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Sussidiario, grafica e caratteri moderni, Sergio Polano, Sintesi del corso di Comunicazione Grafica

Relazione circa la storia ed evoluzione della grafica ed i suoi protagonisti, lascita ed evoluzione dei tipi nel mondo.

Tipologia: Sintesi del corso

2019/2020

In vendita dal 25/04/2020

GraphicDesign
GraphicDesign 🇮🇹

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Scarica Sussidiario, grafica e caratteri moderni, Sergio Polano e più Sintesi del corso in PDF di Comunicazione Grafica solo su Docsity! di 1 25 SUSSIDIARIO — grafica e caratteri moderni — ITINERABILI GRAFIE Industriosità e artefatti George Kubler: afferma che tutto ciò che esiste oggi una replica o una variante di qualcosa che esisteva qualche tempofa…senza interruzione, dagli albori della vita umana. Neografia, paleografia: tertum datur? La neografia, si ipotizza possa comprendere gli studi di storia delle arti visuali occidentali, nella seconda metà del ‘400 del rinascimento italiano. Le ricerche di neografia riguardano i sistemi artificiali, fondati su artefatti espressivi e comunicativi di segni visivi codificati- strutture e figure. La Paleografia invece è intesa nel senso più ampio, come storia delle arti visuali dell'antichità classica greco romane del medioevo, e quindi indaga circa l’ambito della scrittura e immagini naturali. La paleografia si fermerà al XVI secolo. L’elemento caratterizzante della neografia è l’artificio della replicazione rigida delle tipografie vs quella elastica delle chirografie. La tipografia infatti tende a moltiplicare le copie uguali con una certa rigidità. Nel campo chirografico invece si parla di quelle scritture come: le scritture epigrafiche, lapifìdarie, architettoniche, monumentali, quelle destinate a durare insomma. Nella bottega di Gutenberg nel ‘400, al centro della sua officinali trovava un individuo tecnico nuovo: il carattere, inciso nei punzoni, impresso nelle matrici e poi fuso, in parallelepipedi di leghe di piombo, chiamati poi “tipi”. La composizione dei tipi era in righe, colonne, pagine e volumi, viene eseguita prima con una procedura manuale e poi meccaniche più recentemente con la computerizzazione. Con questa novità si passa definitivamente dall’analogico al digitale. Il termine grafica deriva dagli antichissimi grafismi realizzati dai popoli primitivi, erano dei tracciamenti astratti, geometrici, che raffiguravano concetti, animali e vita quotidiana sono proprio questi le prime esperienze, le prime pratiche di scrittura dell’uomo, essi si sarebbero poi nei secoli evoluti in ideogrammi partendo dai pittogrammi quindi dai sumeri , egizi fino agli alfabeti con i Fenici. di 2 25 QUALITà E IDENTITà NELLA COMUNICAZIONE ISTITUZIONALE La comunicazione è fortemente legata al tema dell'identità (istituzione, ente, organizzazione, impresa). La comunicazione si deve basare sulla qualità (chi è governata da un complesso intreccio di aspetti materiali e immateriali). La forma coordinata stabile e coerente, è da attribuire per esempio ai mezzi materiali di comunicazione, che servono a definire una identità: che è un “processo” che serve a veicolare e a rafforzare i valori e le qualità immateriali che l'istituzione vuole mostrare e decide di esprimere, una volta che sono stati programmaticamente individuati, decisi, organizzati. L’identità è dinamica e la qualità della comunicazione si fonda sulla dialettica. L'identità per le istituzioni deve basarsi sugli obiettivi e partecipazione, poiché sono due risvolti dell'identità. Ogni organizzazione è unica: poiché l’identità di questa, deriva dalla propria personalità, dei propri elementi di forza dalle proprie debolezze. Le identità sono indirizzate e guidate dagli strumenti della comunicazione; per molte delle imprese contemporanee, la comunicazione dell'identità sono tra le più potenti risorse disponibili per lo sviluppo della competizione. Sappiamo che la comunicazione identitaria si fonda su: compiti precisi cioè un chiaro senso delle proprie finalità, partecipazione, unicità, storia, poiché l’identificazione non può che derivare dalle proprie radici, della propria personalità ed esperienza, nei propri elementi di forza e debolezza. L’identità visiva parte da un sistema più ampio, con cui si identifica una istituzione, ovvero, la progettazione e gestione dell'identità