Scarica TFA Sostegno 2024 IX ciclo - Appunti di Legislazione Scolastica e più Appunti in PDF di TFA Sostegno solo su Docsity! FONDAMENTI DI LEGISLAZIONE SCOLASTICA EVOLUZIONE STORICA DELLA SCUOLA ITALIANA LEGGE CASATI 1859: con la nascita del Regno d’Italia viene ereditato il sistema scolastico creato con la legge Casati, il cui obiettivo è di combattere l’analfabetismo e togliere alla chiesa cattolica l’esclusività dell’istruzione, per affidarla allo Stato. La pubblica istruzione era articolata in 3 livelli: - Istruzione primaria e tecnica; - Istruzione secondaria classica; - Istruzione superiore universitaria. La scuola elementare era di 4 anni, due inferiori obbligatori e gratuiti, e due superiori, a carico dei Comuni. L’istruzione classica operava dopo le elementari e constava di un ginnasio di 5 anni e del liceo per 3 anni. L’istruzione tecnica era impartita per 3 anni dopo l’elementare del grado inferiore e per altri 3 anni dopo il grado superiore. LEGGE COPPINO 1877: fu la prima riforma varata dal Governo, che innalzava a 3 anni la durata dell’istruzione elementare obbligatoria, portandola a 5. Si poteva ottemperare all’obbligo di istruzione anche privatamente e tramite insegnamento in famiglia, purché i genitori dimostrassero di averne cultura e mezzi. LA SCUOLA ITALIANA AGLI INIZI DEL ‘900 I problemi della scuola erano: persistente analfabetismo, difficoltà dei Comuni di reperire le risorse finanziarie per assicurare la fornitura di edifici e maestri per le scuole elementari, carenza di insegnanti formati. LEGGE ORLANDO 1904: prevedeva che l’istruzione obbligatoria giungesse fino ai 12 anni, con un corso Popolare formato dalle classi di quinta e sesta per i ragazzi che non continuavano gli studi. Si prendeva in considerazione l’idea di una scuola media, unica per coloro che avessero intrapreso l’istruzione classica o tecnica, che però non fu attuata; LEGGE DANEO – CREDARO 1911: le scuole elementari passano sotto la giurisdizione dello Stato, mentre rimangono ai Comuni quelle dei capoluoghi e dei comuni con un numero di analfabeti inferiore al 25% della popolazione. Migliorano le condizioni dei maestri, introducendo retribuzioni minime e il fondo pensionistico. Vengono istituiti i patronati scolastici per assicurare l’assistenza alle famiglie più povere. Si istituisce il liceo scientifico; RIFORMA GENTILE 1923: rimase in vigore fino alla Legge Moratti del 2003. L’istruzione scolastica divenne obbligatoria fino ai 14 anni. L’alunno che terminava la scuola elementare, di 5 anni, aveva quattro opzioni: - il ginnasio che dava accesso al liceo; - l’istituto tecnico; - l’istituto magistrale; - la scuola complementare, con indirizzo tecnico, agrario, commerciale, poi detta “scuola di avviamento professionale”, che non consentiva di proseguire gli studi oltre. Fu confermato l’insegnamento obbligatorio della religione cattolica nelle scuole primarie. Successivamente, il Concordato Stato-Chiesa del 1929 estese la religione cattolica a tutti gli ordini e gradi di istruzione. Si pose il limite di 35 alunni per classe. Vengono istituite scuole speciali per ciechi e sordomuti. LA SCUOLA AL TEMPO DELLE LEGGI RAZZIALI Le leggi razziali del 1938 esclusero gli ebrei dalla possibilità di insegnare nelle scuole e università, vietando la frequenza di alunni ebrei nelle scuole statali. RIFORMA BOTTAI 1939: fu un progetto di riforma mai entrato in vigore per il sopraggiungere della Seconda guerra mondiale. Si trattava di una riforma che sanciva l’obbligo scolastico di 8 anni e prevedeva dopo la scuola elementare l’introduzione di una scuola media unica di 3 anni. L’ISTRUZIONE E L’EDUCAZIONE NELLA COSTITUZIONE Gli articoli della Costituzione riguardanti istruzione ed educazione sono: ARTICOLO 3: pone l’uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge e il pieno sviluppo della persona umana; ARTICOLO 7: parla dei rapporti tra Stato e Chiesa, regolati dai Patti Lateranensi; ARTICOLO 29: riguarda i diritti della famiglia, come società naturale fondata sul matrimonio; ARTICOLO 30: diritti e doveri dei genitori; ARTICOLO 31: sostegno alle famiglie, protezione infanzia e gioventù; ARTICOLO 33: libertà di insegnamento; ARTICOLO 34: la scuola è aperta a tutti e vi è obbligo di istruzione; ARTICOLO 117: riformulato dalla l.cost. 3/2001, distingue tra competenze legislative statali e regionali in materia di istruzione e formazione. LA NUOVA SCUOLA MEDIA LEGGI N. 348 e 517 del 1977: si supera la distinzione tra scuola media triennale e i corsi di avviamento professionale, e nasce una scuola media unica per tutti. Viene anche introdotta la figura dell’insegnante di sostegno. AUTONOMIA SCOLASTICA LEGGE BASSANINI 59/1997: l’articolo 21 di tale legge introdusse il concetto di “autonomia scolastica”, poi ulteriormente declinato dal DPR 275/99; PARITA’ SCOLASTICA LEGGE 62/2000: si introduce la parità scolastica tra scuole statali e non statali. OBIETTIVI 2001 Si vuole aumentare la qualità, l’efficienza e l’efficacia dei sistemi di istruzione formazione, facilitando anche l’accesso ad essi. RIFORMA MORATTI L. 53/2003: prese vita attraverso una serie di decreti delega attuativi, superati poi dalle riforme Gelmini e Fioroni. Punti essenziali della stessa furono: - Scuola dell’infanzia, non obbligatoria, di durata di 3 anni; - Istituzione del Primo ciclo di istruzione (scuole elementari e medie), con un unico esame finale a conclusione dell’intero ciclo; - introduzione dell’insegnamento obbligatorio dell’inglese sin dalla scuola primaria; - pari dignità tra sistema di istruzione statale e sistema di formazione professionale regionale; - personalizzazione degli insegnamenti (quota opzionale insegnamenti); - Adempimenti individuali , come preparazione delle lezioni, correzione degli elaborati; - Adempimenti collegiali , fino a 40 ore annue, come partecipazione a riunioni del Collegio dei docenti (CDD) e di programmazione e verifica di inizio e fine anno, e informazione alle famiglie dei risultati degli scrutini trimestrali, quadrimestrali e finali; partecipazione ai Consigli di classe, interclasse e intersezione; svolgimento degli scrutini e degli esami. Nel “rapporto con famiglie e studenti” il Consiglio di istituto, in base alle proposte del Collegio dei docenti, definisce modalità e criteri degli stessi, assicurando l’accessibilità al servizio. Art 30 CCNL sono previste delle attività aggiuntive ed ore eccedenti prestate col consenso del docente e compensate a parte. Diritti del docente libertà di insegnamento; retribuzione; assistenza e previdenza; assentarsi per motivi legittimi; mobilità territoriale e professionale; elettorato attivo e passivo negli organi collegiali; libertà sindacali; diritto allo studio; trattamento di quiescenza. Il principio di LIBERTA’ DI INSEGNAMENTO è sancito all’art. 33 della Costituzione che dice che “l’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento”. Inoltre, il d.lgs 297/1994 all’art. 1 afferma che “ai docenti è garantita la libertà di insegnamento intesa come autonomia didattica e come libera espressione culturale del docente”. Le FERIE sono previste per il dipendente con contratto di lavoro a tempo indeterminato Esse sono un diritto irrinunciabile, pari a 32 giorni all’anno. Il personale a tempo indeterminato ha anche diritto a PERMESSI retribuiti per svolgere concorsi ed esami (8gg); lutto (3gg); matrimonio (15gg); motivi personali (3gg). Compatibilmente con le esigenze di servizio sono previsti i PERMESSI BREVI sia per contratti a tempo determinato sia indeterminato, su domanda e non superiori alla metà dell’orario giornaliero individuale o max 2 ore. Sono previste ASSENZE PER MOTIVI DI SALUTE che non superino i 18 mesi nel triennio (periodo di comporto) + altri 18 mesi senza retribuzione e per gravi patologie. È prevista la possibilità di richiedere una ASPETTATIVA, non