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domande aziende culturali economia aziendale Magnani, Appunti di Economia Aziendale

file di possibili domande dell'esame di economia aziendale di Magnani se frequentate economia per i beni culturali alla cattolica

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Scarica domande aziende culturali economia aziendale Magnani e più Appunti in PDF di Economia Aziendale solo su Docsity! DOMANDE ECONOMIA AZIENDA Prof. Magnani QUALI SONO LE SCELTE DI ASSETTO ISTITUZIONALE ? SI ESEMPLIFICHI RICORRENDO AD UN’AZIENDA CULTURALE. Le scelte di assetto istituzionale sono operazioni che determinano la nascita, la configurazione di base, le trasformazioni e la cessazione dell’istituto, per esempio le azioni formali che costituiscono l’atto costitutivo dell’istituto culturale (iniziale composizione di un’associazione, la definizione dello statuto), definizione della forma giuridica e degli organi di governo, scelte che possono essere prese in itinere come acquisizioni, fusioni, scissioni, alleanze, partnership e la liquidazione dell’istituto. L’assetto istituzionale è definito come la configurazione dei portatori di interessi nei confronti dell’istituto, dei contributi che tali soggetti forniscono all’azienda, delle ricompense e dei benefici che ne ottengono, del soggetto d’istituto, dei fini istituzionali e delle strutture di governo che regolano le correlazioni tra essi. DIFFERENZE E ANALOGIE TRA PATRIMONIO E CAPITALE DI FUNZIONAMENTO, DI LIQUIDAZIONE E ECONOMICO. Il patrimonio di un’azienda è l’insieme delle condizioni di produzione e di consumo di pertinenza della stessa in un dato momento. (condizioni di produzione : l’attività economica si attua con l’impiego di condizioni di produzione; includono ogni elemento o circostanza che direttamente o indirettamente contribuisce a rendere possibile, a facilitare, od ostacolare, la produzione economica d’impresa: materie prime, immobili, impianti, attrezzature, lavoro operativo, direttivo, governo economico, beni pubblici, beni liberi, terra, lavoro, capitale risparmio) Le condizioni patrimoniali sono: a) positive / negative ; b) materiali / immateriali / monetarie ; c) esogene / endogene // a) cassa, crediti, immobili, rimanenze (positive) debiti, obbligazioni (negative) b) impianti, macchinari (materiali) competenze tecniche, immagine commerciale, relazioni di fiducia (immateriali) disponibilità di cassa, debiti e crediti (monetarie) c) acquistate, tratte dall’ambiente (esogene) prodotte internamente (endogene) // Il capitale di funzionamento è il sistema dei valori positivi e negativi che esprimono i valori delle condizioni patrimoniali di un’azienda, esso è differente dal patrimonio, è infatti una rappresentazione sotto forma di valori economici del patrimonio (valori della cassa, dei crediti, dei debiti, degli impianti ecc..) Il capitale di liquidazione è il prezzo di presunto realizzo dei singoli beni e diritti che compongono il capitale in ipotesi di liquidazione. Il capitale economico è il capitale-valore nell’ipotesi di una cessione in blocco dell’insieme degli elementi del capitale (cessione dell’impresa come complesso funzionante), i criteri di valutazione si esprimono alle presumibili capacità di tali elementi di generare reddito futuro. LE TIPOLOGIE DI RISORSE SECONDO DIVERSE CLASSIFICAZIONI. Le risorse caratterizzano un’azienda e ne costituiscono il patrimonio. Quelle messe in campo dalle AC possono essere tangibili (materiali e finanziarie), intangibili e umane. Spesso le risorse finanziare di un’AC sono insufficienti, e ciò, combinato con l’incapacità di generarne di nuove, mina alla sopravvivenza dell’istituzione stessa. Tra le risorse intangibili si trovano marchi, brevetti ma anche l’immagine (importanza della notorietà). Sono però le risorse umane l’elemento centrale delle AC, senza queste non sarebbe possibile svolgere nessun servizio culturale. EQUILIBRIO ISTITUZIONALE E EQUILIBRIO ECONOMICO. CHE IMPORTANZA HANNO PER LE AZIENDE CULTURALI ? Si ha equilibrio istituzionale quando tutti i membri del soggetto d’istituto i valori e gli obiettivi che ispirano la vita d’istituto, le sue strutture, modalità di governo e le logiche organizzative; b) ricevono ricompense e benefici giudicati equi rispetto ai contributi forniti. L’EI è di lungo periodo ed è caratterizzato da : a) DURABILITÀ’ ; b) AUTONOMIA DURABILITÀ’ : l’azienda deve svolgersi secondo condizioni di vita e di funzionamento tali da consentire di durare nel tempo in un ambiente mutevole; la continuità e lo sviluppo di un istituto hanno un valore per i suoi membri attuali, per i suoi membri futuri e per la collettività generale. AUTONOMIA : si verifica quando un’azienda non ricorre sistematicamente a interventi di sostegno o di copertura delle perdite da parte di altri istituti; le coperture di perdite e gli interventi di sostegno realizzati anche per via indiretta (esenzione fiscale, manovre di debito pubblico) sono tutte soluzioni precarie Si ha equilibrio economico (economicità) quando l’istituto nel suo insieme è in grado di attrarre risorse sufficienti per rimunerare tutte le condizioni di produzione e di consumo utilizzate per svolgere le proprie combinazioni economiche, ossia la capacità di operare senza accumulare perdita. In molte AC solo una parte limitata dei costi è coperta da ricavi provenienti da cessione di beni a terzi; l’equilibrio reddituale si realizza facendo conto su elargizioni volontarie, donazioni, lasciti ecc., provenienti prevalentemente da soggetti privati, ma anche da enti pubblici; il problema principale è la stabilità nel tempo di tali flussi di contributi. Il difficile equilibrio reddituale rende fragile anche l’equilibrio monetario e l’insieme di queste condizioni mette a repentaglio la vita dell’istituto o la sua autonomia. QUALI SONO LE CONDIZIONI DELL’ECONOMICITÀ’ ? ANALIZZARLE NELLA SPECIFICO DELLE AZIENDE CULTURALI Il principio di economicità si basa su due metodi complementari: - perseguimento dei fini economici istituzionali - rispetto simultaneo di un insieme di condizioni di svolgimento dell’attività economica (equilibrio reddituale, efficienza e flessibilità, congruenza delle rimunerazioni, capacità di risparmio, equilibrio monetario) Se si ragiona in termini di fini economici istituzionali, l’economicità è espressa dal raggiungimento dei fini: imprese —> produzione di rimunerazioni famiglie —> appagamento dei bisogni dei membri della famiglia Stato —> appagamento bisogni di beni pubblici dei cittadini + rimunerazioni dei prestatori di lavoro istituti non profit —> appagamento dei bisogni di varie categorie di associati/fruitori + rimunerazione dei prestatori di lavoro // Se si ragioni in termini di condizioni di svolgimento dell’azienda si fa riferimento a: a) EQUILIBRIO REDDITUALE L’ equilibrio reddituale è l’equilibrio tra i componenti negativi e positivi di reddito, esprime la capacità dell’istituto di vivere in modo autonomo senza l’intervento di terze economie, è quindi l’attitudine della gestione di rimunerare con i componenti positivi di reddito tutti i fattori produttivi compresi il capitale di prestito e il capitale di rischio. b) EFFICIENZA E FLESSIBILITÀ’ L’efficienza è il rendimento fisico-tecnico, relazione che intercorre tra risultati conseguiti e mezzi impiegati, dei processi produttivi. (rendimento fisico tecnico = sono rapporti che esprimono i risultati dello svolgimento di relazioni tra volumi e qualità ottenute e volumi e qualità delle condizioni di produzione impiegate) La flessibilità è la predisposizione di strutture e di combinazioni produttive efficienti in grado di adeguarsi prontamente all’ambiente. c) CONGRUITÀ’ DELLE RIMUNERAZIONI La congruità delle rimunerazioni è la congruità dei prezzi-costi sostenuti e dei prezzi-costi conseguiti. Non viene rispettata quando l’economicità viene perseguita grazie al concorso, e a scapito, di altre aziende. Si valuta prendendo in esame le condizioni di ambiente che caratterizzano i diversi mercati su cui le imprese operano. d) EQUILIBRIO MONETARIO L’equilibrio monetario si riferisce alla capacità dell’impresa a essere sempre in grado, momento per momento, di onorare i propri impegni di pagamenti Le condizioni di economicità che devono essere rispettate nelle AC sono: - conservazione e tutela del patrimonio artistico e culturale della collettività - QUALI SONO LE DIVERSE OPERAZIONI CHE COMPONGONO L’ATTIVITÀ’ ECONOMICA ? L’attività economica è l’attività di consumo e di produzione di beni economici; essa si svolge secondo una vasta gamma di operazioni: operazioni di trasformazione tecnica. Le operazioni di trasformazione tecnica interne si suddividono in: operazioni di trasformazione tecnica fisica, operazioni