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Tecniche di incisione calcografica, glossario, Appunti di Diritto dei beni culturali

glossario calcografia, contiene una serie di parole utilizzate nella calcografia

Tipologia: Appunti

2018/2019

Caricato il 02/05/2019

silvia19991411
silvia19991411 🇮🇹

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Scarica Tecniche di incisione calcografica, glossario e più Appunti in PDF di Diritto dei beni culturali solo su Docsity! GLOSSARIO TECNICHE DELL'INCISIONE CALCOGRAFICA Ultimo aggiornamento Agosto 2009 Fonti: Internet http://it.wikipedia.org/wiki/Pagina_principale Nuovo dizionario universale tecnologico o di arti e mestieri Venezia 1858 Arneudo G.I. Dizionario esegetico tecnico e storico per le arti grafiche Torino 1925. A abrasivi Gli abrasivi sono sostanze naturali o artificiali di grande durezza usati nelle lavorazioni meccaniche. Le caratteristiche che contraddistinguono un brasivo sono elevata durezza, bassissima fragilità e natura cristallina. Gli abrasivi naturali più noti sono il quarzo, il corindone, la silice, la pomice, l'arenaria, il diamante, lo smeriglio, la farina fossile, il granato. Tra quelli artificiali ci sono gli ossidi di alluminio, di cromo, di ferro, l'azoturo di boro, il carburo di silicio, il vetro, il carburo di boro. L'utilizzo degli abrasivi può essere fatto sotto forma di polvere, applicati a fogli di carta o tela, sinterizzati formando mole o pietre abrasive. Abbozzo Prima elaborazione di massima di un lavoro (disegno, scritto, dipinto ecc.) o progetto da servire come base per lo sviluppo alla forma definitiva. Abrasimetro igt Apparecchio usato per determinare la resistenza allo sfregamento della carta. Abrasione Asportazione di minutissime particelle dalle superfici dei corpi mediante azione meccanica di sfregamento, raschiatura o taglio. Accartocciamento della carta Deformazione che interessa tutta la superficie di un foglio di carta, il quale tende a incurvarsi arrotolandosi su sé stesso. L'accartocciamento è dovuto a una diversa dilatazione o contrazione dei due lati del foglio, che s'incurva verso il lato la cui area risulta minore. Si possono distinguere un accartocciamento strutturale e uno igroscopico. Il primo può essere considerato una manifestazione del doppio viso della carta ed è dovuto al fatto che i due lati presentano: una diversa distribuzione delle tensioni interne; una diversa struttura del contesto fibroso; una marcata disuniformità nell'essiccamento, nella collatura (in impasto e/o in superficie), nella quantità di carica. Il tipo più comune di accartocciamento strutturale è quello in cui il foglio si incurva dalla parte del lato tela, con l'asse parallelo alla direzione di macchina; meno comune è il caso in cui l'asse dell'incurvamento è parallelo alla direzione trasversale, sempre dalla parte del lato tela. Questo tipo di accartocciamento può essere combattuto, non sempre con successo, soltanto in sede di fabbricazione della carta, individuandone la causa e cercando di tenerla sotto controllo. L'accartocciamento igroscopico si manifesta in modo molto spiccato quando la carta non è in equilibrio igrometrico con l'ambiente e per una qualche ragione uno dei lati del foglio assorbe (o cede) più umidità dell'altro lato. Si può però avere accartocciamento anche quando il foglio è esposto alle medesime condizioni ambientali, se uno dei lati si dilata (o si contrae) più dell'altro quando assorbe (o cede) umidità. L'accartocciamento igroscopico è molto frequente nelle carte ben collate, perché queste assorbono l'umidità lentamente, e in quelle sottili, che oppongono una minore resistenza alle forze che tendono a incurvare il foglio. Le carte dure e compatte, provenienti da un impasto a fibra lunga e molto raffinato, hanno una maggior tendenza ad .incurvarsi di quelle soffici, fabbricate partendo da un impasto magro o a base di fibre corte. Acciaiatura Rivestimento di ferro con procedimento elettrolitico applicato su fotorilievografie di zinco ramato e su lastre di rame incise, per renderle più resistenti alle lunghe tirature e per evitare che le tinte si alterino a causa di azioni chimiche sul rame da parte di alcuni tipi di inchiostri colorati . Acciaio è il nome dato ad una lega di ferro contenente carbonio in percentuale non superiore al 2,11%. Oltre tale limite le proprietà del materiale cambiano e la lega assume la denominazione di ghisa. Oltre al carbonio possono essere presenti degli ulteriori elementi alliganti (acciai legati). Il carbonio si presenta usualmente sotto forma di cementite (carburo di ferro). Le particelle di cementite presenti nella microstruttura dell'acciaio, in determinate condizioni, bloccano gli scorrimenti delle dislocazioni, conferendo all'acciaio caratteristiche meccaniche migliori di quelle del ferro puro. Gli acciai sono leghe sempre plastiche a caldo, cioè fucinabili, a differenza delle ghise. L'importanza dell'acciaio è enorme, i suoi usi sono innumerevoli, come anche le varietà in cui viene prodotto: senza la disponibilità di acciaio in quantità e a basso costo, la rivoluzione industriale non sarebbe stata possibile. Attualmente nel mondo si producono ogni anno oltre 1 miliardo di tonnellate di acciaio (produzione 1996: 1.222,57 milioni di tonnellate - fonte www.worldsteel.org), successivamente lavorato tramite diversi processi di produzione industriale, quali ad esempio la fusione, la forgiatura e lo stampaggio. Accoppiamento della carta operazione che consiste nel far aderire l'uno contro l'altro due o più strati di carta in modo da ottenere un unico foglio di carta (cartoncino, cartone). Acciaiolo, acciarino Arnese in acciaio rigato per affilare le lame. Accipies Denominazione corrente d'una xilografia raffigurante un maestro con i discepoli. Acciughina Insetto roditore della carta che alligna nei vecchi libri; detto anche <<pesciolino d'argento>> (lepisma saccharina). Aceto L'aceto è un liquido acido ottenuto grazie all'azione degli Acetobacter, che in presenza di aria ossidano l'etanolo contenuto nel vino, nel sidro, nella birra e altre bevande alcoliche fermentate, oppure in altre materie prime quali cereali, frutta o miele, trasformandolo in acido acetico. Acetone Liquido volatile ed infiammabile, di odore caratteristico, miscibile con acqua, alcool, cloroformio, etere, ecc. E' uno dei solventi maggiormente usati data la bassa tossicità e l'elevato potere solvente. (anche chiamato dimetil chetone, propanone e beta-chetopropano) è il chetone più semplice esistente. Il suo numero CAS è 67-64-1. La sua formula chimica è CH3-CO-CH3; l'atomo di carbonio cui è legato l'atomo di ossigeno ha ibridazione sp2 ed è pertanto al centro di un triangolo grossomodo equilatero ai cui vertici stanno l'atomo di ossigeno e gli altri due atomi di carbonio. L'acetone è un liquido incolore e infiammabile con un caratteristico odore gradevole (fruttato); è miscibile con acqua, etanolo e etere e trova principalmente impiego come solvente. Un processo industriale attraverso cui viene preparato è l'idrolisi dell'idroperossido di cumene. Dallo stesso processo si ottiene anche il fenolo. Acidatura v. morsura. Acidità della carta L'acidità (o alcalinità) della carta è la capacità che essa ha di rendere acida (o alcalina) l'acqua con la quale viene a contatto. Essa è dovuta essenzialmente: al solfato di alluminio usato nella fabbricazione della carta, specialmente nell'operazione di collatura; alla presenza di residui di sbianca; all'impiego di materie di carica e di pigmenti alcalini, come il carbonato di calcio. Essa può essere valutata come acidità (o alcalinità) totale, oppure come pH. L'acidità totale è determinata titolando con idrossido di sodio centesimonormale, in presenza di fenolftalina, l'estratto acquoso della carta, preparato all'ebollizione. Se l'estratto ha reazione alcalina, si titola con acido e si determina l'alcalinità totale. Il pH .della carta è determinato di solito sull'estratto acquoso di questa. Si possono seguire due procedimenti: a freddo, facendo macerare la carta a temperatura ambiente per stadio l'ammoniaca viene ossidata a ossido di azoto facendola reagire con l'ossigeno dell'aria in presenza di un catalizzatore a base di platino. L'ossido di azoto viene ulteriormente ossidato a biossido d'azoto (o ipoazotide) che viene a sua volta fatto reagire con acqua a dare una soluzione acquosa di acido nitrico 4 NH3 + 5 O2 → 4 NO + 6 H2O 2 NO + O2 → 2 NO2 4 NO2 + O2 + 2 H2O → 4 HNO3(aq) La reazione di ossidazione dell’NH3 ad NO è una reazione esotermica (ΔH < 0) ed avviene con aumento del numero di moli (ΔS > 0). Con un catalizzatore selettivo e con l’opportuna scelta delle variabile operative, circa il 95 – 98% dell’ammoniaca viene convertita ad NO. La reazione è sfavorita dalle alte pressioni. Per far avvenire con rese soddisfacenti la reazione è necessario utilizzare appositi catalizzatori Il catalizzatore è costituito da una lega di platino al 5 – 10% di rodio in forma di fili sottili, tessuti in reti assemblate in strati multipli. Le reti nuove presentano una superficie liscia e una bassa attività. Con l’uso la superficie diventa rugosa quindi l’attività aumenta. Con l’uso, però, le reti si indeboliscono e perdono platino per volatilizzazione e l’attività decade. La volatilizzazione del platino è fortemente influenzata dalla temperatura. I veleni del catalizzatore sono le polveri di ruggine che possono essere rilasciata dalle apparecchiature. Esse agiscono principalmente sulle reti abradendole. Quindi è necessario una filtrazione dei reagenti per eliminarle. Sintesi in laboratorio In laboratorio, si utilizza per la sintesi di piccole quantità di acido nitrico, la reazione tra acido solforico e nitrato di sodio o potassio, con seguente distillazione, agevolata dal bassissimo punto di ebollizione dell'acido nitrico rispetto agli altri composti della miscela. 2 NaNO3 + H2SO4 → Na2SO4 + 2 HNO3 Composti L'acido nitrico forma con l'acqua un azeotropo di composizione 68:32, per questo l'acido nitrico di grado commerciale normalmente ottenuto ha una concentrazione non superiore al 68%. La preparazione di un acido nitrico più concentrato viene eseguita trattando l'azeotropo con acido solforico, che funge da agente disidratante. Oppure con processi che prevedono l'assorbimento degli ossidi con quantità stechiometriche di acqua. Addizionando all'acido nitrico puro lo 0,6-0,7% di acido fluoridrico (HF) si ottiene un acido nitrico fumante inibito. Tale acido inibito viene usato come comburente per propellenti per razzi. L'inibizione consiste nel fatto che l'acido fluoridrico forma sulla superficie interna del serbatoio metallico uno stato di fluoruro che protegge il metallo sottostante dalla corrosione che l'acido nitrico causerebbe. Per via del suo elevato potere ossidante, le reazioni tra acido nitrico e cianuri, carburi e polveri metalliche possono essere esplosive. Le reazioni con molti composti organici sono violente ed a volte auto-innescantisi. Acido solforico L'acido solforico è un acido minerale forte, liquido a temperatura ambiente, oleoso, incolore e inodore; la sua formula chimica è H2SO4. Il suo numero CAS è 7664-93-9. I suoi sali vengono chiamati solfati. Un solfato molto comune è il gesso, che è solfato di calcio diidrato. In soluzione acquosa concentrata (>90%) è noto anche con il nome di vetriolo. Soluzioni di anidride solforica al 30% in acido solforico sono note come oleum fumante. Solubile in acqua e in etanolo con reazione esotermica anche violenta, in forma concentrata può causare gravi ustioni per contatto con la pelle. L'acido solforico ha svariate applicazioni, sia a livello di laboratorio che industriale. Tra queste si annoverano la produzione di fertilizzanti, il trattamento dei minerali, la sintesi chimica, la raffinazione del petrolio ed il trattamento delle acque di scarico. È altresì l'acido contenuto nelle batterie per autoveicoli. In combinazione con l'acido nitrico forma lo ione nitronio (NO2+), intermedio nella reazione di nitrazione, impiegata industrialmente per la produzione del trinitrotoluene (TNT), della nitroglicerina e del fulmicotone. Tra gli additivi alimentari, è identificato dalla sigla E 513. Acqua di bagnatura Soluzione di bagnatura viene così chiamata l'acqua o la soluzione acquosa impiegata nella stampa litografica per bagnare la forma per renderla repellente verso l'inchiostro nelle zone non stampanti. I fattori principali che regolano l'efficacia di una soluzione di bagnatura sono il contenuto in sostanze idrofilizzanti e il suo pH, che deve essere generalmente compreso fra 4 e 7 (ottimale fra 5 e 6). Sono anche molto efficaci soluzioni idroalcoliche (ad es. acqua/aleole isopropilico). Fra le sostanze che si aggiungono all'acqua di bagnatura per renderla idrofilizzante e mantenerne il pH sui valori sopraindicati citiamo: a. un colloide organico (ad es. gomma arabica oppure carbossimetilcellulosa); b. un acido (ad es. acido fosforico) oppure un sale acido (ad es. fosfato monosodico). Acqua distillata Acqua chimicamente pura ottenuta mediante distillazione. Usata nei laboratori e in medicina. Il valore del pH della comune acqua distillata è compreso fra 6 e 7, mentre quello dell'acqua assolutamente pura è di 7. Acqua regia E' una miscela composta da un volume di acido nitrico concentrato con tre volumi di acido cloridrico concentrato. Scioglie facilmente tutti i metalli. Fu l'alchimista Gabir ibn Hayyan a studiare per primo il suo uso. Il suo nome deriva dalla sua capacità di sciogliere l'oro (ed anche il platino) considerato dagli alchimisti il "re dei metalli" in quanto praticamente inattaccabile dalle altre sostanze. Attualmente trova impiego nell'analisi del contenuto in metalli pesanti nel suolo e nell'industria dei circuiti stampati. Attenzione - l'acqua regia è un potente agente corrosivo. Acquaforte Acquaforte (aqua fortis) anticamente designava l'acido nitrico, detto anche mordente. Oggi indica un tipo di stampa ed il modo per produrla. È una tecnica calcografica molto diffusa consistente nel corrodere una lastra di metallo (zinco di solito; rame per grandi tirature, come nel passato) con un acido, per ricavarne immagini da trasporre su un supporto (carta normalmente) per mezzo di colori. La lastra dello spessore necessario, disponibile in commercio, viene ripulita e smussata ai bordi con carta smeriglio, poi sgrassata nella parte lucida con ovatta intrisa, per esempio, in bianco di Spagna (carbonato di calcio) sciolto in acqua. Cosparsa uniformemente con un coprente a protezione dall'acido (cera, asfalto, gomma, mastice, ..) viene affumicata con un mazzo di candele. Quindi si incide il disegno nel materiale protettivo con una punta sottile (a mano libera o ripassando una bozza su carta decalcante chiara, ad es.), per mettere a nudo il metallo in corrispondenza dei segni che appariranno sulla carta grazie all'inchiostro. S'immerge la lastra in acido (dopo averne cosparso di coprente la faccia posteriore) iniziando la morsura, che può essere fatta a più riprese scoprendo man mano le parti da incidere, per ottenere scavi diversamente profondi. L'acido incide il metallo solo dove non protetto. Giudicata completa la lastra, la si lava con petrolio o acquaragia, la si asciuga e la si tiene come matrice del disegno da replicare. La stampa avviene al torchio su carte poco collate inumidite prima, cospargendo di inchiostro grasso con un tampone di pelle la lastra e scaldandola un poco per favorire la penetrazione della tinta nei solchi e la sua cessione alla carta. Particolari su strumenti e tecniche sono nel classico trattato di Abraham Bosse (sec. XVII°). Cera nera solida ingredienti: cera granzuolo gr. 100 + mastice lacrime gr. 100 + asfalto polvere gr . 30-50 + pochissima trementina veneta filante. Cera nera liquida ingredienti: cera granzuolo gr. 100 + asfalto polvere gr. 100 + trementina o acquaragia gr. 100. Cera bianca solida ingredienti: cera granzuolo gr. 100 + mastice lacrime gr. 85 + poco asfalto volendo la cera un poco colorata e più resistente. Cera bianca liquida ingredienti: cera granzuolo gr. 100 + mastice lacrime gr. 85 + trementina o acquaragia. Acquaragia Anche se in modo improprio, viene detta acquaragia anche una particolare miscela di idrocarburi ricavati dalla distillazione frazionata del petrolio. Utilizzata come solvente, soprattutto per cere e paraffine, ha più difficoltà nello sciogliere la resina. Fu inizialmente ottenuta con l' 1,1,2 Dicloropropano; progressivamente si sostituì quest'ultimo con una composizione di questo tipo: • Nafta • Frazione di petrolio • Pesante idrodesolforata Acquarellata Con questo termine si indicano le stampe che dopo la loro impressione venivano colorate a mano a base di pigmenti, misti a gomma, da stemperare in acqua. Acquatinta L'acquatinta è una tecnica di incisione su metallo che consiste nell'arricchire una matrice (stampa) di toni chiaroscuri. Si cosparge la lastra di polvere di bitume oppure di colofonia, si scalda leggermente in modo che aderisca per fusione facendo in modo che al momento dell'acidatura vengano corrosi solamente gli spazi tra i granellini di polvere producendo una superficie ruvida (tipo granito) che tratterrà l'inchiostro a seconda del tipo di morsura che è stata fatta. Le parti che si vogliono bianche vanno ricoperte di vernice. Con l'acquatinta è possibile fare, anche in una stessa matrice, graniture differenti usando polveri di diversa grossezza e con ripetute morsure Additivi per inchiostri da stampa Sostanze ausiliarie aggiunte ai veicoli degli inchiostri per modificarne le caratteristiche, e principalmente: a) per migliorare l'uniformità di distribuzione sulla forma; b) per aumentare o diminuire la penetrazione nel supporto di stampa; c) eliminare lo strappo; d) ridurre le macchiature per controstampa; e) ridurre l'intensità del colore; f) migliorare le caratteristiche dell'inchiostro specifiche per un dato procedimento di stampa; g) ottenere particolari effetti, ad es. una stampa lucida. Gli additivi usati per tali scopi sono le vernici di allungamento, i diluenti, i gelificanti, gli emollienti, le cariche o riempitivi, i bianchi diluenti del colore (trasparenti o coprenti), le paste antistrappo, le paste smagranti, gli essiccanti e gli antiessiccanti. Adesivi Colle; collanti sostanze o prodotti che permettono la giunzione temporanea o permanente di materiali rigidi o flessibili fra loro. Nel settore grafico vengono principalmente impiegati per incollare carta e cartoni e in misura minore, materie plastiche in film, metalli in foglia e tessuti. Vengono generalmente classificati in: a) adesivi acquosi: soluzioni in acqua di sostanze adesive vegetali, animali, inorganiche, o sintetiche (gelatina, caseina, amidi, destrine, silicato sadico, eteri cellulosici, ecc.); b) adesivi in emulsione: dispersioni acquose di polimeri sintetici (ad es. acetato di polivinile); c) adesivi a solvente: soluzioni in solventi organici di resine naturali o sintetiche, o anche di gomma naturale o sintetica; d) adesivi a fusione: sono prodotti solidi che vengono applicati fondendoli a caldo; e) adesivi termosaldanti: appartengono a uno dei gruppi precedenti, ma l'incollaggio viene effettuato riattivando l'adesivo col calore; f) adesivi a pressione (autoadesivi) presentano allo stato solido una adesione permanente e istantanea (esempio tipico i nastri adesivi). Adesivi epossidico Gli adesivi a base di resina epossidica (tipo Araldite) si possono usare per giunzioni su metalli, vetro e ceramiche. Non devono essere usati su terracotta, terraglia o ceramica, perché penetrano con facilità in questi materiali porosi, e possono causare scoloramento sotto la vernice trasparente. La porcellana moderna tende a essere piuttosto porosa, e se si usa una resina epossidica si deve attendere finché è diventata appiccicosa, cioè circa un'ora dopo che è stata mescolata. Le resine epossidiche conferiscono un'eccezionale robustezza e sono altamente resistenti al calore e all'acqua. è necessario sostenere o fissare con morsetto la giunzione finché l'adesivo sia essiccato, cosa che normalmente avviene in circa dodici ore; sviluppa la massima forza entro una settimana. Il processo può essere accelerato esponendo l'adesivo a un moderato calore. Le resine epossidiche sono anche utili mastici. Si vendono in confezioni di due tubetti, quello contenente la resina e quello contenente l'indurente, e una volta mescolati devono essere usati entro un'ora. La miscela, però , può essere conservata per diversi giorni nel reparto congelatore del frigorifero. Adesivo spray Permanente: adatto per ogni tipo di incollaggio rapido e duraturo su tutte le superfici di disegni, incisioni, fotografie ed illustrazioni in genere. PHOTO MOUNT Adèspoto Dal gr. adéspotos, «senza padrone»: detto di manoscritto, libro o di componimento letterario di autore ignoto. Adigraf Materiale plastico, usando il manichetto portapennini può essere inciso sia dai piccoli che dai grandi, perché la sua consistenza è cosi morbida che basta la minima pressione per aver un segno netto, profondo, e nello stesso tempo resistente. Ad istantiam Locuzione che nei testi rinascimentali italiani precedeva il nome di chi sosteneva finanziariamente la pubblicazione di un libro. Admittitur et imprimatur Locuzione latina che si apponeva come benestare del censore per la pubblicazione, quanto non esisteva la libertà di stampa. Adsorbimento fenomeno per cui, alla superficie di separazione di due fasi, (ad es. solido e liquido), ha luogo l'addensamento di particelle che possono essere molecole, ioni, o particelle colloidali. Fenomeni d'adsorbimento si verificano ad esempio in litografia, in cui le zone non stampanti delle lastre di zinco o alluminio adsorbono i colloidi solubili in acqua, acquistando caratteristiche idrofile e repellenti verso Ali di mosca Strisce di carta velina usata in legatoria per fissare le pagine distaccate di un libro. Allicciatura Operazione consistente nella piegatura dei denti di una sega, alternativamente a destra e a sinistra, per ottenere un taglio più largo in cui la sega scorra senza attrito rilevante Allume Solfato doppio di alluminio e di potassio. Nel linguaggio dei cartai <<allume>> è sinonimo di solfato di alluminio. Alluminio L'alluminio è l'elemento chimico di numero atomico 13. Il suo simbolo è Al. Si tratta di un metallo duttile color argento. L'alluminio si trova principalmente nei minerali di bauxite ed è notevole la sua resistenza all'ossidazione, la sua morbidezza, e la sua leggerezza. L'alluminio grezzo viene lavorato tramite diversi processi di produzione industriale, quali ad esempio la fusione, la forgiatura o lo stampaggio. L'alluminio viene usato in molte industrie per la fabbricazione di milioni di prodotti diversi ed è molto importante per l'economia mondiale. Componenti strutturali fatti in alluminio sono vitali per l'industria aerospaziale e molto importanti in altri campi dei trasporti e delle costruzioni nei quali leggerezza, durata e resistenza sono necessarie. Alluminografia; algrafia Procedimento di stampa planografico basato sull'impiego come forma di stampa di una lastra d'alluminio sulla quale l'immagine inchiostrabile è stata ottenuta mediante trasporto litografico (da una forma originale in pietra o da un disegno su carta autografica) oppure per fototrasporto di un negativo o diapositivo dell'originale. Alpacca; packfond Lega di rame (45-70%), nichel (8-28%), zinco (8-28%) con piccole aggiunte di stagno. Resistente all'ossidazione atmosferica. Altezza tipografica Sta a significare la distanza tra occhio e piede del carattere. Altorilievo Aspetto dell'incisione le cui figure emergono dal foglio con accentuata evidenza e tendenza all'effetto plastico. Si ottiene per forte scavo dei segni nello spessore della matrice, sovente assoggettata a perforazioni multiple ed ampie. Alveolo Nel campo grafico si dicono alveoli i piccoli ricettacoli per l' inchiostro incisi chimicamente sulla superficie di rame dei cilindri forma per la stampa rotocalco. Alzo Spessore di carta sottile e soffice che si dispone sotto la forma di stampa. Amanuense Scrivano, scriba, copista. Prima dell’invenzione della stampa era l’addetto alla trascrizione a mano dei tesi (documenti, codici, ecc.) e quindi alla loro trasmissione. Amido di riso Prodotto naturale in polvere ricavato dai semi del riso, contiene amilosio (16-17%) e amilopectina. L'amido di riso è utilizzato prevalentemente come adesivo per carte e cartoni e come addensante per emulsioni acriliche o viniliche. Il basso contenuto di amilosio permette la formazione di gel reversibile. Nel restauro dei dipinti, rappresenta la base di preparazione della colla pasta per foderatura, in sostituzione della farina di frumento, di segale e di lino. Preparazione ed applicazione dell'amido di riso: Miscelare 1 parte di amido di riso in polvere e 4 parti di acqua fredda. Far cuocere a bagnomaria ad una temperatura non superiore ai 65°C per circa 30 minuti, fino ad ottenere un gel traslucido. Prima dell'utilizzo passare il preparato al setaccio per ottenere una maggiore diluizione. Addizionato con carbossimetilcellulosa ottiene una maggiore leggerezza, conservando il suo potere adesivo. Ammoniaca L'ammoniaca è un gas formato da idrogeno e azoto, molto solubile in acqua. è usata infatti solitamente per scopi domestici in soluzione in acqua al 10%, e si trova in vendita già cosi diluita. L'ammoniaca è un alcali debole, utile per togliere grasso e sporco, particolarmente dal vetro e dalla porcellana, macchie di sangue, e alcuni tipi di ossidazione sull'argento. Non deve essere usata sul bronzo, tuttavia, perché intacca il metallo. Rimuove anche licheni e muschi dai lavori in pietra, e una debole soluzione asporta la vernice a spirito dalle stampe. Agisce come sverniciatore, ed è ottima per lavare le vecchie pitture a base di latte trovate spesso sui pezzi d'antiquariato. L'ammoniaca è molto irritante, ed emette vapori forti e sgradevoli; quando la si usa, si devono calzare guanti di gomma e lavorare in una stanza ben ventilata. La bottiglia d'ammoniaca dev'essere tenuta in un posto fresco e mai lasciata alla luce del sole. Anaglifo Procedimento di riproduzione fondato sul principio della stereoscopia. Due immagini identiche sono stampate l'una dopo l'altra con un leggero sfasamento, in due colori complementari (per esempio: una in azzurro, l'altra in arancione). Anamorfosi Rappresentazione di un'immagine in modo da ottenere una corretta visione prospettica da una sola direzione. Anastatica Originariamente per stampa anastatica s'intendeva un procedimento di stampa litografica e tipografica per la riproduzione di scritti, stampati e disegni. L'originale opportunamente trattato con adatte soluzioni e quindi inchiostrato con inchiostro grasso, veniva decalcato su una pietra litografica per riproduzione planografica, oppure su una lastra di zinco che dopo trattamento con acido serviva per la stampa rilievografica. Attualmente si definisce anastatica ogni ristampa eseguita usando qualsiasi procedimento di formatura e di stampa che permetta di riprodurre identicamente precedenti edizioni. La stampa anastatica Intorno al 1840 M. Baldermus di Berlino scoprì il modo di realizzare riproduzioni da antiche stampe e libri basandosi sulla tecnica