retribuita, per motivi familiari, di lavoro, di studio e personali. I DIRITTI SINDACALI sono analoghi a quelli dei lavoratori privati in forza dell’estensione dello Statuto dei lavoratori, l. 300/1970. Tali diritti sono: diritto di associazione sindacale, diritto di sciopero, diritto a manifestare il proprio pensiero nel luogo di lavoro, diritto a non essere sottoposto a controlli a distanza sul lavoro, diritto alla riservatezza, diritto a non essere sottoposto ad accertamenti sanitari per fini non riconosciuti, diritto alla repressione della condotta antisindacale. Anche i docenti godono del DIRITTO ALLO STUDIO. L’art. 3 del DPR 395/1988 afferma che esso ha a disposizione un permesso di 150 ore retribuite annue per conseguire un titolo di studio. Doveri del docente dovere di buon andamento e imparzialità; osservanza obblighi contrattuali; rispetto degli ordini superiori; dovere di condotta irreprensibile; osservanza del segreto d’ufficio; responsabilità civile, penale, amministrativa e disciplinare; incompatibilità con altri impieghi e con lezioni private. INCOMPATIBILITA’ Il d.lgs 297/94 afferma all’art. 58 il divieto di lezioni private ad alunni della scuola; richiedere autorizzazioni al dirigente per lezioni ad altri. Infatti, nessun alunno può essere valutato da docenti che gli abbiano impartito lezioni private. Divieto di cumulo con altro impiego pubblico. Divieto di attività commerciale, industriale o altro lavoro dipendente. Divieto di esercizio di libere professioni, se non con autorizzazione del dirigente scolastico. RESPONSABILITA’ Professionale: la violazione di quanto stabilito nel Codice civile in materia di contratto di lavoro subordinato e dal D.lgs 297/94; Penale: è sempre personale e sussiste in caso di omissione di atti d’ufficio, falsità materiale commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici, rivelazione e utilizzazione di segreti d’ufficio; Patrimoniale, amministrativa, contabile e civile verso terzi: quando il docente, violando gli obblighi di servizio, provoca con colpa o dolo un danno alla PA o a terzi. CODICE DI COMPORTAMENTO L’art 54 del d.lgs 165/2001 disciplina il codice di comportamento dei dipendenti pubblici. Le sanzioni disciplinari sono contenute nel d.lgs 297/94; nel d.lgs 150/2009 (decreto Brunetta); DPR 62/2013, e sono: - Rimprovero verbale; - Rimprovero scritto o censura; - Sospensione fino a un mese; - Sospensione da un mese a sei mesi; - Destituzione. FORMAZIONE E AGGIORNAMENTO è diritto – dovere del docente ed è inteso come l’adeguamento delle conoscenze allo sviluppo delle scienze per singole discipline e nelle connessioni interdisciplinari. La partecipazione a tali attività è un diritto ma anche un obbligo. A tal proposito ogni tre anni si elabora il Piano nazionale di formazione, che detta le priorità nazionali in tema di formazione. Le attività di formazione sono inoltre parte del servizio durante l’anno di prova e devono essere svolte contestualmente ad esso secondo la l. 107/2015. La formazione dev’essere coerente col PTOF . Il DM 850/2015 prevede i “criteri di valutazione del personale docente in periodo di formazione e prova”. Tale periodo è volto a verificare la padronanza degli standard professionali da parte dei docenti neo-assunti in relazione a: a) corretto possesso delle competenze culturali, disciplinari, didattiche e metodologiche; b) corretto possesso delle competenze relazionali, organizzative e gestionali; c) osservanza dei doveri connessi allo status di dipendente pubblico; d) partecipazione ad attività formative. PROFILO DELL’INSEGNANTE DI SOSTEGNO è un docente in possesso di diploma di specializzazione circa le problematiche della disabilità ed integrazione scolastica, abilitato a svolgere attività di sostegno ai sensi dell’articolo 14 comma 2 della l. 104/1992. È contitolare delle sezioni e classi in cui opera. Ha il compito e la responsabilità della progettazione e apprendimento, nel rispetto della valorizzazione della diversità. Viene assegnato all’istituto in rapporto all’intera popolazione scolastica, nella misura di 1 unità ogni 138 alunni. Formazione 1975: formazione monovalente rivolta al personale docente interessato (DPR 970/75); 1986: formazione polivalente; 1997: corsi intensivi per il personale di ruolo soprannumero (riconvertire con 400 ore); 1998: formazione biennale demandata all’Università (DL 460/98); 2000: corsi di 400 ore riservato a specializzati SSIS; 2002: corso di 800 ore riservato ai docenti della secondaria di 1° e 2° grado in possesso di abilitazione; Legge 53/2003: formazione iniziale universitaria per tutti i docenti; DPR 249/2010 – DM 2011: formazione universitaria di durata annuale. Competenze possedute DM 30/09/2011: - Area competenze interdisciplinari : conoscenze di natura teorica e operativa; interazione corpo – mente, psicomotricità, comportamento; competenze didattiche speciali; competenze per disabilità sensoriali e intellettive; - Area competenze organizzative : saper costruire il progetto educativo coi colleghi di lavoro e del consiglio di classe; saper co-ideare e co-condurre progetti innovativi per l’integrazione; competenze in ambito giuridico normativo sull’integrazione scolastica; - Area competenze psico-pedagogiche : competenza pedagogica nello sviluppo del PEI per il Progetto di Vita; competenze di osservazione/valutazione secondo l’approccio ICF dell’OMS; competenze teoriche e pratiche nel campo della pedagogia speciale; saper governare le relazioni, le dinamiche e i conflitti. L’insegnante di sostegno è assegnato alla scuola per interventi individualizzati di natura integrative e in favore della generalità degli alunni. Essi assumono la contitolarità delle classi. Deve collegare i bisogni alle risorse necessarie, secondo una logica progettuale. Effettua interventi mirati soprattutto ad accompagnare il Progetto di vita dell’alunno disabile (L. 328/2000) e ad attivare i diversi supporti di sostegno. Coordina il progetto di integrazione, in fase di progettazione e di realizzazione. Suggerisce ai colleghi nuove modalità di insegnamento/apprendimento ai colleghi. Insieme ai colleghi compila i documenti relativi al disabile: Profilo dinamico funzionale (PDF); il Piano educativo individualizzato (PEI), in collaborazione con gli operatori ASL e la famiglia. Partecipa a tutte le riunioni dei Collegi e consigli di classe. PEI – Piano educativo individualizzato elaborato dal Consiglio di classe a inizio anno, stilato sulla base del singolo alunno e delle indicazioni dell’ASL. PDP – Piano didattico personalizzato Il Consiglio di classe lo elabora obbligatoriamente per i DSA. Per costoro NON è previsto l’insegnante di sostegno. (DSA disciplinati con l.170/2010) BES introdotto con DM 27/12/2012. Sono i figli di genitori separati, oncologici, adottati. NON è previsto obbligo di elaborare PDP; tuttavia è possibile, a meno che la famiglia non rifiuti di accettarlo. Legge 104/1992 legge dell’integrazione L’avvio del percorso di rendicontazione rappresenta per la scuola una occasione per riflettere sulla propria Mission e per promuovere l’innovazione e il miglioramento delle proprie prestazioni, identificando i propri stakeholder. Gli elementi del bilancio sociale possono essere delineati nel seguente modo: a) Qualità della scuola; b) Assetto istituzionale e organizzativo; c) Obiettivi e priorità; d) Servizi resi e azioni di miglioramento; e) Risorse umane; f) Sinergie con la comunità territoriale. Con il DPR 275/99 fu anche introdotto il POF o Piano dell’Offerta Formativa, ossia il documento fondamentale che costituisce la identità culturale e progettuale delle istituzioni scolastiche. In esso sono infatti esplicitate la progettazione curriculare ed extracurriculare, educativa ed organizzativa, che dev’essere coerente con gli obiettivi generali educativi dei diversi tipi ed indirizzi di