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Tacito - vita e opere, Appunti di Latino

biografia, attività letteraria, stile, storicismo Agricola: opera e analisi del proemio e del discorso di Calgaco Germania: opera e analisi del proemio Dialogus de oratoribus: opera Historiae: opera e analisi del proemio Annales: opera e proemio

Tipologia: Appunti

2021/2022

In vendita dal 02/09/2022

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iris-hysa-1 🇮🇹

38 documenti

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Scarica Tacito - vita e opere e più Appunti in PDF di Latino solo su Docsity! Publio Cornelio Tacito 55/58 - 120 ca. non sappiamo molto di lui (non conosciamo il prenome ne la data di nascita e morte) - storico latino più studiato e letto dopo Livio - visione disincantata della realtà politica e per la denuncia della corruzione - massimo storico latino - contrario alla visione etnocentrica romana - reinterpretazione originale della storia di Roma del I secolo scelte poetiche - immedesimazione nelle ragioni delle parti - stile anticlassico - accentuazione del moralismo e del pessimismo - annotazioni psicologiche scarse notizie su prenome, nascita e origine: - nato intorno al 55 - Gallia Narbonese: cognome Tacitus abbastanza presente, notizie da Plinio il Giovane - rango equestre, come testimonia il matrimonio con la figlia del console Giulio Agricola - studi a Roma (presso Quintiliano) - brillante carriera politica dal tribuno militare (77 d.C.) al consolato (97 d.C) e proconsolato in Asia (112-113 d.C.) - 100: successo nel processo contro il proconsole d’Africa Mario Prisco (per malversazioni) - carriera politico-militare - carriera di oratore e di avvocato in parallelo - attività di scrittore dopo la morte di Domiziano Attività letteraria - 98: Agricola, biografia del suocero, excursus etnografico sui Britanni, conservato per intero - 98: Germania, excursus etnografico sui Germani, conservato per intero - Vespasiano/Traiano: Dialogus de oratoribus, osservazione sulla decadenza dell’oratoria, conservato per intero - 110 (ante): Historiae, indagine storiografica dal 69 al 96, conservati libri da I a V - 110 (post): Annales, indagine storiografica dal 14 al 66, conservati solo alcuni libri per intero Historiae e Annales = opere fondamentali De vita et moribus Iulii Agricolae 46 capitoli ampio proemio per presentare e giustificare l’opera, ma anche per chiarire la posizione di Tacito verso il regime passato ed esporre i suoi programmi storiografici - abissale distanza tra presente e passato e tra Tacito e gli scrittori antichi - condanna del regime di Domiziano - omaggio reso a Nerva e al suo successore - la figura di Agricola ○ Non un oppositore ma un uomo accorto e prudente, aveva infatti collaborato attivamente con i principi (da Nerone a Domiziano) ○ Qualità di Agricola: obsequium (obbedienza) e modestia (disciplina) ○ Tacito prova imbarazzo nei confronti della scelta di vita opportunista di Agricola, due giustificazioni ■ Agricola presentato come vittima di Domiziano, di cui il principe era invidioso, dato i suoi splendidi successi militari. Tacito registra tutte le voci che accreditano questa sospetta ostilità di Domiziano, compresa la morte di Agricola, causata da veleno, probabilmente somministrato dall’imperatore (specifica che si trattava solo di un rumor) ■ Tacito considera di gran lunga più virtuoso collaborare con il dèspota per poter servire la patria per il superiore bene della res publica, piuttosto che ostinarsi inutilmente nell’opposizione al principe. questo ci porta all’ultima tematica affrontata da tacito - Polemica sottile e indiretta contro gli oppositori e coloro che li avevano esaltati la via di Agricola: famiglia (di Giulio Agricola) senatoria della Gallia Narbonese carriera politica e militare - 58: tribuno militare - 77: pontefice massimo - 78: governatore della Britannia - 82: in Irlanda (?) - 83 - 84: in Scozia - 85: richiamato a Roma da Domiziano (immensi onori, nessun incarico) - 93: morte di Giulio Agricola Tacito è propretore in una zona nord-occidentale dell’impero 98: biografia del suocero con intento encomiastico (non è solo un encomio e un elogio funebre) analisi storica - sui meccanismi della politica - sulla psicologia del potere assoluto - sul contrasto tra monarchia e libertà inoltre fa un excursus etnografico sui Britanni opera a carattere misto: biografico-politico-etnografico - laudatio funebris destinata a sostituire l’elogio che Tacito, lontano da Roma non aveva potuto pronunciare alla morte di Agricola, teoria avvalorata dal tono encomiastico tipico dell’orazione funebre - libera indagine storiografica a tutto campo (esaltazione uomini di valore, lascia un insegnamento per le generazioni futuro, fiducia nel cambiamento politico di quegli anni) - esaltazione di Agricola (abile condottiero, morte appartata, amministratore capace) - nodo cruciale nella riflessione politica → Posse etiam sub principatibus magnos viros esse (anche sotto i cattivi principi ci possano essere degli uomini valorosi) - rapporti di cittadino virtuoso e tirannia excursus sui Britanni e sui loro costumi - settore essenziale nella storiografia greca e latina (cfr.Erodoto, Historiae) - discorsi contrapposti fra Calgaco e Agricola, prima della battaglia del monte Graupio padronanza retorica drammatizzazione dei fatti storici Calgaco contro imperialismo romano Ubi solitudinem faciunt faciam appellant (dove fanno deserto [i Romani] chiamano quella pace) “Un’epoca senza virtù”, proemio dell’Agricola nel proemio, nei discorsi e nella laudatio finale è evidente il modello ciceroniano: tramite la concinnitas (periodi ampi, ricchi di subordinate ramificate, con ordine armonico): - nelle sezioni narrative stile di chiara impronta liviana e sallustiana - stile in armonia con la nobiltà e la dignità della materia, Tacito impiega una varietà molteplice di toni e di registri esprime alcune considerazioni sulla complessa situazione del suo tempo, quindi il passaggio dalla tirannide di Domiziano al principato di Nerva e poi Traiano - riflessione letteraria e insieme moralistica - Tacito scrivendo la biografia del suocero cerca di scusarsi perché la narrazione di un uomo di valore può infastidire gli altri che, differentemente dagli antichi, non apprezzano le esaltazioni benemerite degli altri. - caratterizzato da un incipit solenne deficiente - allitterazione virtus vicit = virtù ha vinto - chiasmo vitium parvis / magnisque commune - vengono nominati Rufo (Publio Rutilio Rufo console nel 105 aC,personaggio di provata onestà) e Scauro (Marco Emilio Scauro console nel 115 aC, uomo avido di potere corrotto da Giugurta) autori autobiografici del passato, quando la virtù era tenuta in grande considerazione, a prescindere dalle proprie effettive qualità. - Tacito pensa alle accuse che potrebbe ricevere per la condotta remissiva del suocero sotto Domiziano, si scusa “venia opus fuit” Il discorso di Calgaco Caledoni = gruppo di tribù pre-celtiche, stanziate in Caledonia (regione estesa all’interno, impossibilità di vedere le coste di Gallia e Iberia), fieramente avverse al controllo romano - etnocentrismo moderno: importanza fondamentale a fattori genetici Inoltre: ammirazione d Tacito nei confronti dei Germani perché hanno delle qualità innegabili che i Romani hanno dimenticato: - rudezza primitiva, schiettezza - valore militare - libertà, possibile pericolo per Roma perché le istituzioni sono quelle che tengono ancora in piedi roma, se i cittadini gli mancano di rispetto perché scoprono la libertà, Roma potrebbe crollare in contrasto con quello che è diventato la Roma imperiale, attenta più all’apparire che all’essere, corrotta, la ricchezza è diventata il metro di tutto (cfr Giovenale) “I confini della Germania”, proemio della Germania indicazioni sulla collocazione geografica (confini, fiumi, monti) informazioni sommarie e a volte incomplete gli elementi naturali si mescolano agli elementi psicologici (mutuus metus = paura reciproca = catene montuose) mancanza di un confronto con una forma geometrica (cfr Agricola 10,3) finalità di esaltare la “separazione” dei Germani dagli altri popoli (separatur) confini duri che legittimano la rinuncia di Roma a espandersi - incipit riprende il De bello gallico (“Germania omnis” / “Germania est omnis”), gli rende omaggio (definisce Cesare summus auctorum Divus Iulius nella Germania, 28,1) - separatur sottolinea l’isolamento dei Germani (culturale e fisico) - confine con i Sarmati dato dalla paura reciproca, con i Daci è dato dalla catena montuosa dei Carpazi (mutuo metu aut montibus, allitterazione della m e antitesi astratto/concreto) - confine a Nord ancora più indeterminato, ci si perde nell’oceano - cetera…ambit…complectens senso di circoscrizione poi resa indefinita da latos sinus, immensa spatia, quibusdam genitbus - verbo aperuit fortemente incisivo, posto a fine periodo, senso di apertura di nuovi orizzonti grazie alle campagne militari di Druso, Tiberio e Germanico - contrapposizione fra Reno e Danubio: il primo nasce da cime aspre (inaccesso…ortus con asprezza di suoni) per poi ammorbidirsi nel suo corso (modico flexu…miscetur suoni molto più dolci); il secondo nasce invece da un monte dolce (molli et clementer…iugo effusus) e si getta con più violenza in mare (qui il verbo usato è erumpat) - septimum os paludibus hauritur è la frase finale che lascia con un alone di mistero il lettore, rende la descrizione particolarmente suggestiva Dialogus de oratoribus attribuzione a Tacito dalla tradizione manoscritta, dubbi fin dall’epoca umanistica per lo stile fluente; oggi è considerata autentica perché nelle opere storiografiche si rifà a Sallustio mentre in quelle retoriche si rifà a Quintiliano (massimo esperto di retorica che si rifà a sua volta a Cicerone) datazione: incerta, va dagli anni dell’impero di Vespasiano (69) al 102 perché il dialogo è ambientato sotto Vespasiano ma è dedicato a Fabio Giusto (console nel 102) contenuto: coerente con il pensiero di Tacito - ricordi di Curiazio Materno (alter ego di Tacito) su un dialogo circa la decadenza dell’oratoria - rifiuto dei luoghi comuni sulla decadenza dell’oratoria, non crede che sia in decadenza a causa dell'abbassamento della qualità delle scuole o degli insegnanti ecc. - il vero problema è socio-politico, cioè legato all’assetto istituzionale di Roma libertà repubblicana = discordie inevitabili ma indispensabili per l’oratoria, si alimenta della vivacità sociale assolutismo imperiale = pace sociale ma inevitabile fine dell’oratoria Historiae composto nel 110 d.C punto di vista nei confronti dell’imperatore molto interessante probabilmente in 14 libri, ne conosciamo i primi 5 analisi degli anni 69-70 presentato nell’Agricola: pensava di parlare da Domiziano a Traiano, progetto parzialmente mutato, poi arriva fare un’indagine storica dall’anno dei quattro imperatori alla morte di Domiziano progetto iniziale: percorso che portava dal Male al Bene per gli avvenimenti tra l’Agricola e le Historiae decide di fare dal Bene al Male poi cambia idea e fa dal Male al Male: perché dopo la catastrofe neroniana si scelse uno come Domiziano? prende in considerazione i punti più bassi della storia recente cause: groviglio di eventi durante il 69 (anno dei quattro imperatori), complessissimo, la struttura istituzionale romana si indebolì tantissimo ruolo positivo di Galba: il primo dei 4 imperatori del 69, ha delle idee particolari, decide di adottare Pisone Liciniano (comandante del suo esercito) era avanti rispetto a Nerva nell’idea sull’adozione fatta per meriti e non per sangue; non aveva nascosto le sue aspirazioni a restaurare la res publica MA era troppo anziano e le idee non trovano seguaci perché per Tacito la situazione morale di Roma