visuale che sono le funzioni centrali e non delle singole strutture. La forza dell'identità visiva di una istituzione deve fondarsi una volta impostata e decisa su una continuità innovativa: sul ricorso seriale. UNIVERSALITà, COMUNICAZIONE E PROPAGANDA Propaganda e illustrazione Propaganda deriva dal “propagare”, “pangere”, “piantare” questi significati si collegano alle parole come pagina dal latino pagina, per indicare la colonna testuali fitte di righe E quindi l'attuale accezione di pagina. The Institute for propaganda Analysis viene istituito nel 1937 negli USA, per studiare i fondamenti della propaganda politica al fine di educare il pubblico alla corretta lettura della stessa. Ma l’Ipa è famoso soprattutto per aver identificato e reclamizzato con successo i 7 pilastri, ossia i sette dispositivi della propaganda noti come: - Name calling - Glittering generality - Transfer di 5 25 Il calendario, oggetto oscillante tra la grafica diagrammatica e la rappresentazione iconica, è stato ripetutamente tema di sperimentazioni d'eccellenza da parte dei grandi progettisti visuali: - Calendari perpetui: Massimo Vignelli 1976 - Caledone: Pino Tovaglia 1975 - Formosa: Enzo Mari 1963 COCA-COLA E INDUSTRIAL DESIGN Storia e cultura d’impresa Coca-cola company, è talmente tanto cresciuta a diventare un impero economico globale trasformandosi successivamente in un cluster industrial (un insieme di aziende fornitrici). La vicenda della coca-cola tocca argomenti legati all'industrial del design. Basti pensare a: l'evoluzione sistematico-familiare, che ha portato da una rigorosa politica di monoprodotto alla diversificazione spinta e oltre cinque tipi di coke, a cominciare dalla Diet Coke introdotta nei primi anni 80. Scritture e figure Platt Rogers Spencer, lo Spencerian Script è una scrittura tracciata penna d’oca. Lo stile scrittorio dello Spencerian si differenzia da quello English Roundhand, era una scrittura formale usata fino alla prima metà dell’ottocento, dai Faunding Fathers nelle colonie britanniche. L’English Roundhand Script era stato canonizzato da un capolavoro calligrafico:”the universal penman” lo conosciamo come corsivo inglese, una scrittura che ancora contraddistingue molte istituzioni pubbliche del nostro paese. Inoltre vi è la Cancelleresca bastarda di Cresci, che è una “scrittura formale” pratica scrittoria alto-burocratica. Essa si contrappone alla riproduzione meccanica tecnica caratterizzata delle repliche rigide. La cancelleresca bastardaviene elaborata in eleganti e sobrie forme da Charles Snell, nel suo The Pen-man’s treasury open’d 1694, disegnata per la Linofilm, per uno trai primi sistemi di fotocomposizione al mondo 1953. Lo Spencer Script verrà sostituito da un altro sistema di lettere più semplici da tracciare adottate dalle scuole di New York city, dal 1905, si tratta della scrittura di Austin Palmer. Prima che ciò si verificasse, il personaggio chiave nella vicenda di coca-cola Frank Mason Robinson traccia nel 1886 un fluido ed elegante Spencerian Script, dotato di un personale tocco personale, lo svolazzante logotipo Coca-Cola. di 6 25 Farmacista-Imprenditore, residente in Georgia: John Pemberton inventa la ricetta della coca-cola. Pemberton riuscì a convincere Robinson a partecipare allo sfruttamento commerciale di uno sciroppo, di cui il farmacista stava perfezionando la formula nel suo laboratorio casalingo; si trattava di una perfetta base per una dissetante e tonificante bibita da drugstore. Mentre Pemberton sta ancora mettendo a punto la forma dello sciroppo, ultimata 8 maggio del 1886, Robinson affronta e risolve il problema di come chiamarlo, con un'invenzione destinata a fare storia: il nome scelto infatti in coca-cola, che trae spunto fonetico-verbale da due ingredienti di maggiore presa: estratto non alcolico di foglie di coca sudamericana-(nella composizione ancora oggi è presente come aromatizzante) insieme alle noci di cola africana. La travolgente fortuna della bevanda venduta in bottiglia dal 1894 stimola la nascita di altri marchi competitori. La coca-cola è un nome composto, la protezione come Trade Mark vale per l’insieme, ma non copre la seconda parte, tanto che non mancano diverse "cola" sul mercato. Tutto ciò ha portato the coca-cola company ad affrontare molti importanti dibattimenti giudiziari, a difesa del proprio marchio; due