studi, determinati a livello nazionale. Esso riflette le esigenze del contesto culturale di riferimento. Ogni istituto scolastico, nell’elaborazione del proprio POF (oggi PTOF), individua gli obiettivi più confacenti col territorio nel quale opera. Si è poi previsto un ampliamento dell’offerta formativa, sviluppando l’idea di percorsi formativi integrati, in accordo con Regioni ed enti locali, anche per realizzare iniziativa in favore degli adulti. E qualora si renda necessario, per l’assenza di personale adeguato, è possibile ricorrere a personale esterno. Spetta al Consiglio d’Istituto, sentito il Collegio dei docenti, disciplinare i criteri di scelta e il limite massimo dei compensi attribuiti. Il DPR 275/99 disciplina anche le modalità di creazione di RETI DI SCUOLE, nonché di scuole ed enti vari. L’accordo di rete può avere ad oggetto: 1) attività didattiche di ricerca, sperimentazione, sviluppo e aggiornamento; 2) amministrazione e contabilità, ferma restando l’autonomia dei singoli bilanci; 3) acquisto di beni e servizi coerenti con le finalità istituzionali. L’accordo deve individuare l’organo responsabile della gestione delle risorse e del raggiungimento delle finalità del progetto, la durata, le competenze e i poteri, le risorse professionali e finanziarie messe a disposizione dalle singole istituzioni. L’accordo è poi redatto mediante atto pubblico. Il DPR 275/99 stabilisce poi che dal 2000 sono state attribuite alle istituzioni scolastiche autonome competenze prima appartenenti all’amministrazione centrale e periferica, relativamente a: carriera scolastica degli alunni; iscrizioni, certificazioni e frequenze; valutazione dei debiti e crediti formativi; partecipazione a progetti territoriali e internazionali; amministrazione e gestione delle risorse; stato giuridico e economico del personale; abolizione delle autorizzazioni ed approvazioni concernenti le funzioni attribuite alle istituzioni scolastiche. Sempre nell’ottica dell’autonomia, fondamentale è stata la riforma del Titolo V della Costituzione, che ha riformulato l’articolo 117 mediante la legge costituzionale 3/2001. L’autonomia scolastica è quindi stata costituzionalizzata, in applicazione dei principi di sussidiarietà e decentramento. L’articolo 117 al comma 2 afferma che lo Stato ha la legislazione esclusiva riguardo l’istruzione solo relativamente alle norme generali che la regolano; mentre il comma 3 include, tra le materie di legislazione concorrente Stato – Regione l’istruzione, salva l’autonomia delle istituzioni scolastiche e con l’esclusione della istruzione e formazione professionale, che è invece materia di legislazione esclusiva delle Regioni. Successivamente, con l’entrata in vigore della legge 107/2015 (La Buona Scuola) e con l’istituzione dell’organico dell’autonomia, l’autonomia didattica permette di programmare il potenziamento del tempo scolastico, oltre i modelli e quadri orari previsti, tenendo conto delle scelte degli studenti e delle famiglie. Il CURRICOLO NAZIONALE Spetta al Ministero individuare gli obiettivi generali del processo normativo, quelli specifici di apprendimento, le discipline e le attività che costituiscono la quota nazionale dei curricoli, il monte ore annuale, l’orario obbligatorio annuale per realizzare la compensazione tra le discipline, gli standard relativi alla qualità del servizio, gli indirizzi generali di valutazione degli alunni ecc. Il CURRICOLO DELL’AUTONOMIA Spetta alle istituzioni scolastiche determinare il curricolo obbligatorio per i propri alunni, per integrare la quota nazionale con la quota riservata all’autonomia. La determinazione del curricolo d’istituto tiene conto delle esigenze formative degli alunni e delle esigenze espresse dalle famiglie. Il decreto ministeriale 234/2000 fu il primo regolamento recante norme in materia di curricoli dell’autonomia delle istituzioni scolastiche. In esso veniva determinato l’85% del monte ore annuale come obbligatorio, mentre il 15% era la quota riservata alle scuole. Tale proporzione è stata modificata dal decreto ministeriale del 2005, portando al 20% la quota riservata alle scuole per gli istituti del primo e secondo ciclo. Alla quota di autonomia del 20% del monte ore annuo, si aggiunge negli istituti tecnici e professionali un ulteriore numero di ore che ogni scuola può programmare in autonomia, detto SPAZIO DI FLESSIBILITA’. Inoltre, con la legge 107/2015 il POF è stato trasformato in PTOF, ampliandone l’orizzonte temporale e portandolo a 3 anni. Esso va predisposto entro il mese di ottobre dell’anno scolastico precedente al triennio di riferimento e contiene la programmazione delle attività formative rivolte al personale docente ed ATA, la definizione delle risorse occorrenti. Può essere rivisto annualmente entro il mese di ottobre. L’Ufficio scolastico regionale verifica che il PTOF rispetti il limite dell’organico assegnato a ciascuna istituzione scolastica e trasmette al MIUR gli esiti di tale verifica. Infatti, il PTOF indica: gli insegnamenti e le discipline che coprano il fabbisogno dei posti comuni e di sostegno dell’organico dell’autonomia, tenendo conto della quota di autonomia dei curricoli e degli spazi di flessibilità, nonché del numero di alunni con disabilità; il fabbisogno dei posti per il potenziamento dell’offerta formativa. Prima della legge 107, gli indirizzi generali erano forniti dal Consiglio di istituto al Collegio dei docenti affinché esso si attivasse nella elaborazione del POF; ora invece rientra nell’attività del Dirigente scolastico, in accordo con le realtà territoriali e le associazioni di genitori e studenti. Iter di formazione del PTOF Il Collegio dei docenti elabora il PTOF sulla base degli indirizzi proposti dal Dirigente scolastico, e il Piano è poi approvato dal Consiglio di Istituto. Obiettivi del PTOF sono: - Potenziamento delle competenze linguistiche; - Potenziamento delle competenze logico – matematiche; - Potenziamento delle competenze musicali e artistiche; - Sviluppo delle competenze di cittadinanza attiva; - Sviluppo di comportamenti responsabili, nel rispetto della legalità e della sostenibilità ambientale; - Potenziamento delle discipline motorie; - Sviluppo delle competenze digitali; - Potenziamento delle metodologie laboratoriali; - Prevenzione e contrasto alla dispersione scolastica e al bullismo; - Potenziamento dell’inclusione scolastica e del diritto allo studio degli alunni con BES; - Interazione con famiglie e comunità locale; - Apertura pomeridiana delle scuole; - Incremento alternanza scuola – lavoro; - Valorizzazione dei percorsi formativi individualizzati; - Alfabetizzazione e perfezionamento dell’italiano; - Definizione di un sistema di orientamento. Tutta la normativa italiana trova input dall’Europa. A Lisbona nell’anno 2000 si sono riuniti tutti i tecnici dell’UE che hanno elaborato gli “Obiettivi 2010” per rafforzare la scuola europea. Tutti gli alunni europei devono avere le stesse potenzialità e gli stessi obiettivi. Attualmente abbiamo l’ “AGENDA 2030”: sono sempre obiettivi europei che tutti gli alunni devono realizzare, per divenire cittadini europei. SNV – SISTEMA NAZIONALE DI VALUTAZIONE Il DPR 80/2013 disciplina il “Regolamento sul sistema nazionale di valutazione in materia di istruzione e formazione”. In base ad esso, i soggetti che concorrono al sistema nazionale di valutazione sono: - INVALSI – Istituto nazionale di valutazione del sistema di istruzione e formazione: spetta ad esso verificare gli standard del sistema scolastico. Trae origine dal CEDE, ossia il Centro europeo dell’educazione. Rientra tra le agenzie disciplinate dal decreto 300/99; si tratta di strutture dotate di autonomia e soggette al controllo della Corte dei conti. Le funzioni dell’Invalsi sono: a) assicurare il coordinamento funzionale del sistema nazionale di valutazione; b) proporre