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Tesina "povertà educativa e comportamenti devianti", Tesine di Maturità di Scienze Umane

Nella complessità della società umana, i comportamenti devianti rappresentano un argomento di studio cruciale per comprendere le dinamiche sociali, psicologiche e culturali che influenzano il modo in cui gli individui si relazionano e si comportano all'interno di una collettività

Tipologia: Tesine di Maturità

2022/2023

Caricato il 26/08/2023

mary10000
mary10000 🇮🇹

4

(1)

16 documenti

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Scarica Tesina "povertà educativa e comportamenti devianti" e più Tesine di Maturità in PDF di Scienze Umane solo su Docsity! POVERTA EDUCATIVA E COMPORTAMENTI DEVIANTI FRANKENSTEIN Frankenstein's monster is considered deviant because it doesn’t conform to the accepted norms of human society. Due to its unnatural nature and physical deformity, it is marginalized and rejected by the human community. This leads it to behave in ways that are considered deviant, such as murder and revenge, in response to its social marginalization. Parlo di Frankenstein… The story of "Frankenstein" shows how an individual who is marginalized, isolated, and rejected by society can develop deviant behavior as a response to such marginalization. LA DEVIANZA (SCIENZE UMANE) Ogni comportamento che "devia" (cioè si allontana) dalle norme socialmente stabilite è compreso dai sociologi sotto la denominazione di "devianza". In primo luogo. definire "deviante" una condotta in rapporto a una norma socialmente costituita ha un'immediata conseguenza: nessun comportamento è di per sé deviante e ciò che appare tale in un certo contesto sociale o momento storico può non esserlo in altri tempi e luoghi. In secondo luogo, quando parliamo di "norme sociali" ci riferiamo, come sappiamo, a una pluralità di regole di condotta, La loro violazione, di conseguenza, genera torme molto diverse di devianza, che possono andare dal rifiuto più o meno cosciente delle convenzioni sociali alle forme più efferate di criminalità. L'atto criminale costituisce per la società un problema maggiore dei comportamenti stravaganti e anticonformista delle persone Le usanze e i costumi morali non sono ugualmente praticati all'interno della società da tutti membri, mentre le norme giuridiche, emanate allo Stato, valgono in modo indifferenziato per tutti gli individui. Può capitare cosi che un soggetto non appaia "deviante" dal punto di vista dei valori del gruppo sociale a cui appartiene, ma sia considerato tale dal punto di vista della legge o di altri gruppi sociali Può capitare anche che norme morali accettate e condivise dall'intera comunità divengano il sostegno di comportamenti che, di fatto, sono devianti. Come si origina la devianza? Questi interrogativi hanno suscitato l'interesse di molti studiosi. Nella seconda metà dell'Ottocento, in piena cultura positivista, il criminologo Cesare Lombroso (1835- 1909) ipotizzò addirittura un'origine biologica della devianza e arrivò a sostenere che i criminali fossero identificabili attraverso precise caratteristiche fisiche, La specificità di un approccio sociologico alla devianza è data dal tentativo di mettere in correlazione l'insorgenza di condotte devianti con determinate variabili di natura sociale È all'interno della Scuola di Chicago che nascono i primi studi sul fenomeno della devianza. In queste opere la condotta deviante viene vista come il prodotto di una particolare subcultura, cioè di un complesso di idee, valori, modelli di comportamento e linguaggi elaborato da un certo gruppo, all'interno del quale l'individuo compie un percorso di socializzazione. I sociologi di Chicago, inoltre, studiarono il rapporto tra le diverse comunità devianti e la contigurazione spaziale della vita urbana, mostrando come esse tendessero maggiormente a proliterare in certe aree territoriali piuttosto che in altre, precisamente in quelle dove era più alta la disorganizzazione sociale. In secondo luogo, quando parliamo di "norme sociali" ci riferiamo, come sappiamo, a una pluralità di regole di condotta, La loro violazione, di conseguenza, genera torme molto diverse di devianza, che possono andare dal rifiuto più o meno cosciente delle convenzioni sociali alle forme più efferate di criminalità. L'atto criminale costituisce per la società un problema maggiore dei comportamenti stravaganti e anticonformist delle persone Le usanze e i costumi morali non sono ugualmente praticati all'interno della società da tutti membri, mentre le norme giuridiche, emanate allo Stato, valgono in