Docsity
Docsity

Prepara i tuoi esami
Prepara i tuoi esami

Studia grazie alle numerose risorse presenti su Docsity


Ottieni i punti per scaricare
Ottieni i punti per scaricare

Guadagna punti aiutando altri studenti oppure acquistali con un piano Premium


Guide e consigli
Guide e consigli

TOP

RIASSUNTO COMPLETO MANUALE SIMONE PER IL TFA DI SOSTEGNO, Appunti di TFA Sostegno

completo, sintetico, suddiviso per argomenti

Tipologia: Appunti

2020/2021

Caricato il 24/01/2021

manupina
manupina 🇮🇹

4.5

(192)

3 documenti

1 / 36

Toggle sidebar

Spesso scaricati insieme


Documenti correlati


Anteprima parziale del testo

Scarica RIASSUNTO COMPLETO MANUALE SIMONE PER IL TFA DI SOSTEGNO e più Appunti in PDF di TFA Sostegno solo su Docsity! TFA SOSTEGNO EDIZIONE SIMONE SVILUPPO COGNITIVO FORME DI INTELLIGENZA SVILUPPO SOCIALE APPRENDIMENTO implica un cambiamento nell’interazione che si stabilisce tra l’organismo e il contesto ambientale che lo circonda. Tra il patrimonio ereditario e l’ambiente c’è il reciproco influenzarsi che condiziona lo sviluppo e l’ambiente stesso. Primo gruppo sociale del bambino è formata dalla famiglia, soddisfa i suoi bisogni. La famiglia offre una sorta di imprinting, è un apprendimento immediato e permanente che è in grado di condizionare anche le scelte e gli sviluppi futuri. Il neonato stabilisce con la madre il primo legame sociale e AINSWORTH lo definisce “ attaccamento ” , egli afferma che questa relazione sia innata: il bambino quando è afflitto viene consolato dalla madre con prontezza (o da altro membro familiare); il bambino accetta la presenza degli estranei solo se la madre è presente che gli offre sicurezza; il bambino dimostra sentimenti, sguardi e movimenti verso la madre (o da altro membro familiare). L’attaccamento è il primo passo dell’apprendimento sociale del bambino, e non sempre avviene in modo positivo perché può verificarsi un eccessivo attaccamento alla famiglia che potrebbe portare il bambino a seri problemi. Il processo d’ interazione tra genitore e bambino avviene mediante due vie: il comportamento del genitore è influenzato da quello del bambino e viceversa. Quando il legame è eccessivamente forte si possono creare dei scompensi nello sviluppo sociale del bambino ma soprattutto in futuro, rendendo il bambino insicuro di sé e dipendente dal genitore. Nell’infanzia un bambino che viene maltrattato dai genitori, SPITZ possono diventare aggressivi. WATSON: secondo lo psicologo, l’ambiente circostante influenza il soggetto, il quale apprende solo se viene stimolato. La presenza del medesimo stimolo potrebbe generare delle risposte differenti. Pertanto, si interroga su quale di queste risposte sia la più probabile. GUTHRIE Sulla scia di Watson, egli afferma che l’apprendimento è una combinazione di stimoli e movimenti, dove ogni risposta è una conseguenza di uno stimolo. Quindi è sufficiente che stimolo condizionato e risposta compaiano insieme perché si abbia apprendimento. Assumono forte rilevanza l’esercizio e la vicinanza nel tempo (legge DELL’ASSOCIAZIONE PER CONTIGUITÀ). GAGNÈ Concepisce lo sviluppo umano non come un qualcosa che procede “a salti” passando da uno stadio all’altro, ma come un qualcosa di progressivo. Da qui la sua TEORIA DELL’APPRENDIMENTO CUMULATIVO . Gagné afferma che esiste un rapporto molto stretto tra teoria dell’apprendimento e teoria dell’insegnamento, a tal proposito suggerisce alcuni eventi legati al processo di istruzione che forniscono le condizioni necessarie per l’apprendimento: stimolare l’attenzione per favorire la ricezione dello stimolo; informare gli studenti degli obiettivi stabiliti, in modo da creare aspettative adeguate; stimolare la memoria delle conoscenze pregresse; fornire feedback, far svolgere attività diversificate in modo da promuovere il transfer e favorire futuri recuperi della conoscenza. COMPORTAMENTISMO Usa, 1915-1950. processi di apprendimento spiegati attraverso i principi di base dell’associazione tra stimoli e risposte. i fattori determinanti per l’apprendimento sono per lo più esterni (es. i rinforzi). Considera lo sviluppo come una serie di condizionamenti-stimoli esercitati dall’ambiente L’apprendimento si verifica lentamente attraverso una serie di prove ed errori. Un apprendimento indesiderato può essere modificato tramite un processo chiamato estinzione, ma la reazione di paura si ripresenterà comunque in un contesto differente. Si basa su due orientamenti: condizionamento classico (PAVLOV) e condizionamento operante (THORNDIKE E SKINNER). PAVLOV (il cane): uno stimolo incondizionato determina un riflesso (o risposta) incondizionato. Se uno stimolo neutro viene presentato poco prima dello stimolo incondizionato determina la risposta incondizionata anche in assenza dello stimolola nuova risposta è chiamata riflesso o (risposta) condizionata. Il condizionamento, dunque, consiste in un processo di sostituzione dello stimolo. Il condizionamento sembra realizzarsi indipendentemente dalla volontà del soggetto (la salivazione del cane è involontaria) | THORNDIKE apprendimento per prove ed errori  gatto chiuso nella puzzle-box  sempre meno tempo per toccare la leva che consente di uscire o di ottenere cibo  legge dell’effetto: le risposte (effetto) accompagnate da soddisfazione tendono a subire un rinforzo. Esistono due leggi: Legge della frequenza: la probabilità di una risposta è direttamente proporzionale alle volte in cui tale risposta si è verifica; Legge della recenza : la risposta più recente è quella più probabile. Pertanto, nel prevedere una risposta ad uno stimolo, occorre osservare quante volte e quanto di recente tale risposta sia stata data. | SKINNER (topo, Skinner box): influenza di stimoli: dei premi e delle punizioni sul comportamento  rinforzi positivi e negativi. Nel condizionamento operante l’individuo produce volontariamente una determinata risposta. APPRENDIMENTO LATENTE IMITAZIONE BANDURA Teoria dell’apprendimento sociale. L’apprendimento avviene anche per imitazione, in quanto esso è un processo attivo. apprendimento osservativo, apprendimento avviene tramite l’osservazione di un modello di comportamento. valutato l’influenza dei mass media sui bambini. Contributo dato dagli studi sulle neuroscienze (corteccia, connettori, sinapsi, neuroni, 4 emisferi) alle teoria sull’apprendimento per imitazione: RIZZOLATI ricerche sui neuroni specchi. Queste cellule nervose si attivano per imitazione, quando vedono qualcun altro compiere un gesto. Questi neuroni si attivano sia quando si compie un’azione sia quando la si osserva mentre è compiuta da altri  l’imitazione è un processo fondamentale per l’apprendimento. | KÖHLER apprendimento per insight o intuizione TOLLMAN mappe cognitive APPRENDIMENTO COGNITIVO TEORIA DELLA GESTALT afferma che l’apprendimento si basa su processi cognitivi (quali il pensiero e la percezione) e può essere compreso andando oltre lo studio del semplice comportamento. Secondo tale corrente l’apprendimento avviene per insight ( intuizione improvvisa ), ossia caratterizzato dalla soluzione a un problema che si presenta improvvisamente al soggetto. Solo dopo aver capito (intuito) le relazioni /forma tra gli oggetti, il soggetto riesce ad apprendere. Avviene quindi una ristrutturazione del campo percettivo-cognitivo che permette di cogliere le relazioni tra gli oggetti ed usarli come strumenti per risolvere i problemi.L’apprendimento nella prospettiva della Gestalt si basa, dunque, sul “pensiero produttivo”, cioè quell’attività mentale che si attiva quando ci troviamo davanti ad una situazione problematica che non può essere risolta in modo immediato e con schemi precedentemente acquisiti. Il soggetto, quindi, mette in moto un ragionamento produttivo che permette l’acquisizione di una conoscenza nuova. UDA finalizzate all’acquisizione degli elementi che costituiscono la competenza: si parte da un approccio intuitivo, e si prosegue con il presentare i materiali e concetti approfondendo sempre di più. COGNITIVISMO Corrente della psicologia che studia i processi mentali considerandoli simili ad un software che elabora le informazioni ricevute (input) restituendo conoscenza (output). La mente umana funziona elaborando attivamente informazioni che giungono tramite gli organi sensoriali. L’approccio cognitivo come elaborazione umana dell’informazione (Human Information Processing/ HIP) osservano come i bambini riconoscono, codificano, immagazzinano e recuperano le informazioni per risolvere dei problemi cognitivi. Secondo tale approccio (HIP) la cognizione coinvolge un numero preciso di processi cognitivi di base come il riconoscimento percettivo, l’attenzione, la memoria a breve e a lungo termine ecc. Gli studiosi dell’approccio HIP affermano che i bambini sono capaci di processi mentali complessi fin dall’infanzia e tendono a non seguire la tesi piagetiana. Lo sviluppo è un continuo cambiamento dei processi cognitivi preesistenti perché sono dei processi costruiti in base all’esperienza. Piaget, Vygotskij, Bruner Secondo i cognitivisti il processo di formazione dell’individuo avviene per stadi, ciascuna delle quali presenta criticità PIAGET studioso della psicologia infantile ha affermato l’intelligenza è collegata al concetto di adattamento all’ambiente. Egli sostiene che la conoscenza del bambino è concentrato sull’interazione pratica del soggetto all’aperto e che implichino l’interazione con materiali e concetti della naturale e dell’ambiente) ed esistenziale. | STERNBERG: il pensiero umano si fonda su tre tipi di intelligenze fondamentali, quella analitica, pratica e creativa COSTRUTTIVISMO ( conoscenza che è “costruita, compresa e prodotta” attivamente dalla persona ). Apprendimento è un processo personale costruttivo , intenzionale, mediato dal pensiero che non è mai separato dall’azione. Questo fa in modo che l’apprendimento si basi su una comprensione personale di ciò che ci circonda, basandosi sulle esperienze vissute che andranno ad influenzare anche quelle future. È considerato una corrente del cognitivismo, anche se non tutti (Kelly) sono concordi con questa classificazione. Il soggetto che apprende compie un’azione di attiva costruzione della conoscenza: la conoscenza non viene trasmessa, ma costruita. La conoscenza non è mai oggettiva, è sempre una soggettiva costruzione di significato. La conoscenza è individuale e non è possibile trasmettere il significato che si attribuisce ad un concetto, in quanto questo è sempre influenzato dall’esperienza personale. No insegnamento trasmissivo (=lezione frontale), percorso individuale di apprendimento. KELLY ogni individuo elabora dei costrutti, schemi che l’individuo costruisce per conoscere gli eventi. I costrutti costituiscono modalità di percezione, interpretazione e anticipazione dei fatti e dei fenomeni, non sono statici e sono delle astrazioni mentali in base alle quali l’individuo attribuisce significati alle proprie esperienze  ciascuno percepisce e interpreta il mondo in base a un proprio punto di vista. SOCIOCOSTRUTTIVISMO Evoluzione della teoria costruttivista, pone l’accento sul ruolo che le relazioni sociali rivestono nell’apprendimento. L’attività cognitiva dell’essere umano si esprime quasi interamente nel rapporto con il mondo esterno l’apprendimento è il risultato di due fattori: la cooperazione con gli altri (fattore sociale) e le caratteristiche del compito da svolgere (fattore ambientale). La conoscenza è quindi una costruzione che scaturisce dal confronto e dallo scambio sociale il lavoro di gruppo diventa fondamentale . La dimensione affettiva riveste un ruolo di primo piano. Il conflitto derivante dallo scontro di opinioni diverse può essere risolto e generare arricchimento utile per tutti. ATTIVISMO FERRIÈRE primo sostenitore della scuola attiva (attivismo) Primato dell’educazione sull’istruzione | DEWEY centralità dell’esperienza; learning by doing; la conoscenza è l’apprendimento di “metodi di azione” per fronteggiare i problemi. Il bambino è protagonista attivo, è un attivo costruttore del proprio sapere. Didattica laboratoriale Metodologia della ricerca. L’INTERAZIONE CON L’AMBIENTE: BRONFENBRENNER : ha studiato l’interazione tra l’individuo e il suo ambiente. Il suo approccio è definito ecologico in virtù dell’attenzione che egli mostra per la dimensione sociale e ambientale in cui il soggetto nasce e sviluppa le sue competenze -> lo sviluppo di un individuo è imprescindibile da quello del sistema in cui si muove. Strutture che per B. influiscono sullo sviluppo delle persone: - microsistema (l’ambiente più prossimo in cui vive un individuo) - mesosistema (la zona di relazione tra due o più insiemi, ad es. le connessioni e gli scambi tra il microsistema casa e il microsistema scuola) - ecosistema (gli eventi che influenzano lo sviluppo del bambino anche se non direttamente connessi con lui, ad es. i cattivi rapporti tra i genitori e i parenti) - macrosistema (il contesto sociale di riferimento) DURKHEIM: scuola come microcosmo sociale . tre tipi di apprendimento: - formale (apprendimento intenzionale che si svolge in istituti di istruzione e formazione) - non formale (apprendimento intenzionale che si svolge presso organizzazioni che elargiscono corsi di istruzione artistica, musicale, sportiva etc.) - informale (forme di educazione che si esplicano lungo tutto l’arco della vita in ambito lavorativo, familiare e sociale, media inclusi) CREATIVITA’ la capacità di cambiare, uscire fuori dagli schemi, dalle cose comunemente accettate MORIN Il pensiero complesso Gli elementi che caratterizzano un approccio educativo di tipo complesso sono il contesto, il globale (le relazioni tra tutto e parti) e il multidimensionale DE BONO Il pensiero laterale. pensiero verticale vs. pensiero laterale. il pensiero verticale è logico, selettivo sequenziale. il pensiero laterale è generativo e esplorativo. Tecniche di utilizzo del pensiero laterale: la ricerca di alternative, l’entrata casuale (come generare nuove idee partendo da input casuali), la provocazione. B obiettivo-R emozioni / G ottimista –N pessimista / V creativo – B razionale GUILFORD Il pensiero divergente. Pensiero convergente vs. pensiero divergente. Pensiero convergente: è il ragionamento logico e razionale, consiste in un procedimento sequenziale e deduttivo, nell’applicazione meccanica delle regole apprese e nell’analisi metodica d’informazioni. Questo pensiero si adatta ai problemi chiusi, è la forma di pensiero maggiormente sollecitata dalle scuole. La creatività è un modo particolare di pensare che rompe con i modelli esistenti, introducendo qualcosa di nuovo. Il pensiero creativo è quello che G. definisce pensiero divergente. la fluidità e la speditezza di pensiero flessibilità e facilità di idee. originalità. elaborazione BRUNER incoraggiare il pensiero creativo. Per Bruner il pensiero creativo è olistico (produce risposte che hanno un’ampiezza superiore alla somma delle loro parti), il pensiero razionale è algoritmico (genera risposte che sono inequivocabilmente esse stesse) KEN ROBINSON: la scuola uccide la creatività. La scuola non dà valore ai talenti naturali, che spesso vengono neutralizzati BRUNO MUNARI: libro “Fantasia”, tecniche e esempi di giochi creativi INSEGNAMENTO CREATIVO pianificare compiti fuori dal comune attuando una didattica della creatività EMPATIA E EDUCAZIONE EMOTIVA VISCHER: l’empatia è la facoltà di cogliere la vita esterna come fosse interna al proprio corpo THEODORE LIPPS: l’empatia è sentirsi in sintonia con l’oggetto, il cogliere che esso “sente” ciò che non sentiamo MARTIN HOFFMAN: definisce l’empatia “la scintilla che fa scaturire l’interesse umano per gli altri, il collante che rende possibile la vita sociale” e ritiene che in essa è possibile rinvenire tre componenti: - la componente affettiva (la prima a svilupparsi, c’è già nei neonati) - la componente cognitiva (riconoscere e dare un nome agli stati emotivi vissuti da altre persone e ipotizzare pensieri e desideri dell’altro) - la componente motivazionale (desiderio di aiuto che nasce in seguito all’esperienza empatica) TIPI DI EMPATIA - empatia culturale (disponibilità ad accettare modi di fare e abitudini tipiche di una cultura diversa dalla propria) - empatia etno-culturale (rivolta a persone che appartengono ad etnie diverse) - empatia positiva (partecipare pienamente alla gioia altrui) - empatia negativa (non riuscire a partecipare alla gioia altrui) KARLA MCLAREN: piramide delle emozioni, dalla forma più rudimentale alla più elaborata: - contagio emotivo (istinto, es. contagiosità di una risata) - accuratezza empatica (capacità di identificare e comprendere le proprie emozioni e quelle degli altri) - regolazione emotiva (saper regolare, gestire le proprie emozioni) - cambio di prospettiva (mettersi nei panni degli altri) - preoccuparsi per gli altri (capacità di entrare in connessione) - coinvolgimento intuitivo (è il livello più elevato di empatia, l’intuizione permette di dialogare con la propria parte inconscia ed entrare in una relazione profonda con quella degli altri) GOLEMAN: INTELLIGENZA EMOTIVA  “ c apacità di riconoscere i nostri sentimenti e quelli altrui, di motivare noi stessi, e di gestire positivamente le nostri emozioni , tanto interiormente quanto nelle relazioni sociali”. Tipi di competenze emotive:- la competenza personale , ossia il modo in cui controlliamo noi stessi. Racchiude la consapevolezza di sé, la padronanza di sé e la motivazione - la competenza sociale , ossia la modalità con cui gestiamo le relazioni con l’altro. Racchiude l’empatia e le abilità sociali. Distingue tra intelligenza emotiva personale e intelligenza emotiva sociale . Importanza dell’educare alle emozioni. consapevolezza di sé, dominio di sé, motivazione, empatia, abilità sociale. KOHLBERG: tre livelli di SVILUPPO MORALE pre-convenzionale : le cose sono giuste o sbagliate perché vi sono conseguenze come le sanzioni o ricompense. Di conseguenza, il bambino agisce in base a quali saranno le conseguenze fisiche delle sue azioni (paura della punizione). Inoltre, le azioni sono guidate dalla possibilità di avere qualcosa in cambio e non da un senso di giustizia, di gratitudine o di lealtà. convenzionale : l’individuo inizia a percepire che è moralmente opportuno perseguire gli obiettivi di un gruppo con il quale condivide la propria esistenza (famiglia). Un comportamento corretto è quello che desta approvazione negli altri ed è socialmente accettato. post-convenzionale : si tratta di un livello che non viene raggiunto da tutti gli adulti. Si è di fronte a principi universali di giustizia, reciprocità e uguaglianza dei diritti umani. L’OMS ha inserito l’empatia tra le dieci Life Skills. COMUNICAZIONE EMPATICA ELEMENTI CHIAVE - la trasparenza (evitare di mascherare le proprie reazioni emotive)- l’autocontrollo (non confondere le proprie reazioni con quelle dell’altro, non far prevale vere i propri bisogni) - l’accettazione incondizionata (cercare di comprendere le emozioni dell’altro evitando di giudicare il comportamento) ROGERS: l’empatia è qualcosa che può essere sviluppato attraverso l’addestramento EDUCAZIONE ALL’EMPATIA, COSA AIUTA - il racconto di sé (pensiero autobiografico) - la didattica laboratoriale - il debate - il role playing- il group reading activity - dialogo emotivo - diario delle emozioni - lettura e scrittura di fiabe - drammatizzazione/recitazione - impostare una relazione autentica con la classe. In Danimarca l’empatia è una vera e propria materia scolastica (Klassen time, l’ora di classe settimanale) emozioni primarie (fondamentali: rabbia, paura, tristezza, gioia, disgusto, sorpresa etc.) ed emozioni secondarie (complesse: invidia, vergogna, ansia, gelosia, speranza, perdono, nostalgia, rimorso etc.). L’ALFABETIZZAZIONE EMOTIVA richiede un vero e proprio percorso metodologico-didattico. Un primo passo è costituito dalla meta emozione ovvero dallo sviluppo di quella competenza che Goleman definisce come “capacità o insieme di capacità di avere consapevolezza delle proprie emozioni ” . Bisogna poi: - imparare a dare un nome alle proprie emozioni e ad esprimerle attraverso l’acquisizione di un lessico emozionale - comprendere il ruolo che le emozioni assumono nei rapporti sociali (è importante, a tal fine, l’interpretazione della comunicazione non verbale) OBIETTIVI DI UN’EDUCAZIONE EMOTIVA - riconoscere i propri sentimenti - riconoscere i propri punti forti e quelli deboli - costruire un vocabolario personalizzato delle emozioni- esplorare le emozioni - sapere individuare le principali espressioni dell’esperienza emotiva - conoscere le modalità per regolare le emozioni - essere empatici - e ntrare positivamente nella dinamica del gruppo-classe- collaborare e cooperare - affrontare i conflitti lealmente e creativamente MODALITÀ DI ATTUAZIONE DI UN’EDUCAZIONE EMOTIVA approccio informale - lezioni strutturate - integrazione nelle materie curricolari (es: in storia la guerra: paura, angoscia) MARC BRANCKLETT: METODO RULER. R: recognizing (riconoscere le emozioni in se stessi e negli altri) U: understanding (comprendere le cause e le competenze delle emozioni) L: labeling (etichettare e definire le emozioni con precisione) E: expressing (esprimere le emozioni nei vari contesti in maniera appropriata) R: regulating (gestire le emozioni in modo efficace per costruire relazioni sane) MOOD METER: grafico cartesiano suddiviso in quattro sezioni corrispondenti ad altrettanti colori (rosso, giallo, blu e verde), i quali rappresentano stati emozionali di diverse intensità. Sull’asse delle ordinate (Y) viene riportata l’energia che si sente di avere (bassa o alta) e sull’asse delle ascisse (X) lo stato del proprio umore altri strumenti del metodo RULER: - informazioni pratiche, procedurali e concrete- Apprendimento intuitivo: vengono preferite le novità e le informazioni teoriche, affidandosi, nella risoluzione dei problemi, all’intuito e alla creatività. Apprendimento visivo: vengono preferite le informazioni grafiche,le immagini, le mappe, i diagrammi, i video etc.. Apprendimento verbale: vengono privilegiate le informazioni provenienti dal linguaggio scritto e parlato, ricercando una spiegazione che faccia uso del canale verbale. Si preferisce cioè imparare attraverso la lettura o l’ascolto delle parole. Apprendimento attivo: si preferisce “imparare facendo” e impegnarsi in attività che implichino l’esecuzione di esperimenti, la manipolazione di oggetti e la risoluzione dei problemi in gruppo. Apprendimento riflessivo: si preferisce pensare ai compiti e ai problemi da risolvere attraverso l’analisi minuziosa e la valutazione di tutte le possibili soluzioni. Le persone con questo stile di apprendimento tendono a risolvere un problema da soli piuttosto che in gruppo. Apprendimento sequenziale: