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Vita e opere di Tacito, Appunti di Latino

Riassunto sulla vita e sulle opere di Tacito

Tipologia: Appunti

2022/2023

Caricato il 29/09/2024

karost27
karost27 🇮🇹

2 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Vita e opere di Tacito e più Appunti in PDF di Latino solo su Docsity! Tacito: dati biografici: non si conoscono né l'anno di nascita(intorno al 55-58 d.C. vicino a quella di Plinio il Giovane) né la patria (forse città di Terni, Umbria o origine gallica x diffusione del cognome). La carriera politica e il matrimonio con la figlia di Giulio Agricola indicano che era di una condizione sociale elevata e famiglia benestante; la sua carriera si svolge sotto i Flavi (Vespasiano, Tito e Domiziano). Sotto quest’ultimo nel 88 raggiunge la pretura e ricopre dopo il consolato sotto Nerve nel 97 come consul suffectus (magistrato che sostituisce in caso di morte o di dimissioni di un’altro). Muore intorno al 120. L’attività letteraria di Tacito inizia nell’età matura dopo la morte di Domiziano: l’esperienza negativa della tirannide dell’ultimo imperatore flavio è il punto di partenza delle sue riflessioni politiche. Agricola: Primo scritto De vita Iulii Agricolae è una biografia encomiastica del suocero Agricola pubblicata alla fine del 97; Tacito premette ampia prefazione per presentare e giustificare l’opera e per foggiare (formare) il proprio personaggio di scrittore, chiarendo la sua posizione nei confronti del passato regime ed esponendo i suoi programmi storici. Egli ricorda con sdegno le persecuzioni degli intellettuali sotto Domiziano e rende omaggio a Nerva e Traiano che restituirono la libertà di parola. Celebra Agricola, un uomo accorto e prudente, attivo collaboratore dei principi, buoni o cattivi che fossero, che ha progredito nella carriera fino alla carica di governatore della Britannia (posto assegnato da Domiziano). Tacito prova un certo imbarazzo nell’esaltare una scelta di vita prudente e opportunista reagendo in due modi: 1. tenta di presentare Agricola come una delle vittime innocenti di Domiziano (insiste sulla gelosia che i successi militari del suocero avrebbero suscitato nel principe e riporta la diceria secondo cui A è morto x veleno somministratogli dall’imperatore, dichiarando però che si tratta solo di un rumor MA costruisce il racconto gettando sospetti sul principe); difende il suocero di fronte al dilemma se sia piu virtuoso e piu utile ostinarsi nell’opposizione a un principe malvagio o accettare di collaborare per poter servire lealmente la patria → sceglie la seconda e la difende appassionatamente. Opera= condanna alla tirannide di Domiziano + polemica sottile e indiretta contro gli oppositori storici e quelli che li avevano esaltati Struttura e contenuti: Espone la vita di Agricola in ordine cronologico lineare delineando l’emergere delle sue qualità: prontezza nell’apprendere e nell’agire, attitudine al comando, prudenza nell’evitare di oscurare i superiori con i suoi successi, efficienza e abilità nei compiti. Al suo comando in Britannia (7 anni) viene dedicata la sezione più ampia della biografia preceduta da un excursus sulla geografia e popoli della regione. Il racconto diventa più ampio quando giunge al settimo anno e alla vittoriosa campagna contro i Caledoni: i due generali rivolgono ai loro uomini un elaborato discorso di esortazione 1.quello dei Caledoni (Calgaco) accusa la brutalità dell’imperialismo romano 2. il discorso di Agricola è più convenzionale e pacato. → Gli ultimi 9 anni vengono riassunti in pochi drammatici capitoli che mostrano la crescente gelosia di Domiziano per la fama di Agricola e i sospetti della causa della morte del suocero. COnclude con bilancio complessivo della vita del defunto (epitafi: ritratto che delinea la personalità private e pubblica di un defunto). Mancano dei tutti gli aneddoti, i pettegolezzi, i particolari curiosi: l'interesse si concentra sull'aspetto pubblico del protagonista + discorsi