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Economia e industria dei media ( Gambaro, CES), Prove d'esame di Economia

Tutte le domande e le risposte dell' esame di economia e industria dei media ( Primo anno, ces unimi) Le domande sono quasi sempre le sempre le stesse, nel file troverete oltre 80 domande ( all' esame ne chiede 8 )

Tipologia: Prove d'esame

2017/2018

In vendita dal 30/04/2018

know.it
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Scarica Economia e industria dei media ( Gambaro, CES) e più Prove d'esame in PDF di Economia solo su Docsity! 1. Cos’è, come si misura e che effetti ha l’ inflazione ? L’ inflazione è l’ aumento generale dei prezzi di un’ economia. Quando di verificano degli episodi di inflazione, ciascun euro riesce ad acquistare un quantitativo di beni e servizi minori rispetto a prima e si dice, pertanto, che diminuisce il potere d’ acquisto del denaro. Il principale indicatore del livello di inflazione è l’ indice dei prezzi al consumo CPI, esso misura la variazione nel tempo dei prezzi di un paniere di beni e servizi rappresentativi di tutti quelli destinati al consumo finale delle famiglie presenti sul territorio economico nazionale e acquistabili sul mercato attraverso transizioni monetarie. Poiché l’ andamento l’ andamento dei prezzi è rappresentato da un indice, il tasso di inflazione si trova confrontando, in termini percentuali, l indice dei prezzi di uno specifico anno con quello dell’ anno precedente. Le conseguenze immediate sono l'aumento dei costi della vita, per i privati, l'aumento dei costi dei fattori produttivi, per le aziende, che determinano la necessità dell'aumento dei prezzi. 2. Come è organizzato il sistema windowing e a cosa serve ? Il windowing è un efficace meccanismo di discriminazione temporale del prezzo, il cui obbiettivo è la massimizzazione dei profitti che un film può generare nell’ insieme dei canali distributivi. Il primo passaggio nelle sale cinematografiche svolge un’importante funzione segnaletica. Le informazioni sull’esistenza di un film si diffondono sia attraverso gli strumenti di promozione che attraverso la word of mouth, vale da dire il suggerimento da parte di chi ha già visto il film. Un gradimento molto alto da arte del pubblico può può portare alcuni utenti a rivederla in home video ( secondo passaggio). La terza fase riguarda il passaggio in televisione ( pay e free). I prezzi del diritto di trasmissione dipendono dal successo dell’ opera il principale indicatore di gradimento è il segnale proveniente dal successo dell’ opera nelle sale 3. Definizione di disoccupazione e le tre tipologie I disoccupati sono le persone in cerca di occupazione e comprendono le persone non occupate tra i 15 e i 74 anni che hanno effettuato almeno un’azione attiva di ricerca di lavoro nei trenta giorni che precedono l’intervista o inizieranno un lavoro entro tre mesi dalla data dell’intervista e sono disponibili a lavorare entro le due settimane successive all’intervista. Il tasso di disoccupazione è il rapporto tra le persone in cerca di occupazione e la forza-lavoro. Esistono tre diversi tipi di disoccupazione: disoccupazione frizionale : è quella associata a quelle persone che sono alla ricerca o in attesa di trovare lavoro nel prossimo futuro disoccupazione strutturale : è quella associata alla differenza esistente tra lavori disponibili e le competenze o la localizzazione della manodopera attualmente disoccupata disoccupazione ciclica : è quella associata alla fase recessiva del ciclo economico 
 4. Media policies I media policies sono gli interventi effettuati dai governi. Gli obiettivi sono: coordinare, indirizzare, promuovere e talvolta controllare i media. Le ragioni principali dell’intervento sono: la promozione della concorrenza (con la promozione del pluralismo sia qualitativo che quantitativo), lo sviluppo economico dei vari settori dei media, ragioni di tipo socio-politiche, evitare il fallimento del mercato in quanto attraverso i media si producono beni pubblici e il mercato potrebbe avere degli altri costi fissi e soprattutto tutela delle minoranze.
 Gli strumenti utilizzati sono di due tipo: esterno (facendo in modo che non ci siano posizioni dominanti) e interno (sviluppato per la tv, può essere considerato come soluzione di ripiego e si attua quando le economie di scala e gli enormi costi fissi impediscono l’emergere di molti canali concorrenti). Esso può avere due approcci: -  il governo definisce in anticipo quale linea delle aziende nel mercato può assumere -  intervento ex post del governo che lascia a tribunali e leggi antitrust la valutazione caso per caso 
 5. Quali sono i costi fissi e i costi variabili dei quotidiani ? Nei quotidiani i costi fissi sono quelli legati alla costruzione dell’originale quindi: la raccolta delle informazioni, la rielaborazione editoriale e l’impaginazione. I costi variabili, invece, sono legati al volume delle unità prodotte, cioè la tiratura, e sono legati ala fase di stampa, distribuzione e vendita degli spazi pubblicitari. In generale, tutti i costi fissi sono legati alla produzione dell’originale che esso sia un quotidiano, un film o un programma; mentre i costi variabili sono principalmente legati alla distribuzione e alla vendita dei contatti pubblicitari. Questi costi insieme formano il costo della produzione. Ci sono anche costi di preparazione dell’originale che rappresentano, per il singolo numero, i costi fissi e hanno un’incidenza decrescente al crescere delle quantità prodotte, ossia delle copie tirate e distribuite. Altri costi fissi sono quei costi chiamati redazionali. 1 6. Cosa sono le esternalità e cosa può fare lo stato per correggerle ? Un’ esternalità è ciò che si verifica nel caso in cui parte dei costi o dei benefici impliciti in un bene viene trasferita a - o si riversa su - qualcun altro che non sia l’immediato venditore o acquirente. Vi sono due tipi di esternalità: • Esternalità positive: una produzione o un’ attività di consumo con effetti positivi su soggetti terzi, senza che poi questi siano tenuti a procedere ad alcuna compensazione • Esternalità negative: una produzione o un’ attività di consumo con effetti negativi su soggetti terzi, senza che questi ricevano in seguito alcuna compensazione Per contrastare le esternalità negative, lo Stato ricorre ai controlli diretti e alla tassazione delle esternalità negative; allo stesso modo, distribuisce sussidi o beni pubblici per rispondere alle esternalità positive. 7. I pro e i contro delle politiche di concorrenza 