vengono preferite le informazioni presentante in modo lineare e ordinato. L’apprendimento avviene passo passo, analizzando e ordinando tutti i dettagli, così da poter giungere ad un quadro generale. Apprendimento globale: si preferisce un approccio globale e sistematico. L’obiettivo è cogliere subito il quadro generale e solo successivamente ricostruire i dettagli. Le persone che privilegiano questo stile di apprendimento non sentono l’esigenza di seguire passo passo le procedure di risoluzione. IL MODELLO FELDER-SILVERMAN: gli stili di apprendimento sono individuati in cinque coppie: sensoriale/intuitivo, visivo/verbale, induttivo/deduttivo, attivo/riflessivo, sequenziale/globale ALTRI FATTORI CHE INCIDONO SULL’APPRENDIMENTO: I TRATTI DELLA PERSONALITÀ (EYSENCK: due parametri, introversione/estroversione e stabilità/instabilità + psicoticismo; test EPQ per misurare i tratti della personalità). Interazione sociale (DOISE: l’interazione tra individuo e contesto può essere studiata su quattro dimensioni, intraindividuale, interindividuale, posizionale, relativa alle norme sociali e alle componenti ideologiche) METODO FEUERSTEIN metodo tempo contesto è basato sulla teoria della modificabilità cognitiva (le facoltà dell’individuo possono essere accresciute durante tutto l’arco della vita): le strutture cognitive, se stimolate, possono incrementare le proprie potenzialità, l’apprendimento si verifica soprattutto in seguito all’azione di un mediatore, il suo metodo è definito PAS (Programma di arricchimento strutturale) e per applicarlo bisogna rispettare tre vincoli: il tempo (lo sviluppo di esperienze di apprendimento mediato deve essere adeguatamente lungo), il metodo (solo formatori esperti possono operare con successo) e il contesto (deve esistere un ambiente favorevole e collaborativo) la preparazione dei mediatori didattici garantisce uno svolgimento adeguato e pertinente dell’esperienza L’APPRENDIMENTO SIGNIFICATIVO DI AUSUBEL collegare nuova informazione a concetti già posseduti nella struttura cognitiva della persona l’unico apprendimento significativo è quello che richiede la messa in campo di percorsi cognitivi complessi e non riconducibili alla mera accumulazione mnemonica di nozioni l’apprendimento significativo avviene per scoperta: è opportuno che il docente induca lo studente a comprendere da sé i processi e le dinamiche che regolano i fenomeni oggetto di studio, attività laboratoriali, problem solving, le uscite didattiche apprendimento significativo, cioè poter collegare la nuova informazione a concetti rilevanti già posseduti, preesistenti nella struttura cognitiva della persona. Secondo tale teoria, il fattore più importante per l’apprendimento sono le conoscenze che lo studente già possiede . In questo modo l’apprendimento è facilitato se lo studente riesce ad aggiungere significato alle nuove informazioni, attraverso una correlazione tra esse e le conoscenze già possedute Ausubel parla anche di “organizzatore propedeutico”, strategia usata dall’insegnante: potrebbe essere, per esempio, un discorso generico preparato dall’insegnante prima di presentare il nuovo materiale, per introdurre la lezione. Questa strategia incoraggia gli studenti a trasferire ed applicare la conoscenza pregressa e aiuta a strutturare la nuova informazione. Oggi potrebbe essere tradotto come “schema”. NOVAK teoria apprendimento significativo l’integrazione nuova conoscenza con quella esistente. NOVAK mappa concettuale  - “imparo ad imparare”Novak sostiene la teoria dell’apprendimento significativo che richiede l’integrazione della nuova conoscenza con quella esistente . L’apprendimento significativo permette inoltre il trasferimento della conoscenza in ambiti conoscitivi diversi per poter affrontare e risolvere i problemi.In ambito didattico, lo strumento principale che permette un apprendimento significativo della conoscenza è, secondo Novak, la mappa concettuale, ossia una rappresentazione grafica che serve a organizzare le informazioni in modo da favorire l’integrazione della conoscenza ad un livello profondo, permettono di rappresentare graficamente e in modo schematico le relazioni e i rapporti tra il modello di curriculum sostenuto da Bruner è "a spirale": si parte da un tema "vicino" al bambino e progressivamente si sale verso conoscenze sempre più astratte. concetti. Le mappe concettuali sono un efficace metodo di studio in quanto permettono di trovare motivazioni intrinseche ad imparare perché forniscono il piacere di apprendere e la metacognizione. Le mappe concettuali sono utili per l’allievo per: collegare nuove e vecchie conoscenze; mettere a fuoco idee chiave; pianificare le operazioni da compiere; sintetizzare; stimolare la creatività; favorire la metacognizione; sfruttare la memoria visiva. Invece sono utili per l’insegnante per: identificare conoscenze pregresse e quelle errate o incomplete; in fase di valutazione quantitativa e qualitativa. L’APPRENDIMENTO ESPERIENZIALE DI KOLB si impara a partire dalla pratica si impara a partire dalla pratica, l’apprendimento si realizza a seguito della teorizzazione dell’esperienza fatta, in un processo circolare (learning cycle) sintetizzato in quattro fasi: esperienza concreta, osservazione riflessiva, concettualizzazione astratta, sperimentazione attiva L’APPROCCIO MULTISENSORIALE si basa sull’idea che sollecitando i vari sensi contemporaneamente il docente ha maggiori possibilità di andare incontro ai diversi stili di apprendimento dei suoi allievi. METODO VAK Visivo, Auditivo e Kinestetico (Fleming e Mills): acronimo di Visivo, Auditivo e Kinestetico + il tatto VAKT. Canali coinvolti: visivo (utilizzo di figure, disegni, mappe), auditivo (narrazioni, filmati, file audio), kinestetico (attività pratiche e laboratoriale) STRATEGIE E TECNICHE EDUCATIVO-DIDATTICHE: I METODI DIDATTICI: I MODELLI DIDATTICI per modello didattico si intende una struttura complessa in grado di mettere in collegamento un elemento teleologico, ossia una finalità da perseguire, e un elemento pratico, costruito dall’insieme delle tecniche e delle metodologie dell’insegnamento in relazione alla vita educativa. a seconda del focus dell’azione didattica i modelli didattici si classificano in: modelli orientati ai processi di apprendimento attività laboratoriali, attività di gruppo, l’apprendimento cooperativo, si esalta la valutazione dei processi di apprendimento, si affiancano le finalità sociali alle finalità educative modelli orientati ai prodotti dell’apprendimento viene posto in risalto l’esito dei processi di apprendimento, l’apprendimento diventa un fenomeno controllabile, prevedibile e influenzabile modelli orientati al contesto focus sull’ambiente in cui si sviluppa l’attività didattica, intermediazione fra processo di insegnamento e apprendimento tramite gli oggetti mediatori, concezione del sapere come elemento in continua costruzione da parte dell’allievo. IL METODO DIDATTICO STRATEGIE DI APPRENDIMENTO è l’insieme delle scelte operative che un docente adotta per facilitare la trasmissione delle conoscenze Quattro grandi categorie: insegnare e apprendere attraverso la trasmissione del sapere presuppone che l’informazione scorra dall’emittente al destinatario. Pro: sono utili per fornire materiali utili per la costruzione di conoscenze, fanno guadagnare tempo. Contro: riproducono e non costruiscono il sapere, favoriscono la dipendenza, limitano lo sviluppo del pensiero critico e la creatività | PER IMITAZIONE - Bandura | attraverso approcci costruttivisti l’apprendimento è il prodotto di una costruzione attiva da parte del soggetto  apprendimento non meccanico ma significativo (consente di dare un senso alle conoscenze); si basa su tre principi fondamentali: 1) la conoscenza non è trasmessa, ma viene costruita dall’alunno 2) l’apprendimento è strettamente collegato a situazioni concrete 3) l’apprendimento dipende anche dalla collaborazione e dalla comunicazione interpersonale. Contro: richiedono processi molto lunghi e complessi, possono non essere coerente con “programmi” e quadri orari | attraverso LA LEZIONE DIALOGICA può considerarsi un’applicazione dell’antichissima maieutica socratica che usa il dialogo come strumento per la trasmissione del sapere. È centrata sullo studente. al contrario della lezione frontale, il suo obiettivo principale non è la trasmissione di determinati contenuti, ma soprattutto lo sviluppo delle capacità di ragionamento e di analisi dei concetti, nonché lo sviluppo delle capacità espositive e relazionali. bisogna garantire un costante coinvolgimento del gruppo e l’interazione costante con gli allievi. problema  conversazione esplorativa  individuazione di ipotesi di soluzione  soluzione del problema  verifica. svantaggi: è applicabile solo per argomenti analizzabili in via logico-deduttiva, il docente deve avere ben chiari gli aspetti su cui i ragazzi dovranno focalizzarsi, la discussione porta con sé il rischio di divagazioni e confusione, richiede tempi lunghi per l’apprendimento. METODI DI APPRENDIMENTO ATTIVI: METODI OPERATIVI (importanza attività di laboratorio) learning by doing, didattica laboratoriale METODI EURISTICO-PARTECIPATIVI (basati sulla ricerca azione) | RICERCA AZIONE è un metodo per costruire la conoscenza partendo da un problema. Fasi: identificazione dei problemi da risolvere -> raccolta dei dati e formulazione delle ipotesi di cambiamento (documenti audio, foto, video, interviste, questionari…)-> applicazione delle ipotesi nei contesti-obiettivo dei piani formulati (non si parla più, si agisce): raccolta e interpretazione dei dati -> valutazione dei cambiamenti intervenuti e revisione dei progetti e dei piani adottati –> approfondimento METODI INVESTIGATIVI (basati sulla ricerca sperimentale) | esempio: il webquest, un progetto di ricerca guidata di risorse internet con le quali svolgere autonomamente una serie di attività finalizzate alla risoluzione di un problema posto a monte. METODI INDIVIDUALIZZATI (basati sulle singole peculiarità individuali) | mastery learning, insegnamento capovolto, metodologie (fondamento teorico su cui si basa qualsiasi metodo): LA DIDATTICA PERSUASIVA - si basa sulla comunicazione empatica (trasparenza, autocontrollo, accettazione incondizionata), Insegnanti efficaci di Gordon: tre tecniche fondamentali di comunicazione (messaggio-io vs. messaggio-tu, ascolto attivo, logica win-win, quindi metodo di risoluzione dei conflitti senza perdenti), il clima emotivo che si stabilisce in classe è fondamentale, cooperative learning, debate, argomentazione, insegnamento empatico, metodo RULER, insegnamento capovolto LA DIDATTICA LABORATORIALE associazione con la bottega artigiana, apprendimento attivo, imparare facendo LA DIDATTICA PER SCOPERTA ispirata all’attivismo di Dewey, il contenuto da apprendere non è dato ma scoperto dallo studente prima che egli lo faccia proprio, LA DIDATTICA METACOGNITIVA Flavell, metacognizione indica la capacità di riflettere sulle proprie capacità cognitive, privilegia non cosa l’alunno apprende, ma come l’alunno apprende, attiva la propensione a far riflettere gli studenti su aspetti riguardati la propria capacità di apprendere, stare attenti, concentrarsi, ricordare. Strategie didattiche metacognitive: selezione (es. scegliere le idee centrali di un testo), organizzazione (es. mappa concettuale), elaborazione, ripetizione. LA DIDATTICA PER PROGETTI