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Traduzione letterale e paradigmi del libro IV dell'Eneide di Virgilio, Traduzioni di Letteratura latina

traduzione letterale e paradigmi dell'Eneide (libro 4) di Virgilio.

Tipologia: Traduzioni

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martinovantasette 🇮🇹

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Scarica Traduzione letterale e paradigmi del libro IV dell'Eneide di Virgilio e più Traduzioni in PDF di Letteratura latina solo su Docsity! Eneide, Libro Quarto, Virgilio. Vv. 1-100  Didone si confida con la sorella Anna, che approva e sostiene la sua passione. Ma la regina da un pezzo ferita da grave travaglio alimenta nel pezzo la ferita nel cuore ed è consumata da fuoco cieco. Ritorna di continuo all’animo il valore dell’eroe e di continuo la nobiltà della stirpe, l’aspetto e le parole stanno confitte nel petto; né l’affanno dà alle membra una placida quiete. Saucia = [saucĭo], saucĭas, sauciavi, sauciatum, saucĭāre Alit = Alo, is, alui, altum, alere 3 Carpitur = [carpo], carpis, carpsi, carptum, carpĕre Recursat = [rĕcurro], rĕcurris, recurri, recursum, rĕcurrĕre Haerent = [haerĕo], haeres, haesi, haesum, haerēre Infixi = [infīgo], infīgis, infixi, infixum, infīgĕre Dat = [do], das, dedi, datum, dāre L’aurora successiva illuminava con la lampada di Febo la terra e aveva allontanato l’umida ombra dal cielo, quando la delirante così interpella la fedele sorella:<<O Anna sorella, quali sogni terrorizzano me inquieta! >> Lustrabat = [lustro], lustras, lustravi, lustratum, lustrāre Dimoverat = [dīmŏvĕo], dīmŏves, dimovi, dimotum, dīmŏvēre Adloquitur = [adlŏquor], adlŏquĕris, adlocutus sum, adlŏquĕre – deponente Terrent = [terrĕo], terres, terrui, territum, terrēre Quale nuovo ospite questi giunto alle nostre case, quale presentandosi nell’aspetto, di quanto forte petto e valore! Credo infatti, non senza fiducia, che egli sia di stirpe di dei. La paura rivela animi ignobili. Ahimè, da quali disgrazie è stato travagliato! Quali guerre compiute narrava! Successit = [succēdo], succēdis, successi, successum, succēdĕre Ferens = [fĕro], fĕrs, tuli, latum, fĕrre Credo = crēdo], crēdis, credidi, creditum, crēdĕre Arguit = argŭo], argŭis, argui, argutum, argŭĕre Iactatus = [iacto], iactas, iactavi, iactatum, iactāre Canebat = [căno], cănis, cecini, cantum, cănĕre Se non mi stesse fissa e irremovibile nel petto [la decisione] di non volere unirmi ad alcun nodo coniugale, dopo che il primo amore ha ingannato me delusa con la morte; se non avessi provato il talamo e la fiaccola, a questa sola colpa forse non avrei potuto soccombere. Sederet = [sĕdĕo], sĕdes, sedi, sessum, sĕdēre Vellem = volo, vis, volui, velle Sociare = sŏcĭo], sŏcĭas, sociavi, sociatum, sŏcĭāre Fefellit = [fallo], fallis, fefelli, falsum, fallĕre Pertaesum = + fuisset, costruzione particolare. Pertaesum deriva da taedet, verbo impersonale Fuisset = sum, es, fui, esse Succumbere = [succumbo], succumbis, succubui, succubitum, succumbĕre Anna, infatti confesserò, dopo la morte dell’infelice marito Sicheo e i penati dispersi a causa della strage fraterna, questi solo piegò i sensi e spinse l’animo vacillante. Riconosco i segni dell’antica fiamma. Ma desidero o che la terra si apra per me profondamente prima o che il padre onnipotente mi precipiti col fulmine alle ombre, alle pallide ombre dell’Erebo e alla notte profonda, prima che io ti violi, o Pudore, o annulli le tue leggi. Colui che per primo mi legò a sé portò via i miei affetti; egli li abbia con sé e li conservi nel sepolcro. Così avendo detto riempì con le lacrime sgorgate il petto. Anna risponde: O diletta a me sorella più della luce, vedova ti consumerai nel dolore per tutta la tua giovinezza, né conoscerai i dolci figli, né i premi di Venere? Credi che le ceneri o i Mani sepolti si curino i ciò? E sia, nessun pretendente un tempo piegò te addolorata, non in Libia, non prima a Tiro; disprezzato Iarba e gli altri principi, che nutre la terra d’Africa ricca di trionfi: forse resisterai anche a un amore accetto? Né ti viene in mente sulle terre di chi ti sei stabilita? Da una parte le città getule, popolo insuperabile in guerra, e i Numidi audaci e l’inospitale Sirti ti cingono, dall’altra una regione deserta per la siccità e i Barcei furenti. A che parlare delle guerre sorgenti da Tiro e delle minacce del fratello? Davvero credo che favorevoli gli dèi e propizia Giunone le navi troiane col vento abbiano tenuto questa rotta. Quanto tu, sorella, vedrai questa città, quali regni sorgere per tale matrimonio! A quante cose si innalzerà la gloria punica, unite le armi dei Troiani! Tu soltanto chiedi agli dèi favore e compiuti i sacrifici largheggia nell’ospitalità e trova i pretesti per trattenerlo, finché sul mare infuria la tempesta e il piovoso Orione le navi sono sconquassate, finché il cielo non è trattabile. Fatebor = [fătĕor], fătēris, fassus sum, fătēri 2 Sparsos = [spargo], spargis, sparsi, sparsum, spargĕre Inflexit = [inflecto], inflectis, inflexi, inflexum, inflectĕre Labantem = labo, as, ai, atum, are Impulit = [impello], impellis, impuli, impulsum, impellĕre Adgnosco = [adgnosco], adgnoscis, adgnovi, adgnitum, adgnoscĕre Optem = [opto], optas, optavi, optatum, optāre Dehiscat = [dĕhisco], dĕhiscis, dĕhiscĕre Adigat = [ădĭgo], ădĭgis, adegi, adactum, ădĭgĕre Violo= [vĭŏlo], vĭŏlas, violavi, violatum, vĭŏlāre Resolvo = [rĕsolvo], rĕsolvis, resolvi, resolutum, rĕsolvĕre Iunxit = [iungo], iungis, iunxi, iunctum, iungĕre Abstulit = [aufĕro], aufĕrs, abstuli, ablatum, aufĕrre Servet = servo], servas, servavi, servatum, servāre Effata = [effor], effāris, effatus sum, effāri Implevit = implĕo], imples, implevi, impletum, implēre Dilecta = [dīlĭgo], dīlĭgis, dilexi, dilectum, dīlĭgĕre Maerens = [moerĕo], moeres, moerui, moerēre Carpere = [carpo], carpis, carpsi, carptum, carpĕre Noris = [nosco], noscis, novi, notum, noscĕre Credis = [crēdo], crēdis, credidi, creditum, crēdĕre Curare = curo, as, avi, atum, are Esto =sum, es, fui, esse Flexere = flecto], flectis, flexi, flexum, flectĕre Despectus = [despĭcĭo], despĭcis, despexi, despectum, despĭcĕre Alit = [ălo], ălis, alui, altum, ălĕre Pugnabis = pugno], pugnas, pugnavi, pugnatum, pugnāre Venit = [vĕnĭo], vĕnis, veni, ventum, vĕnīre fati, se Giove voglia che ci sia una sola città per i Tiri e per quelli partiti da Troia, o approvi che i popoli si mescolino o siano stretti da patti. Tu sei la moglie, a te è possibile scrutare l’animo pregando. Va: ti seguirò >>. Allora così rispose la regale Giunone: << Questo compito sarà con me. Ora, bada, insegnerò in poco in quale modo possa esser realizzato ciò che preme. Enea e insieme la miserissima Didone si preparano ad andare nel bosco per cacciare, appena il sole di domani avrà emesso i primi albori e avrà scoperto la terra coi raggi. Io, mentre le ali scorrazzano e circondano il bosco con le reti dall’alto rovescerò su di essi un nembo nero con grandine mista e scuoterò col tuono tutto il cielo. I compagni fuggiranno e saranno coperti da profonda notte: Didone e il duce troiano giungeranno nella stessa spelonca. Io sarò presente e se il tuo consenso per me è certo, unirò con un matrimonio stabile e la farò sua; queste saranno le nozze >>. Citerea non opponendosi acconsentì a lei che chiedeva e rise dell’inganno reperito. Intanto l’Aurora sorgendo lasciò l’oceano. Sorto il sole il fiore della gioventù esce dalle porte; reti larghe, lacci, spiedi dal largo ferro, corrono i cavalieri massili e la forza odorosa dei cani. I capi dei Cartaginesi aspettano alla soglia la regina indugiante nelle sue stanze, il cavallo sta adorno di porpora e oro e focose morde i freni spumosi. Finalmente avanza mentre si forma una grande folla, avvolta da un mantello sidonio dall’orlo ricamato. A lei una faretra d’oro, i capelli sono annodati in oro, una fibbia aurea allaccia la veste purpurea. Anche avanzano i compagni frigi e Iulo lieto. Enea stesso il più bello tra tutti gli altri si unisce come compagno e congiunge le schiere. Così come quando Apollo abbandona la Licia invernale e le correnti dello Xanto e rivede la nativa Delo e rinnova le danze, e i confusi Cretesi e i Driopi e i tatuati Agatirsi fremono intorno agli altari; egli stesso avanza per i gioghi del Cinto, e acconciando la chioma ondeggiante la preme con una tenera foglia e la cinge d’oro, i dardi risuonano sulle spalle; non diversamente da lui andava Enea, tanta maestà splende sul nobile volto. Sensit = sentĭo, sentis, sensi, sensum, sentīre Locutam = lŏquor, lŏquĕris, locutus sum, lŏqui – deponente Adverteret = adverto, advertis, adverti, adversum, advertĕre Abnuat = abnŭo, abnŭis, abnui, abnŭĕre Malit =malo, malui, malle Contendere = contendo, contendis, contendi, contentum, contendĕre) Sequatur = sĕquor, sĕquĕris, secutus sum, sĕqui – deponente Profectis = prŏfĭciscor, prŏfĭciscĕris, profectus sum, prŏfĭcisci – deponente Misceri = miscĕo, misces, miscui, mixtum, miscēre Probet = prŏbo, prŏbas, probavi, probatum, prŏbāre Iungi = iungo, iungis, iunxi, iunctum, iungĕre Precando = prĕcor, prĕcāris, precatus sum, prĕcāri Perge = pergo, pergis, perrexi, perrectum, pergĕre Excepit = excĭpĭo, excĭpis, excepi, exceptum, excĭpĕre Instat = insto, instas, institi, instāre Confieri = confĭo, confis, confactus sum, confieri Adverte = adverto, advertis, adverti, adversum, advertĕre Docebo = dŏcĕo, dŏces, docui, doctum, dŏcēre Extulerit = cfĕro, ecfĕrs, extuli, elatum, ecfĕrre Retexerit = rĕtĕgo, rĕtĕgis, retexi, retectum, rĕtĕgĕre Commixta = commiscĕo, commisces, commiscui, commixtum, commiscēre Nigrantem = nĭgro, nĭgras, nigravi, nigratum, nĭgrāre Cingunt = cingo, cingis, cinxi, cinctum, cingĕre Infundam = infundo, infundis, infudi, infusum, infundĕre Ciebo = cĭĕo, cĭes, civi, citum, cĭēre Diffugient = diffŭgĭo, diffŭgis, diffugi, diffŭgĕre Tegentur = tĕgo, tĕgis, texi, tectum, tĕgĕre Adero = adsum, ades, adfui, adesse Petenti = peto, pĕtis, petii, petitum, pĕtĕre Adnuit = adnŭo, adnŭis, adnui, adnŭĕre Risit = rīdĕo, rīdes, risi, risum, rīdēre Reliquit = rĕlinquo, rĕlinquis, reliqui, relictum, rĕlinquĕre Exorto = exŏrĭor, exŏrīris, exortus sum, exŏrīri – deponente Ruunt = rŭo, rŭis, rui, rŭĕre Exspectant = exspecto, exspectas, exspectavi, exspectatum, exspectāre Mandit = mando, mandis, mandi, mansum, mandĕre Progreditur = prōgrĕdĭor, prōgrĕdĕris, progressus sum, prōgrĕdi Nodantur = nōdo, nōdas, nodavi, nodatum, nōdāre Subnectit = subnecto, subnectis, subnexui, subnexum, subnectĕre Incedunt = incēdo, incēdis, incessi, incessum, incēdĕre Infert = infĕro, infĕrs, intuli, illatum, infĕrre Deserit = dēsĕro, dēsĕris, deserui, desertum, dēsĕrĕre Invisit = invīso, invīsis, invisi, invīsĕre Graditur = grădĭor, grădĕris, gressus sum, grădi – deponente Premit = prĕmo, prĕmis, pressi, pressum, prĕmĕre Ibat = ĕo, is, ii, itum, ire Enitet = enĭtĕo, ēnĭtes, enitui, ēnĭtēre Vv. 151-197  Quello che Giunone aveva previsto si avvera: allo scoppio del temporale Didone ed Enea, abbandonati dai compagni, trovano riparo nella grotta e lì, sotto la protezione di Giunone, viene celebrata la loro unione. La Fama spargendosi per le città della Libia, diffonde subito la notizia dell’unione. Essa è rappresentata come un mostro orrendo, dotato di molti occhi e orecchi atti a vedere e ascoltare tutto ciò che accade nel mondo, e di tante lingue per poterlo riferire. Nel suo