protocolli di valutazione e programmare visite all’interno delle istituzioni scolastiche da parte dei nuclei di valutazione esterna; c) definire gli indicatori di efficacia ed efficienza in base ai quali il sistema di valutazione individua le scuole che necessitano di supporto; d) definire gli indicatori per la valutazione dei dirigenti scolastici; e) curare la formazione e l’inserimento in apposito elenco degli esperti dei nuclei per la valutazione esterna. L’Invalsi, inoltre, partecipa alle indagini internazionali e iniziative in materia di valutazione in rappresentanza dell’Italia. Predispone poi prove di valutazione nazionali a cui sono sottoposti gli alunni delle classi II e V primaria, III secondaria di primo grado, II e V secondaria di secondo grado; - INDIRE – Istituto nazionale documentazione, innovazione e ricerca educativa: esso è l’erede della biblioteca di documentazione pedagogica istituita a Firenze. L’Indire svolge compiti quali: a) sviluppo di un sistema di documentazione finalizzato alle esperienze di ricerca e innovazione didattica e pedagogica; b) creazione di servizi materiali a sostegno dell’attività didattica; c) sviluppo di sistemi tecnologici e documentari; d) collaborazione col Ministero per la gestione dei programmi progetti europei, tra cui Erasmus. L’Indire, insieme all’Invalsi e al Corpo ispettivo, è parte integrante del sistema nazionale di valutazione. Si occupa, infatti, di formazione in servizio del personale docente e non docente e dei dirigenti scolastici, ed è connessa all’Europa mediante il “Lifelong Learning Program” per l’apprendimento permanente.; - CONTINGENTE ISPETTIVO. Il processo di valutazione al quale sono sottoposte le istituzioni scolastiche è articolato nel seguente modo: 1. AUTOVALUTAZIONE: realizzata dal NIV – Nucleo interno di valutazione, mediante analisi e verifica del proprio servizio sulla base dei dati resi disponibili dal sistema informativo del Ministero delle rilevazioni. Esso è un rapporto di autovalutazione in formato elettronico, secondo un quadro di riferimento proposto dall’Invalsi (RAV) e la conseguente elaborazione di un piano di miglioramento; 2. VALUTAZIONE ESTERNA: a cura del NEV – Nucleo esterno di valutazione, e si articola in: individuazione di situazioni da sottoporre a verifica sulla base degli indicatori di efficienza ed efficacia; visita nelle scuole selezionate da parte dei nuclei costituiti dal Dirigente tecnico/ispettore e/o due esperti scelti dall’elenco predisposto dall’Invalsi; ridefinizione dei piani di miglioramento. A partire dall’anno scolastico 2014/15, le scuole hanno avviato un processo di autovalutazione su una apposita piattaforma messa a disposizione dal Miur per generare un proprio rapporto di autovalutazione (RAV). Il RAV si articola in 5 sezioni: 1) contesto e risorse: analisi della popolazione scolastica, del territorio, delle risorse economiche, materiali e professionali; 2) esiti degli studenti: risultati scolastici, risultati di prove invalsi, le competenze chiave di cittadinanza; 3) processi e pratiche educative didattiche messe in atto: il curricolo, la progettazione e la valutazione, l’organizzazione dell’ambiente, attività di inclusione; 4) processo di autovalutazione; 5) individuazione delle priorità con cui si intende agire per migliorare gli esiti, in vista della predisposizione del piano di miglioramento. Si vuole ottenere la PIENA REALIZZAZIONE DEL CURRICOLO DELLA SCUOLA, valorizzando le potenzialità e gli stili di apprendimento, mediante lo sviluppo di un METODO COOPERATIVO, nel rispetto della libertà di insegnamento, l’INTEGRAZIONE CON LE FAMIGLIE e col TERRITORIO mediante forme di flessibilità dell’autonomia didattica e organizzativa. Ciò si ottiene anche mediante l’articolazione modulare del monte orario di ciascuna disciplina, potenziando il tempo scolastico oltre i modelli e quadri orari, nei limiti della dotazione organica e tenuto conto delle scelte delle famiglie e degli studenti. Nello specifico, il termine “curricolo” indica il percorso progettato e realizzato dagli insegnanti per far conseguire agli alunni i traguardi previsti. L’insegnante, infatti, deve farsi carico, col curricolo, della progettazione dei contenuti (cioè cosa si insegna), delle metodologie e strumenti utilizzati (come si insegna), dell’organizzazione della didattica (cioè chi insegna, quando e dove), e della valutazione del percorso dei singoli e della classe nel suo insieme. I curricoli sono percorsi flessibili che prendono le mosse dalla rilevazione dei bisogni e delle potenzialità degli alunni. ISTITUZIONI SCOLASTICHE Garantiscono la partecipazione alle decisioni degli Organi Collegiali. Si tratta di una organizzazione orientata a: - Flessibilità, diversificazione, efficacia ed efficienza del servizio scolastico; - Inclusione; - Introduzione di tecnologie dell’informazione e della comunicazione (TIC); - Coordinamento col contesto territoriale. AUTONOMIA SCOLASTICA Presuppone che la scuola sia un servizio pubblico per la persona e per la comunità. L’autonomia è funzionale ad esigenze didattiche, organizzative e progettuali e comporta una riorganizzazione del sistema e un cambiamento di approccio alla formazione come processo di apprendimento. Le istituzioni scolastiche, nei limiti delle proprie risorse umane, finanziarie e strumentali, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, devono individuare il FABBISOGNO DI POSTI DELL’ORGANICO DELL’AUTONOMIA, in relazione all’offerta formativa che intendono realizzare, nel rispetto del monte orario degli insegnamenti e tenuto conto della quota di autonomia dei curricoli e degli spazi di flessibilità. Obiettivi formativi sono: a. Valorizzare e potenziare le competenze linguistiche, anche tramite CLIL; b. Potenziare le competenze matematico – logiche e scientifiche; c. Potenziare le competenze musicali e artistiche, nella storia del cinema, delle tecniche, dei media; d. Sviluppare competenze in materia di cittadinanza attiva e democratica, incentivando il rispetto delle differenze, il dialogo tra culture; e. Potenziare le conoscenze in materia giuridico – economica e educare all’autoimprenditorialità; f. Sviluppare comportamenti responsabili ispirati al rispetto della legalità, sostenibilità ambientale, beni paesaggistici, patrimonio e attività culturali; g. Potenziare le discipline motorie e comportamenti ispirati a uno stile di vita sano; h. Sviluppare le competenze digitali degli studenti; i. Potenziare le metodologie laboratoriali; j. Prevenire e contrastare la dispersione scolastica, il bullismo e il cyberbullismo potenziando l’inclusione scolastica e il diritto allo studio degli alunni anche con BES; k. Valorizzare la scuola intesa come comunità attiva e aperta al territorio; l. Apertura pomeridiana delle scuole e riduzione del numero di alunni per classe; m. Incremento dell’alternanza scuola – lavoro; Nelle scuole secondarie di I e di II grado sono realizzate attività volte alla promozione e alla conoscenza delle tecniche di primo soccorso, anche in collaborazione col servizio di emergenza territoriale “118”. Inoltre, nelle scuole secondarie di II grado sono introdotti insegnamenti opzionali nel secondo biennio e nell’ultimo anno anche utilizzando la quota di autonomia e gli spazi di flessibilità. Tali insegnamenti, attivati nell’ambito delle risorse finanziarie disponibili a legislazione vigente e dei posti di organico dell’autonomia assegnati sulla base dei PTOF, sono parte del percorso dello studente ed inseriti nel suo curriculum personale, associato all’identità digitale e utile anche all’accesso al mondo del lavoro. IL NUOVO PTOF Si passa dal POF del dpr 275/99 al PTOF della l. 107/2015 Il POF, documento dell’autonomia, diventa triennale e si trasforma in PTOF, strumento di autonomia. È un documento fondamentale che esplicita l’identità