KILPATRICK l’allievo viene coinvolto e chiamato a realizzare un prodotto finale in cui sono in gioco le sue competenze. I progetti possono essere classificati secondo una grande varietà di fattori: tipologia di intervento dell’insegnante (progetti strutturati, non strutturati, semistrutturati), tecniche usate dagli studenti per la raccolta dei dati (progetti di ricerca, di interazione, di corrispondenza, di indagine), modalità di TRE STILI EDUCATIVI autoritario, laissez-faire, democratico (Lewin): autoritario, laissez-faire, democratico. Oggi si parla di stile direttivo (privilegia la funzione guida dell’adulto), non direttivo (educatore come “organizzatore di esperienze”) e relazionale (attenzione e reciprocità del rapporto tra educatore e discepolo) IL BRAINSTORMING (OSBORN) regole per la buona conduzione di un brainstorming: nessuna critica alle idee degli altri; tutte le idee sono ben accolte; prima si punta sulla quantità; poi il lavoro di perfezionamento. fase I: produzione. Tutti possono dire tutto ed attivare il pensiero divergente. Le idee, così come sono formulate, sono registrate dal conduttore (docente) senza alcun commento su un cartellone bene in vista. fase II: pulitura. È la fase dell’analisi e della ristrutturazione delle idee perché possano essere utilizzate dal gruppo. Il conduttore predispone un nuovo cartellone e invita ogni partecipante a chiarire meglio la propria idea, a decidere di trascriverla o farla confluire in un’altra. Questa fase abitua la classe al rispetto delle idee di tutti e alla cessione delle proprie. fase III: sistemazione definitiva. Le idee del secondo cartellone vengono organizzate in temi e/o categorie ed utilizzate per ricerche ed approfondimenti. LE MENZOGNE FANTASTICHE, LE FALSE STORIE (provare a inventare storie, descrizione immaginaria di come è stato inventato un oggetto) IL CONCASSAGE (“frantumazione”): consiste nell’esaminare la problematica da risolvere da tanti punti di vista diversi e anche insoliti (“Che cosa succederebbe se…”). Le idee vengono annotate in una lista. Al termine, le idee simili vengono cancellate o accorpate. Successivamente si passerà alla valutazione delle idee. IL GRUPPO DI LETTURA ATTIVA | L’ARGOMENTAZIONE (convincere qualcuno di una determinata tesi) IL DEBATE consiste in un confronto dialettico e formale nel quale due squadre sostengono e controbattono un’affermazione o un argomento proposto dal docente o liberamente scelto dagli alunni, apportando tesi a favore o contro. Fasi: individuazione del problema/tema sul quale si intende dibattere (ricerca e selezione delle informazioni, elenco degli argomenti che giustificano la tesi, elenco delle possibili antitesi, ordine dell’esposizione, che può essere crescente o decrescente), organizzazione dell’ordine dell’esposizione (si possono usare le regole della retorica classica, cioè exordium, propositio, narratio, argumentatio e conclusivo), sintesi (si fissano in una mappa di sintesi i concetti principali del tema oggetto di dibattito), valutazione (l’insegnante o la classe valutano attraverso rubriche di valutazione la prestazione sotto vari aspetti, tra cui padronanza del linguaggio verbale e non verbale, capacità di ragionamento logico, rispetto delle regole, interazione costruttiva con la squadra antagonista etc.), obiettivi connessi all’utilizzo del debate: sviluppare capacità relazionali e di comunicazione, ricercare e selezionare le informazioni, organizzare le informazioni in modo coerente, gestire le emozioni, incrementare il senso critico, accettare e rispettare le idee diverse dalle proprie. IL CIRCLE TIME (gruppo di discussione su argomenti diversi, gli obiettivi sono sviluppare le abilità comunicative, sviluppare l’empatia, creare un clima di serenità e rispetto, imparare a discutere insieme e ad esprimere le proprie opinioni a voce alta) IL MODELING modellare strategie comportamenti pensieri esistono due tipi di modeling cognitivo o didattico (il docente verbalizza tutti i passaggi di un percorso cognitivo mentre esegue, cede poi all’alunno l’esecuzione del compito e dirige verbalmente, in seguito cede tutta l’esecuzione e ascolta in silenzio, infine si tiene completamente fuori dallo spazio di apprendimento) - educativo o affettivo (Bruner, narrazione come strumento educativo, ricerca delle connessioni personali con la storia narrata) IL ROLE PLAYING consiste nella simulazione di comportamenti e atteggiamenti della vita reale. Si articola in quattro fasi: warming up: attraverso tecniche specifiche si crea un clima adatto all’attività , azione: ci si immedesima in ruoli diversi e si cerca di ipotizzare soluzioni, cooling off : si esce dai ruoli e dal gioco , analisi: si commenta quanto è avvenuto e si traggono le conclusioni L’AZIONE NEL LABIRINTO (action maze): gli action maze sono giochi interattivi che si presentano come studi di casi e simulano situazioni di vita reale, sono un tipo di attività ancora poco conosciuta e poco usata, ma molto versatile. Nell’aula di informatica, per completare il gioco, i ragazzi devono discutere insieme su ciascuna delle opzioni prima di decidere come procedere. LA RICERCA DI GRUPPO SHARAN E SHARAN Contro: richiedono molto tempo, determinano disparità nell’acquisizione degli argomenti. - metodo trasmissivo-espositivo - metodo attivo-operativo - metodo sistematico-programmatico - metodo euristico o della ricerca LO STUDIO DEL CASO si analizza una situazione reale, per sviluppare negli studenti le capacità analitiche necessarie per affrontare sistematicamente una situazione complessa di cui sono fornite tutte le indicazioni fondamentali. INSEGNAMENTO JUST IN TIME gli studenti sono invitati dal docente a rispondere a un questionario che viene caricato su di una piattaforma on-line. Il questionario è relativo ad argomenti che ancora devono essere presentati dal docente e che, molto probabilmente, verranno illustrati nella lezione successiva. Le domande sono progettate dal docente per far emergere tutti quei luoghi comuni e quelle idee errate che sono diffuse tra gli studenti. Inoltre, gli interrogativi proposti fanno emergere negli alunni curiosità e motivazione a seguire la lezione successiva. Il docente consulta le risposte fornite dagli studenti e, in base ad esse, inizia a modulare la propria lezione per risolvere i dubbi e le incertezze che sono emerse dal questionario. In tal modo, il docente regola, appena in tempo, la propria lezione per farla essere più incisiva IL CO-TEACHING: PER CO-TEACHING si intende lo sforzo congiunto di due o più docenti per migliorare e rendere più efficace la loro pratica educativa, in uno specifico contesto classe. Sono quattro i componenti chiave che circoscrivono il co- teaching: La presenza di due educatori; L'insegnamento di concetti significativi; La presenza di gruppi di studenti con bisogni educativi distinti; Un insieme di impostazioni comuni nella pratica didattica. Vengono individuate le seguenti sei modalità di condurre il co-teaching: Uno insegna, l’altro osserva: l'osservazione è finalizzata a raccogliere dati comportamentali o sociali sui singoli studenti o su gruppi di studenti. La configurazione dell’aula è quella usuale della lezione frontale, il docente osservatore deve fare in modo che la sua presenza sia discreta e poco ravvisabile dagli studenti, in modo da non influenzare i comportamenti (in fondo all’aula); Insegnamento a stazione: in questo caso si formano gruppi di studenti. Il numero ideale può essere tre. Nell’aula vengono formate tre isole di banchi, che possono essere definite stazioni. Gli insegnanti si muovono a rotazione tra le tre stazioni ciascuno svolgendo ogni volta i compiti ad esso assegnati, che, ad esempio, possono essere legati ad una presentazione teorica e generale dell'argomento. Nel frattempo, nella terza isola di banchi, gli studenti che hanno ricevuto le spiegazioni dai docenti iniziano il loro lavoro cooperativo. In questo modo, i docenti sono come dei treni che si muovono di stazione in stazione; Insegnamento in parallelo: i due insegnanti si dividono la classe in due gruppi, approssimativamente delle stesse dimensioni. I due insegnanti presentano la medesima lezione in parallelo ai due gruppi. In questo caso l’obiettivo è di aumentare il coinvolgimento e la partecipazione degli studenti, che, in gruppi più piccoli, hanno maggiore possibilità di partecipare attivamente alla lezione; Insegnamento alternativo: la classe viene divisa in due gruppi, uno di numero maggiore e l’altro più ristretto. Si può trattare di interventi di recupero di abilità di base, di interventi di potenziamento e arricchimento della conoscenza, di verifiche specifiche; Team-teaching (teaming): i due docenti lavorano in squadra e in stretta sinergia, anche durante lo svolgimento della lezione. I due insegnanti si alternano nella lezione alla classe, ciascuno presentando degli aspetti specifici. In alternativa, si può pensare anche a una sorta di lezione- dibattito, nella quale i due insegnanti assumono posizioni differenti su di un argomento e sostengono tesi opposte; Uno insegna, l’altro assiste: in questo caso, un docente si fa carico della lezione nei confronti della classe, mentre l’altro circola tra gli studenti e offre assistenza individuale in caso di difficoltà. TEAM-TEACHING INTERDISCIPLINARE Nel tempo, il co-teaching si è affermato anche come metodologia che può rendere possibile la creazione di percorsi didattici interdisciplinari. In questo caso, insegnanti di materie diverse (almeno 3) devono essere coinvolti nell’attività di co-teaching. LE COMPETENZE DELL’INSEGNANTE educativa (educare ai valori, ad esempio all’accettazione del diverso), disciplinare (“insegnare vuol dire scegliere” Dottrens), comunicativo-relazionale (clima della classe, pedagogia dell’incoraggiamento, capacità di lavorare con i colleghi, capacità di coinvolgere i genitori, comunicare con il territorio e gli enti locali), metodologico-didattica, Perrenould, le dieci competenze dell’insegnante moderno: Organizzare ed animare situazioni d’apprendimento; Gestire la progressione degli apprendimenti; Ideare e fare evolvere dispositivi di differenziazione; Coinvolgere gli alunni nei loro apprendimenti e nel loro lavoro; Lavorare in gruppo; Partecipare alla gestione della scuola; Informare e coinvolgere i genitori; Servirsi delle nuove tecnologie; Affrontare i doveri e i dilemmi etici della professione; Gestire la propria formazione continua; MOTIVAZIONE | LA RELAZIONE ALLIEVO INSEGNANTE un tempo si traduceva in un rapporto adulto centrico. primi teorizzatori di un tipo di educazione ispirato al “puerocentrismo”: Comenio, Locke, Rousseau. nella comunicazione didattica vi è un’asimmetria relazionale. Se la mente dell’allievo è impegnata esclusivamente ad affrontare i propri disturbi relazionali non c’è spazio per l’apprendimento. reggere l’ansia dell’allievo, pensarla e restituirgliela, resa meno pesante dalla propria comprensione, verbalizzare i sentimenti, non negare o banalizzare le paure degli allievi. bisogna saper stabilire un rapporto in funzione alla separazione, il carico emotivo della valutazione va accettato e compreso . linguaggio chiaro, breve e coinciso: è necessario esprimere un concetto alla volta, senza utilizzare terminologia tecnica o straniera, partendo dal presupposto che ciò che si sta per dire non interessi l’ascoltatore. È naturalmente necessario parlare solo se si