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Domande e risposte programma completo Storia del Diritto Medievale e Moderno, Dispense di Storia Del Diritto Medievale E Moderno

Domande e risposte complete programma di Storia del Diritto Medievale e Moderno. Il programma è perfetto anche per tutti coloro che sono frequentanti di altre Università. Voto esame 28

Tipologia: Dispense

2019/2020

In vendita dal 08/12/2020

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Scarica Domande e risposte programma completo Storia del Diritto Medievale e Moderno e più Dispense in PDF di Storia Del Diritto Medievale E Moderno solo su Docsity! In quali casi, secondo Voltaire, si dovrebbe ritenere lecito il ricorso alla tortura? La tortura per Voltaire, è inumana e degradante sia per chi la subisce sia per chi la commette. Inoltre oltre ad essere disumana “l’uomo diventa bestia” con la tortura perchè va a essere lui stesso in un procedimento di degradazione ma oltretutto è inutile come diceva già Beccaria perche una persona torturata confessa anche il crimine che non ha commesso pur di interrompere la tortura . La tortura quindi oltre ad essere inumana è inutile perchè non ti porta ad avere la certezza della confessione non ti porta alla sicurezza di quanto confessato. Per Voltaire, è un mezzo sicuro per fare dire tutto quello che si vuole a un innocente che avrà muscoli deboli, e per salvare un colpevole robusto minando così la pretesa di legittimità su cui deve fondarsi un qualsiasi ordinamento penale che si ritenga giusto. La tortura è una pena preventiva ma non può essere giustificata in alcun modo. Perché, secondo Voltaire, la tortura dovrebbe essere (quasi sempre) abolita? La tortura per Voltaire, è inumana e degradante sia per chi la subisce sia per chi la commette. Inoltre oltre ad essere disumana “l’uomo diventa bestia” con la tortura perchè va a essere lui stesso in un procedimento di degradazione ma oltretutto è inutile come diceva già Beccaria perche una persona torturata confessa anche il crimine che non ha commesso pur di interrompere la tortura . La tortura quindi oltre ad essere inumana è inutile perchè non ti porta ad avere la certezza della confessione, non ti porta alla sicurezza di quanto confessato. L’ingiustificata efferatezza propria di alcune procedure caratteristiche dell’iter processuale penale, come la raccolta di prove attraverso la tortura va a compromettere irrimediabilmente l’utilità dell’intero procedimento. Voltaire sosteneva che chi la commette si trasforma in una bestia in un uomo sadico e la tortura dunque diventa disumana, come pratica, perche rende le persone più brutte ancora. Quindi una persona sotto tortura potrebbe arrivare a dire tutto. Come devono essere impiegati, secondo Rousseau, i tre codici politico, civile e criminale? Secondo Rousseau tali codici dovranno essere non solo utilizzati per la concreta amministrazione della giustizia, ma dovranno anche essere insegnati a tutti gli uomini. Rousseau riteneva che alla magistratura non può essere sottratta la facoltà di interpretare la legge, e bisogna consentire l’applicazione delle norme contenute nei codici anche ai casi non espressamente tipizzati in essi. Qual è, secondo Rousseau, la funzione del contratto sociale? Il contratto sociale è una saggio di filosofia politica che contiene le condizioni giuridiche entro cui secondo Rousseau può essere rifondata una società edificata sulla libertà e uguaglianza cioè sulla condizione goduta allo stato di natura. Secondo Rousseau la società ha origine quando i singoli individui si avvicinano gli uni agli altri per il migliorare le proprie condizioni di vita e tutelare piu efficacemente la loro libertà e uguaglianza. La libertà è lo scopo del contratto, l’eguaglianza è il presupposto. Si tratta della libertà civile che l’associato riceve in cambio della propria libertà naturale: la libertà civile ha il vantaggio di essere giuridicamente tutelata dal contratto. Per quale ragione, secondo Rousseau, la forza non può essere considerata diritto? Il più forte non sarebbe mai abbastanza forte per essere sempre il padrone, se non trasformasse la sua forza in diritto e l’obbedienza in dovere. Cedere alla forza non è un atto di volontà ma a limite di prudenza. La forza sarebbe però un diritto instabile, fino a quando non è sostituita da una maggiore, cosicché i sottomessi possano e anzi debbano non obbedire o meglio cercare di essere i più forti. Tutto ciò non fa della forza un diritto, ma semplicemente una forza: noi dobbiamo obbedire ai poteri legittimi. Cosa consegue l'uomo, secondo Rousseau, dal contratto sociale? Il contratto sociale è una saggio di filosofia politica che contiene le condizioni giuridiche entro cui secondo Rousseau può essere rifondata una società edificata sulla libertà e uguaglianza cioè sulla condizione goduta allo stato di natura. L’individuo non è dipendente e sottomesso ad un altro individuo, cui ha ceduto tutti o parte dei suoi diritti, ma è un membro di un corpo politico che si fa garante dei diritti e delle libertà individuali. Ne consegue che nessuna autorità può essere legittima, se è istituita o se viene esercitata senza il consenso di coloro che vi sono sottomessi. L’autorità (sovranità) politica risiede essenzialmente nel popolo. Essa è inalienabile e il popolo non può affidarne l’esercizio a nessuno. Il Contratto Sociale si