e all’agricoltura ma disabitate, dei centri abitati e la regione occupata fu chiamata Enotria. La verità storica e archeologica conferma la forma di insediamento descritta dallo storico greco, mentre smentisce il carattere leggendario della conquista da parte di un unico personaggio per avvalorare l’ipotesi di una già presente cultura indigena che inizia per la prima volta una frequentazione commerciale Età del Ferro (IX –VIII sec a.C): quadro differenziato di culture locali Macrodistinzione: a. cremazione: lungo la costa tirrenica e nell’Italia settentrionale b. inumazione: nelle restanti regioni culture locali principali: c. “Cultura d’Este” d. “Golasecca” e. “Villanoviana”, dal nome di una necropoli rinvenuta nell’omonima località vicino Bologna, in Etruria ed Emilia e che più tardi si svilupperà nelle città stato etrusche. Presenta affinità con altre culture europee dello stesso periodo Le colonie della Magna Grecia: coloni greci dall’VIII sec a.C in Sicilia e sulle coste ionica e tirrenica (Taranto, Agrigento, Siracusa,Napoli), attirati da comunità più popolose. La civiltà nuragica: si sviluppa in Sardegna e prende il nome dalla costruzione tipica che la caratterizza, i “nuraghi”, poi influenzata dagli insediamenti fenici lungo le coste. Il quadro linguistico del I millennio a.C: • Lingue indoeuropee: latino e fallisco; lingue italiche(↓); il celtico; il messapico a. Umbro-sabino, centro-nord b. Osco, centro-sud c. Enotri e siculi • Lingue non indoeuropee: etrusco, retico, sardo Le trasformazioni dell’Italia centrale: VIII-V sec a.C I sabini si espandono nella Roma dei Latini; Equi, Ernici e Volsci occupano il Lazio; espansionismo dei Sanniti; la nascità della civiltà Picena. GLI ETRUSCHI Le origini: VIII-VII sec. a.C. a. Erodoto scrive di un gruppo di Lidi guidati da Tirreno e per questo gli etruschi erano noti ai greci con il nome di ”Tirreni” b. Dionigi li riteneva genti autoctone indigene c. oggi: da un lato c’è uno sviluppo autonomo e in linea diretta con la cultura villanoviana, dall’altro ci sono le influenze greche ed extra-italiche la struttura socio-politica: città indipendenti governate da sovrani detti Lucumoni che formarono la Lega delle 12 città principali, a scopi essenzialmente religiosi. Società con governi aristocratici. la decadenza: dal 530 a.C. al III SEC. a.C ( quando l’Etruria cade in mano ai romani) sconfitta navale prima dai Focei nella battaglia di Alalia e poi dai greci di Siracusa a Cuma che ne bloccarono l’espansionismo nel meridione. I romani conquistarono Veio e i Celti i possedimenti etruschi in val padana. Religione e cultura: divinità assimilabili a quelle greche inserite in un sistema simile a quello dell’Olimpo ellenico che vede il Fato sopra dello stesso Zeus/Tinia. Il liber linteus di Zagabria è il più lungo documento scritto in lingue etrusca a noi noto che riporta le prescrizioni rituali di un anno liturgico su una pezza di stoffa poi riutilizzata per avvolgere una mummia. Gli aruspici, erano figure importanti che interpretavano la volontà divina attraverso le viscere degli animali sacrificali secondo la concezione dell’unità cosmica. L’alfabeto etrusco: esso è un riadattamento di quello greco, lingua non-indoeuropea, conosciamo poche parole e soprattutto nomi propri. ROMA Il nome: l’esistenza di una città chiamata Roma fece immaginare che fosse stata fondata da un eroe eponimo, Romolo appunto. In verità potrebbe derivare tanto dalla parola Rumon che designava anticamente il Tevere, quanto dalla parola ruma, mammella nel senso di collina. Le fasi della Storia Romana: Età Monarchica: 753-509 a.C. Età Repubblicana: 510/509 alle idi di marzo del 44 a.C. Età Augustea: 27 a.C. al 14 d.C. Età Imperiale: dalla morte di Augusto fino al 476 Mito della fondazione di Roma: • Sallustio e le monografie che si concentrano su un determinato arco di tempo e fa riferimento a pochi personaggi età augustea: • Tito Livio, storico latino, 142 Annali intitolati Ab urbe condita, la 1 deca ripresa da machiavelli riassunti di tito livio nel 4 sec dc e il breviario di eutropio e il commento di floro • Dionigi di Alicarnasso, storico greco, scrive le Antichità Romane in 20 libri, con lo scopo di dimostrare che i romani erano in realtà una popolazione di origine ellenica, attraverso estesi confronti tra usi e costumi greci e romani. età imperiale: • Tacito e il ritratto di Tiberio; abile scrutatore della parte più profonda dell’uomo. 1500 modello vs macchiavelli Gli <<antiquari>>: studiosi come Attico e Varrone che dal II sec a.C si dedicarono a dotte ricerche specialmente sulla lingua e l’etimologia delle parole, vedi il de lingua latina. PERIODO MONARCHICO: 754- 510 a.C Prove del periodo monarchico: • Il rex sacrorum, un sacerdote che realizzava i riti prima eseguiti dal re • In età repubblicana si attesta la presenza dell’interrex, un magistrato che subentrava nel caso di indisponibilità di entrambi i consoli. • Etimologia: Inter-regno, periodo che intercorre tra la morte di un re e l’elezione del suo successore. Gens, Curie e Tribù: Lo stato romano arcaico poneva alla base la gens, ovvero un gruppo di famiglie che si riconoscevano in un antenato comune. Le curie erano gruppi religiosi e militari, che rappresenteranno il fondamento dei comizi curiati. Le tribù a base gentilizia secondo il mito vennero create da Romolo ed erano 3: Tities, Ramnes e Luceres. Ogni tribù fu divisa in 10 curie e da ogni tribù furono scelti 100 senatori,100 cavalieri e 1000 fanti. I senatori andranno a costituire l’assemblea degli anziani, i cavalieri e i fanti la legione. La struttura sociale: • I patrizi: i discendenti dei primi patres (senatori), oppure i Latini abitanti del Palatino. • I plebei: i clienti dei patroni patrizi, oppure i Sabini abitanti del Quirinale. La monarchia romana: il re deteneva il potere politico e spirituale ed era affiancato da un consiglio degli anziani, che aveva anche il compito di eleggere il monarca, e dal collegio dei pontefici, interpreti delle norme giuridiche. Altri collegi erano quello degli àuguri e delle Vestali. I 7 re di Roma: RE DELL’URBE a. Romolo: plutarco, vita di romolo, regna per 54 anni, crea un senato di 100 membri b. Numa Pompilio: istituì i culti e la religione c. Tullo Ostilio: distrusse Alba Longa d. Anco Marcio: il re che fornì a Roma uno sbocco al mare tramite Ostia RE ETRUSCHI (o 2^ fase della monarchia romana) e. Tarquinio Prisco: aumento del numero di senatori * f. Servio tullio: riformatore/rifondatore di Roma; le mura serviane; istituzione dei comizi centuriati g. Tarquinio il superbo: despota alla greca cacciato da una congiura capeggiata da “Publicola” * figlio di un greco di Corinto molto ricco, arriva a Tarquinia e sposa una giovane nobile. Si trasferisce a Roma per intraprendere una carriera politica sebbene straniero e si guadagna i favori di Anco Marcio. Alla morte del re ne diviene il successore. Verrà poi ucciso dai figli di Anco Marcio e a lui succederà Servio Tullio con la collaborazione di Tanaquilla, figlio della schiava Ocresia e da un tale Tullio di origine etrusca. Fu educato alla corte del re Tarquinio Prisco e benvoluto da sua moglie, sposò una delle sue figlie. Dalla monarchia elettiva si giunge al principio dinastico. L’influenza etrusca: dal VI sec a.C. Crescita demografica dell’urbe sotto i re etruschi e riorganizzazione dello stato romano secondo criteri più precisi:. Rafforzamento del potere monarchico e costruzione della sede ufficiale del re, la regia. Nel foro romano furono adibiti spazi per l’attività politica di popolo e senato, rispettivamente il Comitium e la curia Hostilia. Con l’introduzione dell’ordinamento centuriato la popolazione viene distribuita in classi articolate in unità dette “centurie”, in base alla capacità economica e funzionale alla creazione dell’esercito, che infatti prese il nome di classis. Era formato dai cittadini in grado di procurarsi un armamento pesante; con infra classem si designavano gli altri soldati leggeri. Vennero sostituite le antiche tribù romulee con 4 tribù territoriali sulla base del loro effettivo domicilio. La grande Roma dei Tarquini coincise con il periodo di massimo splendore della civiltà etrusca. Espansione territoriale documentata dal primo trattato tra Roma e Cartagine del 508 a.C.; possesso delle saline e costruzione di un ponte a valle dell’isola Tiberina. L’ideologia trifunzionale indoeuropea: Dumezil, uno studioso francese che ha cercato di ricostruire il pensiero degli i.e. , interpreta il periodo monarchico romano sulla base de “l’ideologia trifunzionale indoeuropea”: a. Re: poteri magici e capacità di legiferare b. Guerrieri: simbolo di forza fisica c. Piante, uomini, animali: incarnano il ciclo di riproduzione e perpetuazione della specie Interpretazione riguardo alla acquisizione della regalità da parte di Servio Tullio ha una corrispondenza nell’omologo racconto di acquisizione di regalità da parte di un mitico sovrano indiano. Lo stesso ratto delle Sabine trova riscontro in una storia popolare folkoristica scandinava. Esiste un sostrato i.e. da cui sono stati ereditati e rielaborati scenari e schemi narrativi che ciascuna cultura ha poi attualizzato secondo i propri parametri. PARTE II : dalla Repubblica ai Gracchi • La nascita della Repubblica a. La storiografia antica: il figlio dell’ultimo re etrusco violentò Lucrezia, nobildonna sposata romana, la quale prima di suicidarsi narrerà il misfatto al padre, al marito e ai loro amici che la vendicheranno. Scoppia una rivolta guidata da questi aristocratici che porta alla caduta della monarchia nel 510 a.C. Tarquinio il Superbo non essendo a Roma in quel momento delicato non riesce a rispondere con prontezza. Nel 509 verranno eletti i primi due consoli, tra cui Bruto (l’amico di Lucrezia). Porsenna, il re della città etrusca di Chiusi, tenterà di restaurare il potere dei Tarquini a Roma ma il suo tentativo fallirà a causa dell’eroismo della neonata repubblica. b. Il motivo profondo: rivolta del patriziato romano ormai divenuto insofferente al carattere autocratico della monarchia. Breve periodo di anarchia a Roma, in balia di condottieri come Porsenna, Mastarna e i fratelli Vibenna. Dopo la loro disfatta ad opera dei Latini e del loro alleato Aristodemo di Cuma si conclude il dominio etrusco a Roma. • I Fasti come fonti per la fase Repubblicana Liste dei magistrati eponimi della Repubblica che davano il nome all’anno in corso. Queste liste sono state tramandate dalla tradizione letteraria e soprattutto da iscrizioni epigrafiche. I Fasti Capitolini, così chiamati perché conservati tutt’ora nei musei capitolini a Roma, sono dei documenti epigrafici che riportano due liste di nominativi, l’una dei consoli e l’altra dei trionfatori. ♦ INCONGRUENZE: nomi plebei di consoli prima del V sec a.C., mentre per le fonti letterarie ciò avvenne solo dopo il 367 a.C. →1. Compresenza di gentes omonime. →2. All’inizio della Repubblica non esisteva una netta distinzione tra patriziato e plebe e i patrizi acquisirono il monopolio sul consolato solo dopo il V sec a.C. • Pro e contro la datazione tradizionale Pro 1: rituale apotropaico dell’infissione di un chiodo nel tempio di Giove Capitolino ogni anno il giorno dell’anniversario della consacrazione del tempio (inaugurato nel 509). Nel 304 a.C. fu inaugurato un nuovo tempio, e specificato che quell’evento si collocava 204 anni dopo la consacrazione del tempio di Giove Capitolino. Pro 2: l’edificio della Regia assume una caratteristica pianta templare abbandonando quella di residenza reale nei primi anni della repubblica, divenendo la sede del rex sacrorum. Contro 1.: l’archeologia attesta un’interruzione dei contatti culturali con l’Etruria nel 470-450 a.C. → nascita della Repubblica LE MAGISTRATURE PATRIZIE: Superiori e Inferiori SUPERIORI: Consoli: inizialmente chiamati pretores secondo Livio e non si sa bene se fossero due o uno, l’enigma nasce dall’iscrizione “Praetor Maximus” sul tempio di Giove Capitolino che dal punto di vista grammaticale lascia intendere che fossero più di due poiché il latino avrebbe usato maior per due consoli, non il superlativo. Venivano eletti in numero di 2 dai comizi centuriati e avevano poteri militari, di mantenimento dell’ordine Il collegio degli àuguri: assistevano i consoli nel compito di trarre gli auspici attraverso il volo degli uccelli e gli eventi