della scuola e la sua progettazione. In esso sono individuate le scelte di indirizzo strategiche, le attività e le scelte di gestione del Dirigente scolastico. È elaborato dal Collegio dei docenti, sulla base degli indirizzi del Dirigente scolastico, ed approvato dal Consiglio di Istituto. Il Dirigente scolastico fornisce al Collegio dei docenti gli indirizzi per le attività della scuola e le scelte di gestione e amministrazione. Comprende la progettazione didattico – curricolare, gli insegnamenti opzionali e le attività extracurricolari; gli obiettivi generali e educativi; le esigenze dello specifico contesto territoriale; l’organizzazione delle scuole; il fabbisogno dei posti comuni, di sostegno, di potenziamento dell’organico dell’autonomia; il piano di formazione dei docenti e del personale ATA; i Piani di miglioramento delle istituzioni scolastiche. Nel Piano sono anche indicate le eventuali scelte degli insegnamenti opzionali nelle scuole secondarie di II grado, che confluiranno poi nel curriculum dello studente. Fonti per la scelta degli obiettivi per la redazione del PTOF sono: - Piano dell’offerta formativa dell’istituto; - Rapporto di autovalutazione; - Piano di miglioramento. Esso è poi pubblicato sul sito della scuola e nel Portale unico. PERCORSO FORMATIVO DEGLI STUDENTI Insegnamenti opzionali (anche utilizzando spazi dell’autonomia e flessibilità); Percorsi formativi ed iniziative di orientamento; Coinvolgimento degli studenti con valorizzazione del merito e dei talenti; Esame di stato; Profilo studente e identità digitale. SCUOLA, LAVORO E TERRITORIO Si vogliono incrementale le opportunità di lavoro e dunque le attività di orientamento. Sono infatti previste: - 200 ore complessive obbligatorie nei licei; - Almeno 400 ore obbligatorie negli Istituti tecnici; - Almeno 400 ore obbligatorie negli Istituti professionali. L’alternanza scuola – lavoro può essere svolta durante la sospensione delle attività didattiche secondo il programma formativo e le modalità di verifica stabilite, e si può svolgere anche all’estero. Il Dirigente scolastico deve individuare le imprese ed enti pubblici e privati disponibili ad attivare tali percorsi, stipulando apposite convenzioni che favoriscano l’orientamento scolastico e universitario dello studente. Tali convenzioni possono essere stipulate anche con musei, istituti e luoghi di cultura ed arte, nonché uffici centrali e periferici del Ministero dei beni e culturali. Il Dirigente scolastico, al termine di ogni anno scolastico, redige una scheda di valutazione sulle strutture con cui sono state stipulate le convenzioni, evidenziando le specificità del loro potenziale formativo ed eventuali difficoltà incontrate nella collaborazione con esse. A decorrere dall’anno scolastico 2015/16 è stato istituito presso le Camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura il Registro Nazionale per l’Alternanza scuola – lavoro. Tale registro è stato istituito d’intesa col Ministero dell’istruzione, sentiti il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, il Ministero dello sviluppo economico, e consta di tali componenti: - Un’area aperta e consultabile gratuitamente in cui sono visibili le imprese ed enti pubblici e privati disponibili a svolgere i percorsi di alternanza; - Una sezione speciale a cui devono essere iscritte le imprese per l’alternanza. Essa consente la condivisione, nel rispetto della normativa sulla tutela dei dati personali, delle informazioni riguardanti l’anagrafica, l’attività svolta, i soci ed altri collaboratori, il fatturato, il patrimonio netto e il sito internet. INNOVAZIONE DIGITALE E DIDATTICA LABORATORIALE Si intende sviluppare e migliorare le competenze digitali, rendendo la tecnologia uno strumento didattico. È quindi stato elaborato il PIANO NAZIONALE PER LA SCUOLA DIGITALE o PNSD. Obiettivi del PNSD sono: - Ideare attività volte allo sviluppo delle competenze digitali degli studenti; - Prevedere per docenti e personale ATA una formazione specifica; - Adottare strumenti organizzativi e tecnologici per favorire la governance, la trasparenza e la condivisione dei dati; - Potenziare le infrastrutture di rete; - Formazione dei direttori dei servizi generali e amministrativi, degli assistenti amministrativi e tecnici; - Definizione dei criteri e finalità per l’adozione di testi didattici in formato digitale e per la produzione e diffusione di opere e materiali per la didattica, anche prodotti autonomamente dagli istituti scolastici. Il Piano Nazionale per la scuola digitale del 2015 ha anche previsto l’individuazione e il lavoro degli ANIMATORI DIGITALI, che consentono di apportare un rinnovamento alla scuola nell’ottica della tecnologia. L’animatore digitale affianca il Dirigente scolastico e il DSGA – Direttore dei servizi generali amministrativi nella progettazione e realizzazione di progetti di innovazione digitale contenuti nel PNSD. È un docente della scuola e non un professionista esterno. È una figura che richiede una forte integrazione nella scuola, una conoscenza del PTOF e della comunità scolastica. Ogni istituzione scolastica ne sceglie uno. Il Dirigente scolastico risponderà alla mail inviata dal MIUR con il nominativo individuato nel proprio corpo docenti, e il soggetto sarà poi formato nelle strutture individuate dal Ministero, mediante finanziamento statale. ACCORDI DI RETE Gli accordi di rete individuano: a. I criteri e modalità per l’utilizzo dei docenti nella rete, nel rispetto delle disposizioni in materia di non discriminazione sul luogo di lavoro, nonché di assistenza e di integrazione sociale di persone con disabilità, anche per gli insegnamenti opzionali, specialistici, di coordinamento e progettazione funzionali ai PTOF; b. I piani di formazione del personale scolastico; c. Le risorse da destinare alla rete per il perseguimento delle proprie finalità; d. Le forme e modalità per la trasparenza e pubblicità delle decisioni e rendiconti delle attività svolte. Per dare piena attuazione all’autonomia scolastica, il Dirigente scolastico garantisce una efficiente ed efficace gestione delle risorse umane, materiali, finanziarie e tecnologiche. Svolge compiti di direzione, gestione e organizzazione delle risorse finanziarie e strumentali. Per la copertura dei posti dell’istituzione scolastica, il Dirigente scolastico propone gli incarichi ai docenti di ruolo assegnati all’ambito territoriale di riferimento, prioritariamente sui posti comuni e di sostegno, vacanti e disponibili, per garantire il regolare avvio delle lezioni. Il Dirigente scolastico può utilizzare i docenti in classi di concorso diverse da quelle per le quali sono abilitati, purchè posseggano titoli di studio validi per l’insegnamento della disciplina. Il Dirigente scolastico può individuare nell’ambito dell’organico dell’autonomia fino al 10% dei docenti che lo coadiuvano in attività di supporto organizzativo e didattico. Può anche effettuare sostituzioni dei docenti assenti per TITOLO V COSTITUZIONE L’autonomia riguarda le istituzioni, la pubblica amministrazione e i servizi di una democrazia avanzata. Le autonomie sviluppatesi nel tempo sono caratterizzate da tre percorsi: lo sviluppo della coscienza democratica; la riforma costituzionale e l’innovazione istituzionale e legislativa. LA COSTITUZIONE DEL 1947 È caratterizzata da uno “Stato verticale”. L’art. 5 afferma che “la Repubblica è una è indivisibile e riconosce e promuove le autonomie locali. Attua nei servizi che dipendono dallo Stato il più ampio decentramento amministrativo”. L’art 114 afferma che “la Repubblica si riparte in Regioni, Province e Comuni”. L’art 115 afferma che “le Regioni sono costituite in enti autonomi con propri poteri e funzioni…”. LA COSTITUZIONE DEL 2001 È caratterizzata dallo “Stato orizzontale”. L’art. 114 afferma che “la Repubblica è costituita da