 Nelle politiche di concorrenza i garanti della concorrenza proibiscono accordi anti concorrenziali e l’abuso di posizioni dominanti, soprattutto nel settore privato ma con estensione al settore pubblico. Nell’ambito della politica sulla concorrenza, la Commissione europea ha l’autorità diretta di prendere decisioni che non sono soggette all’approvazione da parte del Consigli dei ministri o del Parlamento europeo, ma solo per il riesame da parte della Corte di giustizia delle Comunità europee. La Commissione europea, in seguito a fusioni dei media nazionali e a casi di “joint venture”, ha preso più di 50 decisioni nel settore dei media. Per alcuni critici il ruolo della Commissione europea è stato troppo sbilanciato verso un approccio economico. In generale è possibile distinguere due diversi approcci nella regolamentazione: 
 -  nel primo, il governo definisce in anticipo quale linea di azione le aziende nel mercato possono intraprendere 
 -  nel secondo, c’è un intervento ex-post del governo dopo solo qualche principio generale e lasciare ai tribunali e all’antitrust la valutazione della condotta caso per caso 
 8. Come è organizzato il mercato dei periodici ? La vendita dei periodici avviene per lo più tramite abbonamenti, rispetto a quanto accade per i quotidiani. Inoltre la vendita avviene seguendo la distinzione per argomenti trattati nei vari periodici e non per zone geografiche. Possiamo poi osservare che, durante la crisi economico-sociale generale, il mercato dei periodici ha risentito una minore crisi rispetto al mercato dei quotidiani. 9. La radio in Regno Unito Emittenti locali sono poco più di 500, principalmente commerciali, ma anche pubbliche e comunitarie, la maggior parte delle radio si trova nelle aree a grande concentrazione di popolazione. Le licenze radiofoniche sono concesse e rinnovate da OFCOM e ne esistono cinque tipi:
 -  commerciale analogica nazionale -  commerciale analogica locale -  comunitaria -  digitale commerciale ( locale e nazionale) -  restrict service licences (per la copertura di specifici eventi) La concessione e la conferma delle radio locali commerciali vengono effettuate dalla definizione dell'area di servizio e del format, dove vengono definiti per ogni raggio gli obblighi in termini di caratteristiche del servizio e di ammontare minimo di “localness”. Il player principale del mercato radiofonico inglese alla BBC(cinque operai nazionali, 46 locali) Gli investimenti pubblicitari sono in declino a causa di una crescente sostituibilità con internet. Di conseguenza è nato un trend positivo di ascolti radiofonici via internet. 10. La radio in Francia 
 In Francia fino agli anni ’80 ci fu una situazione di quasi monopolio, superata poi con il processo di liberalizzazione dei media.
 Le fonti di finanziamento delle radio private sono di origine commerciale, mentre quelle pubbliche da un finanziamento commerciale e del canone (l’acquisto di spazi pubblicitari è concesso solo alle aziende di cui lo stato detiene la maggioranza del capitale).
 Le licenze sono gestite da CSA e prevedono 5 diverse tipologie, in cui ogni radio stipula una convenzione con cui gli vengono definiti gli obblighi per quanto riguarda i contenuti, la pubblicità e la radio musicale. Esse sono: - radio associative 2 Essi sono dei quotidiani che aggregano il pubblico che ha uno specifico orientamento politico. I quotidiani politico hanno dei livelli molto distanti dagli standard industriali, e questo porta degli svantaggi di costo. Da un lato l’incidenza del costo industriale sul fatturato diventa più elevata perché i costi di carta e stampa vengono calcolati sulle copie stampate; dall’altro lato, essendo dei giornali di piccoli dimensioni pagano su gran parte delle loro copie la sola distribuzione locale. 
 19. Layer di accesso e layer di contenuti nel mercato di internet Il layer di accesso è composto da operatori che permettono l’accesso all’infrastruttura di internet. Distinguiamo in: • Servizi di accesso cablati: operatori telefonici, via cavo etc. • Servizi di accesso non cablati: operatori mobili, satellitari, wirless etc. Il layer di contenuto è formato da operatori che interagiscono direttamente con gli utenti di internet, per esempio attraverso l’offerta di beni e servizi. Sono principalmente siti di news o intrattenimento. I servizi online sono di produttività, comunicazione, intrattenimento e creativi, mentre i servizi e-commerce offrono prodotti tramite internet. 20. Qual’è la differenza tra agenzie di pubblicità e concessionarie di pubblicità e che ruolo giocano nel mercato pubblicitario? Le agenzie pubblicitarie, fanno parte del lato della domanda, esse sono delle organizzazioni che inventano e pianificano la campagna pubblicitaria per conto delle aziende. Esse possono essere virtualmente considerate come il “reparto marketing” di un’azienda. 
 Tradizionalmente vengono remunerate con una percentuale del 15% sugli spazi acquistati sui mezzi, ma è sempre più frequente una remunerazione contrattata per i singoli servizi. Le agenzie hanno 3 reparti:
 l’account, che è colui che mantiene le relazioni con l’azienda (definisce la strategia) 
 il reparto creativo, di cui fanno parte il copy writer e l’art director (inventa la pubblicità) 
 i media, in cui si decide su quale media fare la pubblicità 
 Le concessionarie, fanno parte del lato dell’offerta. Esse vendono, per conto dei mezzi, gli spazi pubblicitari.
 A volte le concessionarie sono "di proprietà" dei gruppi editoriali (ad esempio l'Espresso ), quindi non vendono solo spazi pubblicitari televisivi, ma anche su tutti gli altri mezzi controllati dal gruppo (giornali, radio, internet e periodici) e questo porta a una cannibalizzazione degli spazi pubblicitari. 
 Le concessionarie hanno anche la seguente strategia di vendita: vendere gli spazi a "pacchetti" cioè vendere un tot di spazi con posizioni ottimali e altre non vantaggiose. 
