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Sussidiario Riassunto, Appunti di Design

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Tipologia: Appunti

2019/2020

Caricato il 03/06/2020

graphic16
graphic16 🇮🇹

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Scarica Sussidiario Riassunto e più Appunti in PDF di Design solo su Docsity! Sussidiario Iterabili Grafie Industriosità e artefatti È il caso di affermare che l'insieme dei fenomeni di cui ci occuperemo rientra nella cerchia dell'invenzione e replicazione di artefatti oltre che la produzione e conservazione di saperi. Tutto ciò che esiste oggi, è una replica o una variante di qualcosa che esisteva qualche tempo fa. Neografia, Paleografia: tertium datur Neografia è neologismo recente. Si ipotizza che l'ambito neografico comprenda gli studi di storia delle Arti visuali occidentali a partire dalla metà del quattrocento. Precisamente, Le ricerche di neografia, riguardano i sistemi artificiali di segni visivi codificati. Ossia le indagini contigue e conseguenti alla paleografia, Intesa come storia delle Arti visuali dell'antichità classica greco-romana e del Medioevo. La paleografia è l’ambito di indagine relativa a scrittura e immagini naturali o più precisamente alle chirografie nel mondo antico e medievale. Elemento caratterizzante della neografia è l'artificio della replicazione rigida delle tipografie contro quella elastica delle chirografie. Per conto suo la tipografia è una tachigrafia meccanizzata. La tipografia sembra simile alla contraffazione, questo perché Moltiplica copie uguali. La tipografia però è anche prototipo emblematico di ogni industria macchinale successiva. Grafica: angolata annotazione iterante la diffusione della presenza dell'uomo sulla terra è marcata visibilmente dalla scrittura di Segni intenzionali. L'antropizzazione consiste probabilmente nella artificializzazione del mondo. Quando si parla di grafica si deve parlare di conoscenze e studi che non sono improvvisabili. Qualità è identità nella comunicazione istituzionale La qualità della e nella comunicazione è legata al tema dell'identità di un ente o istituzione. La questione è irriducibile a scelte affidate semplicemente al gusto infatti la questione d'identità Va ben oltre. La qualità della comunicazione, si fonda sulla dialettica. Ogni organizzazione è unica, quindi l'identità non può che derivare dalle proprie radici. Le identità sono indirizzate e guidate dagli strumenti della comunicazione. Secondo Wally olins, la comunicazione identitaria si fonda su obiettivi precisi e sull’unicità. L'identità visiva fa parte di un sistema molto ampio in quanto un'identità è quel qualcosa che identifica un'istituzione, la forza dell'identità visiva è una continua innovazione, si tratta quasi di un work in progress. Università, comunicazione e propaganda Comunicazione la comunicazione oscilla tra dialogo e manipolazione. Propaganda e illustrazione Propaganda deriva dal (De) propaganda (fide), ovvero l'istituto della congregazione pontificia che presiede alle missioni di evangelizzazione. In ogni caso ha una ramificazione di vari significati. In altri termini la propaganda non è altro che un'altra faccia della pubblicità, ovvero pubblicità con scopi di promozione. Entrambe queste componenti fanno parte di quel settore che viene definito grafica, tra le componenti della Grafica vi è anche l'illustrazione, che oggi vivono a fase di rinnovamento. Tra le altre cose fa parte anche della rivoluzione industriale, infatti il termine nasce proprio dal luogo in cui vi è stata la rivoluzione industriale. Dagli anni 40 dell'800 nascono i primi periodici legati alle illustrazioni. Oltre ciò significa anche illuminare, per questo motivo si viene anche a sapere che illustrare era in origine "mettere i lustri" con conseguenti decorative. Educazione e ricerca lo scopo dell'università è quello di educare e ricercare. Educazione che viene dal latino educere e indica il condurre fuori; viene affiancato da quello che è l'istruzione, quindi la ricerca in senso generale come raccolta di informazioni. Martin Buber affermava che il conflitto sta tra propaganda ed educazione. L'educazione sviluppa Le menti mentre la