Comuni, Province, Città metropolitane, Regioni e Stato. Si tratta di enti autonomi con propri statuti”. Si tratta di uno Stato caratterizzato dai principi di: sussidiarietà, coesione, solidarietà, equità, responsabilità, differenziazione, adeguatezza. LO SVILUPPO DELLE AUTONOMIE NELLE MODIFICHE LEGISLATIVE - LEGGE 241/90 sul procedimento amministrativo e sul principio di trasparenza; - D. LGS 29/93 sui nuovi criteri organizzativi della PA e sul pubblico impiego; - LEGGE 59/97 in cui l’art. 21 si occupa delle autonomie scolastiche; - DPR 275/99 sull’autonomia delle istituzioni scolastiche; - L. COST. 3/2001 riforma Titolo V. L’AUTONOMIA NELL’ISTRUZIONE STATALE E NELL’ISTRUZIONE E FORMAZIONE PROFESSIONALE REGIONALE Prima vi era il MPI – Ministero della pubblica istruzione, poi il MIUR – Ministero dell’istruzione, dell’Università e della ricerca ed ora MIM – Ministero dell’istruzione e del merito. Prima vi erano dei programmi per istruire e dal 2001 solo indicazioni su come formare, in quanto le modalità e i metodi di insegnamento sono liberi. Prima vi erano promossi o bocciati, mentre ora si punta al successo formativo di tutti, ognuno con le proprie capacità e possibilità. Ricordiamo, infatti, il DPR 275/99 art 1 che afferma che “l’autonomia delle istituzioni scolastiche si sostanzia nella progettazione e realizzazione di interventi di educazione, istruzione e formazione mirati allo sviluppo della persona umana…al fine di garantire ai soggetti coinvolti il successo formativo”. ART. 117 COSTITUZIONE Lo Stato ha LEGISLAZIONE ESCLUSIVA nelle seguenti materie: - Determinazione dei LEP – Livelli essenziali delle prestazioni circa i diritti civili e sociali garantiti sul territorio nazionale; - Norme generali sull’istruzione. La Regione ha LEGISLAZIONE CONCORRENTE in: - Istruzione, salvo che per la determinazione dei principi fondamentali che competono alla legislazione statale e salva l’autonomia delle istituzioni scolastiche. La Regione ha LEGISLAZIONE ESCLUSIVA in: - Istruzione e formazione professionale, ma lo Stato deve determinare i LEP, gli standard minimi formativi e il profilo professionale dei docenti. COMPETENZE DELLE REGIONI La Regione ha COMPETENZA ESCLUSIVA in materia di istruzione e formazione professionale e COMPETENZA CONCORRENTE in materia di istruzione. Rientrano tra le sue competenze: - programmazione dell’offerta formativa; - programmazione della rete scolastica; - suddivisione del territorio in ambiti funzionali al miglioramento dell’offerta formativa; - determinazione del calendario scolastico; - contributi a scuole non statali. COMPETENZE DI PROVINCE E COMUNI Alle Province, in relazione all’istruzione secondaria superiore, e ai Comuni, in relazione ai gradi inferiori della scuola, sono attribuiti: - istituzione, aggregazione, fusione e soppressione di scuole; - redazione dei piani di organizzazione della rete di istituzioni scolastiche; - servizi di supporto organizzativo del servizio di istruzione per alunni con handicap o svantaggio; - piano di utilizzazione di edifici e attrezzature; - sospensione delle lezioni per casi gravi e urgenti; - costituzione, controlli e vigilanza sugli organi collegiali scolastici a livello territoriale. I Comuni esercitano, con riferimento ai gradi di istruzione di propria competenza, anche: - educazione degli adulti; - interventi di orientamento scolastico e professionale; - azioni volte a realizzare le pari opportunità di istruzione; - interventi perequativi. La risoluzione dei conflitti di competenze è attribuita alle Province, ad eccezione dei conflitti tra istituzioni scolastiche primaria e materna, attribuiti ai Comuni. DECRETO LEGISLATIVO 60/2017 Il decreto 60/2017 affronta il tema delle “ Norme sulla promozione della cultura umanistica, sulla valorizzazione del patrimonio e delle produzioni culturali e sul sostegno della creatività”. PRINCIPI E FINALITA’ - La cultura umanistica e il sapere artistico devono essere garantiti al fine di riconoscere la centralità dell’uomo, affermando la sua dignità, diritti ed esigenze; - Il sistema nazionale dell’istruzione e formazione deve promuovere lo studio, la conoscenza storico-critica e la pratica delle arti, sviluppando le capacità analitiche, critiche e metodologiche relative alla conoscenza del patrimonio culturale; - Le istituzioni scolastiche sostengono la conoscenza storico-critica del patrimonio culturale anche tramite collaborazioni con le istituzioni preposte alla loro tutela. PROMOZIONE DELL’ARTE E DELLA CULTURA UMANISTICA Le istituzioni scolastiche prevedono nel PTOF attività teoriche e pratiche, anche in modalità laboratoriale, di studio, approfondimento e produzione in ambito artistico, musicale, teatrale, cinematografico, linguistico ecc. La progettualità delle istituzioni scolastiche, inserita nel PTOF, si realizza tramite percorsi curricolari, anche in “verticale”, mediante alternanza scuola-lavoro o con iniziative extrascolastiche, e può essere programmata anche in rete con altre scuole e attuata con la collaborazione di istituti e luoghi di cultura. I “TEMI DELLA CREATIVITA’” La progettazione delle istituzioni scolastiche si avvale della sinergia tra linguaggi artistici e nuove tecnologie, nonché delle esperienze di ricerca e innovazione, valorizzando anche le capacità intertestuali e il linguaggio critico. Essa si realizza nell’ambito delle componenti del curricolo, anche verticale, denominate appunto “temi della creatività”, ma riguardano anche: a. Area musicale-coreutico; b. Area teatrale-performativo; c. Area artistico-visiva; d. Area linguistico-creativa. SISTEMA COORDINATO PER LA PROMOZIONE DEI “TEMI DELLA CREATIVITA’” Il MIUR (oggi MIM), il Ministero dei beni e attività culturali, e del turismo in collaborazione con INDIRE, le istituzioni scolastiche organizzate in reti e poli, istituzioni di alta formazione artistica e musicale, istituti tecnici e superiori e istituti italiani della cultura concorrono a realizzare un sistema coordinato per la promozione e potenziamento della cultura umanistica e della conoscenza e pratica delle arti. Fanno parte di questo sistema anche soggetti pubblici e privati, specie quelli del terzo settore. PIANO DELLE ARTI Il “PIANO DELLE ARTI” da adottare con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, reca le seguenti misure: Sostegno per realizzare un modello organizzativo flessibile e innovativo, come laboratorio permanente di conoscenza, pratica, ricerca e sperimentazione del sapere artistico; Supporto alla diffusione, nel primo ciclo di istruzione, dei poli a orientamento artistico e performativo, e nel secondo ciclo, di reti di scuole impegnate nella realizzazione dei “temi della creatività”; INTERVENTI PREVISTI Esonero dalle tasse scolastiche per gli studenti del quarto e quinto anno dell’istruzione secondaria di secondo grado; Servizi di trasporto e agevolazione della mobilità; Garanzia del servizio mensa per gli alunni del primo ciclo; Fornitura di libri e altri strumenti didattici indispensabili negli specifici corsi di studio. CARTA DELLO STUDENTE È una tessera di identità digitale dello studente, a cui è associato un profilo personalizzato che attesta lo status di studente. Tutti gli studenti censiti all’Anagrafe nazionale degli studenti, e frequentanti le scuole primarie, secondarie, statali e paritarie, istituzioni formative del sistema di istruzione formazione professionale, centri regionali per la formazione professionale. DECRETO LEGISLATIVO 64/2017 Riguarda la “Disciplina della scuola italiana all’estero”. OBIETTIVI DEL SISTEMA DELLA FORMAZIONE ITALIANA NEL MONDO Favorisce la centralità del modello educativo e formativo della scuola italiana nella società della conoscenza in contesti multiculturali e pluralistici, fondato sui valori dell’interculturalità e dell’inclusività; Obiettivo fondamentale: diffusione e promozione della