di trasformazione tecnica spaziale e operazioni di trasformazione tecnica logica. operazioni di trasformazione tecnica fisica—> lavorazione e assemblaggio materie prime operazioni di trasformazione tecnica spaziale —> trasporto prodotti finiti / commercio in luoghi differenti di dati prodotti operazioni di trasformazione tecnica logica —> modificare insiemi di dati e informazioni Vi sono inoltre le operazioni di trasformazione tecnica esterne, queste operazioni sono chiamate negoziazioni. Gli oggetti delle negoziazioni sono: beni privati, disponibilità di mezzi monetari, copertura di rischi, lavoro, beni pubblici. COSA SONO LE CONDIZIONI DI PRODUZIONE E QUALI SONO (E PERCHE’) LE CONDIZIONI DI PRODUZIONE PRIMARIE DI UN’IMPRESA ? Le condizioni di produzione includono ogni elemento o circostanza che direttamente o indirettamente contribuiscono a rendere possibili, a facilitare, od estrapolare, la produzione economica d’impresa. Le condizioni di produzione sono: a) materie prime, componenti e servizi acquistati presso altre aziende b) lavoro operativo, direttivo e di governo economico c) terra d) beni pubblici e) beni non economici Le condizioni primarie di produzione sono il lavoro e il capitale proprio, esse fanno capo alle due categorie di persone che compongono il soggetto economico, cioè le persone che hanno interessi economici primari nell’impresa e di conseguenza coloro che hanno il diritto-dovere di governarla. QUAL E’ LA CONCEZIONE DI HOMO OECONOMICUS E DA COS’E’ STATA SOSTITUITA AL GIORNO D’OGGI ? Tradizionalmente le scienze economiche hanno rappresentato l’essenza economica della persona umana usando l’immagine dell’homo oeconomicus, soggetto autonomo ed egoista orientato esclusivamente alla massimizzazione dei propri redditi e della propria ricchezza, sempre in grado di valutare razionalmente le proprie scelte. Al giorno d’oggi l’essenza economica della persona umana viene analizzata prendendo come centro dell’attenzione l’essere umano nella sua totalità. a) la persona umana svolge l’attività economica non come fine ma come mezzo per realizzare i propri fini b) le persone sono membri di società umane, di conseguenza le scelte economiche non sono mai di una singola persona c) le persone e i gruppi di persone compiono le loro scelte economiche secondo razionalità limitata d) le persone umane condividono i valori di solidarietà, lealtà e progresso IN COSA SI DIFFERENZIANO L’ECONOMIA POLITICA E L’ECONOMIA AZIENDALE ? Le scienze economiche si articolano in due rami: l’economia politica e l’economi aziendale. L’economia politica osserva i fenomeni economici propri dei grandi aggregati regionali, nazionali ed internazionali, elabora conoscenze e teorie economiche utili per le decisioni di politica economica regionale, nazionale ed internazionale. L’economia aziendale osserva i fenomeni economici nelle manifestazioni delle aziende singole, delle classi e degli aggregati di aziende, elabora le conoscenze e le teorie economiche utili per il governo delle aziende di ogni ordine. QUALI SONO LE CARATTERISTICHE DELL’ECONOMIA AZIENDALE ? L’oggetto proprio dell’economia aziendale si identifica assumendo come centro di riferimento le attività economiche svolte dalle aziende. Le sue caratteristiche principali sono: 1) l’economia aziendale ha per oggetto l’ordine economico di tutti gli istituti 2) si considerano rilevanti 4 classi di istituti: famiglie, imprese, Stato e organizzazioni non profit, ad essere corrispondono 4 classi di aziende: aziende familiari di consumo, aziende di produzione, aziende composte pubbliche, aziende non profit 3) l’economia aziendale studia l’attuazione delle produzioni e dei consumi e i connessi processi di configurazione dell’assetto istituzionale, organizzazione, rilevazione e informazione, operazioni di trasformazione tecnica e negoziazione 4) Il sistema degli accadimenti di azienda è riconducibile ai processi di gestione, di organizzazione e di rilevazione e informazione 5) Le operazioni di azienda si attuano con il concorso delle condizioni di produzione, le condizioni di produzione primarie sono il lavoro e il capitale proprio, a cui corrispondono i prestatori di lavoro e i conferenti di capitale di rischio 6) Il concetto di produzione di beni è diverso dal concetto di produzione di reddito produzione beni —> mezzo per la produzione di redditi produzione reddito —> fine (rimunerazione del lavoro e del capitale di rischio 7) i processi di innovazione hanno grande importanza CAPITOLO 2: PER QUALI MOTIVI LE PERSONE TENDONO A FORMARE DELLE SOCIETÀ’ UMANE ? Ciascuna persona partecipa contemporaneamente a più società umane. Ogni società umana persegue il bene comune dei suoi membri, un bene funzionalmente per tutti, inteso come agevolassero dell’attività dei singoli membri. persone tendono naturalmente a far parte di gruppi e di società umane per due ragioni: a) per produrre risultati non attuabili con le risorse individuali; b) per soddisfare i bisogni di socialità. QUALI SONO I DUE RISULTATI DI UN ISTITUTO ? I risultati di un istituto sono: la rendita organizzativa e il risultato residuale. a) la rendita organizzativa è il risultato della cooperazione intelligente di più persone volte allo stesso fine; il vantaggio economico ottenuto con l’azione organizzata rispetto all’azione isolata e opportunistica. In linea di principio la rendita organizzativa deve essere ripartita tra tutti coloro che hanno cooperato. b) il risultato residuale è frutto della cooperazione e dell’incertezza; è quanto residua dopo aver remunerato tutti sulla base di patti precedenti. I risultati residuali (positivi o negativi) vanno a chi governa. QUALI SONO I QUATTRO TIPI DI ISTITUTO, LE RISPETTIVE AZIENDE E I FINI IMMEDIATI DI TALI AZIENDE ? L’attività economica si svolge prevalentemente in istituti e per relazioni tra istituti. Gli istituti in cui l’attività economica è rilevante sono: a) Famiglia; b) Stato; c) Impresa d) Istituto non profit L’azienda, ossia l’ordine economico dell’istituto, corrispondente ad ogni istituto è: a) azienda familiare di consumo; b) azienda composta pubblica; c) azienda di produzione; d) azienda non profit. Il fine immediato dell’azienda familiare di consumo è l’appagamento dei bisogni dei membri della famiglia, quello dell’azienda composta pubblica è la produzione e il consumo d beni pubblici, quello dell’azienda di produzione è la produzione di remunerazioni monetaria e di altra natura, infine i fini dell’azienda non profit sono l’appagamento dei bisogni di associati/ fruitori escludibili/collettività generale e le remunerazioni di lavoro. QUALI SONO LE CARATTERISTICHE FONDAMENTALI DEI QUATTRO TIPI DI ISTITUTO ? La famiglia è un istituto le cui finalità dominanti sono di ordine sociale, etico e religioso, essa infatti genera, educa, alleva ed assiste le persone. Il fine economico immediato è l’appagamento dei bisogni dei membri della famiglia. I portatori di interessi economici istituzionali sono tutti i componenti della famiglia, mentre i portatori di interessi economici non istituzionali sono per esempio altre famiglie legate da parentela, prestatori di lavoro domestico, ecc.. I processi economici caratteristici sono: consumi, gestione patrimoniale, lavoro e studio. Il patrimonio è formato dai beni conferiti al momento della costituzione della famiglia, dalle eredità e dal risparmio, il quale è originato dalla differenza tra il totale dei redditi percepiti, i costi di consumo e i tributi pagati. L’impresa è un istituto le cui finalità dominanti sono di ordine economico. Il fine economico immediato è la produzione di rimunerazioni monetarie e di altra natura. I portatori di interessi economici istituzionali sono, di regola, i prestatori di lavoro e i conferenti di capitale di rischio, mentre i portatori di interessi non istituzionali sono per esempio fornitori, clienti, conferenti di capitale di prestito, Stato, ecc.. I processi economici caratteristici sono: trasformazioni tecniche, negoziazioni di beni, di credito e di rischi. Lo Stato è un istituto le cui finalità dominanti sono di ordine sociale e morale. I fini economici immediati sono la produzione e il consumo di beni pubblici e la remunerazione del lavoro. I portatori di interessi economici istituzionali sono tutti i componenti dell’entità politica e i prestatori di lavoro, mentre i portatori di interessi economici non istituzionali sono per esempio i fornitori, i conferenti di capitale di prestito, altri istituti pubblici, ecc.. I processi economici caratteristici sono: produzione e consumo di beni pubblici, raccolta di tributi Gli istituti non profit sono istituti le cui finalità dominanti sono di ordine sociale, morale e culturale, essi prevedono il divieto di distribuire il risultato