atmosferici affinchè un atto pubblico potesse essere considerato valido. Un parere sfavorevole degli auguri consentiva al senato o a un magistrato di bloccare ogni procedimento. I duoviri sacris faciundis: custodivano e consultavano in caso di necessità i Libri Sibillini, una raccolta di oracoli in greco connessi secondo la tradizione con la Sibilla di Cuma. COLLEGI SACERDOTALI MINORI: gli aruspici: chiariscono la volontà divina attraverso l’analisi delle viscere degli animali. Disciplina che ha le sue origine in Etruria. I feziali: dichiaravano guerra attraverso un cerimoniale assicurando a Roma il favore degli dei. Svolgevano anche attività diplomatica. • LE LOTTE FRA PATRIZI E PLEBEI: dal 509 al 287 a.C. Il problema economico: nel corso del V secolo gli Etruschi non transitavano più per Roma poiché avevano perso tutti i loro possedimenti in Campania e ne risentì soprattutto il commercio. Le lotte con i Sabini che controllavano la via salaria provocò una diminuzione delle vendite del sale delle saline di Ostia. Annate di cattivo raccolto, carestie ed epidemia. Diminuisce il numero di ceramiche importate dalla Grecia a dimostrazione della diminuita forza di acquisto dei romani. I piccoli agricoltori erano i più colpiti dalla crisi e spesso al debitore insolvente toccava la sorte dello schiavo , poiché oltre a prestare il servizio nei confronti del creditore poteva anche essere venduto in terra straniera. Tale pratica veniva identificata con il nome di nexum. Il problema politico: i plebei ricchi rivendicavano una parificazione dei diritti politici fra i due ordini e un codice scritto di leggi che potesse tutelarli dall’arbitrarietà delle decisione del collegio dei pontefici. L’ordinamento oplitico-falangitico: fanti con armature pesanti che combattono in formazione chiusa l’uno affianco all’altro, composta da uomini iuniores provenienti dalle prime 3 classi di censo dei comizi centuriati, per un totale di 60 centurie che potevano fornire 6000 uomini. Roma lo eredita dal mondo greco per intermediazione etrusca, al posto dell’ordinamento aristocratico che vedeva una cavalleria di nobili seguiti dai loro clienti con armamento leggero. I fatti: 494 a.C. sciopero generale della plebe che si ritira sull’Aventino: è la prima Secessione. Nascono i concilia plebis tributa e vengono nominati i tribuni della plebe e gli edili plebei. I plebiscita avevano valore vincolante per la plebe. 486 a.C. il console S.Cassio propone una legge per la ridistribuzione delle terre ma verrà accusato di tirannide e ucciso. 451-450 a.C. due successive commissioni di decemviri elaborano le leggi delle XII tavole che trattano di diritto privato; criticata la legge che proibiva i matrimoni misti. Influenza greca. 449 a.C. 2^ secessione per far deporre i poteri ai decemviri guidati da A.Claudio; i nuovi consoli fanno approvare le leggi Valerie-Orazie. ( = ripristinato il diritto d’appello, la sacrosantitas dei tribuni e universali i plebiscita). 445 a.C. plebiscito Canuleio abolisce la legge che proibiva matrimoni misti. Problema degli auspicia e del diritto per nascita dei patrizi al consolato. 444 a.C. i tribuni militari con potere consolare (anche plebei) si alternano ai consoli patrizi; oppure i consoli sono stati affiancati dai tribuni militari con poteri consolari. 440 a.C. il ricco plebeo S.Melio viene giustiziato per aver distribuito grano ai poveri, intendendola come una mossa demagogica. 400 a.C. 1^ tribuno militare con poteri consolari plebeo. 387 a.C. il territorio di Veio e Capena appena conquistato viene suddiviso e distribuito in lotti alla plebe. 367 a.C. le leggi Liciniae Sextiae di 2 ricchi tribuni aprono il consolato alla plebe, provvedimenti in favore dei debitori e fissazione di un limite nel possesso del terreno demaniale. 366 a.C. vengono create due nuove cariche dai patrizi: la pretura urbana e l’edilità curule (poi ad anni alterni scelti tra patrizi e plebei). Elezione del 1^ console plebeo, Sestio. 356 a.C. 1^ dittatore plebeo. 351 a.C. 1^ censore plebeo. 342 a.C. un plebiscito impone che almeno uno dei due consoli sia eletto tra i plebei. 339 a.C. la legge Publilia impone al Senato di ratificare un provvedimento legislativo prima che questo venga votato. 300 a.C. un plebiscito consente ai plebei l’accesso al collegio dei pontefici e degli auguri. 287 a.C. la Lex Hortensia stabilisce che i plebiscita hanno valore vincolante per tutta la cittadinanza romana. Fine della lotta tra patrizi e plebei. La nobilitas patrizio-plebea Da nobilis che aveva significato originario di “noto, illustre”,, designava tutti coloro che avevano raggiunto il consolato o la pretura o che discendevano in linea diretta da un console o da un pretore. Manifesto degli ideali della nobilitas nell’elogio funebre del figlio a suo padre Cecilio Metello, tramandatoci da Plinio il Vecchio. Un romano per intraprendere la carriera politica doveva servire per almeno 10 anni nella cavalleria, reclutata nelle 18 centurie degli equites, il cui censo minimo venne elevato da 100 mila a 1 milione di assi. Il successo alle elezioni era assicurato dalla rete di clientele nobiliari. I pochi personaggi che raggiunsero i vertici della politica senza avere antenati nobili furono chiamati homines novi, sostenuti spesso da qualche patrono. • LA CONQUISTA DELL’ITALIA Tra la fine del VI e l’inizio del V sec a.C. le città latine approfittano delle difficoltà interne di Roma per affrancarsi dalla sua egemonia stringendosi in una Lega, forse in ricordo di un’originaria unità etnica del popolo latino precedente alla creazione delle città-stato. In questo quadro si inserirono anche importanti migrazioni di popolazioni osco-sabelliche (Piceni, Bretii, Lucani, Apuli) nel corso del V sec a.C. a causa di un forte incremento demografico che li spingeva a cercare nuove situazioni abitative. Dionigi di Alicarnasso ci parla del rituale della primavera sacra che prevedeva che tutti i bambini raggiunta la maggiore età migrassero lasciando le terre d’origine per occupare nuovi territori più fertili seguendo l’indicazione fornita da un animale, un totem. Di queste migrazioni quelle che coinvolsero maggiormente Roma furono quelle di Equi, Volsci e Sanniti che dagli Appennini premevano verso la piana costiera del Lazio. 494 a.C. Mamilio di Tuscolo raccoglie presso di sé le forze della Lega per attaccare Roma e aiutare il suocero Tarquinio il Superbo a riprendere il potere. Battaglia sul lago Regillo che vede i romani trionfare sulla Lega Latina che dopo la cacciata dei Tarquini aveva per orgoglio riunito le forze per contrastare il potere in ascesa di Roma. 493 a.C. S.Cassio stipula il Foedus Cassanium tra Roma e la Lega Latina; estensione dello ius commercii, ius connubii e ius migrationiis in un accordo multilaterale. 486 a.C. Nella Lega Latina entrarono a far parte anche gli Ernici. 483 a.C. 1° guerra contro Veio (città etrusca): i Veienti occupano Fidene sulla riva “latina” del Tevere. La risposta dei romani fallisce con la strage dei 300 della gens Fabia sul fiume Cremera. (ultimo esempio di guerra aristocratica). A Veio viene riconosciuto il possesso su Fidenae. 458 a.C. I Volsci occuparono la pianura pontina e le città latine di buona parte del Lazio meridionale. Nell’area dei colli Albani l’avanzata dei Volsci si saldò con quella degli Equi che avevano conquistato le città latine di Tivoli, Preneste e Tuscolo. 431 a.C. Roma e la lega latina bloccano l’avanzata di Volsci ed Equi al passo dell’Algido 437-426 a.C. 2° guerra contro Veio. Viene ucciso il tiranno di Veio e riconquistata e distrutta Fidene. 405-396 a.C. 3° guerra contro Veio, che viene conquistata da parte di Furio Camillo, vittoria che consentì a Roma di accresce l’ager publicus che verrà poi diviso in 4 nuove tribù, e di introdurre lo stipendium e il tributum. 390 a.C. invasione dell’urbe da parte dei galli Senoni, dopo la disfatta dei romani sull’Allia. Possibile deformazione delle fonti per far risaltare l’eroismo di alcuni romani come Furio Camillo. Inizio della costruzione delle mura “serviane”. 381 a.C. la città latina di Tuscolo in mano agli Equi diviene 1° municipium, ossia comunità indipendente incorporata allo stato romano. 358 a.C. Dopo aver annientato gli Equi, Roma recupera i territori della valle pontina conquistati dai Volsci e strappa agli Ernici parte dei possedimenti a causa del loro tradimento. Poco dopo anche Tivoli e Preneste, (città latine ribelli) si arrenderanno a Roma. 354 a.C. Roma stipula un trattato con i Sanniti in cui fissa le rispettive zone di egemonia. 343-341 a.C. 1° guerra Sannitica, la Lega sannitica attacca Teano, occupata dalla popolazione dei Sidicini che chiese aiuto alla Lega campana, la quale a sua volta chiese aiuto a Roma. Vittoria dei Romani a Capua, furono ristabiliti i patti precedenti con i Sanniti ai quali rimase il possesso di Teano. A Roma la Campania. 341-338 a.C. la grande guerra latina che vede alleati i Latini, i Volsci, i Sidicini, i Campani e gli Aurunci contro Roma e i Sanniti, in seguito all’insoddisfacente risultato ottenuto dall’urbe con la 1° guerra sannitica. Lo scontro durissimo fu vinto dai Romani. La Romanizzazione: Scioglimento della Lega latina . Le città che ne facevano parte conservarono i benefici del foedus Cassianum con la sola Roma. Il nuovo status di latino passa da etnico a giuridico: obblighi militari di fornire truppe a Roma in caso di guerra e possibilità di votare in presenza nelle assemblee cittadine romane. • Municipi(< munera capere, assumersi i doveri) autonomia governativa con civitas romana. 2. Tributo annuale: 1/10 del raccolto di grano totale 3. Il pretore (dal 227 a.C.): magistrato romano annuale che amministrava la giustizia, manteneva l’ordine e difendeva dalle aggressioni esterne. 4. Messina e Siracusa restano indipendenti. Tra le due guerre: 241-218 a.C. Cartagine: • i mercenari si ribellarono e si coalizzarono con alcune popolazioni dell’Africa settentrionale soggette a Cartagine perché la città, spossata economicamente per i pesanti indennizzi di guerra che doveva fornire a Roma, non poteva pagarli. La rivolta, che era scoppiata anche in Sardegna, fu soffocata da Amilcare Barca. Nel 237 a.C. Cartagine allestì una spedizione per sedare le rivolte sarde ma i romani si opposero e la accusarono di voler violare i patti, costringendola a cedere l’isola e la Corsica e a pagare un ulteriore indennizzo. • L’avanzata dei Barca in Spagna destò l’allarme della filo romana Marsiglia e di conseguenza di Roma. Nel 226 a.C. il trattato dell’Ebro prevedeva che gli eserciti cartaginesi non potevano attraversare a nord il fiume né i romani spingersi a sud. Ma Sagunto era alleata dei romani e a sud dell’Ebro. Roma: • il regno di Illiria governato dalla regina Teuta aveva esteso verso sud la sua influenza e le scorrerie dei pirati illiri arrecavano danni a numerosi mercanti italici. Dopo varie proteste da parte di Roma cadute nel vuoto il senato decise di dichiarare guerra a Teuta nel 229 a.C.. la 1° guerra di Illiria si concluse rapidamente e a favore di Roma. Demetrio di Faro, un collaboratore di Teuta che si era schierato con i romani fu ricompensato con possedimenti ma pochi anni dopo egli si alleò con Filippo V di Macedonia e fece scoppiare una rivolta in Illiria contro Roma (2° guerra illirica) che fu vinta dai romani. • La conquista dell’Italia settentrionale, il tribuno della plebe Gaio Flaminio propose la spartizione dell’ager gallicus (lex flaminia) tra i cittadini romani. I galli cisalpini Boi e Insubri stanziati nella regione di Milano dopo essere riusciti a penetrare in Etruria vennero annientati a Telamone nel 225 a.C., con la vittoria a Casteggio nel 222 a.C. Mediolanum fu conquistata dai romani. Fondazione di Piacenza, Aquileia,Cremona. Costruzione strade consolari: Via Flaminia, via Emilia, via Postumia. 2° guerra punica: 218-202 a.C. Annibale espugna Sagunto nel 218 a.C. e scoppia la guerra. Il piano: Partire da Nova Chartago, attaccare via terra valicando le Alpi, cercare alleanze con i Galli (Insubri e Boi). Roma mandò in Spagna un contingente militare guidato da Publio Valerio Scipione per intercettarlo, ma nel frattempo Annibale aveva valicato le Alpi. Primo scontro sul Ticino e poi sul Trebbia dove i cartaginesi sconfissero i soldati di Scipione. Nel 217 a.C. le truppe di Gaio Flaminio vennero sconfitte sul lago Trasimeno e Annibale, attraversati gli Appennini, attraversò incontrastato il Piceno, il Sannio e l’Apulia. Dopo i sei mesi di dittatura di Fabio Massimo soprannominato cunctator ovvero “il temporeggiatore”, nel 216 a.C. vennero eletti consoli Lucio Emilio Paolo e Varrone che decisero di attaccare il nemico nella piana di Canne, sperando nella superiorità numerica. Fu epica la sconfitta subita da Roma. Nel frattempo Capua, Siracusa e Taranto defezionarono e Annibale si alleò con Filippo V di Macedonia. 