 21.L'impatto della free press sui quotidiani tradizionali Dalle indagini editoriali dei quotidiani gratuiti effettuate nelle varie nazioni emerge un profilo di lettori non troppo sovrapposto a quello dei quotidiani tradizionali. Il profilo è collegato alle occasioni di lettura che continuano a collocarsi prevalentemente negli spostamenti mattutini sui mezzi pubblici, nelle grandi città vi è una lettura prettamente femminile mentre nei quotidiani tradizionali continua a prevalere una componente maschile. Il 40% dei lettori ha meno di 30 anni, l'80% meno di 50 e il 70% ha un buon lavoro. Dall'analisi di questi dati la free press sembrerebbe poco in concorrenza con i quotidiani tradizionali perché si rivolge a un segmento di popolazione parzialmente diverso. 22. Costi fissi e variabili della radio Complessivamente l’industria radiofonica italiana ha una dimensione piccola (a livello di fatturato) rispetto agli altri mezzi di comunicazione. Nonostante la dimensione ridotta, il settore è caratterizzato da un numero di operatori e canali elevato e un tasso di concentrazione piuttosto ridotto. Il mercato è poco concentrato perché i costi radiofonici sono elevati. Le spese per la realizzazione dei programmi e del palinsesto rappresentano dei costi fissi che sono indipendenti dal numero di ascoltatori e la cui incidenza unitaria decresce all’aumentare del numero degli ascoltatori. Ma a differenza della televisione il costo dei programmi sale facilmente oltre una certa soglia. Infatti in televisione la concorrenza spinge a fare programmi sempre più spettacolari, ma in radio non è facile aggiungere costi quando sono presenti già 3 voci nella radio (aggiungerne provocherebbe confusione). 5 Quindi riassumendo, i costi della radio sono: 
 -  illuminazione; che è simile al metodo di illuminazione della televisione. La portata maggiore di trasmettitori rende possibile utilizzarne di meno, ma la dimensione delle antenne è più grande e quindi più costose. I costi di una radio sono elevati, perché vanno confrontati con il fatturato che essa fa - palinsesto; che è molto meno costoso che in tv, ma allo stesso tempo altre voci che in tv hanno bassi costi qua li sono di più - promozione; un canale non avendo molta visibilità fa promozione - spese generali e amministrative - raccolta pubblicitaria; per un utente pubblicitario investire richiede degli sforzi economici. Questo perché se la pubblicità sarà locale egli preferirà utilizzare emittenti locali che gli consentono di ritagliare il territorio in cui veicolare la comunicazione, mentre se la pubblicità sarà nazionale preferirà utilizzare le radio nazionali. Le emittenti locali, se riunite in gruppo, possono fare concorrenza a quelle nazionali più di quanto non possa essere il contrario 
 23. Radio in Lombardia La Lombardia ha un peso rilevante rispetto all'insieme degli investimenti pubblicitari locali in Italia, che ne rispecchia l'importanza sullo scenario economico nazionale. La distribuzione territoriale degli investimenti pubblicitari locali evidenzia un netto primato di Milano, nella cui provincia si concentra oltre la metà degli investimenti pubblicitari della regione. Se invece si osserva la distribuzione dei soli investimenti radiofonici locali per provincia, si nota che il peso de capoluogo tende a ridursi significativamente. Molte radio locali lombarde hanno infatti implementato la propria capacità interna di produzione di spot radiofonici, migliorando il livello del servizio sia in termini di qualità audio, sia in termini di rapidità nella realizzazione del prodotto. 24. Perché in Europa si è sviluppata la TV pubblica mentre in America quella commerciale In America sono presenti le major che possiedono la rete internazionale e dominano il commercio mondiale. L’Europa è invece debole sullo sviluppo internazionale. Le industrie europee devono operare con un rapporto negativo tra costi e ricavi rispetto allo standard dominante (USA). Negli USA l’uso della televisione commerciale è giustificato dalla necessità di coprire un vasto territorio e dalla non disponibilità di una banda VHF-III. 25. Che cosa cambia nel servizio pubblico da quello commerciale?
 Il servizio pubblico ha degli obblighi. Essi sono: -  deve programmare il genere, come educazione e cultura -  deve essere espressione per le minoranze linguistiche e religiose -  ha un obbligo di copertura del territorio -  ha l’obbligo di trasmettere messaggi di emergenza -  ha l’obbligo di pluralismo, cioè esprimere le diversità culturali facendo programmi che rispettino queste diversità 
 26. Qual è la programmazione dei canali televisivi in piattaforme a pagamento? La definizione del palinsesto da parte di un emittente che possiede più di un canale richiede un’attenzione specifica, perché bisogna evitare una concorrenza tra i propri canali e al tempo stesso cercare di attrarre il maggior numero di spettatori. Il beneficio associato a guardare la tv deve essere maggiore del costo associato alle alternative. La disponibilità di adeguati contenuti è vitale per la propria esistenza perché serve a suscitare una specifica disponibilità a pagare da parte dei consumatori che devono decidere di abbonarsi e inoltre dotarsi di apparecchiature. 27. Differenze tra costi totali, variabili, marginali Costi fissi: non cambiano se varia il livello di produzione. Sono collegati all’esistenza del macchinario e bisogna sostenerli anche se la produzione è uguale a 0, come per gli affitti o gli ammortamenti. Costi variabili: cambiano in base al livello prodotto, quindi dipendono da materiali impiegati, carburante, trasporto etc. 6 Costi totali: insieme di costi fissi e variabili. I costi fissi non sono controllabili, mentre quelli variabili possono essere modificati nel breve periodo. Costi marginali: costi extra o addizionali che bisogna sostenere per produrre un’unità in più di prodotto. 28. Perché i quotidiani hanno una diffusione principalmente locale La crisi finanziaria ha portato a un calo delle quantità vendute e dei prezzi unitari per quanto riguarda i quotidiani. Ciò ha portato alla diffusione locale dei quotidiani. Inoltre vi è stata una forte riduzione dei consumi nella natura congiunturale, in quella strutturale invece c’è un calo della lettura dovuto al crescere delle piattaforme digitali. Geograficamente poi il locale ha maggiore tenuta rispetto al nazionale. 