fonda su un problema, la dipendenza reciproca dei cittadini deve essere una condizione di indipendenza di ciascuno rispetto agli altri. Sottoscrivendo il patto sociale ciascun individuo acconsente alla propria alienazione totale, a garanzia che alla condotta giusta di ciascuno non corrisponda l’ingiustizia degli altri, una garanzia di reciprocità del rispetto del contratto stesso. In che rapporto sta l'opera di Beccaria - Dei delitti e delle pene - con la generale situazione dell'Illuminismo italiano? L’Illuminismo Italiano, in stretto rapporto con quello francese era consapevolmente non rivoluzionario e di orientamento moderato. In Italia tra i centri principali della cultura illuministica vi fu Napoli, dove operarono degli studiosi come Antonio Genovesi, Ferdinando Galiani e Gaetano Filangieri, che realizzarono, la nascita delle discipline economiche e monetarie e l'elaborazione di una riforma generale della giurisprudenza mentre in Toscana svolgeva la propria attività l'Accademia dei Georgofili. A Milano vi fu l'affermarsi del movimento illuministico più avanzato quello della cultura lombarda dell'Accademia dei Pugni, animata dai fratelli Pietro ed Alessandro Verri, e Cesare Beccaria. Tale accademia era formata da un gruppo di nobili, giovani, che portavano precise proposte di riforma, impegnandosi per la divulgazione di nuove idee presso un pubblico di non letterati mediante lo strumento giornalistico, costituito dal periodico ”Il Caffè”. Il saggio di Beccaria Dei delitti e delle pene getta alcune basi fondamentali del diritto moderno. L’opera getta i pilastri fondativi del sistema penale: legalità, proporzionalità, uguaglianza e personalità della pena dettando così la via da seguire agli altri paesi europei. L’opera, sull’onda di quei principi filosofici riscontrabili in Montesquieu e Rousseau, sviluppa una riflessione sulla natura e i principi della punizione inferta dalla legge a chi abbia commesso qualche reato. L’opera conquista fama in tutta Europa, tanto di divenire un punto di riferimento anche per gli illuministi francesi. Per quale ragione la storiografia è concorde nel ritenere l'Illuminismo italiano «una variante poco significativa» di quello francese? La Francia ha costituito la culla dell’illuminismo giuridico. Il suo pensiero illuminista si è diffuso in tutta Europa attraverso l’Enciclopedia e tramite i giornali e propaganda. L’illuminismo italiano ha come riferimento principale il pensiero illuministico francese di Montesquieu, Voltaire, Rousseau. In Italia non mancavano anche pensatori locali che è possibile definire pre-illuministici, come Giambattista Vico, il quale, fu il modello per molti illuministi, specialmente per quelli della sua città. In Italia i principali centri di diffusione dell'illuminismo furono Napoli e Milano. A Napoli, furono attivi Antonio Genovesi, Gaetano Filangieri, tuttavia l'illuminismo Napoletano, rimase quasi sempre in campo teorico. A Milano vi fu l'affermarsi del movimento illuministico più avanzato quello della cultura lombarda dell'Accademia dei Pugni, animata dai fratelli Pietro ed Alessandro Verri, e Cesare Beccaria. Tale accademia era formata da un gruppo di nobili, giovani, che portavano precise proposte di riforma, impegnandosi in una battaglia per divulgare nuove idee presso un pubblico di non letterati mediante lo strumento giornalistico, costituito dal periodico”Il Caffè”. L’illuminismo giuridico italiano non ha una propria Quali sono i principi penalistici che Cesare Beccaria illustra nell'opera "Dei delitti e delle pene"? Pilastri fondativi del sistema penale degli ordinamenti giuridici occidentali sono: principio di legalità ( nullum crimen nulla poena sine lege), proporzionalità (la pena deve essere commisurata per l’appunto proporzionale alla gravità del fatto commesso) , uguaglianza (la pena deve essere uguale per tutti a prescindere dallo status di chi lo ha commesso) personalità della pena (deve colpire solo chi lo ha commesso e non i parenti) per tutti i consociati, pubblicità (reso pubblico solo a fronte di un processo) , laicità (la condotta penale non è un peccato ma un comportamento contrario all’ordinamento giuridico) , prontezza e infallibilità della pena (quanto la pena sarà più vicina al fatto commesso tanto sarà più giusta e più utile), e umanità del diritto penale (la pena non deve essere tormentosa ma tendere alla rieducazione del condannato). Cosa sancisce il principio di legalità, secondo quanto sostenuto da Cesare Beccaria nell'opera "Dei delitti e delle pene"? Un Pilastro fondativi del sistema penale è il principio di legalità ( nullum crimen nulla poena sine lege). È reato solo ciò che viene espressamente qualificato come tale dalla legge, che determina anche quale pena debba essere comminata a chi abbia commesso un certo crimine: impedisce che il giudice possa, a proprio giudizio, decidere quali siano i reati (questi sono indicati solo dalla legge) e quale debba essere la pena (solo la legge la determina). Il reato è tale in quanto è il comportamento ritenuto contrario dalla legge di quel determinato ordinamento giuridico. La rigida osservanza del principio di legalità porta così Beccaria verso un’inedita ed esigente forma di garantismo penale. Il principio di uguaglianza della pena nell'opera "Dei delitti e delle pene" Un Pilastro fondativo del sistema penale è il principio di uguaglianza (la pena