1° guerra di Macedonica, che si risolse in un nulla di fatto grazie all’azione diplomatica dei romani che crearono una coalizione di stati greci a lui ostili tra cui la Lega Etolica. Vennero riconquistate tutte e tre le città che avevano defezionato. P.C. Scipione andò in Spagna con il fratello Cneo per impedire i rifornimenti ad Annibale dalla Spagna. Nel 211 a.C. però vennero sconfitti e uccisi. Viene nominato comandante delle truppe in Spagna Publio Cornelio Scipione l’Africano, scelto in virtù delle sue qualità personali e figlio di P.C. Scipione. Si impadronisce in breve tempo di Nova Chartago e sconfigge il fratello di Annibale, Asdrubale, a Baecula. Con la battaglia del Metauro l’avanzata di Asdrubale corso in aiuto del fratello fu arrestata dai consoli Salinatore e Caio Claudio Nerone. Scipione l’africano torna in Italia e viene eletto console nel 205 a.C. Roma si allea con Massinissa, re di Numidia, e dopo una prima vittoria nei Campi Magni in Africa nel 203 a.C. sconfigge a Zama l’esercito cartaginese guidato da Annibale l’anno successivo. Nel 201 a.C venne siglato il trattato di pace con la città. 2° guerra macedonica: 200-194 a.C. Attivismo di Filippo V nell’Egeo mise in difficoltà la repubblica di Rodi e il regno di Pergamo che chiesero aiuto a Roma poiché né Siria né Egitto erano disposti in loro favore. Roma invia un ultimatum a Filippo, mossa diplomatica che valse a Roma il sostegno di Atene. Sbarco romano a Apollonia. Nel 198 a.C. Tito Quinzio Flaminino riporta una serie di vittorie sul fiume Aoo e chiede la liberazione dalla Tessaglia. Tutte le città greche si allearono a Roma, anche la lega Achea. Battaglia di Cinocefale in Tessaglia nel 197 a.C. vinta dai romani. Giochi istmici nel 196 a.C. Roma proclama la Grecia indipendente e lascia a Filippo il regno di Macedonia, con disappunto degli Etoli. guerra siriaca: 192-188 a.C. Antioco III aveva attraversato l’Ellesponto perché reclamava per sé la Tracia ma le trattative con il re di Siria si conclusero in un nulla di fatto. Antioco ospitava Annibale dal 202 a.C. (dopo la 2 guerra punica). Scipione Africano aveva suggerito di lasciare un presidio in Grecia ma Flaminino si era opposto in virtù delle promesse fatte ai giochi Istimici. Gli Etoli erano insoddisfatti delle trattative di pace raggiunte con la 2° guerra macedonica e nel 192 a.C. chiesero aiuto ad Antioco III per liberare la Grecia dai falsi liberatori. I romani sconfissero i siriani e gli etoli alle Termopili. Nel 190 a.C. i fratelli L. C. Scipione poi detto l’Asiatico e Publio Cornelio Scipione Africano (che lo accompagnava in qualità di consigliere) si recano in Asia minore grazie all’aiuto di Filippo V via terra, mentre la flotta romana copre le spalle all’esercito che attraversava l’Ellesponto con l’aiuto di Pergamo e Rodi. Battaglia di Magnesia vinta da Roma, pace di Epamea nel 188 a.C. Annibale fugge in Bitinia e si uccide. Antioco sgombra tutti i territori a nord e a ovest del monte Tauro che verranno spartiti tra Pergamo e Rodi, le città greche schieratesi con Roma ottennero l’indipendenza. Le trasformazioni politiche e sociali : il processo agli Scipioni nel 187 a.C. mosso da alcuni tribuni della plebe prima a P.C. Scipione l’asiatico e poi a P.C. Scipione Africano, accusati l’uno di essersi impadronito di parte dell’indennità di guerra in Siria, l’altro di aver condotto trattative di carattere personale con il suddetto re, fu ispirato da Marco Porcio Catone. Legge Villia nel 180 a.C. che introdusse un obbligo di età minima per le varie magistrature e intervalli temporali variabili tra una carica e l’altra. Il senatus consultum de Bacchanalibus del 186 a.C. Prima grande persecuzione di un movimento religioso, forse originario della Grecia, ma dotato di un’organizzazione interna autonoma, uno stato nello Stato romano. la 3° guerra macedonica: 171-168 a.C. Eumene II era diventato il custode dei romani in oriente. Filippo manda il figlio Demetrio a Roma a perorare la causa della Tracia. Le città greche litigavano le une con le altre, Callicrate suggerì un accordo che favorisse la fazione aristocratica filo romana nelle varie città della Lega Achea, ma ottenendo così ampi dissensi popolari. Nel 179 a.C. muore Filippo V e il figlio Perseo uccide il fratello Demetrio e prende il potere sostenuto dalle fazioni democratiche nelle città greche, dall’Epiro e dal regno d’Illiria. Nel 172 a.C. Eumene II di Pergamo si presenta a Roma accusando Perseo. Nei primi anni di guerra i romani saccheggiarono le città greche. Nel 168 a.C. a Pidna Lucio Emilio Paolo macedonico trionfa su Perseo. La monarchia fu abolita e vennero create 4 repubbliche che non potevano intrattenere rapporti tra di loro e dovevano versare un tributo a Roma; l’Illiria venne divisa in 3 stati tributari; i Molossi vennero devastati e ridotti schiavi; 1000 cittadini della Lega Achea tra cui Polibio vennero deportati in Italia. La 4° guerra macedonica: 148-146 a.C Muore Callicrate, la Lega Achea si indurì nei confronti di Roma; Rivolta in macedonia guidata da Andrisco ma sedata nel 148 da Quinto Cecilio Metello; secessione spartana. Roma scioglie dalla lega achea Sparta, Corinto e Argo. La Lega dichiara guerra, Metello scende nel Peloponneso e riceve l’aiuto di Lucio Mummio che sconfigge l’esercito acheo. Distruzione di Corinto nel 146 a.C. La macedonia divenne provincia romana e tutte le leghe vennero sciolte. La 3° guerra punica: 149-146 a.C. Cartagine si riprese economicamente. Massinissa voleva espandersi. Cartagine si rivolse a Roma per riavere i territori che Massinissa aveva inglobato ma Roma non le diede soddisfazione. Un esercito cartaginese venne inviato contro Massinissa ma venne fatto a pezzi. Fu il pretesto per la terza guerra punica, sostenuta da Catone. Nel 149 a.C. sbarca l’esercito romano, nel 146 a.C. arriva Scipione Emiliano, figlio di Lucio Emilio Paolo di macedonia ma entrato per adozione nella famiglia degli Scipioni, che dopo un lungo assedio distrugge Cartagine. Nuova provincia d’africa nel 146. La spagna Nel 197 a.C. due provincie romane della Spagna Citeriore a nord e della Spagna Ulteriore a sud, governate da 2 nuovi pretori. La sottomissione delle popolazioni interne venne completata sotto Augusto. Celtiberi e Lusitani erano ostili a Roma e provocavano continue guerriglie, guerra sporca e senza un reale bottino. Episodi di renitenza alla leva. Creazione di un tribunale speciale permanente su tutti i casi di abuso di potere di un magistrato a causa delle forti azioni repressive esercitate da Roma contro i renitenti. 2 grandi governatori: M.P. Catone nel 195 a.C. che ebbe successi effimeri e Tiberio Sempronio Gracco (padre del futuro tribuno della plebe) nel 180-178 a.C. che concluse trattati di pace con alcune tribù celtibere. Dopo la guerra contro i Lusitani le operazione si spostarono in Numanzia. Trattato di Mancino disconosciuto da Roma. Scipione Emiliano eletto console per la 2 volta assedia Numanzia con successo nel 133 a.C. III PARTE: la crisi delle repubblica e le guerre civili • Dai Gracchi alla guerra sociale Roma nel II sec a.C. Dopo la battaglia di Pidna la cultura romana subisce la definitiva ellenizzazione e si radica la pratica di avere il precettore greco a casa. Le conquiste esterne avevano concentrato le grandi ricchezze nelle mani di pochi. I negotiatores, (soprattutto equites, ma anche senatori attraverso dei prestanome) uomini di affari romani e italici, si istallarono nelle provincie acquisite esercitando anche professioni bancarie. Costruzione di infrastrutture come porti, strade e ponti. I piccoli proprietari terrieri furono costretti a vendere e trasferirsi in città, incrementando così la concentrazione fondiaria nelle mani dei ricchi proprietari terrieri che si trovarono in possesso di vaste terre (ulteriormente incrementate dall’accaparramento di estensioni di agro pubblico in seguito alle conquiste) e lo sviluppo di un’agricoltura specializzata e destinata al commercio. Nuovo modello: la villa rustica gestita da vilici (schiavi manager) ai cui ordini stavano gli schiavi operai. Le rivolte servili in Sicilia: 1° 140-132 a.C. domata da Publio Rupilio e la 2° nel 104-100 a.C. domata da Manio Aquilio. La nobilitas si divide in optimates e populares. Adsignatio di ager publicus: ■ destinatari collettivi (colonie romane e latine) Cimbri e Teutoni Due popolazioni germaniche provenienti dalla penisola dello Jutland avevano iniziato un movimento migratorio verso sud e il primo scontro si ebbe a Noreia, ai confini nord-ovest dell’Italia, dove i romani subirono la prima sconfitta nel 113 a.C. nel 110 a.C. i cimbri e i teutoni arrivarono a minacciare la Gallia Narbonese. Ulteriore sconfitta dei romani presso Aurasio nel 105 a.C. Mario viene rieletto console dal 104 a.C. al 100 a.C.: riorganizzò l’esercito articolando ogni legione in 10 coorti di 600 uomini l’una autosufficiente e sconfisse nel 102 dapprima i Teutoni ad Aquae Sestiae e poi i Cimbri pressso Vercellae. Alleati politici di Mario: Saturnino e Glaucia Saturnino era un nobile non conservatore destituito dall’esercizio senatorio. Mario lo aiutò ad essere eletto tribuno della plebe nel 103 a.C. e in cambio Saturnino aveva fatto approvare una distribuzione di terre in Africa a ciascun veterano delle campagne di Mario. Aveva proposto la lex de maiestate e una riduzione del prezzo politico del grano. Legge agraria di Saturnino che prevedeva rassegnazioni di terre nella Gallia meridionale e la fondazione di nuove colonie; Glaucia aveva restituito le giurie permanenti per i processi di concussione ai cavalieri. Durante le votazione del 99 a.C. in cui Saturnino ottenne la rielezione a tribuno mentre Glaucia da pretore si candidava al consolato, scoppiarono tumulti e il senato proclamò il senatus consultum ultimum. Mario come console si trovò nella scomoda posizione di doverlo applicare a due alleati politici. Saturnino e Glaucia furono uccisi e Mario si recò nel Ponto per una missione diplomatica. La pirateria La pirateria minava i commerci romani in Grecia e nell’Egeo orientale. Nel 102 a.C. viene inviato il pretore Marco Antonio con il compito di distruggere le principali basi dei pirati nella Cilicia Tracheia e impadronirsene. Fonda la provincia della Cilicia e nel 100 promulga la lex piratica, a dimostrazione che il problema non era affatto risolto. Nicomede III re di Bitinia rifiuta di fornire truppe a Mario che le richiedeva per la guerra contro Cimbri e Teutoni, sostenendo che gran parte degli uomini del suo regno era stata presa dai pirati. Provvedimento romano che ordinava ai governatori provinciali di condurre inchieste rigorose in merito. Dopo un primo momento che vide il ritorno in libertà di molti la crescente opposizione dei detentori di schiavi bloccò l’azione dei romani. Rivolte schiavili del 104-100 a.C. in Sicilia e in Attica, Manio Aquilio le represse. Nel 96 a.C. la Cirenaica viene lasciata a Roma, che sarà dedotta provincia solo nel 75-74 a.C. Marco Livio Druso 98 a.C. viene approvato un provvedimento che rende obbligatorio un intervallo di 3 giorni di mercato tra una proposta di legge e la sua votazione e veniva vietata la formulazione di una lex satura. 95 a.C. la legge Licinia Mucia aveva istituito una commissione per verificare le richieste di cittadinanza romana e per espellere da Roma i residenti latini e italici illegittimamente inseriti nelle liste di censo. (forse causa della guerra sociale?) 