Scarica TACITO, VITA E OPERE e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Latino solo su Docsity! Tacito Vita: Di Publio Cornelio Tacito non conosciamo né l’anno di nascita (PROB. 55 d.c.) né la patria (PROB. città di Terni). Mentre la morte intorno al 120 d.C. La carriera politica e il matrimonio con la figlia di Giulio Agricola (console) indicano che Tacito era di status elevato e famiglia benestante. Sotto Domiziano (88 d.C.) Tacito raggiunse la pretura, ricoprì il consolato sotto Nerva come consul suffectus, e infine il proconsolato della provincia d’Asia attorno al 112 d.C. L’Agricola: L’attività letteraria di Tacito ha inizio nella sua età matura dopo la morte di Domiziano, prima si era dedicato alla politica. Primo scritto: De Vita Iulii Agricolae, una biografia encomiastica del suocero composta tra la fine del 97 e l’inizio del 98, Tacito premette un’ampia prefazione chiarendo la sua posizione nei confronti del passato regime ed esponendo i suoi programmi storiografici. Temi: Il primo tema è la distanza tra presente e passato e tra sé e gli scrittori antichi: tacito afferma che un tempo compiere azioni memorabili e celebrarle era cosa normale e consueta, mentre ora egli si deve giustificare. Egli ricorda le conseguenze tragiche che l’elogio di due fieri oppositori del Principato aveva avuto per gli autori e per le opere stesse. Da questi eventi il discorso si allarga a una condanna generale del regime di Domiziano. Solo con la morte del tiranno e con l’avvento della nuova era di Nerva, che ha saputo unire principato e libertà “si torna a respirare”. In realtà la figura che egli si appresta a celebrare non è quella di un oppositore, ma di un uomo colto e prudente che aveva collaborato con i principi buoni o cattivi che fossero, da Nerone a Domiziano: le sue qualità di obsequium e di modestia lo avevano fatto progredire nella carriera fino all’importante carica di governatore della Britannia, assegnatoli da Domiziano. Tacito prova imbarazzo nell’esaltare una scelta di vita prudente e opportunista quale era stata quella di Agricola, quindi, per giustificare l’elogio di una vita opportunistica, lo presenta come vittima di Domiziano, e registra tutte le voci atte ad accreditare la pretesa ostilità di Domiziano, fino a quella che la morte di agricola fosse stata causata da veleno. Tacito però si premura di dichiarare che si trattava solo di un rumor, di una voce; tuttavia, il racconto è costruito in modo da gettare sul principe dei sospetti. Tacito difende anche la collaborazione con il potere nell’interesse della patria. Pertanto, accanto alla chiara condanna della tirannide di Domiziano tutta l’opera è percorsa da una polemica sottile e quasi sempre indiretta contro gli oppositori e coloro che li avevano esaltati. Dopo aver descritto la vita appartata che agricola condusse per non aggravare l’astio di Domiziano contro di lui, tacito sottolinea che egli non cercava morte gloriosa con atti di sfida o con ostentazione di indipendenza. I contenuti: tacito espone la vita del personaggio in ordine cronologico, dalla nascita alla morte, e ne delinea l’emergere delle qualità. Dopo il consolato gli viene affidato il comando in Britannia, che terrà per 7 anni. Al resoconto delle imprese nell’isola è dedicata alla sezione più ampia della biografia; il racconto si dilata quando giunge al settimo anno e alla vittoriosa campagna contro i caledoni nel nord dell’isola. Nell’imminenza della battaglia decisiva, i due generali rivolgono ai loro uomini un elaborato discorso di esortazione. Gli ultimi 9 anni della vita del personaggio sono condensati in pochi capitoli; infine conclude l’opera un bilancio complessivo della vita del defunto. I caratteri: L’agricola è una biografia particolare, che si allontana dagli schemi consueti del genere. Gli aneddoti privati sono assenti e l’interesse si concentra sull’aspetto pubblico del protagonista; le notizie sulla vita privata