Scarica Tecniche e artisti della calcografia: dall'incisione al disegno e più Guide, Progetti e Ricerche in PDF di Storia Antica solo su Docsity! 1 L’Acquaforte Alice Morgana Anno Accademico 2021/2022 Corso di Grafica-Illustrazione Materia: Grafica 2 Docente: Prof. Giuseppe Calderone 2 INDICE Introduzione _____________________________Pag 3 I materiali e i procedmenti__________________Pag 4-7 L'Acquaforte in Italia_______________________Pag 7-11 Appendice________________________________pag 12-14 Bibliografia e Webgrafia_____________________Pag 15 5 importante per la buona riuscita della preparazione. Lo strato è molto consistente e sopporta bagni acidi molto lunghi, pur non offrendo la stessa facilità di tratteggio di quella tenera. Lo strato preparatorio deve essere infatti inciso in modo tale da mettere a vista il metallo. LE PUNTE O STILI PER IL DISEGNO lo strumento necessario per disegnare è una punta d'acciaio il più delle volte inserito in un’ impugnatura di legno. Lo stilo può avere forme e calibri diversi a seconda del segno desiderato. Può essere conico, piatto, trapezoidale o avere altre sagome personalizzate dall'artista. Per creare linee di diverso spessore si usano stili di diverso calibro, si possono ripassare più volte i segni oppure affiancarli e lasciare che in fase di morsura si fondano. Per incidere la vernice dura è necessaria una punta molto affilata a differenza di quella tenera, fu infatti inventato un nuovo strumento, l'èchoppe, ovvero la ciappola. La punta a ciappola si realizza tagliando obliquamente la punta di uno stilo d'acciaio, ricavando così una specie di unghiatura. IL TRASPORTO DEL DISEGNO Consiste nel cospargere di sanguigna il verso del disegno da trasportare, per ottenere un effetto simile a quello della carta carbone. Dopodiché basta ricalcare con una punta non tagliente il disegno sulla vernice per poi iniziare l’incisione della figura con lo stilo d'acciaio. 6 I MORDENTI la qualità dell'acido utilizzato per incidere è decisivo per il risultato finale del procedimento. Il mordente incide i tratti disegnati sia in profondità che in larghezza proporzionalmente alla durata del bagno nell'acido. Gli incisori hanno sempre cercato di comporre sostanze acide per allungare il tempo di morsura, senza che le aree con i tratteggi più fini si rovinassero. Tutti questi tentativi di creare un composto acido adatto non sono altro che delle varianti del mordente olandese, ovvero una sostanza in uso dal XVI secolo composta di acqua, acido cloridrico, clorato di potassio e cloruro di sodio. LA MORSURA la morsura è il momento più delicato del procedimento di incisione in diretta. Attraverso la corrosione dei segni il progetto grafico potrebbe anche corrompersi. Per eseguire la morsura è necessario che la sostanza acida venga a contatto con il metallo della lastra. Un modo che veniva utilizzato era quello di far divenire la matrice il fondo di una bacinella dentro la quale si colava il mordente. Un altro sistema è quello di musura per colata, che consiste nel posizionare la lastra su un piano inclinato, sotto il quale è posto un recipiente con l'acido, una brocca smaltata poi e usata per attingere e versare la sostanza sul rame disegnato, per diverse volte fino a raggiungere la profondità degli incavi desiderata. La morsura multipla permette di variare il tono chiaroscurale delle aree incise. Il sistema per ottenere incavi di diversa profondità è di effettuare diversi bagni acidi, proteggendo ogni volta le parti che si ritengono abbastanza incise, usando la cosiddetta vernice di riserva. Per fare ciò l'artista deve estrarre ogni volta che serve la 7 lastra dall'acido, sciaquarla, togliere i residui di mordente e asciugarla, per poi stendere la vernice e reimmeggerla nell'acido. L'ACQUAFORTE IN ITALIA PARMIGIANINO E BAROCCI Il Parmigianino1 è noto per essere il primo artista ad aver inciso "da pittore", nel senso di riscoperta, di originalità e libertà grafica d'espressione. A Roma parmigianino aveva potuto notare nell'opera di Raffaello il perfetto