Scarica Vita e opere di Tacito e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Latino solo su Docsity! Tacito VITA Cornelio Tacito nacque intorno al 55-57. Appartenev. a a una famiglia importante, giacché nel 77 sposò una donna di alta condizione, la figlia di Giulio Agricola, uomo politico e militare, console e una delle personalità più in vista della società romana. Tacito ebbe un eccellente educazione retorica a Roma e ne abbiamo un documento prezioso nel Dialogus de oratoribus. Dal primo capitolo del primo libro delle Historiae apprendiamo che Tacito iniziò la carriera politica sotto Vespasiano, fu questore sotto Tito, tribuno della plebe e pretore sotto Tito, tribuno della plebe e pretore sotto Domiziano. É probabile che abbia condotto vita ritirata negli ultimi anni dell’impero di Domiziano (egli scrive:”era pericoloso vedere ed essere visti”); sotto Nerva riprese la sua attività e fu console nel 97. Nel 98 scrisse L’Agricola. Compose la Germania e poi nel 113 fu proconsole d’Asia. La scrittura delle sue opere maggiori le Historiae e gli Annales ebbe luogo sotto il governo di Traiano, come mostrano una serie di indicazioni ricavabili dal testo stesso e pertinenti ad azioni militari romane nel Mar Rosso, svoltesi proprio negli anni di Traiano; morì prima del 120. Agricola Lo scritto De vita et Moribus Iulii Agricolae, meglio noto come Agricola, risale al 97-98 ed è la prima opera di Tacito a noi giunta. (É chiaramente connesso per la sua ispirazione encomiastica al momento della formazione oratoria). Composto dopo la caduta di Domiziano, è l’elogio funebre del suocero, esaltato per le capacità di comando di cui aveva dato prova nella conquista della Britannia e soprattutto per la rigorosa moralità che lo aveva portato a servire fedelmente lo Stato in un momento di scelte autocratiche da parte degli imperatori, senza manifestazioni di servilismo o di opportunismo. Le ragioni che facevano Agricola un uomo di alta moralità erano state causa del sospetto e dell'odio di Domiziano nei suoi confronti e della sua morte. Dopo una lunga prefazione, in cui tacito prende atto amaramente delle difficoltà legate al mestiere dello storico in età imperiale, rimpiangendo la libertà degli storici in età repubblicana, e che ha anche la funzione di giustificare la propria credibilità come scrittore. La biografia di Agricola segue uno schema che contempla la narrazione in ordine cronologico dei più importanti avvenimenti della vita del protagonista. ne ripercorre la carriera politica soffermandosi sul suo impegno in Britannia. Il racconto delle gloriose imprese militari offre allo storico lo spunto per un ampio excursus geo etnografico, descrizione della campagna militare contro la popolazione dei Caledoni- si sofferma sull'integrità morale e sullo spirito di indipendenza che contraddistinguono i Britanni- valori che emergono nel famoso discorso di Calgaco (denuncia l'imperialismo dei Romani(30.2) la monografia è però una celebrazione delle virtù di Agricola e in particolare di quella moderazione di cui seppe dar prova in momenti molto difficili per Roma, riuscendo a servire lo Stato in modo onesto e con grandi capacità anche sotto un pessimo principe come Domiziano. L’esaltazione di Agricola risponde a un intento polemico mirato a mostrare la possibilità di scegliere, persino sotto un regime tirannico, una via tra l’ossequio ai potenti e un’apertura ribellione, Che si concretizzava (soprattutto nell’ambiente stoico) in un suicidio ambizioso (ambiziosa mors) rifiutato da tacito in quanto inutile alla res publica. Dal punto di vista letterario si tratta di una mescolanza di più generi (storiografia, biografia, encomio ed etnografia). La Germania De origine et situ Germanorum - composta intorno al 98 - forte carattere monografico e motivazione morale di tradizione Sallustiana. Vine a meno l’enfasi oratoria, prevale un tono discorsivo legato soprattutto all’interesse etnografico per la vita e l’organizzazione politica e sociale dell’organizzazione sociale delle popolazioni germaniche. Gli excursus etnografici sono presenti in Cesare, Sallustio e anche Seneca si era occupato di Egitto e india in monografie perdute. -interesse per la geoetnografia- la struttura dell’opera rivela un approccio quasi scientifico alla materia proposta. I capitoli 1-27(de omnium Germanorum origine et moribus) trattano e descrivono il paese, l’origine dei Germani, l’organizzazione politica e militare, la religione, l’amministrazione della giustizia, la famiglia e la vita domestica; La seconda parte, 28-46 (singularum gentium institute ritusque). Le fonti di Tacito sono principalmente i capitoli dedicati alla Germania del de bello gallico di Cesare. -l’elogio delle popolazioni germaniche - lo scrittore non nasconde la sua ammirazione per l’onestà, il senso dell’onore, la rigorosa moralità familiare dei Germani, pur manifestando la propria riprovazione per le loro caratteristiche negative: pigrizia, rissosità, l’incostanza. Tuttavia sotto molti aspetti il confronto tra i barbari Germani e i Romani è a vantaggio dei primi (nemo… illic vitia ridet, nec corrupere et corrumpi saeculum vocatur, 19,3) e Tacito non viene meno alla propria motivazione etica quando mette implicitamente in evidenza la corruzione morale di Roma e non nasconde la propria preoccupazione per il futuro dell’ imperium. -pessimismo di tacito- il giudizio dello scrittore nei confronti della noncuranza della classe politica romana in età domizianea non potrebbe essere più esplicito. La conclusione dell’opera è segno dell’atteggiamento pessimistico dello storico: Tacito arriva a mettere in rilievo come siano le tribù non organizzate in strutture sociali (Fenni) a vivere nella securitas sia adversus dios sia adversus homines, essendo prive di ogni desiderio e preoccupazione; aspirazione importante anche per i Romani. DIALOGUS DE ORATORIBUS Si tratta di un dialogo tra uomini di cultura del I sec. sulla crisi dell’ eloquenza romana in età imperiale. Opera dedicata a Fabio Giusto, senatore amico di Plinio e Tacito, console nel 102; è ambientato nel 75 e l’autore dichiara di aver ascoltato personalmente gli interlocutori- espediente tipico della letteratura greca che permette allo scrittore di presentare indirettamente il proprio punto di vista.