reddituale (l’utile). I fini economici immediati sono l’appagamento dei bisogni di: associati/fruitori escludibili/ collettività generale e le remunerazioni del lavoro. I portatori di interessi economici non istituzionali sono per esempio i fornitori, i conferenti di capitale di prestito, lo Stato, clienti, ecc.. DA COSA E’ FORMATO IL PATRIMONIO DI UNA FAMIGLIA ? La famiglia è un istituto primario, l’azienda corrispondente è l’azienda familiare di consumo. Il patrimonio della famiglia è formato da beni conferiti al momento della costituzione della famiglia, dalle eredità e dal risparmio. .QUALI SONO GLI INTERESSI ECONOMICI ISTITUZIONALI E NON NEI VARI ISTITUTI ? Gli interessi economici istituzionali (dei membri della famiglia) sono il soddisfacimento adeguato dei bisogni attuali e futuri dei membri della famiglia, mentre tra gli interessi economici non istituzionali rientrano anche il soddisfacimento di attese economiche di persone e di società non membri della famiglia. Gli interessi economici istituzionali fanno capo ai prestatori di lavoro e ai conferenti di capitale di risparmio sotto forma di capitale di rischio, anche se non sono da sottovalutare nemmeno gli interessi economici non istituzionali (soggetti non membri dell’istituto, imprese di assicurazione, conferenti capitale di prestito, clienti, concorrenti ecc..). I portatori di interessi economici istituzionali sono tutti i membri corrispondenti alle unità politiche, inoltre si manifestano rilevanti interessi economici non istituzionali. PERCHE’ L’ATTIVITÀ’ ECONOMICA NON E’ TOTALMENTE SVOLTA ALL’INTERNO DELLE FAMIGLIE ? Per via delle limitate dimensioni economiche della famiglia. prezzo unitario; in casi rari lo scambio avviene secondo la forma del baratto, ossia mediante lo scambio di un bene per un altro bene. IN COSA CONSISTE LA GESTIONE FINANZIARIA ? La gestione finanziaria è quella parte dell’attività di impresa che è volta a coprire il fabbisogno finanziario, ossia il fabbisogno dei mezzi monetari necessari per avviare l’impresa e per sostenerne lo sviluppo. Il fabbisogno finanziario deriva dal fatto che le imprese devono sostenere i costi ed effettuare i pagamenti, per poter conseguire i ricavi. Il fabbisogno finanziario di un’impresa può essere coperto ricorrendo a due fonti: - capitale di rischio - capitale di prestito Di norma le imprese devono ricorrere a finanziatori esterni per coprire il proprio fabbisogno. La gestione finanziaria è l’attività di copertura del fabbisogno finanziario originato dalla gestione caratteristica e dei fabbisogni netti originati da tutte le gestioni. COME AVVENGONO LE NEGOZIAZIONI DI CAPITALE DI RISCHIO ? Le negoziazioni di capitale proprio consistono nell’acquisire la disponibilità di mezzi monetari a titolo di capitale proprio. I conferenti di capitale proprio apportano all’impresa mezzi monetari attendendosi una rimunerazione correlata ai risultati reddituali dell’impresa, e quindi incerta nel suo importo e nel suo segno, esso si attende una rimunerazione composta in parte da distribuzione di utili e in parte da guadagni in conto capitale. Il conferimento di quote di capitale di rischio dà diritto al voto nelle assemblee dei conferenti di capitale di rischio, ossia negli organi ai quali sono riservate le decisioni essenziali per la vita dell’impresa. Le negoziazioni di capitale di rischio hanno per oggetto: le modalità di rimunerazione periodica, le modalità di partecipazione al governo economico, modalità di trasferimento delle quote di capitale di rischio ad altri. COME AVVENGONO LE NEGOZIAZIONI DI CAPITALE DI PRESTITO ? La negoziazione ha per oggetto una certa quantità di mezzi monetari per un certo periodo di tempo. Il soggetto che riceve il capitale di prestito si impegna a rimborsarlo entro certi tempi e concorda di pagare un prezzo sotto forma di interessi passivi; gli interessi passivi sono proporzionati alla quantità di denaro ricevuta in prestito, alla durata della disponibilità e al livello di rischio che il conferente di capitale di prestito attribuisce alla negoziazione. Il tasso di interesse può essere fisso oppure collegati al tasso di inflazione. a) conferenti capitale di prestito: aziende di credito, altre imprese, famiglie, conferenti capitale di rischio b)forme tecniche: mutui bancari, emissioni obbligazionarie, scoperti di conto corrente c)tempi di rimborso: molto brevi, molti anni IN COSA CONSISTE LA GESTIONE PATRIMONIALE E QUALI TIPI DI NEGOZIAZIONE PUO’ ATTUARE ? La gestione patrimoniale è l’attività di investimento di risorse monetarie in eccesso rispetto a quelle necessarie per la gestione caratteristica. Le risorse monetarie investite possono trarre redditi addizionali a quelli prodotti dalla gestione caratteristica. IMPIEGO DI DISPONIBILITÀ’ ORIGINATE DAL RISPARMIO. In corrispondenza delle scelte di investimento, la gestione patrimoniale si attua attraverso vari tipi di negoziazione: 1) NEGOZIAZIONE DEL CAPITALE DI PRESTITO - investire in titoli di Stato o in obbligazioni emesse da imprese - depositare mezzi monetari in conto corrente 2) NEGOZIAZIONI DI CAPITALE DI RISCHIO - comprare azioni di imprese puntando sulla distribuzione di dividendi e sui guadagni in conto capitale 3) NEGOZIAZIONI DI BENI PRIVATI - acquisto di beni da reddito e da rivalutazione IN COSA CONSISTE LA GESTIONE ASSICURATIVA ? La gestione assicurativa si attua grazie alla negoziazione con imprese assicurative le quali coprono i rischi particolari (furti, incendi, infortuni, ecc..) a fronte del pagamento di premi di assicurazione. COME AVVENGONO LE NEGOZIAZIONI DI RISCHI SPECIFICI ? Le negoziazioni suscitate dalla gestione assicurativa sono denominate negoziazioni di rischi specifici e sono volte a coprire in forme varie i danni derivanti da possibili eventi negativi nell’ambito della gestione caratteristica, della gestione patrimoniale e di aspetti speciale della gestione tributaria. Le assicurazioni coprono l’impresa da rischi specifici in seguito al pagamento di premi assicurativi. IN COSA CONSISTE LA GESTIONE TRIBUTARIA ? La gestione tributaria deriva dal fatto che tutte le imprese sono soggette al pagamento di tributi di varia natura a fronte del diritto di fruire dei beni pubblici messi a disposizione dallo Stato. Le gestione tributaria comporta costi e non ricavi. Si possono distinguere: a) tributi correlabili direttamente ai beni acquisiti e quindi con caratteri analoghi a quelli dei prezzi (trasporti pubblici urbani). b) tributi non correlabili direttamente all’uso di particolari beni pubblici (polizia locale, strade ad accesso libero) COSA SIGNIFICA ANALIZZARE LE GESTIONI SOTTO IL PROFILO REDDITUALE ? Analizzare la gestione secondo il profilo reddituale significa indagare il formarsi dei costi e dei ricavi, in particolare, indagare come ciascuna delle cinque gestioni contribuisce al formarsi del risultato reddituale (utile o perdita). La gestione caratteristica e la gestione patrimoniale sono gestioni attive, da esse ci si attendono risultati reddituali positivi, mentre la gestione finanziaria, assicurativa e tributaria sono tre tipiche gestioni passive, comportano solo costi in forma di interessi passivi. Un risultato reddituale complessivamente positivo si ottiene quando la somma del reddito operativo della gestione caratteristica e della gestione patrimoniale è superiore agli oneri complessivi della gestione finanziaria, della gestione assicurativa e della gestione tributaria. COSA SIGNIFICA ANALIZZARE LE GESTIONI SOTTO IL PROFILO MONETARIO ? Analizzare le gestioni sotto il profilo monetario significa studiare i flussi di entrate e di uscite, ossia delle riscossioni e dei pagamenti suscitati dalle varie classi di negoziazioni e ciò serve per capire se l'impresa è in grado di far fronte ai propri impegni di uscita , ovvero serve per capire se l'impresa è solvibile. Le dinamiche monetarie complessive derivano dal combinarsi degli effetti delle cinque gestioni. l profilo reddituale e il profilo monetario non coincidono. 