deve essere uguale per tutti a prescindere dallo status di chi lo ha commesso). La legge deve correlare un’unica sanzione al reato senza che la pena possa variare in funzione dello status del criminale: la pena per il furto deve essere la stessa per il nobile, per il dottore, per il commerciante, che sia stato riconosciuto autore di tale reato e deve colpire il solo colpevole del reato: non i suoi parenti la cosiddetta “personalità della responsabilità penale”. Il principio di proporzionalità nell'opera "Dei delitti e delle pene" Un Pilastro fondativo del sistema penale è il principio di proporzionalità (la pena deve essere commisurata per l’appunto proporzionale alla gravità del fatto commesso). La pena che la legge deve prevedere per un certo comportamento criminoso deve essere commisurata alla gravità del comportamento stesso: tanto più grave sarà il reato quanto più severa sarà la pena (vi deve essere per l’appunto una proporzionalità fra i delitti e le pene). Si precisa che tale principio deve essere messo in evidenza e rispettato dal legislatore in fase di redazione normativa: non dal giudice, che deve solo applicare la legge. È la legge dover prevedere reato e pena secondo il principio di proporzionalità. Il principio di personalità della pena nell'opera "Dei delitti e delle pene" Un Pilastro fondativo del sistema penale è il principio di personalità della pena cioè (deve colpire solo chi il fatto lo ha commesso e non i parenti). A chi spetta, secondo Cesare Beccaria, il compito di «decretar le pene sui delitti»? Al legislatore o al giudice? Perché? Le sole leggi possono decretare le pene sui delitti, e quest'autorità non può risedere che presso il legislatore, che rappresenta tutta la società unita per un contratto sociale; nessun magistrato (che è parte della società) può infliggere le pene contro ad un altro membro della società medesima. Ma una pena accresciuta al di là dal limite fissato dalle leggi è la pena giusta piú un'altra pena; quindi non può un magistrato, sotto qualunque pretesto di zelo o di bene pubblico, accrescere la pena stabilita ad un delinquente cittadino. Chi è, secondo Cesare Beccaria, l'unico legittimo «interpretare della legge»? Il legittimo "interprete" della legge è solo il sovrano; il giudice deve solo esaminare se le azioni dei cittadini sono conformi o meno alla legge scritta. L'autorità d'interpretare le leggi penali può risedere presso i giudici criminali per la stessa ragione che non sono legislatori. Il sovrano, appunto è dunque il legittimo interprete della legge cioè il depositario delle attuali volontà di tutti, o il giudice, il di cui ufficio è solo l'esaminare se la tale persona abbia fatto o no un'azione contraria alle leggi, è legittimo ad interpretare la legge. Il Codice civile giuseppino si fonda sulle teoriche del giusnaturalismo? Nel 1782 in concomitanza al nuovo progetto di codice civile, viene approvata una radicale riforma del processo civile (Regolamento giudiziario Civile). Introducendo tutta una procedura di norme visto come strumento atto ad eliminare tutto ciò che potesse turbare la tranquillità della compagine sociale. Il sovrano doveva garantire ad ogni suddito sicurezza e protezione, determinare chiaramente i Diritti dei sudditi, e dare alle loro azioni quella direzione che sia la più conforme al bene pubblico e privato. Un sovrano come unico legislatore e pedagogo che guida i propri sudditi verso il bene e la felicità derivando tale ruolo dal contratto sociale. Il codice si presentava come un serio e meditato tentativo di ridurre in norme positive postulati illuministici e giusnaturalistici. Il testo era diviso in 5 titoli e comprendeva: principi generali del diritto; cittadinanza; matrimonio; patria potestà e filiazione; curatela. Cosa disciplinavano gli Editti di Giuseppe II? L’opera di codificazione civile fu accompagnata e condizionata da una modernizzazione e legislazione settoriale con: - l’Editto di tolleranza che riconosceva, il cattolicesimo come culto dominante e la libera professione di una serie di religioni differenti da quella cattolica, con conseguente eliminazione della differenza giuridica soggettiva determinata dall’appartenenza ad una religione diversa; - l’Editto matrimoniale, configurava il matrimonio come contratto di diritto civile ed al sacerdote (pubblico ufficiale) la funzione di celebrare; - l’Editto successorio, prevedeva come generale il regime successorio previsto per il ceto borghese; - l’Editto sulla libertà del commercio, abolendo i monopoli e promuovendo la libera concorrenza; - l’Editto sulle terre feudali, introducendo la possibilità di alienare i beni fondiari e la trasformazione in affittuari ereditari dei contadini prima assoggettati al signore feudale. Le caratteristiche principali del Codice Civile Galiziano Si tratta di una rielaborazione del codice Martini, di cui un progetto entra in vigore a titolo sperimentale in Galizia. Il codice civile Galiziano abroga tutto il diritto previgente salvo, le consuetudini conformi ai contenuti del codice; identifica come di diritto privato le materie che disciplina; tende all’unificazione del soggetto di diritto; detta una sorta di teoria generale del diritto: l’uomo gode di innati diritti naturali, si unisce in società per avere protezione dallo Stato e trova tutela quando i propri diritti vengono cosiddetti positivizzati; l'interpretazione