hanno le prove di ciò che si dice. l’insegnante deve tener presenti gli aspetti della comunicazione verbale e non verbale: LO STUDIOSO MEHRABIAN ha introdotto la regola del 7%-38%-55% affermando che i sentimenti di una persona traspaiono attraverso le tre modalità comunicative. In particolare, la comunicazione verbale supporta per un 7% l’esposizione dei sentimenti e delle emozioni, la comunicazione paraverbale supporta l’esposizione dei sentimenti per il 38%, mentre quella non verbale la supporta per il 45%. comunicazione verbale meglio lezioni brevi e interattive rispetto ai discorsi troppo lunghi, tipici della comunicazione unidirezionale. attenersi all’argomento. evitare di leggere passi troppo lunghi dai libri di testo. cercare di coinvolgere anche emotivamente i ragazzi. ascoltare e prestare interesse alle domande. usare la voce per mantenere desta l’attenzione del gruppo classe comunicazione non verbale prestare attenzione allo sguardo, guardare i ragazzi negli occhi tenere sotto controllo la gestualità, modulare la postura (in genere camminare tra i banchi tende a coinvolgere maggiormente gli ascoltatori)- controllare gli altri segnali della comunicazione non verbale: il contatto corporeo, l’abbigliamento, l’aspetto fisico, il modo in cui si occupa lo spazio tra chi parla e l’interlocutore CARL ROGERS: l’apprendimento dipende in buona parte dal comportamento dell’insegnante, bisogna sapere rendere gli allievi protagonisti attivi ABRAHAM MASLOW gli individui sono spunti ad agire sulla base di specifiche motivazioni, che egli individua a partire dai bisogni umani -> piramide bisogni fisiologici, bisogni di sicurezza, di appartenenza, di stima, autorealizzzazione MODELLI DIDATTICI E STRATEGIE PER L’INCLUSIONE risorse interne (tempi, spazi, risorse didattiche, strumenti), risorse esterne (famiglia, enti locali, servizi sociosanitari, risorse nella rete, attenta differenziazione dei percorsi formativi, valorizzazione delle diversità, ruolo centrale del gruppo, combinazione strategica di competenze e risorse, buon clima di classe, ripasso frequente degli argomenti affrontati, lezione interattiva, semplificazione del materiale didattico (tre livelli di semplificazione, nel terzo livello, per deficit medio-gravi, si tende a lasciare spazio alla buona rubrica deve:- essere essenziale - essere condivisa - corrispondere ai descrittori dei saperi sotto esame - dare una definizione chiara dei livelli di prestazione attesi - essere esaustiva. GLI INDICATORI sono uguali per la primaria e al termine del primo ciclo: A – Avanzato: risolve problemi complessi, propone e sostiene le proprie opinioni e assume in modo responsabile decisioni consapevoli B – Intermedio: svolge compiti e risolve problemi in situazioni nuove, compie scelti consapevoli, mostrando di saper utilizzare le conoscenze e le abilità acquisite C – Base: svolge compiti semplici anche in situazioni nuove D – Iniziale: se opportunamente guidato svolge compiti semplici in situazioni note PROVE oggettive (a scelta alternativa, a scelta multipla, di riordinamento, di completamento etc.) e soggettive (tema, interrogazione, compiti di realtà etc.), LINGUAGGIO I bambini iniziano a parlare fra il quarto e il sesto mese di vita, si tratta di emissioni di suoni manifestati con gioia e viene denominata lallazione (avviene nello stadio prelinguistico). Questo fenomeno dell’emissione dei suoni gioiosi e giocosi dipendono dall’influenza dell’ambiente esterno, i bambini li compiono anche in presenza di persone. Nel processo cognitivo e comunicativo gli individui usano le parole per rappresentare gli oggetti e gli avvenimenti dell’ambiente circostante, quindi il bambino concepisce che le parole rappresentano non solo suoni ma esperienze reali. CHOMSKY afferma che gli individui siano geneticamente dotati per acquisire il linguaggio , egli adotta l’acronimo LAD/ Language Acquisition Device (dispositivo di acquisizione linguistica). Secondo lo studioso il bambino impara a parlare in due condizioni: di tipo genetica , che è costituita dal LAD innato; di tipo ambientale , che è costituita dall’esperienza (di sentire le persone parlare). INTELLIGENZA Non esiste una definizione precisa ma l’intelligenza ha avuto un vero e proprio exploit , quello di misurare l’intelligenza attraverso i test. All’inizio del Novecento lo psicologo BINET e il suo collaboratore SIMON BINET E SIMON adottarono le modalità per misurare l’intelligenza con una serie di problemi semplici per misurare la comprensione, il ragionamento e la capacità di adattamento in base all’età. Questo processo cercò di analizzare l’età mentale del bambino che corrispondeva all’età cronologica in cui la media dei bambini otteneva punteggi simili. Uno studioso TERMAN QI (QUOZIENTE INTELLETTIVO sviluppò questo concetto e lo definì in QI (QUOZIENTE INTELLETTIVO), il QI di un bambino si stabilisce prendendo il rapporto tra l’età mentale e l’età cronologica e moltiplicandolo per cento. Affettività, personalità e differenze individuali L’affettività è un insieme di emotività e il termine affettivo si adotta a fattori emozionali e sono collegati al comportamento, ma solitamente si riferisce a tutti quei elementi che costituiscono la personalità. La personalità è l’insieme delle caratteristiche di un individuo e comprende gli atteggiamenti, i comportamenti, le emozioni, i sentimenti, l’autostima e le percezioni del proprio Sé. Gli studiosi si stabiliscono tante domande se la personalità dipende dal corredo ereditario (DNA) quindi ereditaria o se dipende dall’ambiente. Ma sarebbe impossibile se fosse ereditaria altrimenti sarebbero inutili gli sforzi di apprendimento e l’intervento delle agenzie educative; ma gli studiosi trovano la risposta: che si nasce con un temperamento e si cresce con una personalità. La personalità si costruisce sul temperamento (perché i fattori genetici danno origine una persona)ma il temperamento agisce con l’ambiente, con l’esperienza e con le condizioni vitali. Quando il bambino cresce il temperamento influisce con l’ambiente, con i fattori cognitivi, con i fattori fisici e si forma la personalità. LINGUA STRANIERA E CLIL Quadro Comune Europeo di Riferimento per la conoscenza delle lingue (QCER): sei livelli di riferimento, diventati parametri utilizzati in quasi tutti i Paesi d’Europa per valutare il livello di competenza linguistica individuale -> A1, A2, B1, B2, C1, C2 -> il QCER divide i livelli di competenza in tre ampie fasce (base, autonomia e padronanza), articolate a loro volta in due livelli ciascuna. Per ciascuno dei sei livelli complessivi viene descritto ciò che un individuo è in grado di fare in dettaglio nei diversi ambiti di competenza: comprensione scritta, comprensione orale, produzione scritta e produzione orale. Riforma Moratti: impulso all’apprendimento multilinguistico nella scuola italiana-> ha previsto “l’alfabetizzazione in almeno una lingua dell’UE oltre alla lingua italiana” a partire dalle prime classi della scuola primaria + seconda lingua straniera (L2) nella scuola secondaria di I grado (art. 2 L. 53/2003) D.Lgs. n. 59/2004: ha imposto solo lingua inglese alla scuola primaria. L’Italia è tra i 14 paesi europei che hanno imposto l’inglese come lingua obbligatoria metodologia CLIL (Content and language integrated learning – apprendimento integrato di contenuto e lingua): - l’obiettivo è potenziare l’apprendimento di una seconda lingua, utilizzandola come veicolo per l’apprendimento di altri contenuti - introdotta obbligatoriamente nei licei e negli istituti tecnici dalla riforma Gelmini (ultimo anno di liceo e istituti tecnici, dal terzo anno nei licei linguistici, dove in quarta e quinta le discipline per le quali è previsto il CLIL diventano due) - il docente CLIL deve possedere competenze linguistiche e comunicative nella lingua straniera veicolare di livello almeno C1 Per progettare un modulo CLIL bisogna: - individuare gli argomenti interdisciplinari più adatti - individuare le discipline coinvolte - individuare il tema, i tempi, gli obiettivi linguistici e disciplinari e le strategie comunicative che il docente dovrà usare - individuare le sequenze di lavoro, le risorse e i materiali - definire le modalità di lavoro e i materiali da produrre - definire le modalità di verifica, valutazione e autovalutazione L’EVOLUZIONE DELLA SCUOLA ITALIANA Al momento dell’unificazione della penisola (1861), il Regno di Sardegna estese all’intero Regno d’Italia il sistema scolastico creato dalla LEGGE CASATI DEL 1859 Gli obiettivi principali della legge erano quelli di combattere l’analfabetismo e togliere alle istituzioni della Chiesa cattolica l’esclusività dell’istruzione per affidarla allo Stato. LA LEGGE COPPINO DEL 1877 innalzava a tre anni la durata dell'istruzione elementare obbligatoria. LA LEGGE ORLANDO DEL 1904 rese obbligatoria l’istruzione fino al dodicesimo anno di età, prevedendo un “corso popolare” formato dalle classi quinta e sesta per quei ragazzi che non intendessero proseguire negli studi. NEL 1911 LA LEGGE DANEO-CREDARO introdusse norme importanti per assicurare il diritto all’istruzione anche nelle aree più povere. Le scuole elementari passarono alla diretta gestione dello Stato; la condizione dei maestri registrò un miglioramento perché fu fissata la retribuzione minima e fu istituito per loro il fondo pensionistico; i patronati scolastici diventarono obbligatori per fornire assistenza alle famiglie in difficoltà e nell’assicurare il soddisfacimento dell’obbligo di istruzione. Fu, inoltre, istituito il liceo moderno (successivamente denominato liceo scientifico), da affiancare al liceo classico. Si suole chiamare “RIFORMA GENTILE” 1923 e il 1928 tutto il complesso delle norme di sistema che riformarono la scuola italiana tra il 1923 e il 1928, quando fu emanato il Testo unico delle leggi sulla Pubblica Istruzione. L’istruzione scolastica fu resa obbligatoria fino ai 14 anni. L’alunno che terminava la scuola elementare, della durata di cinque anni, aveva quattro possibilità: il ginnasio, l’istituto tecnico, l’istituto magistrale, o la scuola complementare, denominata poi scuola di avviamento professionale. Gli elementi essenziali della riforma possono essere così schematizzati: - Riordinò l’istruzione classica la quale ha per fine di preparare alle università ed agli istituti superiori; - Istituì l’istituto magistrale il quale ha per fine di preparare gli insegnanti nelle scuole elementari; - Riordinò il liceo scientifico per sviluppare l’istruzione dei giovani agli studi universitari nelle facoltà di scienze e medicina - Istituì l’esame di maturità per l’accesso all’università; - Pose il limite di 35 alunni per classe; - Istituì scuole speciali per ciechi e sordomuti; - Confermò l’insegnamento obbligatorio della religione cattolica nelle scuole primarie. A riguardo della “questione cattolica”, il Concordato del 1929 comportava che l’insegnamento della religione cattolica sarebbe stato effettuato in tutte le scuole non universitarie, e non solo nelle scuole elementari. Chi non intendeva seguire l’insegnamento della religione cattolica era esonerato a richiesta. Gli insegnanti di religione dovevano essere riconosciuti dall’autorità ecclesiastica. La pagina più nera della scuola italiana fu scritta il 5 settembre 1938 Provvedimenti per la difesa della razza nella scuola fascista quando entrò in vigore il regio decreto legge n. 1390, “Provvedimenti per la difesa della razza nella scuola fascista”. Alle persone di razza ebraica fu preclusa la possibilità di insegnare nelle scuole e nelle università; ai bambini e agli studenti ebrei fu vietata la frequenza delle scuole statali o legalmente riconosciute. Con il regio decreto legge 23 settembre 1938, n. 1630, furono istituite scuole elementari speciali per i fanciulli di razza ebraica, a cui erano ammessi insegnanti di razza ebraica. Alla fine degli anni Trenta si arrivò alla RIFORMA DEL MINISTRO BOTTAI, CONTENUTA NELLA CARTA DELLA SCUOLA DEL 1939. La Carta della Scuola sanciva l'obbligo scolastico di otto anni: dopo la scuola elementare si sarebbe introdotta la scuola media unica di tre anni, affiancata dalla scuola triennale di avviamento professionale. Si previde l'obbligatorietà della scuola materna per disciplinare le prime manifestazioni dell’intelligenza e del carattere dal quarto al sesto anno. Tale riforma rimase sostanzialmente inattuata per il sopraggiungere del secondo conflitto mondiale. 