29. Politiche pubbliche nel settore televisivo Vi sono due approcci alla politica pubblica: ex ante ed ex post. Nel primo il governo detta regole molto dettagliate su ogni scenario; nel secondo ci sono principi generali che dicono ai tribunali e alle autorità antitrust la condotta da adottare in ogni caso. Nell’ex ante i costi di regolazione sono alti quando il governo deve raccogliere molte informazioni, anche private, ma i costi di applicazione sono bassi. Nell’ex post avviene il contrario: il costo di produzione è basso, ma l’applicazione è costosa. Questo approccio richiede poche attività iniziali e si adatta velocemente ai cambiamenti industriali. 30. Modello del monopolio Nel monopolio vi è un’unica impresa che è l’unica produttrice del bene e del servizio per cui non esistono sostituti stretti. Caratteristiche: • Unico venditore: impresa e industria coincidono • Price maker: controllo sul prezzo • Entrata bloccata: barriere economiche, tecnologiche, legali etc. che impediscono l’entrata di nuovi concorrenti sul mercato Sono pochi i monopoli puri. Esistono infatti quasi-monopoli dove la singola impresa ha la quota maggiore delle vendite in uno specifico mercato. 31.Impatto dei trend e innovazione tecnologica sulle trasformazioni della filiera televisiva La tecnologia ha ridefinito i confini del mercato. Le imprese pubblicizzano l’offerta con più modalità, tra cui anche la televisione. Apple e Google sono entrati a far parte della tv prendendo una posizione di channel leader con due modalità: • Chiudendo le proprie soluzione con il matching inclusivo tra tecnologie e contenuti • Aprendo l’eco-sistema per posizionarsi al centro dello stesso Le tecnologie hanno portato le imprese a seguire la crescita del mercato aumentando la qualità del bene o servizio invece che aumentare i fornitori. Finora il modello della pay tv è quello che ha estratto maggior valore, portando a un aumento dei prezzi ma anche a una maggiore qualità e scelta. 32. Problemi di finanziamento dei film Per i film il problema principale dei finanziamenti è una riduzione del numero dei film prodotti all’aumentare dei tassi di interesse. Inoltre c’è la diminuzione delle disponibilità di credito anche se gli istituti di credito finanziano con grandi capitali l’industria cinematografica e lo fanno in modo fondamentale. Occorrono molti mesi per passare dalla sceneggiatura ai film, per cui ci deve essere una disponibilità economica continua. I capitali vengono reperiti con l’indebitamento o la quotazione in borsa, un’altra soluzione è quella di ottenere prestiti da istituti bancari commerciali. Il ritorno degli investimenti può richiedere anni e inoltre gli investimenti iniziali hanno valore molto basso o addirittura nullo. 33. Fasi produzione cinematografica L’industria cinematografica può essere realizzata come una filiera costituita da 3 stadi. Essi sono: 
 - Produzione del film: che corrisponde a quello che negli altri mezzi chiamiamo di “ricerca e sviluppo”. La produzione di un film comporta problemi organizzativi e finanziari, infatti sia nella fase di progettazione che in quella di realizzazione si richiedono investimenti importanti che saranno recuperati solo alla fine. Generalmente su 10 film prodotti, solo 2 saranno di grande successo e 3-4 7 Deficit: l’ammontare per cui la quantità domandata di un prodotto supera quella offerta per un dato livello di prezzo (inferiore a quello di equilibrio). 43. determinati dello spostamento della curva di offerta verso sinistra e come cambia il punto di equilibrio La curva dell’ offerta generalmente si sposta a sinistra per l’ aumento dei costi di produzione, l’ aumento delle tasse, la riduzione del numero delle imprese nell’ industria, e in alcuni casi con la crescita attesa dei prezzi, ovvero quando si decide di trattenere un bene per poi metterlo in vendita all’ alzarsi dei prezzi. Gli spostamenti della curva di offerta modificano indirettamente l’equilibro del mercato, ma per determinare questo equilibrio bisogna considerare anche la curva di domanda 44. Cosa determina lo spostamento della curva di offerta verso destra e come cambia il punto di equilibrio La curva dell’ offerta generalmente si sposta a destra per la riduzione dei costi di produzione, questi si riduco con il miglioramento delle tecniche produttive, la crescita attesa del prezzo e l’ ingresso di più imprese nell’ industria. Questo spostamento avviene anche per l’ introduzione di sussidi e la riduzione di tasse. Gli spostamenti della curva di offerta modificano indirettamente l’equilibro del mercato, ma per determinare questo equilibrio bisogna considerare anche la curva di domanda 45. Motivi della crescita del PIL La crescita economica è l’espansione nel tempo del PIL reale o del PIL reale pro capite. La crescita è calcolata come un tasso su base trimestrale o annuale. La crescita è ritenuta uno degli obiettivi principali da raggiungere. Infatti, l’aumento del prodotto in relazione alla popolazione si traduce in più alti salari in termini reali e quindi, di conseguenza, in migliori standard di vita. La crescita riduce il vincolo della scarsità. L’approssimazione matematica detta “regola del 70” mostra l’effetto dell’accumulo dei tassi di crescita nel tempo: 70/tasso di crescita percentuale annuale del PIL . I principali fattori che agiscono sulla crescita economica sono: 1. aumento nella quantità e qualità di risorse naturali 2. aumento nella quantità e qualità di risorse umane ù 3. aumento nell’offerta di beni capitali 4. miglioramento delle tecnologie 5. il quinto fattore è la domanda. Affinché si possa raggiungere il potenziale di produzione maggiore creato dai fattori dal lato dell’offerta sopra elencati, occorre che famiglie, imprese e settore pubblico domandino la maggiore quantità di beni e servizi prodotta o producibile dall’economia in espansione. Se questo si verifica, non si creano accumuli di scorte e non rimangono risorse inutilizzate. 6. il sesto fattore è l’efficienza. Per raggiungere pienamente il suo potenziale di produzione, un’economia deve raggiungere congiuntamente l’efficienza e il pieno impiego. Tutti i fattori della crescita sono strettamente collegati. 