91 a.C. eletto tribuno della plebe marco Livio Druso, figlio del Livio Druso che si era opposto a Caio Gracco. Tenta una politica di reciproca compensazione. Tutti i provvedimenti che farà approvare verranno resi nulli quando propose di concedere la cittadinanza romana agli alleati italici. Venne misteriosamente assassinato. La guerra sociale 90-88 a.C. Cause: • Gli italici volevano equiparazione di diritti politici e civili- le classi più elevate- e reclamavano il diritto allo ius provocationis. • Gli italici volevano indipendenza da Roma e una nuova organizzazione politica dell’Italia in uno stato federale. Fatti: 91 a.C. assassinio di Druso 90 a.C. ad Asculum scoppia una rivolta nella quale vengono uccisi tutti i cittadini romani residenti nella città. L’insurrezione si estende presso Piceni, Vestini, Marrucini, Frentani, Marsi, Peligni, Sanniti, Irpini, Lucani e poi Apuli e Campani. Gli insorti si diedero istituzioni comuni e pongono la capitale a Corfinium, ribattezzata Italica, una monetazione propria. Il fronte di guerra viene diviso tra il console Publio Rutilio Lupo e i suoi legati Cneo Pompeo Strabone e Caio Mario, a nord, e l’altro console Lucio Giulio Cesare e suo luogotenente Lucio Cornelio Silla, a sud. Numerosi insuccessi militari dei romani. 89 a.C. Soluzione politica (consoli Cneo Pompeo Strabone e Lucio Porcio Catone) a. lex Iulia de civitate: cittadinanza romana per gli alleati rimasti fedeli e alle comunità che avessero deposto o deponessero rapidamente le armi b. lex Plautia Papiria: cittadinanza a tutti gli italici che si fossero registrati presso il pretore di Roma entro 60 giorni c. Lex Pompeia: promulgata dal console Cneo Pompeo Strabone che faceva attribuire il diritto latino agli abitanti dei centri urbani a nord del Po’. 88 a.C. il console Cneo Pompeo Strabone ( insieme al figlio e ai giovani Cicerone e Catilina) espugnò Ascoli. L’altro console Lucio Cornelio Silla assediava Nola, l’ultima roccaforte di ribelli in Campania. La 1° guerra mitridatica 112-83 a.C. • 95 a.C.I Parti dalle zone del Caucaso si erano stanziati stabilmente in Mesopotamia ponendo l’Eufrate come frontiera occidentale tra essi e il regno di Siria e avevano sottoposto a loro vassallo il re di Armenia Tigrane. • 112 a.C. sale al trono Mitridate VI che diventa re del Ponto e persegue una politica espansionistica stringendo segretamente accordi con il re di Bitinia Nicomede III per spartirsi i territori sotto il protettorato romano come la Galazia e la Paflagonia. Mitridate si era impadronito della Colchide a Nord estendendo il suo regno. • 104 a.C. Mitridate si impadronì anche della Cappadocia. Roma intervenne e si recò presso di lui Mario in una missione diplomatica nel 99 a.C. • 92 a.C. Silla, allora propretore della Cilicia, aveva ripristinato in Cappadocia un re filo romano. Durante la guerra sociale Mitridate ne approfitta per far invadere di nuovo la Cappadocia questa volta dal re di Armenia Tigrane e spodestando dal trono di Bitinia il nuovo re Nicomede IV, figlio di Nicomede III. • 90 a.C. Roma invia una legazione capeggiata da Manio Aquinio per ripristinare sul trono i sovrani di BItinia e Cappadocia, autorizzando anche Mitridate IV a compiere scorrerie nel regno del Ponto. • 90-88 a.C. Mitridate VI dichiara guerra ai romani, si riappropria della Cappadocia e massacra 80mila tra romani e italici. Si allea con Atene, Delo, e poi incita alla sollevazione anti-romana quasi tutto il mondo greco. • 88 a.C. Roma affida il comando della guerra a Lucio Cornelio Silla poiché le truppe mitridatiche avevano ormai raggiunto l’Attica. • 87 a.C. Silla assedia Atene e sconfigge due volte l’esercito di Mitridate che viene cacciato definitivamente dalla Grecia a Cheronea e a Orcomeno. • 86 a.C. l’esercito di Silla e quello di Fulvio Flacco, al cui comando si pose poi il legato Fimbria, agirono parallelamente ricacciando Mitridate in Asia. • 85 a.C. pace di Dardano: Mitridate conservava il suo regno ma doveva evacuare la Cappadocia e la Bitinia e pagare una indennità di guerra. • 84 a.C. Silla incorpora l’esercito di Fimbria, che si uccide, e ristabilisce l’ordine in Asia e in Grecia. • 83 a.C. sbarca a Brindisi La <<2° guerra mitridatica>> 83-81 a.C. Il governatore romano d’Asia effettua incursioni nel Ponto e Mitridate non ottenendo adeguata soddisfazione alle sue proteste sconfigge Lucio Licinio Murena e invade di nuovo la Cappadocia. Silla interviene personalmente per ristabilire l’ordine. Il tribunato di Publio Sulplicio Rufo e il ritorno di Mario Mentre Silla concludeva le operazioni a Nola il tribuno della plebe Publio Sulplicio Rufo si adoperava per privarlo del comando della guerra, che affiderà a Mario. I problemi a Roma dopo la conclusione della guerra sociale erano i seguenti, e seguenti i provvedimenti adottati da Rufo: 1. necessità di inserire i nuovi cittadini nelle assemblee popolari → inserisce i neocittadini in tutte le 35 tribù 2. aumento dei debiti dei singoli→ pone il limite max. di indebitamento per ciascun senatore di 2000 denari, oltre il quale ne sarebbe stata decretata l’espulsione dal senato 3. richiama dall’esilio quanti avevano complottato con gli alleati italici Silla marcia su Roma 88 a.C. Silla marcia su Roma con i suoi soldati. Sulplicio Rufo viene eliminato e Mario riuscì a fuggire alla volta dell’Africa. Stabilisce che i comizi centuriati erano la sola assemblea legittima e che ogni proposta di legge doveva essere approvata dal senato prima di essere sottoposta al voto popolare. Parte per il Ponto. Lucio Cornelio Cinna e l’ultimo consolato di Mario 87 a.C. Nell’87 viene eletto console Cinna, fautore di Mario, con il quale si ricongiungerà in Campania per intraprendere una nuova marcia su Roma. Nell’86 a.C: Mario viene eletto console (per la 7° volta) insieme a Cinna, ma morì poco dopo. Cinna, rimasto solo, invia un nuovo corpo di spedizione con al comando il nuovo console Lucio Valerio Flacco e il suo legato Fimbria in sostituzione di quello sillano, che non rappresentava più il governo di Roma. Fino all’84 a.C. Cinna viene rieletto console completando l’immissione dei nuovi cittadini nelle 35 tribù e riducendo i debiti di ¾ l’ammontare. Nell’84 a.C. Cinna dispone i soldati ad Ancona per “accogliere” Silla che stava tornando, ma fu ucciso da una rivolta dei suoi soldati. Silla dittatore e la riforma dello Stato • 74-67 a.C. i due consoli Lucio Licinio Lucullo e Marco Aurelio Cotta sgombrano la Bitinia e occupano il Ponto. Mitridate fugge dal suocero Tigrane, il cui regno aveva inglobato anche la Siria. Lucullo invade l’Armenia e conquista la nuova capitale Tigranocerta. Tigrane e Mitridate fuggono ad Artaxata. Mentre Lucullo si affretta ad inseguirli il senato romano e i suoi soldati si rivoltano contro di lui, che verrà destituito dall’incarico nel 67 a.C. • 66 a.C. un altro tribuno della plebe propone che venga affidato a Pompeo anche il comando contro Mitridate, sostenuto da un’orazione Ciceroniana.→lo ottiene e stringe rapporti con il re dei Parti Fratee, che doveva tenere impegnato Tigrane mentre egli marciava sul Ponto. • 64 a.C. Pompeo conferma a Tigrane il trono d’Armenia e fa della Siria una provincia romana →raffreddamento dei rapporti con i Parti • 63 a.C. Mitridate rifugiatosi in Crimea dopo la sconfitta, si uccise. Pompeo fa di Gerusalemme uno stato autonomo ma tributario e aggregato della provincia di Siria. Il consolato di Cicerone e la congiura di Catilina Pompeo rimase assente da Roma dal 67 al 62 a.C. Catilina, un aristocratico decaduto ma arricchitosi durante gli eccidi sillani si propose a i consolati del 65, 63 e 62 a.C. senza mai vincerli. Nel consolato del 63 fu sostenuto economicamente da Crasso, poiché aveva speso quasi tutto il suo patrimonio nella precedente campagna elettorale del 65, che aveva perso perché ritenuto indegno. Il consolato del 63 a.C. fu ottenuto invece dall’ homo novus Cicerone. Nel 62 a.C. Catilina si ripresentò alle elezioni questa volta abbandonato da Crasso e da Giulio Cesare, con un programma rivolto agli aristocratici romani rovinati dalle dissipazioni, dalle campagne elettorali, ai coloni sillani e ai figli dei proscritti. Battuto nuovamente alle elezioni organizzò un esercito in Etruria composto da ex veterani sillani ma il piano fu scoperto da Cicerone, che indusse il senato a proclamare il senatus consultum ultimum contro Catilina (1° Catilinaria). Catturati 5 fra i capi della congiura fu decretato dal senato, dominato dalla figura di Marco Porcio Catone l’Uticense, per la pena di morte (solo Cesare si oppose). Catilina cadde combattendo contro un esercito consolare presso Pistoia. Egitto Il regno Tolemaico d’Egitto era composto inizialmente da 3 nuclei principali: La Cirenaica, Cipro e l’Egitto. Dopo la morte di Tolomeo VIII l’Evergete II nel 116 a.C. le contese tra i successori videro ripetutamente richiesto l’intervento di Roma come garante del trono e dell’individuale sopravvivenza dei contendenti. Di questa politica fanno parte anche i testamenti, di dubbia autenticità, che legarono il regno o parti di esso al popolo romano, come accadde per la Cirenaica. Il lascito dell’Egitto ai romani da parte di Tolomeo X Alessandro I (talvolta attribuito all’omonimo figlio), in lotta con il fratello e poi fatto prigioniero da Mitridate, riuscito a fuggire presso Silla e poi a Roma, fu rimesso sul trono d’Egitto dai romani nell’80 a.C. braccato dagli alessandrini che poi lo presero e l’uccisero redasse il famoso testamento per avere salva la vita. Successivamente salirono al trono d’Egitto e di Cipro i due figli di Tolomeo IX. Le mire romane sull’Egitto si ebbero da quando Pompeo ridusse la Siria a provincia romana: 1) legge agraria che includeva il territorio dell’Egitto in un progetto di rassegnazioni fondiarie; 2) rivendicazione di Roma su Cipro e la conseguente annessione. Il ritorno di Pompeo e il “1° triumvirato” Pompeo, tornato a Roma, vista la crescente ostilità nei suoi confronti da parte di Lucullo, i Metelli e Catone si riavvicinò a Crasso e Cesare, con i quali strinse un accordo privato chiamato impropriamente “1° triumvirato” alle condizioni che Cesare venisse eletto console per il 59 a.C. e che a sua volta egli facesse approvare una legge per la riassegnazione di terre ai veterani di Pompeo e per favorire altresì i cavalieri di Crasso. Pompeo sposa la figlia di Cesare, Giulia. Caio Giulio Cesare console 59 a.C. Cesare viene eletto console. →Provvedimenti: • 1° legge agraria: agro pubblico ancora libero da distribuire ai veterani di Pompeo • 2° legge agraria: agro pubblico campano da distribuire a i nullatenenti con famiglia a carico • Ratificate tutte le decisioni prese da Pompeo in oriente • Ridotto di un terzo il canone d’appalto delle imposte in Asia per i cavalieri di Pompeo. Allo scadere del consolato il tribuno della plebe Publio Valerio Vatinio fa votare un provvedimento che attribuisce a Cesare per 5 anni il proconsolato in Gallia Cisalpina e Illirico; a cui verrà aggiunta la Gallia Narbonese per un totale di 4 legioni. Publio Clodio Pulcro tribuno Il triumvirato appoggiò l’elezione a tribuno di Publio Clodio Pulcro, ex patrizio che si era fatto adottare da una famiglia plebea per poter rivestire la suddetta carica, e che una volta eletto fece approvare le seguenti leggi: 1. Limita i poteri dei censori di espellere a piacimento i membri dal senato. 2. Solo àuguri e tribuni possono interrompere le assemblee pubbliche per auspici sfavorevoli. 3. Vengono legalizzati i collegia, pericoloso strumento di mobilitazione delle masse urbane. 4. Rende gratuite le distribuzioni frumentarie a Roma. 5. Esilio per chi condanna a morte un cittadino romano senza concedergli la provocatio ad populum.→ Cicerone e Catone esiliati; Catone deduce la provincia di Cipro. Cesare in Gallia 58 a.C. • Cesare sconfigge gli Elvezi, che stavano invadendo il territorio degli Edui, a Bibracte. Gli Elvezi tornano nelle loro sedi. • Cesare, di nuovo su richiesta degli Edui, sconfigge gli Svevi guidati da Ariovisto che erano stati chiamati dai Sequani prima a Vesonzio, e poi a Mulhouse, costringendoli a tornare al di là del Reno. 57 a.C. • Le tribù belga si ribellano alla presenza romana in territorio Sequano e Cesare si impadronisce del territorio. • Il figlio maggiore di Crasso e legato di Cesare sottomette tribù in Normandia e Bretagna. Pompeo aiuta Cicerone a tornare a Roma Nel 57 a.C. Pompeo appoggia il ritorno dall’esilio di Cicerone, preoccupato per il crescente successo di Cesare e trovandosi in una situazione di stallo politico. Cicerone ricambia il favore aiutandolo ad ottenere l’incarico della cura annonae della durata di 5 anni, poiché la popolazione di Roma era raddoppiata e le distribuzioni gratuite avevano reso difficile provvedere all’approvvigionamento della città. Gli accordi di Lucca 56 a.C Viene rinnovato l’accordo privato tra Cesare Pompeo e Crasso a queste condizioni: 1. Proroga del proconsolato di Cesare in Gallia per altri 5 anni con 10 legioni 2. Pompeo e Crasso consoli per il 55 a.C. 3. Pompeo→proconsolato in Spagna; Crasso→proconsolato in Siria; entrambi per 5 anni. Cesare in Gallia part. 2 55 a.C. • le popolazioni costiere della Bretagna aiutate dai traffici nella manica con i Britanni, si ribellarono. Cesare li vinse grazie all’ingegno navale di Decimo Bruto, suo legato. • Le tribù germaniche oltre il Reno (Usipeti e Tencteri) saccheggiavano il territorio dei Treveri. Cesare li annienta alla confluenza tra Mosella e Reno. 54 a.C. • Campagna militare in Britannia. → Cesare raggiunge il Tamigi 53 a.C. • Repressioni nel nord della Gallia e 2° passaggio del Reno. 52 a.C. • Vercingetorige, re degli Averni, si pone a capo di una ribellione di popoli tra la Loira e la Garonna. 