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Tesina sulla povertà, Esercizi di Sociologia

esercitazione sulla definizione di povero

Tipologia: Esercizi

2018/2019

Caricato il 17/11/2022

zeno.00
zeno.00 🇮🇹

5

(1)

8 documenti

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Scarica Tesina sulla povertà e più Esercizi in PDF di Sociologia solo su Docsity! Tesina sulla povertà Zeno Cairoli Cos’è la povertà? Chi è il povero? Il concetto di povertà può essere analizzato secondo diverse prospettive: se lo si considera come condizione di un soggetto ci si può riferire alla povertà assoluta e alla povera relativa. Per povertà assoluta si intende la mancanza della capacità d’acquisto di beni e servizi necessari a soddisfare uno standard di vita ritenuto “minimo accettabile”. Per povertà relativa invece si intende una capacità d’acquisto coerente agli standard di vita prevalenti all'interno di una data comunità e comprendente bisogni che vanno al di là della semplice sopravvivenza, dipendente dall'ambiente sociale, economico e culturale e che quindi varia nel tempo e nello spazio. Se invece si considera la povertà come elemento delle relazioni sociali, i soggetti definiti poveri sono parte esclusa ed emarginata di una società. In Italia la povertà assoluta è in crescita dal 2016 ad oggi, nell’anno 2017 è stata registrata una percentuale pari al 28,9% di residenti in Italia a rischio di povertà o di esclusione sociale. L’area maggiormente a rischio è quella del mezzogiorno e i soggetti minacciati sono le famiglie con cinque o più membri. Rispetto alle direttive europee l’Italia ha attuato delle politiche di contrasto alla povertà insufficienti, il tutto è stato evidente con la grande crisi che ha attraversato il nostro paese nel 2009. Dunque l’intervento di istituzioni comunitarie e lo stanziamento di diversi fondi hanno permesso al paese di dotarsi di un piano nazionale di contrasto alla povertà. Sono stati istituiti dunque il Reddito di Inclusione (REI) nel 2018 e il Programma Operativo Nazionale (PON) nel 2014. Osservazione L’osservazione è stata svolta principalmente in due contesti: la stazione ferroviaria di Asti dove ho attuato un’osservazione in terza persona e non partecipativa nel contesto. la parrocchia n.s. di Lourdes di Asti dove ho attuato un’osservazione palesando il motivo della mia presenza a due volontarie della Caritas e ad alcune persone durante la distribuzione degli abiti usati. l’osservazione presso la stazione ferroviaria di Asti mi ha permesso di delineare delle figure principali che rispecchiano la definizione povertà assoluta, tra queste: 1. clochard di sesso maschile di apparente origine caucasica che durante il tempo dell’osservazione non hanno avuto interazioni con il mondo esterno ma sono rimasti seduti in terra tra i loro oggetti, chiedendo l’elemosina con un cartello di cartone; 2. ragazzi di colore che indossavano abiti dismessi e si ritrovavano in gruppo a parlare. Nei confronti di questi poveri ho notato un certo sospetto da parte dei pendolari, i quali erano visivamente diffidenti nel passare accanto a questi ragazzi. 3. donne di apparente etnia zingara che chiedevano l’elemosina al di fuori della stazione. In particolare questa “tipologia di povero” ho potuto osservarla anche nei pressi dei supermercati di diverse città. L’elemento comune di questa osservazione è stata l’indifferenza che la fetta di società in contatto con questa realtà ha nei suoi confronti. I pendolari passavano vicino a chi chiedeva l’elemosina fingendo di non vedere. L’osservazione svolta presso la parrocchia mi ha permesso di venire a contatto principalmente con madri, sia italiane che straniere; la povertà osservata appartiene alla povertà relativa. Le donne italiane affermano di venire in Caritas perché viene offerto loro un aiuto economico quando non riescono a far fronte alle spese per le bollette e possono prendere gli indumenti usati per i loro figli. Molte di queste donne lavorano ma sono senza marito e faticano a coprire tutte le spese e a badare ai figli. Alcune di loro si sono organizzate in modo da creare una sorta di turno per andare a prendere i propri figli a fine scuole senza chiedere permessi sul posto di lavoro. Le madri straniere faticano a parlare la lingua, spesso sono qui in Italia sole con i figli, sono disoccupate o svolgono un lavoro sottopagato. In parrocchia vengono principalmente per prendere indumenti usati per loro stesse e la loro famiglia.