46. Da cosa è determinata la domanda e perché è inclinata negativamente La domanda è una curva che mostra la relazione tra quantità di un bene che i consumatori sono disposti ad acquistare e ciascuno dei prezzi disponibili in un determinato periodo di tempo. Essa è inclinata negativamente perché all’aumentare del prezzo la quantità domandata diminuisce e al decrescere del prezzo la quantità domandata aumenta. Vi è quindi una relazione inversa tra quantità e prezzo. Rappresentando graficamente questa relazione e ponendo sull’asse orizzontale la quantità domandata e su quello verticale il prezzo, è inevitabile che la curva di domanda sia inclinata negativamente. Nel costruire la curva di domanda gli economisti ipotizzano che il prezzo sia la variabile che esercita l’influenza più rilevante sull’ammontare acquistato di qualunque prodotto in commercio. Anche altri fattori, i determinanti della domanda , influiscono sulla quantità acquistata. Le principali determinati della domanda sono sono: - gusti: una variazione favorevole dei gusti del consumatore per quanto riguarda un singolo bene implica che crescerà la domanda di quel bene; al crescere della domanda, la curva di domanda si sposterà verso destra. - numero dei acquirenti: un aumento del numero di acquirenti presenti in un mercato fa crescere la domanda di un bene. - reddito: per la maggior parte dei prodotti, un incremento nel reddito dei consumatori implica un aumento della domanda. I prodotti la cui domanda aumenta o si riduce in maniera diretta al crescere o al diminuire 10 del reddito si indicano con la definizione di beni normali. I beni la cui domanda aumenta o si riduce in maniera inversa rispetto al reddito vengono indicati con l’espressione di beni inferiori. - prezzi dei beni correlati: la variazione del prezzo di un bene in qualche modo correlato a quello cui si fa riferimento potrebbe diminuire o aumentare la domanda di quest’ ultimo. un bene sostituto è quello che può essere impiegato al posto di un altro, mentre un bene complementare è quello che va impiegato congiuntamente a un altro; la maggior parte dei beni non risultano correlati tra loro, e vengono pertanto indicati come beni indipendenti. - prezzi attesi: variazioni nei prezzi attesi potrebbero causare traslazioni della curva di domanda. L’aspettativa di un prezzo futuro più elevato potrebbe indurre i consumatori ad acquistare quantità maggiori di un determinato bene, così da anticipare l’incremento atteso e facendo dunque crescere il livello corrente della domanda. 47. La concorrenza perfetta la concorrenza perfetta implica un numero molto elevato di imprese che producono un bene standardizzato; è molto facile che nuove imprese entrino o escano dall’industria. Caratteristiche della concorrenza perfetta sono: 1. alto numero di concorrenti 2. prodotto standardizzato 3. prezzo dato: le singole imprese non possono esercitare alcun controllo sul prezzo del prodotto; l’impresa di concorrenza perfetta prende il prezzo come dato : non è cioè in grado di cambiare il prezzo praticato sul mercato, ma può solo adeguarvisi 4. entrata e uscita libere In un’industria perfettamente concorrenziale, la curva di domanda per una singola impresa è perfettamente elastica rispetto al prezzo di mercato. La curva di domanda per un’impresa è anche la sua funzione di ricavo medio. Il prezzo unitario pagato dal consumatore rappresenta infatti il ricavo unitario, o il ricavo medio, ricevuto dal venditore. Il ricavo medio è il ricavo totale derivante dalla vendita di un bene, diviso per la quantità complessiva venduta di quello stesso bene. Il ricavo totale è la quantità di denaro ricevuta da un’impresa per la vendita di un bene. il ricavo marginale è la variazione nel ricavo totale che deriva dalla vendita di un’unità in più del bene prodotto da un’impresa. Siccome un’impresa di concorrenza perfetta è price taker può massimizzare il profitto economico solo armando le quantità prodotte. 
 48. Cosa succede nel lungo periodo ? il lungo periodo è un periodo abbastanza lungo da consentire all’impresa di modificare le quantità impiegate di tutte le risorse di cui si serve, inclusa la capacità produttiva dell’impianto. Dal punto di vista dell’industria nel suo insieme, il lungo periodo include anche un periodo di tempo sufficientemente ampio da permettere alle imprese esistenti di cessare le attività e abbandonare il settore produttivo o alle imprese di nuova istituzione di avviare le proprie attività nel settore industriale 49. Cosa succede nel breve periodo ? il breve periodo è un periodo troppo breve per un’impresa per modificare la capacità dei propri impianti produttivi, ma lungo abbastanza da permettere una variazione del livello in cui questo impianto viene utilizzato. In questo periodo è possibile impiegare la capacità produttiva disponibile in maniera più o meno intensiva 
 50. Cosa succede nel brevissimo periodo ? Il brevissimo periodo è quel lasso di tempo immediatamente successivo a una variazione di prezzo e tanto breve da non consentire ai produttori di rispondere con una variazione della quantità offerta. Nel brevissimo periodo, non c’è tempo per modificare il livello di produzione, l’offerta risulterà pertanto perfettamente inelastica. 51. Interventi dello stato con esternalità 11 E’ possibile che per raggiungere l’efficienza economica quando si verificano delle esternalità che colpiscono moltissime persone o qualora siano in gioco gli interessi di una comunità sia necessario l’intervento dello Stato. La maniera diretta per ridurre le esternalità negative derivanti da una certa attività è quella di approvare una legislazione in grado di limitare quella stessa attività. Questo tipo di controllo diretto costringe le imprese che generano delle esternalità negative a farsi carico di quest’ultime. I controlli diretti aumentano il costo marginale di produzione, perché le imprese devono necessariamente mantenere in funzione gli apparecchi per il controllo dell’inquinamento e garantirne continuamente la manutenzione. Un altro possibile intervento di politica economica, per quanto riguarda il problema delle esternalità negative, consiste nell’imporre tasse specifiche sul bene o sull’attiva interessata; la tassa elimina l’iniziale allocazione in eccesso delle risorse, causa dell’esternalità negativa. Per contrastare le esternalità positive lo Stato utilizza : 1) sussidi agli acquirenti: lo stato potrebbe correggere l’allocazione delle risorse in difetto offrendo un sussidio in favore dei consumatori del bene specifico; 2) sussidi ai produttori: un sussidio ai produttori rappresenta l’opposto di una tassa. Le tasse impongono un costo extra ai produttori, mentre i sussidi, invece, alleggeriscono le loro spese; 3) forniture statali: nel caso in cui le esternalità positive risultino particolarmente diffuse, lo Stato potrebbe decidere di fornire il prodotto gratuitamente o in cambio di una spesa minima. Lo Stato, in effetti, fornisce tutta una serie di beni servizi che non sarebbero altrimenti forniti a tutti i possibili utenti. Questi beni sono indicati come beni semi-pubblici. 