di particolare rilievo: nel 1916, la causa vinta contro la concorrenza sleale, con l'eliminazione di marchi quali Candy cola, Cold-cola, Koca-Nola. La coca-cola appare sulle bottiglie per la prima volta nel 1941 e infine registrato nel 1945. Frank Robinson si occupò di amministratore la coca-cola company, attraverso la: produzione/distribuzione/ promozione/ pubblicità. Dopo la morte di Pemberton, prese il suo posto Asa Candler, Robinson continuò con il suo programma di comunicazione di identità d’impresa, attraverso inserzioni e pubblicità/ periodici /quotidiani, insegne e calendari. La coca cola avrà tanti testimonial come i divi del cinema…Greta Garbo, ecc, tutto questo grazie all’efficace propaganda di Robinson fino al 1913, causa contrasti sulle politiche promozionali, Robinson sarà sostituito da Sam Dobbs, diventando il vertice dell’ufficio Advertising dando vista successivamente a tutta una serie di collaborazioni con i terzi. Inizialmente il peckaging del prodotto della coca-cola aveva forma cilindrico- conica con tappo corona. Successivamente si passerà a Raymong Loewy che darà vita a lattine metalliche la prima del 1942 a uso dei militari con tappo corona. La coca cola company ebbe uno sviluppo planetario grazie anche alla presenza di Robert Woodruf, che diede vita a politiche di valorizzazione del marchio e del marketing innovative: dalla distribuzione all'adozione delle stazioni di servizio stradali come originali punti vendita, pubblicità alla radio al cinema o illustrazioni (immagine moderna di Santa Klaus nella campagna pubblicitaria del 1931). Da questa solida base la coca-cola fino ad ora è affermata solo negli USA, Cuba e di 7 25 Germania. Nel dopoguerra la coca-cola darà vita ad un continuo rinnovamento della comunicazione del prodotto attraverso i più svariati media dei giorni nostri. KAUFFER, PICK E LT Gli anni tra le due guerre: Edward Kauffer propone con i suoi poster il più seducente messaggio visivo del London Transport: egli disegnerà oltre 100 manifesti nell'arco di 25 anni, di elevato standard qualitativo per sistemi di trasporto pubblico londinese. È importante ricordare alcuni aspetti della vicenda della London Transport e della sua politica di immagine aziendale coordinata, che ne ha fatto un modello riconosciuto in tutto il mondo. Per oltre mezzo secolo, il London Transport è stato il più grande operatore di trasporto al mondo, la sua storia affonda le proprie origini nell’ottocento. Nel 1933 diversi servizi di trasporto della capitale vengono fusi nell’ London Transport; il principale (operatore privato) viene assorbito dalla nuova (amministrazione pubblica) e il gruppo Underground che dagli inizi del novecento era riuscito quasi a monopolizzare i trasporti londinesi. La politica di visual, la promozione del London Transport, ha avuto per oltre tre decenni un geniale protagonista: Frank Pick - era il componente essenziale nella promozione della mobilità pubblica. Trova impiego presso l'Underground nel 1906, nel 1908 era diventato publicity officer responsabile del marketing. Nel 1915 Pick commissiona ad un calligrafo, Edward Johnstron il disegno per l'azienda di un carattere tipografico oggi in uso (inversione digitale con il nome Johnson Sans) nel 1918 incarica Johnston nel redesign del tondello noto come bullseye, come simbolo d’impresa. Un'altra iniziativa fu quella di far ridisegnare i poster dell'underground ad un gruppo di Commercial Artists, tra questi ci fu anche Kauffer, Moholy Nagy ecc. Lo scoppio della seconda guerra mondiale costringe Kauffer a lasciare Parigi andare in Inghilterra dove avrà il suo primo incarico per un poster da Pick. Per 25 anni i rapporti tra i due si intrecceranno. Prima il gruppo underground e poi il 83 transport ti vengono i principali committenti di Kauffer ed egli il loro principale disegnatore di poster. Nello stesso anno in cui termina la la carriera di Pick, Kauffer torna in America a lavorare a New York, fino alla sua morte nel 1953. HERBERT BAYER di 10 25 norme e dati, che illustra in 6 tavole il disegno dei caratteri, riproducendo le tavole della Landi stretto e del Normanno corsivo. ALBE STEINER Hannes Mayer aveva diretto e realizzato la Memoria del Comitato Amministratore del Programma Federale per la Costruzione di Scuole(Capfcs) 1944-46, si trattava di una pubblicazione di 400 pagine con più di 