era già molto compromessa la restaurazione repubblicana avrebbe risolto la problematica della retorica corruzione del Senato: venalia cuncta, tutto si compra, è una “vuota etichetta” , non ha significato politico vero fragilità della disciplina militare che per anni era stato la spina dorsale di Roma: i soldati pensano solo ai soldi, ad andare al potere e a sostenere i propri comandanti nelle elezioni, è strumento di potere grandezza dell'impero fatta con l’annientamento va di pari passo con la potentiae cupido Roma ha conquistato il mondo, ha annientato l’altro quindi Roma ora aspira a un potere totale, a essere padrona dei destini del mondo = chiave di lettura del passato di Roma osservazioni fatte con un’importante digressione storico-antropologica legata a questa consapevolezza fa riferimento a elementi della storia repubblicana: lotta fra patrizi e plebei, lotte civili (Mario e Silla, Cesare e Pompeo, Ottaviano e Antonio, Otone e Vitellio) le caratteristiche dell'aspirazione a un potere totale sono state una costante della storia di Roma, già così in età repubblicana, ma con l’espansione territoriale diventa peggio le radici dei mali presenti affondano nella storia di Roma, presa poi in indagine dallo storico negli Annales tragica lotta intestina per il potere resa con efficacia drammatica delle scelte stilistiche (personaggi resi in maniera vivida, sono molto realistici nella ricostruzione, è come se i personaggi recitassero e riflettono la tragicità del periodo storico) scelte stilistiche: - rapidi commenti personali ai discorsi dei personaggi più in vista - ritratti vividi ed efficaci, generalmente Tacito include delle annotazioni psicologiche, sociali, di costume del personaggio di cui parla Otone: abietto e dissoluto, incapace Vitellio: incapace e vile, sia militarmente che politicamente, è peggio di Otone percé a differenza sua non si salva nemmeno col suicidio (per la mentalità romana era uno sdegno nei confronti nei tempi quindi gli si sottraeva) Domiziano: ancora giovane ma già prometteva male modello storiografico = Sallustio di cui riprende - drammatizzazione: alternanza fra scene e atti nella narrazione, attenzione alle ragioni sociali, psicologiche, antropologiche dell’agire (storia vista in fieri, in divenire) - moralismo: non è uno storico oggettivo, condanna o assolve in base al rispetto di certe norme morali, interventi brevi ma diretti, impostazione ideologica della ricostruzione storica - stile asimmetrico: slegato e anti ciceroniano, ma patetico, non è mai bilanciato, è poco armonico, supera il suo modello; frase sintatticamente irregolare, segue il pensiero rinunciando all’eleganza non perché sia incapace ma per scelta, povertà di verbi e congiunzioni, numerosi termini astratti (particolarità, in latino si va spesso a indicare l’astratto attraverso il concreto, tipo per dire bontà dicono bonum cioè bene) e aggettivi sostantivati, arcaismi e accezioni inattese di termini comuni “L’inizio delle Historiae”, proemio delle Historiae le Historiae si aprono con un'ampia prefazione in cui Tacito, dopo aver lodato gli storici del periodo repubblicano, condanna quelli del principato, che come vedremo, sono considerati dall’autore inaffidabili per diversi motivi. Il proemio è tripartito e nel capitolo 1 si colgono echi significativi del proemio delle Historiae di Sallustio: 1. il proemio inizia infatti con l'indicazione precisa del punto di partenza (1 gennaio 69 dC) e una valutazione della tradizione storiografica passata 2. Sallustio fornisce un giudizio positivo, insieme ad apprezzamenti per alcuni autori (eg catone) ≠ Tacito da invece un giudizio negativo su tutta la produzione storiografica successiva al Principato, scarse qualità artistiche, calpestamento della verità: - per cortigianeria (libido adsentandi) - malevolenza contro i potenti, scambiata per libertas Tacito nomina la battaglia navale di Azio (bellatum apud Actium) che