autografica. Tale procedimento venne introdotto in Inghilterra da Wilhelm (in seguito sir William) Siemens e lì elaborato dal suo collaboratore tedesco Rudolph Appel, al quale per questo motivo viene spesso attribuita l'invenzione, anche se Senefelder, nel suo manuale, aveva già descritto una tecnica analoga. La stampa da riprodurre viene immersa in acido solforico diluito e successivamente cosparsa di amido. La carta non stampata assorbe sia l'acido sia l'amido, al contrario dell'immagine. Quindi si strofina la stampa con un batuffolo di cotone impregnato di grasso di pecora disciolto in trementina; le porzioni umide respingono il grasso, mentre quelle asciutte lo assorbono. Con la pressa si trasferisce l'immagine su una pietra pulita e levigata e, successivamente, si fissa e si prepara l'autografia. Con questa tecnica è stato possibile tra l'altro eseguire riproduzioni perfette delle silografie di Durer senza danneggiare gli originali. Il procedimento viene definito stampa anastatica (dal greco anastasis = resurrezione). " Anepigrafo Libro senza titolo o monumento senza iscrizione. Gli incunaboli e i manoscritti antichi sono sovente anepigrafici. Anima Nucleo di sabbia o di terra da fonderia che permette di ottenere parti cave in un getto Anilina E' un colorante , disponibile in diverse sfumature, che si trova in commercio nei negozi di Belle Arti. Esistono Aniline ad acqua o ad alcool. Quelle ad acqua si applicano direttamente sul mobile colorandone le fibre. E' un processo irreversibile. Quelle ad alcool possono essere usate per colorare la gommalacca, pertanto possono essere rimosse in fase di sverniciatura. Annotazioni e simboli sulle stampe Questa organizzazione della produzione grafica, soprattutto per quanto riguarda le incisioni su rame e le acqueforti, è riscontrabile anche nei testi che accompagnano le stampe. Accanto al titolo, non sempre riportato, viene registrato il contributo dato all'opera dai diversi collaboratori. Il testo completo viene definito didascalia. I pochi esemplari che venivano stampati dall'artista stesso a conclusione del proprio lavoro, prima che venisse incisa la didascalia, si chiamavano avant la lettre, oppure sans adresse o ancora senza scritta. Queste stampe sono molte ricercate in quanto ritenute le riproduzioni migliori, e coincidono con quelle che oggi si chiamano prove d'artista. È possibile trovare a volte, sulle stampe realizzate prima dell'incisione della didascalia, il nome dell'artista come firma sotto l'immagine. Le indicazioni che accompagnano le stampe sono solitamente in latino, oppure nella lingua d'origine di chi la riproduce. L'informazione tecnica non è mai del tutto affidabile, perché le espressioni usate non sono sempre esatte e vengono spesso ripetute per abitudine. I termini e le abbreviazioni latine maggiormente diffuse sono le seguenti: per il nome del pittore o del disegnatore che ha riprodotto l'opera: pinx. oppure pinxit (dipinse) del., delin. oppure delineavit (disegnò) inv. oppure invenit (inventò) comp. oppure composuit (composizione di) fig., figuravit oppure effigiavit (delineò) per il nome dell'incisore: cael. oppure caelavit (incise) inc. oppure incidit (intagliò) per il nome dell'incisore o dell'acquafortista: sc., sculp., (aere) sculpsit oppure exculpsit (scolpì su rame) (aere) exarat (incise su rame) f., fec., oppure fecit (fece) per il nome dell'acquafortista: f(ecit) aqua(fortis) (fece con acquaforte) per il nome dello stampatore: imp. oppure impressi (impresse) per il nome del curatore: exc. oppure excudit (ha pubblicato) div. oppure divulgavit (a cura di, per le cure di) formis (con matrici di) sumptibus (a spese di) Anopistografo Indicava il papiro, poi la pergamena, poi i codici scritti su una sola faccia. Anche gli antichi libri xilografici erano stampati alternativamente su recto e verso cosicché i fogli incollati per le facce bianche, fornivano una carta doppia impressa su entrambi i lati. Antemio Motivo floreale decorativo di capitelli, fregi, ecc.. Antiessiccanti Additivi usati per ritardare l'essiccazione degli inchiostri grassi. Sono costituiti da vernici od oli non siccativi ( olio di ricino, olio minerale chiaro) o poco siccativi (vernice litografica debolissima). Antigrafo Dal lat. tardo antigrăphum (gr. Antígraphon): propriamente, manoscritto che è copia diretta di altro manoscritto. Usato anche nel senso opposto, di manoscritto da cui viene tratta una copia, oppure di copia o esemplare manoscritto preso a modello da un copista, o genericamente copia. Antiporta Pagina che precede il frontespizio di un libro e contiene illustrazione o altro titolo. Fornace a torre con fornello rifornito a caduta, in grado di conservare il fuoco alla stessa temperatura . Atmografia procedimento ormai abbandonato per decalcare un'immagine mediante impiego di vapori. Auografia Procedimento di stampa a secco (senza inchiostro), secondo il quale i grafismi sono impressi sul supporto in incavo o in rilievo. Autolitografia; Autografia Procedimento per cui un'immagine, disegnata prima su appposita carta preparata a colla o chimicamente, viene poi trasferita su una matrice di metallo o sulla pietra (litografica) per la riproduzione a stampa. L'autolitografia permette all'artista di disegnare l'immagine diritta, non specularmente rovesciata. Autore In una stampa nel senso di pittore o disegnatore che ha inventato l'immagine riprodotta. Il suo nome solitamente si trova nel margine inferiore a sinistra subito sotto l'immagine seguito da fec. che sta per fecit, delin. che sta per delineavit, inv. che sta per invenit, pinx. che sta per pinxit, ecc. Avantilettera Traduzione della locuzione latina ante litteram. 1. Copia di una stampa artistica tirata per prova e che non porta la firma dell'autore od altra leggenda. I pochi esemplari che venivano stampati dall'artista stesso a conclusione del proprio lavoro, prima che venisse incisa la didascalia, si chiamavano avant la lettre. Avional vedi duralluminio. Ayr, water of Tipo di pietra per affilare e pareggiare, tenera e di grana fine, usata principalmente nella rifinitura degli smalti. B Balaustrino Compasso di precisione, con l’apertura regolata a vite. Bambagia Cotone di scarto; cascame della filatura del cotone. Bagnomaria Metodo per cuocere, riscaldare o sciogliere una sostanza a temperatura costante senza porla a diretto contatto con il fuoco. Si inserisce un recipiente in cui vi è la sostanza da riscaldare in un altro più grande riempito d'acqua fino a metà circa, posto questo sulla fiamma. In questo modo non si oltrepassa mai la temperatura di 100 gradi. Bande; bandelle Strisce di pelle colorata, di corde di budella, di pergamena assottigliata, di nastri o spaghi colorati, con cui si decoravano le rilegature in pergamena. Barba (delle carte;, comunemente al plur.) Nella terminologia adottata nel campo bibliografico e tipografico significa: ineguaglianza dei "tagli" dei libri. Con le pagine, volutamente, non rifilate e quindi dal bordo irregolare. Nell'accezione artistica del termine: sono dette barbe le sbavature e i filamenti residui che si trovano ai margini del solco del bulino. Barbe Riccioli di metallo che si producono sulla lastra a seguito dell'incisione col bulino o a puntasecca. Solitamente nel bulino vengono asportate con un raschietto, mentre nella puntasecca si tende a lasciarle poiché conferiscono un effetto sfumato al segno stampato. Bastarda, lima Lima a taglio grosso, così chiamata dal nome storpiato del suo inventore, Barsted. Può essere a taglio singolo o incrociato. Battitore Il battitore: l'operaio che era addetto all'inchiostratura delle forme di stampa. Egli imbeveva un apposito tampone di cuoio nell'inchiostro, e lo strofinava poi sulle parti in rilievo (i "grafismi", le parti stampanti) della forma. Coll'andare del tempo il tampone fu sostituito per ragioni di precisione e uniformità d'inchiostratura, da un rullo rivestito di caucciù; per questo il suo mestiere cambiò il nome in "rullatore" Battuta Impronta della lastra metallica compressa nel foglio sottoposto a stampa, visibile come un dislivello- riquadratura. Baumé La scala di Baumé (simbolo: °Bé) è una misura della densità di una soluzione acquosa. Deve il suo nome al suo inventore, Antoine Baumé (1728-1804). Fu inizialmente ideata per tarare i densimetri. In effetti consiste di due scale distinte: una per soluzioni più dense dell'acqua ed una per soluzioni meno dense. Per liquidi più densi dell'acqua 0 °Bé indica il livello raggiunto da un densimetro immerso nell'acqua pura e 15 °Bé indica il livello raggiunto dallo stesso densimetro immerso in una soluzione al 15% in peso di cloruro di sodio in acqua. Per i liquidi più leggeri dell'acqua 10 °Bé indica il livello raggiunto da un densimetro immerso nell'acqua pura e 0 °Bé indica il livello raggiunto dallo stesso densimetro immerso in una soluzione al 10% in peso di cloruro di sodio in acqua. Benché sia un'unità di misura empirica e desueta, ha ancora un relativamente ampio uso in ambito commerciale e merceologico. Benzene Molecola organica aromatica insatura presente nel petrolio utilizzata come solvente. Quest’ultimo utilizzo è in costante diminuzione in conseguenza della sua sospetta cancerogenicità. Il benzene è una sostanza cancerogena riconosciuta, e per questo molti esperimenti descritti nei libri di chimica sono stati riscritti per evitare il contatto degli studenti col benzene. Bestiario Termine che originariamente indicava le raccolte medievali di narrazioni illustrate con figure di animali. In seguito passò a indicare anche l'insieme di sculture raffiguranti animali e mostri negli edifici medievali. Berceau Nome francese comunemente chiamata mezzaluna, in italiano. E' una spessa lama di acciaio con taglio ad arco seghettato. Berceaux maniera nera larghezza 25mm. 25 linee x cm. Berceaux maniera nera larghezza 25mm. 33 linee x cm. Berceaux maniera nera larghezza 25mm. 50 linee x cm. Berceaux maniera nera larghezza 40mm. 25 linee x cm. Berceaux maniera nera larghezza 40mm. 33 linee x cm. Berceaux maniera nera larghezza 40mm. 50 linee x cm. Bianca Facciata del foglio che viene stampata per prima. Bianco di Champagne (carbonato di calcio) Tanto il bianco di Champagne che di Spagna, di Meudon, di Bougival o Biancone, sono delle crete bianche costituite da carbonato di calcio provenienti da giacimenti di conchiglie marine e che macinate, decantate ed essiccate, formano una polvere bianca. Bianco di Spagna (carbonato di calcio) Si identifica col bianco di Champagne o di Meudon, Bougival o biancone il bianco di Spagna è la creta bianca e cioè carbonato di calcio. Impiegato: per sgrassare le lastre, per il pigmento a tempera, per realizzare l'intonaco nella pittura a tempera su muro, e per la preparazione di mastici e stucchi. Bianco di Marly (Charbonnel) Indispensabile per togliere i granelli dalle lastre da incidere. Confezionato in sacchetto da 1 kg. Bianco (Charbonnel) Sono composti di Bianco di zinco e di bianco di titanio. Il bianco di titanio è molto forte, molto coprente. Il Bianco di zinco è meno coprente, un po' meno forte ma tende al grigio sulle lastre acciaiate. I bianchi hanno tutti la stessa viscosità dei colori Charbonnel. Bianco di titanio è un biossido di titanio. è un pigmento di recente scoperta: nato all'inizio del secolo, sta gradualmente sostituendo gli altri bianchi per le sue elevate caratteristiche di coprenza. Bianco di zinco - Si ricava dall'ossido di zinco. è il pigmento che dà il bianco più brillante che esista, ma è anche il meno coprente. Il tono è di un bianco leggermente azzurrino. Si mescola bene con gli altri colori schiarendoli e mantenendoli brillanti. Non scurisce a contatto con l'idrogeno solforato, essicca lentamente; è atossico. Bicorna Piccola incudine a due corni di cui uno tondo e l’altro più o meno piatto. Manuel du graveur Di A. M. Perrot Pubblicato da Libr. Roret, 1830 Bibliofago Si dice di animale divoratore di libri. Bibliografia Agostini M., Guida alla conoscenza della stampa d'arte e delle sue tecniche dalle origini al XX secolo, Firenze 1981. Alken H., The art and practice of etching, Londra 1849. Argan G.C., Esempi di critica sulle tecniche artistiche, Roma 1966/1967. Arneudo Giuseppe Isidoro, Dizionario Esegetico, tecnico e storico per le Arti Grafiche, con speciale riguardo alla Tipografia. Torino 1925 Cisari Giulio, La Xilografia - Hoepli 1976. Battistoni Arnaldo, Tecniche dell'incisione, Neri Pozza. Barriviera Lino Bianchi, L’incisione e la stampa originale, Neri Pozza Editore, Vicenza 1984. Bellini Paolo, Storia dell’incisione moderna, Minerva Italica editrice, Bergamo, 1985. Bellini Paolo, Manuale del conoscitore di stampe, Edizione A. Vallardi,1998. Betti D., Tecnica dell'incisione, Firenze 1950. Bonfils R., Initiation à la gravure, Parigi 1930. Bosse A., Traité des maniers de gravure en taille-douce, Parigi 1645. Bruscaglia Renato, Incisione calcografica e stampa originale d’arte, ed. Quattroventi, Urbino. De Lastalot A., Les procédés de la gravure, Parigi 1886. 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Data la sua tossicità, che non è comunque elevata, la somministrazione deve essere valutata da un medico, in base al rischio di vita del malato. In acquacoltura - specialmente negli acquari amatoriali domestici - è usato per curare i pesci dall'infezione del protozoo parassita Ichthyophthirius multifiliis, noto anche come ictio o ichtyo. Nell'industria alimentare e tessile è usato come colorante. Trova uso anche in biologia (più specificamente in istologia) per colorare nucleo e nucleolo delle cellule. Quando ingerito in quantità non nocive modifica la colorazione delle urine, tingendole di un colore verde. È comunemente acquistabile in farmacia. Blu di Prussia; blu di Berlino; miloriblu È un ferrocianuro di ferro di difficile reperibilità, se mescolato ai gialli di cadmio dà dei verdi molto belli. Scoperto verso la metà del '700, ha un grande potere colorante, ma scarsa fissità alla luce. Blu oltremare E' composto da solfuro di sodio e silicato di alluminio; sostituisce l'antico blu oltremare naturale, che si otteneva macinando finemente il lapislazzuli. è un bel blu brillante che, se mescolato ai gialli di cadmio, dà dei bellissimi verdi; se mescolato al rosso carminio dei viola molto brillanti. Usato in ogni sistema pittorico ad eccezione dell'affresco. Bobina Rotolo di nastro carta avvolto su un'anima tubolare, in cartone o altro materiale. Bolo d'Armenia Argilla rossa in polvere usata in legatoria; cosparsa sul taglio dei libri, eventualmente applicata con pennello, mescolata con bianco d'uovo freschissimo, costituisce una buona base per la doratura alla quale conferisce consistenza e brillantezza. Bon à tirer E la prova di stampa definitiva che viene scelta dall'incisore prima della tiratura. Borchia Nell’arte della legatoria protezione metallica posta sulla coperta di un volume allo scopo di arricchire ed impreziosire la legatura oltreché di proteggerla da sfregature o danni. Bordi intonsi; bordi naturali; bordi sfrangiati Bordi di un foglio di carta che presentano la sfrangiatura caratteristica della carta a mano e a mano- macchina. Bosso Di origine orientale, particolarmente adatto, per la sua durezza a lavori di tornitura, per tarsie silografie e per piccole sculture. Bozza Prima stesura di un lavoro o prova di stampa usata per correggere eventuali errori. Bozza a mano Bozza tirata inchiostrando la composizione con un rullo, disponendo sopra di essa un foglio di carta e battendo con il mazzuolo sopra il battitoio rivestito di panno che viene fatto scorrere sopra il foglio. Bozzetto Modello iniziale in cui vengono disegnate le linee e le forme essenziali di un'opera artistica da realizzare; può essere eseguito con tecniche diverse (disegno, plastico, modellazione, ecc.). Il progetto (o parte di esso) è generalmente realizzato su carta da disegno, colorato e non, in scala ridotta. Bronzo Lega rame-stagno con almeno l’80% di rame e non più del 16% di stagno, può avere aggiunte di piombo, zinco o altri metalli. Eccellente per fusioni e statuaria Brossura Tipo di legatura economica in cui la copertina è in semplice carta pesante o "rustica"; 2. tipo di legatura economica in cui i fogli non sono cuciti ma incollati con uno speciale procedimento. Bruciatura Esagerata corrosione acida dei segni, che procura sulla lastra una zona sconvenientemente appiattita ed inadatta alla stampa. Brunitoio Strumento in acciaio, può essere sagomato in varie forme ma sempre senza spigoli taglienti. Arrotondato nei margini e perfettamente lucido è usato per abbassare o livellare il metallo delle matrici lungo i solchi creati, alleggerendo o cancellando completamente il segno. Si usa anche dopo il raschietto per lisciare e rilucidare la lastra. Brunitura Operazione di levigatura eseguita con uno strumento d’acciaio (brunitoio) per la preparazione delle lastre metalliche da incidere o per correggere errori di incisione. Bruno Van Dyck Il bruno Van Dyck è un colore marrone molto scuro tendente al nerastro. Il colore prende il nome dal pittore che ne fece largo uso nei suoi quadri. Questo colore, antichissimo, è ancora attualmente molto utilizzato, con una grande quantità di tecniche (olio, acquerello, tempera, etc.) e di supporti. Il suo tono è di un marrone scurissimo, profondo e intenso. La sua composizione chimica è, di norma, una miscela di terre naturali e calcinate, spesso contenenti pigmento di manganese e ossidi di ferro. Chiamato anche abbastanza impropriamente "terra di Cassel" (per via della sua somiglianza di tono e colore) è un colore utilissimo alla tavolozza, si trova sotto varie forme, dal tubetto pronto al pigmento puro in polvere, ed è di prezzo abbastanza basso. Bulino Strumento di acciaio affilato di sezioni diverse : quadrata, triangolare, a losanga, ecc..., che incide la lastra asportando direttamente il metallo. L'altra estremità è infissa in un impugnatura di legno a forma di mezza sfera che si adatta alla mano dell'incisore, permettendogli di conferire con il palmo della mano una spinta costante e di esercitare contemporaneamente una pressione con l'indice sul ferro. I BULINI • Bulino quadrato dal n. O al n.10 • Bulino a losanga dal n.1 al n. 6 • Bulino per legno dal n. O al n. 10 i manici Per facilitare la presa e migliorare l'efficienza dell'utensile, i bulini hanno un manico di legno, che si alloggia nel cavo della mano. 3 tipi di manici vengono proposti: • Il manico mezza pera • Il manico a champignon, corto e lungo scavato • Il manico a champignon lungo non scavato Bulino a pettine Si tratta di uno strumento nell'insieme simile al bulino ma ha la caratteristica di produrre dei solchi perfettamente paralleli in quanto ha la sezione terminale con punte equidistanti e molto affilate. Bulino a sgorbia E' un bulino a sezione ovale ed è utilizzato soprattutto per incidere linee di notevole spessore o per incavare spazi di considerevoli dimensioni. Buona a tirare La prova di stampa giudicata dall'autore meglio riuscita, o più rispondente alle sue aspettative, e valida come indicazione precisa e guida per lo stampatore, che dovrà ad essa uniformare la tiratura. Busta trasparente Buste trasparente al vinile per proteggere le incisioni. formato 26x36 formato 37x52 formato 52x72 formato 62x82 formato 72x102 C Calamina (emimorfite) Uno dei principali minerali per l’estrazione dello zinco sotto forma di silicato basico, minerale contenente in genere anche piombo e stagno Calandratura Lisciatura della carta fabbricata a macchina. Scopo della calandratura è quello di togliere alla carta la ruvidezza della peluria, che nuoce alla buona stampa perché le illustrazioni risultano meno nitide. Calcare Premere, calpestare, riprodurre un disegno su un foglio sottostante premendo lungo le sue linee con un calcatoio, oppure pressando fortemente un foglio bianco su un disegno a matita o carboncino. Calcografia Calcografia (dal greco calcos = rame, grafo = scrivo, incido). 1. Termine generico per indicare i procedimenti manuali e chimici di incisioni in incavo su lastre di rame o zinco. I principali procedimenti d'incisione calcografica sono: incisione al bulino, puntasecca, acquaforte, acquatinta, vernice molle, maniera nera o mezzotinto. 2. Procedimento di stampa incavografica su torchio calcografico con lastre metalliche preparate con uno dei procedimenti sopra nominati. L'inchiostrazione viene effettuata su tutta la lastra mediante tamponi o spatole di plastica con inchiostro; l'eccesso viene asportato con batuffoli di tela tarlatana e con dei fogli di carta velina, lasciando solo il riempimento nelle parti incise. La lastra, posta sul piano del torchio e coperta con il foglio di carta da stampare (sufficientemente assorbente) e con un feltro, è fatta passare insieme al piano del torchio sotto il cilindro di pressione. Le lastre di rame o zinco permettono solo tirature limitate a causa della loro superficie relativamente tenera. Per ottenere un maggior numero di copie si ricorre alla loro acciaiatura o cromatura. 3. Stampa ottenuta su torchio calcografico a mano con lastra incisa con uno dei diversi procedimenti calcografici. Le calcografie artistiche portano di solito il nome dell'autore unitamente all'abbreviazione pinx (pinxit), dell'incisore con l'abbreviazione <<sc.>> (sculpsit) e dello stampatore od editore con l'abbreviazione <<imp.>> (impressit) o <<exc.>> (excudit). Le prove tirate prima dell'incisione della firma dell'autore o di altre diciture (vedi avanti lettera) sono particolarmente ricercate e valutate Calcografo Persona che si dedica alla calcografia (incisore, stampatore di calcografie). Calcogliptia Sinonimo di calcografia (termine in disuso). Calcolitografia Procedimento di stampa con forma litografica su cui l'immagine è stata ottenuta mediante trasporto di un originale stampato con forma calcografica. Calcosiderografia 1. Procedimento di incisione in incavo su lastra d'acciaio. 2. Lastra d'acciaio incisa. 3. Stampa tirata su torchio calcografico da lastra in acciaio incisa con procedimenti calcografici. Calcotipia Procedimento d'incisione in rilievo su lastra di rame (vedi interassile). Calibro Strumento di precisione per la misurazione di spessori e profondità . Cammeo Lavoro d’intaglio eseguito su un materiale a strati di differente colore come certi tipi di agata, corallo, e, più comunemente, conchiglia. Il risultato consiste in una figura in bassorilievo su uno sfondo di colore contrastante. Camaïeu Procedimento di stampa con due o più incisioni in rilievo su legno usate per impressioni sovrapposte a dischi flessibili abrasivi in plastica, utilizzabili con smerigliatrici angolari. Carta La carta è un materiale costituito da materie prime fibrose, generalmente vegetali, unite per feltrazione ed essiccate. A seconda dell'uso a cui è destinata alla carta possono essere aggiunti collanti, cariche minerali, coloranti ed additivi diversi. È un materiale igroscopico. Il materiale più comunemente usato è la polpa di legno, solitamente legno tenero come per esempio l'abete o il pioppo, ma si usano anche altre fibre come cotone, lino e canapa. Un pacco di fogli di carta è chiamato risma. Il rapporto tra il peso della carta e la sua superficie si definisce "grammatura". Il materiale a seconda della grammatura si classifica generalmente in: • carta (10÷150 g/m² con spessore 0,03÷0,3 mm), • cartoncino (150÷450 g/m² con spessore maggiore di 0,3 mm) • cartone (450÷1.200 g/m² spesso fino a 2 mm). [1] Stampare bene significa trasferire l'inchiostro sul foglio senza deformazioni e alterazioni del segno in modo da ottenere un'impronta nitida, secca e dell'intensità prevista. La carta usata nella stampa d’arte presenta caratteristiche variabili, secondo l'inchiostro che deve ricevere e gli usi ai quali è destinata. Per la stampa calcografica è di cotone al 100%. CARTA FABRIANO ROSASPINA CARTA FABRIANO TIEPOLO CARTA GRAPHIA CARTA MAGNANI CARTA HAHNEMÜHLE CARTA VELIN ARCHES CARTA VELIN CUVE BFK RIVES CARTA MOULIN DU GUE' CARTA ZERKALL CARTA CINESE A MANO Carta Foglio sottile, flessibile, adatto a vari usi, che si ottiene macerando e riducendo in pasta umida sostanze fibrose (la prima menzione è di B. Latini, ~1294). Dal latino Charta. Nel campo bibliografico, librario e tipografico sta ad indicare il foglio, vale a dire le facciate recto e verso. Con la produzione libraria si sono diffuse nei secoli numerose tipologie di carta pregiata quali A Mano: utilizzata dalla metà ottocento, dunque dalla comparsa sul mercato di carta di produzione meccanica, per le edizioni di pregio; Bristol: fabbricata originariamente a Bristol, in Inghilterra, formata da diversi spessori di cartone. Il Bristol, usato in generale per i biglietti da visita, è servito ad alcuni pittori come supporto; Canson: carta particolarmente adatta per il disegno e per edizioni pregiate, fabbricata dalla cartiera francese Canson & Montgolfier, fondata nel 1557; Collata: trattata con collatura vegetale; Giappone: carta di fattura solidissima e fabbricata con piante locali (gampi e mitsumata) a basso contenuto di colla e a forte assorbenza. La colorazione va dal color avorio fino al grigiastro, la carta giappone è utilizzata, in special modo in Francia, per le edizioni di pregio, tale carta è validissima per incidere supporti iconografici; Goffrata: carta che è stata sottoposta al processo d'imprimere in essa un disegno decorativo in rilievo. Le carte goffrate non si possono stampare in tipografia e rotocalco a motivo dell'insufficiente grado di liscio; Fabriano: La città di Fabriano fu il primo luogo di produzione della carta in Italia, tale carta è di grande qualità, ed è ottenuta con paste di prima scelta collate con gelatina; Kraft: carta gommata utilizzata per il "cartonnage" parziale, la foderatura, l'applicazione di tiranti alla tela. Ne esistono diverse grandezze, solitamente si usa quella di 7 cm.; Melinex: carta per il fissaggio. È trasparente e siliconata sui due lati, resiste bene al calore, all'umidità, ai grassi ed è antiaderente; Olanda: carta composta da stracci di qualità, è utilizzata per edizioni di lusso; Patinata: carta rivestita da una patina che consente di avere una superficie piana e levigata, e quasi sempre lucida; Pergamena, Pergamenata: si ottiene mediante il procedimento chimico una qualità della carta simile alla pergamena naturale; Watman: o anche carta torchon, è una carta di origine inglese di grana molto fine, media o grossa, adattissima per l'acquerello. Carta autografica Carta con superficie adatta per disegni da trasportare su pietre litografiche o lastre in zinco o alluminio per stampa litografica. Oltre alle carte speciali in commercio con superficie dura e alla carta per trasporti litografici, si può usare qualsiasi carta robusta applicandovi strati di miscele preparate secondo svariate ricette (ad es. composte da destrina, amido, colla animale da residui di conceria, carbonato di calcio, gommagutta, oppure da gelatina, glicosina, alcole, applicata sotto forma di soluzione acquosa. Carta lana Carta contenente lana, accanto ad altre materie fibrose. Essa è usata essenzialmente come carta per cilindri di calandra. Carta da trasporlo litografico Serve per trasportare un lavoro litografico da un originale inchiostrato a una pietra o lastra litografica. Il tipo