1000 illustrazioni su quanto in tre anni si era fatto in Messico per la costruzione di edifici scolastici. Albe Steiner, era il protagonista nella vicenda editoriale in quanto l'autore della grafica del volume del Capfcs stampato in un formato orizzontale con una legatura in tela, a due colori (rosso e nero) e sovracoperta con bandella. L'archivio Steiner, donato nel 2003 al Politecnico di Milano, conserva un documento del percorso ideativo della comunicazione e della passione per il mestiere di grafico del progettista: si tratta di un menabò completo, il suo scopo era quello di trasformarsi in una specie di libro d'artista. Dalla prima all'ultima pagina il menabò, risulta essere realizzato con una precisione dal punto di vista tipografico eccellente, era considerato un progetto di informazione e orientamento, inoltre erano meticolosamente schizzate a pennino le illustrazioni nella posizione e dimensione adatta; nello stesso tempo riporta le righe esatte misurate di testo e didascalie, ottenendo un modello concreto di libro, di grande efficacia operativa. Per quanto concerne al colore rosso-nero possiamo dire che la ricerca visiva di Steiner, attingere dall'esperienza delle avanguardie costruttive degli anni ’20, ’30 sovietiche e germaniche soprattutto. Per Albe Steiner il piacere dell'invenzione formale e il senso globale della trasformazione della società non erano mai separati. Albert Steiner, nato a Milano 1913 inizia nel 1933 un'attività di disegno industriale che si arricchisce della collaborazione della moglie Lica nel 1939, anno in cui si avvicinano al partito comunista, occupandosi con Elio Vittorini di stampa clandestina per tutta la durata della guerra. Partigiano in val d'Ossola con la moglie, è commissario politico della 85ª brigata Garibaldi. Subito dopo la fine della guerra, la ripresa del lavoro in ambito grafico non è mai stato del tutto interrotto, lavorerà anche sul “Politecnico”, questo era basato su linee rette, pulizia e presenza modulare delle forme. A Milano nel primissimo dopoguerra egli dopo aver collaborato all'allestimento delle mostre della liberazione della ricostruzione è dopo aver lavorato ad altri importanti progetti grafici come per esempio per Einaudi. Albe e Lica partono per il Messico, dove vivono i fratelli della moglie, con l’intenzione di riunire la famiglia dopo la guerra, qui Steiner entra subito in contatto di 11 25 con i circoli degli immigrati, frequentando Vittorio Vidali. Mentre si inserisce nella società civile e nella cultura locale collaborando come membro straniero, assieme a Mayer - e al Taller de grafica popular (gruppo d’artisti) facevano parte anche artisti muralisti come Diego Rivera… Nel 1938 si costituiva il TGP (Taller de grafica popular - officina di grafica popolare) intendendo per grafica tutte quelle opere artistiche che possono essere facilmente riprodotte in migliaia di copie. Steiner si occupava di oltre altre cose come per esempio di: - Settimanale PP del partido popular - Mensile “Politica” - Construyamos Escuelas per campagna nazionale di edilizia scolastica. - Rivista Italia Nuova - Notizie Italiane, fino a vari manifesti. Steiner aveva mantenuto fitti rapporti con l’Italia, per esempio per l'impostazione della grafica della VIII Triennale con Marx Huber, inoltre da Messico collaborava per la rivista “Domus” realizzando delle copertine, nello stesso anno ne realizzava altre, per “Costruzioni” e subito dopo per “Costruzioni Casabella”. Nel 1948 gli Steiner decidono di rientrare in Italia. Fino al 1971 sarà docente a Urbino mentre tiene corsi e lezioni anche a Venezia, al Politecnico di Torino a Parma, Roma e Firenze… Invece all'Umanitaria di Milano, Steiner sarà direttore della scuola del libro, fino alla sua scomparsa nel 1974, l’anno prima, invece, sulla rivista linea grafica pubblica il suo ultimo articolo "oggi è già domani”. La scuola del Libro -vi si legge - “deve dare oggi una preparazione tecnica e culturale di base che permetta allo studente di iniziare l'attività professionale, sempre tenendo presente che la tecnica e la società nella quale viviamo. La preparazione dello studente-grafico, oggi, deve essere quindi più culturale per poter progettare modelli validi per domani… grafici non più indirizzati al progetto ispirato al “bel pezzo" come il pittore di cavalletto, non più come il “designer” che