del giudice possa essere integrata dal ricorso ai principi del diritto naturale. Il ruolo del giudice nell'applicazione dell'ABGB: mera bouche de la lois o strumento necessario all'applicazione del diritto naturale? Nell’applicazione dell’ABGB ove il giudice riscontri una lacuna nel dettato normativo del codice o se un caso non si possa decidere né secondo le parole, né secondo il senso naturale della legge, si avrà riguardo ai casi consimili precisamente da leggi decise ed ai motivi di altre leggi analoghe. Se il caso dovesse rimanere ancora dubbio, dovrà decidersi secondo i princìpi del diritto naturale, avuto riguardo alle circostanze raccolte con diligenza e ponderatezza. Perché il Codice Civile austriaco è un codice "generale"? Il codice civile Austriaco dal punto di vista tecnico è generale perché è destinato ad essere esteso all’intero vasto territorio dei domini asburgici e dal punto di vista ideologico è generale perché è concepito come strumento e fattore di omogeneità politica e sociale all’interno di uno stato multietnico e culturalmente articolato come quello asburgico. L'influenza di Kant nell'ABGB L’ABGB rappresenta in ambito giuridico quanto l’opera di Immanuel Kant rappresenta in ambito filosofico. Secondo Kant, il diritto riguarda esclusivamente il rapporto esterno e pratico fra le persone, in quanto le loro azioni possono influenzarsi a vicenda; si occupa, in altre parole, solo delle azioni esteriori di ciascuno, non della loro vita interiore quando possono interferire con le azioni altrui. Il diritto è l’insieme delle condizioni per mezzo delle quali l’arbitrio dell’uno può accordarsi con l’arbitrio di un altro, secondo una legge universale di libertà, il cosiddetto individualismo giuridico. Detto più semplicemente, al diritto non interessa se, per esempio, in una transazione commerciale una parte non tragga profitto da una certa merce che aveva acquistato da un’altra persona, gli interessa, però, sapere se la transazione sia avvenuta liberamente, senza essere viziata da truffe e ricatti. Nel primo caso, la controversia si dovrebbe dirimere facendo uso della vaga dottrina della felicità; nel secondo, invece, è possibile contare su criteri formali. Se la capacità giuridica è un diritto innato di ciascun uomo, ne deriva l’uguaglianza civile, ossia la parificazione dei soggetti dal punto di vista giuridico. Il Codice Civile austriaco è un sistema completamente chiuso Il codice civile Austriaco è generale nel duplice senso dal punto di vista tecnico perché è destinato ad essere esteso all’intero vasto territorio dei domini asburgici e dal punto di vista ideologico perché è concepito come strumento e fattore di omogeneità politica e sociale all’interno di uno stato multietnico e culturalmente articolato come quello asburgico. Quali sono i tratti caratteristici della Giuseppina? Il codice penale Giuseppino, meglio noto come Giuseppina, è stato il primo codice penale per i territori asburgici, ed è datato 1787. Il codice penale non etero integrabile con altre fonti normative come il diritto comune o il diritto romano, abroga l'intera legislazione precedente ed inoltre, divide la materia sostanziale da quella processuale. La Giuseppina, si articola in due parti ed elabora la distinzione dei reati in delitti criminali e delitti politici. Questa bipartizione, che sarà contrastata dalla tripartizione in delitti, crimini e contravvenzioni di origine francese , si fonda sulla divisione tra le fattispecie considerate lesive delle leggi naturali secondo la concezione giusnaturalista (i delitti criminali, quali ad esempio l'omicidio i reati contro il sovrano, l’ordine politico,), e le fattispecie lesive di prescrizioni contingenti di polizia (i delitti politici, quali ad esempio gli attentati all'ordine pubblico o alla sicurezza pubblica e il buon costume). La Giuseppina accoglie il principio di legalità (nullum crimen, nulla poena sine lege), il reato e la sanzione devono essere previste per legge e viene fatto esplicito divieto di ricorso all’analogia da parte del giudice. La pena inoltre deve colpire l’autore del delitto, essere pubblica, proporzionata al crimine e imprescrittibile. Delitti "criminali" e delitti "politici" nella Giuseppina In base al nuovo ordinamento costituzione, tutti i francesi erano cittadini e tutti vennero a godere dei diritti civili. Ma i diritti politici furono riconosciuti soltanto a coloro che godevano di proprietà. Si stabiliva così un sistema elettorale a suffragio ristretto, censitario, a due gradi, che sanzionava l’esclusione dei poveri e la supremazia dei più agiati. La carta costituzionale sancì la separazione dei poteri dello Stato, con attribuzione di quello legislativo all’Assemblea Nazionale Legislativa composta da 745 deputati, con durata biennale. Il potere esecutivo restava affidato al re, ma il re fu denominato “re dei francesi” e non più di Francia. Il re inoltre era tenuto a osservare e far osservare le leggi stabilite dal potere legislativo. In campo economico, fu stabilita la supremazia degli interessi borghesi, vale a dire della libera proprietà, del libero commercio e della libera contrattazione. Il completamento dell’opera dell’Assemblea in materia costituzionale fu rappresentato dalla riforma amministrativa e da quella giudiziaria. La prima divise la Francia in 83 dipartimenti, a loro volta divisi in distretti, cantoni e