diretti si avvicinano a testi di Sallustio Stile:impiega una varietà molteplice di toni e di registri, rifacendosi a modelli diversi; frequente uso di infiniti storici ed ellissi; Livio è il modello dei due discorsi contrapposti dei generali sul campo di battaglia; capitoli finali con tono solenne, periodi ampi e simmetrici, struttura e ritmo ciceroniani. La Germania: nel 98 (secondo consolato di Traiano); scritto etnografico che differisce dagli excursus solo per l’estensione; l’unico esempio latino di opera esclusivamente etnografica giunto a noi. Tema di attualità nel tempo:Traiano si trovava sul confine del Reno in procinto di riprendere la guerra lì. Struttura e contenuti: è diviso in due parti: 1. descrizione complessiva della Germ. transrenana (indipendente da Roma) e dei suoi abitanti (1-27); 2. rassegna delle singole popolazioni e delle loro peculiarità (28-46). Vengono descritti i confini, notizie sulla loro origine (autoctoni), sul loro aspetto e caratteristiche fisiche, clima, natura, risorse del territorio e costumi. Poi (2) si passa all’esposizione delle istituzioni e usi delle singole tribù (nome e collocazione geografica/condizioni di vita e costumi). Le fonti: De bello Gallico di Cesare (autore citato) e l’opera di Plinio il Vecchio sulle guerre germaniche (+informazioni orali da soldati, mercanti, prigionieri). 1 Atteggiamento dello scrittore: Tacito non appare mosso da una curiosità autentica per la vita e usanze del popolo straniero: il suo punto di riferimento fisso e la sua preoccupazione costante è Roma. Ha atteggiamento ambivalente nei confronti del tema: 1. manifesta ammirazione per i costumi semplici e austeri e per la sanita morale dei barbari che rispettano quelle virtu che la traduzione attribuiva ai ROmani del tempo antico; polemico confronto con i corrotti costumi romani contemporanei; descrive in positivo le usanze praticate da iGermani + sottolinea quello che essi non conoscono e non praticano (confrontando con la situazione romane): le donne germaniche non partecipano a spettacoli/banchetti, non chiedo alle ancelle l’allevamento dei figli (non ce ne limitazione delle nascine ne infanticidio). Ammira il sistema politico fondato sulla libertas → nella seconda metà atteggiamento di superiorità e di disprezzo x sistemi di vita primitivi e rozzi. Il + grande difetto è la discordia (incapacità di coalizzarsi stabilmente contro un nemico comune). Il dialogus de oratoribus: dedicato al tema della decadenza dell’oratoria (già dibattuto da Quintiliano, Seneca Padre e Petronio); dedicato a Fabio Giusto, scritta forse nell’anno in cui fu console 102. Immagina che l’azione si svolga nel 75: Marco Apro e Giulio Secondo (+noti avvocati, maestri e modelli di Tacito), vanno a fare visita a Curiazio Materno, senatore e oratore (che ha abbandonato l’oratoria x la poesia tragica). Ora ce il confronto tra oratoria e poesia, difese ed elogiate da entrambi in discorsi contrapposti. Arriva Messalla Vipstano che crea una breve pausa per impostare l’argomento centrale: motivi delle differenze tra oratoria antica e quella moderna (tutti tranne Apro considerano un declino). Apro: il primo che parla, dice che nell’età contemporanea non vi è decadenza ma evoluzione e trasformazione, in armonia con il maturare dei tempi, gusti e competenza del pubblico. Stile rapido e brillante, ricco di sententiae, colorito poetico in grado di destare interesse + adatti. Cicerone fu innovatore e subì critiche degli ammiratori del passato Messala: afferma decadenza dell’oratoria contemporanea x: negligenza dei genitori nell’educare i figli, livello scadente delle scuole, futilità dei temi delle declamazioni. Materno: dopo cap 35, decadenza dell’oratoria x causa politica (oratoria paragonata a una fiamma che x bruciare deve essere alimentata). La fiamma trovava alimento e stimolo nell'età repubblicana nella violenta competizione politica con i dibattiti in Senato e discorsi davanti al popolo → perdita della libertà politica è causa più