più comune è costituito da un supporto contenente fino a 50 60 % di pasta legno, poco o niente collato, ben sperato e con superficie uniforme, avente una buona stabilità dimensionale ad umido, sul quale si applica una patina costituita da un pigmento (bianco fisso), un adesivo (amido o colla animale) e glicerina. Si inchiostra il lato patinato del foglio di carta, si applica a pressione sulla pietra o lastra e si inumidisce il retro del foglio: la patina, che è solubile in acqua, si stacca dalla carta e rimane aderente alla pietra, insieme all'inchiostro. Vi è anche un tipo trasparente, preparato con un supporto molto sottile e trasparente, che permette una sovrapposizione perfetta di più lavori che devono essere a registro. Un altro tipo porta una patina che, per aggiunta di glicerina e altre sostanze, si mantiene abbastanza umida da aderire alla pietra e consentire il distacco del supporto anche senza che si bagni il retro del foglio, riducendo così al minimo la variazione dimensionale subita dalla carta. Carta giapponese (washi) Estremamente resistente e robusta e' nello stesso tempo morbida e satinata. Una delle caratteristiche della fabbricazione della carta di washi è l' uso delle fibre della rafia da tre arbusti come materia prima: kozo (gelso di carta), mitsumata (dafnia-Edgeworthia chrysantha) e gampi (dafnia - Wikstroemia sikokiana). Disponibile in diversi formati: art. 25561 da 6 gr./mq. foglio cm. 48x94 art. 25502 da 9 gr./mq. foglio cm. 48x94 art. 25500 da 11 gr./mq. foglio cm. 48x94 art. 25505 da 13 gr./mq. foglio cm. 79x109 art. 25508 da 17 gr./mq. foglio cm. 48x68 art. 25509 da 22 gr./mq. foglio cm. 64x97 art. 25517 da 35 gr./mq. foglio cm. 68x99 art. 25514 da 40 gr./mq. foglio cm. 64x98 Carta marmorizzata Carta patinata speciale, preparata con procedimenti manuali spruzzando lacche variamente colorate su un liquido mucillaginoso ottenuto sciogliendo in acqua musco d'Irlanda e/o gomma adragante. Si forma sulla superficie del liquido un disegno colorato caratteristico, sul quale si adagia un foglio di carta: i colori aderiscono al foglio, che così assume una colorazione variegata uguale a quella prima presentata dal liquido. E possibile ottenere una varietà di effetti diversi cambiando i colori, le loro proporzioni e il modo in cui le macchie colorate s'intrecciano le une alle altre. La carta marmorizzata è stata molto usata nelle epoche passate come carta decorativa, specie per i risguardi dei libri e dei registri rilegati; adesso è praticamente scomparsa, sebbene in tempi più recenti siano stati elaborati procedimenti per la fabbricazione a macchina di carte marmorizzate aventi aspetto simile a quello delle carte marmorizzate vere e proprie. Carta India Carta fabbricata a mano attraverso la lavorazione della pasta della corteccia del gelso papirifero o del bambù con paglia di riso, acqua di riso e resina vegetale secondo un procedimento antico, che risale a oltre duemila anni fa. E' chiamata anche “carta Cina”. Carta di Oxford Che imita le carte orientali, utilizzata dalla Oxford University Press per la stampa di Bibbie e libri sacri. Cartapesta Contrazione del termine carta pesta; si ottiene da un miscuglio di carta macerata, colla e gesso e viene usata per produrre oggetti di piccole dimensioni, ma anche sculture a tuttotondo e a bassorilievo. Carta per calcografia Carta da stampa usata per ottenere riproduzioni da matrici di rame incise. E una carta di buona qualità, sempre senza legno, talvolta con straccio, contenente specialmente cellulose bianchite morbide e che rendono la carta voluminosa, come latifoglie e sparto. Non contiene né carica né colla; il suo requisito essenziale è quello di essere elastica, compressibile e assorbente, in modo da penetrare negli incavi della matrice e caricarsi prontamente con l'inchiostro ivi contenuto. Il grado di lisciatura è variabile, ma sono escluse le carte ruvide. In genere si tratta di carte relativamente pesanti (sui 100 g/m), tranne le carte giapponesi, che sono molto più leggere. Devono avere una buona mano e talvolta i tipi di grammatura più elevata sono fabbricati per accoppiamento a umido di due o più fogli. Carta per decalcomanie E costituita da un supporto (per lo più di cellulosa bianchita, ma che nei tipi più andanti contiene pastalegno) poco collato, ben sperato, liscio di macchina, con superficie ben chiusa e uniforme. Sul supporto si stende una prima patina a base di amido, quindi una seconda patina a base di gomma arabica, infine si stampa con procedimento litografico l'immagine desiderata. Per l'impiego si applica il foglio inumidito con la stampa contro il materiale da decorare (carta, legno, vetro, porcellana. ecc.). Lo strato di gomma fa aderire la stampa al materiale cui essa è applicata, mentre lo strato di amido facilita il distacco del supporto, che deve possedere una resistenza a umido sufficiente per non rompersi durante l'operazione. Carta per autografia Carta per riproduzioni litografiche, ottenuta applicando a un supporto di buona qualità poco o niente collato, una soluzione acquosa di gelatina e di tannino. Su questa carta si può scrivere,disegnare e battere a macchina usando inchiostro autografico, quindi si trasporta il lavoro ottenuto, anche nei più piccoli particolari, sulla pietra o lastra litografica, premendo la carta contro la sua superficie. Cartella Raccolta corredata di una custodia, contenente più stampe di uno stesso artista o di differenti autori. Solitamente, alla fine di una cartella si trova il colophon. Cartiglio Motivo ornamentale raffigurante un rotolo di carta parzialmente svolto, contenente titoli, iscrizioni, dediche o didascalie. Cartina al tornasole Il tornasole è un colorante di origine vegetale generalmente ottenuto per estrazione con alcali dai licheni del genere Rocella. Dal punto di vista chimico è una miscela complessa di varie sostanze, la principale è il 7-idrossi-2- fenazinone. Violetto a pH neutro, vira al rosso in ambiente acido (pH < 4,4) e al blu in ambiente basico (pH > 8,0). Data la sua capacità di cambiare colore in funzione del pH dell'ambiente in cui si trova, trova utilizzo in chimica analitica come indicatore. Viene utilizzato principalmente supportato su strisce di carta - le cosiddette cartine al tornasole - che vengono immerse o poste a contatto con il campione di cui si desidera conoscere l'acidità o l'alcalinità. Cartone vegetale Cartone di pura pasta di legno - fattore PH neutro - colore naturale-avorio Il cartone vegetale, o pressato, è un cartone pesantissimo (fino a 2 Kg/m2), viene utilizzato per asciugare le stampe. Lo spessore può variare da alcuni decimi di millimetro a mezzo centimetro circa. Carton plume Controcollato leggerissimo, con un'anima in poliuterano ricoperto da due fogli di carta bianca durevole per la conservazione. Cartouche Piastrina ornamentale simmetrica usata nelle incisioni o decorazioni. Caseina Colla ricavata dal latte usata sopratutto per per incollare le stampe su cartoni è stata utilizzata dagli ultimi decenni dell'Ottocento fino ai primi del Novecento. Causa macchie riconoscibili per il loro aspetto biancastro e farinoso difficilmente asportabili anche con un adeguato restauro. MODO DI PREPARARE LA CASEINA. Per preparare la caseina dal formaggio il Mancia suggerisce di prendere del formaggio preferibilmente pecorino, di grattugiarlo e di farlo bollire in acqua, che dovrà essere rinnovata sino a quando non compaiono più alla superficie tracce di grasso. L'eliminazione di quest'ultimo è molto importante perché è noto come le sostanze grasse siano dannose all'aderenza della colla. Il rimanente è caseina. 1. Incisione su cera spalmata su una lastra di rame senza mettere a nudo il metallo; la lastra è quindi usata come matrice per ottenere una galvanotipia. Il procedimento è usato in cartografia. 2. Incisione eseguita su uno strato di cera spalmata su una lastra di rame o zinco fino a mettere a nudo il metallo che poi viene inciso chimicamente. Cesoia circolare Macchina che permette di tagliare circoli e strisce di lastra mediante due rotelle taglienti azionate contemporaneamente con una manovella. Cesello Strumento d'acciaio duro, a taglio smusso, per incidere metalli. I ferri da Cesello,utilizzati anche nelle operazioni di sbalzo, sono delle aste,un tempo in ferro, adesso in acciaio, a sezione quadrata o tonda, con la testa (la parte in contatto con il metallo) di forme diverse, mentre il capo opposto è destinato a ricevere colpi dei martelletti. Le forme dei ferri da cesello dipendono dall'uso che l'orefice vuole farne: ci sono ferri lisci di dalla testa tondeggiante, altri più appuntiti o percorsi da puntini, da piccoli motivi a stelle,fiori o cerchietti ma anche dotati di una texture particolarmente ruvida che rende la superficie dei metalli granulosa (lavorazione detta sàble), utilizzata anche come supporto per la stesura degli smalti. I ferri da cesello possono essere utilizzati sia sul rovescio della lastra per creare rilievi sia sul recto per definire anche con estrema minuzia i particolari. Con il cesello non ci si limita solo ai lavori su lastra, perché esso si usa anche nelle finiture delle fusioni di qualunque grandezza. Con il cesello che schiaccia e il bulino che taglia il metallo si correggono le piccole e grandi imperfezioni delle statue, si perfezionano le parti incavate e quelle più superficiali e "grafiche", come le capigliature, certi motivi decorativi, o i particolari dei panneggi Cesoia Arnese di ferro a due lame incrociate e imperniate fra loro, usate per tagliare lastre, lamiere, trafilati ecc.. Cesoia a ghigliottina Cesoia per il taglio delle lastre, nella quale la lama mobile, generalmente quella superiore è montata su una slitta scorrevole su due montanti laterali. La slitta può essere comandata meccanicamente. (Cesoia a pedale) Chalcografia Una delle primissime denominazioni dell'arte della stampa con caratteri mobili. Champlevé Mentre nello smalto cloisonné la pasta di vetro riempie alveoli formati da sottili strisce d'oro piegate con le pinze per seguire un disegno, nella tecnica chiamata champlevé viene lasciata in rilievo - fra un colore e l'altro - una divisione metallica più o meno sottile, corrispondente alla linea di contorno delle figure. Lo smalto viene quindi applicato nelle apposite cavità ricavate nella piastra di rame per martellatura o per incisione con attrezzi adatti. Per favorire la presa della pasta vitrea il fondo degli incavi viene inciso e reso ruvido con appositi ferri. La tecnica dello champlevé si sviluppò soprattutto durante il XII e il XIII secolo, quando dall'oro si passò alla lavorazione del rame. Ciò avvenne per motivi di economia ma anche a causa della regola assai restrittiva di alcuni ordini religiosi, che imponeva la rinuncia ad ogni forma di lusso negli arredi liturgici. Non era certo facile riprodurre sugli oggetti realizzati in questo metallo più economico, spesso ottenuti col procedimento della fusione, gli stessi risultati dei costosi e ricercati smalti bizantini su oro. La produzione di oggetti liturgici in rame smaltato divenne ben presto tipica della città di Limoges Cherosene o petrolio lampante Il cherosene o kerosene è un idrocarburo liquido incolore infiammabile, utilizzato principalmente come combustibile o solvente. Chiaroscuro Stampa xilografica a più matrici, grazie alla quale si ottengono effetti luministici e tonali di carattere pittorico. E` necessario effettuare la sovrapposizione successiva di diverse matrici lignee corrispondenti ai vari colori con la perfetta messa a registro. La tecnica fu collaudata agli inizi del Cinquecento da artisti quali Hans Burgkmair, Lucas Cranach e Hans Baldung Grien. Nel 1516, Ugo da Carpi, chiedendone il brevetto alla repubblica di Venezia, fu il primo ad usare fino a quattro blocchi lignei, inchiostrati con gradazioni diverse ma della stessa tonalità. Chetoni Sono sostanze organiche contenenti nella molecola il radicale chetonico (= CO). Nel settore grafico si impiegano i chetoni liquidi che hanno ottime proprietà solventi. Fra i solventi chetonici citiamo l'acetone, il metiletichetone, il metilisobutilchetone e il cicloesanone, impiegati negli inchiostri liquidi, negli adesivi a solvente e in vernici e pitture. Chine-collée Sottilissima carta di Cina tagliata nella dimensione della lastra e applicata come fondino in fase di stampa con leggerissimo incollaggio. Chirotipia Stampa eseguita manualmente mediamente verniciatura a pennello attraverso lamiere traforate secondo sagome di segni alfabetici o altri. Cianfrino Strumento per eseguire la presellatura di una lamiera. Cianografia Stampa simile a quella fotografica, eseguita su carte speciali traslucide, usata per documenti e disegni. Ciappola Bulino, scalpelletto. Cinquecentina Ogni libro a stampa pubblicato nel Cinquecento. Cliché, cliscè Termine del linguaggio corrente usato per indicare una lastra rilievografica, fotoincisa o elettroincisa, montata su zoccolo. Cliché-verre Il cliché-verre, così si chiama questo procedimento ormai in gran parte dimenticato, si basava pur sempre sul totale controllo esecutivo operato dall'artista, così come accadeva nelle antiche tecniche incisorie, con in più la novità di poter sfruttare gli effetti della luce su una carta sensibile. Non si tratta, come avviene in pratica troppo spesso oggi, di eseguire un generico disegno che viene poi in qualche modo riprodotto tipograficamente, ma di eseguire una vera e propria incisione su vetro, per sfruttare poi l'effetto della luce sulla carta sensibile. L'effetto finale è molto simile a quello dell'acquaforte, con la possibilità però di creare cromatismi particolari.Le tecniche fondamentali sono due. La più semplice, ma non meno raffinata consiste nel cospargere la superficie di un vetro con inchiostro tipografico imbiancato e cera in polvere. Dall'altra parte del vetro si mette uno sfondo nero, in modo che mentre la punta o il raschietto dell'artista eseguono il disegno asportando l'inchiostro, sarà possibile verificare la correttezza del disegno tramite lo sfondo nero. La seconda tecnica, difficilissima, consiste nel realizzare un vero dipinto ad olio sul vetro, aumentando o diminuendo lo spessore del colore, in modo da ottenere effetti luminosi di grande suggestione. La stampa viene ottenuta applicando la carta sensibile o dal lato del disegno e da quello opposto. In questo secondo caso, la luce che imprime il disegno sulla carta sensibile, dopo aver attraversato i vari strati, ottiene un effetto flou particolarissimo non furono molti gli artisti che si cimentarono col cliché-verre, ma tutti importanti. Millet, Rousseau, Delacroix, Daubigny. Ma chi si innamorò letteralmente di questo procedimento fu Jean Baptiste Camille Corot. Il grande pittore apprese la tecnica intorno al 1853, e in poco più di venti anni realizzò 66 lastre di qualità splendida. Corot seppe sfruttare la peculiarità di questo tipo di incisione, che è realizzato in definitiva dalla luce, per creare dei piccoli capolavori nei quali la vena romantica evolve decisamente verso l'Impressionismo. Fu Adalbert Cuvelier, un fabbricante di colori, amico di Corot e membro della Società Francese di Fotografia, a far conoscere all'artista un gruppo di amici di Arras, ospitati nell'atelier di Constant Dutilleux, dove avevano studiato e messo a punto la nuova tecnica. Gran parte delle lastre prodotte furono create solo per il piacere personale degli artisti e di Cuvelier. La tiratura fu bassissima, e in certi casi inesistente. Le poche copie tirate finirono spesso regalate ad amici. Per questo, anche se alcuni di questi lavori possono essere giustamente ritenuti dei capolavori dell'arte incisoria, sono così poco conosciuti. Praticamente non esistono antiche tirature sul mercato. Il Cuvelier morì prima di tentarne una tiratura definitiva e gran parte delle lastre in suo possesso furono disperse. Solo nel 1921 19 lastre di Corot, 16 di Daubigny, 1 di Delacroix, 2 di Millet e di Rousseau, capitarono nelle mani dell'editore Le Garrec che ne eseguì una tiratura di 150 esemplari. Donò poi le lastre ad un museo parigino che si assunse l'impegno ufficiale di non pubblicarle mai più. Alla morte di Corot, avvenuta nel 1875, il cliché-verre venne praticamente abbandonato, tranne rari e sporadici casi. La sua riscoperta avvenne grazie ad un grande artista-fotografo-regista di inizio Novecento. Nel 1923 compaiono due lavori di Man Ray (in realtà realizzati nel 1917, ma messi in tiratura solo sei anni dopo) eseguiti con la tecnica del cliché-verre (dichiarata dallo stesso artista). Oltre a Man Ray, anche artisti del calibro di Ernst e Picasso si cimentarono sporadicamente con questa tecnica, che tuttavia non tornò più in auge. Clipeo Nell’arte legatoriale o incisoria designa l’icona riprodotta in un medaglione rotondo sul piatto anteriore del libro. Clorato di potassio E il sale di potassio dell'acido clorico Cloroformio Il cloroformio, noto anche come triclorometano, è un alogenuro alchilico. La sua struttura è assimilabile a quella di una molecola di metano in cui tre atomi di idrogeno sono stati sostituiti da tre atomi di cloro. A temperatura ambiente è un liquido trasparente, abbastanza volatile, dal piacevole odore caratteristico. Non è infiammabile da solo, ma lo è in miscela con altri composti infiammabili. È un composto nocivo alla salute umana e all'ambiente, nonché un forte sospetto cancerogeno. Cloruro di ammonio Il cloruro di ammonio (altresì noto come sale di ammonio, NH4Cl) è il sale di ammonio dell'acido cloridrico. Nella sua forma pura è un sale cristallino bianco, solubile in acqua, di sapore piccante. In natura è rintracciabile presso regioni vulcaniche, dove si forma sopra rocce vulcaniche vicino a sfiati rilascianti vapori. Il cristallo sublima direttamente allo stato gassoso, e tende a durare brevemente giacché si dissolve facilmente in acqua. Facile da produrre artificialmente, spesso è realizzato come sottoprodotto di altre industrie. Storicamente era considerato come una delle quattro anime alchemiche. Il modo in cui si dissocia in due potenti corrosivi, l'ammoniaca e l'acido cloridrico, che attaccavano i metalli, aveva indotto gran parte degli alchimisti a pensare che il cloruro di ammonio potesse essere la chiave per trasformare i metalli. In tempi moderni funge come elettrolita per batterie a cella secca e come fertilizzante nella coltivazione del riso. Viene utilizzato anche come supplemento alla nutrizione del bestiame, negli shampoo, nella stampa tessile, nella colla che lega il compensato, come ingrediente per la nutrizione del lievito, nei prodotti abrasivi e come medicina per la tosse. Questa proprietà gli deriva dalla sua azione irritativa nella mucosa bronchiale, che causa la produzione di liquido in eccesso che si può espellere in modo più semplice. In parecchi paesi il cloruro di ammonio è usato per aromatizzare caramelle alla liquirizia (il salmiakki della Finlandia è un esempio popolare) e come condimento per le vodke. Cloruro di rame Si ottiene sotto forma di cristalli verdastri facilmente solubili. Viene usato nei bagni galvanici per la ramatura dell'alluminio e nella fabbricazione dei colori. Codex Dal lat. caudex «tronco d’albero», poi «tavoletta cerata su cui si scrive», quindi «insieme di tavolette», poi per estensione è diventato il libro manoscritto. Coeva Si dice di una stampa eseguita nella stessa epoca dell'incisione della lastra. O coloritura coeva per indicare che l' acquerellatura é stata eseguita nella stessa epoca della stampa. Colabilità Attitudine di un metallo a riempire nitidamente la forma in cui viene colato. Aumenta con la temperatura di colata, con la velocità di riempimento e con l’aumentare dell’intervallo di solidificazione della lega. Colata Getto, atto del versare il metallo fuso entro lo stampo. La colata può avvenire 1) per gravità quando il metallo è versato in uno stampo, 2)sotto vuoto quando il metallo fuso è attirato nel cilindro dalla suzione pneumatica, 3) per pressione quando il metallo è spinto nel cilindro dalla pressione pneumatica, e 4) in centrifuga quando non sgualcibili, linoleum. Viene inoltre utilizzata per ottenere l'attrito dell'archetto sulle corde degli strumenti ad arco. Nell'antichità veniva utilizzata per fabbricare le maschere teatrali. È usata principalmente in forma di derivati: sali alcalini degli acidi resinici addizionati ai saponi, sali di manganese usati come esiccativi; esteri che possono essere incorporati alle bacheliti. Colophon Fino alla definitiva affermazione del frontespizio, il colophon costituisce la formula conclusiva dei libri stampati nel Quattrocento e Cinquecento. Spesso in inchiostro rosso, con varia disposizione delle righe del testo, conteneva il nome dello stampatore, luogo e data di stampa e l'insegna dell'editore. Oggi può seguire il frontespizio o chiudere il volume; spesso si trova in entrambe le posizioni. Colori acromatici Il bianco che riflette tutte le radiazioni luminose, il nero che assorbe tutte le radiazioni luminose e i grigi; di fatto sono sono << senza colore>>. Colori all'acqua “akua intaglio” 330 ml Akua Intaglio Carbon Black NT01 Akua Intaglio Lamp Black NT02 Akua Intaglio Hansa Yellow NT03 Akua Intaglio Crimson Red NT04 Akua Intaglio Phthalo Blue NT05 Akua Intaglio Phthalo Green NT06 Akua Intaglio Yellow Ochre NT07 Akua Intaglio Red Oxide NT08 Akua Intaglio Carbazole Violet NT09 Akua Intaglio Vandyke Brown NT10 Akua Intaglio Titanium White NT11 Akua Intaglio Trasparent base NT12 Akua Intaglio Oil Converter Coltello Utensile costituito da una lama ed un manico. La lama ha un solo tagliente ed un dorso in genere più spesso. Quando ha il tagliente su ambo i lati si chiama pugnale. Copyright Il copyright (termine di che letteralmente significa diritto di copia) è l'insieme delle normative sul diritto d'autore in vigore nel mondo anglosassone e statunitense. Col tempo, ha assunto in Italia un significato sempre più prossimo ad indicare le "norme sul diritto d'autore vigenti in Italia", da cui in realtà il copyright differisce sotto vari aspetti. È solitamente abbreviato con il simbolo ©. Cloruro ferrico (tricloruro di ferro) Sale impiegato in soluzione acquosa per corrodere il rame. Cloruro di sodio Il cloruro di sodio è il sale di sodio dell'acido cloridrico ed è il comune sale da cucina. A temperatura ambiente si presenta come un solido cristallino incolore e inodore, dal sapore caratteristico. Colofonia (Pece Greca) è una resina vegetale gialla solida, trasparente, residuo della distillazione delle trementine (resine di conifere). È nota in commercio col nome di pece greca. La colofonia si presenta in forma di massa resinosa trasparente, più o meno ambrata, contenente più del 90% di acidi resinici isomorfi, tra cui l'acido abietico, difficili da cristallizzare. La colofonia si scioglie facilmente nell'alcool e nell'etere e viene utilizzata nella fabbricazione di vernici, saponi, adesivi, pece da calafataggio, per isolamenti elettrici. Viene inoltre utilizzata per facilitare l'attrito dell'archetto sulle corde degli strumenti ad arco Caratteristiche: peso specifico variabile da 1.045 a 1.108, punto di fusione da 70° a 135° a seconda delle preparazioni e dei tipi impiegati. Tutte rammolliscono a circa 70°; sono completamente solubili nell'alcool, etere, acetone, benzolo, cloroformio, essenza di trementina ecc. Colophon Voce greca che significa compimento, chiusura. E' cosiddetta nei manoscritti l'annotazione terminale recante i nomi dell'autore, dell'amanuense o stampatore, il luogo e la data di pubblicazione; nei libri moderni la medesima cosa introdotta dalla forma "finito di stampare" collocata al termine del libro. Colori metallici (Charbonnel) L'oro è costituito da un pigmento a base di bronzo naturale, l'argento di un pigmento a base di alluminio. La granulometria di queste tinte è più forte e l'impasto più spesso degli altri in quanto non possono essere frantumati. In effetti, la frantumazione romperebbe il pigmento, che perderebbe tutte le sue caratteristiche metalliche. Collanti termofondenti Sono sostanze che vengono applicate allo stato fuso e che esplicano il loro potere collante grazie al raffreddamento e alla pressione esercitata fra le due parti da incollare. Sono reversibili: se riportati ad una temperatura tra i 60 e 100° C ridiventano fluidi e perdono le proprietà collanti. Collanti termoindurenti Sono resine il cui potere collante viene esplicato grazie a reazioni chimiche attivate in parte dal calore. Sono irreversibili e resistono molto bene a temperature elevate. La componente principale di quelle usate nell'industria del mobile è la formaldeide. Coloranti Pigmenti più o meno fini di origine naturale (ossidi, terre, piante, ecc) o sintetica necessari per la realizzazione di colori (a olio, tempera, smalti, ecc), per la colorazione diretta e per la patinatura. Colore I primi colori utilizzati in pittura furono il rosso (ossido di ferro) e il nero (carbone). L'azzurro risale all'antichità, il rosso vermiglio (solfuro di mercurio) e il verde al Medioevo. Fino al Rinascimento, il pittore dispone di una trentina di toni puri. Nel XV secolo si cominciano a mischiare i colori. I progressi della chimica hanno permesso la fabbricazione di numerosi coloranti sintetici a buon mercato. Colore naturale Termine usato per definire il "vero" colore di un oggetto visto alla normale luce del giorno, in modo che tale colore non sia influenzato, per esempio, dall'assorbimento delle lunghezze d'onda maggiori da parte dell'atmosfera (questo è il fenomeno che fa sembrare azzurre le montagne lontane, anche se il loro colore naturale è , per esempio, grigio). Colori complementari Ogni colore primario ha il suo colore complementare: è il colore secondario nella cui composizione esso non entra. Il colore complementare del rosso è dunque il verde; quello del giallo, il viola; quello dell'azzurro, l'arancione. Colori primari Colori puri, che non possono essere ottenuti attraverso la mescolanza di altri pigmenti. Essi servono come punto di partenza per l'elaborazione di altri colori. I tre colori primari sono il rosso, il giallo e l'azzurro. Colori secondari o binari Colori risultanti dalla mescolanza di due colori primari. I tre colori secondari sono l'arancione (rosso + giallo), il viola (rosso + azzurro) e il verde (giallo + azzurro). Colori terziari Colori risultanti dalla mescolanza di colori primari e colori secondari. Tra i colori terziari rientrano l'ocra ed il verde oliva. Colorimetro Strumento per descrivere un colore riproducendolo con uno stimolo che può essere a sua volta descritto quantitativamente. Colportore Venditore ambulante di libri, stampe, opuscoli in fiere e mercati, gestiva la propria attività in modo autonomo o alle dipendenze di librai e editori. Coltello bisturi Questo coltello è progettato per montare lame bisturi intercambiabili, che grazie al comodo colletto svitabile in ottone, possono essere sostituite con semplicità e rapidità. Il coltello bisturi trova impiego in tutti i lavori di precisione ed è utile per effettuare delicati interventi di pulizia meccanica. Compasso Strumento di precisione per la determinazione delle distanze. Il compasso è un antichissimo strumento geometrico da disegno, già in uso presso gli antichi creatori della geometria piana. Esso