sono ridotte a pochissimi essenziali. L’opera, infatti, si avvicina molto a una monografia storica simile a quella di Sallustio. Lo stile è duttile e vario. La germania: La Germania è la seconda opera di Tacito, pubblicata nel 98. Il titolo esatto è De origine et situ Germanorum, è uno scritto di carattere etnografico, che non differisce dagli excursus su paesi e popoli stranieri spesso inseriti nelle opere storiografiche sia greche sia latine. Il tema era di attualità nel 98, l’argomento si inquadra negli interessi di Tacito, che dedica attenzione alla questione germanica e al pericolo che quelle popolazioni bellicose rappresentavano per l’Impero. Contenuti e fonti: l’opera si compone di due parti: una descrizione complessiva Della Germania transrenana e dei suoi abitanti, e una rassegna più specifica delle singole popolazioni e delle loro peculiarità. Nell’opera vengono fornite notizie generali sul territorio e sugli abitanti, sulle loro caratteristiche fisiche e sul loro aspetto. La seconda parte contiene l’esposizione di istituzioni e usi delle singole tribù; si tratta di una rassegna delle popolazioni germaniche. Si ritiene che la cospicua massa di informazioni confluite nel trattato provenga in prevalenza da fonti letterarie: oltre al de bello Gallico di Cesare, è probabile che tacito abbia utilizzato l’opera di Plinio il vecchio sulle guerre germaniche. Della nella sua indagine sui germani tacito non appare mosso da una curiosità autentica e disinteressata per la vita e le usanze di un popolo straniero; è Roma il suo punto di riferimento fisso, la sua preoccupazione costante e quasi ossessiva. Ma da un lato egli manifesta ammirazione per i costumi semplici e austeri per la sanità morale dei barbari che rispettano e praticano quelle virtù che la tradizione attribuiva ai romani il buon tempo antico. È significativo che tacito non si limiti a descrivere in positivo le usanze praticate dai germani ma sottolinei anche con insistenza quelle che essi non riconoscono e non praticano corri riferimento alla band diversa situazione romana le donne germaniche non assistono a spettacoli non partecipano a banchetti non demandano ad ancelle e nutrici l’allevamento dei loro figli tra i germani non si praticano né la limitazione delle nascite ne l’infanticidio. Prevale largamente il quadro positivo della società germanica ammirata anche per il sistema politico fondato sulla Libertas affiora però il contrasto con l’ammirazione per molte virtù che pongono i barbari al di sopra del civilizzato e corrotto mondo romano un atteggiamento di superiorità e a volte di ripugnanza di disprezzo per sistemi di vita ancora tanto rozzi e primitivi ma è soprattutto a proposito del più grave difetto dei germani ovvero la discordia cioè l’incapacità di coalizzarsi stabilmente contro un nemico comune che Tacito afferma essere una fortuna per Roma. le opere storiche: Tacito scrive due opere storiche: le Historiae e gli Annales. Lo schema adottato è quello annalistico tradizionale, ma al di là di questa impostazione le due opere presentano caratteristiche diverse. Le Historiae: narrano gli eventi dal 69 al 96, l’opera è dedicata alla dinastia dei Flavi. Si aprono con un’ampia prefazione all’inizio nella quale l’autore condanna il principato, ne consegue la necessità di una nuova storiografia onesta e obiettiva. Infine, l’autore offre una rapida panoramica della situazione di Roma e delle province all’inizio del 69. Nel IV libro i temi fondamentali sono 2: il consolidamento a Roma del regime Flavio e la grave rivolta dei Batavi in Germania. Nella parte conservata del libro V si narrano i preparativi per l’assedio di Gerusalemme da parte di Tito; un ampio excursus etnografico sui Giudei è animato da viva ostilità verso questo popolo. Lo storico organizza il racconto dedicando a avvenimenti contemporanei blocchi narrativi distinti e successivi. La narrazione presenta un andamento asimmetrico.