propaganda le ottunde. Con educazione si intende Infatti insegnare alla gente a vedere la realtà attorno a sé. Mentre ciò che accade nelle università italiane è vera e propria propaganda probabilmente per una cattiva interpretazione della comunicazione istituzionale. Sigilli Si crede che uno degli elementi visivi fondamentali dei sistemi grafici di identificazione, ossia il disegno di marchio, debba corrispondere a quello di un Sigillo. Ma per un'istituzione è sconcertante perché dovrebbe in realtà conoscere quali siano i mezzi di comunicazione efficaci. Ma purtroppo nel nostro paese la modernizzazione grafica è ancora molto lunga. Grafica per le istituzioni Nel 1980 l'Aiga, American Institute of graphic Arts, pubblica un libro di graphic design per un’organizzazione no profit di Peter Laundry e Massimo Vignelli. Un manuale che ha come obiettivo quello di aiutare le istituzioni a migliorare il processo della comunicazione. "E oltretutto è anche indirizzato a sostenere gli sforzi dei progettisti impegnati a spiegare ai dirigenti delle istituzioni la necessità di investire in programmi coordinati di progettazione grafica."(Massimo vignelli) Gli autori del manuale sono convinti infatti che l'immagine di un'istituzione è estremamente importante. Kalendae Il calendario È uno dei più antichi artefatti grafici nella storia dell'umanità. Come la scrittura ha reso visibile la parola, il calendario ha reso visibile il tempo. Scrivendo è misurato nello spazio, tramite segni, il ciclo delle stagioni e dei giorni. Inizialmente utile per regolare le fondamentali attività agricole e delle civiltà antiche, il calendario si è ben presto servito della scrittura per prendere forma leggibile. La parola calendario deriva dall’etimo latino calendarium, Che significa il libro dei conti. Secondo tommaseo, gli antichi romani avevano calendari, scolpiti in pietra, anche per altri usi. La storia del calendario è un'evoluzione continua e ricca di episodi molto significativi. prima dell'Avvento della scrittura artificiale di Gutenberg, i manoscritti più diffusi erano i libri delle ore, veri libri calendari. Le prime 24 pagine sono una straordinaria realizzazione grafica, in ogni apertura, il foglio a sinistra mostra un'illustrazione tematica, legate a lavori stagionali, mentre quella destra l'elenco dei giorni con i nomi dei santi. A già rivoluzione tipografica in corso, uno dei più significativi lavori è quella del regiomontano, ed è un calendario astronomico, Edito nel 1476 a Venezia. Oltre a dotarsi di titolo autore data e realizzatori, e anche illustrato con 60 diagrammi di eclissi stampati a due colori (giallo e nero) alla presenza di un regolo girevole per il calcolo dei cicli solari. Il calendario, Da sempre è stato sperimentazione d'eccellenza affidato alle mani di grandi progettisti visuali. Coca-cola e Industrial design storia e cultura di impresa occuparsi della coca-cola è occuparsi non solo della bibita ma anche della marca e dei suoi Marchi. Quello della coca-cola può essere classificato come un formidabile caso studio. Tratteremo quelli che sono alcuni frammenti significativi della storia della coca-cola storia di un continuum cronologico di 110 anni. Nel corso della sua esistenza la coca-cola ha avuto anche periodi amari, come le pseudo competizioni con la Pepsi o la New coke. La ricetta della coca-cola Tocca questioni di tutto rilievo per l'industrial design. Scrittura e figure aggettivata Dal cognome del suo inventore è propugnatore, platt Rogers Spencer, lo spencerian script è una scrittura tracciata a penna d'oca nordamericana, lo stile scritto di questo carattere differisce abbastanza dal english roundhand, la scrittura formale usata fino alla prima metà dell'800. L' English roundHand Script, noto anche come copperplate Script era stato definitivamente canonizzato in patria da un capolavoro riassunta nella formula del rosso e nero. La ricerca visiva di Steiner attinge dalle esperienze delle avanguardie costruttiviste degli anni 20 e 30, sovietiche germaniche specie da El lissitzky e dal Bauhaus. Nel 1933 inizia un’attività di disegno industriale che si arricchisce della collaborazione della moglie Lica, dal 1939; anno in cui si avvicina al Partito