1962 FU ISTITUITA LA SCUOLA MEDIA UNICA OBBLIGATORIA. Si dava concretezza all'obbligo scolastico di otto anni rimasto per decenni solo una proclamazione di principio. LEGGE 517/1977 l’integrazione degli alunni con handicap nelle classi normali .dell’insegnante di sostegno andò a riformare la valutazione nella scuola dell’obbligo e previde In particolare fu limitata a casi eccezionali la ripetenza nelle scuole elementari; furono aboliti gli esami di riparazione nella scuola elementare e nella scuola media; furono introdotti i giudizi al posto dei voti nelle scuole elementari e medie; fu sostituita la pagella con la scheda di valutazione; furono integrati gli studenti con handicap nelle classi normali (un massimo di 20 alunni per classe in presenza di alunni con handicap); fu introdotta nell’équipe di classe la figura dell’insegnante di sostegno. Nel 1994 furono adottate due decisioni significative per la scuola: l’istituzione degli istituti comprensivi di scuola materna, elementare e secondaria di primo grado e l’adozione del testo unico delle leggi della scuola. Furono aboliti gli esami di riparazione nella scuola superiore, sostituiti con gli IDEI (Interventi Didattici ed Educativi Integrativi). Fu innalzato l’obbligo scolastico a nove anni, ma paradossalmente, fu reso obbligatorio solo il primo anno della scuola superiore. Un passaggio fondamentale avvenne con l’approvazione della legge 59/1997 BASSANINI L’AUTONOMIA SCOLASTICA FU INTRODOTTA. La strategia di Lisbona fu voluta dal consiglio europeo nell’anno 2000 come programma globale per la crescita e l’occupazione. Il Consiglio dei Ministri dell’istruzione dei paesi membri dell’unione definì nel 2001 i tre obiettivi fondamentali: - Aumentare la qualità e l’efficacia dei sistemi di istruzione e di formazione dell’UE; - Facilitare l’accesso ai sistemi di istruzione e formazione; - Aprire i sistemi di istruzione e di formazione al mondo esterno. Con la legge 53/2003 (RIFORMA MORATTI). FU APPROVATO UN COMPLESSIVO DISEGNO DI RIFORMA DEL SISTEMA SCOLASTICO ITALIANO Tale legge riformò il sistema dell’istruzione, istituendo la scuola dell’infanzia, il primo ciclo e il secondo ciclo. Il ministro GIUSEPPE FIORONI si limitò ad apportare modifiche parziali (cacciavite). Con il D.M. 31 luglio 2007 inviò alle scuole del primo ciclo le nuove indicazioni per il curricolo, da affiancare sperimentalmente a quelle vigenti. Le nuove indicazioni erano più aperte e meno dense di prescrizioni organizzative e didattiche. Esse davano particolare attenzione alla continuità del percorso educativo dai 3 ai 14 anni, strutturando percorsi disciplinari unitari dalla primaria al termine della secondaria di primo grado. ( RIFORMA GELMINI)LE ELEZIONI DEL 2008 furono vinte dalla coalizione di centro destra. L'azione del nuovo governo si mosse in un quadro di crisi economica internazionale, che impose anche in Italia una politica economica basata sui tagli della spesa pubblica. Come base per gli interventi nella scuola fu impostato il “piano programmatico di riordino e di sviluppo del sistema scolastico” (Legge 133/2008), quale comportò la reintroduzione del maestro unico nella scuola primaria; la reintroduzione dei voti da 1 a 10 nelle scuole del primo ciclo; la valutazione del comportamento oltre che dell’apprendimento nonché la certificazione delle competenze. Il continuo esami di Stato, realizzare iniziative di valorizzazione del merito, svolgere attività di supporto e assistenza tecnica alle Regioni e agli enti territoriali- L’INVALSI partecipa anche alle indagini internazionali in materia di valutazione (es. OCSE-PISA) Le prove INVALSI sono state introdotte con la L.176/2007 e rese poi obbligatorie. Consistono in test standardizzati e anonimi sulle aree disciplinari dell’italiano, della matematica e dell’inglese. Vengono somministrati nella classi II e V primaria, III secondaria di I grado e II e V scuola secondaria di II grado. Dall’anno 2017/18 sono entrare in vigore alcune novità introdotte dal D.Lgs. 62/2017: i test sono computer based, nel I grado il test non fa più parte dell’esame di Stato e non incide sul voto finale, ma la partecipazione è obbligatoria, nelle scuole secondarie di I grado è introdotta anche la prova di inglese, i BES: lo svolgimento della prova è facoltativa (decide la scuola) in caso di disabilità intellettiva e di DSA, nel caso di disabilità sensoriale o motoria, diagnosi di ADHD e svantaggio socio-economico, linguistico e cultura la prova si deve svolgere, per evitare il cheating (ogni forma di imbroglio scolastico) sono state approvate innovazioni anche in sede di svolgimento della prova (ad es. modelli diversi per ogni classe, diverso ordinamento della risposte multiple etc.) INDIRE Istituto nazionale di documentazione, innovazione e ricerca educativa. Ha competenze in materia di iformazione del personale docente, formazione del personale non docente e dei DS, utilizzo delle nuove tecnologie per l’innovazione della didattica, sviluppo della dimensione di collaborazione internazionale delle istituzioni scolastiche e universitarie, monitoraggio dei principali fenomeni del sistema scolastico, aggiornamento continuo alle scuole ed agli insegnanti, dirigenti e personale ATA, contingente ispettivo il processo di valutazione delle scuole è articolato in 4 fasi: Autovalutazione Le scuole devono elaborare un Rapporto di autovalutazione (RAV prevede tre differenti aree di analisi: esiti, contesto e processi - si compone di 5 sezioni: contesto e risorse, esiti degli studenti, processi messi in atto dalla scuola, processo di autovalutazione, individuazione delle priorità ) in formato elettronico secondo un quadro di riferimento predisposto dall’INVALSI e formulare un piano di miglioramento | valutazione esterna visite dei nuclei di valutazione che portano alla ridefinizione dei piani di miglioramento in base agli esiti delle analisi effettuate | azioni di miglioramento si realizzano mediante la definizione e attuazione degli interventi migliorativi | rendicontazione sociale si realizza attraverso la pubblicazione dei risultati raggiunti, attraverso indicatori e dati comparabili, sia in una dimensione di trasparenza che di condivisione con la comunità di appartenenza INCLUSIONE: dal 2009 si parla di inclusione, non di integrazione: non è l’alunno con problemi che deve “integrarsi” all’interno di una classe di normodotati, ma è la scuola, la classe che deve includerlo, accoglierlo “Profilo dei docenti inclusivi”, 2012, European Agency for Developmente in Special Needs Education, il docente inclusivo deve: - valutare la diversità degli alunni, considerandola come risorsa - sostenere gli alunni - lavorare con gli altri- garantire l’aggiornamento professionale continuo PUNTI FONDAMENTALI DELLA DIDATTICA INCLUSIVA: - favorire la cultura dell’accoglienza- favorire la didattica personalizzata/individualizzata- realizzare attività che favoriscano la socializzazione e la relazione d’aiuto - utilizzare tecnologie informatiche Legge 170/2010 DSA uso di una didattica individualizzata e personalizzata per alunni con DSA - individualizzata: calibrata sul singolo, anziché sulla classe o sul piccolo gruppo. Consiste nelle attività di recupero individuale che può svolgere l’alunno per potenziare determinate abilità o per acquisire specifiche competenze. Ha obiettivi uguali e comuni a tutti gli studenti della classe ma percorsi individualizzati per raggiungerli. - personalizzata: è rivolta ad un particolare discente. Calibra l’offerta didattica considerando le differenze individuali. Ha obiettivi diversi per ciascun alunno. - Strumenti compensativi: strumenti didattici e tecnologici che sostituiscono o facilitano la prestazione richiesta nell’abilità deficitaria- Misure dispensative: interventi che consentono all’alunno o allo studente di non svolgere alcune prestazioni che, a causa del disturbo, risultano particolarmente difficoltose e che non migliorano l’apprendimento. NORMATIVA SCOLASTICAINCLUSIONE IN ITALIA : fino alla fine degli anni Sessanta: istruzione separata (approccio prevalentemente medico, scuole speciali o classi differenziate a seconda della gravità, emarginazione e istituzionalizzazione, si riteneva utile per il disabile essere con coetanei con deficit simili). inizio anni Settanta: prime esperienze di inserimento (L. 118/71: diritto all’educazione in classe comune, ma non nei casi più gravi; ’75 documento commissione Falcucci inserimento graduale dei disabili nelle classi comuni) . L. 517/1977: scuola aperta a tutti , insegnante di sostegno, fine delle scuole speciali e delle classi differenziali. C.M. 262/1988: scuola secondaria di II grado per tutti gli allievi disabili, senza limitazioni per la gravità L. 104/1992: tuttora vigente (ma modificata dal D.Lgs. 66/2017 è istituito l’Osservatorio permanente per l’inclusione scolastica, presieduto dal Ministro e composto da tutti gli attori istituzionali coinvolti nei processi di inclusione, comprese le associazioni e gli studenti) individua alcuni strumenti necessari all’effettiva integrazione degli alunni disabili:- la Diagnosi Funzionale (DF) - il Profilo Dinamico Funzionale (PDF) - il Piano Educativo Individualizzato (PEI). Tali documenti, redatti in collaborazione con il SSN, sono stati applicati fino al primo settembre 2019, quando è entrato in vigore il nuovo regime previsto dal D.Lgs. 66/2017 e il suo correttivo D.Lgs. 96/2019. il D.Lgs. 66/2017:- rafforza la partecipazione e la collaborazione delle famiglie e delle associazioni nei processi di inclusione scolastica - definisce i compiti spettanti a ciascun attore istituzionale coinvolto ( Stato, Regioni, Enti locali ) - incrementa la qualificazione professionale specifica delle Commissioni mediche per gli accertamenti introduce il modello bio-psico-sociale della Classificazione Internazionale del Funzionamento, della Disabilità e della Salute (ICF) adottata dall’OMS introduce una nuova procedura per il sostegno didattico - riordina e rafforza i Gruppi di lavoro per l’inclusione scolastica - il PEI diventa parte integrante del Progetto Individuale prevede la misurazione della qualità dell’inclusione scolastica - prevede una formazione specifica per il personale docente, dirigente ed ATA - introduce un nuovo percorso di formazione iniziale per i docenti di sostegno nella scuola dell’infanzia e primaria Nuova procedura per