attraverso il bell'oggetto confronta la società malata, ma grafici che sentono il valore della comunicazione visiva come mezzo che contribuisce a cambiare in meglio le cose peggiori, grafici che sentano che la tecnica è un mezzo per trasmettere cultura e non strumento fine a se stesso”. di 12 25 MARCELLO NIZZOLI E MARIO OLIVIERI IL BUON DISEGNO: Secondo Nizzoli: ogni problema di industrial design conduce il designer a seguire una diversa procedura; il valore di un buon disegno dipende dalla base del rapporto tra il metodo seguito e la forma del prodotto disegnato. La forma è quella che unisce ed esprime tutti gli aspetti talvolta contrastanti che caratterizzano un prodotto. METRON La rivista internazionale uscì nel dopoguerra per iniziativa di Eugenio Gentili, Luigi Piccinato, Enrico Tedeschi ecc. I primi 24 numeri erano di piccolo formato, in carta ruvida, con poche illustrazioni che servivano ad aggiornare la cultura italiana che il fascismo aveva isolato dal circuito internazionale.Successivamente sarebbero apparse le seriedi medio e grande formato. L'adozione del formato maggiore per la rivista nel 1952 ed è contrassegnata dall'intervento di Marcello Nizzoli, presso il cui studio lavora Mario Olivieri nel campo della testata è composta con un robusto carattere lineare, quadrato, di ascendenza germanica tardo-ottocentesca: nella prima riga, il nome in tondo nerissimo con su scritto: ” Metron"; la seconda riga recita " architettura”. La fascia verticale sinistra accostata accoglie dall'alto il marchio dell'editore sottolineato dalla dicitura esplicita “edizioni di comunità”. Nell'ampia area libera da questi elementi tipografici, Nizzoli sistema un'immagine fotografica emblematica, nel centro focale del numero, inquadrata, ritagliata, accompagnata da stratte figure, superfici e campiture cromatiche. Sul dorso, invece, è appoggiata la dicitura: "Metron Architettura” poi il numero e il mese con verso di lettura dal basso in alto. LA COSA NECESSARIA Per Nizzoli progettare è proporre un'immagine artistica. Si pensi non tanto ai manifesti quanto alle copertine di l’Architettura, la rivista di Bruno Zevi, Nizzoli intende qui andare oltre, al di là del riferimento cubista o post cubista negli anni 50, appare la volontà di calibrare al meglio intrecciati rapporti con l'astrazione e quindi con un gruppo di artisti che che lavoravano a Milano seguendo una strada diversa: Bruno Munari, Fausto Melotti, Lucio Fontana, ma anche altri che scavavano nel mondo delle ricerche del costruttivismo. Il problema di Nizzoli e di altri progettisti, è quello di collegare la cultura del nuovo con le tradizioni del passato. Il progettare di Nizzoli è nuovo, infatti, perché di 15 25 CARLO SCARPA: HOMME DE LETTERS II Esaminando le opere di Carlo scarpa, si può notare come l’architetto si dedichi al disegno di iscrizioni, fregi, lapidi sviluppati nel corso del tempo in una serie di soluzioni alfabetiche. Il valore di un'opera consiste nella sua espressione, quando una cosa è espressa bene il suo valore diviene molto alto. Scarpa afferma: “Mi voglio confessare, vorrei che un critico scoprisse nei miei lavori certe intenzioni che ho sempre avuto. Ovvero, un enorme volontà di essere dentro la tradizione ma senza fare i capitelli o colonne perché non si possono più fare”. Le tracce dell'interesse per il disegno di lettere si possono riscontrare già nelle prime opere giovanili, per esempio: • Nei progetti per la casa del fascio a Fontaniva e per il negozio Camppellin a Firenze o gli studi per il Teatro Sociale, tutti del 1927. • Nell'aula magna di Cà Foscari, l'opera maggiore di scarpa tra le due guerre nel periodo di restauro del palazzo. • La tomba di Ettore Rizzo invece è stata realizzata nel cimitero di San Michele in Isola a Venezia, 1940, qui si avrà una prima certezza delle non comuni capacità di disegno di Scarpa. • Nella tomba Capovilla invece si ha una stele alata, e l’ansa interna della U accoglie un'iscrizione latina composta in unciale, la prima scrittura cristiana istituzionale, mentre la lastra sottostante reca i nomi dei defunti in capitali romane con frequenti incastri di lettere. • Scarpa progetta anche Memorie Causa, una pubblicazione per la tomba monumentale Brion. • Allestirà la mostra su Giovanni Bellini nel ’49 ma anche le locandine e altri materiali a stampa. • Nel 1950, allestirà al Lido