Comuni. Essa dava alla borghesia il potere nelle province secondo una gerarchia stabilita dal censo. I giudici vennero resi eleggibili. La magistratura, in omaggio alla separazione dei poteri, venne resa indipendente. Quali sono, a mente della "Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino" del 26 agosto 1798, i diritti naturali dell'uomo? Gli uomini nascono e vivono liberi ed uguali nei diritti. Le distinzioni sociali non possono esser fondate che sull'utilità comune. Il principio di ogni sovranità risiede essenzialmente nella Nazione La libertà consiste nel poter fare tutto ciò che non nuoce ad altri; così l'esercizio dei diritti naturali di ogni individuo non ha altri limiti, se non quelli che assicurano agli altri membri della società il godimento dei medesimi diritti; questi limiti possono essere determinati solo dalle leggi. La legge ha il diritto di proibire le sole azioni nocive alla società. Tutto ciò che non è proibito dalla legge non può essere impedito, e nessuno può essere costretto a fare ciò che essa non impone. Nessun uomo può essere accusato, arrestato o detenuto se non nei casi determinati dalla Legge, e secondo le forme da essa prescritte; La Legge deve stabilire solo pene strettamente ed evidentemente necessarie e nessuno può essere punito se non in virtù di una Legge stabilita e promulgata anteriormente al delitto, e legalmente applicata. La "Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino" sancisce il principio di legalità? La legge è l'espressione della volontà generale. Tutti i cittadini hanno diritto a concorrere alla sua formazione, personalmente o per rappresentanti. Essa deve essere per tutti la stessa, sia che protegga sia che punisca. Nessun uomo può essere accusato, arrestato o detenuto se non nei casi determinati dalle leggi e secondo le forme dalle stesse prescritte. La legge non deve stabilire se non pene strettamente ed evidentemente necessarie, e nessuno può essere punito se non in virtù d'una legge stabilita e promulgata prima del delitto, e legalmente applicata. Dovendosi presumere innocente ogni uomo sino a che non sia stato dichiarato colpevole, quando è necessario arrestarlo, ogni rigore non necessario per assicurarsi della sua persona deve essere severamente represso dalla legge. Quali furono, in via sintetica e di prima approssimazione, le dirette e immediate conseguenze della Rivoluzione francese? La Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino, che segna l’indelebile base delle costituzioni moderne; L’abolizione del regime monarchico; La proclamazione della repubblica; La definitiva modifica dei rapporti sociali, con lo stravolgimento delle strutture fondative dell’Ancien Régime. Come viene intesa, dalla più moderna storiografia giuridica, la Rivoluzione Francese? La Rivoluzione francese, fu un periodo di radicale e a tratti violento sconvolgimento sociale, politico e culturale occorso in Francia, assunto dalla storiografia come lo spartiacque temporale tra l'età moderna e l'età contemporanea. Nelle sue varie fasi, le principali e più immediate conseguenze furono l'abolizione della monarchia assoluta, la proclamazione della repubblica, l'eliminazione delle basi economiche e sociali dell'Ancien Régime, ritenuto responsabile dello stato di disuguaglianza e povertà della popolazione subalterna, l'emanazione della Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino. Nella Francia del XVIII secolo il potere era riposto nella monarchia assoluta in base al diritto divino dei re, rappresentata da Luigi XVI. La Rivoluzione è stata innescata da forze solidali nate non con la finalità di rovesciare la monarchia, anzi venne alimentata dagli stessi Grandi Tribunali, ove col diritto ad interim operarono un ostruzionismo ai provvedimenti legislativi di re Luigi XVI, ove fossero di stampo riformatore. Il pensiero dei lumi non mirava a stravolgere l’ordine politico, ma solo a modernizzarlo e riformarlo. La società fu suddivisa in tre classi: la nobiltà, il clero e il terzo stato; quest'ultima rappresentava il 98% della popolazione. Cos'è il referè legislatif? E’ una legge Francese del 1791 sull’organizzazione giudiziaria, la principale innovazione sta nel nuovo ruolo del giudice che deve limitarsi ad applicare la legge senza interpretazioni e nel caso sia incerto sulla legge da applicare deve rivolgersi all’assemblea legislativa, quest’ultima compie un interpretazione extraletterale della legge. L’interpretazione autentica era obbligatoria a valle della cassazione di due sentenze successive sullo stesso argomento, e facoltativa in ipotesi di equivocità o lacunosità della norma. Per quale ragione il decennio 1789-1799 viene reputato "straordinario" dalla storiografia giuridica? È stato uno straordinario laboratorio di sperimentazione dell’esercito del potere politico in tutte le sue possibili forme di concezione moderna. Dalla monarchia costituzionale alla repubblica censitaria, dalla repubblica democratica alla ocrazia municipale diretta, dalla repubblica oligarchica alla dittatura militare. Il tutto veniva considerato come un inesauribile serbatoio di pratiche, di formule e di regole del gioco del potere dal quale non si doveva cessare di trarre insegnamento. Cosa sancì il Diritto Intermediario con riferimento al divorzio? Il divorzio venne introdotto nel 1792 e divenne strumento di libertà della donna dal dispotismo