segna la fine dei regni ellenistici e l’inizio del principato di Ottaviano Augusto (31 aC) avverbi che elencano i modi con cui è stata violata la verità successivamente all’instaurarsi dell’impero parallelismo della costruzione sintattica “quippe adulationi foedum crimen servitutis, malignitati falsa species libertatis inest” letteralmente: “dal momento che nell’adulazione (è insita) l’infamante taccia di servilismo, nella malignità è insita da segnalare la promessa di imparzialità che comprende una delle sue frasi più celebri: (“sed incorruptam fidem professis neque amore quisquam et sine odio dicendus est”) Tacito si dichiara imparziale nei confronti, sia dei principi Galba Vitellio e Otone, da cui non ha ricevuto né favori né offese, sia dei tre Flavi, ai quali riconosce di essere debitore. Annales (Ab excessu divi Augusti) il titolo effettivo richiama l’opera di Livio Ab Urbe condita fonti: - Acta Senatus, gli atti ufficiali del Senato - discorsi di alcuni imperatori o altri personaggi importanti - Commentarii, diari personali (es. Agrippina minore, moglie di Claudio, mamma di Nerone) - diari di guerra - fonti storiografiche e letterarie (es. Fabio Rustico, storico dissidente rispetto al potere, era stato amico di Seneca) dei 18 libri previsti, sono giunti con qualche lacuna i libri: - I - VI (Tiberio: 14-37) - XI - XVI (da Claudio a Nerone: 47-66, mancano gli ultimi due anni di Nerone) centralità del rapporto Imperatore/Senato, fondamentale per: sopravvivenza della libertà d'opinione, buon funzionamento dello Stato (Augusto riuscì ad avere un buon rapporto con i senatori, dopo di lui il rapporto si incrina con delle punte massime tipo Nerone e poi va sempre peggio) consolidamento del potere imperiale con Tiberio a scapito del Senato e questa debolezza politica dell’aristocrazia romana porta all’ascesa di personaggi moralmente riprovevoli alla corte imperiale mancanza della libertà attanaglia Tacito, ha ripercussioni enormi non solo politicamente: - declino della storiografia, stessa tesi dell’oratoria - declino della storia, sottolinea degli aspetti interessanti: nel potere imperiale avvengono poche cose interessanti, c’è una pace che soffoca un po’ tutti perché è imposta; sconsolante situazione morale romana, c’era un abbassarsi dei valori, degli ideali morti esemplari perché estrema protesta di un romano che rifiuta la realtà in cui vive: - Tràsea Peto, senatore che faceva il suo lavoro, si era opposto in età neroniana a una decisione dell’imperatore ed era stato costretto al suicidio - Seneca - Petronio grandi ritratti: - Tiberio che ha un progressivo deterioramento morale, arrivato al potere sembrava in grado di discernere il bene dal male ma poi questa capacità svanisce; criticato aspramente per il continuo uso di spie per rafforzare il suo potere, instaura un regime del terrore - Nerone, simulatore e dissimulatore, nel periodo in cui è affiancato da Seneca e Burro simula delle doti che non ha e il quinquennium felix non esiste davvero; Tacito lo definisce come una forza del male - Germanico, il preferito da Augusto che però muore presto, fonte di gelosia per Tiberio, era comandante militare molto amato dal popolo, aveva un buon fiuto politico ed era anche di bell’aspetto, poteva essere un grandissimo imperatore (eroe positivo) - Corbulone,un altro eroe positivo preso dall’esercito, comandante serio, ha fatto della disciplina e della difesa dei limes romani la loro ragione di vita, per questo la loro immagine cozza con quella dei due imperatori che pensano solo a consolidare il loro potere “Sine ira et studio”, proemio degli Annales richiami all’excursus di Sallustio del De Catilinae coniuratione richiami alla storiografia scientifica greca di Tucidide e Polibio, dichiarazione programmatica cfr alla storiografia liviana che indagava i grandi avvenimenti, Tacito vuole analizzare anche quelli piccoli perché o forieri di eventi maggiori o istruttivi