modo indifferenziato per tutti gli individui. Può capitare cosi che un soggetto non appaia "deviante" dal punto di vista dei valori del gruppo sociale a cui appartiene, ma sia considerato tale dal punto di vista della legge o di altri gruppi sociali Può capitare anche che norme morali accettate e condivise dall'intera comunità divengano il sostegno di comportamenti che, di fatto, sono devianti. Come si origina la devianza? Questi interrogativi hanno suscitato l'interesse di molti studiosi. Nella seconda metà dell'Ottocento, in piena cultura positivista, il criminologo Cesare Lombroso (1835- 1909) ipotizzò addirittura un'origine biologica della devianza e arrivò a sostenere che i criminali fossero identificabili attraverso precise caratteristiche fisiche, La specificità di un approccio sociologico alla devianza è data dal tentativo di mettere in correlazione l'insorgenza di condotte devianti con determinate variabili di natura sociale È all'interno della Scuola di Chicago che nascono i primi studi sul fenomeno della devianza. In queste opere la condotta deviante viene vista come il prodotto di una particolare subcultura, cioè di un complesso di idee, valori, modelli di comportamento e linguaggi elaborato da un certo gruppo, all'interno del quale l'individuo compie un percorso di socializzazione. I sociologi di Chicago, inoltre, studiarono il rapporto tra le diverse comunità devianti e la contigurazione spaziale della vita urbana, mostrando come esse tendessero soggetti particolari, ma costituiscono un'esperienza comune alla maggior parte degli individui. In secondo luogo, perché l'analisi delle carriere devianti mostra che vere e proprie motivazioni si sviluppano solo dopo che l'attività deviante si è consolidala Bisogna inoltre considerare che l'opera di etichettamento non è indipendente da variabili socio- ambientali, nel senso che una persona appartenente a uno strato sociale più basso ha maggiori probabilita di essere stigmatizzata come delinquente. Un ragazzo di "buona famiglia" ha minori probabilità di scivolare verso una carriera deviante perché è facile che il suo gesto venga interpretato come una "bravata"dovuta all'età, che avrà come conseguenza solo una severa punizione da parte dei genitori. Alcuni comportamenti non ci appaiono "normali" proprio perché contravvengono ad alcune norme, ovvero a ciò che ci si aspetta dalle persone in determinati contesti. ● È possibile partire da questa considerazione per definire il concetto di norme sociali: ovvero quelle regole, scritte e non, che prescrivono come devono comportarsi individui e gruppi in determinate situazioni della vita sociale Secondo una classifica proposta dal sociologo William Sumner, le norme sociali possono essere classificate in tre tipi principali: ● Gli stateways dette anche norme giuridiche, cioè quelle norme emanate dallo Stato il cui rispetto è obbligatorio per tutti membri della società ● I mores, ovvero i costumi, si tratta di norme perlopiù tramandate oralmente, ma cui la collettività riconosce un forte rilievo dal punto di vista morale ● I folkways cioè delle usanze e consuetudini praticate all'interno di una società ma prive di un riferimento al valore e all’etica Possiamo dire che un esempio di “stateways” è quella norma trasgredita da una persona che compra senza pagare, rientra nei “mores" la norma violata da chi non rispetta il dolore delle persone colpite da un lutto; mentre è una semplice “usanza” quella di indossare il pigiama per andare a letto e non in altre situazioni ● Le norme possono essere esplicite, oppure rimanere implicite. Ad esempio, sul nostro regolamento d'istituto non compare il divieto di partecipare alle lezioni in costume, ma si tratta di una consuetudine scontata. Le norme giuridiche sono sempre formulata espressamente questo affinché possono essere conosciute da tutti poiché come si suol dire “la legge non ammette ignoranza” ROSSO MALPELO L'elemento principale che può essere associato alla devianza nella storia è la rappresentazione della marginalizzazione sociale di Rosso Malpelo. Il suo aspetto fisico insolito e il suo comportamento ruvido e violento lo rendono un emarginato nella società. È oggetto di pregiudizi e discriminazioni da parte degli altri minatori e dei suoi coetanei. Questa emarginazione sociale può essere vista come una forma di devianza rispetto alle norme sociali stabilite. Rosso Malpelo vive in una miniera e affronta continue umiliazioni e maltrattamenti da parte dei minatori più grandi e forti. Il suo aspetto e il suo status sociale lo rendono un bersaglio facile per gli altri ragazzi, che lo bullizzano