maritale, mezzo necessario per raggiungere la felicità individuale, aiuto ai giovani inesperti, rimedio ai possibili errori. Esso era ammesso per mutuo consenso, per incompatibilità di umore e di carattere e per alcune cause tassative, quali la demenza, la follia o il furore di uno degli sposi; condanna a pene afflittive o infamanti; delitti, sevizie o ingiurie gravi; notoria sregolatezza di costumi; abbandono protratto per almeno due anni; assenza per almeno cinque anni senza aver dato notizia di se ́. Cosa s'intende con l'espressione "Diritto Intermediario"? Si intende indicare in via generale il diritto civile rivoluzionario. I moti della Rivoluzione osteggiano il diritto locale consuetudinario da un lato e la tradizione romanistica dall’altro lato, cercando invano di approdare a un codice. Per quale ragione Jean-Jacques Régis de Cambacérès può essere considerato il Sisifo della codificazione civile rivoluzionaria? Jean-Jacques Régis de Cambacérès, è stato un giurista e politico francese del periodo rivoluzionario e napoleonico. È ricordato soprattutto per la stesura di tre progetti di Codice Civile tra il 1793 e il 1796, progetti mai entrati in vigore, ma che gettarono le basi per il Codice Napoleonico. Sisifo, nella mitologia greca, è l’acuto mortale che venne condannato da Zeus a spingere un masso dalla base alla cima di una montagna per aver sfidato, con la propria sagacia, l’Olimpio: ma ogni volta che traguardava alla cima, il masso rotolava ai piedi del monte, così che per l'eternità, Sisifo avrebbe dovuto ricominciare la sua impresa senza potervi mai riuscire. Quali sono le principali caratteristiche del primo progetto Cambacérès? Il primo progetto in 719 articoli ripartiti secondo la tripartizione gaiano-giustinianea, prevedeva un Codice suddiviso in tre libri (diritto delle persone, diritto delle cose, diritto dei contratti e delle obbligazioni); per quanto riguarda i contenuti esso proclamava l'uguaglianza giuridica dei cittadini e dava grande spazio all'autonomia negoziale. Disposizioni importanti erano: l'abolizione della patria potestà e della potestà maritale, la comunione dei beni tra i coniugi, il divorzio facilitato, il favore verso la successione legittima Quali sono le principali caratteristiche del secondo progetto Cambacérès? Il secondo progetto come il primo, anch'esso diviso in tre libri, presentava molti meno articoli, introdusse il regime di comunione tra i coniugi e sancì che l’amministrazione fosse attribuita ad entrambi. Lo stile era innovativo, le norme erano presentate sotto forma di comandi brevi e laconici, senza tecnicismi: il codice appariva come una sorta di breviario del Giusnaturalismo e dell'Illuminismo. Esso radicalizzava i princìpi rivoluzionari dell'uguaglianza. Per quali ragioni il primo e il secondo progetto Cambacérès vennero accantonati? Il primo progetto, fu inizialmente accolto con favore e molti articoli vennero approvati; ma dopo l'affermazione del Terrore il clima cambiò: il codice venne giudicato troppo complesso e vennero riscontrate delle tracce di antico regime. Il secondo progetto stressava i princìpi rivoluzionari dell’uguaglianza (introduce, il regime di comunione tra i coniugi e sancisce che l’amministrazione sia attribuita ad entrambi) e venne liquidato come troppo generico e dai contenuti troppo radicali. Per quale ragione il primo codice frutto della Rivoluzione è il code penal del 1791? Il Code pénal del 1791 è stato il primo codice penale della Francia e rimase in vigore per soli quattro anni. La legislazione penale francese era rimasta per secoli ferma fino all'Ordonnance criminelle di Luigi XIV del 1670. Luigi XVI aveva abolito la tortura, e nel 1788 si era impegnato ad una generale revisione della giustizia penale ma l'intezione del re fu bruscamente interrotta dalla Rivoluzione francese del 1789: già la Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino di quell'anno disciplinò aspetti di diritto penale ed inoltre l'Assemblea costituente legiferò ampiamente in materia di giurisdizione e procedura penale. Dopo l'approvazione della Costituzione francese del 1791, nello stesso anno il 6 ottobre venne promulgato il Codice penale. Quali sono le principali caratteristiche del secondo progetto Cambacérès? Il secondo progetto come il primo, anch'esso diviso in tre libri, presentava molti meno articoli, introdusse il regime di comunione tra i coniugi e sancì che l’amministrazione fosse attribuita ad entrambi. Lo stile era innovativo, le norme erano presentate sotto forma di comandi brevi e laconici, senza tecnicismi: il codice appariva come una sorta di breviario del Giusnaturalismo e dell'Illuminismo. Esso radicalizzava i princìpi rivoluzionari della libertà e dell'uguaglianza. Tale progetto si distaccava dalla tradizione romanistica e consuetudinaria e portava alle estreme conseguenze i precetti giacobini, principalmente in diritto di famiglia. Cosa rappresentò, per i giuristi, il code Napoléon? Il Codice napoleonico (il Code) esercitò un’influenza diretta sulla legislazione di molti Stati, ponendo le premesse della loro successiva integrazione a partire dal nuovo Codice del 1865. Con la stesura e l’approvazione del Code – e la sua successiva estensione a tutti i territori dell'Impero – si intendeva porre fine alla tradizione giuridica dell'Ancien Régime, caratterizzata dalla frammentarietà e dalla molteplicità delle