cammino, la Fama raggiunge il re Iarba, diffondendo notizie vere e false. Dopoché si giunse negli alti monti e presso luoghi selvaggi, ecco capre selvatiche cacciate dalla cima di una rupe corsero giù dai gioghi; da un’altra parte cervi attraversavano in corsa le aperte pianure e nella fuga si ammassano in mandrie polverose e abbandonano i monti. Da parte sua il fanciullo Ascanio in mezzo alle valli gode del focoso cavallo, e con questo galoppo sorpassa ora questi, ora quelli, e spera con le preghiere che in mezzo alle pecore inerti gli sia dato un cinghiale spumante o che discenda dal monte un fulvo leone. Intanto il cielo inizia ad essere sconvolto con grande fracasso, segue un acquazzone misto a grandine; e i compagni tirii e la gioventù troiana e il dardanio nipote di Venere cercarono per la paura ripari diversi per i campi in tutte le direzioni; dai monti precipitano torrenti. Didone e il duce troiano giungono alla stessa grotta. E la terra per prima e Giunone pronuba danno il segnale: guizzarono lampi e il cielo divenne conscio delle nozze e le ninfe ulularono sulle più alte vette. Quello fu il primo giorno di rovina e per primo causa dei mali. Infatti, Didone non è più guidata né dall’apparenza né dalla fama, né brama più un amore nascosto; invoca il matrimonio; con questo nome copre la colpa. Subito la Fama va per le grandi città della Libia, la Fama, della quale nessun altro male è più veloce: si accresce con il movimento e acquista forza con l’andare; prima piccola per paura, poi si innalza nell’aria e avanza sul suolo e nasconde il capo fra le nubi. La madre terra, irritata per l’ira degli dèi, come raccontano, generò ultima sorella a Ceo e ad Encelado, con i piedi e ali rapide, mostro orrendo, enorme, la quale ha sul corpo tante piume, quanti occhi vigili sotto (mirabile a dirsi), tante lingue, altrettante bocche parlano, altrettante orecchie drizza. Di notte vola fra cielo e terra stridendo attraverso l’ombra, né chiude gli occhi al dolce sonno; di giorno siede custode o sulla cima di un’altissima casa o sulle alte torri, e ostinata messaggera tanto del falso e del male, quanto del vero, spaventa le grandi città. Questa esultante riempiva allora i popoli con varie dicerie e cantava parimenti cose che erano state fatte sia quelle che non erano state fatte: era venuto Enea, nato da sangue troiano, al quale come marito la bella Didone si degnava di unirsi; ora immemori dei regni e catturati da turpe passione trascorrono insieme nel lusso l’inverno, quanto lungo è. Decurrere = [dēcurro], dēcurris, decurri, decursum, dēcurrĕre Deiectae = [dēĭcĭo], dēĭcis, deieci, deiectum, dēĭcĕre Transmittunt = [transmitto], transmittis, transmisi, transmissum, transmittĕre Glomerant = [glŏmĕro], glŏmĕras, glomeravi, glomeratum, glŏmĕrār Gaudet = [gaudĕo], gaudes, gavisus sum, gavisum, gaudēre Praeterit = [praetĕrĕo], praetĕris, praeterii, praeteritum, praetĕrire Optat = opto, as, avi, atum, are Descendere = [descendo], descendis, descendi, descensum, descendĕre Misceri = miscĕo], misces, miscui, mixtum, miscēre Incipit = incĭpĭo], incĭpis, incepi, inceptum, incĭpĕre Insequitur = insĕquor], insĕquĕris, insecutus sum, insĕqui Deveniunt = dēvĕnĭo], dēvĕnis, deveni, deventum, dēvĕnīre Dant = do, das, dedi, datum, dare Fulsere = [fulgĕo], fulges, fulsi, fulgēre Movetur = [mŏvĕo], mŏves, movi, motum, mŏvēre Meditatur = [mĕdĭtor], mĕdĭtāris, meditatus sum, mĕdĭtāri – deponente Praetexi = [praetĕgo], praetĕgis, praetexi, praetectum, praetĕgĕre Vocat = voco, as, avi, atum, are It = ĕo], is, ii, itum, ire Viget = [vĭgĕo], vĭges, vigui, vĭgēre Adquirit = [adquīro], adquīris, adquisivi, adquisitum, adquīrĕre Attollit = attollo], attollis, attollĕre Ingreditur = ingrĕdĭor], ingrĕdĕris, ingressus sum, ingrĕdi – deponente Condit = [condĭo], condis, condii, conditum, condīre Perhibent = pĕrhĭbĕo], pĕrhĭbes, perhibui, perhibitum, pĕrhĭbēre Progenuit = [prōgeno], prōgenis, progenui, progenitum, prōgenĕre Sonant = [sŏno], sŏnas, sonui, sonitum, sŏnāre Subrigit = subrĭgo], subrĭgis, subrexi, subrectum, subrĭgĕre Stridens = [strīdĕo], strīdes, stridi, strīdēre Territat = territo, as, avi, atum, are Ficti = [fingo], fingis, finxi, fictum, fingĕre Replebat = [rĕplĕo], rĕples, replevi, repletum, rĕplēre Gaudens = [gaudĕo], gaudes, gavisus sum, gavisum, gaudēre Canebat = căno], cănis, cecini, cantum, cănĕre Cretum = cerno], cernis, crevi, cretum, cernĕre Dignetur = digno], dignas, dignavi, dignatum, dignāre Fovere = [fŏvĕo], fŏves, fovi, fotum, fŏvēre Diffundit = [diffundo], diffundis, diffudi, diffusum, diffundĕre Incendit = incendo], incendis, incendi, incensum, incendĕre L’inattesa apparizione di Mercurio risveglia in Enea la coscienza di sé e del suo destino, tanto che arde subito dal desiderio di lasciare Cartagine. Deve però dirlo a Didone e, in attesa di ciò, chiama i compagni e ordina loro di preparare in segreto le navi per la partenza. Fiducioso in quella muove i venti e fende le nubi fosche. E già in volo vede l’apice e i fianchi scoscesi del forte Atlante, che sostiene il cielo con la sommità; Atlante, cui la sommità irta di pini circondata sempre da oscure nubi è battuta dal vento e dalla pioggia; la neve sparsa copre le spalle; e torrenti precipitano dal mento del vecchio e l’ispida barba è rigida per il gelo. Qui dapprima si fermò il Cillenio, librandosi con le ali spiegate; da qui a precipizio si lanciò con tutto il corpo verso le onde, simile all’uccello che vola basso su per il mare, intorno ai lidi, intorno agli scogli pescosi. Non altrimenti, tra il cielo e la terra verso il lido sabbioso della Libia solcava i venti il figlio cillenio, provenendo dall’avo materno. Non appena toccò con gli alati