1) importanti entrate e uscite non corrispondono a costi e ricavi 2) molti costi, con relativi esborsi, devono essere sostenuti in anticipo rispetto al conseguimento dei ricavi e delle relative entrate 3) molti pagamenti e riscossioni non avvengono in contanti e i tempi di pagamento dei debiti di regolamento non necessariamente coincidono con i tempi di riscossione dei crediti. IN COSA CONSISTONO LE OPERAZIONI DI ORGANIZZAZIONE ? Le operazioni di organizzazione consistono nella progettazione dell’assetto organizzativo dell’impresa e nella gestione dei prestatori di lavoro. La progettazione dell’assetto organizzativo consiste nella progettazione della struttura organizzativa dell’impresa: si definiscono i compiti da svolgere, si assegnano insiemi di tali compiti agli organi che formano la struttura e alle persone che vi operano, si esplicitano le relazioni gerarchiche. La gestione dei prestatori di lavoro è l’attuazione dei sistemi operativi di gestione del personale. Si compone di processi di: ricerca, selezione, accoglimento e inserimento del personale, processi di analisi delle mansioni, dei carichi di lavoro, delle competenze e delle performance delle persone, processi di determinazione e di liquidazione delle retribuzioni; processi di valutazione delle competenze potenziali delle persone, di promozione e di rotazione delle persone tra le varie posizioni, processi di addestramento e di formazione. COME AVVENGONO LE NEGOZIAZIONI DI LAVORO ? Le negoziazioni di lavoro si stanziano in contratti che l’impresa stipula con i prestatori di lavoro, si negoziano da un lato le prestazioni di lavoro attese dall’impresa e, dall’altro lato, le rimunerazioni, le prospettive di carriera, i comportamenti, programmi di addestramento e di formazione, condizioni fisiche e sociali, regole di uscita dall’impresa, diritti di manifestazione e sciopero. IN COSA CONSISTONO LE OPERAZIONI DI RILEVAZIONE ? Le operazioni di rilevazione sono svolte dalle imprese per predisporre dati e informazioni destinati due insiemi di utilizzatori: a) le persone che operano all’interno dell’impresa e che devono prendere le decisioni nelle aree funzionali; b) le persone e gli istituti che portano interessi nei confronti dell’impresa e che necessitano di informazioni per decidere come attivare e sviluppare i rapporti con l’impresa; LE OPERAZIONI DI RILEVAZIONE SONO OPERAZIONI DI RACCOLTA, DI ELABORAZIONE, DI RAPPRESENTAZIONE, DI CONSERVAZIONE E DI DIFFUSIONE DI DATI E DI INFORMAZIONI. COSA SONO LE COMBINAZIONI ECONOMICHE PARZIALI ? Una combinazione economico parziale è una combinazione prodotto-mercato con propri caratteri distinti rispetto alle altre combinazioni prodotto-mercato attuate dalla stessa impresa. L’impresa opera quindi in più aree d’affari, essa ha attuato delle mosse di diversificazione. Le imprese che attuano contemporaneamente più combinazioni economiche parziali sono chiamate imprese diversificate; i loro costi e ricavi, attività e passività, entrate e uscite, ecc.. sono suscitati con caratteri propri da ciascuna combinazione parziale, allo stesso tempo le combinazioni parziali sono avvinte da condizioni di complementarità e di comunanza. QUALI MOTIVAZIONI PORTANO ALLA NASCITA DI UN ISTITUTO NON PROFIT ? Gli istituti non profit sono istituti privati nei quali è vietata la distribuzione dei risultati reddituali e del patrimonio dei soggetti che li controllano. Gli istituti non profit nascono quando insiemi di persone giudicano utile e doveroso che certi insieme di persone dispongano di beni che gli istituti esistenti (famiglie, imprese, Stato) non offrono nei modi ritenuti opportuni. Le motivazioni che portano alla nascita di un istituto non profit sono: 1) Domanda di beni pubblici non coperta dallo Stato, gli istituti non profit agiscono come produttori di beni pubblici per soddisfare la domanda di beni pubblici non coperta dallo Stato; 2) Asimmetria informativa, gli utenti sono in difficoltà nel valutare la quantità, la qualità e l’appropriatezza di un bene; 3) godere di vantaggi normativi che lo Stato concede ad alcuni tipi di istituti: vantaggi fiscali, tariffe agevolate, lavoro flessibile, ecc.. 4) club esclusivi, gli utenti preferiscono una gestione diretta in forma di istituto non profit; COME AVVIENE LA GESTIONE CARATTERISTICA IN UN ISTITUTO NON PROFIT ? La gestione caratteristica è molto simile a quella di un’impresa, si acquisiscono input, li si sottopone a trasformazione tecnica e si cede quanto prodotto ai clienti, in alcuni istituti non profit accanto all’attività di produzione si svolge l’attività di consumo in quanto i destinatari della produzione sono i membri dello stesso istituto. In altri istituti ancora la gestione rischio, l’impresa così pagherà premi standard e non premi più alti. L’azzardo morale consiste nell’esagerare la valutazione del danno, approfittando della difficoltà di accertamenti oggettivi, per ottenere un rimborso elevato. 6) CLIENTI I clienti acquistano beni e prodotti dall’impresa e gestiscono il loro rapporto secondo molteplici condizioni di scambio: standard di qualità chiari, prezzo adeguato, garanzie, innovazione. 7)ALLEATI ISTITUZIONALI Gli alleati istituzionali sono le imprese partner in aggregati quali i gruppo di imprese, consorzi, ecc.., essi hanno il compito di tutelare il marchio, in cambio si aspettano quote associative, stabilità della relazione e cooperazione. 8) CONCORRENTI I concorrenti sono le imprese che offrono prodotti analoghi a quelli della nostra impresa in mercati nei quali essa opera, essi contribuiscono appunto con uno stimolo alla concorrenza, in cambio si aspettano lealtà, potenziali alleanze e il rispetto della normativa. 9)STATO Lo Stato è sempre legato alle imprese da una molteplicità di rapporti che danno luogo a differenti insiemi di contributi, ricompense e attese. I contributi che lo Stato dà all’impresa sono: produzione e erogazione di beni pubblici, regolazione comportamento delle imprese e dispensa di incentivi finanziari e fiscali. Esso si aspetterà come ricompensa/benefici da parte dell’impresa: una bassa evasione ed elusione fiscale, rispetto formale e sostanziale delle norme e l’utilizzo degli incentivi da parte delle imprese. 10) COLLETTIVITÀ’ LOCALI Le collettività locali instaurano relazioni significative con le imprese che hanno un ruolo economico molto rilevante, esse contribuiscono col lavoro e il tessuto sociale e si aspettano benessere, opere collettive e iniziative culturali. QUALI SONO I PORTATORI DI INTERESSE, I LORO CONTRIBUTI E LE LORO ATTESE IN UN INP ? I portatori di interesse sono un insieme di persone che offrono contributi e si aspettano ricompense e benefici, nelle INP i portatori di interesse sono: soci fondatori e principali finanziatori, prestatori di lavoro volontari e regolari, conferenti di capitale di prestito, fornitori di beni privati,finanziatori privati minori, istituti non profit alleati/concorrenti, le collettività e lo Stato. I soci fondatori e i principali finanziatori tutelano il patrimonio artistico e culturale conferendo mezzi monetari ed energie personali, essi si aspettano che l’istituto compiano interventi importanti per la tutela del patrimonio. Le collettività in generale valuta positivamente gli interventi realizzati realizzati dall’INP, alcuni cittadini decidono di contribuire tramite mezzi monetari o offrendo lavoro in forma di volontariato. Anche lo Stato valuta positivamente il lavoro delle INP, il quale fornisce contributi in varie forme: finanziamenti, autorizzazioni, esenzioni di vario tipo. La collettività e lo Stato si aspettano che le risorse fornite siano utilizzate esclusivamente per le finalità dichiarate. Anche gli istituti non profit hanno i loro concorrenti, si tratta di tutti gli istituti che svolgono attività analoghe per finalità e che competono per le stesse risorse. Per accrescere la propria capacità di azione e per gestire la concorrenza, gli istituti non profit possono formare alleanze e associazioni. QUALI SONO I DUE FONDAMENTALI DIRITTI-DOVERI DEL SOGGETTO DI UN ISTITUTO ? Il soggetto d’istituto è l’insieme dei portatori d’interessi a cui viene assegnato il diritto-dovere di governare l’istituto. Il soggetto d’istituto ha il diritto dovere di : a) governare, ossia di guidare l’istituto e di prendere decisioni ultime; b) godere dei risultati residuali positivi dell’istituto e il dovere di farsi carico degli eventuali risultati residuali negativi. CHI E’ IL SOGGETTO DI ISTITUTO PER LE FAMIGLIE, LO STATO, LE IMPRESE E GLI ISTITUTI NON PROFIT ? Il soggetto d’istituto è l’insieme dei portatori di interesse che hanno il diritto-dovere di governare. Per la famiglia il soggetto d’istituto è sempre l’insieme di tutti i membri della famiglia stessa. Per lo Stato il soggetto d’istituto è sempre l’insieme di tutti i cittadini dello stesso a cui si aggiungono i prestatori di lavoro. Per le imprese, di solito, i soggetti d’istituto sono i conferenti di capitale di rischio e i portatori di lavoro. Per gli istituti non profit il soggetti d’istituto è formato dai soggetti che si sono associati per soddisfare i bisogni comuni, negli INP il SI gode del diritto-dovere di governare ma non del diritto di appropriarsi dei risultati residuali, siccome prevedono il divieto di distribuire il risultato reddituale (utile) e il patrimonio tra le persone che esercitano il controllo sull’istituto. COSA SONO GLI INTERESSI ISTITUZIONALI E QUELLI NON ISTITUZIONALI ? Gli interessi istituzionali sono le attese primarie delle persone