1. Sterminio di romani residenti a Cenabum 2. Cesare assedia Gergovia in Avernia ma fallisce. 3. Cesare si ricongiunge a “Parigi” con le truppe del suo legato Labieno 4. Assedio di Alesia con doppia linea di accerchiamento 51 a.C. Cesare fonda la provincia della Gallia Comata, senza attendere conferma dal Senato. Crasso e i Parti Crasso giunge in Siria nel 54 a.C. e si intromette in un conflitto dinastico subentrato alla morte del re dei Parti Fraate III, tra Orode e Mitridate. Sostiene lo sconfisso, Mitidate, e guida l’esercito attraverso la Mesopotamia nel 53 a.C. senza ascoltare i consigli del figlio e del re di Armenia. A Carre lui, suo figlio e il suo esercito verranno massacrati dalla cavalleria corazzata dei Parti. Pompeo a Roma tra il 54 e il 52 a.C. • 54 a.C. era rimasto a Roma e amministrava le Spagne attraverso luogotenenti; Giulia muore di parto e Pompeo si risposa con Cornelia, accostandosi sempre di più agli ottimati. • 52 a.C. Pompeo propone una legge che obblighi a un intervallo di 5 anni tra magistratura e pro magistratura (e viceversa) per scoraggiare gli arrivisti e soprattutto Cesare. Pompeo fa una legge affinché tutti presentino di persona le proprie candidature (con clausola). Anarchia a Roma • 53 a.C. non vengono eletti i consoli e l’anarchia dilaga a Roma: le bande di Clodio, che aspirava alla pretura, e quelle di Milone, che aspirava al consolato, si scontrarono e Clodio perse la vita. Pompeo invece della Macedonia. Decimo Bruto si rifiutò di cedergliela (la Gallia cisalpina) e si chiuse a Modena, assediato da Antonio. Il senato dichiara Antonio nemico pubblico e manda i due nuovi consoli del 43 e Ottavio a risolvere la questione. Antonio viene battuto e fugge nella Narbonese dove unirà le sue forze a quelle di Lepido (altro principale collaboratore in vita di Cesare). Il vero 1° triumvirato 43 a.C. Ottavio diventa console marciando su Roma, infatti entrambi i 2 consoli che avevano combattuto contro Antonio erano morti. Lui e Quinto Pedio istituiscono un tribunale speciale per perseguire i cesaricidi. Ottavio, Antonio e Lepido si incontrano nei pressi di Bologna e stipulano un accordo che diverrà una magistratura ordinaria: il triumvirato costituente per 5 anni con lo scopo di riformare lo Stato. La provincia della Gallia Cisalpina e Comata sarebbero andate ad Antonio, le due Spagne e la Gallia Narbonese a Lepido e Sicilia, Sardegna( dominate dalle flotte di sesto Pompeo), Corsica e Africa a Ottaviano. L’oriente era ormai nelle mani di Bruto e Cassio. Con le liste di proscrizione nuovamente introdotte dai triumviri Cicerone viene ucciso insieme a molti altri senatori e cavalieri dell’opposizione più conservatrice. Nasce una nuova aristocrazia composta d membri delle classi dirigenti municipali italiche. Viene divinizzata la figura di Cesare. La battaglia di Filippi 42 a.C. Antonio e Ottaviano partono per la Grecia mentre Lepido rimane a Roma. Cassio, battuto da Antonio, si uccide. Bruto viene sconfitto dalle forze ricongiunte di Antonio e Ottaviano e anche lui si uccide. Nuova divisione del potere tra Antonio Lepido e Ottaviano (+Sesto Pompeo) 1. Antonio→ (Gallia Comata e Cisalpina) →Oriente. 2. Lepido →Africa 3. Ottaviano→ le Spagne ( precedentemente di Lepido) e la ridistribuzione di terre ai veterani 4. Sesto Pompeo→ Sardegna, Corsica+ sconfitti di Filippi, di Perugia e sopravvissuti alle proscrizioni dei triumviri, pirati. La guerra di Perugia 41-40 a.C. 18 città italiane si videro espropriare le loro terre per essere assegnate ai veterani, e furono colpiti soprattutto gli interessi dei piccoli e medi proprietari terrieri (anche Virgilio era tra questi). Le proteste sfociarono nel 41 a.C. nella guerra di Perugia, a capo dei rivoltosi vi erano la moglie di Antonio, Fulvia, e il fratello di Antonio. Perugia viene assediata ed espugnata. Gli accordi di Brindisi 40 a.C: Ottaviano nel frattempo si era appropriato delle Gallie di Antonio, poiché era morto il suo legato che le amministrava. Profilandosi la possibilità di un’alleanza tra Antonio e sesto Pompe, Ottaviano si avvicina a Sesto e sposa la sorella di suo suocero, Scribonia. Antonio lascia l’Egitto, dove si era legato con Cleopatra, e si incontra con Ottaviano a Brindisi dove viene sottoscritta un’intesa: ad Antonio l’Oriente, a Ottaviano l’Occidente (comprese le Gallie) e a Lepido l’Africa. Antonio per sugellare l’accordo soposa Ottavia, sorella di Ottaviano. L’accordo di Miseno 39 a.C. Sesto Pompeo deluso di non essere stato preso in considerazione ricomincia a bloccare le forniture di grano dirette a Roma. Antonio fu costretto a tornare dalla Grecia per presenziare con Ottaviano all’accordo di Miseno. Sesto Pompeo vedeva riconosciuto da Ottaviano il governo della Sicilia, Sardegna e Corsica cui si aggiungeva per parte di Antonio il Peloponneso e l’amnestia per i suoi pirati. L’accordo di Taranto 37 a.C. Le difficoltà presentate da Antonio nel cederglielo sul serio fanno riprendere le scorrerie a Sesto Pompeo. Ottaviano ripudia Scribonia e si sposa l’anno successivo con Livia Drusilla. Un luogotenente di Sesto lo tradisce e consegna la Sicilia e la Sardegna nelle mani di Ottaviano. Divampa la lotta per il possesso della Sicilia. Ottaviano la inizia con una sconfitta ed è costretto a chiedere l’aiuto di Antonio e a concludere un accordo con lui a Taranto per ottenere rinforzi (120 navi per Ottaviano; 20.000 legionari per Antonio) . Il triumvirato viene rinnovato per altri 5 anni fino al 32 a.C. Agrippa sconfigge Sesto Pompeo 36 a.C. Il console Agrippa, amico di infanzia di Ottaviano, costruisce un porto militare presso Pozzuoli dove fece addestrare una flotta e nel 36 a.C., con le navi di Antonio, sconfigge per 2 volte la flotta di Sesto Pompeo prima a Milazzo e poi a Nauloco. Costretto a fuggire, Pompeo morirà l’anno successivo in Oriente. La destituzione di Lepido Lepido, che aveva preso parte alle operazioni di Ottaviano in Sicilia, pretese il possesso dell’isola, ma le sue truppe lo abbandonarono. Ottaviano lo dichiara decaduto dei suoi poteri di triumviro e si impossessa dell’africa. Ottaviano era ormai padrone incontrastato dell’Occidente e si procacciò la gloria militare, grazie ad Agrippa, con due anni di dure campagne contro gli Illiri. Antonio in Oriente Impose pesanti tributi alle comunità dell’Asia e cercò l’alleanza del regno d’Egitto invitando Cleopatra a raggiungerlo in Cilicia. Cleopatra convincerà poi Antonio a stare da lei in Egitto nell’inverno tra il 41 e il 40 a.C. e dalla loro unione nacquero due gemelli. 40 a.C. i Parti invadono la Siria, l’Asia Minore e la Giudea. Antonio non può reagire perché richimato in Italia dalle conseguenze della guerra di Perugia. Dopo aver stipulato gli accordi di Brindisi con Ottaviano e aver sposato sua sorella Ottavia nel 39 a.C. riparte con lei per la Grecia. il generale antoniano nel frattempo aveva rispedito i Parti al di là dell’Eufrate e Antonio si era dovuto recare a Miseno ancora una volta dalla Grecia per stipulare accordi anche con Sesto Pompeo. In Partia si aprì una crisi dinastica e Antonio non potè approfittarne perché per la 3° volta fu richiamato in aiuto da Ottaviano per il possesso della Sicilia contesa a Sesto e si reca a Taranto nel 37 a.C. per rinnovare il triumvirato. Antonio torna in Egitto lasciando Ottavia in Italia e si ricongiunge a Cleopatra riconoscendone i figli. Assegna al regno d’Egitto una parte della Fenicia, della Celesiria, della Cilicia e di una porzione dell’Arabia. Inizia la campagna diffamatoria di Ottaviano ai danni di Antonio. 1. 36 a.C. 1° spedizione partica di Antonio attraverso l’Armenia e assedia Fraaspa, nella Media Atropatene, ma perde le macchine d’assedio ed è costretto a ritirarsi. 2. 35 a.C. Ottaviano invia a Antonio la moglie Ottavia, le 70 navi superstiti e 2000 uomini.→provocazione accolta da Antonio, che rispedisce indietro Ottavia. 3. 34 a.C. conquista l’Armenia e detronizza il suo infido re. Celebra il trionfo ad Alessandria., e conferma il trono d’Egitto a Cleopatra e a Tolomeo Cesare e attribuendo ai suoi figli nuovi territori. La battaglia di Azio 32-30 a.C. I due consoli antoniani del 32 a.C. chiedono in senato la ratifica delle decisioni prese da Antonio in Oriente ma Ottaviano si oppone e 300 senatori e gli stessi consoli fuggono da Roma per rifugiarsi presso Antonio. Antonio ripudia formalmente Ottavia. Ottaviano rivela al popolo romano il testamento di Antonio in cui chiedeva di essere sepolto ad Alessandria e attribuiva regni ai figli avuti con Cleopatra. Ottaviano, dopo aver ottenuto che il triumviro venisse provato dei suoi poteri, si presentò come il difensore di Roma e dell’Italia contro una regina avida e infida e dichiara guerra alla sola Cleopatra, dopo aver ottenuto il giuramento di fedeltà nei suoi confronti da parte delle provincie d’occidente. Sulle coste dell’Epiro si scontrano i due eserciti e Agrippa vince la battaglia navale contro Antonio per conto di Ottaviano. Antonio e Cleopatra fuggono in Egitto dove si suicideranno dopo che anche Alessandria fu presa dal nemico. IV PARTE L’Impero da Augusto alla crisi del III secolo La morte di Cesare aveva decretato il fallimento di un regime apertamente monarchico, per questo Augusto si rese restauratore nella forma ma innovatore nella sostanza. Il disegno che emerse dal lungo periodo di permanenza di Ottaviano Augusto era il frutto di continui aggiustamenti e ripensamenti pur connessi ad una logica di fondo. La personalizzazione della politica che aveva preso piede nella tarda repubblica lasciava gradualmente spazio ad una nuova forma di governo: il principato. Egli era il principe, superiore a tutti per autorità, pur non possedendo un potere superiore agli altri che gli furono colleghi nelle magistrature. Il crescente potere personale accanto all’ordinamento repubblicano • 31-23 a.C. Ottaviano console ininterrottamente • 29 a.C. Torna in Italia e celebra 3 trionfi • 13-01-27 a.C. Ottaviano rinuncia in senato a tutti i poteri straordinari accettando solo quello proconsolare per 10 anni su tutte le provincie non pacificate. Gli viene conferito il titolo religioso di “Augusto” e la corona civica. • 27-25 a.C. Augusto si reca in Gallia e combatte contro Astubri e Cantabri, poiché non voleva dare l’impressione che si sottraesse al compito che gli era stato affidato dal senato. Elezioni consolari ristabilite nella norma. (ma con nominatio e commendatio di Augusto) 3. Il comando di una delle 2 flotte imperiali: di Miseno e di Classe 4. Le prefetture: • Praefectus Aegypti, governatore della provincia d’Egitto. • Praefectus praetorio, comando della guardia pretoriana • Praefectus annonae, responsabile dei servizi di approvvigionamento per Roma • Praefectus vigilium, comandante delle squadre di vigiles. Augusto ristruttura Roma 1. Monumentale: • nel Foro repubblicano fa costruire un tempio per Cesare divinizzato, l’arco partico e una tribuna per gli oratori. • Erige una basilica in onore di Caio e Lucio Cesari. • Costruisce il forum Augusti con il tempio di Marte Ultore • Edifica il Pantheon in Campo Marzio e il suo mausoleo accanto. 