Comunista essendo lui nipote di Giacomo Matteotti. Subito dopo la guerra, riprese il lavoro di grafico che non aveva mai interrotto del tutto, e ciò lo porta a misurarsi con una serie di opportunità tra cui la vicenda del Politecnico la mano di Steiner Infatti si impone nella realizzazione grafica del Politecnico. Nel dopoguerra Albe e la moglie partiranno e Messico Dove vivono i fratelli di Lica, con intenzione di riunire la famiglia. Da subito collabora come membro straniero al taller de grafica Popular. Nonostante ciò aveva mantenuto anche dei rapporti con l'Italia e la prova né di impostazione dell'ottava triennale con Max Huber, mentre Ernesto Nathan Rogers gli propone di diventare il corrispondente dal Messico, invitandolo a collaborare a Domus per cui Steiner aveva disegnato delle copertine prima della sua partenza in Messico. Quando tornano in Italia nel 48 Steiner si affianca all'impegno didattico in particolar modo con la rinascita e successivamente come docente a Urbino, oltretutto tiene dei corsi anche in altre università ed è direttore dell'umanitaria di Milano. Nel 1973 linea grafica pubblica il suo ultimo articolo: oggi è già domani. Secondo Steiner la preparazione dello studente grafico oggi deve essere più culturale per poter progettare modelli validi per domani. Grafici non più educati come artefici delle arti, non più come designer del bell'oggetto, ma grafici come persone che sentono il valore della comunicazione visiva come mezzo che contribuisce a cambiare il meglio le cose. Marcello Nizzoli e Mario Oliveri il buon disegno secondo Nizzoli un buon disegno dipende dal rapporto tra il metodo seguito e la forma del prodotto disegnato. Lo scopo è raggiunto quando il designer è riuscito a tenere presente tutti i condizionamenti e a farli diventare, altrettanti elementi che concorrono alla sua visione del prodotto. "Metron" la rivista internazionale di architettura metron uscì nell'immediato dopoguerra, i primi 24 numeri, piccolo formato, carta ruvida, poche illustrazioni, servirono ad aggiornare la cultura italiana che il fascismo aveva suonato Dal circuito internazionale. L'adozione del formato Maggiore per la rivista nel 1952 è contrassegnata dall' intervento della mano sicura e lieve di Marcello nizzoli, presso il cui studio dal 1948 lavora con Mario Oliveri. Nel 1952, Nizzoli utilizza una fascia orizzontale pari al quarto superiore di copertina per organizzare, la tipografica della testata, composta con un robusto carattere lineare quadrato. Nella prima riga, il nome in tonto nerissimo. La seconda riga recita architettura piccola tutto in inclinato nel letto. In terza posizione dall'alto il marchio dell'editore. Nell'area libera Nizzoli sistema un'immagine fotografica emblematica del centro focale del numero. La cosa necessaria Per Nizzoli progettare è sempre proporre un'immagine artistica, è la sua grafica nella prova migliore. Nel dopoguerra il problema di nizzoli, e di altri progettisti, è quello di collegare la cultura del nuovo con le tradizioni del passato. Nizzoli è insieme grafico e designer, artista e architetto, e molto altro. La sua viene classificata arte della memoria. La sua linea di pensiero Lo condurrà all'incontro decisivo con Adriano Olivetti. Architettura Cronache e storia Il passaggio da metron ad architettura comporta quello che è un cambio di formato proposto da Max huber. A questa rivista collaborano due dei maggiori progettisti del 900 quali appunto Max huber e Marcello Nizzoli. Ciò in cui maggiormente la nuova copertina differisce dalla rivista metron è la soluzione adottata per l'immagine che mira ad un forte effetto di memorabilità. Sia un elevatissimo magistero di disegno, sia un'intensa ricerca di minima materia per la definizione della forma. Il contributo delle oltre 500 copertine del numero da prima a Nizzoli Oliveri, poi Nizzoli associati, e infine allo studio nizzoli. Carlo scarpa home and the Letters I querini stampalia Allo sguardo di chi Accedendo al palazzo querini Stampalia non può sfuggire il luminoso riquadro che campeggia in alto, sospeso, sulla facciata, tra la finestra sovrastante e la quadrifora balconata del piano nobile, la targa dal fondo dorato, ove si legge il nome