è adoperato, assieme al righello e alle squadre, sia nella costruzione di figure geometriche complesse sia nel disegno di circonferenze e archi. Per gli altri generi di curve del secondo ordine si adoperano speciali compassi, detti perfetti. Il compasso è formato da due aste, lignee o metalliche, solitamente di uguale lunghezza, articolate nella parte alta tramite un semplice sistema a due ruote dentate. Alla base delle due aste, qualche volta allungabili, si possono trovare strumenti diversi, in dipendenza della funzione riservata al compasso: essi sono comunque costantemente costituiti da un sistema fissante (ago o ventosa) e da uno scrivente (mina di grafite, gessetto, pennarello o pennino di china). In alcuni compassi, specie in quelli professionali, esiste la possibilità di mutare l'attrezzo scrivente a seconda del materiale di supporto scelto (lavagna o diversi tipi di carta e cartoncino). Compensato Legno in fogli o in pannelli, ottenuto per incollatura di fogli sottili, disposti alternativamente con le fibre in un senso e nell'altro. Disponibile in spessori dal millimetro ad alcuni centimetri, in un assortimento svariatissimo di tipi adatti ad usi diversi. Con licenza dè superiori Approvazione: sinonimo di «licenza». Era il permesso che i Revisori della Curia ecclesiastica o del santo Uffizio davano prima che di stampare o pubblicare un’opera. Di solito le approvazioni si trovano all’inizio o alla fine di un libro. Controluce Effetto ottenuto quando la fonte luminosa si trova alle spalle del soggetto, che appare come una sagoma scura. Controprova La parola controprova viene usata per indicare quella stampa la cui immagine non deriva da una matrice regolarmente inchiostrata, ma dalla pressione di un esemplare appena stampato e ancora fresco di inchiostro. In genere la stampa che si ottiene risulta più pallida rispetto all'originale, presenta l'immagine a rovescio e manca totalmente dell'impronta della lastra. Controscambio Effetto dell'alternanza tra figura e sfondo nella percezione di un'immagine, che generalmente risulta pertanto curiosa o divertente. Si verifica nelle immagini suddivise in modo che le loro forme possano essere lette alternativamente come figura o come sfondo, a seconda di come il sistema visivo le mette a fuoco. Controstampa Prova eseguita appoggiando un foglio di carta su un esemplare appena stampato e ripassato nuovamente sotto il torchio. Si ottiene così un'immagine speculare rispetto alla stampa e dello stesso senso della lastra. Viene usata dall'incisore per controllare le correzioni sulla lastra. Conservazione delle stampe Le forme di danneggiamento alle stampe sono: la collocazione in ambienti esposti ad una forte fonte di luce, l'umidità, un maneggiamento delle opere non attento che può provocare macchie e lacerazioni. Per evitare che ciò si verifichi, si deve prestare attenzione a: INCORNICIATURA Il cartoncino usato per il passeparout deve essere a pH neutro; va evitato in ogni modo l' uso di adesivi gommosi, nastri adesivi, cui talvolta si ricorre per procedere alle riparazioni di strappi o per attaccare i fogli ai passepartout. Per il fissaggio delle stampe al passepartout è opportuno utilizzare nastro adesivo del tipo filmoplast con fattore pH neutro che non altera chimicamente la carta su cui viene applicato. POSIZIONAMENTO DELLA STAMPA Vanno scelte pareti che non ricevano la luce diretta, soprattutto quella naturale. La luce solare contiene infatti i raggi ultravioletti che possono provocare nella carta reazioni chimiche di ossidazione (imbrunimento della carta) Vanno poi evitati muri in cui passino canne fumarie o pareti che sovrastino termosifoni, poiché il calore da (dal greco chrysos, oro e kolla, colla) malachite (carbonato di rame basico) o metasilicato di rame, di composizione poco costante. Usata nella saldatura colloidale (granulazione). Stessa funzione esplicano altri composti del rame come azzurrite, verderame, ossido rameico, cuprite, solfato di rame. Crocus Varietà grossolana di ossido di ferro che si usa come abrasivo con la pulitrice elettrica. Se è più fine si chiama rouge e si usa per lucidare. Crogiolo Contenitore di materiale refrattario entro cui si fonde il metallo. Cromofotografia Processo fotografico che permette di ottenere immagini a colori;anche l'immagine stessa a colori. Cromolitografia o Litografia a colori Litografia a colori ottenuta stampando successivamente sullo stesso foglio diverse matrici in pietra, ognuna per un diverso colore. La cromolitografia non è propriamente una tecnica a sè, infatti è un'evoluzione della litografia. Il cromatismo si ottiene realizzando una matrice litografica per ogni colore necessario alla composizione dell'immagine. Il numero delle matrici dipende quindi dal numero dei colori e da questo dipende il risultato estetico finale. La tecnica litografica manuale ha avuto un grandissimo uso in tipografia per tutto il XIX secolo e si è protratto per i primi decenni del XX secolo, soppiantata gradualmente dalla Fotolitografia. Cromoxilografia Xilografia a colori ottenuta stampando successivamente sullo stesso foglio diverse matrici incise nel legno, ognuna per un diverso colore. Cuffie in agnello Accessorio per lucidatura adatto per l'applicazione su platorello. Misure: piccolo, medio, grande. Cum Privilegio In una stampa è l'autorizzazione a pubblicare la stampa con il diritto di perseguire eventuali contraffattori. Cuprolega Una delle leghe a base di rame (bronzo, ottone, alpacca, cupralluminio ecc.). Curvilinee rigidi o flessibili Per la realizzazione di curve di vario formato troviamo i curvilinee: rigidi o flessibili. I primi sono delle sagome in plastica trasparente, i secondi delle aste flessibili che, manipolate, assumono svariate forme. D Da, D'apres, After Nelle stampe antiche precede il nome dell'autore dell'opera che l'incisore ha ricopiato. Damaschinatura Tecnica simile all’agemina. Intarsio poco profondo di metalli come argento, oro, rame e leghe colorate su superfici metalliche, spesso ferro o acciaio. Decapaggio Trattamento superficiale dei metalli con adatte soluzioni per l'eliminazione di pellicole e strati di ossidi allo scopo di ottenere superfici puramente metalliche. Il decapaggio deve essere preceduto da un'accurata sgrassatura. Le soluzioni impiegate (di acidi o sali) hanno composizioni e temperature diverse secondo i metalli da decapare (acciaio, alluminio, rame, magnesio, zinco). Esse devono sciogliere rapidamente gli ossidi, prima di intaccare il metallo; per evitare tale attacco si aggiungono talvolta speciali sostanze dette inibitori. I materiali decapati devono essere immediatamente sottoposti a, un abbondante ed energico lavaggio con acqua. I bagni di decapaggio esauriti e le acque di lavaggio devono essere neutralizzati e liberati dalle sostanze nocive prima di essere immessi negli scarichi. Decapaggio del rame: l’oggetto viene pulito immergendolo dentro un bagno di acido solforico (40%) diluito con acqua (60%) (decapaggio) per togliere tutte le impurità derivanti dalle varie ricotture. Viene quindi ulteriormente lavato con acqua, strofinato con paglietta e detersivo (nell’antica lavorazione si utilizzava la cenere) e lasciato asciugare. Decantazione Separazione per sedimentazione di un liquido da un solido o di due liquidi non miscibili fra loro. Decapante Soluzione acida in cui si immergono gli oggetti di metallo per detergerli, eliminare gli ossidi e dissolvere il borace dopo la saldatura. Generalmente è una soluzione di acido solforico in acqua. Dedica d'esemplare (o ex-donis): deriva dall'antica lettera dedicatoria e si diffonde col libro a stampa, dove in genere si trova nel foglio di risguardo o nella pagina dell'occhiello. E la sola parte autografa del libro, non può essere ripensata e questo suo carattere di unicità accresce il valore del libro in cui si trova. Dedica d'opera Nasce dall'abitudine di inviare un'opera in omaggio. Si trova generalmente nella pagina destra che segue il frontespizio e precede il testo. Nell'incunabolo e nella cinquecentina è spesso unita a fregi decorativi o rappresentazioni della cerimonia dell'offerta;il dedicatore è in genere l'autore, ma vi sono anche casi in cui lo sono il curatore, il traduttore, l'editore, il tipografo, lo stampatore. Tra i secoli XVI e XVII la dedica assume uno spiccato carattere adulatorio, che decade poi lentamente alla fine del Seicento, recuperando nell'Ottocento l'originario valore prefativo. Delineavit del. delt. Delin Vocabolo latino che significa "disegnò”. Nelle stampe antiche precede o segue il nome dell'autore del disegno che l'incisore ha usato come modello. Detergenti non ionici leggeri Sono detergenti liquidi, usati anche come agenti imbibenti per il lavaggio della carta dopo l'imbianchimento, nella pulizia dei tessuti, o in ogni altra occasione in cui un normale leggero detergente casalingo non è appropriato. Si usano in soluzione diluita, come è specificato dalle istruzioni. Diagrafia Procedimento di trasporto su pietra litografica mediante decalco a penna dell'originale su taffettà gommato. Dichiarazione di Milano sull’incisione originale - 1994 Premesse La presente Dichiarazione è stata formulata tenendo presente quanto a suo tempo è stato affermato dal Comité National de la Gravure, a Parigi nel 1937, dal III Congresso Internazionale delle Arti Plastiche tenuto a Vienna nel 1960, dal Print Council of America di New York nel 1961 e dal Comité National de la Gravure a Parigi nel 1964. In ogni lingua europea il termine "originale" ha assunto un duplice significato: a) è sinonimo di "proprio delle origini" (Diz. Zingarelli), "che risale alle origini" (Diz. Devoto-Oli), "existent from the fìrst" (Oxford Dictionary); b) è sinonimo di "non riproduzione", secondo un significato invalso anche nella tradizione grafica del XX secolo. Nella convinzione che ciascun artista ha la libertà di eseguire le sue opere con qualsiasi tecnica, la presente Dichiarazione non vuole condannare alcun procedimento tecnico, né intende dare al riguardo giudizi di merito. Il riconoscimento della qualifica "originale" a certe stampe anziché ad altre non implica alcuna valutazione di natura etica, ma vuole costituire unicamente una precisazione di natura storico-artistica. La presente Dichiarazione, con l'uso dell'attributo "originale" assunto nei significati sopra specificati, intende porre una distinzione fra le incisioni che vengono eseguite secondo i criteri in uso fin dalle origini di ciascuna tecnica, e quelle che - pur essendo anch'esse stampe d'arte - vengono realizzate con altre tecniche. Concetto di originalità Un'incisione è considerata "originale" quando rispetta le due seguenti caratteristiche: a) in fase di stampa dà luogo a un'immagine che deriva da una matrice manualmente incisa (anche nel caso in cui l'artista si sia servito di una base ottenuta con altri procedimenti), o predisposta sempre manualmente dallo stesso artista, con esclusione di qualsiasi mezzo fotomeccanico, allo scopo di essere impressa con intenti estetici. b) L'immagine incisa sulla matrice deve seguire la sintassi linguistica propria dell'incisione, e cioè un appropriato ed intenzionale uso delle tecniche specifiche. Per analogia una litografia viene considerata "stampa originale" quando la sua immagine è impressa da una matrice manualmente disegnata o dipinta, allo scopo di essere stampata con intenti estetici. Qualunque stampa che riproduca un modello, ottenuta con mezzi fotomeccanici, o con altri mezzi non manuali, di qualsivoglia tipo, non può essere chiamata "originale" (e neppure "originaria" o "litografia autentica"). Didascalia Dal greco didaskalia: istruzione, insegnamento. Nel campo librario sta a significare "titolo" (inteso come titolo di un'opera, dei capitoli, dei paragrafi, etc.). Digital Inkjet Stampa digitale che produce immagini direttamente su materiale, tela o speciali superfici di carta da un file digitale attraverso un flusso di microscopiche goccie di colore controllato da un computer. Stampa a getto d’inchiostro. Diluente alla nitro È una miscela di solventi vari a rapida evaporazione in grado di assicurare i migliori risultati in condizioni difficili di umidità e temperatura. La sua particolare composizione consente, un utilizzo molto vario, come: sgrassaggio, pulitura e lavaggio a freddo, diluizione di pitture, vernici, smalti, consolidanti ecc. Applicazione del diluente nitro antinebbia: Durante l'impiego è consigliabile usare un respiratore a semimaschera con appositi filtri per solventi. Diplografo Apparecchio per scrivere in rilievo in caratteri tipografici o in caratteri dell'alfabeto Braille. Dixième: degree gauge Calibro per spessore a forma di doppio compasso, i bracci del compasso tastatore sono lunghi un decimo di quelli che indicano la misura. Diritto d'autore Il diritto d'autore è la posizione giuridica soggettiva dell'autore di un'opera dell'ingegno a cui i diversi ordinamenti nazionali e diverse convenzioni internazionali (quale la Convenzione di Berna) riconoscono la facoltà originaria esclusiva di diffusione e sfruttamento, ed in ogni caso il diritto ad essere indicato come tale anche quando abbia alienato le facoltà di sfruttamento economico (diritto morale d'autore). In particolare, il diritto d'autore è una figura propria degli ordinamenti di civil law (tra i quali l'Italia), laddove in quelli di common law esiste l'istituto del copyright. Disegno Il disegno è il processo di tracciare dei segni su una superficie tramite l'applicazione di una pressione o il trascinamento di un apposito strumento sulla superficie. Gli strumenti usuali sono le matite in grafite o colorate, la penna ad inchiostro, pennelli fini con inchiostro, pastelli a cera o carboncini, mentre i supporti sono, tipicamente carta e cartoncino, ma anche molti altri. Disinchiostrazione Trattamento che, attraverso separazione per flottazione delle particelle di inchiostro secco, ricicla la carta stampata per poterla riutilizzare nel processo di fabbricazione di carta bianca. Distaccante Sostanza liquida o gelatinosa necessaria per la realizzazione di calchi con la tecnica diretta a contatto dell'originale e che consente il distacco del calco. Un buon distaccante per stampi in gesso è il sapone di Marsiglia sciolto in acqua. Densimetro Il densimetro o areometro è uno strumento che permette di misurare la densità di un liquido. Il suo funzionamento è basato sulla spinta di Archimede, ovvero sulla spinta verso l'alto che un corpo riceve quando è immerso in un liquido. Esistono due tipi di densimetri: a peso e a volume costante. Il primo è più immediato nell'uso, mentre il secondo consente una maggiore precisione. A peso costante Consiste di un bulbo rigonfio appesantito nel fondo con una quantità opportuna di piombo su cui superiormente è innestata un'asta graduata sulla quale viene letto il valore della densità. La densità è infatti indicata dal valore in corrispondenza del quale il menisco del liquido interseca l'asta del densimetro, una volta che questi si è stabilizzato. E Eco-wash Solvente ecologico a base di olio di cocco. Echoppe Strumento usato per l'incisione all'acquaforte, costituito da un manico di legno e da una punta di metallo obliqua che permette di variare il segno variando l'inclinazione della punta. Ectpo 1. Copia di iscrizione antica. 2. Punzone per l'impressione in rilievo di un grafismo. 3. Impronta in rilievo di medaglie, sigilli, ecc. Ectpografia Stampa in rilievo leggibile dai ciechi attraverso il senso del tatto, usando i polpastrelli delle dita. Fu ideata da Valentino Hauy nel 1784. Il termine viene talvolta erroneamente usato per indicare ogni genere di incisione in rilievo. Ediografo Apparecchio per disegnare le curve di livello dei terreni. Editore Colui che era incaricato della stampa e della vendita delle opere finite. In una stampa solitamente il suo nome si trova nel margine inferiore al centro subito sotto l'immagine seguito da exc. che sta per excudit, imp. che sta per impressit, div. che sta per divulgavit, ecc. Edizione Insieme degli esemplari pubblicati da uno stesso editore. Le stampe sono generalmente numerate con numeri arabi. Vedi anche Tiratura. Edizione clandestina Edizione realizzata senza il consenso e l’imprimatur (vd.) delle autorità. Edizione d’autore Edizione realizzata a spese dell’autore. Edizione facsimilare Duplicato di un antico codice, edizione che consiste in una fedele riproduzione fotografica o su base fotografica (per le stampe si preferisce la forma anastatica: vd.). Edizione limitata Edizione in un ristretto numero di esemplari. Edizione numerata Edizione limitata a copie numerate progressivamente. Edizione originale Edizione realizzata sotto la cura diretta dell’autore o di persona da lui autorizzata, o anche postuma, ma in qualche modo garantita da chi poteva rappresentare l’ultima volontà dell’autore. Edizione postuma Edizione pubblicata dopo la scomparsa dell’autore. Effemeride Libro nel quale un tempo si annotavano i fatti che accadevano giorno per giorno (da Efemeride menz. da S. Speroni, 1588). Voce di derivazione greca da: Ephemeris, Epi (con valore distributivo), hemera (giorno). Elettrolitica, incisione Fenomeno di corrosione dovuto al passaggio di corrente continua tra due elettrodi immersi in una soluzione. Elettrodeposizione Processo che per elettrolisi, permette di ricoprire superfici metalliche (o rese conduttrici di elettricità) con metalli diversi. Elettroformatura Produzione di oggetti di metallo mediante elettrodeposizione in uno stampo, su un’anima o su un modello apposito; galvanoplastica. Emblema Segno grafico che rappresenta un'idea o una comunità, in qualche caso accompagnato da una sentenza. L'origine del termine deriva dalla collocazione di piccole decorazioni entro altre più grandi, per esempio la parte centrale più elaborata di un pavimento, oppure un rilievo di metallo nobile inserito in una coppa o in un piatto decorati. Emicellulosa Sostanza simile alla cellulosa per struttura chimica ma più facilmente soggetta ad idrolisi ed ossidazione. Emulsione L'emulsione è una dispersione, più o meno stabile, di un fluido sotto forma di minutissime goccioline o bollicine (fase dispersa) in un altro fluido non miscibile (fase disperdente o veicolo). La sua stabilità dipende da: • la densità delle due fasi; • la temperatura e la presenza di sostanze tensioattive (emulsionanti) • la presenza di elettroliti Le emulsioni fanno parte di una classe più generale di sistemi a due fasi chiamati colloidi. Tipiche emulsioni sono i sistemi acqua in olio (A/O, dove l'acqua è dispersa in olio, come per esempio nella maionese), oppure olio in acqua (O/A, dove è l'olio a essere disperso in acqua, come nei detergenti). L'emulsionante può già essere contenuto nella sostanza da emulsionare (emulsioni naturali) o viene aggiunto con il veicolo (emulsioni artificiali). Sono emulsioni naturali, stabilizzate da proteine, il latte e il burro. Le emulsioni artificiali sono utilizzate in farmacia (olio di fegato di merluzzo emulsionato), in cosmesi (creme), nell'industria dei detersivi, dei lubrificanti, delle vernici, degli insetticidi, e si preparano mediante emulsionatori, costituiti da recipienti in cui sono montate una o più eliche che ruotano ad alta velocità. Emulsione fotografica Sospensione d'alogenuro d'argento in gelatina o collodio che, una volta steso su un supporto, costituisce lo strato sensibile. Erbario Libro nel quale vengono descritte e illustrate le piante medicinali. Ermoglifia Incisione su pietra, detta anche litografia. Esemplare Ogni singola stampa ottenuta da una matrice. Copia di un documento, nel caso particolare di un documento a stampa. Al termine esemplare si sottintendono numerose definizioni specifiche, tra le quali: Con Barbe; Dorato; Infinestrato: esemplare restaurato con rinforzi in carta ai margini esterni dei fogli; Interfoliato: esemplare dove tra due fogli stampati sono stati inserite due carte bianche; Intonso: esemplare ancora non rifilato al margine, o più specificamente esemplare ancora non aperto alle attaccature esterne dei fogli, dunque esemplare mai utilizzato per studio o per lettura; Marginoso: esemplare che ha larghi margini bianchi intorno al testo stampato; Membranaceo: esemplare scritto o stampato su pergamena. Explicit Dal lat. explicare, «avere termine»: nei manoscritti antichi e nelle prime stampe – prima dell’introduzione del còlophon (vd.) – formula conclusiva del libro. Qualche volta anche formula di congedo del copista, con indicazioni relative al titolo dell’opera, al nome dell’autore o del copista e alla data della scrittura. Essenza di Petrolio Solvente leggero di rapida evaporazione, buon potere solvente. Ideale per la pulizia dei pennelli. Essenza di trementina (vera) Come residuo della distillazione della trementina si ottiene la colofonia. L’ essenza di trementina è un liquido limpido di colore leggermente ambrato e dall'odore caratteristico, ottenuto dalla distillazione delle gemme di pino. Comunemente nota come acquaragia, l’ essenza di trementina è una sostanza ad alto potere solvente ed è quindi utilizzata nel restauro con diluente di pitture e vernici oleosintetiche. Applicazione dell'essenza di trementina: l’ essenza di trementina può essere usata in concentrazione naturale o diluita con essenza di lavanda. È una sostanza ad alto potere solvente ed è quindi utilizzata nel restauro con diluente di pitture e vernici oleosintetiche. Serve anche per pulire, smacchiare e per sgrassare. Bisogna chiuderla bene dopo l’uso altrimenti ingiallisce ed evapora. Se si toglie la pittura dalle mani con l’ acquaragia bisogna poi lavarsi con acqua e sapone. Qualche goccia di acquaragia ammorbidisce i pennelli secchi. Attenzione: non accostare l' essenza di trementina a fiamme libere in quanto è fortemente infiammabile. Essiccanti Additivi usati per accelerare l'essiccazione degli inchiostri grassi con veicolo costituito da oli o resine sintetiche siccativi. Sono costituiti da metalli (principalmente cobalto, piombo, manganese) combinati con acidi organici (acidi grassi, naftenici, ecc.). Si usano sotto forma di concentrati in pasta oppure liquidi da mescolare all'inchiostro in modo da avere una dispersione uniforme. L'effetto essiccante di questi composti, non ancora esaurientemente spiegato, è dovuto a un'azione catalizzatrice dell'ossidazione. Essiccatoio Accessorio di laboratorio formato da parecchi piani mobili, tenuti a castelletto, sui quali si lasciano ad asciugare i fogli stampati. Ex libris Con la locuzione Ex libris (che in latino sta per "dai libri") ci si riferisce ad una etichetta, solitamente ornata di figure e motti, che si applica su un libro per indicarne il proprietario. Può fungere anche come contrassegno apposto nella parte interna della prima pagina di copertina dei volumi catalogati in una biblioteca privata. Una originale (e moderna) forma di ex libris è quella adottata per identificare i testi appartenenti al circuito del Bookcrossing. Ha assunto spesso forme pregevoli che ne hanno fatto oggetto di collezione. Infatti, sovente il termine viene usato nell'ambito del collezionismo. Ragguardevole rimane la raccolta del British Museum con circa centomila esemplari mentre a Milano è famosa la collezione di Achille Bertarelli. Ex musicis I titolari di ex libris molto spesso chiedono all'artista di inserire in queste grafiche d'arte a loro dedicate un tema particolare e orientano la loro raccolta in questo senso, privilegiando argomenti a loro congeniali, perché legati alla professione, ma soprattutto agli hobby esercitati. Varie sono le tematiche delle collezioni: letteratura, medicina, sacro, arti visive, montagna, mitologia, musica e tante altre. Si chiamano "ex musicis" gli ex libris che hanno un riferimento alla musica e fanno parte delle collezioni di musicisti di professione, ma soprattutto delle raccolte di persone che mettono la musica tra i loro hobby culturali. L'esposizione di ex libris musicali, in occasione del concerto dei cori delle città di Barcellona e di Milano, dà all'AIE l'opportunità di attuare i suoi compiti statutari di diffusione della cultura del libro e degli ex libris, nel contesto di altre manifestazioni culturali, in ambito nazionale e internazionale. Gli ex musicis sono collezionati e suddivisi in base ai vari riferimenti alla musica; nel chiostro di via S. Antonio 5 a Milano sono in esposizione grafiche con riferimento ai seguenti temi: strumenti musicali, ritratti di musicisti, opera lirica, Jazz, musica da camera, periodo storico e artistico in cui sono stati eseguiti, come per esempio quelli del periodo Liberty. Di proposito si è scelto di esporre una sezione di ex libris musicali di questo periodo, in omaggio ali città di provenienza del coro "La Fontana di Barcellona", città d'arte architettonica "Modernista" (il nostro Liberty) dei grandi Antoni Gaudi e Doménic Llouis Montaner, città dei bravi incisori catalani dei quali sono esposti esemplari di ex libris: Joaquìn Diéguez Diaz, Enrique Moya Marti, Rooger Deulofeu, Joaquin Renart e Alexander de Riquer Inglada. (pagine a cura di Mauro Mainardi) Ex libris Bibliografia Acerbi, Amilcare - Palmirani, Remo - Porreca, Raffaele 1990 Il bambino e il gioco negli ex libris, Trento, lastra. [Dal latino "ha fatto"]. Facsimile Imitazione o copia esatta, impressa o incisa, di scritto, o normalmente riproducente manoscritti. Voce pseudolatina di provenienza inglese (W. Scott). Fecit Indica colui che ha inciso la lastra con il bulino o l’acquaforte. Fegato di zolfo (trisolfuro di potassio) In soluzione acquosa precipita metalli da soluzioni di loro sali; per il recupero dell'argento da soluzioni che lo contengono. In soluzione tiepida si usa per scurire l’argento. Feltro Indispensabile per stampare un'incisione ha il compito di ammortizzare la pressione esercitata dai rulli tra matrice e carta, permettendo così alla carta di pescare l’inchiostro dai solchi. Deve avere una superficie quasi pari al piano di stampa, con spessore variabile da due a quattro millimetri, di buona lana e fattura, priva di difetti quali buchi, tagli, che inciderebbero negativamente sulla carta e sulla qualità della stampa. Il panno alsaziano è la qualità migliore, tessuto di lana solido, compatto, morbido. FELTRO BATTUTO Spessore 5mm. F.to 70x160/170 FELTRO BATTUTO Spessore 3mm. F.to 70x160/170 FELTRO TRAMATO Spessore 4mm. F.to 70x140 Fiele di Bue Prodotto derivato dal fiele bovino, chiarificato e raffinato, con ottime proprietà tensioattive e detergenti. Il Fiele di Bue viene generalmente impiegato nelle varie formulazioni di collette per migliorarne la presa su superfici untuose, viene inoltre utilizzato come fissativo di colori ad acquerello e tempera su carta e come diluente. Utilizzo del Fiele di Bue: Aggiungere qualche goccia di fiele di bue ad un vasetto d’acqua, quindi utilizzare per diluire gli acquerelli. Il fiele di bue serve anche per ridurre la tensione di superficie su fogli di carta molto duri. Fiele di bue (ricetta). Si fa bollire mezzo litro di fiele di bue fresco con 15 grammi di allume polverizzato. Si schiuma bene e si lascia bollire qualche tempo; quando la miscela è ben raffreddata, si mette in una bottiglia che si tura accuratamente. Si piglia poi ancora la stessa quantità di fiele e lo si fa bollire con 15 grammi di sale comune. Si mescolano le due miscele: si formerà un denso sedimento colorato che verrà eliminato facendo decantare e poi travasando il liquido. Questo fiele si serba per anni al fresco e all'oscuro. Filigrana Segno distintivo esistente talvolta nella carta e osservabile per trasparenza, ponendo il foglio controluce. Essa si presenta come un disegno a linee o zone più chiare o più scure rispetto al resto del foglio ed è ottenuta facendo in modo che nei posti voluti si depositi rispettivamente una quantità minore o maggiore di fibre. L'uso della filigrana si sviluppa in Italia alla fine del XIII secolo ed è attribuito alla produzione delle cartiere fabrianesi. Il più antico testimone in carta filigranata risale al 1282. La filigrana, inizialmente ricavata inserendo il marchio lavorato nella forma contente la pasta di stracci, costituisce il marchio di fabbrica della cartiera produttrice e rappresenta uno dei riferimenti più importanti per la datazione e la localizzazione della carta e per la ricostruzione della storia dei codici manoscritti o a stampa. Salvo alcune eccezioni la filigrana non era collocata nel mezzo della forma ma al centro di una delle sue metà. Stando a questa regola generale si ha che nel caso di un formato in-folio la filigrana è collocata al centro di una delle due carte del fascicolo, in un formato in-quarto la filigrana è posta al centro lungo la linea di cucitura dei fascicoli mentre in un formato in-ottavo la filigrana si trova ancora lungo la linea di cucitura ma nell'angolo superiore o inferiore a seconda dell'orientamento dei fascicoli. Nel XVI secolo si diffonde l'uso di segnare con una contromarca la metà del foglio in cui non è presente la filigrana. La contromarca è di norma una filigrana assai semplice indicante le iniziali del fabbricante della carta. Un repertorio molto importante per lo studio delle filigrane è quello redatto da C.M. Briquet per quanto gli esemplari analizzati si riferiscano soltanto alle carte d'archivio. Fiori di tarlo Piccole forature visibili sulla superficie della carta in conseguenza della tarlatura; la presenza dell'insetto può anche produrre minuscoli granuli in prossimità dei fori. Fioriture Alterazioni dell'aspetto della superficie di una pagina o della coperta di un libro, causate da macchie di umido o muffe che assumono un colore più o meno intenso sia in relazione alla quantità di umidità assorbita sia per la presenza di microrganismi che si cibano dei collanti presenti nell'appretto della carta. Firma Le stampe antiche non portavano alcuna firma. Le prime firme appaiono verso la metà del XV secolo, sotto forma di monogrammi integrati con l'incisione. L'usanza di apporre la firma autografa a matita in basso alla stampa è recente, risalente alla fine del XIX secolo (non era necessaria prima dell'avvento della riproduzione fotomeccanica). La firma viene apposta nell'angolo inferiore destro, giusto sotto la stampa, assieme alla data. Flessografia (stampa flessografica) Procedimento di stampa diretto che fa uso di una forma da stampa rilievografica costituita da gomma o lastre fotopolimeriche. Fa uso di macchine rotative pluricolari alimentate a bobina. E' impiegato soprattutto per la stampa di imballaggi flessibili. E' adatto alla stampa su carta e su laminati plastici o accoppiati. E' utilizzato anche per la stampa di quotidiani. Fluorografia Incisione su vetro mediante acido fluoridrico. Folio 1 numero che contraddistingue una pagina. 