regole, frutto del diritto comune, nel quale un peso significativo aveva la consuetudine. In maniera assolutamente originale e innovativa, il Code rappresentò il primo importantissimo tassello della sistematizzazione del diritto, cui fecero seguito le codificazioni della procedura civile, del diritto commerciale, del diritto penale e della sua procedura. In che senso, con riferimento al Codice Civile, tra i giuristi e Napoleone si venne a creare un'alleanza? Tra i giuristi e Napoleone si viene a creare un’ alleanza la volontà comune è quella di terminare la Rivoluzione e gestirne l’eredità. Il codice viene inteso come strumento di pacificazione. Per Napoleone il codice sarà il forte progetto granitico per la sua autocrazia che gli occorre per istituzionalizzare il proprio potere. Il codice sarà da un lato, lo strumento necessario per mantenere ordine e la stabilità nei ceti sociali ed il salvataggio della tradizione giuridica dall’altro. Cosa rappresentò, per Napoleone, il Codice Civile? Per Napoleone, il code rappresenta la massa di granito della sua autocrazia. Napoleone poteva vantare la creazione di uno stato nuovo, agile, efficiente, e con orgoglio faceva incidere nelle stampe di allora: “Il mio codice, da solo, ha arrecato maggior giovamento alla Francia che la somma di tutti quelli che l'hanno preceduto”. Il Codice napoleonico esercitò una forte influenza diretta sulla legislazione di molti Stati, ponendo le premesse della loro successiva integrazione. Con la stesura e l’approvazione del Code e la sua successiva estensione a tutti i territori dell'Impero si intendeva porre fine alla tradizione giuridica dell'Ancien Régime, frutto del diritto comune, nel quale un peso significativo aveva la consuetudine. Il Codice fu innovativo e rappresentò il primo importantissimo tassello della sistematizzazione del diritto, cui fecero seguito poi le varie codificazioni della procedura civile, del diritto commerciale, del diritto penale e della sua procedura. Come viene definita, nel code civil del 1804, la proprietà? Il Codice Napoleonico consacra l'abolizione del feudalismo e l'affrancamento della terra. Esalta la proprietà che diventa un diritto assoluto, che consacra il proprietario come dominus incontrastato. La proprietà è il diritto di godere e disporre delle cose nella maniera più assoluta, purchè non se ne faccia un uso vietato dalle leggi o dai regolamenti. La proprietà può essere trasferita per effetto del solo consenso manifestato dalle parti. E’il principio del consenso traslativo dove il compratore acquista il diritto di proprietà dal venditore nel momento in cui si sia convenuto sul prezzo e sulla cosa, quantunque non sia seguita la consegna, né sia stato pagato il prezzo (in tempi lontani per trasferire la proprietà occorreva la consegna). Il meccanismo di trasferimento della proprietà nel codice civile napoleonico La proprietà è il diritto di godere e disporre delle cose nella maniera più assoluta, purchè non se ne faccia un uso vietato dalle leggi o dai regolamenti. E’ dettata dall’art 1138: la proprietà può essere trasferita per effetto del solo consenso manifestato dalle parti. E’il principio del consenso traslativo dove il compratore acquista il diritto di proprietà dal venditore nel momento in cui si sia convenuto sul prezzo e sulla cosa, quantunque non sia seguita la consegna, né sia stato pagato il prezzo (in tempi lontani per trasferire la proprietà occorreva la consegna). Lo sciogliemento del vincolo matrimoniale a mente delle disposizioni del code Napoléon Per la Costituzione Francese, il matrimonio è un contratto, ed è indipendente dalle convinzioni religiose e ha fine con il divorzio, ci fu un aperto scontro tra i giuristi più legati alle idee rivoluzionarie ed i tradizionalisti; la disciplina contenuta nel code civil fu un compromesso ove, il divorzio venne previsto solo come extrema ratio. Le cause legali di divorzio si riducevano all’adulterio, alle sevizie, ingiurie gravi fra i coniugi. Lo scioglimento del contratto matrimoniale aveva dei limiti: non vi si poteva accedere prima dei venticinque anni per l’uomo e ventuno per la donna; e non era consentito nei primi due anni di matrimonio. Come viene definita, nel code civil del 1804, il contratto? Il contratto è un accordo mediante il quale una o più persone si obbligano nei confronti di una o più altre a dare, a fare o a non fare qualche cosa. I contratti, sia che abbiano una propria denominazione, o che non ne abbiano, sono sottoposti a regole generali, le quali formano l’oggetto del presente titolo. Qualunque persona può contrattare se non è dichiarata incapace dalla legge. Le convenzioni legalmente formate hanno forza di legge per coloro che le hanno fatte. Non possono essere revocate se non per mutuo consenso, o per le cause autorizzate dalla legge. Esse devono essere eseguite di buona fede. Le parti possono anche concludere contratti che non appartengono ai tipi aventi una disciplina particolare, purché siano diretti a realizzare interessi meritevoli di tutela secondo l'ordinamento giuridico. Per quale ragione il code de commerce del 1807 segna una svolta importante nell'ordinamento giuridico francese? Un altro passo importante si ha in Francia, nel 1791, con lo scioglimento delle corporazioni mercantili, momento che segna la fine del diritto di classe come caratteristica propria del diritto commerciale. Il diritto commerciale, per secoli sviluppatosi come diritto “dei commercianti”, si trasformava, in un diritto oggettivo, il diritto degli “atti di commercio”, indipendente dallo status personale di chi tali atti compiva»: da questo punto in poi si parla, quindi, di oggettivazione del diritto commerciale, cioè il commerciante diviene colui che svolge professionalmente atti di commercio. Qual è la principale caratteristica del codice di procedura civile di Napoleone? Il processo ruota intorno alle prove scritte e allo scambio delle memorie difensive. Quali sono le principali caratteristiche del codice penale di Napoleone? 