lingua e cultura italiana all’estero. ARTICOLAZIONE Il sistema della formazione italiana nel mondo si articola in: Scuole statali all’estero; Scuole paritarie all’estero; Altre scuole italiane all’estero; Associazione di scuole italiane all’estero; Corsi promossi dagli enti gestori e altre iniziative per la lingua e cultura italiana all’estero; Lettorati. È prevista l’istituzione di una “cabina di regia”, formata da rappresentanti del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale e del Ministero dell’Istruzione. Raccordo con la rete diplomatica e consolare. SCUOLE STATALI ALL’ESTERO Conformano il proprio ordinamento a quello delle corrispondenti scuole del sistema nazionale italiano di istruzione e formazione. Ai titoli di studio è attribuito valore legale Elaborazione del PTOF, trasmesso per il tramite del capo della rappresentanza diplomatica o consolare. GESTIONE DELLE SCUOLE STATALI ALL’ESTERO Ad ogni scuola statale all’estero è assegnato un Dirigente scolastico. In caso di assenza/impedimento dello stesso, le sue funzioni sono temporaneamente svolte da un docente individuato dal dirigente stesso o dal capo dell’ufficio consolare o della rappresentanza diplomatica. Tale docente è esonerato dall’insegnamento limitatamente al periodo di assenza o impedimento del dirigente. SCUOLE PARITARIE ALL’ESTERO Con decreto del Ministero degli affari esteri e del MIUR può essere riconosciuta la parità scolastica alle scuole italiane all’estero non statali che abbiano analoghi requisiti previsti per le scuole paritarie nazionali. PARTECIPAZIONE DI SOGGETTI PUBBLICI E PRIVATI Sono previste forme di collaborazione con soggetti pubblici e privati, inclusi istituti di cultura italiani. INIZIATIVE PER LA LINGUA E LA CULTURA ITALIANA ALL’ESTERO Il Ministero degli affari esteri promuove ed attua anche a distanza iniziative per l’apprendimento della lingua e cultura italiana, quali: a. Interventi volti a favorire il bilinguismo; b. Corsi e moduli curricolari ed extracurricolari nelle scuole locali; c. Corsi di lingua e cultura italiana; d. Classi e corsi preparatori per favorire l’inserimento degli studenti italiani nei sistemi scolastici locali; e. Iniziative di formazione, per i docenti locali. LETTORATI Possono essere inviati lettori presso università e istituzioni scolastiche straniere, i quali collaborano alle attività di insegnamento, di assistenza agli studenti e di ricerca nell’ambito della cultura e lingua italiana. Vi è la possibilità per i lettori di svolgere attività aggiuntive come l’organizzazione di eventi culturali. SISTEMA DI VALUTAZIONE Con riguardo a qualità dell’offerta formativa, impatto degli interventi, performance del personale amministrativo e dei dirigenti scolastici, il sistema valuta l’efficacia ed efficienza delle attività svolte, in coerenza coi principi e finalità della valutazione del sistema nazionale. PUBBLICITA’ DEL SISTEMA DELLA FORMAZIONE ITALIANA NEL MONDO A decorrere dal 2017/2018, nel Portale unico dei dati della scuola è istituita una sezione dedicata al sistema della formazione italiana nel mondo. Sono pubblicati: piani dell’offerta formativa, bilanci, dati pubblici, esiti delle valutazioni. DECRETO LEGISLATIVO 65/2017 Si occupa del “Sistema integrato di educazione e istruzione”. OBIETTIVI Far uscire i servizi educativi per l’infanzia dalla dimensione assistenziale, per farli entrare nella sfera educativa; Garantire continuità tra i segmenti 0-3 e 0-6; Superare le disparità territoriali; Introdurre la qualifica universitaria quale titolo di accesso per tutti gli operatori dell’infanzia. TITOLI DI ACCESSO Laurea in scienze dell’educazione ad indirizzo specifico per educatori dell’infanzia; Laurea quinquennale in scienze della formazione primaria + corso di specializzazione di 60 CFU COMPITI DEGLI ENTI STATO: assegna le risorse, promuove azioni di formazione e definisce criteri per la valutazione e il monitoraggio; REGIONI: programmano e sviluppano il sistema integrato sulla base di un piano pluriennale, promuovono coordinamenti territoriali; ENTI LOCALI : gestiscono in maniere diretta e indiretta i servizi per l’infanzia. DECRETO LEGISLATIVO 66/2017 Riguarda “INCLUSIONE SCOLASTICA DEGLI ALUNNI CON DISABILITA’”. Obiettivo: rafforzare il concetto di “scuola inclusiva”. Si voleva far fronte a delle criticità e cattive prassi, quali: Scarsa formazione dei docenti curricolari e di quelli specializzati nel sostegno; Micro-espulsioni; Deresponsabilizzazione e delega al solo docente di sostegno; Trattenimenti maturativi o bocciature strumentali. NOVITA’ OSSERVATORIO SCOLASTICO “PERMANENTE”, composto da: rappresentanti delle Associazioni delle persone con disabilità maggiormente rappresentative sul territorio nazionale; studenti; altri soggetti pubblici e privati, nonché istituzioni scolastiche. Compiti dell’osservatorio scolastico sono: - Analisi e studio delle tematiche relative all’inclusione degli alunni con disabilità; - Monitoraggio delle azioni per l’inclusione scolastica; - Proposte di accordi inter-istituzionali per la realizzazione del progetto individuale di inclusione; - Proposte di sperimentazione in materia di innovazione metodologico-didattica e disciplinare. MODIFICA DELL’ART 15 DELLA L. 104/92 Dai due gruppi GLHI e GLIP si passa a: 1. GLIR – Gruppo di lavoro interistituzionale regionale: composto da un dirigente dell’USR, rappresentanti delle Regioni, enti locali e associazioni di persone con disabilità. Non solo ha compiti di consulenza, ma anche di supporto ai GIT e alle reti di scuole per il Piano di formazione del personale della scuola; 2. GIT – Gruppo per l’inclusione territoriale; 3. GLI – Gruppo di lavoro per l’inclusione: è nominato e presieduto dal Dirigente scolastico ed è composto da: docenti curricolari, docenti di sostegno, eventualmente personale ata e specialisti asl. Ha il compito di supportare il Collegio dei docenti nella definizione del Piano per l’inclusione, nonché supportare i docenti contitolari e i Consigli di classe nell’attuazione del PEI. Ha inoltre funzione di consulenza. PIANO PER L’INCLUSIONE Si tratta di un documento programmatico e attuativo della scuola in materia di inclusione. Viene infatti affermato che: ciascuna istituzione scolastica, nell’ambito del PTOF, predispone il Piano per l’inclusione che definisce le modalità per l’utilizzo coordinato delle risorse, compresi il superamento delle barriere e l’individuazione dei facilitatori del contesto di riferimento, per programmare e progettare interventi di miglioramento della qualità dell’inclusione scolastica. Esso è elaborato dal Collegio dei docenti col supporto del gruppo GLI. Il documento definisce le modalità di utilizzo coordinato delle risorse. DIRIGENTE SCOLASTICO assicura la gestione unitaria dell’istituzione scolastica e la rappresenta legalmente. Risponde della gestione unitaria delle risorse finanziarie, strumentali e umane e dei risultati del servizio. Ha autonomi poteri di direzione, coordinamento e valorizzazione delle risorse umane. Organizza l’attività scolastica secondo i criteri di efficienza ed efficacia. Assicura la qualità della formazione, la collaborazione culturale e professionale del territorio, l’esercizio della libertà di insegnamento e di libertà delle scelte educative della famiglia. Nello svolgimento delle proprie funzioni organizzative ed amministrative, il dirigente può avvalersi di docenti da lui individuati, ai quali possono essere delegati specifici compiti. Egli emana le linee di indirizzo sulla base delle quali il Collegio dei docenti elaborerà il PTOF, poi approvato dal Consiglio di istituto. Presiede il Collegio dei docenti, il Consiglio di classe, interclasse e intersezione e il Comitato per la valutazione dei docenti. È membro di diritto, ma non presidente, del Consiglio di istituto. Nomina due collaboratori e inoltre può scegliere