 52. Caratteristiche ascolto radiofonico L’ascolto della radio in Italia è un fenomeno sottovalutato.
 In media un italiano la scolta per almeno due ore e mezza al giorno.
 La radio, infatti, costituisce un accompagnamento leggero ed intermittente ad altre attività (questo influenza i palinsesti e i formati radiofonici privilegiando quelli che non richiedono ascolto attento e continuativo). 
 Dopo l’irruzione della tv sulla prima serata, la radio ha cercato di insediarsi in altri momenti della giornata (i cosiddetti “peak time”) come la prima mattina. Questo ha dato vita ad un ascolto mobilistico, soprattutto grazie alle nuove radio che non erano più fisse ma che si potevano trasportare. Negli ultimi anni il numero di ascoltatori della radio è cresciuto. In Italia e in Lombardia c’è stato un invecchiamento degli ascoltatori, la diminuzione degli ascolti nella fascia serale e un aumento delle donne in ascolto. Vediamo che i giovani si allontanano dalla radio, questo dipende dal modo in cui viene sfruttato il tempo libero. Notiamo poi nella fascia serale un ascolto da parte degli under 24, questo può essere causato da un peggioramento della programmazione radiofonica rispetto alla fascia giovanile. L’ascolto femminile invece aumenta di più a livello nazionale che in Lombardia. Il numero viene rilevato da audiradio, che è la principale fonte per valutare l’ascolto radiofonico in Italia. 53. Il mercato discografico Il mercato della musica è globalizzato, similmente a quello del cinema. Esistono, infatti, ci sono 5 grandi major internazionali (BMG, EMI, Polygram, Sony, Warner) che detengono il 70/80% del settore. Il restante è occupato da imprese più piccole che si chiamano indies, queste sono più piccole perchéhanno un ruolo più rischioso ovvero quello di ricercare nuovi artisti e questi, molto probabilmente, arrivati al successo le lasceranno per passare alle majors. Il mercato della musica è penalizzato dalla pirateria. È però importante non prendere sempre per veri i dati che ci vengono offerti su di essa. 
 54. Costi fissi e variabili del mercato discografico Nell’ industria discografica i costi fissi sono: costi di distribuzione, promozione e quelli legati al mantenimento dello star system. Nell’industria discografica i costi fissi sono molto forti. Mentre i costi variabili sono : i costi sostenuti nelle fasi di produzione e di consumo perché vi sono diversi autori, compositori, esecutori e consumatori intermedi e finali. 55. Consumer surplus Il consumer surplus deriva dai media online ed è sempre in crescita. Il tempo speso su internet è aumentato nel corso degli ultimi 5 anni soprattutto per i diversi dispositivi di cui si dispone. Il surplus deriva da diversi media: social, giornali etc. La sua crescita porta all’aumento degli sforzi delle aziende: la pubblicità è la maggior fonte di ricavo, per i contenuti si usa il pagamento diretto, accedere ai dati è difficile (monetizzazione dei dati), il contenuto porta altre fonti di ricavo. 56. Com’è organizzata e come di ottimizza una rete di illuminazione televisiva L’illuminazione distribuisce il segnale televisivo sul territorio attraverso diverse tecnologie. Esse possono 12 Si parla di Prodotto in quanto il PIL misura il valore dei beni finali prodotti, Interno perché la definizione e il calcolo del PIL prende in considerazione il valore finale dei beni e dei servizi prodotti internamente ad un determinato paese (indipendentemente dalla nazionalità di chi li produce), a differenza del Prodotto Nazionale Lordo (PNL) che in parte è conseguito all'estero. Del PIL fanno parte i profitti realizzati dalle imprese straniere in Italia, viceversa i profitti realizzati dalle imprese italiane all'estero fanno parte del PNL italiano e del PIL dello Stato in cui hanno sede tali imprese. Il termine Lordo invece fa riferimento al fatto che il PIL è al lordo degli Ammortamenti. Il PIL è nominale in quanto misura il valore finale della produzione in un certo periodo ai prezzi di quel periodo (prezzi correnti) questo vuol dire che il valore della ricchezza di una determinata nazione in un determinato periodo risente dell’inflazione, cioè del fenomeno dell’aumento costante dei prezzi. Il PIL reale viceversa esprime un valore reale della produzione di beni e servizi, sterilizzato dall'effetto dell'inflazione e misura la produzione in termini di effettivo potere d’acquisto della collettività. Per passare dal PIL monetario al PIL reale è necessario eliminare le conseguenze sui prezzi dovute al tasso d’inflazione. Una crescita inattesa del PIL ha degli effetti positivi sui mercati azionari poiché comporta un incremento degli utili aziendali e quindi dei prezzi dei titoli. Un aumento eccessivo e non previsto del PIL può tuttavia avere anche un effetto contrario sulle piazze azionarie, dal momento che un’espansione troppo forte dell'economia rischia di alimentare la spirale dell'inflazione. Per queste molteplici ragioni l'andamento del PIL rappresenta una misura chiave nello scenario macroeconomico di un paese e viene dunque monitorato con grande attenzione dagli operatori finanziari. Il PIL può essere calcolato in diversi modi: - metodo del valore aggiunto: valore della produzione al netto del valore dei beni intermedi utilizzati nella produzione - metodo del reddito: somma dei redditi = salari + profitti - metodo della spesa : spesa per beni finali = valore di mercato dei beni finali 62. Sostituibilità tra le attività di comunicazione pubblicitaria above the line e quelle di marketing in relazione below the line Above the line: attività di comunicazione pubblicitaria con mezzi tradizionali o innovativi, come internet. Below the line: altre forme di comunicazione d’impresa, come sponsorizzazioni, web marketing, promozioni etc. L’elemento comune è l’identità dei target rappresentati da: consumatori finali-B2C-, B2B, B2R. Vi è una mancanza di sostituibilità tra le due tipologie per via delle caratteristiche e dell’uso a cui sono destinate. L’investimento nel marketing di relazione non è un prodotto sostituibile con le inserzioni pubblicitarie acquistate sui diversi mezzi di comunicazione. 63. Che mosse hanno adottato le major cinematografiche contro sviluppo tv e leggi antitrust? 