2. razionalizzazione dei servizi (per opera di Agrippa): • 8 d.C. servizio stabile per l’approvvigionamento granaio gestito dal prefetto equestre • Il collegio dei IIIIviri viarum curandarum si occupò alla morte di Agrippa del mantenimento degli edifici, delle strade e delle rive del Tevere. • Corpo di vigili del fuoco composto da 7 coorti, ognuna di esse doveva occuparsi di 2 dei 14 quartieri in cui aveva diviso Roma. Augusto riorganizza l’Italia Tutti gli abitanti dell’Italia erano diventati cittadini romani. Augusto divise l’Italia in 11 regioni per poter meglio censire la popolazione e le proprietà. Le città italiche avevano autonomia interna governativa e non erano soggette all’imposta fondiaria. A scopo militare organizza un sistema di strade e di comunicazioni. Augusto e le provincie Cambiamento di natura politica: ♦ Provincie “imperiali”, sotto la responsabilità del princeps e con 1 o più legioni stanziate. -Minori →legatus augusti propretore provinciae, ex propretore -Maggiori→legatus Augusti propretore provinciae, ex console ♦ Provincie del “popolo”, prive di legioni e pacificate. Il proconsul, scelti a sorte, in teoria non era sottomesso alla volontà di Augusto ma Augusto deteneva l’imperium maius. -Minori→proconsul, ex pretore -MAggiori→proconsul, ex console Una nuova tassazione: ♦ la tassa fodiaria, il tributum soli, basata sulla misura dei terreni ♦ La tassa pro capite, basata sul censimento della popolazione provinciale. Riforma dell’esercito Prima: la paga dei soldati gravava sull’aerario Saturni (cassa dello stato dove confluivano le imposte delle provicie) e la liquidazione sul bottino di guerra e sul patrimonio personale di Augusto (spesso terre). Dopo: 1. 6 d.C. crea un erario militare finanziato dai proventi di una tassa sull’eredità per i premi di congedo. Esercito di 25 legioni composto da volontari e professionisti che restavano in servizio 20 anni e venivano pagati annualmente. 2. la guardia pretoriana permanente, composta da 9 coorti, per un totale di 9000 uomini, i soldati erano quasi tutti cittadini romani e godevano di privilegi. 3. Truppe ausiliarie regolari di fanteria e cavalleria reclutate tra i popoli soggetti all’impero e dirette da comandanti equestri; i soldati al congedo ricevevano la cittadinanza. 4. Flotta permanente a Miseno e a Classe; i marinai al congedo ricevevano la cittadinanza. La politica estera in Oriente 1. Nel 29 a.C., nel 25 a.C. e nel 10 a.C. chiude il tempio di Giano. 2. Il 1^ e poi il 2^ prefetto d’Egitto estenderanno i confini meridionali concludendo, l’uno un accordo con gli Etiopi, l’altro spingendosi in Yemen per motivi commerciali. 3. I confini del regno partico vengono resi inoffensivi attraverso i regni-clienti di Roma, come la Giudea, la Cappadocia e il Ponto. 4. 20 a.C. Tiberio incorona re d’Armenia Tigrane II, che divenne re cliente di Roma. …. In Occidente 1. 27-19 a.C. Fu pacificata la penisola iberica 2. 25 a.C. sottomessi i Salassi nella Valdaosta e fondata la colonia di Augusta Pretoria 3. 21-20 a.C. Balbo estende il controllo romano in Africa meridionale. 4. 16-15 a.C. conquista della Rezia e del Norico da parte dei figliastri di Augusto 5. 14-9 a.C. occupata la Pannonia e la Mesia 6. 9 a.C. Druso arriva al fiume Elba. 7. 6 d.C. scoppia una rivolta delle tribù germaniche 8. 9 d.C. sconfitta di Teutoburgo, Quintilio Varo vs Arminio e annientate 3 legioni.→ll confine resta sul Reno. La successione Augusto integrò la propria famiglia nel sistema politico di propaganda ideologica che ne celebrava l’ascendenza divina da Venere ed Enea. ♦ Marcello, figlio di sua sorella Ottavia, che morì nel 23 a.C. ♦ Agrippa, che ricevette l’imperium proconsolare e la potestà tribunizia. Nel 17 a.C. Augusto adottò i suoi due figli Caio e Lucio Cesari, preparandoli ad un’eventuale successione al padre. Nel 12 a.C: Agrippa morì. Nel 2 e nel 4 d.C. toccò anche ai suoi figli. ♦ Tiberio, figlio di Livia Drusilla ( 3° moglie di Augusto) e Tiberio Claudio Nerone, divorzia da Vipsania e sposa Giulia nell’11 a.C. ricoprì due volte il consolato, celebrò un trionfo per le campagne germaniche e ricoprì la potestà tribunizia. Poi si auto esiliò a Rodi fino al 2 d.C. ♦ Germanico, figlio di Druso( fratello di Tiberio) e di Antonia (figlia di Marco Antonio ed Ottavia),fu adottato da Tiberio nel 4 d.C., nonostante avesse lui stesso un figlio di nome Druso Minore. Augusto adotta Tiberio, dunque adotta Germanico. I Giulio - Claudi 14-68 d.C. Giulio: Augusto era stato adottato da Cesare Claudi: la 3° moglie di Augusto aveva portato nel matrimonio con il princeps i due figli avuti con Tiberio Claudio Nerone: Tiberio e Druso. 1. Tiberio: 14-37 d.C. Succede ad Augusto per volere del Senato e alla sua morte segue poco dopo quella dei suoi successori preordinati da Augusto: Germanico (adottato da Tiberio) e Druso Minore. Amministratore accorto e sostenitore della tradizione repubblicana. Modifica il sistema elettorale. Consolida i confini della frontiera Renana. Manda Germanico in Siria dove sarà avvelenato dal proconsole Calpurnio Pisone, con il quale era entrato in contrasto (come testimonia una tavola di bronzo ritrovata a Seviglia). Inizia lo scontro tra Tiberio e Agrippina, vedova di Germanico, per la successione. Il prefetto del pretorio Seiano concentra le truppe pretoriane a Roma e influenza sempre di più le decisioni dell’imperatore che nel frattempo si era ritirato a Capri, arrivando a dichiarare Agrippina nemico pubblico e facendone imprigionare i due figli. Antonia convince Tiberio a processare Seiano e a giustiziarlo per tradimento. Grave crisi economica e scontri tra princeps e senato. Agrippina Maggiore si uccise e i suoi due figli maggiori furono assassinati. Alla morte di Tiberio vengono nominati successori congiunti Caligola e Tiberio Gemello (ucciso quello stesso anno). 2. Caligola: 37-41 d.C. 3° Figlio di Germanico e Agrippina. Designazione giustificata solo sulla linea famigliare poiché discendeva sia dai Augusto, che dai Claudi che da Marco Antonio. Accolto con entusiasmo dalla plebe e dall’esercito, diffidente il Senato. Storiografia ostile: malato mentale incline al dispotismo orientale e allo sperpero sfarzoso per aumentare il consenso personale. Uccide l’ultimo discendente di Antonio, il re Tolomeo di Mauretania, figlio di Cleopatra Selene, figlia di Antonio e Cleopatra. In Oriente attua la politica degli stati cuscinetto: la Commagene da provincia sotto Tiberio, diventa un regno cliente. Concesse ad Erode Agrippa, re della Giudea e suo amico personale, ampi territori della Galilea. Fa costruire una statua in suo onore nel tempio di Gerusalemme (Giudea). Fu ucciso da una congiura di pretoriani e questo evitò lo scoppio del conflitto in Giudea. sistemazione provvisoria della questione dacica fu dovuta alla rivolta di Saturnino governatore in Germania Superiore e proclamato imperator dalle legioni. La rivolta di Saturnino fu domata dal legato della Germania inferiore e da quel momento Domiziano inaugurò una politica di persecuzioni e di eliminazioni dei sospetti. Dopo numerosi processi ai senatori, cristiani ed ebrei cadde vittima di una congiura nel 96 di cui prese parte anche la moglie. Il senato alla sua morte ne proclama la damnatio memoriae. Il sorgere del cristianesimo Il cristianesimo primitivo iniziò come un movimento all’interno del giudaismo in un periodo in cui gli ebrei si trovavano già da tempo sotto il protettorato di Roma (dal 63 a.C.). Tra i diversi gruppi religiosi in cui il giudaismo era articolato a cavallo tra il I sec a.C. e il I sec. d.C. si distinguevano i Sadducei (aristocratici e conservatori), i Farisei (popolari e liberali), la comunità degli Esseni, il partito degli Zeloti (partito rivoluzionario che voleva l’indipendenza da Roma e che guidò la 1° rivolta ebraica del 66-70). Nel I sec. d.C. l’apostolo Paolo di Tarso, dopo essersi convertito da Fariseo mentre stava intraprendendo una missione di persecuzione contro la primitiva ecclesia cristiana, divenne la figura simbolo della necessità di diffondere il vangelo trai non-ebrei, in rottura radiale con il conservatorismo giudaico chiuso nelle diverse sette. Dal II sec. d.C. prevalse la struttura di comunità guidate da un singolo responsabile, l’episcopus. Sotto Augusto la questione giudaica era stata risolta come un problema di nazionalità consentendo a tutte le comunità dell’impero di conservare i propri culti e mantenere i legami con Gerusalemme, che perciò non si assimilavano alla cittadinanza ma venivano avvertite come elemento estraneo. Sotto Tiberio gli ebrei furono espulsi da Roma perché in contrasto con il mos maiorum. Caligola aveva provocato una grave crisi nei rapporti tra le città della Giudea e le poleis greche. Claudio ristabilì i privilegi e la tolleranza augustea ma anch’egli espulse gli ebrei nel 49 da Roma, in cui per la prima volta ebrei e cristiani vennero accomunati. Con Nerone i cristiani verranno incolpati dell’incendio di Roma nel 64 d.C. e furono uccisi nella persecuzione Pietro e Paolo. Dopo che Vespasiano e Tito ebbero posto fine alle rivolte in Palestina con la distruzione del tempio di Gerusalemme non furono poste limitazioni al culto. Domiziano invece utilizzò a fini politici l’accusa di ateismo in un’azione di persecuzione contro i cristiani, poiché in contrasto con il culto dell’autorità imperiale, per fronteggiare l’opposizione che serpeggiava tra i membri della corte e tra i senatori. Verso il 111 d.C. in una lettera di Plinio il Giovane a Traiano si legge che l’imperatore aveva dato disposizioni al governatore di punire i cristiani solo se espressamente denunciati, e non da anonimi e se pronti alla riconversione al paganesimo. Nel corso del II sec. il fenomeno non potè più essere ignorato. Il II secolo Notevole stabilità del regime successorio per adozione, pratica del resto accolta favorevolmente da parte dell’aristocrazia senatoria. Nerva: 96-98 d.C. Restaurazione delle prerogative de senato. Fonti limitate basate sulla narrazione dello storico greco Casso Dione, le monete, qualche passo di Plinio il Giovane e epitomi di storia romana del IV sec. Ordine interno: abolisce le misure impopolari di Domiziano richiamando gli esiliati, sospendendo le accuse di lesa maestà e condannando a morte i delatori. Ottiene giuramenti di fedeltà dalle truppe provinciali. Riforme finanziarie e sociali: • La legge agraria: assegnò lotti di terreno ai nullatenenti • Le istituzioni alimentari: concessioni di prestiti ai contadini disposti ad ipotecare la terra e l’interesse dell’ipoteca veniva versato ai municipi locali per il sostentamento di bambini bisognosi per contrastare il calo demografico. • Le opere pubbliche: trasferisce alla cassa imperiale l costo del cursus pubicus e intraprende la costruzione di acquedotti La crisi: i pretoriani chiesero la punizione degli assassini di Domiziano e Nerva acconsente perdendo però consenso tra i senatori. Nerva come suo successore Traiano, in grado di affermarsi anche militarmente contro i pretoriani. Governatore in quel momento della Germania superiore ma di origine spagnola Traiano verrà subito associato al potere. Alla morte di Nerva Traiano diventa imperatore con ‘appoggio del senato e dell’esercito. Il prefetto del pretorio venne subito giustiziato. Traiano: 98-117 d.C. Si reca a Roma solo nel 99 nonostante la nomina per concludere il consolidamento della frontiera renana in Germania Superiore. Egli è l’optimus princeps e incarna il rispetto della tradizione senatoria e le capacità militare proprie di Augusto. Le nostre fonti principali sono le lettere di Plinio il Giovane governatore della Bitinia e Traiano stesso e il Panegirico che Plinio pronunciò in senato nel 100 per la propria elezione a console. Traiano aveva quelle qualità civili e militari che da sole ne giustificavano la posizione di preminenza all’interno del senato. L’espansione territoriale di Traiano fu appoggiata dai senatori, in Dacia prima e in Arabia poi, non è facile stabilire se la volontà dell’assemblea fosse quella di porre rimedio al dissesto finanziario lasciato da Nerva o per effettive ragioni strategiche per difendere il confine Danubiano. La Dacia fu ridotta a provincia e l’oro derivato dalle miniere del nuovo territorio conquistato servì a finanziare opere pubbliche e imprese militari, nonché a diminuire la svaluta del denario dai tempi di Nerone. Ridusse a provincia anche l’Arabia, acquisendo il controllo della via commerciale di mare per l’India. Nel 114 Traiano organizza una campagna partica e occupa l’Armenia, l’Assiria e la Mesopotamia. una ribellione di ebrei scoppiata in Mesopotamia lo costrinse però ad abbandonare tutte queste nuove conquiste ad eccezione della Dacia. Morì in Cilicia