che compongono il soggetto d’istituto, cioè l’insieme dei portatori di interessi a cui viene assegnato il diritto-dovere di governare, mentre gli interessi degli altri soggetti vengono denominati interessi non istituzionali. Nel caso delle imprese prevalgono interessi economici, mentre in altre classi d’istituto hanno grande rilevanza gli interessi non economici. Gli interessi istituzionali economici sono gli interessi economici che fanno capo ai membri del soggetto d’istituto. CHI E’ IL SOGGETTO ECONOMICO ? Il soggetto economico è l’insieme delle persone alle quali fanno capo gli interessi economici istituzionali. QUANDO SOGGETTO ISTITUZIONALE E SOGGETTO ECONOMICO COINCIDONO E QUANDO NO ? L’insieme delle persone che portano gli interessi istituzionali forma il soggetto d’istituto; l’insieme delle persone che portano gli interessi istituzionali economici forma il soggetto economico. I due insiemi coincidono quando tutti i membri dell’istituto portano sia intessi economici sia interessi non economici istituzionali. In alcune classi di istituti l’attività svolta è prevalentemente di tipo non economico, i membri dell’istituto portano interessi di tipo non economico, si configura un soggetto d’istituto, ma manca un soggetto economico IN COSA CONSISTONO LE PREROGATIVE DI GOVERNO ECONOMICO ? Il soggetto economico esercita le prerogative di governo economico che consistono nel diritto dovere di : a) fissare gli obiettivi, le strategie e le politiche dell’istituto per quanto attiene la dimensione economica dello stesso; b) scegliere i soggetti che contribuiranno alla vita economica dell’istituto e stipulare con gli stessi opportuni patti e contratti; c) progettare e mettere in atto le strutture di governo e di controllo dell’istituto; d) sorvegliare il funzionamento dell’istituto, verificare i risultati e compiere i necessari interventi correttivi; COME SI ORGANIZZA IL GOVERNO ECONOMICO QUANDO I MEMBRI DEL SE SONO MOLTI ? Quando il soggetto di istituto e il soggetto economico sono formati da un grande numero di persone è necessario configurare strutture e meccanismi che da un lato rappresentino adeguatamente gli interessi di tutti i membri del soggetto economico e, dall’altro lato, diano luogo a processi decisionali efficienti. 1) si codifica l’esistenza di tre organi: i) organo composto da tutti i membri del soggetto economico (organo supremo), si riunisce periodicamente in assemblea; ii) organo decisionale di governo economico composto da una sola persona (o poche) con specifiche competenze manageriali; iii) organo di controllo che verifichi l’operato dell’organo decisionale. 2) l’assemblea delle generalità detta le linee di indirizzo generale e nomi sia i membri dell’organo decisionale di governo economico, sia i membri dell’organo di controllo 3) l’organo decisionale di governo economico configura e indirizza l’attività della struttura organizzativa composta dagli organi direttivi e organizzativi 4) tutte le categorie di portatori di interessi che non fanno parte del soggetto di istituto e del soggetto economico utilizzano altre strutture e meccanismi esterni per esercitare le loro pressioni di indirizzo. CAPITOLO 5: QUANDO UN’AZIENDA E’ IN EQUILIBRIO ISTITUZIONALE ? Si ha equilibrio istituzionale quando tutti i membri del soggetto d’istituto: a) condividono i valori e gli obiettivi che inspirano la vita dell’istituto, le sue strutture, modalità di governo e le logiche organizzative b)ricevono ricompense e benefici giudicati equi rispetto ai contributi forniti L’equilibrio istituzionale è di lungo periodo ed è caratterizzato da: a) DURABILITÀ’: attitudine a perdurare nel tempo in un ambiente mutevole, le persone che partecipano alla vita dell’istituto si attendono che l’istituto perduri nel tempo b) AUTONOMIA: libertà di scegliere i propri fini e le proprie modalità di governo QUALI SONO LE DUE CONDIZIONI COLLEGATE ALL’EQUILIBRIO ISTITUZIONALE ? L’equilibrio istituzionale è di lungo periodo ed è caratterizzato da: a) DURABILITÀ’: attitudine a perdurare nel tempo in un ambiente mutevole, le persone che partecipano alla vita dell’istituto si attendono che l’istituto perduri nel tempo b) AUTONOMIA: libertà di scegliere i propri fini e le proprie modalità di governo QUANDO SI HA ECONOMICITÀ’ ? Si ha equilibrio economico, ossia economicità, quando l’istituto nel suo insieme è in grado di attrarre risorse sufficienti per rimunerare tutte le condizioni di produzione e di consumo utilizzare per svolgere le proprie combinazioni economiche. L’economicità è la capacità dell’istituto di operare senza accumulare perdite. Se le perdite si accumulano per periodi troppo lunghi e per importi troppo alti l’equilibrio istituzionale viene compromesso: a) istituto cessa di vivere; b) un altro istituto ingloba/ acquisisce l’istituto in disequilibrio economico; c) uno o più soggetti si rendono disponibili a ripianare le perdite future. QUALI SONO LE CINQUE CONDIZIONI DA RISPETTARE AFFINCHÉ’ CI SIA ECONOMICITÀ’ ? Il principio di economicità si declina in due forme complementari: 1) perseguimento di fini economici istituzionali 2) rispetto simultaneo di un insieme di condizioni di svolgimento dell’attività economica a) EQUILIBRIO REDDITUALE = equilibrio tra i componenti negativi e componenti positivi di reddito, esprime l’attitudine della gestione di rimunerare, con i componenti positivi di reddito, tutti i fattori produttivi compresi il capitale di prestito e il capitale di rischio; b) EQUILIBRIO MONETARIO = è la capacità di far fronte agli impegni di pagamento, esso nasce dalla diversa manifestazione temporale di costi e ricavi e dei relativi flussi monetari, la quale si traduce in fabbisogno finanziario; c) EFFICIENZA E FLESSIBILITÀ’ = l’efficienza viene espressa nel rendimento fisico-tecnico dei fattori produttivi. (rendimento fattori produttivi = relazione che intercorre tra risultati conseguiti e mezzi impiegati, è un rapporto che esprime i risultati non monetari dello svolgimento di relazioni tra volumi e qualità ottenute e volumi e qualità delle condizioni di produzione impiegate) La flessibilità è la predisposizione di strutture e di combinazioni produttive efficienti in grado di adeguarsi prontamente all’ambiente; d) CONGRUENZA DELLE RIMUNERAZIONI = è la congruità dei prezzi-costi sostenuti e dei prezzi-costi conseguiti e) CAPACITA’ DI RISPARMIO 85.QUALI SONO I PRINCIPALI COMPONENTI POSITIVI DI REDDITO (OUTPUT) ? I principali output (ricavi, componenti positivi di reddito) sono: 1) prodotti finiti e venduti —> ricavi di vendita 2) produzioni in corso —> rimanenze finali 3) interessi attivi della gestione patrimoniale 4) dividendi e plusvalenze 5) fitti attivi della gestione patrimoniale 6) dividendi e plusvalenze delle partecipazioni QUAL E’ LA DIFFERENZA TRA TRIBUTI E IMPOSTE ? La tassa è un tributo che il singolo soggetto è tenuto a versare in relazione ad un'utilità che egli trae dallo svolgimento di un'attività statale e/o dalla prestazione di un servizio pubblico (attività giurisdizionale o amministrativa) resi a sua richiesta e caratterizzati dalla "divisibilità", cioè dalla possibilità di essere forniti a un singolo soggetto. L'imposta si caratterizza per il fatto che il suo presupposto - evento valutabile economicamente - è realizzato dal soggetto passivo e non presenta alcuna relazione con lo svolgimento da parte dell'Ente pubblico di una particolare attività o di un servizio. Così, ad esempio, è l'operaio, e /o il dirigente che, prestando la loro attività alle dipendenze di un'impresa, pongono in essere il presupposto dell'imposta sul reddito delle persone fisiche, ovvero, facendo un altro esempio, è l'imprenditore che svolgendo un'attività produttiva realizza personalmente il fatto (attività d'impresa) dal quale deriva l'obbligazione d’imposta. QUALI ELEMENTI COMPONGONO IL CAPITALE NETTO DI UN’AZIENDA ? I tipici componenti del netto, ossia quanto è di pertinenza dei conferenti di capitale di rischio, sono: 1) il capitale sociale rappresentato dai conferimenti dei soci al momento della costituzione e in successive occasioni 2) gli utili maturati e non ridistribuiti (riserve) QUALI SONO LE OPERAZIONI I CUI VALORI RIENTRANO NEL BILANCIO ? Per redigere efficientemente il bilancio d’esercizio occorre selezionare gli accadimenti rilevanti e registrare periodicamente e a fine periodo i relativi valori. Il sistema degli accadimenti è l’insieme delle azioni e dei fenomeni che si manifestano nell’azienda e nel suo ambiente; una particolare categoria di accadimenti è costituta dal sistema delle operazioni, cioè le combinazioni economiche, formato dalle attività di produzione economica svolte dalle persone che compongono l’organismo personale. Il sistema delle operazioni dà luogo al sistema