l’inclusione dell’alunno disabile : presentazione da parte del medico delle domanda di accertamento della condizioni di disabilità | accertamento della condizione di disabilità e REDAZIONE DEL PROFILO DI FUNZIONAMENTO da parte delle Commissione medica | trasmissione dei documenti alla scuola e all’ente locale competente ai fini della elaborazione del PEI e del Progetto individuale, ove richiesto dai genitori | elaborazione del Progetto individuale da parte dell’ente locale e trasmissione all’istituzione scolastica | trasmissione, a cura del DS, dei seguenti documenti al GIT (gruppo territoriale per l’inclusione): 1. certificazione, profilo di funzionamento e documenti della Commissione 2. Progetto individuale 3. Piano per l’inclusione PEI ELABORAZIOE DA PARTE DELL’ISTITUZIONE SCOLASTICA IL PROFILO DI FUNZIONAMENTO sostituisce la diagnosi funzionale e il profilo dinamico-funzionale - definisce la tipologia delle misura di sostegno e delle risorse strutturali necessarie per l’inclusione scolastica di cui l’alunno ha bisogno (vengono determinate le ore di sostegno) - è redatto da parte dell’unità di valutazione multidisciplinare presso l’ASL (medici, specialisti, assistenti sociali) - è redatto con la collaborazione dei genitori - è necessario per l’elaborazione del PEI e del Progetto individuale Tre documenti dell’inclusione scolastica: PROGETTO INDIVIDUALE (è predisposto dal Comune d’intesa con l’ASL, deve indicare i vari interventi sanitari, socio-sanitari e socio-assistenziali di cui possa aver bisogno il ragazzo disabile, il fine è garantire una piena integrazione scolastica, lavorativa, sociale e familiare della persona con disabilità, comprende il Profilo di funzionamento, il PEI, le prestazioni sanitarie cui il disabile ha diritto e gli eventuali sussidi economici) , PEI è elaborato e approvato dai docenti contitolari o (nella secondaria) dal Consiglio di classe, programma le strategie didattico-educative per il successo formativo dello studente, è redatto all’inizio di ogni anno scolastico (dopo un periodo di osservazione e analisi della situazione di partenza) ed è soggetto a verifiche periodiche, nel II grado, in caso di gravi disabilità di tipo cognitivo, è possibile definire un PEI differenziato in cui gli obiettivi sono difformi da quelli dell’ordinamento di studi tradizionali per la classe (no titolo di studi al termine del ciclo), La programmazione può essere riferita agli obiettivi della classe, procedere per obiettivi minimi semplificati (PEI semplificato) seguire una programmazione differenziata (PEI differenziato), è parte integrante del Progetto individuale) PIANO PER L’INCLUSIONE parte integrante del PTOF (-viene predisposto dalla scuola ed è parte integrante del PTOF (Piano Triennale dell’Offerta Formativa) stabilisce: l’utilizzo delle risorse (umano, strumentali e finanziarie disponibili), il superamento delle barriere architettoniche e la progettazione degli interventi di miglioramento della qualità dell’inclusione scolastica, deve essere redatto entro il mese di giugno, si compone di due parti: nella prima si individuano i punti di forza e criticità degli interventi di inclusione posti in essere nel corso dell’anno, nella seconda si formulano ipotesi di utilizzo delle risorse specifiche, istituzionali e non, al fine di incrementare il livello generale di inclusione della scuola nell’anno successivo, viene approvato dal Gruppo di lavoro per l’inclusione (GLI) e deliberati dal Collegio dei docenti. I GRUPPI PER L’INCLUSIONE SCOLASTICA (D.LGS. 66/2017): Gruppo di lavoro isteristituzionale regionale (GLIR) - è istituito presso ogni USR, è composto:• Da dirigenti tecnici e amministrativi in servizio presso l’USR, fino a un massimo di tre• Da dirigenti scolastici in servizio nella regione, scelti tra diversi ordini e gradi di scuola, fino a un massimo di quattro;• Da coordinatori didattici e/o gestori delle scuole paritarie presenti nella regione, fino a un massimo di tre;• Da docenti esperti in inclusione scolastica fino ad un massimo di cinque, con alcuni criteri di garanzia di rappresentatività;• Da rappresentanti della Regione, fino a un massimo di cinque;• Da rappresentanti degli enti locali, fino a un massimo di cinque;• Da rappresentanti delle federazioni e associazioni delle persone con disabilità che siano maggiormente rappresentative a livello regionale nel campo dell’inclusione scolastica, fino ad un massimo di cinque, individuate sulla base di specifici criteri da parte del Direttore dell’USR. è presieduto dal dirigente preposto dall’USR o da un suo delegato - ha compiti di consulenza e proposta all’USR per la definizione, l’attuazione e la verifica degli accordi di programma Gruppo per l’inclusione territoriale (GIT) è istituito per ogni ambito territoriale - ha il compito di procedere ad effettuare la proposta di risorse per il sostegno didattico all’USR competente per il territorio Gruppo di lavoro per l’inclusione (GLI) è istituito presso ciascuna istituzione scolastica - è composto da docenti curricolari, docenti di sostegno ed eventualmente personale ATA + specialisti dell’ASL - è presieduto dal DS - ha il compito di supportare il Collegio dei docenti nella definizione e realizzazione del Piano per l’inclusione e i docenti contitolari/consigli di classe nell’attuazione del PEI BULLISMO: diretto (prepotenze fisiche e/o verbali) e indiretto (esclusione dal gruppo dei pari, diffusione di calunnie etc.) vittima passiva o provocatrice cyber bullismo: LEGGE SUL CYBERBULLISMO L.29 MAGGIO 2017, N.71. Tra le altre cose prevede che ogni istituto scolastico individui tra i docenti un referente per il coordinamento a scuola delle iniziative di prevenzione e di contrasto del cyber bullismo. COSA PUÒ FARE LA SCUOLA? sensibilizzare il gruppo o la classe - somministrare un questionario (in forma anonima) per individuare l’esistenza di bulli e/o vittime - vigilare efficacemente sul comportamento degli studenti (in classe, nelle pause, nelle gite scolastiche etc.) - organizzare incontri della classe con esperti di devianza giovanile - organizzare incontri personali con genitori e familiari di bulli e vittime- ricordare alla classe quali sono le regole di convivenza sociali e quelle di istituto- prevedere progetti extra curricolari su temi concernenti la legalità, l’uso dei media etc.- prevedere sanzioni per i vari comportamenti Tre modelli fondamentali di programma di prevenzione (consumo di droghe e alcol): modello informativo: è l’approccio più tradizionale, basato sulla convinzione che una corretta informazione sugli effetti, i danni e le implicazioni legali del consumo di droghe e alcol possa allontanare dal loro uso, spesso ritenuto il prodotto di una sostanziale leggerezza o curiosità modello della drug education: questo approccio, rispetto al precedente, aggiunge obiettivi di tipo affettivo, incentrati sull’aumento dell’autostima, sulla capacità di far chiarezza sui valori in gioco, di orientarsi e saper risolvere problemi attraverso decisioni autonome. La drug education ritiene che alla base del consumo di droghe e alcol vi sia una sostanziale difficoltà a livello di autogestione e di rapporti sociali il modello dell’educazione sanitaria: è caratterizzato dall’idea che la prevenzione trovi posto nel più vasto ambito di un’educazione a un corretto rapporto fra organismo, ambiente e società. CONTINUITÀ DIDATTICA E ORIENTAMENTO sulla continuità: la legge 104/1992 INDICAZIONI NAZIONALI 2012 Maria Montessori è stata la prima a porre in Italia il problema della continuità, considerando la Casa dei bambini e la scuola elementare come la “continuazione dell’identico fatto”. Il tema viene poi affrontato soprattutto da Piaget, Vigotskij e Bronfenbrenner. Nel 1992 vi furono tre provvedimenti fondamentali sulla continuità: la legge 104/1992 (vengono previste forme obbligatorie di consultazione tra i docenti dei diversi ordini di scuola), il D.M del 16/11/1992 ( disciplina gli itinerari della continuità nella scuola dell’infanzia, elementare e media ) e il C.M. 339 del 16/11/1992 (rimanda alla necessita di inserire nella programmazione educativa e didattica itinerari tesi a favorire la continuità), INDICAZIONI NAZIONALI 2012: l’itinerario scolastico dai tre ai quattordici anni è progressivo e continuo -> progettazione di un unico curricolo verticale -> continuità orizzontale (famiglia, associazioni, territorio) continuità verticale (ordini di scuola e classi dello stesso istituto). la progettualità della continuità verticale è particolarmente favorita negli istituti comprensivi. la continuità verticale, nel passaggio agli istituti superiori, si traduce in attività di orientamento. PATTO EDUCATIVO DI CORRESPONSABILITÀ nasce nel D.P.R 235/2007 - richiama le famiglie all’assunzione delle proprie responsabilità nell’educazione dei figli - è elaborato del Consiglio di istituto - si pone come una sorta di contratto tra la comunità della scuola e le famiglie, da firmare all’atto dell’iscrizione - il contenuto del Patto si articola in una precisa enunciazione di doveri da rispettare sia da parte degli insegnanti che delle famiglie e degli studenti l’obiettivo è quello di impegnare le famiglia, fin dal momento dell’iscrizione, a condividere con la scuola i nuclei fondanti dell’azione educativa. CURRICULUM | L’ORIENTAMENTO DEVE TROVARE AMPIO SPAZIO NEL PTOF. DIDATTICA ORIENTATIVA: si realizza nel permettere l’acquisizione dei saperi di base, delle abilità logiche, cognitive, metodologiche e delle competenze trasversali di cittadinanza, che permettono al giovane di essere nelle condizioni di comprendere meglio se stesso, i propri bisogni, le attitudini e la realtà che lo circonda. SOFT SKILLS: sono le competenze trasversali (creatività, curiosità, empatia, intelligenza emotiva, capacità di lavorare in team, flessibilità cognitiva) che, al di là delle competenze disciplinari, sono alla base di tutte le professioni del futuro GLI STRUMENTI DIDATTICI TRADIZIONALI E DIGITALI l’adozione dei libri di testo rientra nei compiti attribuiti al Collegio dei docenti, nella seconda decade di maggio, su proposta formale dei Consigli di classe - il D.M. 781/2013 prevede l’adozione di versioni digitali o miste, a partire dall’a.s. 2008-2009 - è previsto che le scuole possano elaborare direttamente materiale didattico digitale - è stato abolito il vecchio vincolo pluriennale di adozione - le scuole possono confermare i testi già in uso oppure provvedere all’adozione di nuovi testi per le classi prime e quarte della scuola primaria, per le classe prime della scuola secondaria di I grado e per le classi prime e terze della scuola secondaria di II grado - i libri di testo adottati si distinguono dai testi consigliati - vi sono “tetti di spesa” indicati con decreto del MIUR (€ 264,60 per i testi in versione mista, classi prime I grado), gli eventuali sforamenti devono essere contenuti entro il limite massimo del 10% - la LIM: (è una lavagna interattiva e multimediale - tecnicamente è una periferica del computer - ha diversi vantaggi: l’interattività, l’interfaccia semplice e intuitiva, l’avere internet fruibile in classe, il fatto che sostenga i diversi tipi di apprendimento (visivi, uditivi, cinetici), la multimedialità, la multisensorialità (consente un’esperienza che coinvolge più sensi), il lavoro collaborativo, permette di memorizzare e riutilizzare le lezioni, può essere un utile strumento compensativo