e lo isolano. Questo bullismo è alimentato dalla discriminazione sociale e dall'ignoranza delle persone nei confronti di Rosso Malpelo. L'emarginazione si riferisce alla situazione in cui un individuo o un gruppo viene escluso o messo ai margini dalla società o da un determinato contesto sociale. Questa emarginazione può essere dovuta a diverse ragioni, come la povertà, l'appartenenza a gruppi minoritari, l'orientamento sessuale, l'identità di genere o altre caratteristiche che li rendono diversi o "non conformi" alle norme sociali prevalenti. Anche in questo contesto c’è il più forte che vuole sovraffare il più debole, e questo è un atteggiamento di bullismo. Fa parte della raccolta “vita dei campi” 1880 L’opera narra di un ragazzo dai capelli rossi che lavora in una cava. Vittima dei giudizi verso che ai capelli rossi, il giovane non riceva affetto nemmeno dalla madre, che non ricorda manco il nome del figlio e che lo sospetta di rubare i soldi dallo stipendio che lui stesso porta alla famiglia. Malpelo lavora con il padre, mastro Misciu (soprannominato misciu bestia, perchè lavora instancabile, come una bestia da soma), che l’unico a dimostrare affetto. Spinto dal disperato bisogno di soldi, Mastro Misciu accetta la pericolosa richiesta di lavorare all’abbattimento di un pilastro, compito rifiutato dagli altri lavoratori. Una sera mentre sta scavando, viene sepolto da un crollo e il figlio, disperato chiede inutilmente aiuto per cercare di tirare fuori il padre, arrivando a scavare a mani nude, senza risultato. Come forma di risarcimento alla famiglia, Malpelo viene assunto nella cavia. I primi giorni continua volutamente a scavare nel luogo in cui ha visto per l’ultima volta il padre, addirittura si immobilizza ogni tanto come se sentisse dei rumori, ma il narratore dice che è solo il diavolo che sussurra qualcosa nelle sue orecchiacce. Poco dopo, un ragazzino inizia lavorare alla cava, e per il modo di camminare viene soprannominato ranocchio. Mal pelo dimostra a Ranocchio il suo affetto, esattamente come lo hanno insegnato a lui: lo picchia senza motivo, e se non si difendeva lo faceva ancora più forte. Lui dice “ se non sai difenderti da me che non ti voglio male, come farai a difenderti dagli altri”, Effettivamente Malpelo non sa dire ri voglio bene, ma dice non ti voglio male; se non riceviamo mai una carezza come possiamo pensare di essere capaci di regalarla a qualcuno? Quindi Malpelo prova a insegnargli le regole della sopravvivenza in miniera, in cui dominano violenza e prevaricazione. Un giorno per caso viene ritrovato il cadavere di mastro misciu, mal pelo raccoglie gli oggetti appartenenti al padre li costudisce come tesori. Ranocchio si ammala di su tubercolosi e muore, lasciando Mal pelo solo al mondo. Un giorno bisognava esplorare un nuovo passaggio nella cava e si cercava qualcuno che compiesse il pericoloso incarico, con il rischio di non tornare mai più, il padrone cerca il volontario. Tutti guardano Malpelo, si addentra in un un cunicolo per non uscirne mai più. Dopo la sua scomparsa e lavoratori della cava temono di vederselo spuntare da un momento all’altro con i suoi capelli rossi e occhiacci grigi. PCTO. PROCESSO PENALE (DIRITTO) LA GIURISDIZIONE PENALE Giurisdizione penale: ha lo scopo di punire i colpevoli di reati, ovvero di comportamenti considerati pericolosi per la collettività e non solo per la vittima, per i quali lo Stato interviene in prima persona per assicurare la sicurezza ai cittadini. 1° grado  Giudice di pace che ha competenza per cause semplici (percosse, minacce)  Tribunale (rapina, stupefacenti, alcool)  Corte d’Assise, composta da 8 giudici: 2 togati (hanno vinto il concorso e sono laureati in magistratura) e 6 giudici popolari. Si occupa dei reati di sangue. 2° grado  Tribunale  Corte d’Appello  Corte d’Assise d’appello, per le sentenze della Corte d’Assise (idem 8 giudici) 3° grado  Corte di cassazione. COME SI ATTIVA IL PROCESSO PENALE? Le indagini si aprono con la notizia del reato, che solitamente avviene per denuncia dalla parte offesa, ma potrebbe trattarsi anche di una denuncia d’ufficio, ad esempio in caso di omicidio in cui il processo penale parte automaticamente. Solitamente la denuncia è facoltativa, ma ci sono dei casi in cui è obbligatoria, ad esempio se si riceve denaro falso, se si viene a conoscenza di un attentato, di un furto, di un imbroglio nelle competizioni sportive… Nel momento in cui si fa denuncia, la notizia di reato viene registrata nel Registro delle notizie di reato, nel quale si procede all’iscrizione delle persone su cui verranno effettuate indagini.