delle quantità economiche che sono grandezze certe. L’utilizzazione delle quantità economiche e i calcoli che comporta danno luogo sia a stime di quantità economiche sia a congetture fondate su quantità economiche. Le stime sono approssimazioni ad un vero, ad un fenomeno che non conosce ancora in modo definito, le quantità stimate sono pertanto determinazioni approssimate di quantità economiche. (esempio: consumo energia elettrica sulla base dei punti luce installati) Il dato economico congetturato non si identifica con un fatto reale, con una quantità economica, è un “immaginato” frutto di un calcolo che si fonda su una ipotesi-finzione coerente con le esigenze di investigazione o di operare economico. (esempio: quote di ammortamento) TUTTI I VALORI CHE RIENTRANO NEL BILANCIO SONO CERTI ? No, non tutti i valori che rientrano nel bilancio sono certi. La contabilità è un processo informativo articolato che si origina dal sistema degli accadimenti, le quantità economiche ad esso collegato sono le quantità certe e le quantità frutto di stime e congetture. Le quantità di oggetto di stima sono approssimazioni al vero, esse possono essere oggetto i verifica, ad esempio la perdita dei crediti o il consumo di energia elettrica sulla base dei punti luce installati. Le quantità oggetto di congetture sono frutto di un calcolo che non risponde ad un fenomeno reale, ad esempio le quote di ammortamento non sono un consumo effettivo, ma un consumo economico. Dato un bene pluriennale le quote di ammortamento saranno suddivide in valori uguali, non è possibile dire se un bene pluriennale è stato usato maggiormente in termini economici rispetto all’anno precedente. COSA SONO LE QUANTITA’-FLUSSO E LE QUANTITA’-FONDO (O QUANTITA’ STOCK)? Le quantità-fondo (o quantità stock) sono valori riferiti ad un istante mentre le quantità-flusso sono valori riferiti ad un lasso di tempo. Dalle combinazioni economiche scaturiscono quantità-flusso, mentre quando si intende accertare le condizioni produttive si determinano quantità fondo. La tavola del reddito di esercizio (CE) si compone di quantità flusso, mentre la tavola del capitale di funzionamento (SP) si compone di quantità-stock. CE —> QUANTITÀ’ FLUSSO SP —> QUANTITÀ’ STOCK COSA SONO I VALORI NUMERARI E QUELLI NON NUMERARI ? Tutti i valori che esprimono strumenti di regolamento degli scambi si denominano valori numerari, si tratta principalmente dei mezzi monetari liquidi disponibili (la cassa) e dei debiti e crediti di regolamento; sono valori non numerari tutti gli altri valori. (esempio: regolamento in contanti —> variazione numeraria - uscita di cassa compensazione crediti preesistenti —> variazione numeraria - diminuzione di crediti) La variazione numeraria è sempre una variazione di una condizione produttiva patrimoniale, mentre la variazione non numeraria può essere una variazione di una condizione produttiva patrimoniale e una variazione di reddito. QUAL E’ IL MOMENTO SCELTO PER INSERIRE I VALORI NELLE TAVOLE DEL BILANCIO ? Il momento scelto per inserire i valori nelle tavole di bilancio è il momento numerario, il quale viene a identificarsi nel momento in cui si emette o si riceve la fattura. I motivi che spingono alla scelta del momento numerario come momento di determinazione dei valori sono: a) esigenza di ottenere valori con un certo grado di certezza b)possibilità di effettuare un riscontro in tempi brevi c) possibilità di inserire simultaneamente i due valori con segno opposto, scaturenti dalla stessa operazione, in tavole di raccolta di dati tra loro collegato che si chiamano conti. UNA VARIAZIONE NUMERARIA CORRISPONDE SEMPRE AD UN VARIAZIONE NELLO SP ? Si, una variazione numeraria corrisponde sempre ad una variazione nello SP. UNA VARIAZIONE NON NUMERARIA, CORRISPONDE SEMPRE AD UNA VARIAZIONE NEL CE ? Una variazione non numeraria non corrisponde sempre ad una variazione nel CE, infatti una variazione non numeraria può anche corrispondere ad una variazione nello SP. CAPITOLO 7: IN COSA CONSISTE LA RICLASSIFICAZIONE DELLE SINTESI DI BILANCIO ? La tecnica di riclassificazione dei valori di bilancio (conto economico e stato patrimoniale) consente di mettere in evidenza quantità e relazioni che possono aiutare a formulare in modo più immediato giudizi sui diversi equilibri aziendali (equilibrio reddituale e equilibrio patrimoniale). Le riclassificazioni di bilancio servono per evidenziare quindi: quantità, equilibrio reddituale, equilibrio patrimoniale e l’economicità. L’equilibrio reddituale viene illustrato tramite il “conto economico a ricavi e costo del venduto”, mentre l’equilibrio patrimoniale viene illustrato tramite lo “stato patrimoniale finanziario”. Le riclassificazioni sono effettuate per apprezzare l’economicità d’azienda in base alle indicazioni della tecnica e delle leggi, inoltre fornisce sintesi di quanto fatto in passato, ma utile anche per il futuro. COME VENGONO SUDDIVISI I VALORI NEL CE A RICAVI E COSTO VENDUTO ? La riclassificazione del conto economico porta alla costituzione del conto economico a ricavi e costo del venduto, attraverso tale struttura è agevole capire i fenomeni determinanti l’ammontare del reddito, distinguere tra essi quelli che possono permanere nel futuro da quelli temporanei. Per la riclassificazione vengono presi in esame le diverse gestioni, esse costituiscono infatti le fonti primarie della quali scaturiscono i flussi reddituali dalla cui analisi è possibile formulare un giudizio sulla potenzialità del reddito dell’impresa. La struttura a ricavi e costi del venduto mette in luce i risultati parziali relativi alle singole gestioni/raggruppamento di gestioni. I valori vengono suddivisi in base alla gestione di appartenenza: 1) gestione patrimoniale —> + ricavi / - costi del venduto 2) gestione patrimoniale —> +/- proventi/oneri gestione patrimoniale 3) gestione finanziaria —> - oneri della gestione finanziaria 4) gestione straordinaria —> +/- componenti straordinari di reddito 5) gestione tributaria —> - imposte d’esercizio COSA SI PUO’ DEDURRE GUARDANDO I VALORI DI UN CE A “RICAVI E COSTO DEL VENDUTO” ? Osservando i valori del CE a ricavi e costo del venduto è possibile valutare l’equilibro reddituale, ma anche valutare quali fenomeni economici possano permanere nel futuro e quali sono solo temporanei. Se il reddito netto proviene principalmente dal reddito operativo della gestione caratteristica si ha ragione di ritenere che l’equilibrio conseguito poggi su basi solide tanto da considerare il reddito netto prodotto un valore che almeno nel breve periodo possa permanere. Il giudizio sarebbe diverse se l’ammontare del reddito fosse ottenuto mediante un modesto reddito operativo della gestione caratteristica e un’elevata plusvalenza manifestata nel periodo a seguito del realizzo diretto di cespite (bene da cui deriva reddito). Non è però possibile esprimere un giudizio su periodi futuri molto estesi, siccome l’azienda è soggetta a mutevoli condizioni interne ed esterne che rendono la sua gestione soggetta a continua trasformazione. SECONDO QUALE CRITERIO SI RICLASSIFICA LO SP E COSA VUOLE EVIDENZIARE TALE RICLASSIFICAZIONE ? Lo stato patrimoniale viene riclassificato in modo tale da accertare la solvibilità a breve e lungo termine dell’impresa, il criterio di riclassificazione è quello finanziario, secondo il quale si cerca di capire come gli investimenti rappresentati dalle voci dell’attivo sono stati finanziati dalle varie forme di finanziamento rappresentate dalle voci del passivo e netto. (A=P+N) Da uno stato patrimoniale riclassificato si possono trarre tre fondamentali tipi di giudizio relativi a: - la composizione e la struttura degli impieghi - la composizione e struttura delle fonti di finanziamento - l’equilibrio strutturale tra natura e variabilità delle fonti e natura e variabilità degli investimenti La riclassificazione dello stato patrimoniale secondo il criterio finanziario permette di valutare l’equilibrio patrimoniale dell’impresa, sarà quindi possibile mettere in luce la solvibilità (capacità di far fronte a impegni finanziari assunti) a breve e a lungo termine dell’impresa. L’attivo viene valutato in base alla LIQUIDITÀ’, cioè l’attitudine a trasformare in tempi più o meno brevi e senza danneggiare la gestione operativa in mezzi monetari. Il passivo e il netto vengono valutati in base alla SCADENZA, cioè il termine entro cui far fronte agli impegni. COME VENGONO SUDDIVISE LE VOCI DELL’ATTIVO E DEL PASSIVO NELLA RICLASSIFICAZIONE ? L’attivo viene valutato in base alla LIQUIDITÀ’, cioè l’attitudine a QUALI SONO LE SCELTE CHE PRODUCONO EFFETTI EVIDENTI SUL PATRIMONIO DI UN’IMPRESA ? Le scelte che producono effetti particolarmente evidenti sul patrimonio dell’impresa sono: a) scelte di integrazione verticale ed estensione orizzontale e interfunzionale; // Quando sono scelte di maggiore estensione si producono due fenomeni: -condizioni patrimoniali già disponibili trovano nuove occasioni di impiego -si sviluppano dall’interno e si acquisiscono dall’esterno nuove condizioni patrimoniali distintive che arricchiscono la dotazione complessiva. Quando vi sono scelte di riduzione dell’estensione si decide di affidare ad altre imprese lo svolgimento di certe parti delle combinazioni economiche.