profonda e piu vera del declino dell’eloquenza, questa non si sviluppa negli Stati pacifici e ben ordinati perché in essa i migliori raggiungono subito l’accordo xche decisioni sono prese da uno solo, il più saggio. Le opere storiche: Historiae, 14 lib: dedicata alla dinastia dei flavi (69-96, guerra civile che vespasiano vince) Annales, 16 lib: periodo della dinastia giulio-claudia, dalla morte di Augusto a quella di Nerone Adottano schema annalistico: ogni anno è contrassegnato dal nome dei consoli e all’interno il racconto può raccontare vicende interne/esterne. Historie: si aprono con ampia prefazione: loda gli storici del periodo repubblicano e condanna quelli del principato, inaffidabili (x servilismo o ostilità preconcetta contro i potenti) → necessità di nuova storiografia onesta e obiettiva. Poi annuncia l'argomento di cui tratterà: annuncia tremenda sequela di atrocità, delitti, tradimenti, scandali, disastri.. Contenuti: infine offre una rapida panoramica della situazione diRoma e delle province del 69 x individuare fattori di crisi che condussero alla guerra civile Organizza il racconto dedicando ad avvenimenti contemporanei blocchi narrativi distinti e successivi;andamento asimmetrico con lenta sezione iniziale (3 libri solo x il 69). Gli annales: si aprono con prefazione molto breve che comprende il sommario di storia costituzionale romana (dalla monarchia al principato) e giudizio di condanna sugli storici del principato (opere guastate o dall’adulazione o dall’odio). Tratta gli ultimi tempi di Augusto e i suoi successori: Tiberio, Germanico, Seiano, Claudio e Nerone Concezione storiografica di Tacito: attività storiografica usata anche da Sallustio e Livio; Tacito si dedica alla ricostruzione del vero attraverso la raccolta di informazioni e notizie con fonti letterarie, documentarie e testimonianze orali. Presenta più interpretazioni di un fatto, senza prendere posizione → cita i rumores che inserisce con incredulità e scetticismo (xche provengono da ceti bassi): racconto ambiguo, tendenzioso. 2 Germania omnis a Gallis Raetisque et Pannoniis Rheno et Danuvio fluminibus, a Sarmatis Dacisque mutuo metu aut montibus separatur; cetera Oceanus ambit, [1rel- latos sinus et insularum inmensa spatia complectens, nuper cognitis quibusdam gentibus ac regibus, (2rel- quos bellum aperuit)]. Rhenus,(temp- Raeticarum Alpium inaccesso ac praecipiti vertice ortus), (c. temp- modico flexu in occidentem versus septentrionali) Oceano miscetur. Danuvius, (temp- molli et clementer edito montis Abnobae iugo effusus), pluris populos adit, (temp- donec in Ponticum mare sex meatibus erumpat); septimum os paludibus hauritur. io stesso aderisco alle opinioni di quanti ripetono che i popoli della germania non siano contaminati da nessun unione con altre nazioni e che siano rimasti una stirpe isolata e pura, simile solo a se stessa. Per questo anche l’aspetto fisico, per quanto sia così numerosa la popolazione, è uguale in tutti: occhi cerulei e fieri, chime rossicce, corporature gigantesche e adatte solo all’assalto. Non altrettanta è la resistenza alla fatica e al lavoro, incapaci di sopportare la sete e il caldo, abituati a tollerare il freddo, la fame e la povertà del suolo. Ipse eorum opinionibus accedo [1rel- qui (2ogg- Germaniae populos nullis aliarum nationum conubiis infectos propriam et sinceram et tantum sui similem gentem exstitisse) arbitrantur]. Unde habitus quoque corporum, (comp- tamquam in tanto hominum numero), idem omnibus: truces et caerulei oculi, rutilae comae, magna corpora et tantum ad impetum valida. Laboris atque operum non eădem patientia, (coord- minimeque sitim aestumque tolerare), (coo- frigora atque inediam caelo solove assueverunt) accedo:dativo; opinionibus: opinione espressa da pluralità di persone aliis aliarum:poliptoto; populus infectus:iperbato unde..omnibus+ laboris…patientia= ellissi verbo est sitim aestumque/frigora atque inediam= chiasmo caelo solove = ve congiunzione enclitica Frattanto, essendosi