484 articoli ripartiti in 4 libri. tripartizione delle sanzioni (crimine, delitto, contravvenzione) che condizionerà poi tutti i codici. Nella parte speciale tutti i delitti contro la sicurezza dello Stato, contro la costituzione del regno e contro la pace pubblica sono formulati in maniera talmente generica e indeterminata da consentire l’incriminazione di ogni forma di dissenso politico. Struttura: disposizioni preliminari: articoli da 1 a 5 libro 1°: delle pene in materia criminale e correzionale e dei loro effetti libro 2°: delle persone punibili, scusabili o responsabili per crimini o per delitti libro 3°: dei crimini e dei delitti e della loro punizione libro 4°: delle contravvenzioni di polizia e della loro punizione Qual è la principale caratteristica del codice di procedura penale di Napoleone? Il codice di procedura penale è un testo “bifronte”: la fase istruttoria segna il ritorno ai modelli normativi dell’antico regime (Ordonnance criminelle di Luigi XIV), mentre la fase dibattimentale è ispirata al processo accusatorio. Il risultato è un complessivo indebolimento delle garanzie procedurali. Le principali differenze tra il sistema penale longobardo e quello bizantino In materia penale, i Longobardi preferivano comminare pene pecuniarie piuttosto che sanzionare i reati con la pena capitale. L'Editto di Rotari introdusse l’Istituto del guidrigildo cioè una somma in denaro che stabiliva il valore teorico di un uomo o di una donna, idonea a risarcire il danneggiato e i suoi parenti, commisurato a seconda del valore sociale dell'offeso. Questa legge rappresentò un passaggio importante nel processo di integrazione tra il diritto longobardo e quello romano; spesso la metà della somma andava alla corte regia. Il colpevole del reato di omicidio ad esempio doveva pagare il prezzo intero della vittima alla famiglia di quest'ultimo. Il guidrigildo fu introdotto per limitare il ricorso alla faida, la vendetta privata della famiglia dell'offeso. La concezione bizantina non sembrava essere stata intaccata in modo determinante dal cristianesimo tanto che la pena di morte accompagnata dalle pene corporali, come la mutilazione e la fustigazione veniva comminata con grande frequenza. Il Codice giustinianeo noto come Corpus iuris civilis, era una raccolta ufficiale di costituzioni imperiali redatta dall'imperatore Giustiniano, ad opera di una commissione da lui nominata; egli esortava a colpire con forza, per fare in modo che il castigo di alcuni metta al riparo tutti gli altri dal crimine. L'Ecloga invece era un complesso normativo, un compendio di norme tratte dalle Institutiones, dai Digesta, dalle Novellae Constitutiones di Giustiniano, ed era scritto in lingua greca, poichè buona parte della popolazione bizantina non era più in grado di comprendere il latino. L'opera fu composta da 150 capitoletti e si trattava di un codice, che comprendeva l'intera vita giuridica, ed a farla da padrona era il diritto penale. E’ possibile assistere a pene feroci e strane, come: la morte con la spada, il fuoco, la forca, l'esilio e la confisca, il taglio della lingua, delle mani. La natura giuridica del Decretum di Graziano Il Decretum è una raccolta di fonti di diritto canonico redatta e periodicamente aggiornata da Graziano (giurista italiano, fondatore del diritto canonico) composta di più trattati, suddivisi in Distinctiones, con cui l'autore risolse le antinomie in oltre mille anni di norme giuridiche della cristianità tra materie processuali, tributarie, civili, amministrative, penali, che nel tempo erano diventate contrastanti tra loro. Il corpus fu oggetto di continui aggiornamenti. Con esso si passa dal diritto canonico come sistema di fonti legislative, al diritto canonico inteso come scienza nuova e autonoma. La novità consiste nell'introduzione del commento che illumina e spiega la norma eliminandone aporie e contraddizioni. L'importanza della comprensione della ratio legis per i Commentatori Uno dei giuristi piu’ importanti di questa scuola, è Cino da Pistoia, il quale spiegava che il commento è qualcosa di più: si riferisce alla singola legge spiegando che, io posso glossare (spiegazione) una parola del testo, ma se si tratta di un commento di una legge intera tale commento, non si limita a spiegare più il significato della legge, ma spiega la ratio, cioè il senso profondo della norma. Ciò che i commentatori cercano all’interno dei testi giustinianei è la ratio della norma, il principio ispiratore, anche se non espresso letteralmente, in modo da rendere estensibile l’applicazione di quella norma anche ai casi da essa non espressamente contemplati ma simili, per meglio dire (da fattispecie simili ne traiamo conseguenze simili)
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