// b)scelte di dimensionamento delle capacità produttive; //comportano l’aggiunta o la sostituzione di stabilimenti, magazzini, laboratori ecc..// c) scelte di fusione e di acquisizione di altre imprese; //Sono sia una “speciale” modalità di crescita orizzontale, verticale e interfunzionale, ma anche un unione di due o più patrimoni di risorse immateriali (valori, culture, routine) —> rischi di conflitti organizzativi // d)scelte relative alla formazione di aggregati interaziendali; // le imprese si trovano a far parte di aggregati interaziendali (gruppi di imprese, consorzi ecc.), la singola impresa non ha un controllo diretto sul patrimonio delle altre entità, ma ha un eccesso regolamentato e privilegiato a risorse di vario tipo.// e)scelte di localizzazione; f)scelte di struttura del capitale proprio e di terzi; g)scelte di gestione dell’organismo personale e di progettazione degli assetti organizzativi; QUALI SONO GLI INDIRIZZI STRATEGICI CHE DOVREBBERO ISPIRARE LE SCELTE RIVALENTI PER IL PATRIMONIO ? Gli indirizzi strategici, cioè le politiche generali che sono coerenti con il fatto di assegnare al patrimonio un ruolo centrale nella gestione strategica, sono: 1) basare le scelte di ingresso in nuovi mercati sull’opportunità di sfruttamento delle competenze distintive possedute; 2) scegliere con cura le modalità di sfruttamento delle competenze distintive possedute (i. usarle direttamente nella propria impresa per produrre il prodotto finale; ii. usarle direttamente nella propria impresa, ma per produrre un bene intermedio da cedere ad altre imprese; iii.) cedere la competenza distintiva ad altra impresa che produrrà beni intermedi/ finali) 3) sfruttare a fondo le economie di replicazione interna di competenze distintive 4) attuare operazioni di fusione e di acquisire quando le competenze da unire sono competenze tra loro complementari 5) internalizzare i processi e non esternalizzare i processi che producono le competenze distintive 6) attuare strategie di raccolta di capitale di rischio e di capitale di prestito che permettano di sviluppare in autonomia i progetti innovativi 7) puntare su modelli organizzativi e su sistemi di gestione del personale originali 9) evitare eccessi di cambiamento CAPITOLO 15: COS’E’ L’ORGANISMO PERSONALE E QUALI SONO LE SUE CARATTERISTICHE FONDAMENTALI ? L’organismo personale è l’insieme unitario delle persone che con il proprio lavoro partecipano allo svolgimento dell’attività aziendale: è un elemento cardine della struttura di ogni impresa. E’ un complesso dinamico. Sono membri dell’organismo personale d’impresa tutte le persone che fatto parte degli organi di governo economico, di direzione ed esecuzione. QUALI SONO LE TRE CATEGORIE DELLE VARIABILI INDIVIDUALI ? Le variabili individuali sono le caratteristiche delle persone che compongono l’organismo personale. Le variabili individuali rilevanti sono: le competenze professionali, i valori e i bisogni. Le competenze professionali sono riconducibili alla classe delle conoscenze e a quella delle capacità tecnico-specialistiche. I valori sono invece analizzati in termini di convinzioni e di credito in merito all’attività economica e alle sue modalità di svolgimento. I bisogno infine, sono definiti come percezioni di carenza di date condizioni. QUALI SONO LE VARIABILI SOCIALI ? Le variabili sociali riguardano l’intensità e la qualità delle relazioni interpersonali che connettono le persone in gruppi. Per l’analisi di quest’ultimi ci si avvale di: coerenza tra gruppi sociali e gruppi formali, coesione interna ai gruppi e talvolta conflitto tra gruppi, la cultura aziendale e la cultura organizzativa. COS’E’ LA CULTURA AZIENDALE ? Definendo “cultura” si intende un insieme di idee, valori e credenze condivise da un insieme di persone, per giunta la cultura aziendale è l’insieme di idee di persone che operano in un’azienda. La cultura aziendale è causa ed effetto delle scelte aziendali di fondo. In quest’ultima si possono analizzare le manifestazioni visibili della cultura (modelli di comportamento, architettura, linguaggio, ecc.) e le idee definite come assunti impliciti. COS’E’ LA CULTURA ORGANIZZATIVA ? QUALI SONO I TRE MODI DI INTENDERE IL SISTEMA ORGANIZZATIVO ? La cultura organizzativa è l’insieme di idee che hanno più specificamente per oggetto gli aspetti critici del sistema organizzativo, ovvero il rapporto persona-azienda, la struttura organizzativa come la distribuzione gerarchica dell’autorità e la dinamica aziendale. Il sistema organizzativo può essere valutato come <> ovvero il lavoro interpretato come il dovere individuale, <> lavoro inteso come fatto strumentale per l’ottenimento delle ricompense e <>, dove il lavoro è interpretato come contributo variabile in funzione del potere esercitato e del potere subito. DOMANDE SULLE ACS: COSA SONO LE AZIENDE CULTURALI E DELLO SPETTACOLO ? Le aziende culturali sono l’ordine economico dell’istituto impresa, pubblica amministrazione o organizzazione non profit che svolge attività di rilievo culturale. Le organizzazioni artistiche e culturali sono quindi agenti che si occupano della produzione e della distribuzione di beni e servizi di natura artistica e culturale. E’ bene cultuale tutto ciò che presenta valore di civiltà. Si distingue inoltre tra aziende che producono beni e attività culturali e aziende che conservano e tramandano cultura. ATTIVITÀ’: - creazione di nuovi beni - conservazione/valorizzazione del patrimonio già storicizzato OGGETTO: - beni d’arte - attività artistiche - beni culturali Soggetti impegnati nella creazione di prodotti o servizi culturali: - settore moda - settore design - settore della comunicazione Soggetti che operano nel mercato dei beni culturali: -collezionisti / mercanti d’arte - gallerie Soggetti coinvolti nel processo di creazione e distribuzione di attività con contenuto artistico e culturale: - aziende di produzione cinematografica - discografica - emittenti televisive, radiofoniche, ecc.. - teatri —> spettacoli dal vivo. Soggetti impegnati nella conservazione di beni artistici: - musei d’impresa Soggetti impegnati nella conservazione di beni culturali: - archivi - biblioteche - musei Soggetti impegnati nella conservazione di attività artistiche/culturali: - teatri QUALI SONO LE CARATTERISTICHE PRINCIPALI DELLE ACS ? Gli aspetti principali delle ACS sono: 1)prevalenza di una finalità non economica —> mission e vision 2) ampiezza dei destinatari che possono essere membri dell’organizzazione o della collettività 3) libertà di scegliere i propri organi di governo 4) possibilità di raccogliere risorse da soggetti che non si attendono contropartite immediate 5) capacità di instaurare un rapporto di natura fiduciaria con la collettività di riferimento sia per i servizi sia per i fondi ricevuti 6) organi di governo che non sono espressione di una proprietà, il soggetto economico non si compone di conferenti di capitale di rischio che si attendono una ricompensa di natura economica per il capitale apportato 7) vicinanza tra politica e cultura 8) importanza della tecnologia QUALI SONO LE DUE GESTIONI PRINCIPALI DELLE ACS ? Le gestioni principale delle ACS sono la gestione istituzionale e la gestione fundraising, per quanto strettamente connesse vengono entrambe classificate nella voce di gestione caratteristica. Le gestione istituzionale fa riferimento a tutte le combinazioni economiche direttamente connesse alla mission aziendale che sono di competenza economica dell’esercizio di riferimento. La gestione del fundraising fa riferimento alle azioni volte all’ottenimento di risorse finanziarie da raccolta di risorse finanziarie. COME VIENE RAGGIUNTA L’ECONOMICITA’ NELLE ACS ? Le aziende in quanto ordine economico degli istituti ne ereditano i caratteri di autonomia e durabilità, per consentire il raggiungimento di queste condizioni è necessario che esse operino in economicità. L’economicità è il perseguimento dei fini economici dell’istituto stesso e per ottenerla devono essere rispettate delle condizioni di svolgimento dell’attività economica: - equilibrio reddituale - equilibrio monetario - efficienza e flessibilità - congruità delle rimunerazioni - capacità di risparmio EQUILIBRIO REDDITUALE: L’equilibrio