2 Unico numero che contraddistingue un foglio o cartella, comprendente due pagine. 3 Foglio o cartella contraddistinti da un solo numero e non da un numero per ogni pagina. Formaldeide E' un gas di odore pungente usato come componente delle principali colle termoindurenti. E' sospettato di essere cancerogeno ed in caso di alte concentrazioni negli ambienti da luogo a lacrimazione e irritazione delle vie respiratorie. Formati Standard della Carta Il formato ISO-A segue una regola logica per la definizione delle misure. Il formato A0 misura un metro quadro. La proporzione tra i formati è sempre costante (rapporto 1:1,41) per tutte le misure. Quindi ad esempio un foglio A1 equivale ad uno A0 piegato a metà. Ripiegando a metà un foglio A1 si otterrà un foglio A2 e così via... I formati A sono i più utilizzati nella stampa commerciale. A4 è il documento da ufficio standard, A6 è la cartolina postale. Millimetri Inches Points Altezza Largh. Altezza Largh. Altezza Largh. A0 1189 841 46.81 33.11 3370 2384 A1 841 594 33.11 23.39 2384 1684 A2 594 420 23.39 16.54 1684 1190 A3 420 297 16.54 11.69 1190 842 A4 297 210 11.69 8.27 842 595 A5 210 148 8.27 5.83 595 420 A6 148 105 5.83 4.13 420 298 A7 105 74 4.13 2.91 298 209 FORMATO ISO-B Il formato ISO-B segue la stessa logica del formato ISO-A, con la sola differenza che la misura di partenza è 1 metro. I formati B si applicano spesso ai poster e alle stampe di grandi dimensioni. Millimetri Inches Points Altezza Larg. Altezza Larg. Altezza Larg. B0 1414 1000 55.67 39.37 4008 2835 B1 1000 707 39.37 27.83 2835 2004 B2 707 500 27.83 19.69. 2004 1417 B3 500 353 19.69 13.90 1417 1001 B4 353 250 13.90 9.84 1001 709 B5 250 176 9.84 6.93 709 499 B6 176 125 6.93 4.92 499 354 B7 125 88 4.92 3.46 354 249 B8 88 62 3.46 2.44 249 176 B9 62 44 2.44 1.73 176 125 B10 44 31 1.73 1.22 125 88 FORMATO ISO-C Il formato ISO-C si utilizza come standard per le buste che devono contenere fogli ISO-A. Millimetri Inches Points Altezza Largh. Altezza Larg. Altezza Larg. C2 458 648 18.03 25.51 578 1837 C3 324 458 12.76 18.03 919 578 C4 229 324 9.02 12.76 649 919 C5 162 229 6.38 9.02 459 649 C6 114 162 4.49 6.38 323 459 FORMATO ISO-RA e SRA Questi formati sono degli ISO-A "oversize" e vengono utilizzati da alcuni tipi di stampanti. Millimetri Inches Points Altezza Larg. Altezza Larg. Altezza Larg. SRA0 900 1280 35.43 50.39 2551 3628 SRA1 640 900 25.20 35.43 1814 2551 SRA2 450 640 17.72 25.20 1276 1814 SRA3 320 450 12.59? 17.72 907? 1276 SRA4 225 320 8.86? 12.59? 638? 907? RA0 860 1220 33.86 48.03 2438 3458 RA1 610 860 24.02 33.86 1729 2438 RA2 430 610 16.93 24.02 1219 1729 Formato Indica la dimensione fisica di un volume, manoscritto o a stampa, quale risulta al termine del lavoro di assemblaggio dei fascicoli di cui è costruito e secondo la piegatura dei fogli. Formato atlantico Il più grande, quello che accoglie il foglio di cartiera e lo assembla ad altri fogli senza alcuna piegatura (adottato generalmente per manifesti e avvisi da esporre ai pubblico, album di disegni, carte geografiche, ecc.). Formato in-folio Una sola piegatura al centro del foglio, che ottiene un bifolio, 4 pagine, generalmente oltre i 38 cm. Formato in-ottavo Tre piegature e 16 pagine, da 20 a 28 cm. Formato in-quarto Due piegature, che ottengono 8 pagine, da 28 a 38 cm. Formato in-trentaduesimo Quattro piegature e 32 pagine, da 15 a 20 cm. Formatesta Punzone a testa incavata a emisfera. Serve a schiacciare e tondare il gambo sporgente di un ribattino. Fornello (scaldalastre) Necessario nel laboratorio per dare calore alla matrice da lavorare e stampare. E' formato da una piastra metallica riscaldabile mediante elettricità o gas alle temperature desiderate (termostato). Fotocamera digitale Una fotocamera digitale è una macchina fotografica che utilizza, al posto della pellicola fotosensibile, un sensore (CCD, CMOS) in grado di catturare l'immagine e trasformarla in un segnale elettrico di tipo analogico. Gli impulsi elettrici vengono convertiti in digitale da un convertitore A/D nel chip di elaborazione e Pigmento ricavato dal cromato di piombo. E' un giallo freddo che sporca il colore con cui viene mescolato. Se unito al bianco d'argento tende ad annerire. Giallo di gaude Pigmento estratto dalla reseda luteola. Utilizzato per colori ad olio, tempera ed acqua. Giallo indiano Pigmento colorante estratto dall'orina di cammelli. Si usa per tutti i sistemi pittorici. GIF (Graphic Interchange Format) Un formato molto usato per la rappresentazione dei files. Il formato GIF rappresenta le immagini a 256 colori. Le GIF animate sono delle collezioni di immagini GIF, che vengono fatte scorrere secondo determinati intervalli di tempo. Questo principio, produrrà la sensazione del movimento. Gigabyte (GB) Un miliardo di bytes o caratteri, esattamente 1024 milioni di bytes, 1.073.741.824 bytes. Gillot, processo Processo di fotoincisione mediante morsura chimica su lastre di zinco per realizzare clichés in rilievo, messo a punto nel 1850 dal litografo e fotoincisore francese Firmin Gillot in sostituzione dell'incisione su legno. Glifografia Tecnica commerciale diffusa nella prima metà del XIX secolo; consentiva di ottenere un cliché metallico in rilievo lavorando una matrice facile come il gesso. Gligerina Gligerina Alcole trivalente che si presenta come un liquido viscoso, incolore, molto igroscopico, solubile in acqua e alcole. Si ottiene industrialmente per scissione dei grassi di cui è uno dei principali costituenti, e anche per fermentazione degli zuccheri. La gligerina impiegata in moltissimi settori industriali: nel settore grafico si impiega specialmente come plastificante e umidificante di colloidi organici idrosolubili (gelatina, amido, gomma arabica, alcole polivinilico, ecc.), in inchiostri, emulsioni fotosensibili, ecc. Un tempo era molto usata come plastificante dei rulli con rivestimento in gelatina. Glittica Arte di incidere le pietre dure. GPL Gas di petrolio liquefatti. In commercio si trovano a bassa pressione in apposite bombole e sono in genere costituiti di una miscela di propano e butano. Hanno alto potere calorifico e non producono residui carboniosi. Goffrage Nelle prime prove delle incisioni, l'effetto di bassorilievo che si vede al verso del foglio. Goffratrice Macchina usata nell'industria cartaria per imprimere nella carta un disegno decorativo in rilievo. Goffratura Impressione in rilievo o in incavo su carte, cartoni, cuoi, tessuti,di motivi ornamentali ripetuti su estese superfici o su bordi, senza doratura o colorazione, mediante utensili a mano (ferri), torchi calcografici o macchine goffratrici a cilindri. Gomma Legante pittorico, generalmente utilizzato nell'acquerello nel guazzo e nella miniatura derivante dai prodotti di essudazione di numerose varietà di piante. Le gomme vegetali maggiormente utilizzate in pittura sono la gomma adragante (di Morea o di Smirne, derivata dai rami dell'Astragalus), la gomma arabica (ottenuta da varie specie di Acacia, generalmente quella proveniente dal Senegal), e la gomma di ciliegio, denominazione che include gli essudati di diversi alberi da frutto. A tali prodotti vegetali, dotati di proprietà agglutinanti (dalle quali deriva, nell'uso comune, la sinonimia con la colla, per indicare genericamente sostanze adesive) vengono di solito accostati altri materiali, come la gomma gutta e la gommalacca, di natura completamente diversa. La gomma gutta (o Gambogia) è infatti un colorante naturale giallo usato in dipinti a olio e ad acqua e in lacche per velature; la gommalacca è invece una resina di origine animale dalla quale si trae la lacca rossa, colorante dalla tonalità carminio, simile al kermes. Gomma adragante Sostanza gommosa, biancastra, quasi trasparente, poco solubile in acqua, si rigonfia assumendo un aspetto gelatinoso. E la secrezione di alcune piante della famiglia degli astralaghi, delle regioni mediterranee orientali. Trova diverse applicazioni industriali e farmaceutiche. In legatoria è usata per i bagni di marmorizzatura dei tagli dei libri. Gomma arabica Colloide organico idrosolubile di origine vegetale, ottenuto come secrezione da alcune specie di acacia tropicale. La migliore qualità proviene dal Sudan (gomma Kordofan). Si presenta in pezzi rotondeggianti di colore da giallo chiaro a giallo scuro; uno dei principali costituenti della gomma arabica è l'acido arabico presente sotto forma di sali di calcio e magnesio. La gomma arabica è impiegata nel settore grafico come idrofilizzante nell'acqua di bagnatura per offset, come protettivo delle lastre litografiche e come colloide bicromatato nelle emulsioni fotosensibili litografiche. Gomma bicromatata Il procedimento di stampa si basa sulla proprietà della gomma arabica di modificare la propria idrosolubilità se esposta per qualche tempo alla luce. Quanto più forte è l'azione della luce sulla gomma bicromatata tanto meno facilmente questa si scioglie. Vedi Stampe alla gomma. Gomma pane Si tratta di una gomma particolarmente morbida e modellabile che riesce a assorbire il grasso delle dita assieme alla grafite, evitando così, se usata con cautela, sbavature nei disegni. Particolarmente indicata per l'utilizzo assieme a gessetti, carboncino o pastelli colorati. E' molto utile anche per ottenere suggestive sfumature di colori o per piccoli ritocchi, dato che può essere modellata come si desidera. La gomma pane è costituita da gomma naturale o poli-isobutene, olio vegetale vulcanizzato (un economico surrogato del lattice), antiossidanti, pomice, carbonato di calcio, nerofumo e biossido di titanio. Nonostante sia erroneamente considerata una delle gomme più delicate, l'analisi al microscopio dimostra che lascia troppi residui sulla carta, piuttosto difficili da rimuovere e invisibili a occhio nudo. Le tracce di gomma che restano sul foglio riducono la bagnabilità della carta e ne provocano l'ingiallimento nel tempo. L'utilizzo della gomma pane in opere artistiche deve essere attentamente vagliato, infatti il foglio potrebbe essere sporcato in modo irreversibile, soprattutto se ruvido. La pressione esercitata dalla mano dell'artista determina l'efficacia di una cancellazione priva di residui di gomma su carta. Gomma per cancellare La gomma per cancellare è uno strumento di cancelleria in gomma, naturale o sintetica, atto a rimuovere meccanicamente inchiostri o tracce di grafite da supporti di scrittura o disegno. Si divide in più tipi, dipendentemente dal tipo di tratto da rimuovere: • Gommapane, a mescola morbidissima, per disegno ornato a carboncino o matita morbida, o per la rimozione di impronte di grafite; • per matita, a mescola morbida; • per penna, a mescola dura, abrasiva; • a rondella ottagonale, per macchine per scrivere, estremamente abrasiva. Con l'avvento delle penne a sfera ad inchiostro cancellabile negli anni ottanta, sembrava che l'uso della gomma per cancellare dovesse avere un nuovo impulso. Tuttavia il crescente uso del correttore a "bianchetto" e dei correttori a nastro, legato anche all'uso sempre più diffuso del computer, sta riducendo sempre più l'impiego di questo strumento. Gommalacca La gommalacca è una sostanza resinosa naturale prodotta da punture di insetto su alberi orientali quali Ficus Religiosa o Ficus Indica. La resina che da essi trasuda avvolge gli insetti appropriandosi del loro colore e di alcune loro sostanze. Attraverso un lungo processo di lavorazione e depurazione si ottengono queste scaglie di colore bruno dorato che vengono poi utilizzate per la finitura a tampone di mobili e superfici lignee in genere. Una buona qualità di gommalacca la si può riconoscere dalle scaglie grandi di colore chiaro e dalla scarsa quantità di residuo che lascia quando arriva alla completa soluzione. Si dissolve in alcool con gradazione maggiore di 94°. Essa dona alla superficie, un aspetto di particolare lucentezza che al tatto risulta asciutto e vellutato; inoltre, evidenzia le venature e le marezzature del legno dando un particolare effetto estetico. Gomma siliconica E' costituita da silicio e ossigeno e grazie alla vulcanizzazione passa allo stato elastico. Non si screpola nel tempo; resiste a temperature tra i - 100° C e i + 300° C; è batteriologicamente inerte; è stabile alle radiazioni solari. Utilizzata per la realizzazione di calchi, consente la riproduzione di oggetti con notevoli sottosquadra. Gora Macchia giallognola prodotta dall'umidità sopra i fogli. Goupil, sistema Processo fotografico di impressione calcografica messo a punto da Henry Rousselon, direttore degli ateliers fotografici della Goupil & Cie, brevettato nel 1870 con il nome di “goupilgravure”. Si basa sull'impiego di una forma in piombo ottenuta fotoglitticamente, dalla quale, attraverso un processo di galvanoplastica, si realizza una matrice metallica in rame. Grafica Il termine grafica indica attualmente il settore della produzione artistica orientato alla progettazione ed alla realizzazione di prodotti di comunicazione visiva. Annovera al suo interno più settori specifici, di cui almeno due chiaramente caratterizzati: il "Graphic Design" o "Progettazione Grafica" - a cui oggi si assimila il termine indicante la categoria generale di "Grafica" - e la "Grafica d'Arte", settore orientato alla riproduzione di opere artistiche in limitata quantità. L'arte della grafica nasce in occidente nel XV secolo dall'esigenza di produrre più esemplari di una stessa immagine, in una società dove si sta sviluppando una nuova classe mercantile e borghese che dispone di mezzi economici e conseguentemente elabora esigenze culturali più o meno numerose, si realizza attraverso la lavorazione di una matrice, incisa manualmente al fine di poter essere utilizzata per trasportare il soggetto su un foglio attraverso l'uso di un torchio. Le tecniche di lavorazione delle matrici derivano dall'esperienza degli incisori di metalli pregiati e ricevono un impulso fondamentale dalla quasi contemporanea invenzione del libro a stampa a caratteri mobili, alla metà del XV secolo. Le prime immagini a stampa sono realizzate con la tecnica della xilografia, detta anche silografia, che presuppone l'uso di una matrice in legno, che l'incisore lavora a rilievo, cioè togliendo la parte che non deve stampare, realizzando in questo modo un supporto che presenta il disegno in rilievo. Già all'inizio del XVI secolo, alla xilografia si affianca la calcografia, tecnica che utilizza il metallo, principalmente rame e zinco. In questo caso l'incisore lavora in cavo, cioè scavando nel metallo il disegno da stampare. Quando l'incisore lavora direttamente sulla lastra si parla di incisione a bulino, se lo strumento utilizzato, il bulino appunto, toglie il metallo che non serve grazie alla sua punta triangolare; oppure si parla di puntasecca, quando lo strumento a punta si limita a scalfire e spostare il metallo a lato dei solchi. Altra tecnica su metallo è quella della acquaforte, quando l'incisione avviene indirettamente, per immersione della lastra in un acido, che si chiamava aqua fortis, lastra precedentemente coperta con una vernice resistente all'acido e disegnata, eliminando la vernice, in corrispondenza della parti che devono subire la morsura dell'acido. Alla fine del XVIII secolo si scopre la possibilità di utilizzare matrici in pietra e nasce la tecnica della litografia, con la quale le matrici in pietra calcarea, precedentemente levigate e trattate in superficie con degli acidi, sono disegnate con apposite matite grasse. In fase di stampa l'inchiostro tipografico aderisce solamente alle parti disegnate, dove trova altro inchiostro, ed è invece respinto dal resto della matrice. Uno degli ultimi incisori litografi in campo commerciale (grafica pubblicitaria) è stato Franco Sassi, nato ad Alessandria nel 1912 e lì mancato nel 1993. Le sue opere sono presenti al "Gabinetto delle Stampe" di Alessandria e alla "Civica Raccolta Bertarelli" di Milano. Grafica originale Incisione originale. Grafico Raffigurazione di un oggetto reale, ottenuto con linee e segni. Grafite E' uno stato fisico del carbone. Se in polvere fine, è un lubrificante utile in circostanze in cui oli minerali o vegetali potrebbero attrarre la polvere. Nome dato alla piombaggine (mina) utilizzata per fabbricare le mine di matita. Grammatura Il termine grammatura è un lemma tecnico usato nel campo della tipografia e, in generale, del settore della produzione della carta. Esso rappresenta, in modo semplicistico, la "consistenza" del foglio di carta. Non va confusa con lo I Iaglografia 1. Arte di incidere sul vetro. 2. Incisione ottenuta su vetro, meccanicamente o chimicamente. Iconografia L'iconografia – parola di origine greca - è un ramo della storia dell'arte che si occupa della descrizione, classificazione e interpretazione di quanto raffigurato nelle opere d'arte. Può riferirsi a personaggi o avvenimenti storici, così come a ricerche su temi religiosi, che a partire dal XVI secolo hanno visto una fioritura notevole di studi e pubblicazioni. Nell'ambito della ricerca storica, l'iconografia si occupa di quelle immagini che possono rappresentare una fonte documentaria per la ricostruzione di eventi storici specifici, usanze di determinate popolazioni, mezzi di locomozione terrestri e navali, mentre gli studi archeologici traggono dall'iconografia la documentazione relativa a dettagli architettonici, abbigliamento, monete, gioielli, oggetti di uso comune. Iconologia L'iconologia (dal greco eikōn, immagine e Logía discorso, quindi descrizione approfondita dell'immagine) è una branca della storia dell'arte che si occupa di ricercare la spiegazione delle immagini, dei simboli e delle figure allegoriche dell'arte. L'iconologia si differenzia dall'iconografia, perché questa si occupa della descrizione dei temi presenti nell'opera d'arte, mentre l'iconologia ha lo scopo di interpretare gli stessi temi. Uno dei padri di questa disciplina relativamente giovane fu Aby Warburg (1866-1929). Idrofilo Che assorbe facilmente acqua. Idrofobia Per idrofobia s'intende la proprietà fisica delle molecole di essere respinte dall'acqua. Il termine deriva dal greco hydros, acqua, e phobos, paura. Le specie idrofobe o lipofile tendono ad essere elettricamente neutre e apolari, e preferiscono solventi neutrali o apolari e ambienti molecolari. Idrofobico è spesso sostituito con i termini oleoso e lipofilico. Idrofugo Impermeabile; si dice di sostanze che non si lasciano bagnare dall'acqua e che servono a rendere idrorepellenti altri materiali. Idrossido di sodio (soda caustica) L'idrossido di sodio (talvolta denominato impropriamente idrato di sodio[1]) è una base minerale forte, solido a temperatura ambiente, estremamente igroscopico e deliquescente, spesso venduto in forma di gocce biancastre dette perle o pasticche; la sua formula chimica è NaOH. Il suo numero CAS è 1310-73-2. Commercialmente è noto anche come soda caustica. È molto solubile in acqua (oltre 1 kg per litro a 20 °C) ed abbastanza solubile in etanolo (139 g/l). La sua dissoluzione è accompagnata da un consistente sviluppo di calore; nel caso dell'etanolo o di altri solventi organici, tale calore può persino far infiammare i vapori del solvente. Viene conservato in recipienti sigillati perché igroscopico (tende ad assorbire l'umidità dell'aria) e perché reagisce facilmente con il biossido di carbonio dell'aria trasformandosi in idrogenocarbonato di sodio e carbonato di sodio, il fenomeno prende il nome di carbonatazione. Una soluzione di 50 g/l in acqua a 20 °C ha pH circa 14. L'idrossido di sodio si ottiene principalmente per elettrolisi delle salamoie (soluzioni di cloruro di sodio) insieme all'idrogeno ed al cloro gassosi. Utilizzi: Nell'industria chimica è un reagente di ampio impiego; è utilizzato nella sintesi di coloranti, detergenti e saponi, nella fabbricazione della carta e nel trattamento delle fibre del cotone, nonché nella produzione dell'ipoclorito di sodio (la comune candeggina) e di altri sali sodici, quali il fosfato ed il solfuro. Viene altresì usato per rigenerare le resine a scambio ionico utilizzate per l'addolcimento dell'acqua. A livello domestico trova uso sotto forma di soluzione acquosa nei prodotti per disgorgare gli scarichi dei lavelli; va comunque maneggiato con una certa cautela, dato che provoca ustioni per contatto con la pelle e cecità per contatto con gli occhi. Tra gli additivi alimentari, è identificato dalla sigla E 524 È molto usato inoltre in elettronica per la produzione di circuiti stampati mediante la fotoincisione; è indispensabile per rimuovere il photoresist impressionato dai raggi UV. Viene utilizzato anche in bagni termostatici per lo sviluppo delle pellicole di nitrocellulosa LR 115 usate per la misurazione della concentrazione di gas radon. Igroscopicità Attitudine di un corpo o di una sostanza a subire mutamenti di aspetto o dimensione in seguito all'assorbimento di umidità. Igroscopico Proprietà di una sostanza o miscela di sostanze capaci di assorbire acqua sia allo stato liquido che allo stato gassoso. Illuminazione radente Effetto ottenuto quando la fonte luminosa, collocata a lato del soggetto, proietta i suoi raggi con un'inclinazione minima rispetto al soggetto. Determina ombre lunghe. Immagine digitale Un'immagine che viene rappresentata da un insieme di pixel. Vedi pure Bitmap, Miniatura. Imbarcamento Deformazione della superficie del foglio di carta che tende ad arrotolarsi su sé stesso. Imbarcatura Deformazione (a conca o a fondo di barca) della lastra metallica sottoposta a riscaldamento o a pressione eccessivi. Imbozzimato Il foglio di carta asciutto e reso impermeabile all'inchiostro mediante la collatura, fatta in oriente con colle perlopiù vegetali mentre in occidente si preferiscono le colle animali. Imbutire Bombare una lastra, in genere battendola con un martello a testa tonda in un incavo adatto scavato in un tronco di legno o in un panetto di piombo. Imbutitore Punzone a testa tonda che si usa con la bottoniera. Anche punzoni da sbalzo a testa variamente formata e stondata. Impensis Analoga a "sumptibus" e "aere", si trova associata al nome latinizzato al genitivo della persona che finanzia una pubblicazione. [Dal latino, dal verbo "impendere" ossia spendere]. Impressione Trasferimento dell'inchiostro dalla matrice alla carta per mezzo di torchi, inteso anche come immagine che consegue ad una tecnica di stampa, lo stesso di prova, stampa, incisione. IMPRESSIT, IMP. Termine latino "stampò". Nelle incisioni precede il nome dello stampatore. [Dal latino "stampò"]. Imp. lith. Nelle litografie precede il nome dello stampatore. [Dal latino "stampò litograficamente"]. Imprimatur Voce latina che in italiano significa letteralmente "Si Stampi". Formula della licenza di stampare un libro sottoposto all'autorità del censore religioso (da Tommaseo Bellini, 1865). Impronta della matrice Rilievo lasciato dalla matrice sulla carta durante la stampa, eseguita a mano o con il torchio. Vedi Schiaccio. Impronto E' propriamente il <<rilievo>> che appare sul verso (volta, V.) di un foglio quando è <<tirato>>, cioè stampato sul recto (bianca) e viceversa. Incavografia L'incavografia è un procedimento di stampa nel quale le parti stampanti della forma sono incavate, al contrario della xilografia, dove sono in rilievo. Dell'incavografia fanno parte la calcografia e la rotocalcografia. La prima è utilizzata ormai solo per la stampa dei francobolli, e la seconda per i giornali e le riviste illustrate. Inchiostratura Stesura dell'inchiostro su una matrice da stampa, effettuata con rullo, pennello, tampone o spatola, a secondo che sia una matrice xilografica, calcografica, ecc… Inchiostro Dal latino encaustum o atramentum: bruciato. I primi inchiostri erano soluzioni a base di fuliggine e legno bruciato. Genericamente si può dire che sono composti da un veicolo (olio di noce) e da pigmenti. Gli inchiostri si differenziano molto a seconda del tipo di stampa in cui sono usati. La consistenza, il corpo e altre proprietà operative dipendono principalmente da due variabili: la viscosità ed il tiro. Inchiostro autografico Inchiostro grasso speciale per disegni o stampe da trasportare o eseguire su pietre litografiche o lastre di zinco. Contiene sego, colofonia, cera e nerofumo in varie proporzioni. Inchiostri calcografici La stampa calcografica ha diverse caratteristiche tutte particolari. La parte stampante della matrice è incisa. La matrice (o lastra) viene riscaldata a 50-70°C. Essa viene ricoperta interamente d'inchiostro: la parte eccedente viene asportata con una garza, di modo che l'inchiostro resti solamente nelle parti incise. La carta viene inumidita. La stampa avviene su torchio, mettendo i fogli a mano, perla stampa di incisioni artistiche in pochi esemplari (acqueforti, puntesecche). I tratti stampati riescono di uno spessore notevole, fino a uno o due decimi di millimetro, tanto che si sentono agevolmente col dito. L'inchiostro perciò non ha necessità di avere una grande intensità tintoriale. E' invece necessario che conservi una certa compattezza anche a caldo ma con uno strappo minimo. A caldo deve cioè presentarsi piuttosto burroso, in modo da facilitare la stesa sulla lastra e la pulizia con la garza. L'inchiostro deve perciò essere esente da ogni possibilità di stingimento per effetto dell'acqua alcalinizzata. Ciò è necessario anche per il fatto che si stampa su carta umida. E' anche necessario che l'inchiostro permetta una facile pulizia della lastra ma non tenda ad abbandonare i tratti incisi. Deve invece passare facilmente e il più completamente possibile sulla carta che vien premuta contro la lastra per l'impressione. L'inchiostro deve essiccare penetrando il meno possibile nella carta in modo che la stampa finale essiccata risulti abbastanza ricca di legante e non tenda né a screpolarsi, ne a venir via per sfregamento. Tenendo conto di tutto, ciò gl'inchiostri calcografici sono a freddo piuttosto duri, rigidi. L'intensità non è necessaria, ma i pigmenti devono essere solidissimi sia alla luce e all'acqua sia agli altri agenti (alcali, acidi, solventi, ecc.). Inchiostri neri Charbonnel classificazione NERO 55981 NERO 55985 NERO 71303 NERO LUSSO C NERO F66 CIN012100 NERO RSR CIN015100 NERO DOLCE CIN021100 NERO 58995 CIN024050 NERO CARBONE Inchiostri colorati Charbonnel GIALLO LIMONE GIALLO PRIMULA LACCA GIALLA SOLIDA GIALLO SCURO GIALLO INDIANO GIALLO ALBICOCCA GIALLO CAPUCINE Incisione a fumo Vedi mezzotinto. Incisione in cavo Tecnica incisoria, generalmente su lastra metallica (rame, zinco, acciaio, ferro, ottone, alluminio), attraverso la quale si ottiene una stampa su carta inchiostrando i solchi e lasciando bianchi i rilievi. Il procedimento può essere diretto, con uno strumento incisorio maneggiato dall'artista, oppure indiretto attraverso la morsura di un acido corrosivo. Incisione diretta Si compie agendo con gli arnesi a punta sulla lastra di metallo nudo. Incisione indiretta Si usa il mordente adatto, che corrode i tratti lasciati scoperti dalla punta sulla preparazione cerosa del metallo. Incisione in piano Tecnica incisoria che non utilizza matrici né in cavo né in rilievo; appartengono a questa tecnica la litografia e la serigrafia. Incisione in rilievo Tecnica incisoria per ottenere una stampa su carta attraverso l'inchiostrazione delle parti non incise, cioè i rilievi, di una matrice. Incisione originale E quella interamente concepita e manualmente eseguita dallo stesso artista, escludendo qualsiasi processo fotomeccanico. Incisore Che esegue l'incisione di una lastra da utilizzare come matrice per la stampa di immagini. In una stampa solitamente il suo nome si trova nel margine inferiore a destra subito sotto l'immagine seguito da inc. che sta per incidit, sculp. che sta per sculpsit, fec. che sta per fecit, ecc. Incisore d'invenzione E' colui che ha inventato l'immagine e trasferita sulla matrice. Incisione di traduzione Mentre nella stampa d'invenzione l'incisore è anche il responsabile dell'ideazione del soggetto, l’incisione di traduzione indica in genere le stampe che riproducono dipinti, sculture o disegni realizzati nei secoli da artisti diversi rispetto all'incisore stesso; strumento indispensabile di studio, l'incisione di traduzione è stata fondamentale per gli studiosi, i collezionisti, la storiografia artistica e la didattica accademica. Del suo valore documentario si ebbe completa consapevolezza nel Settecento, quando si sostenne l'importanza della stampa riproduttiva come unico mezzo per rendere accessibile la visione di opere sparse ovunque, dentro e fuori d'Italia; insomma, la si può considerare antesignana della fotografia per efficacia divulgativa. Incrudimento Indurimento che subisce il metallo per modifica della grana cristallina a seguito delle lavorazioni meccaniche. Si elimina con la ricottura. Incudine Grosso blocco di metallo con la parte superiore piana su cui il fabbro appoggia il pezzo incandescente da foggiare con il martello. Esistono incudini dalle forme più diverse a seconda delle aree geografiche e delle epoche in cui sono state prodotte. L'incudine più semplice è quella romana, consistente in un piccolo parallelepipedo di metallo, nel medio-evo a questo primo blocco vengono aggiunti una sporgenza di forma piramidale ed i piedini alla base, mentre all'inizio del '500 l'incudine acquista la forma odierna con due corni dei quali uno conico. Incunaboli Con il termine incunabolo (o incunabulo) si definisce convenzionalmente un documento stampato con la tecnologia dei caratteri mobili e realizzato tra la metà del XV secolo e l'anno 1500 incluso. A volte è detto anche quattrocentina. Secondo alcuni studiosi, soprattutto di area anglosassone, la definizione di incunabolo, che deriva dal latino incunabulum (plurale incunabula) e significa "in culla", può essere estesa anche ad edizioni realizzate nei primi vent'anni del Cinquecento, in quanto fino a quel limite cronologico i libri presentano delle caratteristiche comuni con quelli stampati nel XV secolo. Generalmente gli incunaboli non presentano un frontespizio, ma solo una indicazione spesso approssimativa, che riporta il nome dell'autore dell'opera e un titolo nell'incipit. Il primo frontespizio compare in Italia nel 1476. Le note tipografiche, cioè le indicazioni sulle responsabilità dello stampatore sono, quando presenti, riportate nel colophon. Questo perché i primi libri realizzati con i caratteri mobili tendevano ad imitare l'aspetto dei libri manoscritti, dove spesso, viste le loro modalità di produzione, tali indicazioni erano del tutto superflue. Gli incunaboli sono quindi i primi libri moderni, cioè realizzati in serie con delle modalità proto-industriali, ma circa 10.000 dei 40.000 testi noti sono costituiti da fogli sciolti, in quanto la nuova tecnologia permetteva di realizzare anche bandi, proclami, lettere di indulgenza, modulistica, etc. Al mondo vi sono circa 450.000 incunaboli (di molti testi esistono svariate copie) di questi circa 110.000 si trovano in Italia. Sono considerati prodotti molto preziosi e conservati in musei e biblioteche specialistiche. L'incunabolo più antico è la Bibbia in latino stampata da Gutenberg nel 1453 o 1455. In-folio Formato ottenuto piegando in due un foglio di stampa. Ingiallimento della carta E' la colorazione giallina più o meno intensa che le carte bianche assumono per effetto degli agenti chimici e fisici esterni, come tal uni componenti dell'aria, il calore, la luce, con preponderanza di quest'ultima. L'ingiallimento più pronunciato si riscontra nella pastalegno e nelle carte che la contengono, perché per esposizione alla luce solare la lignina contenuta in questa materia fibrosa si altera profondamente e iscurisce. Tuttavia anche le cellulose bianchite, che sono prive di lignina, ingialliscono. In questo caso il fenomeno è attribuito alla presenza delle emicellulose e di cellulosa degradata formatasi durante la sbianca, come pure al contenuto di carbonile del materiale. L'ingiallimento dipende dalla lunghezza d'onda della luce ed è più accentuato se questa è ricca di raggi ultravioletti. L'alterazione della lignina è dovuta appunto al fatto che essa presenta un forte assorbimento per i raggi ultravioletti, i quali esercitano anche una certa azione degradante sulla cellulosa. La valutazione dell'ingiallimento è fatta in base alla diminuzione di grado di bianco che la carta subisce. Ingranaggi di demoltiplica Sistema di ruote dentate, ingranate, atto a modificare, secondo un dato rapporto, i giri del comando necessari per spostare il piano di stampa, e a ridurne lo sforzo a vantaggio della manovra. Ingrassatore L'ingrassatore è un utensile per lubrificare. Somiglia a una pistola e inietta grasso nei punti d'ingrassaggio attraverso una tubazione flessibile alla cui estremità v'è un ugello. Tra i numerosi tipi in commercio si annoverano: • Con pompa a mano, il grasso contenuto nel cilindro è spinto nella tubazione ed espulso dall'ugello grazie alla pressione di una leva che aziona una piccola pompa collocata all'interno. • A mano, somiglia a una grossa siringa in cui il grasso viene espulso dall'ugello grazie al movimento manuale del pistone. • Pneumatico, il grasso viene spinto verso l'ugello ed espulso grazie ad aria compressa; si usa di solito collegandolo a un compressore. Inkjet La stampa avviene grazie a una testina che si sposta orizzontalmente lungo il foglio. Sulla testina sono montate le cartucce di inchiostro che, grazie a speciali ugelli (nozzles), spruzzano micro gocce di inchiostro sul foglio di carta formando i caratteri e le immagini. La stampante a getto d’inchiostro può stampare su una grande varietà di materiale sebbene non così ampia come la stampante Iris. Iniziale (o capolettera) Lettera intesa come la prima di un libro, di un capitolo di un paragrafo. Talvolta le iniziali danno un notevole apporto alle qualità artistico tipografiche di un libro. Iniziale decorata Abbellita da elementi ornamentali. Iniziale figurata Con lettera composta di personaggi o animali che stilizzati compongono la lettera. Iniziale filigranata Inserita in arabeschi. Iniziale fiorita Abbellita da decorazioni vegetali. Iniziale istoriata Quando all’interno dell’iniziale viene riprodotta una scena. Iniziale parlata Quando l’iniziale del testo, abbellita da una scena, riproduce in quest’ultima anche la visualizzazione iconografica del testo scritto. Iniziale zoomorfa Riproduce le sembianze di un animale. Intaglio Tecnica decorativa realizzata asportando parte del materiale con appositi strumenti secondo determinati disegni. E' uno dei procedimenti ornamentali più usati nelle arti applicate; l'intaglio può essere realizzato a incavo, a rilievo (che a seconda del grado di sporgenza viene definito basso, medio o alto) e a traforo, se passa l'oggetto da parte a parte. Intaglio a granito (acquaforte a granito) Tecnica che imita la matita, mescolando l'acquaforte, il bulino e la puntasecca. Interassile Procedimento di incisione in rilievo su lastre metalliche, basato sull'impiego di bulini e punzoni. Il metodo è analogo alla silografia e fu applicato fra il quindicesimo e il sedicesimo secolo per eseguire tirature elevate su pergamena; è stato abbandonato in seguito all'avvento della calcografia. Intercolumnio Nella pagina del manoscritto antico, ma anche delle stampe, lo spazio tra una colonna e l’altra, quando il testo è scritto su due o più colonne. INVENIT, INVENTOR, INV., IN. Latino "ideò". Nelle stampe segue o precede il nome dell'autore dell'opera riprodotta, quando questo è diverso dall'incisore. Ipoazotide Il diossido di azoto (o perossido di azoto, noto anche come ipoazotide, specie se in forma dimera, N2O4) è un gas rosso bruno a temperatura ordinaria dall'odore soffocante, irritante e caratteristico. È più denso dell'aria, pertanto i suoi vapori tendono a rimanere a livello del suolo. Ha formula chimica NO2, il suo numero CAS è 10102-44-0. Il diossido di azoto è un forte irritante delle vie polmonari; già a moderate concentrazioni nell'aria provoca tosse acuta, dolori al torace, convulsioni e insufficienza circolatoria. Può inoltre provocare danni irreversibili ai polmoni che possono manifestarsi anche molti mesi dopo l'attacco. È emesso soprattutto dai motori diesel ed è ritenuto cancerogeno. È un forte agente ossidante e reagisce violentemente con materiali combustibili e riducenti. Reagisce con acqua disproporzionandosi in acido nitrico e ossido di azoto. In presenza di acqua è in grado di ossidare diversi metalli. 3 NO2 + H2O → 2 HNO3 + NO ISBD(A) Acronimo per international standard bibliographic desription for older monographic publications (antiquarian); è il modello di catalogazione antiquaria proposto dall'IFLA nel 1975 e fissato nel 1980. Aquatint screen F.to 25x35 Aquatint screen F.to 17,5x25 Latta Sottile lamiera di ferro dolce ricoperta di una pellicola di stagno, ottenuta per immersione nello stagno fuso. Lattoniere Costruttore di oggetti d’uso (bacinelle, palette, contenitori ecc.) di lamiera metallica (principalmente latta). Lavaocchi Per la protezione degli occhi da ultimo non sono sottovalutare anche se non sono molto impiegati, in edilizia, le docce e i lavaocchi di emergenza da utilizzare quando il lavoratore sia stato investito da un liquido corrosivo; il loro scopo è quello di lavare dall'occhio infortunato la materia irritante. I lavaocchi possono essere principalmente di due tipi: fissi e portatili. Quelli fissi sono delle vere e proprie doccette collegate all'impianto idrico e posizionate a non grande distanza dal luogo nel quale si svolge la lavorazione pericolosa. Quelli portatili sono costituiti principalmente da flaconi oculari e più in generale da tutti i recipienti contenenti piccole quantità d'acqua. Lavis Tecnica di incisione. Si lavora sulla lastra con un pennello, meglio se in fibra di vetro, imbevuto di acido. L’aspetto nella stampa è simile a quello dell’acquerello. Lavorazione del ferro battuto Lavorazione del ferro a caldo: la forgiatura: La forgiatura è una fase di lavorazione importante e irrinunciabile che è rimasta nella sostanza immutata nei secoli. Per eseguire la forgiatura è fondamentale essere in possesso del necessario ovvero di una forgia o di un forno, pinze, incudini con martelli di vario peso e mazze per poter battere anche in due o tre persone, eventualmente un maglio. La forgiatura o fucinatura del ferro avviene ancora usando carbone di legna anche se il fuoco viene alimentato sovente da una ventola azionata elettricamente, mentre in origine la fiamma veniva tenuta viva da un mantice azionato a mano. La barra di ferro resa rovente dal fuoco diventa abbastanza tenera da poter essere sagomata secondo la volontà dell’artigiano, che, movendola tra incudine e martello, la colpisce ripetutamente con ritmo scandito fino ad ottenere la forma desiderata. La forgiatura richiede pratica, manualità, pazienza ed energia ed essenzialmente la capacità di usare con precisione il martello. Attraverso la forgia si ottengono tutte le forme ornamentali del ferro, come foglie, fiori, punte, terminali di volute, riccioli, ma anche attrezzi, coltelli, forbici, scuri, scalpelli, e naturalmente ferri di cavallo. L’artigiano esperto sa riconoscere dal colore del ferro rovente la temperatura più appropriata, non solo per la modellatura del pezzo, ma soprattutto per le operazioni di saldatura a fuoco (bollitura) e per la tempra degli attrezzi. • Tempra E’ un procedimento che dona maggiore durezza al metallo e consiste nel raffreddare in modo repentino il pezzo di ferro o di acciaio dopo che, a seguito della lavorazione subita, ha assunto la forma desiderata. E’ principalmente eseguita per la realizzazione di attrezzi da lavoro, da taglio e stampi, e può essere eseguita ad acqua, ad aria o ad olio, a seconda del materiale usato e della durezza da raggiungere. L’esecuzione ed il controllo della tempra tramite forni che ne regolano tempi e temperature di riscaldamento e di raffreddamento rientra in un procedimento industriale estraneo alla sensibilità empirica dell’artigiano. • Lavorazione del ferro a freddo Non occorre scaldare tutto il ferro per lavorarlo; grazie alla sua esperienza, il fabbro esperto sa come sagomare la lamiera o le volute anche a freddo, con l’ausilio di attrezzi fatti in proprio, sagome e leve. Molti particolari di eleganti manufatti sono in lamiera sottile o latta e completamente martellati e sagomati a freddo con l’ausilio di martelline e tasselli di legno o piombo. Anche la centina di barre di ferro e la curvatura di volute viene eseguita a freddo tramite sagome, leve e denti a U, così come la torsione delle barre stesse. Spesso a freddo vengono eseguite anche particolari lavorazioni di modellatura come quelle accennate qui di seguito: Martellatura Tecnica con la quale una superficie metallica liscia viene decorata semplicemente producendovi una trama di sfaccettatura mediante file sovrapposte di colpi martello. Una sfaccettatura poca profonda si ottiene dando colpi leggeri e usando una superficie di appoggio dura; sfaccettatura più accentuate e profonde sono indice di una martellatura più forte e di superfici di appoggio più morbide. Cesellatura Consiste nell’incidere un determinato motivo sulla superficie superiore di un oggetto metallico. Il disegno viene ottenuto con un cesello profilatore battuto in maniera leggera e regolare con un apposito martello, così da lasciare per compressione, un solco continuo più o meno uniforme. Sbalzo Tecnica simile alla precedente: la decorazione è ottenuta in maniera analoga, ma lavorando un foglio di metallo dal retro, in modo da far sporgere i rilievi sul davanti. E’ una tecnica particolarmente usata nella lavorazione del rame e altre leghe più morbide. Lega tipografica Misto di piombo, antimonio e stagno. Serve a fabbricare i caratteri. Legante Sostanza utilizzata per legare tra le varie particelle di polvere di pigmenti, in modo che gli impasti cosi ottenuti aderiscano alla superficie di supporto. E' detto anche medium. Legante per i colori Il legante utilizzato per i colori Charbonnel è l'olio di standolia. Si tratta di olio di lino polimerizzato, cioè che è stato riscaldato per diventare più spesso. Questo olio di lino ingiallisce pochissimo invecchiando e resiste molto bene al passare del tempo. Più l'olio è cotto, più è viscoso. La viscosità viene misurata in poise. Un numero elevato di poise corrisponde ad una viscosità notevole. I colori Charhonnel contengono tutti un olio di standolia a 30 poise (viscosità media). Alcuni neri contengono anche dell'olio di standolia a 200 poise. Ciò consente all'artista di variare le proprie opere: il nero 55985 per esempio, asciuga difficilmente a causa della sua notevole viscosità, ma rinforzerà le sbavature delle punte secche. Gli inchiostri per taglio dolce Charbonnel non contengono nessun additivo (siccativi o cera). Ciò consente di avere un'intensità e una qualità ottimali. Gli artisti possono, se lo desiderano, aggiungere un po' di siccativo. Legge per l'acquisto di opere d'arte Gazzetta Ufficiale N. 23 del 29 Gennaio 2007 DECRETO 23 marzo 2006 Linee guida per l'applicazione della legge n. 717/1949 recante norme per l'arte negli edifici pubblici. Leggenda 1. Dicitura annessa a un'illustrazione come titolo o come nota esplicativa. 2. Motto o iscrizione su stemmi, emblemi, monete ecc.. 3. Avvenimento o narrazione dello stesso, in cui gli elementi e aspetti reali sono alterati da aggiunte fantastiche. Legno di filo Tavoletta di legno tagliata nel verso della fibra. Legno di testa Legno tagliato nel senso trasversale alle venature (più duro di quello di filo). Molto usati: bosso e ciliegio. Legno Matrice e stampa si indicano sovente con lo stesso termine; così dicendo, per legno si intende sia la matrice usata in xilografia, sia l'immagine che ne consegue. Lente d'ingrandimento semplice o binoculare Con il suo uso si ottiene un ingrandimento dell'immagine visibile. Non permette una visione attraverso la materia, però, grazie all'ampliamento dell'immagine, rende possibile l'osservazione dei dettagli della superficie dell'opera. Questo facilita l'identificazione dei diversi materiali che la compongono, come il legno, l'osso o l'avorio, e inoltre è utile alla verifica dello stato di conservazione sia dei materiali originali sia di quelli aggiunti. Lentino Contafili Piccola lente d'ingrandimento per rilevare la profondità dei segni scavati, o per contare, se necessario, i tratti in una zona della lastra metallica. Lentino contafili richiudibile, con scala millimetrata stampata sui quattro lati. Consente la visione del segno inciso. Base mm.15x15 Base mm.30x30 Libello Publicazione diffamatoria, spesso anonima. Libro antico Libro stampato fino al 1800-1830 periodo nel quale scomparvero, sia la carta fabbricata da stracci, sia i torchi a mano,per essere sostituiti da macchinari meccanici. Lictidi Famiglia di insetti nocivi ai libri. Lima Utensile costituito da una sbarra di acciaio temprato munita di numerosissimi denti a bordo tagliente, di varie forme e grandezze, intagliata con solchi obliqui singoli o incrociati usata per asportare il metallo (e altri materiali). lima mezzatonda a taglio semplice lima piatta a bordo doppio lima tonda lima triangolare Lima ad ago Piccola lima a taglio fine con codolo di sezione rotonda. Lima da cerniere Lima con due lati lisci paralleli, il taglio è sui bordi arrotondati, serve a produrre la scanalatura in cui la cerniera viene saldata. Lima da scappamento Lima più fine della lima ad ago, generalmente con codolo quadrato. Limaglia Limatura, segatura, trucioli, frammenti, residui prodotti durante la lavorazione. Limonene Il limonene (terpene di arancia) è un solvente totalmente naturale di origine vegetale (estratto di agrumi) con ottimo potere solvente verso grassi, olii, cere, resine alchidiche e naturali, colofonie, vernici all'olio e oleosintetiche, vernici bituminose, ecc. Scioglie completamente colofonia e dammar. Ha un odore particolarmente gradevole ed è biodegradabile. Si estrae dalla scorza degli agrumi per distillazione e separazione ottenendo il D-LIMONENE utilizzato nel settore tecnico. LITH., LITHO, LITHOG. Latino "litografo". Sulle stampe litografiche indica, preceduto dal nome, l'esecutore della matrice di pietra o anche lo stampatore che l'ha impressa. Linea Traccia prodotta da un punto in movimento. Le sue caratteristiche principali sono: direzione, andamento, spessore e modulazione. Linea Curva La linea è curva quando nessuna parte di essa è formata da segmenti rettilinei. Linea mista La linea è mista quando è formata da segmenti curvilinei e rettilinei . Linea orizzontale Quando è parallela alla superficie dell'acqua stagnante . Martellatura del rame La lamina rame che si compera può essere cilindrata ed allora parte del lavoro è fatto ma generalmente è grezza, cosi che non ha superficie piana; bisognerà perciò passare all'operazione dello spianamento, per cui occorre molta pratica nel maneggiare il martello. Tagliato il quadrato della dimensione voluta e presolo dall'un de' canti e posto sopra un'incudine piana, prima con colpi forti, e poi a poco a poco sempre con colpi di minore intensità, si batte il rame usando di un martello a superficie tondeggiante. Questa operazione ha per scopo principale di render compatto il rame e togliergli le maggiori irregolarità. Quindi, con altro martello a superficie piatta, si battono piccoli colpi, ponendo mente a non ammaccarlo, essendo le ammaccature assai difficili a far scomparire. La lastra ben appianata, si riconosce mettendola sul piano di prova, che è una piastra generalmente in ghisa o in acciaio, calcolata e lavorata in modo da presentare una superficie matematicamente piana. Quest'operazione è assai difficile. Più che un mestiere è un'arte, di cui pochi sono ora i cultori, ché si è perduto l'uso del batter metalli per foggiarne gli utensili della vita. Ora le macchine stampano e tagliano e torniscono in pochi minuti coppe, vassoi, lastre, ecc., meno belli, meno duraturi, ma a più buon mercato. La lastra tirata a martello presenta una consistenza speciale: deve esser piana tanto che lasciandola cadere sul piano di prova vi si appoggi quasi soffiando, e il rialzarla offra una lieve resistenza per il perfetto aderire delle due superfici. Marubori (Termine giapponese) incisione a tutto tondo usata nelle tsuba traforate. Mascalcia L'arte, la bottega del maniscalco. Maschera respiratore Filtrante extra comfort realizzata in polipropilene pieghevole e confezionato singolarmente per una migliore igiene. Uno strato interno di tessuto non tessuto offre un morbido contatto con la pelle e due elastici regolabili in polisoprene a tensione costante riducono la pressione sulla testa. Lo stringinaso è realizzato in alluminio con schiuma di tenuta in poliuretano, la valvola di esalazione a forma parabolica evita l'accumulo di calore e d'umidità rendendo la respirazione più facile e fresca e dando maggiore durata al prodotto. La maschera protegge da polveri, fumi e nebbie oleose con livello massimo di utilizzo fino a 10 volte il TLV. Applicazioni: produzione dei metalli, industria farmaceutica, fonderie, chimica, edilizia, agricoltura, cantieri navali, ceramiche e produzione di additivi in polvere Maschere in plastica trasparente Consentono di ripetere più volte nello stesso modo simboli o elementi particolari e si trovano in diverse scale (1:100, 1:50, etc.). Matita La matita comune si presenta come un bastoncino di legno, solitamente a sezione esagonale per una corretta impugnatura, al cui interno è inserita un'anima di grafite o di altro materiale chiamata mina. Un'estremità della matita si appuntisce in maniera da rimuovere il rivestimento di legno e far emergere la punta della mina per poter così tracciare il colore. La punta della matita si effettua con il temperino, apposito strumento a lama. L'utilizzo del temperino è necessario periodicamente, perché la grafite si consuma all'uso ed è necessario far la punta per avere nuovamente un tratto preciso. La matita può avere la mina composta prevalentemente di grafite (il tratto sarà dunque grigio scuro) o colorata. Le matite colorate prendono il nome di pastelli, e per i differenti utilizzi che hanno si distinguono dalla matita comune. Alcune delle comuni matite, destinate ad uso domestico e didattico, presentano una piccola gomma all'estremità non appuntita per cancellare velocemente. Esiste un tipo particolare di matita chiamato portamine, costituito da una struttura in plastica o altro materiale contenente una serie di sottili mine di grafite. Premendo il pulsante all'estremità del portamine, viene fatta fuoriuscire una mina. In questo modo non è più necessario far la punta alla matita. Scala di durezza delle matite Le matite da disegno hanno, oggi, due scale: quella britannica, in lettere, e quella statunitense, in numeri. Il primo ad ideare un metodo di gradazione della durezza della grafite fu Nicolas-Jacques Conté che nel 1794 brevettò il metodo, usato tuttora con alcune modifiche sulla mescola. Prima di lui, la durezza della matita era casuale, in quanto dipendeva dalla grafite utilizzata. Conté