15 Le major ruppero i contratti a lungo termine con attori e registi, si concentrarono sulla distribuzione, decentrarono la produzione all’esterno e si concentrarono sullo sviluppo dei mercati internazionali e sullo sfruttamento dei nuovi canali quali la televisione. Nella produzione limitano il loro intervento ai film ad altissimo budget mentre sviluppano un ruolo prevalente di finanziatori dei produttori indipendenti. I rapporti contrattuali con la forza lavoro smettono di essere di lungo periodo e diventano relazioni di collaborazione per il singolo film. Si sviluppa un articolato sistema contrattuale sia tra produttori e distributori che tra produttori e fattori produttivi che ha lo scopo di ripartire i rischi e di allineare il sistema di incentivi. L’alleanza con la televisione avviata all’inizio degli anni cinquanta con la produzione dei telefilm e la cessione dei diritti di trasmissione dei film pre-guerra consentì all’industria cinematografica di mantenere la capacità produttiva e di organizzarsi come fornitore di un sistema multiplo di canali distributivi, sistema che si sviluppa ulteriormente negli anni ottanta con la crescita dell’home video e della televisione a pagamento. 64. Costi di produzione del mercato discografico La produzione di un disco e i suoi costi sono: -  creazione dell’originale, che comprende gli autori del disco e la registrazione a fronte di investimenti irrecuperabili. È un fase rischiosa perché la scelta dell’autore e del brano devono essere azzeccate. Qui si decide anche come sarà fatto il video 
 -  produzione, che sono costi relativamente basti. Essi dipendono da che tipo di copertina si sceglierà. Con la nascita del CD la produzione è stata esternalizzata, e per questo è diventato un costo variabile 
 -  distribuzione, in cui lo scopo è quello di attirare l’attenzione del consumatore. La logistica non ha tempi stringenti come ad esempio quella del giornale, infatti un disco può essere consegnato in circa una settimana 
 -  canali di vendita, che sono molteplici: store media store internet 
 Nell'organizzazione della produzione, possiamo distinguere 3 macro attività: creazione dell'originale, fase di stampa, fase di distribuzione e marketing, retail. La prima vede coinvolti autori e comprende la registrazione e la produzione di un master a fronte di investimenti irrecuperabili. La fase di stampa è una fase industriale che è stata in parte terziarizzata visti gli elevati costi variabili. Una quota rilevante delle vendite passa dai negozi specializzati alle catene del non alimentare. Mentre le indies sono piccole imprese deboli ed instabili che svolgono l'attività di ricerca e sviluppo assumendosi così rischi elevati di costo e si devono appoggiare alle major per alcune fasi della filiera produttiva. Le major possono distribuire più artisti e avere uno stabile flusso di prodotti, potendo produrre più dischi insieme a costi più bassi. 65. Effetto dell’imposizione di un prezzo massimo sull’equilibrio di mercato Con imposizione del prezzo massimo intendiamo che il prezzo non può salire oltre un certo limite. Se il prezzo massimo è maggiore del prezzo che si verrebbe a creare, la soglia non è vincolante perché è come se l’imposizione non ci fosse. Se invece il prezzo che si crea è maggiore del prezzo massimo, si creerà una situazione di disequilibrio perché ci sarà scarsità di offerta rispetto alla domanda. 66. Struttura dei costi nelle radio locali Nelle radio locali i costi fissi sono rappresentati dalle spese per la realizzazione dei programmi e del palinsesto. Essi non dipendono dal numero degli ascoltatori. I costi maggiori sono quelli di trasmissione del segnale e della raccolta pubblicitaria. 67. Economia della search Le search platform (motori di ricerca) sono piattaforme multi-sided nate dalla meta-platform Internet e hanno assunto un ruolo fondamentale nel panorama dell’economia Internet e propongono: - Miglioramento della corrispondenza - Meno impiego di tempo - Aumento della consapevolezza - Maggior trasparenza sui prezzi 16 - Offerte di “codalunga” con maggior profitto per i fornitori - Corrispondenza di persona per la combinazione delle informazioni - Nuovi modelli di business che hanno profitto dalla ricerca online - Problem solving - Spettacolo per la navigazione all’interno dei contenuti Della search beneficiano inserzionisti, rivenditori, imprenditori, creatori di contenuto, aziende e consumatori. 68. Innovazioni tecnologiche nel mondo della radio Il primo effetto che le innovazioni tecnologiche hanno avuto sulla radio è la riduzione del divario tra radio nazionali e locali. Per quanto riguarda la diffusione audio in tecnica digitale vediamo due soluzioni: • Satellitari: tipiche degli USA • Terrestri: diffuse in Europa Questo ha portato a: - Elevata qualità del suono - Non avere interferenze - Efficienza spettrale - Riduzione potenza irradiata - Riduzione costi di trasmissione - Costruzione reti a isofrequenza - Fornitura di più dati rispetto ai normali programmi audio (multimedialità) - Introduzione di servizi a valore aggiunto 69. E- Commerce Esso è l’insieme delle transazioni commerciali tra produttore e consumatore, realizzate attraverso mezzi elettronici e che hanno lo scopo di scambiare informazioni sulla vendita di beni e servizi. Distinguiamo in: B2B: commercio tra aziende; B2C: le aziende vendono direttamente al consumatore finale. (es. Amazon). I beni vengono inviati per via telematica o con corriere; B2E: scambio tra aziende, dipendenti e collaboratori; C2B: i consumatori offrono beni e servizi alle imprese; C2C: compra-vendita tra consumatori( es. Ebay); P2P: rete di PC che condividono risorse multimediali; B2A: business to administration. I vantaggi sono: a) maggiore ampiezza di scelta; b) miglioramento del livello qualitativo dei servizi; c) possibilità di conoscere direttamente i propri clienti; d) riduzione delle barriere d’accesso ai mercati; e) riduzione dei costi 70. Radio commerciali UK impatto che hanno avuto su industria discografica Sperimentazioni in tecnica DAB iniziate nel 1990, lancio effettivo nel '97. In riferimento ai servizi online, risulta significativo l'accordo raggiunto nel 2007 trai gruppi delle radio commerciali e il PPL (l'organizzazione che si occupa dei diritti musicali in GB) che consente l'utilizzo dei contenuti musicali nei servizi di podcast delle stazioni radio su internet. La crescente diffusione dell'uso dei lettori mp3 entro la popolazione britannica e la possibilità di ascoltare e operare il download di contenuti musicali dai siti delle radio commerciali, rappresenta un importante elemento per la crescita del consumo della radio attraverso internet. 