reddituale va inteso come equivalenza in ampia prospettiva temprale tra ricavi e costi. Per molte AC non è possibile parlare di veri e propri ricavi di vendita, in quanto i servizi offerti non vengono venduti a prezzi di mercato, quanto piuttosto a prezzi di favore o politici, in modo tale da consentire di includere il maggior numero di soggetti possibili. Tra i costi inoltre non vengono contabilizzati tutti gli input come il lavoro volontario. La massimizzazione del profitto viene sostituita dalla massimizzazione del numero dei beneficiari delle AC. EQUILIBRIO MONETARIO: E’ la capacità dell’azienda di far fronte agli impegni di pagamento momento per momento. Il fabbisogno finanziario derivante da uno squilibrio monetario sarà tanto maggiore quanto maggiore è la distanza tra momento di manifestazione dei flussi monetari connessi al sorgere dei ricavi e quello della manifestazione dei flussi connessi al sorgere dei costi. EFFICIENZA E FLESSIBILITA’: La flessibilità è la capacità delle organizzazioni di adattarsi ai mutamenti ambientali che sono di notevole impatto anche per le AC. Efficienza è da intendersi sia come efficienza tecnica, sia come efficienza allocativa. L’efficienza tecnica riguarda l’utilizzo delle risorse per produrre un determinato output, mentre l’efficienza allocata riguarda i costi per realizzare l’output. La riduzione degli input non può andare a scapito né dell’efficacia economica, né dell’efficacia culturale. Le condizioni di insuccesso reddituale e insuccesso socio-culturale conducono nel lungo periodo al fallimento. SUCCESSO ECONOMICO + INCAPACITA’ RAGGIUNGIMENTO MISSION —> FALLIMENTO SUCCESSO CULTURALE + MANCANZA ECONOMICITA’ —> FALLIMENTO ECONOMICITA’ ED EFFICACIA —> SITUAZIONE OTTIMALE COME VIENE REDATTO IL BILANCIO D’ESERCIZIO NELLE ACS ? Il bilancio è il documento principale di informazione e comunicazione d’impresa, è un documento fondamentale nelle ACS nonostante manchi una precisa prescrizione normativa su: composizione, contenuto e forma per il bilancio di queste aziende. Vengono applicati gli schemi di bilancio delle imprese anche per le ACS con alcuni adattamenti e cautele, risulta COME CONTRIBUISCONO AL CALCOLO DEL RISULTATO ECONOMICO LE RIMANENZE DI MAGAZZINO ? I costi relativi all’acquisto dei beni non utilizzati e alla realizzazione dei prodotti finiti invenduti a fine periodo non devono concorrere, nel rispetto del principio di competenza, alla formazione del risultato economico dell’esercizio. Essi, tuttavia, sono stati rilevati dalle scritture di esercizio: ne consegue che essi devono essere compensati da una rilevazione di segno opposto. Il valore delle rimanenze finali rappresenta, pertanto, un componente positivo di reddito in quanto rettifica costi sostenuti ma non di competenza e consente di rinviare tali costi all’esercizio successivo (“costi sospesi”). Le rimanenze finali di un periodo coincidono con le rimanenze iniziali del periodo successivo, nel quale indicano beni a disposizione del processo produttivo aziendale: sono un componente negativo di reddito. QUALI SONO I VALORI CONTENUTI NELLA TAVOLA DELLO STATO PATRIMONIALE ? Lo stato patrimoniale esprime la consistenza e la composizione degli investimenti e delle fonti di finanziamento dell’azienda alla data di chiusura dell’esercizio; è composta da due sezioni contrapposte: attivo e passivo, di pari importo. Nella sezione attivo sono rappresentati gli investimenti, cioè il valore dei beni che l’azienda ha a disposizione per lo svolgimento della propria attività; nella sezione passivo sono rappresentati i finanziamenti con i quali l’azienda “copre” gli investimenti effettuati. I valori contenuti nello stato patrimoniale sono grandezze fondo, che esprimono l’ammontare di ogni voce alla data di chiusura del bilancio. CHE COSA SONO RISCONTI E RATEI ? Un risconto è la quota parte di un costo o di un ricavo già contabilizzato, ma non interamente di competenza e pertanto da rinviare, in parte, al futuro esercizio. Un rateo è un costo o ricavo non ancora rilevato ma di competenza e pertanto da rilevare a integrazione dei valori che compongono il bilancio. CHE COSA SI INTENDE PER BILANCIO CONSOLIDATO ? Il bilancio consolidato è un bilancio che espone la situazione patrimoniale-finanziaria, il risultato economico e le variazioni nei conti di patrimonio netto di un gruppo di imprese viste come un'unica entità economica. DOMANDE DELL’ANNO SCORSO: COS’E’ L’ECONOMICITÀ’ ? L’economicità è la capacità dell’azienda di perdurare nel tempo ottemperando adeguatamente ai propri fini istituzionali. Si ha equilibrio economico, ossia economicità, quando l’istituto nel suo insieme è in grado di attrarre risorse sufficienti per rimunerare tutte le condizioni di produzione e di consumo utilizzare per svolgere le proprie combinazioni economiche. L’economicità è la capacità dell’istituto di operare senza accumulare perdite. Se le perdite si accumulano per periodi troppo lunghi e per importi troppo alti l’equilibrio istituzionale viene compromesso: a) istituto cessa di vivere; b) un altro istituto ingloba/ acquisisce l’istituto in disequilibrio economico; c) uno o più soggetti si rendono disponibili a ripianare le perdite future. QUALI ELEMENTI FANNO PARTE DEL’ATTIVO FISSO NETTO E CHE CARATTERISTICHE HANNO ? L’attivo fisso si suddivide in: a) immobilizzazioni finanziarie, che comprendono crediti esigibili oltre l’anno, e partecipazioni e crediti di finanziamento; b) immobilizzazioni materiali nette, espresse a valore contabile residuo, che comprendono impianti, mobili, attrezzature e beni con durate economica poliennale; c) immobilizzazioni immateriali nette, che comprendono i costi per brevetti e marchi, le spese già sostenute, ma che daranno la loro utilità negli esercizi futuri. COS’E’ IL CAPITALE DI FUNZIONAMENTO ? Il capitale di funzionamento è la rappresentazione in valori economico del patrimonio di un’impresa. Il capitale di funzionamento è il capitale che viene rilevato nel bilancio d’esercizio delle aziende in funzionamento per la determinazione del reddito d’esercizio. Il capitale netto lordo è il totale degli impieghi e delle fonti, mentre il capitale netto è la somma di attività e passività. QUAL E’ LA DIFFERENZA TRA IMPRESA E AZIENDA ? Impresa —> l’impresa è un'attività professionale organizzata per produrre o scambiare beni/ servizi. Azienda —> l’ azienda è un complesso di beni organizzati dall'imprenditore per l'esercizio di un'attività d'impresa. Tra l'azienda e l'impresa sussiste un rapporto strumentale. In altri termini, l'azienda è la mezzo strumentale tramite il quale l'imprenditore realizza gli scopi di una impresa. COS’E’ L’ORGANISMO PERSONALE ? L’organismo personale è l’insieme unitario delle persone che con il proprio lavoro partecipano allo svolgimento dell’attività aziendale: è un elemento cardine della struttura di ogni impresa. Sono membri dell’organismo personale d’impresa tutte le persone che fatto parte degli organi di governo economico, di direzione ed esecuzione. E’ un complesso dinamico, infatti in relazione al variare delle combinazioni economiche degli assetti organizzativo e tecnico variano le dimensioni e la composizione dell’organismo personale complessivo e delle sue parti. L’apprendimento è una variabile di rilievo sia a livello di singole persone sia a livello di gruppi, grazie al progresso nell’ambito dell’apprendimento si hanno crescenti livelli di efficienza. L’organismo personale deve essere inoltre flessibile, deve cioè adattarsi alle variazioni di contesto nel rispetto dei vincoli dell’efficienza e dell’economicità. A COSA SERVONO IL PATRIMONIO NETTO E REDDITO OPERATIVO ? Il reddito operativo è una grandezza economica di fondamentale importanza per valutare la bontà delle scelte gestionali dell’impresa, e rappresenta quanto in termini economici rende il capitale che è stato investito nell’impresa. Il reddito operativo infatti assomma il risultato operativo della gestione caratteristica ai proventi netti derivanti dalla gestione patrimoniale, in un’impresa la gestione caratteristica e la gestione patrimoniale sono gestioni attive, da esse quindi si attendono risultati reddituali positivi. DEFINIZIONE DI DURABILITA’ E AUTONOMIA DI UN’AZIENDA. La durabilità è ‘attitudine a durare nel tempo in un ambiente mutevole, mentre l’autonomia è l’attitudine a vivere senza interventi di sostegno e di copertura da parte di terzi. La durabilità e l’autonomia sono essenziali per determinare l’economicità di un’azienda, la quale è una delle condizioni fondamentali dell’equilibrio istituzionale, essa si ha quando tutti i soggetto d’istituto condividono i valori che ispirano la vita dell’istituto e quando essi ricevono ricompense e benefici equi rispetto ai contributi.