la "mostra del libro e del periodico cinematografico”, disegnerà due varianti di un'insegna esterna con lettere fortemente geometrizzate. • Realizzerà una lastra metallica traforata da lettere minuscole, posta trasversalmente alla vetrina di una boutique di abbigliamento a La piavola de Franza in piazza San Marco. • Per la costruzione della tomba Veritti, a Udine, 1951 utilizza una serie di lettere maiuscole, con diversi tratti originali, si tratta di tridimensionalità letterale. Sul perimetro della tomba la scritta Veritti è collocata con un ritmo morbido ed legante di una serie di lettere fuse, e le ali sono ripiegate nella rotunda semigotica italiana. La stessa serie di lettere è utilizzata per le diverse lapidi, situate in una di 16 25 parete interna ripartita, per indicare i vari familiari, mentre sul soffitto campeggia il Pax metallico. • Scarpa, inoltre, allestirà la mostra Antonello e la pittura del ‘400 in Sicilia a palazzo Zanca di Messina, 1953, disegnando per la mostra sia la locandina che altri materiali a stampa. • Per l'esposizione della Galleria Nazionale della Sicilia, in palazzo Abatellis a Palermo, rimangono alcuni disegni di targhe non realizzate e studi di lettering in altorilievo. • Costruito in occasione della 28ª Biennale di Venezia ai giardini di castello, la documentazione fotografica mostra la presenza di due scritte Venezuela(oggi scomparse) una sul fronte principale forse in scavo, l'altra nell'atrio (tondini metallici sagomati che fuoriescono da una barra orizzontale a fianco di una schematizzazione geometrica del paese) disegnati con lettere filiformi ma con soluzioni più spigli priate e piacevole. • Per la sistemazione della scultura, la partigiana di Leoncillo ai giardini di castello di Venezia, 1955, Scarpa disegna le dedicatorie sui due lati tracciando un nuovo alfabeto a base quadrata, compatto, realizzato in bassorilievo con una serie di variazioni letterali, non sempre riuscite. • Nell'aula Manlio Capitolo, del tribunale di Venezia, Scarpa colloca una scritta, una piccola targa dalla quale fuoriesce “aula Manlio capitolo” Si tratta di un testo tracciato con un corsivo curvilineo. Nella targa si alterano altre serie alfabetiche. Mentre il nome del magistrato compare in forme geometrizzate, scandite entro un quadrato di ispirazione neoplastica. • Nella lunga vicenda del Museo di Castelvecchio a Verona, tra i materiali grafici conservati, due mostrano uno studio di scritta “ingresso sala boggian” disegnata con la stessa serie di lettere ispirati agli alfabeti di Albers più volte sperimentati. • Nella Sala del Consiglio della provincia di Parma la targa metallica con stemma mostra la mano dell'architetto anche nella brevissima epigrafe dataria incisa con lettere filiformi. • Nel camping, a Fusina, nelle varie costruzioni Scarpa riprende la serie di lettere geometrizzate dai tratti e di spessore costante di ascendenza neoplastica, che vira verso le forme del minuscolo. • Nella sistemazione del negozio Olivetti 1009 15758 in piazza San Marco. La reinterpretazione di Scarpa del marchio e del logotipo aziendale rappresenta un vero capolavoro, il nuovo “tipo” che appare sulla facciata in stesse lettere metalliche dorate è collocato su un corrente ligneo, scavato in modo da sospendere le lettere su un vuoto, mentre quello sul fianco laterale viene scolpita e di 17 25 modellata la pietra. La trasformazione tridimensionale del logorammo in un impaginato ricco di contrasti materici. • Nel frattempo per la 29ª Biennale 1958 a riprova di una matura capacità grafica Scarpa ridisegna il poster ufficiale dell'esposizione. Sul fondo di una semi parabola e con un semicerchio tra loro posti la semplice composizione tipografica tutta in minuscole che è preceduta da una sorta di marchio, 29B dai contorni ritagliati informalmente. Nel 1960 scarpa torna sul tema delle lapidi per l'ultima volta con le tombe: • Terragna Lazzari (a Quero) e parietale Zilio (a Udine). Nella prima non troppo riuscita il cognome Rinaldo Lazzari è tracciato con lettere di due altezze diverse in una lineare maiuscolo, per il resto delle scritte ricorre a una ennesima variazione letterale, questa volta in maiuscole, in versione stretta. A Udine, invece, crea una ampia superficie in cui si inscrive una grande croce contenente al centro il solo cognome familiare scandito ritmicamente da aste