71. La struttura dei costi dei quotidiani? Troviamo costi fissi che hanno incidenza unitaria decrescente al crescere delle copie tirate e vendute, tra cui i costi redazionali e i costi di preparazione dell’originale. Inoltre, costi variabili tra cui: la “resa”, cioè la differenza tra copie tirate e copie effettivamente vendute, i costi di ricerca e sviluppo (abbassabili dagli investimenti delle imprese segnalatrici che rendono “notiziabili” gli avvenimenti positivi che le riguardano), i costi di distribuzione (che possono arrivare fino al 50% del prezzo di copertina), i costi di stampa (20-25% dei costi totali, di cui il costo di acquisto della carta raggiunge circa il 20% dei costi totali) e i costi di vendita degli spazi pubblicitari (se la vendita viene esternalizzata alla concessionaria). 72. I possibili sviluppi dei quotidiani politici I possibili sviluppi dei quotidiani politici sono: - collegare il finanziamento alle copie vendute e non quelle tirate in modo da incentivare politiche diffusionali più efficienti 17 83. Ragioni che hanno portato alla crisi delle televisioni pubbliche Le ragioni che hanno portato alla crisi delle televisioni pubbliche sono stati: - riduzione del tasso di crescita dei ricavi da licenza libera - caduta dell’incidenza del canone sul totale dei ricavi dal 45% nel 1987 al 35% nel 1998 -  l’aumento del numero di canali -  la convergenza - il declino - 84. Perché la tv è più concentrata della radio La differenza sta nei contenuti: Radio: vincoli tecnologici che non gli permette di differenziare i propri programmi perchè c'è solo audio, meno barriere all'ingresso di una nuova emittente, scarsa concentrazione nella radio dovuta alla poca differenziazione nei palinsesti); TV: barriere all'ingresso elevate, concorrenza di disputa sui contenuti della programmazione televisiva è costosa, oligopolio Rai e Mediaset, costi fissi per frequenze, illuminazione e diversificazione palinsesto. 85. Elevato livello resa quotidiani politici: costituiscono una particolarità del panorama editoriale italiano sia per il loro numero elevato che per la dimensione media estremamente ridotta, generalmente al di sotto della soglia industriale di sopravvivenza. Dal punto di vista industriale i quotidiani politici sono testate senza una focalizzazione territoriale (deboli in quasi tutte le zone) che selezionano un pubblico disomogeneo dal punto di vista socio demografico e pubblicitario. Queste caratteristiche li rendono estremamente deboli sia dal punto di vista diffusionale che pubblicitario (interesse residuale per gli inserzionisti). La maggior parte delle copie sono vendute in edicola e solo poche testate, tra cui «Avvenire» e «Sole 24Ore» presentano una percentuale di abbonamenti significativa. Su dieci copie tirate vi sono quasi nove copie che vanno al macero per quelle più piccole e circa 7 su 10 per le maggiori. In Italia vi sono oltre 30.000 edicole e una testata che volesse coprire tutti i punti vendita dovrebbe distribuire pochissime copie per edicola rischiando di non catturare la domanda. 86. Profilo temporale ascolto radio locali e nazionali: In radio troviamo diversi mercati che coesistono geograficamente, l'emittente locale produce programmi più vicini all'ascoltatore, mentre l'emittente nazionale offre una maggior qualità, ma in ogni zona del territorio le stazioni e gli enti nazionali devono competere con gli enti locali di quella zona però un ascoltatore che predilige un'ampia e accurata informazione e programmazione sceglierà una rete nazionale, ma questo fattore è soggettivo e variabile. Il peak time è diventato la prima mattina (dopo l'irruzione della tv). L'introduzione delle tecnologie digitali ha migliorato efficienza ed efficacia del servizio radiofonico andando però a diminuire il divario che si era creato tra emittenti locali ed emittenti nazionali 87. Le economie di scale Si realizzano economie di scala (economies of scale) quando si ottiene un costo medio unitario della produzione che diminuisce al crescere delle dimensioni dell’impianto, fermi restando i prezzi dei fattori produttivi (macchine, immobili, lavoro, altri input di produzione) e ipotizzando che ogni impianto è utilizzato alla sua capacità ottima. Simile è il concetto di economie di produzione di massa (economies of mass production) che si riferisce, però, più propriamente all’organizzazione industriale e commerciale della grande impresa moderna. Non costituiscono economie di scala le riduzioni di costo medio unitario ottenute migliorando l’efficienza degli impianti e l’impiego del lavoro e dei materiali male utilizzati, ovvero passando a produrre con impianti a tecnologia diversa dalla precedente. Nemmeno costituiscono propriamente economie di scala le riduzioni di costo medio unitario che si verificano all’aumentare della produzione di un dato impianto sottoutilizzato. Può darsi, inoltre, che oltre a une certa dimensione dell’impianto i costi medi unitari cessino di diminuire rimanendo più o meno costanti (ciò che sembra verificarsi nel trasporto ferroviario) ovvero che prendano a crescere (in quest’ultimo caso si parla di diseconomie di scala). Cosa diversa sono le economie di scala monetarie (o pecuniarie) che un’impresa realizza quando ottiene di acquistare risorse di beni e servizi a prezzo minore aumentandone la domanda o semplicemente avvantaggiandosi di una sua posizione di monopsonio. 88. Concorrenza monopolistica La concorrenza monopolistica è una struttura di mercato in cui molte imprese vendono un prodotto differenziato e l'entrata o l'uscita dal mercato relativamente facile punta Essa implica: uno piccole quote di mercato due assenza di collusione tre azioni indipendenti 20 A differenza della concorrenza perfetta, Questa è contrastata da una differenziazione di prodotto aperta (fisica o qualitativa). Il prodotto può essere differenziato da sponsorizzazioni loghi, marca, packaging, grazie al loro sono esercitati alcuni controlli sul prezzo, sono comuni investimenti aggressivi in pubblicità Questo tipo di concorrenza è più simile alla concorrenza perfetta che il monopolio puro. 21
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