piedi le capanne, vede Enea che costruisce rocche e rinnova le abitazioni. E a lui era una spada tempestata di diaspro fulgido e un mantello che scendeva dalle spalle e splendeva di porpora tiria, doni che la ricca Didone aveva fatto e aveva ricamato i tessuti con sottile oro. Subito lo assale: << Tu ora poni le fondamenta della grande Cartagine e schiavo di donna costruisci una bella città? Ahimè! Dimentico del regno e dei tuoi interessi! Lo stesso re degli dèi, che governa col suo potere il cielo e la terra, mi manda a te dallo splendente Olimpo: egli stesso mi ordina di portare questi ordini attraverso i veloci soffi: cosa fai? O con quale speranza consumi gli ozi sulla terra di Libia? Se nessuna gloria per sì grandi imprese ti spinge (né ti affatichi per la tua gloria), pensa ad Ascanio che cresce e alle speranze dell’erede Iulo, a cui il regno d’Italia e la terra romana sono prestabiliti >>. Il dio di Cillene lasciò l’aspetto mortale, dissolvendosi a metà discorso e svanì lontano dagli occhi nella lieve aria. Ma è vero che Enea sconvolto dalla visione ammutolì, e i capelli si drizzarono per l’orrore e la voce si fermò in gola. Arde di andare via in fuga e abbandonare i cari luoghi, stupito da tale monito e dal comando degli dèi. Ahimè, che fa? Con quale discorso oserà ora blandire la regina spasimante? Quali discorsi sceglierebbe per primi? E volge la mente frettolosa ora qua, ora là, e la trasporta in varie parti e la volge per tutte le parti. Questa decisione sembrò preferibile a lui incerto e la prende: chiama Mnesteo e Sergesto e il forte Seresto, perché in silenzio approntino la flotta, raccolgano i compagni presso il lido, preparino gli attrezzi e dissimulino la causa che appartenga ai cambiamenti: egli intanto, giacché l’ottima Didone non sa e non crede che si rompa tanto amore, tenterà le vie e quali i momenti più opportuni di parlare, quale il mezzo propizio all’impresa. Tutti subito obbediscono lieti all’ordine, ed eseguono gli ordini. Agit = [ăgo], ăgis, egi, actum, ăgĕre Tranat = trāno], trānas, tranavi, tranatum, trānāre Volans = volo, as, avi, atum, are Cernit = [cerno], cernis, crevi, cretum, cernĕre Fulcit = [fulcĭo], fulcis, fulsi, fultum, fulcīre Pulsatur = pulso, as, avi, atum, are Tegit = [tĕgo], tĕgis, texi, tectum, tĕgĕre Riget = rĭgĕo], rĭges, rĭgēre Nitens = [nĭtĕo], nĭtes, nitui, nĭtēre Constitit = [consisto], consistis, constiti, consistĕre Secabat = [sĕco], sĕcas, secui, sectum, sĕcāre Veniens = [vĕnĭo], vĕnis, veni, ventum, vĕnīre Tetigit = tago], tagis, tetigi, tactum, tagĕre Fundantem = fundo], fundis, fudi, fusum, fundĕre Novantem = novo, as, avi, atum, are Conspicit = [conspĭcĭo], conspĭcis, conspexi, conspectum, conspĭcĕre Ardebat = [ardĕo], ardes, arsi, ardēre Discreverat = [discerno], discernis, discrevi, discretum, discernĕre Invadit = invādo], invādis, invasi, invasum, invādĕre Exstruis = [exstrŭo], exstrŭis, exstruxi, exstructum, exstrŭĕre Oblite = oblīscor], oblīscĕris, oblitus sum, oblīsci – deponente Torquet = [torquĕo], torques, torsi, tortum, torquēre Iubet = [iŭbĕo], iŭbes, iussi, iussum, iŭbēre Struis = [strŭo], strŭis, struxi, structum, strŭĕre Movet = [mŏvĕo], mŏves, movi, motum, mŏvēre Moliris = molio, molis, molire Surgentem = [surgo], surgis, surrexi, surrectum, surgĕre Evanuit = ēvānesco], ēvānescis, evanui, ēvānescĕre Obmutuit = obmūtesco], obmūtescis, obmutui, obmūtescĕre Arrecta = [arrĭgo], arrĭgis, arrexi, arrectum, arrĭgĕre Haesit = haerĕo], haeres, haesi, haesum, haerēre Ardet = [ardĕo], ardes, arsi, ardēre Abire = [ăbĕo], ăbis, abii (abivi), abitum, ăbire Relinquere = rĕlinquo], rĕlinquis, reliqui, relictum, rĕlinquĕre Attonitus = [attŏno], attŏnas, attonui, attonitum, attŏnāre Agat = ago, agis, egi, actum, agere Ambire = [ambĭo], ambis, ambivi, ambitum, ambīre Audeat = audĭo], audis, audii, auditum, audīre Sumat = [sūmo], sūmis, sumpsi, sumptum, sūmĕre Rapit = [răpĭo], răpis, rapui, raptum, răpĕre Potior = [pŏtĭo], pŏtis, potivi, potitum, pŏtīre Visa = video, vides, vidi, visum, videre 2 Aptent = [apto], aptas, aptavi, aptatum, aptāre Cogant = [cōgo], cōgis, coegi, coactum, cōgĕre Parent = paro, as, avi, atum, are Dissimulent = dissĭmŭlo], dissĭmŭlas, dissimulavi, dissimulatum, dissĭmŭlāre Nesciat = nescĭo], nescis, nescii, nescitum, nescīre Speret = spero, as, avi, atum, are Temptaturum = tempto, as, avi, atum, are Fandi = for, faris, fatus sum, fari Parent = paro, as, avi, atum, are Facessunt = făcesso], făcessis, facessi, facessitum, făcessĕre Vv. 296-344  nonostante il tentativo di Enea di tenere segreti i preparativi, Didone ha saputo la verità e adesso è furiosa. Si rammarica di non poter avere un piccolo Enea che le ricordasse l’uomo amato. Enea prova grande dolore e riconoscenza verso la regina, ma sa che deve seguire il destino scelto per lui dagli dèi (perché se avesse potuto avrebbe ricostruito Troia). Ma la regina intuì gli inganni (chi potrebbe ingannare un’amante?) e intuì i futuri movimenti, lei che per prima temeva tutte le cose sicure. L’empia Fama riferì a lei furiosa le stesse cose che la flotta si allestiva e la rotta che preparava. Fuori di sé delira e furiosa corre per tutta la città, come una baccante eccitata dai sacri arredi scossi quando, udito Bacco, le orge triennali stimolano e di notte il Citerone invita con clamore. Infine, per prima si rivolge a Enea con queste parole: << sperasti anche, o perfido, di poter dissimulare sì nefanda azione e partire in silenzio dalla mia terra? Né ti trattiene il nostro amore, né ti trattiene la fede un tempo data, né Didone destinata a morire di crudele morte? Anzi nella stagione invernale allestisci e, crudele, ti affretti ad andare in alto mare in mezzo