sulla via del ritorno. Le truppe acclamarono imperatore il governatore della Siria, Adriano, un suo parente spagnolo. Secondo alcune fonti Traiano lo adottò in punto di morte, secondo altre Plotina lo aiutò a prendere il potere. Traiano seguì anche un programma di sussidi alimentari prendendosi cura dei ragazzi bisognosi dei comuni italici, testimoniatoci da due testi epigrafci, segno delle difficoltà dell’agricoltura in Italia. Adriano: 117-138 d.C. Era stato questore di Traiano nella 1° guerra dacica poi governatore di Siria durante la campagna partica nonché comandante dell’esercito per fronteggiare la grande rivolta degli ebrei di Mesopotamia e Cirenaica quando Traiano era ammalato. La sua famiglia era di origini italiche e si era trasferita nel Sud della Spagna affermandosi nell’aristocrazia senatoria di una città della Betica. Adriano decise di abbandonare la politica di espansione affidando le nuove provincie orientali a nuovi re-clienti. Traccia di un dissenso per questa linea politica si può riscontrare nella condanna a morte di 4 ex consoli fedeli collaboratori di Traiano, incriminati di aver congiurato verso il nuovo principe. Cancellò i debiti arretrati con la cassa imperiale a Roma e in Italia, fece distribuzioni al popolo e reintegrò il patrimonio dei senatori che avevano perduto il censo, proseguì il programma alimentare di Traiano. Riformò la disciplina militare e favorì il reclutamento dei provinciali. Creò nuove unità di reclutamento dette “Numeri”, composte da soldati provenienti da popolazioni non romanizzate, per far fronte alla riduzione del numero di reclute italiche. Costruisce Castel San Pietro a Roma come suo Mausoleo e diede impulso alla trasformazione urbanistica delle poleis greche e di Atene, incoraggiando l’ingresso delle elitè orientali nel senato. Passò 12 dei 21 anni del suo regno in viaggio per le provincie: dai confini renani e danubiani passò in Britannia, dove iniziò la costruzione del famoso Vallo di Adriano, poi in Gallia, Spagna, Africa, Asia Minore e Grecia. Iniziò anche la costruzione del fossatum africae, fortificazioni che avevano lo scopo di controllare gli spostamenti dei nomadi. Nel 132 scoppiò una rivolta in Palestina provocata dall’intenzione di Adriano di assimilare gli ebrei alle altre popolazioni dell’impero fondando la colonia di Aelia Capitolina a Gerusalemme e costruire un tempio dedicato a Giove dove prima vi era il tempio di Gerusalemme. La repressione fu violentissima e spietata. Diede una forma definitiva alle competenze giurisdizionali dei governatori provinciali e riorganizzò il gruppo dei consiglieri facendone un organo di governo e introducendovi sia giuristi che i due prefetti del pretorio. Divise l’Italia in 4 distretti giudiziari per alleggerire i tribunali di Roma ma intaccò in questo modo la prerogativa giudiziaria del senato. Riorganizza la carriera equestre attraverso tappe di promozione prefissate ed estendo il loro campo di azione a scapito dei liberti o degli schiavi in molte attività finanziarie. Antonino Pio: 138-161 d.C. Adriano aveva adottato per la successione prima Lucio Elio Cesare, che però morì prematuramente, in seguito Antonino Pio, senatore della Gallia Narbonense, che adottò a sua volta il figlio di Lucio Elio Cesare, Lucio Vero, e Marco Aurelio, un nipote di sua moglie. A differenza del suo predecessore non viaggiò molto e predilesse incarichi amministrativi. Ebbe buoni rapporti con il senato e fu un parsimonioso amministratore. Ci fu durante il su regno solo una ribellione in Mauretania. Fece avanzare il vallo di Adriano più a nord nella scozia meridionale. Marco Aurelio: 161-180 d.C. Secondo quanto era stato preordinato Marco Aurelio succedette ad Antonino con il fratello adottivo Lucio Vero, insieme al quale governò in un primo periodo. Primo caso di “doppio principato” nella storia di Roma. Nel 166 Vero concluse una guerra vittoriosa contro i Parti ma i soldati tornarono dall’Oriente portando con sé la peste, causa indiretta della crisi che travagliò l’impero negli anni successivi. L’assottigliarsi delle truppe nella frontiera settentrionale provocò un’invasione dei barbari del nord che giunsero a minacciare i confini italici. La difesa della frontiera danubiana impegnò i due principi (Vero morì nel 169) per quasi dieci anni. Nel 175 il governatore di Siria Avidio Cassio si autoproclamò imperatore ma fu subito ucciso dai suoi soldati. Marco Aurelio passò alla storia come imperatore-filosofo incline allo stoicismo e che segnò il ritorno alla successione dinastica. Nel 177 viene ricordato l’episodio di persecuzione dei cristiani dei martiri di Lione, uccisi durante i giochi gladiatori. Commodo: 180-192 d.C. Perfetta antitesi del padre divenne imperatore a soli 19 anni e si disinteressò quasi completamente al governo e alle prerogative istituzionali, affidandolo di volta in volta prima al prefetto del pretorio Perenne, poi al liberto Cleandro e infine a Ecleto e Leto, che completarono il dissesto delle finanze e misero a punto la congiura. Appena eletto stipulò la pace con le popolazioni transdanubiane e per sostenere la sua vita sfarzosa e i giochi offerti alla plebe sospese le somme per i sussidi alimentari e per i donativi ai soldati e confiscò il patrimonio a diversi senatori e cavalieri processati per tradimento. Nuovo potere del Palazzo rispetto allo Stato. Tra i fenomeni di integrazione della cultura provinciale sotto il suo principato, anche se egli si disinteressò delle provincie, fu l’adozione di molte divinità straniere come Mitra e altre divinità orientali. Lo statuto delle città: civitates in occidente vs poleis in oriente erano suddivise secondo il grado di integrazione in una gerarchia: 1. Le città peregrine: preesistenti alla conquista che si distinguono n base allo status giuridico in • Città stipendiarie: sottomesse a Roma, pagano un tributo • Città libere: con diritti speciali concessi unilateralmente da Roma • Città libere federate: città libere che hanno concluso un trattato egualitario con Roma. 2. I municipi: a cui abitanti è accordato il diritto latino o romano. 3. Le colonie: città di nuova fondazione con apporto di coloni che godono della cittadinanza romana su terre sottratte ai vinti. adotta il pieno diritto romano ed è organizzata a immagine di Roma. A partire da Claudio lo status di coloni divenne anche un privilegio onorario. rase al suolo.Nnel 274 sconfisse anche l’ultimo sovrano del regno separatista delle Gallie, Tertico. L’unità dell’impero era così ricostituita. Inquadra alle dipendenze dello stato le associazioni professionali e introduce una nuova moneta e il culto ufficiale di Mitra, una divinità cara ai soldati a significare il rafforzamento dell’autorità imperiale. L’autocrazia militare diventava più una teocrazia e il culto solare (simile al tentativo compiuto da Elagabalo) il culto dell’imperatore. Ucciso Aureliano nel 275 alla vigilia di una nuova campagna contro i persiani, si susseguirono Tacito, Probo, Caro, Numeriano e Carino. Nel 285 prese il potere Diocleziano, proclamato dall’esercito imperatore. Diocleziano e il <<Dominato>>: 285-305 Con il suo regno si chiude la crisi del III secolo. Si apre un’età di riforme e novità che vede, in roferimento alle forme di governo, l’inizio del Dominato. Questa periodizzazione trova riscontro nelle fonti antiche che individuano nel regno di Diocleziano e poi in quello di Costantino l’inizio della Tarda Antichità. La volontà restauratrice di Diocleziano si esplica a tutti i livelli: 1) sposta la sua residenza a Nicomedia, la capitale della Bitinia; 2) pose al vertice dell’impero un collegio imperiale composto da 4 monarchi detti tetrarchi, formato da 2 Augusti e da 2 Cesari. Tale sistema di ripartizione territoriale dei poteri aveva il fine di fronteggiare più agevolmente le varie crisi regionali e di garantire una successione ordinata, secondo il principio della cooptazione. Questa riforma fu realizzata per tappe graduali. Occidente: capitale Milano Oriente: capitale Nicomedia • Augusto: Massimiano (285) Augusto: Diocleziano • Cesare: Costanzo Cloro (293) Cesare: Galerio (293) Crescita della burocrazia statale con uomini al diretto servizio del sovrano e le truppe migliori vennero messe a disposizione dei tetrarchi. Aumenta il numero delle provincie e diminuisce l’estensione dei loro territori. Introdusse una nuova forma di tassazione che gravava sul reddito agricolo in base al rapporto tra terra coltivabile e numero di coltivatori. Per semplificare le operazioni censitarie necessarie al calcolo del tributo, l’impero fu suddiviso in 12 diocesi. Anche l’italiana entrò a far parte del sistema provinciale. Diocleziano per far fronte all’inflazione coniò monete d’oro e d’argento di ottima qualità, ma queste vennero quasi tutte tesaurizzate. Nel 301 promulgò l’edictum pretii, un calmiere che stabiliva i prezzi massimi per ciascuna merce. Tutelò il matrimonio e mise al bando la setta di origine persiana dei Manichei. Nel 298 il Cesare Galerio impose una pace gravosa ai persiani sconfitti. Come previsto dal sistema tetrarchico i due Augusti abdicarono nel 305 e al loro posto subentrarono i due cesari Costanzo Cloro e Galerio, che nominarono a loro volta come cesari Severo e Massimino Daia. Nel 306 muore Costanzo Cloro a York e l’esercito proclamò imperatore il figlio Costantino. Anche il figlio di Massimiano, Massenzio, rivendicò per sé il potere imperiale. Galerio morì nel 311, con ancora Cesare Massimino Daia, che fu sconfitto da Licino (già nominato Augusto insieme a Galerio) nel 313. Con la sua morte si conclusero anche le persecuzioni contro i cristiani in Oriente. la tarda antichità e la cristianizzazione dell’impero Un’età di rinnovamento e non di decadenza, testimoniata dalla vitalità e dalla ricchezza delle esperienze culturali e artistiche; per questo si è passati dall’impropria definizione di Basso impero a quella di Tarda Antichità. Due concetti sembrano caratterizzare in senso negativo la tarda antichità: il Dominato e lo Stato coercitivo che opera nei confronti di una società divisa tra honestiores e humiliores. Durante il IV secolo inoltre si assiste al progressivo affermarsi del cristianesimo come religione ufficiale dell’impero. L’irrigidimento della società inizia dalla corte, che si organizza secondo un preciso cerimoniale ruotante intorno all’imperatore. Il governo dello Stato è detenuto dai rappresentanti delle più alte cariche civili e militari secondo rapporti gerarchici. Da Diocleziano in poi, l’imperatore non risiede più a Roma e il senato perde sempre più potere: questori e pretori organizzano i giochi per la plebe di Roma, il consolato è solo un titolo onorifico conferito dall’imperatore. Scompare la classe degli equites, assimilata a quella dei senatori. La carica chiave è la prefettura urbana che rimane appannaggio dell’aristocrazia senatoria. Distacco dei senatori dagli organismi di potere. Società immobile a causa di vincoli legislativi (vedi colonato) o libertà individuali? Costantino 312-337 312 Costantino sconfigge Massenzio nella battaglia di Ponte Milvio alle porte di Roma e potè impadronirsi della città. Questa vittoria fu ottenuta nel segno di Cristo. La conversione di Costantino ebbe luogo dopo la vittoria su Massenzio e significò l’inserimento delle strutture della Chiesa all’interno dello Stato. Le ragioni della conversione sono da ravvisarsi nella volontà di Costantino di compiere una missione e della necessità di una protezione ultraterrena per portarla a termine, è anche un atto propagandistico. Nel 313 Licinio e Costantino, con l’editto di Milano, stabiliscono le questioni di politica religiosa. Nel 324 Costantino sconfigge Licinio ad Adrianopoli e diventa il solo imperatore. In campo religioso per unificare la chiesa Costantino convoca il sinodo di Arles nel 314 per sanare il contrasto che si era aperto in Africa tra i rigoristi e i moderati riguardo l’atteggiamento da tenere nei confronti di coloro che avevano abiurato durante le persecuzioni Dioclezianee. Nel 325 convoca il Concilio di Nicea, a cui prese parte per pregare i due contendenti di una disquisizione teologica a trovare un accordo. Raggruppò le 12 diocesi in 4 prefetture: Gallie, Italia e Africa, Illirico e Oriente rette ciascuna da un prefetto del pretorio. Costantino fonda Costantinopoli nel 330 quale “nuova Roma”, per dar vita ad una capitale