usava dei numeri, gli inglesi utilizzarono le lettere H (da hard, duro) e B (per black, nero) per indicare rispettivamente le dure e le morbide, così HHH era particolarmente dura e BBB particolarmente morbida. Col tempo si sostituirono le sequenze di lettere col numero corrispondente e una sola lettera (vedi sotto). Gli statunitensi usano una scala numerica, approssimativamente centrata sulla scala inglese. Le varie matite frazionarie USA (2 ½, 2 4/8, 2 5/10) sono tutte equivalenti, ma furono differenziate per evitare problemi di brevetto da parte dei vari produttori. Nessuna delle due scale, tuttavia, è uno standard ufficiale 9H 8H 7H 6H 5H 4H 3H 2H H F HB B 2B 3B 4B 5B 6B 7B 8B 9B 4 3 2½ 2 1 Dura → Media → Morbida Per ogni gradazione, si utilizza un diverso tipo di mescola: le sostanze usate variano dall'ambra al poliuretano. Matite grasse o litografiche Matite speciali per disegnare su pietre litografiche o su lastre in zinco. Sono costituite da un impasto di sapone, cera, sego, gommalacca, salnitro, nerofumo, in varie proporzioni. Ideali per la scrittura ed il disegno su tutte le superfici lisce e ruvide, su vetro, plastica e piastrelle. Utilissime per il disegno sulle lastre preparate all'acquatinta. Sono disponibili vari modelli di durezza diversa a seconda delle necessità. MATITA GRASSA TENERA MITSUBISHI DERMATOGRAPH MATITA GRASSA MEDIA MARKER N. 1081-9 MATITA GRASSA DURA STAEDTLER OMNICHROM 108 MATITE LITHO QUADRATE N.1 scatola da 12 matite MATITE LITHO QUADRATE N.2 scatola da 12 matite MATITE LITHO QUADRATE N.3 scatola da 12 matite MATITE LITHO QUADRATE N.4 scatola da 12 matite MATITE LITHO QUADRATE N.5 scatola da 12 matite MATITE LITHO QUADRATE COPALE scatola da 12 matite MATITE LITHO KORN'S N.1 scatola da 12 matite MATITE LITHO KORN'S N.2 scatola da 12 matite MATITE LITHO KORN'S N.3 scatola da 12 matite MATITE LITHO KORN'S N.4 scatola da 12 matite MATITE LITHO KORN'S N.5 scatola da 12 matite Matrice o Lastra Supporto di pietra, metallo o legno inciso con tecniche varie, usato ai fini della stampa. Matoir Attrezzo a forma di sfera a più punte, utilizzato in calcografia per ottenere il punteggio detto opus mallei. Mazzuolo di legno o di gomma Arnese a forma di martello con manico corto usato per la xilografia e per raddrizzare le lastre. Menabò Così è detto il progetto dell’impaginazione, che serve da guida all’impaginatore, anche se si tratta soltanto di uno schizzo. Si chiama così anche una semplice realizzazione preventiva di uno stampato, che serve a comprendere quale sarà l’effetto complessivo del lavoro ultimato. Mestica Composto di terre e olio di lino o vernici che viene usato per la preparazione di tavole, cartoni e tele da dipingere. Per la sua densità richiede di essere lavorata a lungo con la spatola. Mestica è pure la mescolanza di colori fatta dal pittore sulla tavolozza. Metodo della matita grassa Con una matita grassa, un pastello a cera, una matita litografica, un pastello ad olio o comunque altri strumenti da disegnare purché antiacidi si disegna su una lastra preparata all'acquatinta (con bitume giudaico, resina, colofonia o vernice a spruzzo). La traccia lasciata da un simile strumento è bene che sia aggredita da un mordente a bassa concentrazione. Alla fine dell'acidatura e la lastra pulita i segni che appariranno saranno lucidi e leggermente sgranati ai lati. In stampa si otterrà un segno simile a quello eseguito con un gesso sul muro. Se si vogliono, invece, ottenere segni più determinati e senza sbavature, prima di immergere la lastra nell'acido è necessario riscaldarla in modo che la matita grassa all'azione del colore si ammorbidisca e aderisca meglio e senza sbavature alla superficie preparata all'acquatinta. Una matrice cosi acidata si può utilizzare anche per ottenere l'immagine in positivo, cioè segni scuri su fondo chiaro, inchiostrando la stessa in fase di stampa con un rullo molto compatto. Metiletilchetone Utilizzato come sostitutivo dell'acetone quando è necessario l'impiego di un solvente meno volatile, il metiletilchetone scioglie gommalacca, colofonia, resine cellulosiche, resine epossidiche, molte resine fenoliche e acriliche, polistirolo ecc. E' un componente delle vernici viniliche e alla nitrocellulosa. Adatto anche per la pulizia di strumenti, attrezzi e lavaggio di parti meccaniche da impurità e prodotti chimici. Mezzaluna o berceau E' uno strumento formato da un manico di legno dove è innestato un blocchetto d'acciaio quadrangolare con il lato inferiore arrotondato a forma di mezzaluna, che presenta dei solchi fitti, paralleli molto affilati e appuntiti. Viene utilizzato nella maniera nera, vedi anche Mezzatinta. Berceaux maniera nera larghezza 25mm. 25 linee x cm. Berceaux maniera nera larghezza 25mm. 33 linee x cm. Berceaux maniera nera larghezza 25mm. 50 linee x cm. Berceaux maniera nera larghezza 40mm. 25 linee x cm. Berceaux maniera nera larghezza 40mm. 33 linee x cm. Berceaux maniera nera larghezza 40mm. 50 linee x cm. Mezzatinta Tecnica calcografica diretta. Si prepara la lastra con mezzi meccanici come il berceau o con graniture ottenute con sabbia, pomice e altri materiali al fine di ottenere un fondo scuro e granuloso dal quale, con una progressiva schiaritura con brunitoio e punta d’agata, si otterranno i toni più chiari. Microsfere al vetro Abrasivo che grazie alla sua sfrericità non irruvidisce le superfici e conferisce lucentezza ai metalli. Nella scala di Mohs ha durezza 6,8. Microscopio digitale Con ingrandimento variabile senza cambio lenti da 10x a 50x, che permette di visualizzare gli oggetti analizzati direttamente sullo schermo del proprio pc tramite porta USB. Le immagini risultano dettagliate e pulite grazie al controllo dell'ingrandimento e della messa a fuoco. Inoltre, offre la possibilità di salvare fermi immagine e filmati dell'oggetto analizzato. Microtrapano Strumento utilizzato per l'esecuzione di fori e molte altre operazioni. Millerighe Bulino piatto con molti piccoli solchi paralleli all'asse lungo la pancia (parte di sotto). produce righe parallele. Milligrana Piccola rotella imperniata su un corto stelo immanicato la cui circonferenza è formata da piccole cavità. Fatta rotolare premendola su un bordo stretto vi produce una fila di granette. Minio Ossido salino di piombo, di colore rosso. Ha proprietà isolanti. Miscela Aggregato omogeneo e uniforme di due o più sostanze solide, liquide o gassose che si mescolano conservando inalterate le loro proprietà chimiche Miscellanea Insieme di articoli, saggi e sim., relativi a uno o più argomenti, raccolti in un unico volume. Parola latina che tradotta letteralmente significa mescolare. Modulo La parola modulo (dal latino modus, "misura") ha numerosi significati. Genericamente significa qualcosa di ferro. Il materiale fotoindurito dal fototrasporto deve essere un buon isolante elettrico e resistente all'azione chimica dell'elettrolito. Questo, per le incisioni su rame, è costituito da cloruro di sodio o di ammonio. Il dissolvimento avviene non per azione dell'elettrolito, ma della corrente anodica. In confronto alla morsura chimica quella elettrolitica offre i vantaggi di una maggiore raggiungibile profondità; di superfici lisce sui fianchi e sul fondo delle incisioni, della possibilità di controlli intermedi mediante interruzione della corrente, di un migliore rapporto fra asportazione di metallo sui fianchi e sul fondo, di assenza di sottosquadri. Multiplo Lavoro d’arte a tiratura limitata. Mussolina o mussola Tessuto fine, leggero e trasparente, in tela di seta, lana, cotone, raion. Dal nome della città di Mossul in Mesopotamia. Di trama molto più sottile, la mussolina ha una flessibilità maggiore della tarlatana, ideale per i lavori finissimi. La mussolina è venduta al metro. N Nastro adesivo in carta Nastro adesivo con supporto in carta crespa e adesivo a base di gommaresina. E' particolarmente adatto per essere utilizzato nel settore della mascheratura, della verniciatura meccanica e industriale e nell' hobbistica. Una volta rimosso non lascia residui di colla ed è resistente fino a 60° C. Lunghezza rotolo 50 mt. Larghezze disponibili: 19 - 25 - 38 - 50 mm. Nastro biadesivo Nastro con entrambe le superfici adesive. Adatto per tutti i tipi di montaggi e sovrapposizioni. Natura morta Genere iconografico in cui il soggetto è costituito da oggetti inanimati (per esempio, frutta, fiori, strumenti musicali). Neri animali Pigmenti neri preparati mediante combustione incompleta di ossa d'animali. A differenza dei neri costituiti da nerofumo, essi contengono elevate quantità di sostanze minerali. Sono ancora usati per inchiostri di basso prezzo. Neri calcografici Sono composti di nero d'avorio e di nero di carbone. Il nero d'avorio è piuttosto bluastro e ha un tempo di essiccazione abbastanza lungo. E' coprente. Il nero di carbone è più forte ed ha un tempo di essiccazione più corto del nero d'avorio. La percentuale di questi due tipi di nero varia a seconda del nero interessato (vedere tabella di classificazione dei neri). I neri si differenziano non solo per la tinta ma anche per la viscosità. Sono composti da olio di lino a 200 poise (viscosità molto elevata), di olio di lino a 30 poise (viscosità media) e di olio di lino decolorato (viscosità legge/'a). La proporzione di questi tre olii darà una viscosità particolare ad ogni nero (vedere tabella di classificazione dei neri). La proporzione tra il tasso di pigmento e l'olio svolgerà anche un ruolo importante per la viscosità e la profondità del nero. Nerofumo Polvere finissima costituita quasi esclusivamente da carbonio puro (grafite microcristallina), ottenuta nella combustione incompleta di sostanze organiche. Industrialmente si produce partendo da derivati del catrame, gas naturali, ecc., con diversi procedimenti. Il nerofumo è usato nella fabbricazione degli inchiostri da stampa neri, dell'inchiostro di china, di accessori per elettro tecnica, nell'industria della gomma, ecc. Niello L'opera di niello consisteva nell'intagliare a bulino una piastra d'argento che veniva poi riempita di rame, piombo, zolfo e borace, fusi insieme in modo da averne una specie di lega nera fusibile ad una temperatura assai minore che non l'argento puro. Posta la massa fusa sulla lastra incisa, penetrava in tutti i tagli anche finissimi e poi asportato il superfluo e ben lucidato il tutto, appariva il disegno in nero sul fondo bianco dell'argento. Usavano però i niellatori provare la loro lastra prima di riempirla definitivamente della miscela nera. Perciò ne traevano una impronta negativa in creta finissima; da questa un'impronta in zolfo fuso. Negli incavi dello zolfo si metteva un po' di nero-fumo ed olio, onde potere osservare l'effetto dell'opera; se nessun tratto mancava, se erano abbastanza vicini, ecc., ecc. Così pure operava il buon Maso, e dicono che un giorno egli ponesse sbadatamente uno straccio umido sullo zolfo pieno già del nerofumo e sollevatolo poi vi scorgesse nitidamente stampato il suo disegno. Dopo lo straccio si provò con una carta umida compressa con un rullo e la incisione in incavo sul metallo fu inventata. Nigellum (niello) Sostanza nerissima,ottenuta dalla fusione di piombo, rame e zolfo. Non toxic (Akua) Nuove metodologie e materiali atossici: inchiostri, solventi, vernici, fotopolimeri... L’impegno per l'incisione atossica è un messaggio, da parte di chi non è più disposto a dare contributo all'inquinamento e a mettere a rischio la propria salute, quella dei collaboratori o addirittura degli studenti. Queste maniere atossiche sono tecnicamente superiori e più convenienti, hanno allargato il potenziale creativo del fare nell'incisione moltiplicandolo, c'è una rinascita proprio grazie alle alternative atossiche. L'incisione si sta evolvendo, riflette un'attitudine alla semplicità che supporta e incoraggia l'esplorazione, la scoperta e l'accessibilità. C'è una rinascita nel mondo dell'arte e dell'insegnamento dell'incisione, generata dalla versatilità tecnica e dalla convenienza dei nuovi metodi, le dinamiche creative ed espressive potranno subire enormi cambiamenti. Normografo Striscia di plastica o di metallo in cui sono intagliate lettere e numeri. Per la scrittura su lastre calcografiche il normografo va poggiato in maniera speculare. Nuance Particolare tono di colore che viene dato alla carta bianca per modificare la caratteristica giallastra della materia fibrosa. Se il tono di colore è azzurro si parla di azzurraggio. Numerazione Nell'angolo inferiore sinistro sempre sotto la stampa una frazione porta il numero d'ordine della stampa. La prima cifra (dividendo) designa il numero d'ordine della prova, la seconda (divisore) il numero della tiratura. La numerazione non deve seguire necessariamente l'ordine della stampa, in quanto l'ultima stampa ha la qualità e il valore della prima. Evidentemente meno prove si stampano (più bassa è la tiratura) più alto sarà il loro valore. O Occhiello (o occhietto): è la pagina col titolo dell'opera che precede il frontespizio; per estensione, tutta la pagina che lo riporta o le pagine bianche precedenti il frontespizio. Si possono avere occhielli intermedi prima di ciascuna parte in cui il libro è suddiviso. Ocra rossa L'ocra rossa è un pigmento naturale di uso assai diffuso derivato da un minerale ferroso chiamato ematite naturale. La formula chimica è: Fe2O3 · nH2O. L'etimologia rimanda alla parola greca sangue, data l'evidente colorazione rossa. Se l'ematite si presenta nera o grigio ferro, la polvere ricavata per il pigmento è, infatti, rosso bruna. Anticamente conosciuta come Ochra o Rubrica, ha diversi sinonimi tra cui i più diffusi sono Morellone, Terra Rossa di Spagna, Rosso di Prussia, Rosso di Norimberga, Majolica, Sanguigna, Terra Rossa di Venezia. Il nome varia anche in funzione della resa del pigmento, strettamente correlata alla presenza o meno di impurità. Può essere ottenuta anche artificialmente per calcinazione dell'ocra gialla, e viene talvolta adulterata con le aniline. Data la diffusione dell'ematite in numerosi paesi, anche il pigmento è stato utilizzato da popoli diversi e per espressioni artistiche anche lontane tra loro: dalla preistoria, agli affreschi rinascimentali, all'arredamento (stucchi, colorazione del legno), alla xilografia. È infatti impiegata nelle pitture rupestri, nella colorazione di statuette, negli antichi arredi funebri] come nell'affresco, nella tempera, nell'encausto e nella pittura ad olio, grazie al suo elevato potere coprente. La sua applicazione spazia dai pigmenti applicabili a pennello, alla classica sanguigna, il bastoncino rosso simile ad un gessetto con cui grandi maestri del rinascimento (Giorgione, Romanino), e oltre tracciavano gli schizzi dei loro affreschi. È pure usatissima nelle tecniche di xilografia occidentale e orientale. Sebbene reperibile in tubetti già pronti per l'uso nei colorifici qualificati, alcuni artisti tendono a preparare da se il pigmento, per poterne controllare la qualità, l'unicità e per ripercorrere il fascino delle vecchie tecniche pittoriche. Oleografia Procedimento di stampa litografica operato su superficie a trama evidente per ottenere riproduzioni a colori imitanti i quadri a olio, in uso soprattutto fra Otto Novecento. Olio di limone S'incorpora perfettamente a freddo con le vernici grasse, rendendole scorrevoli e permettendo di stenderle in tenuissimo strato; è siccativo nelle miscele. Scioglie i colori secchi e dà coesione ai vari strati della pittura. Olio di lino È un prodotto puro vegetale ottenuto dalla spremitura a pressione dai semi di lino. Trasparente, dall'odore caratteristico, l'olio di lino è fortemente siccativo a contatto con l'aria. Trova impiego nel restauro, sia come impregnante per legno, sia come diluente per vernici ad olio (tipo cotto). Tipi disponibili: cotto e crudo OLI CALCOGRAFICI CHARBONNEL OLIO CHIARO CO001050 OLIO GRASSO CO002050 OLIO FORTE CO004100 Olio essenziale Sostanza che rende il colore più trasparente e facile da stendere. Gli oli essenziali si ricavano dalla distillazione di alcune resine - come l'essenza di trementina che si ricava dalla resina delle conifere - o da alcuni fiori, tra i più comuni la lavanda, il rosmarino e lo spigo. Oli siccativi Oli vegetali ricavati generalmente per spremi tura di semi. Chimicamente sono esteri della glicerina con acidi grassi. La cottura ne provoca una polimerizzazione e quindi un ispessimento. Tanto gli oli siccativi che le vernici che se ne ottengono per cottura quando sono esposti all'aria in strati sottili solidificano formando una pellicola, per effetto di fenomeni di ossipolimerizzazione. Dagli oli siccativi si ricavano anche le resine sintetiche gliceroftaliche e stirenate, pure siccative. Il più importante degli oli siccativi è l'olio di lino, quindi nell'ordine, l'olio di legno di Cina o di Tung, l'olio di soia, di ricino disidratato, di perilla, di ioiticica. Oli siccativi e vernici e resine derivate sono usati come fluidi base o come componenti di veicoli di inchiostri grassi, essiccanti totalmente o parzialmente per ossipolimerizzazione. Olio di vaselina Conosciuto anche come olio di paraffina, è un olio minerale incolore altamente raffinato, insapore e inodore. Utilizzato come lubrificante di meccanismi delicati e come protettivo trasparente per metalli e legno, trova impiego anche come distaccante nella realizzazione di calchi. Opera omnia Complesso delle opere di un solo autore raccolte insieme. Termine latino che tradotto letteralmente significa: tutte le opere. Opus Voce latina che significa “opera, lavoro”. Opus mallei In latino lavoro di martello. In calcografia indica la tecnica per ottenere il punteggio nelle zone più scure dell'immagine, ottenuto con uno strumento composto da una sfera d'acciaio a più punte denominato matoir. Ovatta denominazione di vari semilavorati tessili simili al feltro, ottenuti spec. dalla sfilacciatura e cardatura di ritagli di cotone frammisti a cotone vergine e cascami di cotone ripuliti, utilizzati per imbottiture, imballaggi, ecc. Originale, Stampa Di seguito una lista di materiali che comunemente vengono erroneamente indicati con il termine, Pastello: • Crete Pastello; • Pastelli Acquarellabili; • Pastelli ad Olio; • Pastelli a Cera; • Matite a Pastello; Pastello morbido Generalmente ha una lunghezza di circa 9cm e può essere acquistato sia in singoli pezzi che in scatole di varie dimensioni. Alcune case produttrici suddividono le scatole, che variano dai 20 ai 60 pezzi, in due gamme di colori contraddistinte dalle lettere F e L: • F (Figura) adatte alla realizzazione di ritratti; • L (Landscape) adatte per i paesaggi. Il pastello in base all'impasto di cui è composto può essere: • Impasto Duro: di forma quadrata, adatto per tracciare linee più sottili rispetto agli equivalenti tondi. Nell'utilizzarli si deve stare attenti a non forzare il tratto, perché potrebbero scalfire il supporto del dipinto, impedendo a quest'ultimo di trattenere il pigmento. • Impasto Medio: di forma tonda, viene usato sia per lo schizzo preparatorio che per la rifinitura del dipinto. • Impasto Morbido: Usato principalmente per coprire vaste zone del dipinto, in quanto è più fragile e più polveroso e facile da sfumare. Crete Pastello Di forma quadrata si trovano in scatole di varie misure, data la loro consistenza sono adatte per le rifiniture e possono essere facilmente mescolate con i pastelli morbidi. Pastelli Acquarellabili Normalmente hanno una forma tonda, possono essere usati sia a secco che con l'aggiunta di acqua, hanno una consistenza più dura dei rispettivi pastelli morbidi e delle crete. Pastelli a Olio Di forma tonda e come suggerisce il nome, hanno come agglomenrante l'olio. Rispetto ai pastelli morbidi hanno una tonalità scura e una consistenza molto pastosa. Possono essere usati a secco e sfumati tramite gli appositi sfumini di carta o diluiti con la trementina e applicati tramite un pennello. Pastelli a Cera Di forma tonda hanno come agglomerante la Cera che gli conferisce un aspetto lucido. Matite a Pastello Sono simili ai pastelli secchi, quindi molto dure, distribuite sotto forma di matite, adatte per le rifiniture ma anche per creare opere complete. Matite Colorate A differenza dei pastelli morbidi non possono essere sfumate. Storia Il pastello morbido venne inventato dall'artista (minore) francese Jean Perréal (1455-1530), verso la fine del XV secolo. Leonardo da Vinci (1452-1519) fu uno dei primi in Italia ad utilizzarlo nei suoi studi e schizzi e ne riconobbe la paternità a Perréal, citandolo nel suo "Codice Atlantico" al foglio 247, con la frase "...una tecnica nuova per dipingere con differenti colori secchi...". Fu solo nel XVIII secolo tramite la famosa pittrice veneziana Rosalba Carriera (1675-1757) che il pastello venne utilizzato per creare vere e proprie opere d'arte e raggiunse il suo apice, nella realizzazione dei ritratti, tramite i pittori Maurice Quentin de La Tour (1704-1788) e Jean Baptiste Perronneau (1715-1783). Il pastello cadde in disuso, con l'arrivo della rivoluzione francese e la relativa scomparsa dei committenti aristocratici, sarà solo l'arrivo degli Impressionisti a dargli nuova vita. L'utilizzo del pastello si adatta molto bene, data la sua morbidezza, velocità di esecuzione e luminosità, alla nuova forma pittorica degli impressionisti "en plein air (all'aperto)", nel catturare i colori brillanti dei paesaggi, delle feste in campagna, a cogliere le delicate movenze delle ballerine e i sereni ritratti di donne e bambini. Nel XX Secolo, sempre più pittori hanno usato il pastello; tra cui Pablo Picasso. Passe-partout Foglio di cartoncino dove viene praticata una finestra, avente le dimensioni dell'immagine da incorniciare, e dove la stessa va applicata tramite due linguette. Nell'incorniciatura conservativa il passe-partout deve essere rigorosamente acid-free. Paternità Riguarda la filologia attributiva e concerne la qualità di autore di un’opera. P.d.A. (prova d'artista) Esemplare/i tirato dall’artista precedentemente e in aggiunta alla tiratura definitiva. Pleure E' una particolare carta utilizzata per ricopiare un disegno su una lastra da stampa, prima che venga incisa. Pece greca Nome commerciale della colofonia. Pece per cesellare Miscela di pece vegetale o bitume, polvere di mattone o gesso, olio di lino o strutto. Pecione Come la pece da cesellare ma più tenero perché contiene più olio o strutto. Serve per sbalzare. Pelure Tipo di carta molto sottile e spesso poca collata, pertanto morbida e quasi trasparente. Permeografia Procedimento di stampa basato sull'impiego di forme permeografiche (forme serigrafiche e forme con perforazioni sagomate. La caratteristica della stampa permeografica consiste nella proprietà della matrice, di far filtrare l'inchiostro che viene quindi trasferito sul supporto. Penna abrasiva Conosciuta anche come grattabugie, è uno strumento a forma di penna con anima interna (refill) intercambiabile disponibile in acciao, fibra di vetro e ottone, dal diametro di 5 mm. La penna abrasiva è utilizzate nel restauro per la pulitura a secco dei dipinti, per togliere incrostazioni dai metalli e per lucidarli. Se usata sul legno permette di evidenziarne le fibre e le venature. Una volta che l'anima interna si è consumata, la penna è ricaricabile con gli appositi refill di ricambio Tipi disponibili: acciaio - fibra di vetro - ottone Penna La penna d'uccello viene impiegata per il disegno a partire dal Medioevo, in Europa, e da un tempo molto più lontano, in Cina. La misura della penna permette di definire con precisione la larghezza del tratto d'inchiostro e l'agilità dell'esecuzione. A partire dal VI secolo si utilizzano per scrivere anche delle penne fatte di canna, che ricompaiono nel Rinascimento per il disegno. Le penne d'acciaio, troppo dure, servono poco per il disegno. Penna a sfera La penna attuale prende il nome dalla penna d'oca, la quale, intinta in un calamaio contenente inchiostro costituiva uno dei primi mezzi raffinati di scrittura. Successivamente alla penna d'oca pura e semplice fu aggiunto un pennino metallico che garantiva una maggiore resistenza della punta ed una maggiore uniformità del tratto. La penna a sfera, chiamata spesso anche biro in molte regioni del mondo, è uno strumento per scrivere su carta. Sembra che il primo a chiamarla biro sia stato Italo Calvino, dal nome del suo inventore, il giornalista ungherese László József Bíró. Si narra che Bíró vide un pallone rotolare in una pozzanghera e lasciare una striscia bagnata sull'asfalto. Pensò che questo principio potesse valere anche per l'inchiostro e così inventò questo tipo di penna. La punta della penna a sfera è realizzata normalmente in ottone, in alpacca o in acciaio inossidabile. All'interno della punta vi è una camera interna che contiene un inchiostro viscoso che viene distribuito sulla carta grazie al rotolamento di una piccola sfera metallica (del diametro compreso tra 0.38 e 1.6 millimetri) posta all'estremità della punta. Mentre in Cina ed in molti paesi asiatici vengono preferite le punte da 0.38 a 0.7 mm di diametro, che meglio si adattano alla loro scrittura a ideogrammi, nei paesi occidentali, al contrario, è di gran lunga più utilizzata la misura da 1 mm. Recentemente grazie allo sviluppo di nuovi inchiostri alcuni produttori hanno introdotto misure di sfera maggiorate fino a 1.6 mm che costituisce attualmente il limite massimo reperibile in commercio. I motivi che impediscono per il momento l'utilizzo di sfere di maggiore diametro sono principalmente due: - il rischio di fuoriuscita accidentale di inchiostro dalla punta - la difficoltà che la punta avrebbe nello scrivere immediatamente dopo l'appoggio sul foglio (proprietà tecnicamente detta starting). L'inchiostro si secca quasi immediatamente al contatto della carta, che deve essere preferibilmente un poco porosa. Poco costose, affidabili e senza necessità di manutenzione, le penne a sfera hanno in gran parte rimpiazzato le penne stilografiche. L'inchiostro delle penne a sfera, in particolare le Bic, ha un forte odore di mandorla. Penna d'oca Piuma di volatile. Utile per asportare le bollicine gassose che l'acido produce sui segni scoperti della lastra sottoposta a bagno corrosivo. Penna elettrica per incisione a vibrazione (elettropunta) Adatta all'incisione di zinco, rame, ottone, alluminio,vetro, ceramica, plastica, legno e acciai teneri. Pennellessa Pennello molto largo a punta piatta e quadrata, fatto di peli di setola di maiale. Pennelli I pennelli sono fatti con peli di animale (bue, martora) oppure sono fatti con peli sintetici. Per quanto riguarda la scelta tra i due tipi di pelo, sintetico o di animale, non esiste una regola ben definita: quelli sintetici dovrebbero essere usati per l'acquerello o la tempera, come ottima alternativa a quelli di martora, che sono molto costosi. Per l'olio si usano di solito quelli di bue o quelli di setola di maiale, quando la superficie da dipingere non è liscia. L'utilizzo dei vari pennelli dipende anche dalla praticità , da come uno si trova con quel prodotto, che effetti vuole creare. Qualunque sia il tipo di pelo dei pennelli è molto importante che non li lasciate per molto tempo abbandonati a sé stessi ed impregnati di pittura. Il colore si asciuga non soltanto sul vostro lavoro, ma