alle tempeste? Che? Se non ricercassi terre straniere e dimore ignote, se l’antica Troia fosse ancora in piedi, Troia non sarebbe cercata con le flotte attraverso il mare tempestoso? Fuggi da me? Io ti prego per queste lacrime e per la tua destra (poiché io stessa nient’altro ormai ho serbato per me misera), per la nostra unione, per le avviate nozze, se qualcosa ho ben meritato da te, o qualcosa mio fu dolce a te, di avere pietà della casa rovinata e se ancora c’è qualche luogo alle preghiere, togli questo pensiero. Per causa tua le genti della Libia e i tiranni dei nomadi mi odiano, i cartaginesi ostili; a causa tua fu estinto il pudore e la fama precedente, per cui sola mi ergevo alle stelle. A chi mi abbandoni moribonda, ospite? Poiché questo solo nome resta dello sposo. Che aspetto? Forse finché il fratello Pigmalione abbatta le mie mura, o il getulo Iarba mi porti via prigioniera? Se soltanto qualche figlio mi fosse stato dato da te prima della fuga, se qualche piccolo Enea mi giocasse intorno nel palazzo, che ti richiamasse almeno nell’aspetto, non mi sentirei certo del tutto ingannata e abbandonata >>. Aveva detto. Quello teneva gli occhi fissi agli ordini di Giove e sforzandosi soffocava la pena nel cuore. Alla fine, risponde poche cose: << io mai negherò, regina, che meritavi moltissime cose che puoi enumerare parlando, né mi rincrescerà ricordarmi di Elissa, finché io stesso sarò memore di me, finché lo spirito sosterrà questi arti. Dirò poche cose sulla questione. Io non ho sperato (non crederlo) di nascondere questa fuga con l’inganno, né mai ho posto davanti le fiaccole nuziali o sono giunto a questi patti. Se i fati mi permettessero di condurre la vita secondo i miei desideri e di alleviare gli affanni a mio piacimento, per prima cosa abiterei la città di Troia, le amate ceneri dei miei e gli alti tetti di Priamo sarebbero ancora in piedi; e avrei fondato di mia mano una nuova Troia per i vinti. >> Fallere = [fallo], fallis, fefelli, falsum, fallĕre Possit = [possum], potes, potui, posse Praesensit = praesentĭo], praesentis, praesensi, praesensum, praesentīre Timens = [tĭmĕo], tĭmes, timui, tĭmēre Furenti = [fŭro], fŭris, fŭrĕre Detulit = [dēfĕro], dēfĕrs, detuli, delatum, dēfĕrre Armari = armo], armas, armavi, armatum, armāre Parari = păro], păras, paravi, paratum, părāre Bacchatur = bacchor], bacchāris, bacchatus sum, bacchāri – deponente Compellat = [compello], compellas, compellavi, compellatum, compellāre Decedere = [dēcēdo], dēcēdis, decessi, decessum, dēcēdĕre Moliris = molio, molis, molire Properas = prŏpĕro], prŏpĕras, properavi, properatum, prŏpĕrāre Maneret = [mănĕo], mănes, mansi, mansum, mănēre Fugis = [fŭgĭo], fŭgis, fugi, fugitum, fŭgĕre Merui = [mĕrĕo], mĕres, merui, meritum, mĕrēre Miserere = [mĭsĕrĕo], mĭsĕres, miserui, mĭsĕrēre Exue = [exŭo], exŭis, exui, exutum, exŭĕre Odere = [ōdi], ōdisti, ōdisse – difettivo Exstinctus =[extinguo], extinguis, extinxi, extinctum, extinguĕre Adibam = [ădĕo], ădis, adii, aditum, ădire Deseris = [dēsĕro], dēsĕris, deserui, desertum, dēsĕrĕre Moror = [mŏror], mŏrāris, moratus sum, mŏrāri – deponente Linquens = linquo], linquis, liqui, lictum, linquĕre Cunctantem = [cuncto], cunctas, cunctatum, cunctāre Fugit = fŭgĭo, fŭgis, fugi, fugitum, fŭgĕre) Avertit = (āverto, āvertis, averti, aversum, āvertĕre) Suscipiunt = (suscĭpĭo, suscĭpis, suscepi, susceptum, suscĭpĕre Reponunt = rĕpōno, rĕpōnis, reposui, repositum, rĕpōnĕre) Lenire = lēnĭo, lēnis, lenii, lenitum, lēnīre) Solando = solo, as, avi, atum, are Cupit = cŭpĭo, cŭpis, cupii, cupitum, cŭpĕre Exsequitur = (exsĕquor, exsĕquĕris, exsecutus sum, exsĕquĕre Revisit = rĕvīso, rĕvīsis, revisi, revisum, rĕvīsĕre Vv. 396-446  i troiani si preparano alla partenza. Didone si rivolge alla sorella Anna affinché parli con Enea e cerchi di convincerlo, se non a rinunciare al viaggio, almeno ad attendere un po' di tempo. Anna ci prova, ma Enea è irremovibile. Allora sì i che i Troiani lavorano e trascinano da tutto il lido le alte navi. Galleggia la nave impeciata e portano dalle selve i remi frondosi e tronchi informi per il desiderio della partenza. Potresti vederli migranti e accorrono da tutta la città, come le formiche quando memori dell’inverno saccheggiano un ingente mucchio di grano e lo ripongono al riparo: va la nera colonna per i campi e trascinano la preda per un sentiero stretto attraverso l’erba, una parte sforzandosi con le spalle spingono grossi chicchi, una parte radunano la schiera e puniscono quelle pigre, tutto il sentiero ferve di lavoro. Quali sentimenti allora a te, o Didone, mentre vedevi tali cose, e quali gemiti davi, scorgendo dall’alta rocca i lidi fervere per largo tratto e vedevi dinnanzi agli occhi tutto il mare sconvolgersi per sì forti clamori! O malvagio Amore, a cosa non costringi i petti mortali! Di nuovo è costretta a tornare in lacrime, di nuovo a tentare pregando e supplice piegare il suo animo all’amore, per non lasciare qualcosa di intentato a morire invano. << Anna, vedi tutto l’affaccendare attorno al lido e l’arrivare da ogni parte; già il carbaso invoca i venti, e i marinai lieti hanno posto le corone sulle poppe. Se avessi potuto immaginare questo dolore tanto grande, potrò sopportarlo, sorella. Tuttavia, Anna, esegui a me misera questo solo: infatti quel malvagio venerava te sola, a te confidava anche i segreti pensieri; tu sola conoscevi la strada facile dell’uomo e le circostanze. Va’, sorella, e supplice parla al superbo nemico. Io non ho giurato con i Danai in Aulide di distruggere la gente di Troia né ho inviato la flotta a Pergama, né ho profanato le ceneri o i Mani del padre Anchise: perché rifiuta di accogliere nelle dure