del palazzo. Un prezioso sigillo monumentale equilibrato tra pieni e vuoti. In questo lapideo trovano accordo la figura del quadrato dorato di fondo, la scrittura sbalzata in maiuscole e il sottostante stemma araldico in bassorilievo, entro una sottile cornice articolata, esile, Ma che accoglie ai lati in maniera simmetrica un nastro. Soffermando l'attenzione sulla scritta posizionata al centro, Si nota che è composta a lapide, Ossia è centrata sul proprio asse verticale, con un leggero slittamento a destra della parola querini. La scelta del repertorio letterale rimanda immediatamente alla lapide monumentale antica romana, che costituisce il complesso delle maiuscole del nostro attuale, alfabeto la scrittura scelta da scarpa è quella archigrafica per antonomasia. Non si sa da dove scarpa abbia preso spunto. Si ipotizza mardersteig. Dei disegni noti di scarpa per la targa si riconosce l'affidamento da una prima versione, in cui le lettere sono prive di grazie, alla soluzione poi seguita, con lettera graziate, in cui la mano del progettista insiste sulle sequenze più difficili e torna sulla forma complessa della q. Scarpa si ispira ad un modello dell'alberti Incisa nel 1467. La differenza tra lui e Alberti sta per l'appunti nel tratto delle aste che sono sottili in Alberti e spesse in scarpa. Scarpa riprende quello che il ritmo è la struttura del disegno dell'alberti allargamento la traccia dei segni. Il motivo per il quale rende la traccia più spessa e in particolar modo sia per la leggibilità e anche per una questione ottica. Carlo scarpa, homme the Letters II bene Qui latuit bene vixit nel 1929 Herman Degering della biblioteca prussiana di Stato dalle stampe un accurato repertorio di forme della scrittura, in 240 tavole, dall'antichità classica al settecento. Probabilmente la versione francese Edith a parigi, fa parte della raffinata biblioteca di Carlo scarpa Dal 1934, anno in cui Egli appone firma e data in un angolo dell'occhiello del tomo, che è una rara testimonianza del profondo amore dell'architetto per il disegno delle lettere. Esaminando con attenzione le opere di Scarpa si può facilmente verificare la frequenza con cui L'architetto si dedica il disegno di iscrizioni. Tracce dell'interesse per il disegno di lettere si possono riscontrare già nelle prime opere giovanili. Questa constatazione potrebbe far supporre, che la scritta esterna del negozio sfriso a venezia, sistemato nel 1932, sia di sua mano. Così come, si potrebbe dedurre che la lunga iscrizione presente nell'aula magna di ca' foscari, sia stata composta sotto la sua direzione artistica nel 1935-1937. Anche nella tomba di Ettore Rizzo si riconosce una conoscenza dell’epigrafia Romana repubblicana. Probabilmente un contributo per l'interesse di scarpa per le lettere e dato da mardersteig. Alcune testimonianze suggeriscono che scarpa abbia atteso all'impostazione del diploma di laurea, e viene classificato Forse come la sua prima nota di un esercizio di progettazione grafica. Nel 1950 per la realizzazione del posto telefonico Telve nei pressi di piazza San Marco a venezia, disegna almeno due varianti di un’insegna esterna, con un lettering fortemente geometrizzato. La costruzione della tomba veritti a Udine nel 1951 offre l'occasione per il disegno di una serie letterale maiuscola, con diversi tratti originali. La stessa serie viene poi utilizzata per diverse lapidi per indicare i vari familiari. La mostra Antonello e la pittura del Quattrocento in sicilia, allestita da scarpa, ha la presenza di locandine altri materiali realizzati da scarpa stesso. Nel padiglione del Venezuela costruite in occasione della XXVIII Biennale di venezia, la documentazione fotografica mostra la presenza di due scritte venezuela. Una sul fronte principale, l'altra nell'atrio. Scarpa disegna le dedicatorie su due lati, tracciando un nuovo alfabeto a base quadrata. Nell'aula Manlio capitolo scarpa colloca una scritta e una piccola targa aggettante. La scritta è tracciata con un corsivo curvilineo; Oltretutto nella targa si alternano altre serie alfabetiche. Nella lunga vicenda del museo di castelvecchio, a verona, tra i materiali grafici conservati, due mostrano uno studio di scritta "ingresso