dorate in rilievo. • Nel negozio Gavina a Bologna l'elaborato fronte stradale esibisce a mò di insegna nella banda dal fondo dorato tra il duplice oculo e l'accesso, la scritta in rilievo “Gavina” con lettering neoplastico più volte sperimentato. • Per la sistemazione della fondazione Querini Stampalia invece a Venezia disegna due targhe, una esterna e una interna la cui lunga didicatoria è tracciata con un minuscolo filiforme con spessori uniformi. • Della sistemazione della scultura alla partigiana di Augusto Murer sulle rive dei pressi dei giardini della Biennale a Venezia fa parte una bassa struttura inclinata di contenimento a terra, su cui carpa disegna la dedica: " Venezia alla partigiana" con una versione minuscola (tranne la V) larga e curvilinea, dell’alfabeto filiforme già sperimentato precedentemente, realizzato in spesso tondo metallico, con il raddoppio dei tratti. • Per quanto concerne la tomba di Brion, ricca di epigrafi nella "tenda dei parenti” reinventa tre disegni in archivio, uno con la dicitura "vedi zodiac (tribunale) lettere a Zanon” a confermarne la ripresa dell’aula Manlio capitolo-incastonati in blocchetti modulari affiancata da una serie numerica di scorrevole inclinazione corsiva inversa. • La Mostra Personale di scarpa a Vicenza 1973: il quaderno-catalogo fu studiato dallo stesso Scarpa, che non riuscì purtroppo a ottenere un particolare qualità di stampa né il tipo di carta del quale aveva portato un campione dall’Inghilterra. • La Stele commemorativa della strage di Piazza della loggia a Brescia, le iscrizioni sono documentate dei disegni nelle diverse soluzioni si compone di due elementi sovrapposti: in auto un blocco con la data in tante cifre metalliche inserite il mese di 20 25 - Ha iniziato la carriera di designer nel periodo in cui studiò alla Mit, poiché aveva trovato un testo dal titolo "pensieri sul graphic design" di Paul Rand ed inoltre perché aveva conosciuto una serie di grandi designer giapponesi. - la sua adolescenza l’ha passata lavorando: amava la scuola e odiava le vacanze. - "L'arte digitale è come il design digitale, non c'è nulla di nuovo, arte implica espansione”. - l'idea di Maeda è quella di andare oltre gli algoritmi della grafica. COMICSPACE Il comic celebra un'unione quasi mai lineare tra parola e immagine. L’Integrazione tra due linguagg diversi, quello iconico e quello verbale produce informazioni che vengono compresse nei confini delle cornici. Il maggior numero di dati utili deve essere presente nel minor spazio possibile, così come l’integrazione tra linguaggi diversi produce lo “specifico” fumetto. L’eroe-scena per esempio, è facilmente dimostrabile: il protagonista attraverso l'azione da dimensione allo spazio che a sua volta conferisce spessore ideologico all'eroe. In molti comics americani, il luogo dell'azione è la metropoli in cui avviene una scontro continuo. Il protagonista-eroe è colui che per virtù e/o capacità eccezionali, trasgredisce il codice metropolitano, risultano quindi significative le abitazioni degli eroi: caverne, cimiteri, mega edifici: luoghi il cui referente immediato è la paura o il disagio. Ma indubbiamente è il grattacielo a trasmettere una buona parte del carattere agli eroi, in questa scenografia che si chiarisce il rapporto tra protagonista e lo spazio. In Fritz Lang, nel suo film muto” Zorro della metropoli”: l’eroe, Dan, è costretto a lavorare in un grattacielo newyorchese che è un’industria metallurgica nei piani inferiori, sede di intrighi e prigione per ribelli in quelli di mezzo, ufficio dirigenziale in quelli superiori. L’eroe costretto nelle buie officine, ha il compito di scalare e raggiungere la cima, sovvertendo l'ordine. L'ambiguità e contraddizione sono caratteristici dello spazio rappresentato nel fumetto dove l'immaginario deve possedere un forte senso di realtà. di 21 25 GEORGES REMI, IN ARTE HERGè In una zona periferica di Bruxelles, Remi pubblica a 19 anni la sua prima avventura disegnata: “Rover” militante, per la rivista boy-scout belge, si farà chiamare successivamente col nome di Hergè. Oggi, le sue “Les aventures de Totor”, risultano come storie illustrate che come fumetti. Il protagonista Totor, era a capo della pattuglia scaut dei Maggiolini. (personaggio precedente a Tintin). Le non molte tavole di Totor, pubblicate tra il 1926-28, mostrano in bianco e