orecchie le mie parole? Dove corre? Che dia alla misera amante questo estremo dono: che aspetti un’agevole partenza e venti propizi. Non chiedo più l’antico legame coniugale, che tradì, né che si privi del bel Lazio e che lasci il regno; chiedo un tempo vuoto [breve tregua], pace e spazio al furore, finché la mia fortuna insegni a me vinta a soffrire. Chiedo questa ultima grazie (abbi misericordia della sorella!), quando me l’avrai data, alla morte la restituirò cumulata. >> Pregava con tali parole e l’infelicissima sorella porta e riporta tale lamento. Ma quello da nessun lamento è mosso o ascolta bendisposto nessuna parola: si oppongono i fati e un dio ottura le disposte orecchie di lui. E come quando i venti alpini di Borea gareggiano tra loro con le loro raffiche ora qua ora là ad abbattere una robusta quercia dal tronco vecchio, va uno stridore e le alte fronde ricoprono la terra dopo che il tronco è stato scosso; essa rimane ancorata alle rocce, e così come con la cima tende alle arie del cielo, tanto con la radice al Tartaro; non diversamente l’eroe è scosso dalle assidue voci e sente nel grande petto gli affanni; il pensiero rimane fisso, le lacrime sono versate inutilmente. Incumbunt = [incumbo], incumbis, incubui, incumbĕre Deducunt = [dēdūco], dēdūcis, deduxi, dēdūcĕre Natat = nato, as, avi, atum, are Migrantis = migro, as, avi, atum, are Cernas = [cerno], cernis, crevi, cretum, cernĕre Ruentis = rŭo], rŭis, rui, rŭĕre Populant = populo, as, avi, atum, are Reponunt = [rĕpōno], rĕpōnis, reposui, repositum, rĕpōnĕre Convectant = convecto, as, are Trudunt = [trūdo], trūdis, trusi, trusum, trūdĕre Obnixae = [obnītor], obnītĕris, obnixus sum, obnīti Cogunt = [cōgo], cōgis, coegi, coactum, cōgĕre Fervet = [fervĕo], ferves, ferbui, fervēre Cernenti = cerno], cernis, crevi, cretum, cernĕre Prospiceres = [prospĭcĭo], prospĭcis, prospexi, prospectum, prospĭcĕre Misceri = [miscĕo], misces, miscui, mixtum, miscēre Precando = prĕcor], prĕcāris, precatus sum, prĕcāri – deponente Moritura = [mŏrĭor], mŏrĕris, mortuus sum, mŏri – deponente Properari = [prŏpĕro], prŏpĕras, properavi, properatum, prŏpĕrāre Convenere = convĕnĭo], convĕnis, conveni, conventum, convĕnīre Imposuere = [impōno], impōnis, imposui, impositum, impōnĕre Exsequere = [exsĕquor], exsĕquĕris, exsecutus sum, exsĕquĕre Colere = [cŏlo], cŏlis, colui, cultum, cŏlĕre Noras = nosco], noscis, novi, notum, noscĕre Adfare = adfor], adfāris, adfatus sum, adfāri – deponente Excindere = [excindo], excindis, excidi, excissum, excindĕre Revelli = [rĕvello], rĕvellis, revelli, revulsum, rĕvellĕre Ruit = ruo, ruis, ruere 3 Exspectet = expecto, as, avi, atum, are Prodidit = [prōdo], prōdis, prodidi, proditum, prōdĕre Oro = oro, as, avi, atum, are Careat = [cărĕo], căres, carui, cărēre Doceat = [dŏcĕo], dŏces, docui, doctum, dŏcēre Miserere = [mĭsĕrĕo], mĭsĕres, miserui, mĭsĕrēre Obstruit = [obstrŭo], obstrŭis, obstruxi, obstructum, obstrŭĕre Eruere = [ērŭo], ērŭis, erui, erutum, ērŭĕre Haeret = [haerĕo], haeres, haesi, haesum, haerēre Certant = certo, as, avi, atum, are Concusso = [concŭtĭo], concŭtis, concussi, concussum, concŭtĕre Tendi = [tendo], tendis, tetendi, tentum, tendĕre Tunditur = [tundo], tundis, tutudi, tunsum, tundĕre Persentit = [persentĭo], persentis, persensi, persentīre Manet = [mănĕo], mănes, mansi, mansum, mănēre Volvuntur = [volvo], volvis, volvi, volutum, volvĕre Vv. 450-498  perduta ormai ogni speranza, Didone invoca la morte. Finge di ricorrere alle arti magiche per liberarsi dal tormento dell’amore per poter eseguire meglio il suo piano di morte. Ma allora l’infelice Didone atterrita dai fati invoca la morte: si tedia a guardare la volta del cielo. Affinché più presto si attui maggiormente l’impresa e abbandoni la luce, vide, deponendo i doni sugli altari fumanti d’incenso (orribile a dirsi), annerire i sacri liquidi e i vini versati mutarsi in osceno sangue. Ciò che fu visto non rivelò a nessuno, nemmeno alla stessa sorella. Inoltre, c’era nella reggia un tempio di marmo del primo marito, che venerava con grande onore, cinto con candide bende e di fronde festose; da qui le sembrò che voci e parole del marito che la invocava siano sentite, quando l’oscura notte copriva le terre; e spesso un solitario gufo si lamentava sui tetti con lugubre canto e volgeva in pianto lunghi lamenti; e inoltre molte predizioni di antichi indovini la spaventano col terribile monito. Lo stesso crudele Enea insegue nei sogni la furente; e le sembra di essere sempre lasciata sola a sé stessa, e sempre di percorre da sola una lunga via e di cercare i Tiri in terra deserta: così come Penteo folle vede schiere di Eumenidi e il sole doppio e Tebe doppia mostrarsi, o Oreste di Agamennone perseguitato sulle scene quando fugge la madre armata di fiaccole e di orribili serpenti, e le Dire vendicatrici siedono sulla soglia. Dunque, quando accolse le furie e stabilì di morire, vinta dal dolore, riflette tra sé sul tempo e sul modo e accostata parla la mesta sorella, cela il proposito sul volto e rasserena la calma sulla fronte: << Ho trovato, sorella, la via (rallegrati con me) che mi restituisca lui o che dissolva me innamorata. Presso il confine dell’oceano e il sole cadente c’è il luogo estremo degli Etiopi, dove il grandissimo Atlante regge con la spalla il cielo provvisto di stelle lucenti; di qui si è mostrata a me una sacerdotessa del popolo dei Massili, custode del tempio delle Esperidi, che dava il cibo al drago e conservava i rami sacri sull’albero spargendo umido miele e papavero soporifero. Questa promette di liberare con le magie quelle che voglia, ma di immettere nelle altre duri affanni, fermare l’acqua dei fiumi e volgere