anche sui peli dei pennelli (ovviamente), ed è difficile pulirli dopo che si sono seccati ed induriti. Se si lavora con colori ad acqua (tempere e acquerelli), ancora si è fortunati, perché i pigmenti colorati ed asciutti si reidratano a contatto con l'acqua ed il colore si scioglie; un caso a parte sono le tempere acriliche, perché seccandosi l'acrilico diventa una patina plastica inattaccabile che rovinerebbe il pennello, perciò bisogna pulire il pennello con acqua fredda e sapone dopo ogni seduta. Se si lavora con colori ad olio, la situazione si complica notevolmente e, anche se li si lascia a bagno per molte ore nell'acqua ragia, non tornano più morbidi come nuovi. A questo proposito vi segnalo che esiste uno strumento per tenere a bagno per molte ore i pennelli nell'acqua ragia senza che essi "stiano seduti" sulle setole, come succede normalmente se li lasciate a bagno in un bicchiere. L'oggetto in questione è una specie di secchiellino con il manico dotato di una spirale dove inserire i bastoni dei pennelli, così le setole sono sospese ed immerse nel solvente. Perciò è importante non permettere al colore di asciugarsi sul pennello. Quindi, terminato il lavoro, pulite il pennello molto bene con l'acqua o con l'acqua ragia (a seconda del solvente dei vostri colori) e strofinate delicatamente con un panno morbido imbevuto del solvente. A questo punto, indipendentemente dal tipo di solvente che avete usato (acqua o acqua ragia...) lavate i pennelli con acqua tiepida e sapone, strofinate tra le dita insaponate le setole del pennello, vedrete che la schiuma si colora. Tutto quel colore sarebbe rimasto attaccato ai peli indurendoli. Sciacquate e insaponate nuovamente finché la schiuma non si colora più . A questo punto il vostro pennello è perfettamente pulito e morbido. Di tanto in tanto, specie se si tratta di peli di animale, ungete le setole con olio di lino, rimarranno più morbide. Pennello da doratore Serve per prendere la foglia d'oro che è stata tagliata e adagiarla sul pezzo che va dorato. Ha un pelo molto morbido che fa aderire la foglia. Pennello di fibre sintetiche Le fibre sintetiche sono oggi utilizzate anche per i pennelli usati nella pittura ad olio. Hanno un'ottima punta, ma non trattengono il colore come quelli in pelo di martora e non sono altrettanto resistenti. Possono essere puliti molto facilmente e spesso senza deteriorarsi; ciò li rende particolarmente adatti per colori a rapida essiccazione come quelli acrilici e gli alchidici. Pennello di pelo di bue è realizzato con il pelo chiaro di orecchio di bue. Questi pennelli hanno un ottima resistenza, ma sono più grossolani, quindi meno adatti a lavori di precisione. Vengono generalmente usati per colpi di pennello nei casi in cui non è richiesta una punta particolarmente sottile. Pennello di pelo di martora I pennelli di pelo di martora Kolinsky (martora della Siberia e della Manciuria) sono i più pregiati. Estremamente robusti e molto elastici, hanno punte lunghe, sottili e molto resistenti. Sono pennelli particolarmente indicati per dipingere all'acquerello e per eseguire lavori di ritocco e decorazione. Pennello di pelo di scoiattolo impressionato (e quindi non sciolto dalla soda caustica). Il comune photoresist viene venduto in bombolette, in modo da poterlo spruzzare sulla basetta ramata; una volta spruzzato in modo uniforme va messo a riposare a bassa temperatura. Piombaggine Lo stesso che grafite. Piombo Conosciuto dall'antichità. Color bianco bluastro, all’aria si ricopre d'una patina grigiastra d'ossido. In acqua, in solforico, in cloridrico, forma uno strato protettivo insolubile. Soda e potassa caustiche, acido acetico, solforico concentrato caldo, lo attaccano. Fuso all'aria si copre d'uno strato d'ossido chiamato litargirio. Velenoso, tossico come metallo puro e in lega, come vapori, dà sindrome chiamata saturnismo che può portare a paralisi e morte. Duttile e malleabile, non incrudisce a temperatura ambiente perché ha temperatura di ricristallizazione sotto 0 °C. Entra come componente nelle leghe per saldatura dolce. Simbolo Pb MV 11.34 g/cm3 PdF 327.40 °C HB 4 Pirografia Tecnica d'incisione eseguita con una punta metallica riscaldata. PH Termine che indica il grado di acidità di un materiale, con PH7 neutro, PH0 totalmente acido e PH14 totalmente alcalino o basico. Il grado di PH è di fondamentale importanza nella conservazione delle opere cartacee Pinx, pinxt, pinxit, pingebat Latino "ha dipinto". In una stampa indica il nome dell'autore dell'opera originale da cui l'incisore a ricopiato. Placca Piastra di metallo larga e piatta. Placcatura • La placcatura elettrolitica è il deposito di un rivestimento metallico su un oggetto. La placcatura elettrolitica è realizzata passando una corrente elettrica attraverso una soluzione che contiene gli ioni metallici dissolti e l'oggetto metallico da placcare. L'oggetto metallico fa da catodo in una cella elettrochimica, attraendo gli ioni metallici dalla soluzione. Gli oggetti metallici ferrosi e non ferrosi sono placcati con una varietà di metalli, compresi alluminio, stagno, bronzo, cadmio, rame, cromo, ferro, piombo, nichel, zinco, così come metalli preziosi, quale oro, platino, ed argento. Processo di placcatura elettrolitica: Il processo coinvolge una fase importante di pretrattamento per garantire la qualità della placcatura (pulizia, rimozione dei grassi...). La fase di pretrattamento richiede un grande uso di solventi come il clorurato più un agente decolorante di superficie. Dopo di cio' vi sono le fasi di placcatura, sciacquatura, passivazione e essiccamento. • Il galvanotecnico e specializzato nella placcatura (cioe nell'applicazione di strati di metallo) su vari materiali, a scopo protettivo o decorativo. L'attivita e svolta come dipendente di imprese specializzate. Le sue attivita possono comprendere: la placcatura di superfici in metallo e in plastica attraverso il procedimento elettrolitico o a caldo utilizzando cromo, rame, cadmio, nichel, zinco, argento, oro, etc. Il procedimento può prevedere: la scelta di come condurre la placcatura con riferimento a durata, temperatura, voltaggio della corrente elettrica, spessore del metallo coprente; la preparazione dei bagni chimici; il lavaggio e la sgrassatura delle superfici da placcare; la placcatura per elettrolisi o immersione a caldo; il controllo del processo; la misurazione della placcatura a vista o con appositi strumenti di misura. Planografia Tecnica di stampa basata sull'utilizzo di forme o matrici piane: rientrano in questa categoria la litografia (stampa diretta) e il procedimento offset Plastica La plastica è una sostanza che si ottiene dalla polimerizzazione o dalla policondensazione di varie sostanze, sia di origine organica, come le resine vegetali e la caseina, che inorganica, come il petrolio. Esistono due categorie principali di plastica: quella termoindurente e quella termoplastica. La termoindurente, se lavorata a caldo, si indurisce permanentemente dopo aver attraversato uno stadio di temporaneo ammorbidimento. La termoplastiaca, al contrario, se sottoposta ad elevate temperature passa gradualmente dallo stato solido a quello liquido. Plastilina Per uso professionale di colore verde-grigio, non essicca all'aria ed è formulata per realizzare modelli, master e calchi. Adatta sia alla scultura artistica che all'oggettistica e al modellismo. Si può modellare, intagliare e scolpire ed è perfettamente compatibile con le gomme siliconiche RTV. Platorello Platorello in gomma comunemente usato per lucidatura e smerigliatura. Diametri disponibili: 160 mm. e 170 mm. Plexiglas Il polimetilmetacrilato (in forma abbreviata PMMA) è una materia plastica formata da polimeri del metacrilato di metile, estere dell'acido metacrilico, noto anche con i nomi commerciali di Plexiglas, Perspex, Lucite, Vitroflex, Limacryl e Resartglass. Chimicamente, è il polimero del metacrilato di metile. Nel linguaggio comune il termine metacrilato si riferisce generalmente a questo polimero. Questo materiale fu sviluppato nel 1928 in vari laboratori e immesso sul mercato nel 1933 dall'industria chimica tedesca Röhm. Di norma è molto trasparente, più del vetro al punto che possiede caratteristiche di comportamento assimilabili alla fibra ottica per qualità di trasparenza, e con la proprietà di essere più o meno in percentuali diverse, infrangibile a seconda della sua "mescola". Per queste caratteristiche è usato nella fabbricazione di vetri di sicurezza e articoli similari, nei presidi antinfortunistici, nell'oggettistica d'arredamento o architettonica in genere. Il PMMA è spesso usato in alternativa al vetro; alcune delle differenze tra i due materiali sono le seguenti: • la densità: quella del PMMA è 1,19 g/cm3, circa la metà di quella del vetro • il PMMA è infrangibile • il PMMA è più tenero e sensibile ai graffi e alle abrasioni; a questo generalmente si ovvia con un opportuno rivestimento • il PMMA può essere modellato per riscaldamento a temperature relativamente basse (100°C circa) • il PMMA è più trasparente del vetro alla luce visibile • A differenza del vetro, il PMMA non ferma la luce ultravioletta, quando necessario viene pertanto rivestito con pellicole apposite • il PMMA è trasparente alla luce infrarossa fino a 2800 nm, mentre la luce di lunghezze d'onda maggiori viene sostanzialmente bloccata. Esistono specifiche formulazioni di PMMA atte a bloccare la luce visibile e a lasciar passare la luce infrarossa di un dato intervallo di frequenze (usate, ad esempio, nei telecomandi e nei sensori rivelatori di fonti di calore) Pezzi di PMMA possono essere saldati a freddo usando adesivi a base di cianoacrilati oppure sciogliendone gli strati superficiali con un opportuno solvente - diclorometano o cloroformio. La giuntura che si crea è quasi invisibile. Gli spigoli vivi del PMMA possono inoltre essere facilmente lucidati e resi trasparenti. Il PMMA brucia in presenza di aria a temperature superiori a 460°C; la sua combustione completa produce anidride carbonica e acqua. Analogo al PMMA, ma con un atomo di idrogeno al posto del gruppo metile (CH3) che sporge dalla catena principale, è il polimetilacrilato, un polimero che si presenta come una gomma morbida. Tra gli esempi delle sue applicazioni si annoverano i fanali posteriori delle automobili, le barriere di protezione negli stadi e le grandi finestre degli acquari. Viene usato anche nella produzione dei "laser disc" (videodischi) e occasionalmente nella produzione dei DVD; per questi ultimi (e per i CD) è tuttavia preferito il più costoso policarbonato, per via della sua migliore resistenza all'umidità. La vernice acrilica consiste essenzialmente di una sospensione di PMMA in acqua, stabilizzata con opportuni composti tensioattivi, dato che il PMMA è idrofobo. Il PMMA possiede un buon grado di biocompatibilità con i tessuti umani, viene per questo usato nella produzione di lenti intraoculari per la cura della cataratta. Anche le lenti a contatto rigide sono realizzate con questo polimero; alcuni tipi di lenti a contatto morbide sono invece realizzate con polimeri simili, dove però il monomero acrilico ospita sulla sua struttura uno o più gruppi ossidrile, in modo da rendere il polimero maggiormente idrofilo, HEMA (idrossietilmetacrilato) In ortopedia il PMMA è usato come "cemento" per fissare impianti, per rimodellare parti di osso perdute o "riparare" vertebre fratturate (Vertebroplastica). Viene commercializzato in forma di polvere da miscelare al momento dell'uso con metacrilato di metile (MMA) liquido per formare una pasta che indurisce gradualmente. Nei pazienti trattati in questo modo, l'odore del metacrilato di metile può essere percepibile nel loro respiro. Benché il PMMA sia biocompatibile, l'MMA è una sostanza irritante. Anche le otturazioni dentali sono realizzate con un "cemento" analogo. In chirurgia estetica, iniezioni di micro-sfere di PMMA sotto pelle vengono usate per ridurre rughe e cicatrici. Il PMMA è un materiale sensibile alla corrente che lo attraversa e perciò viene utilizzato anche nell'industria microelettronica nei processi di litografia elettronica. Utilizzato pure per l'elevata conducibilità della luce viene impiegato anche per la realizzazione di fibra ottica. Pochoir Mascherina traforata di cartone o cuoio utilizzata per colorare a mano le stampe. Poise Unità di misura di viscosità; pari a una dina per secondo su centimetro quadrato. L'unità prende il nome dal fisico Jean Louis Marie Poiseuille. Polimerizzazione Processo d'aggregazione di più molecole di una stessa sostanza (inchiostro, olio), con formazione di macromolecole dalle proprietà differenti. Polimerizzato Sono disponibili alcuni prodotti che contengono esclusivamente olio di lino cotto mediante trattamento termico senza esposizione all'ossigeno. L'olio di lino cotto col solo trattamento termico è più denso e secca molto lentamente. Questi olii sono di solito commercializzati con la definizione "polimerizzato" o "stand-oil", sebbene alcuni possano essere semplicemente definiti "cotti". Pomice in polvere Polvere naturale finissima di origine vulcanica costituita prevalentemente da silice (SiO2), la pomice in polvere viene usata in tutte le operazioni in cui si necessita di un abrasivo naturale. Potassa Il carbonato di potassio (o potassa) è il sale di potassio dell'acido carbonico. A temperatura ambiente si presenta come un solido bianco inodore. È un composto nocivo, irritante. La potassa viene usata nella produzione artigianale del sapone. Il termine potassa è composto dal termine francese pot (= vaso) e dal termine tedesco asche (= cenere), perché un tempo la potassa si otteneva facendo bollire ed evaporare una miscela di acqua e ceneri di vegetali in vasi metallici. Potere coprente Charbonnel Il potere coprente o la trasparenza di un colore Charbonnel varia a seconda del pigmento utilizzato. Questa caratteristica è molto importante per la realizzazione delle opere con lastre diverse. Un colore coprente applicato su un colore trasparente non avrà lo stesso effetto di due colori trasparenti applicati uno sull'altro. Poupée Si indica così l'inchiostrazione a più colori, realizzata con piccoli tamponi, di una matrice da stampa. Ogni stampa è praticamente un pezzo unico, non essendo possibile riprodurre un’altra stampa perfettamente identica. Portfolio Cartella in cui si raccolgono le incisioni, materiale scritto o illustrato. F.to cm.35x50 con 12 buste F.to cm.50x70 con 12 buste F.to cm.60x80 con 12 buste F.to cm.70x100 con 12 buste Privilegio Liberatoria esclusiva rilasciata da un'autorità locale, che garantisce ad uno stampatore l'esclusività di stampare una determinata opera nel territorio locale. Il privilegio fu utilizzato fino alla fine del XVIII sec. Pulitura della lastra calcografica effettuata, dopo l' inchiostratura e a seguito di una prima pulitura con tarlatana, strofinando col palmo della mano reso ruvido e assorbente per mezzo di carbonato di magnesio. Questo procedimento produce nella stampa netti contrasti tra i bianchi e i neri. Punta d'argento Strumento metallico che regge una punta d’argento usato specialmente nel Quattrocento per disegnare e predecessore della matita attuale. Il termine è usato anche per indicare i disegni eseguiti a punta d’argento. Il disegno a punta d’argento era fatto su una carta specialmente preparata ed è caratteristico per delicate linee grigio - chiare di eguale intensità e spessore, sì che l’ombreggiatura era ottenuta attraverso una fittissima serie di linee parallele. La tecnica La punta d'argento è sicuramente una tecnica molto raffinata ed elegante, che rivela senza ombra di dubbio la vera abilità nel tratto di un disegnatore, ovvero ciò che si suole definire come "mano dell'artista". Il suo utilizzo è del tutto simile a quello di una normale matita, salvo degli accorgimenti preventivi per preparare il supporto. Questo può essere costituito da un foglio di carta da trattare usando il metodo tradizionale, ovviamente con pigmenti ed aggreganti "moderni" stesi in vari strati grazie all'ausilio di un pennello, dalla cosiddetta "carta tinta", ovvero fogli pre-trattati di vari colori e tonalità, da avorio o da un pannello di legno, anche multistrato. Per quest'ultimo il procedimento da seguire è piuttosto semplice: si versa gradualmente dell'acqua in un barattolo di cementite ad acqua (facilmente reperibile in ferramenta o negozi di brico), mescolando il tutto con un bastoncino, fino ad ottenere un composto con una densità desiderata. Con l'aiuto di una pennellessa, si spalma uniformemente uno strato della miscela su entrambi i lati della tavola. Una volta asciutta, con della carta vetrata molto fine si comincia a lisciare la superficie, in modo da far sparire eventuali asperità. Alla fine di questo procedimento, si otterrà una superficie bianca perfettamente levigata, pronta per essere disegnata con la punta d'argento. Come avevamo già accennato, questo strumento impiegato su un simile supporto da lo stesso effetto di una matita, con il vantaggio di avere tutti i gradi di tonalità senza dover cambiare matita: la tonalità infatti cambia con la variazione di pressione che si esercita sulla punta, mentre le ombreggiature vengono realizzate tramite una fittissima ragnatela di linee parallele. Data la particolare preparazione del supporto e la composizione della punta, i disegni fatti con questo strumento sono molto duraturi, anche se sono soggetti all'ossidazione: il tratto, costituito da sottili linee inizialmente grigio-chiare ben marcate, presenterà quindi una leggera brillantezza, sfumando su un seppia oppure su un nero caldo. Si possono ottenere molteplici effetti anche variando la composizione dello strato di copertura del supporto: in genere si utilizzano pigmenti che conferiscono un bianco opaco alla superficie, ma nulla vieta di aggiungere altre polveri colorate. C'è però un importante svantaggio da tenere ben presente: data la natura del tratto, è molto difficile cancellare gli eventuali errori commessi durante la realizzazione. Eventuali segni possono essere rimossi usando un piccolo pezzo di carta vetrata, anche se in questo modo si intacca anche la base del supporto. Se si dovesse comunque arrivare ad usare questo metodo, non si deve assolutamente respirare la polvere creatasi, in quanto contiene ossido di zinco e particelle di argento. Per "rifare la punta" alla punta d'argento, si utilizza ancora la carta vetrata, stando però bene attenti a non farla divenire troppo affilata, visto che dovrà essere pur sempre premuta anche sulla carta: l'estremità deve essere quindi leggermente arrotondata e, dopo ogni utilizzo, si consiglia di pulirla bene con un panno, per rimuovere un'eventuale polvere rilasciata dalla superficie. Punta di metallo Strumento usato sin dal Medio Evo per scrivere e disegnare su pergamena e su carta. Vengono utilizzati come metallo il piombo, lo stagno, l'argento, l'oro, il rame. Puntasecca (punta immediata o punta a rame nudo) Tecnica di incisione diretta, si incide la superficie della lastra con una punta di acciaio, o di leghe speciali o di diamante. Questa incisione non asporta il metallo, ma lo deforma, come l'aratro deforma la terra, creando ai bordi del solco delle sopraelevazioni, sempre chiamate barbe, molto più accentuate di quelle del bulino. Queste barbe vengono conservate e si affida anzi alla loro capacità di trattenere l'inchiostro la qualità di questa tecnica che rende i segni molto sensibili, dal più delicato al più forte, con i bordi sfumati. Le barbe sono ben presto deformate dalle puliture d'inchiostrazione e dalla pressione del torchio e costituiscono perciò una forte limitazione al numero di copie che è possibile tirare da una punta secca senza comprometterne la caratteristica qualità (più o meno 30 per il rame, 10 per lo zinco). Punteggiato Tecnica diretta ed indiretta. Consiste nell'eseguire il disegno-immagine mediante i punti addensati e rarefatti, invece delle linee. Gli arnesi sono dei punzoni, battuti con il mazzuolo, oppure delle punte che scoprono la protezione cerosa. Punte per incidere Aghi Ago d'istrice Chiodi Mandrino portapunte con tre punte fine-media-grossa Doppiapunta in acciaio ritorto Pennini Punta secca ammanicata diametro 3 mm. Punta secca ammanicata diametro 2,5 mm. Punta secca ammanicata diametro 2 mm. Punta secca ammanicata diametro 1,5 mm. Punta secca ammanicata diametro 1 mm Punta in acciaio temprato Punta multirighe Punta bilanciata Punta al vidiam Punta diamante montata Punta lingua di gatto dal n.1 al n.6 Spilli Punto di vista Corrisponde all'occhio dell'osservatore. Punto Elemento più piccolo del linguaggio visivo, prodotto da uno strumento che incontra una superficie. Punto d'ingrassaggio (manutenzione torchio calcografico) Il punto d'ingrassaggio (grease nipple nel gergo meccanico inglese) è un nottolino cavo a testa sferica al quale può collegarsi l'ingrassatore per pompare grasso nel circuito di lubrificazione. La luce di accesso è di solito protetta da una sferetta sostenuta da una molla (valvola a sferetta di ritegno); la pressione esercitata dal grasso in ingresso spinto dall'ingrassatore vince la forza della molla e preme la sferetta verso l'interno scoprendo il foro e lasciando fluire il grasso nel circuito. Prima di procedere all' ingrassaggio, è buona norma asportare l'eventuale sporco presente sul punto di ingrassaggio per evitare che venga spinto nel circuito dalla pressione. I più vecchi formano corpo solidale con una scatoletta cilindrica nella quale si pone il grasso; avvitando il coperchio si riduce il volume della scatoletta e il grasso viene spinto nel circuito di lubrificazione. Esistono in varie forme e dimensioni. A volte anche il punto d'ingrassaggio viene chiamato ingrassatore, come l'attrezzo usato per ingrassare. Punto di oliatura (manutenzione torchio calcografico) Il punto di oliatura (oil nipple nel gergo meccanico inglese) è un nottolino cavo al quale può collegarsi l'oliatore per pompare olio nel circuito di lubrificazione. La luce di accesso è di solito protetta da una sferetta sostenuta da una molla (valvola a sferetta di ritegno); la pressione esercitata dall'olio in ingresso spinto dall'oliatore vince la forza della molla e preme la sferetta verso l'interno scoprendo il foro e lasciando fluire l'olio nel circuito. A volte il punto di oliatura è costituito da un semplice foro attraverso il quale far fluire il lubrificante per gravità. Punzonatura La punzonatura è l'atto di imprimere un segno, o una forma, su una superficie mediante la pressione o la percussione di uno strumento detto punzone (dal latino "punctio", pungere). Questa tecnica veniva anticamente utilizzata nella lavorazione e decorazione di metalli e nella produzione di monete, poi anche per la dentellatura dei francobolli. Nell'arte della doratura su tavola, la punzonatura veniva adoperata per ottenere effetti di particolare preziosità e bellezza. Il primo esempio importante di punzonatura applicata all'arte pittorica si ha nell'affresco della Maestà di Simone Martini nel palazzo Pubblico di Siena (1315 circa). Al giorno d'oggi, la punzonatura si usa frequentemente in meccanica per lavorare le lamiere, tramite uno stampo o (matrice) ed un punzone che riproducono la forma del foro da ottenere. La lamiera viene appoggiata sullo stampo e la pressione del punzone provoca la recisione della lamiera. Si usano macchine automatiche (punzonatrici) per tagliare e forare lamiere metalliche (alluminio o acciaio) di spessore fino a 10 mm. Con punzonatrici evolute a controllo numerico (CNC) si possono effettuare lavorazioni di taglio e sagomatura (roditura) anche molto complesse in modo veloce e sicuro. Fino ai primi anni ottanta e fino alla diffusione degli impianti di ossitaglio, le punzonatrici furono l'unico modo pratico di tagliare e lavorare lamiere di spessore maggiore di 2-3 millimetri. Punzone È una punta di acciaio conica o piramidale per fare segni puntiformi. La punta, più o meno acuta, viene battuta sulla lastra con una mazzola di legno o di plastica. La forza dei colpi e la forma della punta sono gli elementi che determinano la intensità e la grandezza del punto. Si formano delle barbe di deformazione. Se si lasciano, i punti avranno la qualità della punta secca, con la corrispondente limitazione di tiratura, se si tolgono avranno la qualità del bulino. Il rapporto tra profondità e larghezza comporta, a parità di larghezza, segni più o meno neri perché con la profondità aumenta la quantità di inchiostro. PVC Il cloruro di polivinile, noto anche come polivinilcloruro o con la corrispondente sigla PVC, è il polimero del cloruro di vinile. È il polimero più importante della serie ottenuta da monomeri vinilici ed è una delle materie plastiche di maggior consumo al mondo. Gli utilizzi del PVC sono innumerevoli, per aggiunta di prodotti plastificanti può essere modellato per stampaggio a caldo nelle forme desiderate. Può essere ridotto a film oppure a liquido con cui vengono spalmati tessuti o rivestite superfici, serbatoi, valvole, rubinetti, vasche e fibre tessili artificiali. Le applicazioni più rilevanti sono la produzione di tubi per edilizia (ad esempio grondaie e tubi per acqua potabile) profili per finestra, pavimenti vinilici, film rigido e plastificato per imballi e cartotecnica. In termini applicativi, il PVC è la materia plastica più versatile conosciuta. Q Quadricromia Ai tre colori primari della Tricromia (Giallo, rosso e blu) si aggiunge il nero che rafforza nel risultato di stampa, le ombre e precisa il disegno. Quadrettatura Metodo che permette di copiare un'immagine ingrandendola o riducendola facilmente grazie a una griglia geometrica modulare. Quaterno (o quaternione o quaderno) Fascicolo (vd.) formato da quattro bifoli, uno dentro l’altro. In origine indicava il foglio piegato due volte, cosí da ottenerne quattro carte (otto pagine). Quinterno Fascicolo (vd.) formato da cinque bifoli, uno dentro l’altro. R Ramatura Procedimento elettrolitico di deposizione di uno strato di rame su altri metalli o superfici di altri materiali resi elettroconduttrici mediante metallizzazione a spruzzo o graffiatura. Nel campo grafico la ramatura viene applicata in galvanotipia. Rame Il rame è un metallo rosato o rossastro , di conducibilità elettrica e termica elevatissime, superate solo da quelle dell'argento; è molto resistente alla corrosione e non è magnetico. È facilmente lavorabile, estremamente duttile e malleabile; può essere facilmente riciclato e i suoi rottami hanno un alto valore di recupero; si combina con altri metalli a formare numerose leghe metalliche (si calcola che se ne usino almeno 400), le più comuni sono il bronzo e l'ottone; tra le altre, anche i cupronichel e i cuprallumini (detti anche bronzi all'alluminio). Inoltre il rame è batteriostatico, cioè combatte la proliferazione dei batteri sulla sua superficie. I due più comuni stati di ossidazione del rame sono +1 (ione rameoso, Cu+) e +2 (ione rameico, Cu++). Rame Matrice e stampa si indicano sovente con lo stesso termine; così dicendo, per rame si intende sia la lastra usata come matrice, sia l'immagine che ne consegue. Rame in foglia Si tratta di rame in foglia di prima qualità martellato tra due spessori di cuoio che lo rendono molto sottile e maneggevole.