nero il disegno accuratamente separato dalla narrazione. Alan Saint-Ogan, intuisce le qualità narrative e disegno grafico del ragazzo, così nel gennaio del 1929 l'anno della grande crisi mondiale, Hergè realizza un fumetto chiamato “Le petit XX”. Nel quotidiano di Bruxelles chiamato “Il XX secolo” apparirà per la prima volta il giovane Tintin, un reporter che si avventura in un paese di brutti sporchi e cattivi Soviets, in compagnia del suo cane. Hergè inizia così la sua lunga collaborazione ad un giornale apertamente conservatore. Alla fine, Tintin salva l’Europa, catturando un bolscevico che volevo far esplodere le capitali e guadagna 20.000 marchi dal Kriminalpolizei della repubblica di Weimar a cui consegna il terrorista. Il successo di Tintin è esploso ed in atteso per un autore alle prime prove. Nel 1930 viene organizzata una parata alla Disneyland, mentre lo si attende con ansia sulla piazza della Gare du nord. Le fotografie d’epoca mostrano la polizia che trattiene la folla di bambini e adulti che affiancano la controfigura di Tintin. La manifestazione si ripeterà al ritorno di Tintin da Chicago, l’hanno successivo. Le 138 tavole 193 in bianco e nero dell'avventura sovietica, sono pubblicate settimanalmente a coppia, vengono raccolti in album nel 1930. Non saranno rieditati ufficialmente o ridisegnati, ma si troveranno edizioni pirata nel mercato editoriale francese/olandese. Le tavole e gli album si susseguono nel 1930 a ritmo regolare: dopo il Congo, Tintin va in America, alla metà degli anni 30 porta Tintin all’oriente, misterioso e crudele. Nel 1976 l'artista depone la matita: il suo ultimo album “Tintin et lei picaros”, appare nello stesso anno. Nel 1983 colpito da una incurabile malattia, l'artista muore lasciando 23 storie di Tintin. La produzione in bianco e nero viene ridisegnata integralmente. Il successo editoriale diviene travolgente secondo dopoguerra: le sue opere vengono tradotte in 20 lingue, Giapponese incluso. Hergè risulta uno dei maggiori fumettisti europei. Attorno alla figura di Hergè viene costruito un periodico chiamato “Tintin” fondata nel 1946. di 22 25 L’opera presenta un humor leggero e signorile e con ambientazioni esotiche, mentre lo stile della scrittura è autoritario. Hergè risulta essere uno dei pochi veri classici che rappresentavano un mass- medium basata sulla comunicazione visiva a fumetti. ARCHINOTE CONTEMPORANEE Già ai tempi di Marco Polo, si parlava si parlava della tesoreria del grande Kane, ma l'Europa dovrà attendere ancora mezzo millennio prima che le banconote comincino a trovare la lunga diffusione nella tragedia economica della rivoluzione francese. Il denaro infatti nel tempo ha assunto le forme più varie e curiose. Dunque è uno strumento economico: non è altro che quella parte di moneta che circola in forma di biglietto cartaceo, ma si tratta di fibre più resistenti della carta che oggi è emessa da una banca centrale. Come il francobollo, la banconota è un artefatto grafico comune e diffuso ovunque. Già nel 1574 si parlava di proto biglietti monetari, quali le lettere di cambio, verso la metà del 1600 compaiono i primi biglietti di banca, Bank Bills. Si ritiene che sia stata la banca di Stoccolma la prima a stampare le banconote, attorno al 1660, non essendo poi in grado di convertirli in moneta metallica, nel 1664 fallì. John Law invece promise un nuovo tipo di moneta, migliore dell'oro e dell’argento, portando la Francia a una rovinosa bancarotta nel primo ‘700. Gli amministratori della rivoluzione francese, nella diffusissima temperie finanziaria, emisero dal 1789 il primo esempio di banconota moderna, di sobrio ed elegante disegno tipografico. Tuttavia già nel 1796 il valore di un Assignat (moneta cartacea) era sceso al 4% del valore nominale con il risultato di una catastrofe monetaria uguale forse solo quella tedesca del primo dopoguerra. (Caratterizzate da eccellenti risultati grafici come dimostrano le banconote disegnate da Herbert Bayer per la Turingia=germania nel 1923) Architetti Alcuni dei più grandi protagonisti delle arti del costruire e personaggi illustri sono comparsi sulle banconote, si tratta di architetti di rilievo in un arco storico che va dal quattrocento al primo ottocento. • L'Italia ha emesso una banconota - da 10.000 lire nel ’62 con Michelangelo Buonarroti - da 50.000 lire con Leonardo da Vinci