equilibrio della forma, e la capacità di includere con esso la sfumatura dell'effetto atmosferico, sintesi tra movimento fisico e moto spirituale. L'artista nei suoi modi operativi procedeva sperimentando particolari strumenti e materiali che erano parti molto importanti nella costituzione e contenuto formale delle opere. Difatti, il sistema di contorni chiusi della scuola di Raffaello, lascia il posto a segni sottili, reticoli irregolari e aperti. I corpi e gli oggetti non sono ingabbiati dentro linee continue perché Parmigianino lascia piccole aperture. Da qui il chiarore entra e si irradia nelle figure e negli oggetti, il bagliore si diffonde e i corpi risultano intrisi di luce, sfaldati nel dato atmosferico. Viene attribuita a lui la trasformazione della tecnica acquafortistica, verso la sua reale potenzialità di resa atmosferica e pittorica, che fino ad ora erano esclusi nella pratica calcografica. 10 sua composizione non è corrosa dal pessimismo che annulla ogni tentativo di riscatto per l'uomo ma esiste uno spiraglio per la salvezza, e consiste nell'accettare il proprio fato. CANALETTO Canaletto si era formato nella bottega del padre Bernardo, pittore di scenari teatrali, di questo primo periodo non abbiamo testimonianze. Verso il 1719 Canaletto cominciò a prendere le distanze dalla scenografia fino ad abbandonarla per passare definitivamente alla pittura, attraverso la costruzione teatrale aveva appreso la prospettiva e maturato la consapevolezza dello spazio, della luce e acquisito delle capacità tecniche che gli saranno utili quando inizierà il percorso dell'incisione. Nel 1719 il viaggio a Roma con il padre, è fonte di ispirazione per la sua carriera da incisore, poichè affascinato dalla particolartà e dalla luce dei luoghi. Per quanto riguarda l'esperienza grafica del Canaletto è decisivo l'incontro con Visentini che avrebbe, sotto la guida del pittore, impostato le nuove lastre e rivisto quelle già esistenti modificando un elemento determinante nel complesso delle vedute, la resa dell'acqua. Al 1741 si fa risalire la sua raccolta "Vedute, Altre prese dai Luoghi Altre ideate"6, nella quale risulta evidente la sicurezza e la ricchezza del segno, che non può essere di un artista alle prime prove e la presenza di alcuni particolari già elaborati in altre stampe. 11 GIOVANNI BATTISTA PIRANESI Piranesi voleva privilegiare la grandezza delle sue invenzioni immortalandole dentro volumi e spazi netti, delineati e volutamente statici, amplificando poi questi effetti di gigantismo attraverso una scala colossale e il rimpicciolimento delle figure. Il suo obbiettivo finale era quello di esaltare le sue capacità progettuali. Tuttavia affrontava altre stampe diversamente concependo le stesse come un capriccio di fantasia, dove le linee di contorno delle architetture erano brevi e frammentarie. Questo dualismo stilistico dato dal contrasto tra l'innato pittoricismo delle sue origini venete e l'incisione romana rimarranno nella sua produzione. Alle vedute di Roma Piranesi dedicherà tutta la sua vita, raccolta iniziata presumibilmente nel 1746. L'artista sceglie un'impostazione spaziale con uno schema disegnativo accurato e architetture caratterizzate e ricche di particolari, senza rinunciare alla resa della descrizione ambientale. Nel corso degli anni Cinquanta l'artista riesce a fondere assieme le sue esperienze arrivando a sfruttare tutte le potenzialità dell'acquaforte, ottenendo una resa chiaroscurale considerata irraggiungibile grazie alla tecnica della morsura multipla. Nelle vedute dell'ultimo periodo della sua attività, soprattutto in quelle dei monumenti antichi, sembra che la natura vada affermando il suo dominio, riappropriandosi delle costruzioni. Tutti gli elementi danno l'impressione di amalgamarsi. Concludendo, il percorso incisorio piranesiano si può definire un passaggio, da un'acquaforte "bionda"7 ad un'altra caratterizzata da ampie zone d'ombra8. 12 APPENDICE 1- La sepoltura di Cristo-Parmigianino 2- La visione di Assisi-Barocci 3- Il Parnaso –Pietro Testa