indietro le stelle; e muove i Mani notturni; vedrai muggire la terra sotto i piedi e gli alberi discendere dai monti. Chiamo a testimoni gli dèi e te, o cara sorella, e il tuo dolce capo, che mi sono servita malvolentieri delle arti magiche. Tu di nascosto erigi un rogo segreto all’interno del palazzo all’aperto e mettici sopra [superimponas] le armi dell’uomo e tutte le spoglie e il letto nuziale sul quale perii, che l’empio lasciò appese al talamo: giova cancellare tutti i ricordi dell’empio uomo e così prescrive la sacerdotessa. >> Exterrita = exterrĕo, exterres, exterrui, exterritum, exterrēre Taedit = taedĭo, taedĭas, taediavi, taedĭāre Tueri = tŭĕor], tŭēris, tuitus sumtŭēri Peragat = pĕrăgo, pĕrăgis, peregi, peractum, pĕrăgĕre) Nigrescere = nĭgresco, nĭgrescis, nigrui, nĭgrescĕre Horrendum = horrĕo, horres, horrui, horrēre) Vertere = verto, vertis, verti, versum, vertĕre Effata = effor, effāris, effatus sum, effāri) – deponente Revinctum = rĕvincĭo, rĕvincis, revinxi, revinctum, rĕvincīre Exaudiri = exaudĭo, exaudis, exaudii, exauditum, exaudīre Queri = [quĕror], quĕrĕris, questus sum, quĕri – deponente Horrificant = [horrĭfĭco], horrĭfĭcas, horrificavi, horrificatum, horrĭfĭcāre Ostendere = ostendo, ostendis, ostendi, ostentum, ostendĕre Fugit = fŭgĭo, fŭgis, fugi, fugitum, fŭgĕre) Sedent = sĕdĕo, sĕdes, sedi, sessum, sĕdēre) Concepit = concĭpĭo, concĭpis, concepi, conceptum, concĭpĕre) Evicta = ēvinco, ēvincis, evici, evictum, ēvincĕre Decrevit = dēcerno, dēcernis, decrevi, decretum, dēcernĕre) Mori = mŏrĭor, mŏrĕris, mortuus sum, mŏri) – deponente Nescis = [nosco], noscis, novi, notum, noscĕre Sentis = sentĭo, sentis, sensi, sensum, sentīre Comitabor = cŏmĭto, cŏmĭtas, comitavi, comitatum, cŏmĭtāre) Stipata = (stīpo, stīpas, stipavi, stipatum, stīpāre Inferar = (infĕro, infĕrs, intuli, illatum, infĕrre Revelli = rĕvello, rĕvellis, revelli, revulsum, rĕvellĕre Agam = ăgo, ăgis, egi, actum, ăgĕre Iubebo = iŭbĕo, iŭbes, iussi, iussum, iŭbēre Morere = mŏror, mŏrāris, moratus sum, mŏrāri – deponente Merita = mĕrĕo, mĕres, merui, meritum, mĕrēre Averte = āverto, āvertis, averti, aversum, āvertĕre Evicta = ēvinco, ēvincis, evici, evictum, ēvincĕre Furentem = fŭro], fŭris, fŭrĕre Oneras = onero, as, avi, atum, are Obicis = ōbĭcĭo, ōbĭcis, obieci, obiectum, ōbĭcĕre Degere = dēgo, dēgis, degi, dēgĕre Tangere = tango, tangis, tetigi, tactum, tangĕre Servata = servo, as, avi, atum, are Vv. 553-599  la scena si sposta sulla spiaggia di Cartagine. A Enea appare in sogno Mercurio, il quale lo invita a partire, perché teme che la furia di Didone si scagli su Enea. Allorché Enea decide di partire subito. Didone vede la flotta partire e, furiosa, lancia una maledizione sulla stirpe di Enea: non ci sarà mai pace fra i cartaginesi e la sua stirpe. Così grandi lamenti lei emetteva dal suo petto. Enea su un’alta poppa, già certo di partire, prendeva sonno poiché le cose erano già state preparate a dovere. A lui in sogno si presentò la forma del dio che ritornava con lo stesso aspetto si presentò nei sogni e di nuovo sembrò ammonirlo, simile in tutto a Mercurio e nella voce e nel colore e nei biondi capelli e nelle membra leggiadre per la giovinezza: << O figlio di dea, puoi dormire in questa situazione, né vedi i pericoli che stanno poi attorno a te, folle, né senti spirare gli zefiri propizi? Quella medita in petto inganni e una terribile insidia, certa di morire, e solleva varie tempeste d’ira. Non fuggi da qui veloce, finché c’è possibilità di fuggire? Presto vedrai il mare essere sconvolto dai venti e risplendere crudeli fiaccole, presto i lidi rosseggiare di fiamme, se l’Aurora ti avrà colto indugiante in queste terre. Orsù vai, rompi gli indugi. La donna sempre è varia e mutevole >>. Così detto si mescola alla nera notte. Allora sì Enea atterrito dalle improvvise ombre scuote il corpo dal sonno e incalza i compagni: << Svegliatevi svelti, o uomini, e prendete i remi; sciogliete veloci le vele. Un dio, mandato dall’alto cielo, ecco che di nuovo spinge ad affrettare la fuga e a tagliare le ritorte funi. Seguiamo te, o santo fra gli dèi, chiunque sei, ed esultanti di nuovo obbediamo all’ordine. Oh, benevolo, assistici e aiutaci e porta nel cielo stelle propizie >>. Disse ed estrae dal fodero la spada fulminea e impugnata l’arma taglia le reti. Lo stesso ardore prende tutti insieme, si affrettano e fuggono: i lidi vennero abbandonati, il mare sparisce sotto le navi, con forza volteggiano le spume e solcano il mare ceruleo. E già la prima aurora, lasciando il letto dorato di Titone, cospargeva di nuova luce le terre. La regina non appena vide dalla terrazza biancheggiare la prima luce e la flotta procedere a vele spiegate e notò che i lidi e i porti erano vuoti senza ciurma, percotendosi il petto nobile con la mano tre o quattro volte e strappandosi i capelli biondi disse: << Per Giove! Questo straniero andrà e insulterà i nostri regni? Non prenderanno le armi e non accorreranno da tutta la città e altri non trarranno le navi dai cantieri? Andate, portate veloci le fiamme, prendete le armi, spingete i remi! Che dico? O dove sono? Quale follia muta la mente? Infelice Didone! Ora ti preoccupano gli empi fatti? Allora sarebbe stato lecito quando davi lo scettro. Ecco la destra e la fede, quello che dicono che i paterni penati portassero con sé, che abbia caricato sulle spalle il padre sfinito per l’età. Rumpebat = rumpo, rumpis, rupi, ruptum, rumpĕre Redeuntis = rĕdĕo, rĕdis, redii, reditum, rĕdire Obtulit = [obfĕro], obfĕrs, obtuli, oblatum, obfĕrre Monere = mŏnĕo, mŏnes, monui, monitum, mŏnēre) Nate = (nascor, nascĕris, natus sum, nasci) Stent = sto, stas, steti, statum, stāre Cernis = [cerno], cernis, crevi, cretum, cernĕre Mori = mŏrĭor, mŏrĕris, mortuus sum, mŏri) Concitat = concito, as, avi, atum, are Fugis = [fŭgĭo], fŭgis, fugi, fugitum, fŭgĕre Turbari = [turbo], turbas, turbavi, turbatum, turbāre Conlucere = [conlūcĕo], conlūces, conluxi, conlūcēre Fervere = fervĕo], ferves, ferbui, fervēre Attigerit = attingo, attingis, attigi, attactum, attingĕre) Morantem = moro,as, are Immiscuit = (immiscĕo, immisces, immiscui, immixtum, immiscēre) Corripit = corrĭpĭo, corrĭpis, corripui, correptum, corrĭpĕre) Vigilate = [vĭgĭlo], vĭgĭlas, vigilavi, vigilatum, vĭgĭlāre Considite = consīdo, consīdis, consedi, consessum, consīdĕre Solvite = solvo, solvis, solvi, solutum, solvĕre) Fatigat = fatigo, as, avi, atum, are Incidere = incĭdo, incĭdis, incidi, incĭdĕre) Sequimur = sĕquor, sĕquĕris, secutus sum, sĕqui Ovantes = ovo, as, avi, atum, are Adsis = adsum, ades, adfui, adesse Iuves = [iŭvo], iŭvas, iuvi, iutum, iŭvāre Eripit = ērĭpĭo, ērĭpis, eripui, ereptum, ērĭpĕre Stricto = stringo], stringis, strinxi, strictum, stringĕre Ferit = fĕrĭo, fĕris, fĕrīre Rapiunt = răpĭo, răpis, rapui, raptum, răpĕre) Desuerere = dēsŭo, dēsŭis, dēsŭĕre) Latet = [lătĕo], lătes, latui, lătēre Torquent = torquĕo, torques, torsi, tortum, torquēre Verrunt = verro, verris, versum, verrĕre Linquens = [linquo], linquis, liqui, lictum, linquĕre Albescere = albesco, albescis, albescĕre Procedere = prōcēdo, prōcēdis, processi, processum, prōcēdĕre Sensit = sentĭo, sentis, sensi, sensum, sentīre Percussa = percŭtĭo, percŭtis, percussi, percussum, percŭtĕre) Abscissa = abscindo, abscindis, abscidi, abscissum, abscindĕre) Ait = da aio – difettivo Inluserit = inludo, inludis, inlusi, inlusum, inludere 2 Expedient = expĕdĭo, expĕdis, expedii, expeditum, expĕdīre Diripient = dīrĭpĭo, dīrĭpis, diripui, direptum, dīrĭpĕre Impellite = impello, impellis, impuli, impulsum, impellĕre) Loquor = [lŏquor], lŏquĕris, locutus sum, lŏqui Tangunt = tango, tangis, tetigi, tactum, tangĕre) Decuit = da decet, impersonale Subiisse = sŭbĕo, sŭbis, subii, subitum, sŭbire confectum = confĭcĭo, confĭcis, confeci, confectum, confĭcĕre) Vv. 600-646  Didone continua con la sua maledizione. Ma adesso è desiderosa di porre fine alla sua intollerabile vita; così, per poter restare sola, allontana la vecchia nutrice di Sicheo mandandola a dire alla sorella Anna di venire solo dopo la conclusione del sacrificio. << Non avrei potuto afferrare il corpo dilaniato e disperderlo nelle onde? Non [avrei potuto] trucidare i compagni col ferro, e lo stesso Ascanio porlo da mangiare sulle patrie mense? Certo, sarebbe stato incerto l’esito della battaglia. E lo sarebbe stato: Chi avrei temuto io moritura? Avrei portato i fuochi negli accampamenti e avrei riempito le tolde con le fiamme e avrei annientato il figlio e il padre con la stirpe, avrei gettato me stessa sopra la stessa [fiamma]. O Sole, che illumini con la fiamma tutte le opere delle terre, e tu Giunone autrice e complice di questi affanni, tu Ecate invocata con le urla nei trivi notturni per la città, e Dire vendicatrici della moribonda Elissa, accogliete queste [parole] e volgete sui malvagi la meritata colpa e udite le nostre preghiere. Se è necessario che l’uomo empio tocchi i porti e navighi verso le terre e così vogliono i fati di Giove, questo termine è fissato: ma vessato dalla guerra e dalle armi di un popolo audace, esule dai suoi confini, strappato dall’abbraccio di Iulo implori aiuto e veda le indegne morti dei suoi; né quando si sarà consegnato alle leggi di una ingiusta pace, goda del regno o dell’amabile luce, ma cada anzi tempo e insepolto in mezzo alla sabbia. Questo è chiesto, suggello questa ultima voce con il sangue. Allora voi, o Tiri, perseguitate con odio la stirpe e tutta la discendenza futura e mandate alle nostre ceneri questi doni: non ci sia nessun amore né patti tra i popoli. Sorgi dalle nostre ossa, o vendicatore, chiunque tu sia, perseguita lui col ferro e col fuoco i coloni troiani, ora, in seguito, in qualunque tempo si daranno le forze. Prego che i lidi siano avversi ai lidi, le onde alle onde, le armi alle armi: combattano essi stessi e i nipoti >>. Disse questo e volgeva l’animo in ogni parte, cercando di troncare quanto prima l’odiosa vita. Poi brevemente parlò a Barce, nutrice di Sicheo, infatti una nera tomba teneva la sua nell’antica patria: << O nutrice a me cara, chiama qui la sorella Anna; dì che si affretti a spargere il corpo di linfa corrente e porti con sé gli animali e le offerte indicate. Così venga, e tu stessa copri le tempie con una sacra benda. Ho in animo di completare a Giove Stigio i sacrifici, che preparai e avviai secondo i riti, e porre fine agli affanni e affidare alle fiamme il rogo del capo troiano >>. Così disse. Quella affrettava il passo con zelo senile. Ma Didone trepidante e stravolta dai suoi atroci propositi, volgendo lo sguardo sanguigno e chiazzate le guance tremanti di macchie e pallida per la morte imminente irrompe nelle parti più interne della casa e furiosa sale gli alti gradini e sfodera la spada dei Dardani, dono non richiesto per questi usi. Abreptum = [abrĭpĭo], abrĭpis, abripui, abreptum, abrĭpĕre Divellere = [dīvello], dīvellis, divelli, divulsum, dīvellĕre Spargere = [spargo], spargis, sparsi, sparsum, spargĕre Absumere = [absūmo], absūmis, absumpsi, absumptum, absūmĕre Epulandum = [ĕpŭlor], ĕpŭlāris, epulatus sum, ĕpŭlāri – deponente Metui = mĕtŭo], mĕtŭis, metui, metutum, mĕtŭĕre Implessem = [implĕo], imples, implevi, impletum, implēre Extinxem = [extinguo], extinguis, extinxi, extinctum, extinguĕre Dedissem = do, das, dedi, datum, dare Lustras = lustro, as, avi, atum, are Ululata = ululo, as, avi, atum, are