estranea a qualsiasi paganesimo, posizione strategica, riconoscimento ufficiale dell’importanza dell’oriente, venne dotata di un senato di 300 e poi 2000 membri. La teologia politica di Costantino è incentrata sulla figura dell’imperatore come vescovo dei laici. Tale posizione ne rende legittima la sepoltura nella basilica di santa sofia come isoapostolo. La riforma dell’esercito sotto Costantino prevede l’introduzione di un esercito mobile che doveva accompagnare l’imperatore, il comitatus, i cui soldati ricevevano una paga più alta degli altri. Il comando dell’esercito mobile venne assegnato a due generali, uno della fanteria e uno della cavalleria. Poiché però l’esercito mancava sempre più di soldati, nonostante i provvedimenti volti a favorirne l’incremento, vennero sempre più reclutati fra i barbari, piuttosto che trai contadini, legati dalla legislazione alla loro condizione. La minaccia barbarica era sempre più grande e per combatterla si giunse ad una politica di assorbimento nella società. La morte di Costantino e la fine della dinastia Costantiniana Ricevette il battesimo solo in punto di morte, conservando la carica di Pontefice Massimo. Venne coniata una moneta di consacrazione alla sua morte, indicativa di come la tradizione della divinizzazione dell’imperatore defunto potesse essere rinnovata dal cristianesimo. Costantino aveva dato disposizioni molto precise per il suo funerale ma non per la successione. I soldati scelsero Costantino II, a favore della rigida successione dinastica. I nipoti del defunto sovrano furono eliminati e i tre fratelli raggiunsero un accordo per il governo congiunto dell’impero, forse sulla base delle 4 prefetture, forse sulla base della divisione territoriale della tetrarchia: • Costantino II: Gallia, Britannia e Spagna → 340 ucciso da Costante • Costante: Italia e Africa→350 ucciso da Magnenzio, un usurpatore • Costanzo: oriente → 355 nomina il cugino Giuliano “cesare” per il governo dell’occidente Giuliano 361-363 Giuliano dopo la vittoria sugli Alamanni a Strasburgo nel 360 viene nominato imperatore dai suoi soldati gallici. Costanzo muore nel 361. Questo evento evita un nuovo conflitto fratricida. Giuliano tentò di reintrodurre la religione pagana, riorganizzata sia nella struttura che nei presupposti, abrogando perfino i privilegi fiscali concessi da Costantino alla Chiesa. Egli però doveva portare a compimento la guerra contro i Persiani già preparata da Costanzo, durante la quale morì. Egli stesso si definì Giuliano l’Apostata, ovvero il rinnegato. Gioviano stipula una pace onorevole con i persiani. Valentiniano e Valente 364-375/378 Ufficiale di origine pannonica che associa subito nel potere il fratello Valente, cui affidò il governo dell’Oriente. Valentiniano scelse di risiedere a Treviri per fronteggiare le minacce barbariche lungo il Reno e il Danubio,che riuscì a contenere tra il 365 e il 375 contro Alemanni, Franche e Burgundi; Valente da Costantinopoli fronteggiò la minaccia degli Unni, una popolazione nomade di origine asiatica che faceva una forte pressione sui Goti. Valente fu sconfitto e ucciso da questi ultimi ad Adrianopoli nel 378, consentendo la penetrazione dei barbari nell’area balcanica. Graziano, Valentiniano II e Teodosio I Graziano e Valentiniano II, figli di Valentiniano I, presero il posto del padre nel governo dell’occidente, ma poiché giovani ed inesperti chiamarono in loro aiuto un generale spagnolo, Teodosio, per risolvere la situazione in Oriente. Teodosio stipula il primo patto della storia con una popolazione barbara nel 382 (con i Goti), che stabiliva che a questi fossero assegnati territori dell’impero pur mantenendosi una popolazione autonoma a patto che fornissero soldati in caso di necessità all’impero. Inoltre promulga un editto nel 380 con il quale la religione cristiana diveniva religione ufficiale dell’impero . Magno Massimo, ufficiale in Britannia, nel 383 invase la Gallia e Graziano abbandonato dall’esercito si tolse la vita. Dopo aver regnato per qualche anno sulla Gallia decise di invadere anche l’Italia dove governava Giustina per conto del figlio Valentiniano II, che all’occorrenza chiese aiuto a Teodosio ( che lo sconfisse nel 388). Nel 392 Arbograste fece assassinare Valentiniano II che era stato affidato alla sua tutela, e fece nominare imperatore Eugenio. Nel 394 Teodosio sconfisse anche Eugenio (la sua usurpazione era stata sostenuta da alcuni senatori pagani). Sant’Ambrogio, divenne vescovo di Milano mentre era governatore dell’Emilia, personaggio emblematico dell’intreccio tra vita cristiana e politica. Non esitò a imporre la propria autorità a Teodosio e Giustina. PARTE VI La fine dell’impero romano d’Occidente I Goti dal 350 circa erano diventati la forza predominante nella zona del Ponto e si potevano distinguere in Visigoti ed Ostrogoti a seconda che si trovassero rispettivamente a est o ad ovest del fiume Dniester. Nel 332 Costantino strinse un trattato di pace con i visigoti , che ne faceva uno stato cliente dei romani. Nel 376 i visigoti, spinti dalla pressione a settentrione degli Unni, chiesero di insediarsi in Tracia. Nel 378 i romani vengono sconfitti dai visigoti e trova la morte l’imperatore Valente. Nel 382 viene stipulato un trattato per consentire l’insediamento dei Goti in Tracia in cambio di uomini per il servizio militare e di un tributo. 395 Teodosio muore e gli succedono il figlio Arcadio, cui spetta l’Oriente e Onorio, al quale tocca l’Occidente. I due giovani sono affidati alla tutela del generale di origine vandalica, Stilicone, che avrebbe dovuto mantenere vivo il principio unitario dell’impero. 398 Stilicone represse una rivolta in Africa di un principe mauro. nazione romano-gotica implicando una doppia apertura per la storiografia latina) e Simmaco. Fece costruire a Ravenna Santa Apollinare Nuovo, il mausoleo di Teodorico e il palazzo regio. Fu un momento di ripresa economica. 507 sconfitti dal re dei Franchi Clodoveo, i visigoti sono costretti a ritirarsi in Spagna. 524 - 525 Teodorico sospetta di una congiura anti-ariana ordita da cattolici e bizantini e fa assassinare i sue due principali collaboratori romani, Simmaco e Boezio. 527 Teodorico muore, lasciando il regno alla figlia Amalasunta. La collaborazione tra ostrogoti, di fede ariana, e romani si incrina. 535-553 Amalasunta, prima di venire assassinata da suo marito Teodato, chiede aiuto a Giustiniano. I bizantini invadono l’Italia dando inizio ad una lunga e sanguinosa guerra contro gli Ostrogoti. È la guerra greco-gotica. Belisario e poi Narsete, ufficiali bizantini, sconfissero Totila e Teia a Gualdo Tadino e in Campania. L’Italia diventava una prefettura dell’impero d’Oriente. 568 i Longobardi invadono l’Italia, inizio Alto medioevo. ♦ La crisi dell’aristocrazia gallo-romana porta ad una sostanziale contiguità tra carriera politica e carriera ecclesiastica, nella ricerca di un passato classico attraverso l’opera letteraria. È il caso di Eparchio Avito e di suo genero Sidonio Apollinare, che si sforzarono di garantire in Gallia all’indomani delle invasioni barbariche una continuità culturale goto-romana, entrambi nominati vescovi dopo aver fallito nelle cariche politiche. ♦ Il monachesimo provenzale: le più importanti fondazioni monastiche all’inizio del V sec. furono quelle del monastero di Lerins e di San Vittore di Marsiglia. Furono importanti centri di cultura e vivaio di vescovi, presenti anche le pratiche di ascesi. Scomparve la conoscenza del greco. Tentativi di conciliazione mal riuscita tra cultura pagana latina classica e cristiana. Venne meno l’istruzione pubblica laica. Cassiodoro fondò un monastero in Calabria dove cercò di mantenere viva la cultura classica sopravvissuta alla chiusura delle scuole, insegnando retorica, grammatica e metrica. Alla sua morte nel 583 il monastero chiuse i battenti. San Benedetto fu il fondatore della vita monastica in Occidente e impose ai presbiterali l’istruzione che fece sì che sorgessero scuole apposite per il clero. ♦ Le città: il foro romano nella maggior parte delle città continuò a svolgere il ruolo di fulcro economico in quanto sede del mercato ma il palazzo regio e la cattedrale assunsero il ruolo dell’amministrazione politica e religiosa. Sotto sant’Ambrogio Milano venne trasformata per essere degna sede della residenza imperiale e il vescovo fece costruire a tal proposito 3 grandi basiliche fuori dalle mura a imitazione di Roma. l’età tardo antica si differenzia da quella alto medievale per la dimensione delle chiese, che vennero costruite di notevoli proporzioni non solo nelle capitali ma anche a Firenze (Santa Reparata) all’interno delle città o al di fuori nei cimiteri romani. Le piccole chiese e le cattedrali altomedievali furono collocate dentro le mura e l’intervento dell’amministrazione imperiale per la loro costruzione fu spesso decisiva. ♦ L’alimentazione: il dclino della vita urbana e l’allontanarsi delle attività produttive dalle regioni costiere significò una riduzione della coltura dei cereali, della vite e dell’ulivo. Il regime alimentare delle popolazioni barbariche consisteva invece nel consumo di prodotti di bosco e foreste e molta carne di cacciagione, della birra anziché del vino. Il declino demografico porta ad una drastica riduzione della policoltura e molte zone vennero lasciate incolte e le zone costiere si impaludarono favorendo l’insorgere della malaria. Si instaura un sistema economico silvo-pastorale nel quale aveva un posto di primo piano la transumanza. Bisanzio e l’impero romano d’Oriente 330-1453 399 a Costantinopoli una rivolta del goto Gainas viene repressa dalla popolazione della città. 408-450 muore Arcadio e gli succede il figlio Teodosio II. 438 promulga il codex Teodosianus. 450-491 Marciano,Leone, Zenone (vedi sopra). 451 Concilio di Calcedonia ribadisce la coesistenza di una natura umana e divina in Cristo. 491 Anastasio succede a Zenone come imperatore d’Oriente. 502-503 Anastasio blocca un’offensiva dei persiani. 518 muore Anastasio e gli succede Giustino. 527 muore Giustino e diviene imperatore d’Oriente suo nipote Giustiniano. Fece costruire la basilica di San Vitale a Ravenna e Santa Sofia a Costantinopoli. Sua moglie Teodora era una ex ballerina e monofisita (credo sostenuto e diffuso soprattutto in Siria ed Egitto). Diede Impulso al commercio della seta. 529 promulgato il Codex Iustinianus. Giustiniano fa chiudere la scuola di Atene fondata nel IV sec. a.C. 532 rivolta di Nika contro Giustiniano a causa degli abusi in campo fiscale. 534 il generale bizantino Belisario sconfigge l’ultimo re dei vandali recuperando all’impero l’Africa settentrionale e le due isole. 535-553 guerra greco-gota; Giustiniano convoca un concilio ecumenico per tentare di sanare il contrasto tra monofisiti e ortodossi. 554 la Prammatica Sanzione estende all’Italia bizantina la legislazione giustinianea. 565 morte di Giustiniano. La società bizantina Mezzo milione di abitanti a Costantinopoli sotto Giustiniano. Il re e la sua corte vivevano dentro una cittadella isolata nella quale la vita quotidiana si svolgeva attraverso un cerimoniale minuzioso. L’imperatore si mostrava al popolo nella basilica di Santa Sofia o nell’ippodromo. Si affermò un saldo e autonomo apparato burocratico, gestito da funzionari al servizio diretto dell’imperatore, al quale giurava fedeltà attraverso uno specifico rituale. La Chiesa cooperò al consolidamento del potere imperiale come investitura divina, anche con la santificazione di Costantino. La porpora era il simbolo del potere imperiale. Gli abitanti dell’impero non sono cittadini ma sudditi. La Taxis, in greco ordine, inteso come ordine cosmico immutabile perché voluto da Dio doveva essere garantito dall’imperatore affinché ognuno rimanesse nella condizione che gli era stata assegnata nell’ordine terreno. La chiesa cadde sotto la tutela dello Stato e quest’ultimo fu coinvolto nelle controversie teologiche. Nella società bizantina fondamentale era l’esempio dei santi monaci poiché la perfezione cristiana si poteva raggiungere attraverso il monachesimo. L’arianesimo negava la natura divina di Cristo, fu presto condannato da Costantino nel concilio di Nicea del 325. La scuola teologica di Alessandria affermava l’unità della natura umana e divina in Cristo, quella di Antiochia che le due nature in Cristo erano distinte e non fuse.