per i BES - ha alcuni svantaggi: il costo per l’acquisto e la manutenzione, i rischi di passivizzazione dell’ascolto, i rischi di un’eccessiva semplificazione dei contenuti, possibili rallentamenti delle lezioni per problemi tecnici, difficoltà nel controllo del clima di classe - nell’utilizzo della LIM è ipotizzabile procedere seguendo due modelli didattici: 1) modelli centrati sull’insegnante 2) modelli centrati sugli studenti (ad es. gli studenti presentano attività realizzate in gruppo o individualmente, l’insegnante coordina) altri strumenti: il blog, i wiki (es. wikipedia), i podcast (il podcasting è un sistema che permette di scaricare in modo automatico risorse audio o video chiamate podcast, utilizzando un programma gratuito. I podcast richiedono un collegamento ad internet solo in fase di download e non durante l’ascolto. Per fruire del podcasting si deve prima di tutto installare un programma apposito come per esempio iTunes), le piattaforme e-learning (per creare classi virtuali), i social per la didattica (face book, twitter, instagram, linkedin), le chat… GIOCHI (KAHOOT, PADDLET, QUIZLETT, WORDLE) è necessaria un’alfabetizzazione mediatica (o media education): un’attività di tipo didattico ed educativo finalizzata a sviluppare la capacità di comprendere i diversi media e le varie tipologie di messaggi, di utilizzarli correttamente, di saper interpretare in maniera critica, di essere in grado di generare un messaggio e quindi di usare in maniera propositiva i media RISCHI DIGITALI: - pedopornografia- sexting (invio di immagini a sfondo sessuale)- cyberbullismo- condivisione di contenuti e dati personali sui social e sugli store online- condivisione di immagini e video che violano la privacy altrui- geolocalizzazione- phishing- hate speech- immagini o video disturbanti trovati con i motori di ricerca- fake news e diffusione virale di contenuti falsi- abuso di videogiochi online (fino al gaming disorder). Uno degli obiettivi delle riforme scolastiche più recenti è quello di integrare nella didattica le tecnologie informatiche - learning object (LO): ogni risorsa didattica “modulare” erogabile a distanza, utilizzabile su più piattaforme e in differenti formati, con la possibilità di archiviare e riusare all’infinito, con enorme risparmio di tempo e di risorse - Digital Asset: sono frammenti di contenuto digitali, come unità basilari di informazione che possono essere singolarmente modificate e successivamente assemblate a piacimento. La loro finalità è dare forma, di volta in volta, a un'unità di apprendimento (Learning Object) che sia personalizzata e sia frutto di un lavoro di ricerca e di costruzione della conoscenza. In altre parole, il software permette di creare un vero e proprio tavolo di lavoro, sul quale docente e studenti possono interagire senza particolari limitazioni. - Risorse Educative Aperte: si intendono tutte quelle risorse, reperibili nel web, che possono essere adoperate in campo educativo (materiali e contenuti didattici). L'aggettivo “aperte” sta ad indicare che l’uso della risorsa non comporta alcun costo per l’utente. - finalità delle tecnologie informatiche:- favorire la padronanza della multimedialità- incoraggiare l’adozione di nuovi stili cognitivi- sostenere la creazione di una mentalità di rete contro la frammentazione e il localismo spesso indice di isolamento delle scuole Digital literacy: necessità di una competenza digitale: - Ferrari: informazione, comunicazione, creazione di contenuto, sicurezza, problem solving - Hobbs: effettuare scelte responsabili e valutare criticamente le informazioni, analizzare i messaggi in diversi formati, creare contenuti con diversi messaggi, riflettere sulla propria condotta e condividere conoscenza - Calvani, Fini, Ranieri: dimensione tecnologica (affrontare situazioni tecnologiche nuove), dimensione cognitiva (analizzare criticamente i dati, avvalersi delle tecnologie per la risoluzione di problemi) e dimensione etica (acquisire strumenti per la costruzione condivisa delle conoscenze, mantenendo la responsabilità individuale) Digital reading: la lettura online richiede ulteriori competenze cognitive, metacognitive ed emotive (selezionare le fonti, ridurre le distrazioni, orientarsi in un ambiente destrutturato come il web, integrare i frammenti testuali accessibili online…) - si può utilizzare la multimedialità all’interno della didattica in modi diversi: - come strumento di insegnamento-apprendimento - come oggetto di insegnamento finalizzato all’uso competente delle strumentazioni - come un ambiente entro il quale rimodulare le forme, le modalità, i contenuti dell’insegnamento e del’apprendimento possibili risorse audio: - youtube - rai scuola (www.raiscuola.rai.it) - rai storia (www.raistoria.rai.it) - archivio luce -vimeo possibili risorse multimediali: - google books- google earth- google scholar- liber- Scuola Digitale strumenti didattici e tecnologici per l’inclusione (sollevano l’alunno dalla prestazione resa difficile dal disturbo): - Microsoft Word- Libre Office- sintesi vocale (permettere di ascoltare in voce i testi digitali o importati nel pc)- audiolibri- mappe concettuali- scanner con software OCR (spesso associato allo scanner vi è un software definito OCR, Riconoscitore Ottico di Caratteri, che trasforma l’immagine in testo elettronico, in file .doc, .rtf, .txt)- riconoscimento vocale (è un software che riconosce il linguaggio naturale verbale e lo trasforma automaticamente in scritto)- la LIM- i dizionari di lingua straniera computerizzati i viaggi di istruzione e le visite guidate:- apprendimento per outdoor training- i viaggi di istruzione possono essere di vario tipo: viaggi di integrazione culturale (in località italiane), viaggi di integrazione della preparazione di indirizzo (sono finalizzati alle acquisizioni di esperienze tecnico-scientifiche inerenti il proprio percorso di studio, ad es. visite in aziende), visite guidate (si effettuano nell’arco di una sola giornata), viaggi connessi ad attività sportive… GLI AMBIENTI DI APPRENDIMENTO ambiente di apprendimento può essere inteso come luogo fisico o virtuale, dotato di strumenti funzionali all’apprendimento, ma anche come SPAZIO MENTALE E CULTURALE , ORGANIZZATIVO ED EMOTIVO , l’ AMBIENTE di apprendimento scolastico è costituito da un insieme di componenti: - la STRUTTURA, lo spazio e L’ARREDO I n cui si svolgono le attività didattiche - gli ATTORI del processo di insegnamento-apprendimento - le attività svolte - gli strumenti e le tecnologie disponibili - il CLIMA RELAZIONALE E OPERATIVO IN CUI GLI ATTORI agiscono si può definire come il contesto di attività strutturate predisposto dal docente affinché avvenga il processo di apprendimento. Su questo spazio azione incidono elementi come: - l ’atteggiament o di docenti e studenti nei confronti dell’apprendimento - il clima disciplinare della classe - la relazione tra insegnante e studente - la capacità del docente di stimolare motivazione e impegno - il ruolo, il coinvolgimento e le aspettative dei genitori rispetto al processo formativo importanza del setting: Contenitore che permette di realizzare l’apprendimento | È uno stato della mente | La funzione è protettiva. importanza della scuola anche come spazio fisico: - la disposizione classica dell’aula scolastica è emblema di una relazione educativa di tipo gerarchico (ambiente educativo centrato sulla figura del docente) - aule tradizionali vs. aule disciplinari (nord Europa, il docente tiene differenti corsi della sua disciplina a differenti gruppi di studenti) - creazione di ambienti di apprendimento polifunzionali - Italia, “Scuole senza zaino”, oltre 75 scuole coinvolte, superamento dell’aula tradizionale, ci sono aree di lavoro con postazioni scomponibili - scuola 2.0: ambiente formativo tecnologico centrato sull’autonomia del discente e sulla cooperazione tra gli utenti che ne usufruiscono L’AMBIENTE DI APPRENDIMENTO NELLA STORIA DELLA PEDAGOGIA : DEWEY: SCUOLE ATTIVE la classe diventa il luogo in cui il bambino esplica i propri interessi e il lavoro di gruppo diviene il mezzo attraverso cui egli impara (l’insegnante ha solo una funzione di sostegno). DEWEY declina in cinque articoli fondamentali la propria idea pedagogica legata alle scuole nuove. - L'educazione: processo che permette di giungere a contatto con le risorse intellettuali e morali che l’umanità ha conquistato. - La scuola: comunità che rende il fanciullo capace di partecipare attivamente alla vita sociale e di contribuire al progresso della società. - I contenuti dell’educazione: sono mediati e fusi attraverso le attività sociali del fanciullo. - Il metodo educativo: deve tener METODOLOGIE ATTIVE sono quelle laboratoriali, role play, cooperative learning, classe capovolta, dibattito, mastery learning, nelle metodologie attive lo studente è al centro, si lavora sulla motivazione, quindi si parte sempre da qualcosa che gli studenti già sanno per agganciarsi(apprendimento significativo), si prevedono verifiche sia formative che sulla competenza finale, la valutazione sul processo serve allo studente per attivare i suoi processi metacognitivi e imparare ad autovalutarsi , a noi x riprogrammare secondo le difficoltà oggettive, lo scopo è sempre il successo formativo e lo star bene a scuola Indicazioni nazionali traguardi di competenze curriculum inglese scuola media per disciplina / traguardi di competenza / obiettivi specifici di apprendimento Indicazioni nazionali del 12 per competenze e obiettivi servono per CV unico (posso lavorare orizzontale discipline verticale per IC- PTOF / cv faccio questa cosa per raggiungere questo obiettivo / patto educativo non didattico ADOLESCENZA crescita, formazione identità, indipendenza, egocentrismo, formazione identità sessuale, solidarietà di gruppo e con i compagni, fase di transizione tra mondo infantile e adulto, tre stili genitoriale partendo dal presupposto che lo sviluppo dell’identità sia fortemente influenzato dallo stile educativo usato dai genitori: - Genitore relazionato: agevola la crescita dei figli e l’acquisizione di diversi gradi di autonomia. I figli maturano una relazione con i genitori basata sulla capacità di ascolto e di comprensione di questi ultimi. - Genitore autocentrato: non muta la propria posizione convinto di sapere quale sia il bene del figlio e ciò che è giusto fare. - Genitore evasivo: viene descritto come psicologicamente assente e spesso deluso e arrabbiato. È proprio il desiderio di sentirsi accettati dal mondo degli adulti che spinge l’adolescente a costruirsi una propria identità personale e un ruolo sociale. A poco a poco egli abbandona il concetto di se costruito sull’opinione dei genitori per sostituirvi una nuova considerazione di sé, fondata sui giudizi di persone estranee alla famiglia o, in particolare, dei coetanei. Tipiche di questa stagione della vita sono la preoccupazione per il proprio futuro e il pensare alle difficoltà che si frappongono al raggiungimento di una posizione di prestigio, nonché l’oscillazione tra il desiderio di staccarsi dalla famiglia e il timore di perderne la posizione. AUTISMO genetico cromosomico ambientale socializzazione percezione comportamento RETT neurologica psichiatrica prompting/fading modelling techniche di shapig chaining adoloscenza Freud Erickson scafhonding impalcatura figura del tutor Bruner preparare alunno per apprendimento successivo