sala Boggiani" disegnata con la stessa serie di lettere ispirate dagli alfabeti di albers più volte sperimentata. Nel camping a fusina, in tutta una serie di indicazioni presenti nelle varie costruzioni, scarpa riprende la serie di lettere geometrizzate di ascendenza neoplastica. Nella sistemazione del negozio Olivetti in Piazza San marco, la reinterpretazione di scarpa del marchio e del logotipo aziendale rappresenta un vero capolavoro. Il logotipo che appare sulla facciata è collocato su un corrente ligneo, scavato in modo da sospendere le lettere su un vuoto mentre quello sul fianco laterale e scolpito e modellato nella pietra. Per la 29° Biennale del 1958 Riprova una matura capacità grafica. Scarpa Disegna il poster ufficiale dell'esposizione. Scarpa torna sul tema delle lapidi nel 1960. Nel negozio Gavina a Bologna l'elaborato fronte stradale esibisce un'insegna, dove vi è una scritta in rilievo quale Gavina. Per una fondazione a Venezia scarpa realizza due targhe; una esterna e una interna. Nel 1967 la documentazione fotografica di una mostra fa ipotizzare che la titolazione esterna sia opera di scarpa. Il disegno del logo bpb presente negli esterni della Banca Popolare di verona, dovrebbe suggerire la mano di scarpa. La stele commemorativa della strage di piazza della Loggia a Brescia si compone di due elementi sovrapposti: in alto un blocco con la data in basso la lapide con i nomi degli scomparsi. La tomba galli a Genova offre un ultimo esempio di epigrafe scarpiana, con il nome della famiglia inciso in una capitale senza grazie. Susan kare la qualifica ufficiale della sua professione è gui designer, ove l'acronimo "gui" sta per graphical user interface. In breve Susan kare è una progettista di interfacce utente grafiche. L'interfaccia grafica è ciò che permette ad un operatore di controllare un computer manipolando segni/simboli rappresentati sul monitor, di solito per mezzo di un mouse o di un trackball. Dagli inizi degli anni Ottanta del novecento, Kare si è dedicata al disegno di ciò che appare sullo schermo del computer. In particolare sia applicata a quella caratterizzante gamma d'icone, con cui si opera in metaforiche scrivanie. Nel suo repertorio ha un migliaio di icone. L'incontro di kare con l'industria informatica è stato del tutto casuale. La donna era alla ricerca di una sistemazione accademica lavora brevemente come assistente curatrice perso un museo e poi si dedica alla scultura. Nel 1983 lascia la scultura per far parte della Apple computer del progetto Macintosh. Un suo vecchio compagno di liceo la convince a disegnare le icone caratteri per la rivoluzione tecnologica. Poi chicago, e impara Così le tecniche della Grafica bitmap. Le icone del Mac sono state disegnate ciascuna entro una griglia di 30 x 30 pixel, in tutto 900 punti. Tutti conoscono le icone di Susan kare, anche se probabilmente non sanno che è stata lei a disegnarle. Nel 1986, lascia l'impresa di Steve Jobs per diventare Creative director presso la NeXT dove a disegnare il logo viene chiamato Paul Rand. Realizzerà una volta messa in proprio anche le icone per Windows 3.0. Dopo aver fondato nel 1989 lo studio Susan kare LLP, ha lavorato ancora con uno dei fondatori della General Magic. Nel 2001 il suo lavoro ha avuto riconoscimento al Chrysler design Award, a coronamento di una carriera più che ventennale nel migliorare l'usabilità e la qualità visuale delle interfacce dei computer. Parlandone con John maeda nato a Seattle nel 1966 John maeda si è laureato nel 1988 al Mit dove è anche diventato professore associato di design e comunicazione e direttore del physical language workshop. Questo rappresenta una sorta di rinascita. Nelle ricerche come direttore del plw, maeda si indirizza alla soluzione di problemi ancora irrisolti di espressione digitale nei campi della visualità. Prima di arrivare al mit, si era anche fatto notare per i lavori pubblicati nella collana reactive books, giocosi libretti a tema. La fama raggiunta da maeda, non priva di meriti, semplifica lo stato d'arte. Da una parte non si possono non apprezzare i suoi originali tentativi di esplorare dall'altra si scoprono piacevoli giochi informatici ideati da maeda stessa. Comicspace