sparsa la voce del pericolo corso da Agrippina, come se ciò fosse accaduto per caso, appena ciascuno aveva ricevuto la notizia accorreva sulla spiaggia. Gli uni salivano sui moli, altri sulle imbarcazioni vicine; altri, per quanto consentiva la loro corporatura, scendevano in mare; alcuni protendevano le mani; tutta la spiaggia era piena di lamenti, dei voti, dello schiamazzo di coloro che facevano domande diverse e di quelli che rispondevano cose incerte; una gran moltitudine affluiva (sul lido) coi lumi e, come si seppe che (agrippina era incolume), si disponeva per rallegrarsi, quando furono cacciati dalla vista di un drappello armato e minaccioso. Aniceto accerchia la villa con le sentinelle, e dopo aver abbattuto la porta, fa trascinare via gli schiavi, che gli venivano incontro, finché giunge alla soglia di camera da letto, a cui pochi servi facevano la guardia, essendo stati tutti gli altri terrorizzati dal terrore dei soldati che irrompevano. Nella stanza vi era un piccolo lume e una sola fra le ancelle, mentre Agrippina era sempre piu in ansia perché nessuno arrivava da parte del figlio e neppure Agermo: ben altro sarebbe stato l’aspetto della situazione se sarebbe stata favorevole (la situazione); ora vi era la solitudine e urli improvvisi, indizi di suprema sciagura. Mentre l’ancella se ne andava, dopo averglielo detto ‘anche tu mi abbandoni’ , vide Aniceto accompagnato dal triarca Erculeio e dal centurione di marina Obarito e (disse loro)(dichiarò) che se era venuto per vederla che annunciasse pure a Nerone che si era ripresa, se invece fosse lì per compiere un delitto, dichiaro che non poteva avere alcun sospetto sul suo figlio. Non poteva aver comandato il matricidio. I sicari circondavano il letto e per primo il triarca la colpisce sul capo, A Centurione che brandiva il pugnale per darle la morte protendendo il grembo, grido ‘colpisci al ventre’ e fu ferita da molte ferite. 5 Interim vulgato Agrippinae periculo, [1compar. ipotet- quasi casu evenisset, (2temp- ut quisque acceperat)], decurrere ad litus. Indip- Hi molium obiectus, hi proximas scaphas scandere; alii (compar- quantum corpus sinebat) vadere in mare; indip- quidam manus protendere; indip- questibus, votis, clamore diversa rogitantium aut incerta respondentium omnis ora compleri; adfluere ingens multitudo cum luminibus, {coord- atque [1temp-ubi (2inf- incolumem esse) pernotuit], ut (1fin- ad gratandum) sese expedire, (1temp- donec aspectu armati et minitantis agminis disiecti sunt)}. FOLLA→SOLITUDINE Anicetus villam statione circumdat refractāque ianuā (coor- obvios servorum abripit), (1temp- donec ad foris cubiculi veniret); cui pauci adstabant, ceteris terrore inrumpentium exterritis. Cubiculo modicum lumen inerat et ancillarum una, [1temp- *magis ac magis anxiā Agrippinā (2caus- *quod nemo a filio ac ne Agermus quidem)]: \orazio obliqua- *aliam fore laetae rei faciem; *nunc solitudinem ac repentinos strepitus et extremi mali indicia\. (temp- Abeunte dehinc ancillā) "Tu quoque me deseris"(temp. impl- prolocuta) respicit Anicetum trierarcho Herculeio et Obarito centurione classiario comitatum; ac, [1condiz- si (2fin- ad visendum) venisset], (1inf- refotam) nuntiaret, [\orazio obliqua- 1condiz- *sin (2fin- facinus patraturus)], (1ogg- nihil se de filio credere); (1inf. sogg- non imperatum parricidium). Circumsistunt lectum percussores (coord- et prior trierarchus fusti caput eius adflixit). indip- Iam [(2a temp- in mortem) 1atemp- centurioni (2b temp-ferrum destringenti)] (1b temp- protendens uterum) "Ventrem feri" exclamavit (coord- multisque vulneribus confecta est). participi congiunti participio genitivo figura etimologica + r allitterata frasi nominali* decurrere, scandere, adfluere, adfluere=infinito narrativo ad grandum= ad+accusativo del gerundio circumdat=presente storico 4. participio congiunto=proculta; participio attributivo=comitatum; trierarchus=grecismo;Trierarcho..classario= chiasmo; refotam=infinitiva; patraturus=participio futuro 6