in autonomia il 10% dei docenti che lo coadiuvano ANIMATORE DIGITALE l’origine di questa figura risiede nel PNSD, o Piano nazionale della scuola digitale. Si tratta di un documento pensato dal Legislatore per promuovere nelle istituzioni scolastiche un percorso orientato all’innovazione e alla digitalizzazione. In concreto, si intende investire risorse atte alla introduzione nelle scuole di nuove tecnologie, e a diffondere l’idea di un apprendimento permanente (life-long learning). Istituito dalla Legge 107/2015, il PNSD pone al centro dell’attenzione le opportunità dell’educazione digitale. Sotto questo profilo, l’Animatore digitale è un docente interno alla scuola, il quale, insieme al Dirigente scolastico, ha il compito di coordinare la diffusione della innovazione digitale nell’ambito delle azioni previste dal PTOF e le attività del PNSD. Una sola persona, dunque, interna alla scuola, e non un esperto esterno, che collabori alla diffusione delle iniziative innovative. All’interno di ogni istituzione scolastica, nell’ambito dell’autonomia organizzativa di cui dispone, il Dirigente scolastico stabilisce i criteri di attribuzione di tale incarico, invitando i docenti interessati a presentare il proprio curriculum vitae. Dopo una valutazione dei titoli presentati dai candidati, una Commissione esaminatrice, di cui è componente il DS, stila una graduatoria. L’animatore digitale dovrà essere promotore della formazione interna, attraverso l’organizzazione di laboratori formativi, del coinvolgimento della comunità scolastica, e della creazione di progetti e di soluzioni innovative. Più specificamente: realizza ambienti di apprendimento per la didattica digitale integrata; ammoderna il sito internet della scuola; orienta le carriere digitali; si occupa di cittadinanza digitale e di educazione ai media e ai social network. Requisiti essenziali sono: essere docente interno della scuola; conoscere approfonditamente il PTOF della propria scuola; possedere comprovate conoscenze informatiche e tecnologiche. AGENDA 2030 Si tratta dell’AGENDA 2030 PER LO SVILUPPO SOSTENIBILE, che affronta programmaticamente i problemi del presente. Largo spazio è stato attribuito all’educazione ambientale. La ragione del titolo “2030” risiede nel fatto che si tratta dell’anno che le Nazioni Unite si sono poste come scadenza per la realizzazione dei 17 obiettivi contenuti in tale Agenda. 2030 è anche il simbolo di un futuro sostenibile per l’ambiente e per le persone, in cui si riesca a recuperare anche in parte un rapporto armonico con la natura, e in cui siano eliminate le diseguaglianze e la povertà. L’Agenda 2030 si compone di 3 sezioni: 1) AGENDA 2030 PER LO SVILUPPO SOSTENIBILE : contiene 17 obiettivi che, secondo le Nazioni Unite, bisogna realizzare entro il2030 per garantire un futuro migliore al pianeta; 2) NOI CITTADINI : insegna come essere un buon cittadino nei vari ambiti della vita sociale, dalla strada al web; 3) COSTITUZIONE E ISTITUZIONI : contiene i principi su cui si basa la nostra Costituzione, com’è organizzato lo Stato italiano, e le più importanti organizzazioni internazionali, come l’UE e l’ONU. Oggi però non si può parlare di cittadinanza, di solidarietà e di rispetto di regole senza fare riferimento ad un evento fondamentale che nel 2020 ha travolto le nostre vite e modificato il concetto stesso di “educazione civica”, ossia l’esperienza pandemica del Covid-19. Infatti, a tale emergenza è dedicata una sezione a parte, speciale, che insegna a riflettere su quanto vissuto. L’isolamento, la paura della malattia, la chiusura delle scuole sono temi che i ragazzi devono rielaborare e comprendere. Le pagine dedicate alla pandemia, pertanto, si pongono come strumento agile a misura di ragazzo, per fare il punto su alcune nozioni di base sul virus e la sua diffusione, sui provvedimenti presi dalle istituzioni, sulla salute, sul senso del lockdown e sull’esperienza della didattica a distanza. Dopo lo “speciale” sul Covid, la prima sezione del libro è dedicata all’Agenda 2030. Si parte dai 17 obiettivi per lo sviluppo sostenibile e si affrontano tutti i temi fondamentali dell’Educazione civica in ottica attuale e aggiornata: ambiente, diritti umani, lavoro, pace, per fare degli esempi. L’educazione civica percorre molti ambiti della nostra vita quotidiana, costringendo a spaziare con lo sguardo intorno a noi, a prestare attenzione agli altri, all’ambiente, al nostro presente e al nostro passato. Uno dei punti di forza dell’Agenda 2030 è il messaggio che ciascuno può e deve fare la sua parte, nessuno escluso. Solo insieme è possibile raggiungere dei risultati. Così come il metodo di studio, anche la didattica inclusiva rappresenta un principio ispiratore. I testi della trattazione sono facilitati dall’uso di un linguaggio semplificato e privo di tecnicismi. Il carattere scelto è molto leggibile e non mancano pagine specificamente dedicate agli alunni con Disturbi specifici dell’apprendimento, caratterizzate dalla presenza di mappe concettuali e schematizzazioni semplici e leggibili. Il Quadro comune europeo definisce le “COMPETENZE CHIAVE” per i cittadini del XXI secolo. Si tratta della capacità di applicare in modo trasversale conoscenze, attitudini e abilità per realizzare e sviluppare una “cittadinanza attiva” e l’inclusione sociale. Le competenze chiave sono interdisciplinari per natura e quindi applicabili a tutte le materie scolastiche. Esse sono: Capacità di lavorare in gruppo: ossia attività che hanno lo scopo di organizzare e gestire un team; Pensiero creativo: non è una dote innata, ma una abilità che dev’essere esercitata a partire da semplici attività, quali l’ideazione di un cartellone o la ricerca di soluzioni alternative a piccole sfide quotidiane; Pensiero critico : non si può essere cittadini del XXI secolo senza essere capaci di riflettere su situazioni e problemi, a partire dalla raccolta e dall’analisi di informazioni, fino alla ricerca del modo migliore per risolvere un problema; Comunicazione: saper comunicare agli altri informazioni e il proprio pensiero in modo chiaro ed efficace, attraverso, ad esempio, volantini, presentazioni in Power point. OTTO COMPETENZE CHIAVE DI CITTADINANZA: 1. IMPARARE AD IMPARARE: organizzare il proprio apprendimento, individuando e utilizzando varie fonti e modalità di informazione di formazione (formale, non formale e informale), anche in funzione dei tempi disponibili, delle proprie strategie e del proprio metodo di studio e lavoro; 2. PROGETTARE: elaborare e realizzare progetti riguardanti lo sviluppo delle proprie attività di studio e lavoro, utilizzando le conoscenze apprese per stabilire obiettivi significativi e realistici; 3. COMUNICARE E COMPRENDERE: messaggi di genere diverso, di complessità diversa, tramite supporti diversi o essere in grado di rappresentare eventi, fenomeni, principi, concetti, norme e procedure utilzizando linguaggi diversi; 4. COLLABORARE E PARTECIPARE: interagire in gruppo, comprendendo i diversi punti di vista, valorizzando le proprie e le altrui capacità, gestendo le conflittualità, contribuendo all’apprendimento comune e alla realizzazione delle attività collettive; 5. AGIRE IN MODO AUTONOMO E RESPONSABILE: sapersi inserire in modo attivo e consapevole nella vita sociale e far valere al suo interno i propri diritti e bisogni, riconoscendo quelli altrui; 6. RISOLVERE PROBLEMI (problem solving): affrontare situazioni problematiche costruendo e verificando ipotesi, individuando fonti e risorse adeguate; 7. INDIVIDUARE COLLEGAMENTI E RELAZIONI: individuare e rappresentare, elaborando argomentazioni coerenti, collegamenti e relazioni tra fenomeni, eventi e concetti diversi; 8. ACQUSIRE ED INTERPRETARE L’INFORMAZIONE: interpretare criticamente l’informazione ricevuta in diversi ambiti e tramite diversi strumenti comunicativi.