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ENEIDE LIBRO PRIMO traduzione letterale e paradigmi, Traduzioni di Letteratura latina

ENEIDE LIBRO PRIMO traduzione letterale e paradigmi

Tipologia: Traduzioni

2022/2023

In vendita dal 10/07/2023

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mmartina-3 🇮🇹

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Scarica ENEIDE LIBRO PRIMO traduzione letterale e paradigmi e più Traduzioni in PDF di Letteratura latina solo su Docsity! ENEIDE LIBRO I vv. 1-11 Canto le armi e l'eroe, che per primo dalle coste di Troia profugo per fato toccò l'Italia e le spiagge lavinie, lui molto sbattuto e per terre e per mare dalla forza degli dei, per l'ira memore di Giunone crudele, e tribolato molto anche da guerra, finchè fondasse la città 5 e consegnasse gli dei al Lazio; donde (venne) la razza latina i padri albani e le mura dell'alta Roma. Musa ricordami le cause, per quale divinità lesa o che lamentando, la regina degli dei abbia spinto l'eroe famoso per pietà a subire tanti eventi, ad affrontare 10 tanti dolori. Forse così grandi (sono) le ire per i cuori celesti? > paradigmi [căno], cănis, cecini, cantum, cănĕre [vĕnĭo], vĕnis, veni, ventum, vĕnīre [iacto], iactas, iactavi, iactatum, iactāre [pătĭor], pătĕris, passus sum, păti [condo], condis, condidi, conditum, condĕre [infĕro], infĕrs, intuli, illatum, infĕrre [mĕmŏro], mĕmŏras, memoravi, memoratum, mĕmŏrāre [laedo], laedis, laesi, laesum, laedĕre [dŏlĕo], dŏles, dolui, dŏlēre [volvo], volvis, volvi, volutum, volvĕre [ădĕo], ădis, adii, aditum, ădire [impello], impellis, impuli, impulsum, impellĕre > analisi dum conderet: temporale dum + congiuntivo impf quo numine laeso: ablativo assoluto impulerit: interrogativa indiretta vv.12-33 Vi fu un'antica città, Cartagine, la occuparono coloni Tirii, lontano contro l'Italia e le foci del Tevere, ricca di beni e fortissima per le passioni di guerra, che Giunone abbia amato, si dice, sola più di tutte le terre, 15 posposta (anche) Samo. Qui le sue armi, qui il cocchio ci fu; la dea già allora, aspirava e mirava  che questo fosse regno per i popoli, se mai i fati permettano. Ma in effetti aveva sentito che dal sangue troiano discendeva una stirpe che un giorno avrebbe abbattuto le torri dei Tirii; di qui un popolo ampiamente dominatore e superbo di guerra sarebbe venuto a sterminio della Libia: così filavano le Parche. Temendo ciò e memore dell'antica guerra la Saturnia, che per prima aveva condotto a Troia per la cara Argo - nè ancora eran cadute dal cuore le cause dell'ira e gli acuti dolori: resta appartato/fisso nel profondo della mente il giudizio di Paride e l'oltraggio della bellezza disprezzata e la genia odiata e gli onori di Ganimede rapito: adirata per questo, scagliati su tutta la distesa marina, spingeva lontano dal Lazio i Troiani, resti dei Danai e del crudele Achille, e per molti anni sospinti dal fato erravano attorno a tutti i mari. Di così grande sforzo era fondare la gente romana. > paradigmi [tĕnĕo], tĕnes, tenui, tentum, tĕnēre [fĕro], fĕrs, tuli, latum, fĕrre [posthăbĕo], posthăbes, posthabui, posthabitum, posthăbēre [cŏlo], cŏlis, colui, cultum, cŏlĕre [sĭno], sĭnis, sivi, situm, sĭnĕre [tendo], tendis, tetendi, tentum, tendĕre [fŏvĕo], fŏves, fovi, fotum, fŏvēre [audĭo], audis, audii, auditum, audīre [dūco], dūcis, duxi, ductum, dūcĕre [verto], vertis, verti, versum, vertĕre [volvo], volvis, volvi, volutum, volvĕre [mĕtŭo], mĕtŭis, metui, metutum, mĕtŭĕre [gĕro], gĕris, gessi, gestum, gĕrĕre [excĭdo], excĭdis, excidi, excĭdĕre [mănĕo], mănes, mansi, mansum, mănēre [rĕpōno], rĕpōnis, reposui, repositum, rĕpōnĕre [sperno], spernis, sprevi, spretum, spernĕre [răpĭo], răpis, rapui, raptum, răpĕre [accendo], accendis, accendi, accensum, accendĕre [arcĕo], arces, arcui, arcēre [erro], erras, erravi, erratum, errāre [ăgo], ăgis, egi, actum, ăgĕre [condo], condis, condidi, conditum, condĕre > analisi - tenuere sta per tenuerunt - fertur < fero al passivo vuol dire raccontare, dire, tramandare - quam nessuno relativo (e questa) - fertur è qui costruzione personale: il soggetto è Iuno; c. ogg: quam unam; verbo coluisse (infinito perfetto) - terris omnibus: ablativo di paragone - posthabita Samo: ablativo assoluto - dea soggetto di tenditque e fovetque (ripetizione dell’enclitica que < epica); infintiva oggettiva: hoc + esse regnum (nome del predicato) + gentibus - si qua fata sinant: ipotetico/concessivo; qua = si tratta di un avverbio di moto per luogo. Sta per aliqua in quanto preceduto da si. La desinenza lunga non permette di pensare ad una concordanza con fata. - quae verteret: è una relativa consecutiva (con congiuntivo impf) - venturum: sottintendi esse (infinito futuro) - excidio: dativo di fine - volvere: dipende sempre da audierat - memor: richiama il memorem... ob iram del v. 4 - Saturnia è giunone, figlia di Satruno - prima quod: iperbato del pronome relativo - alta mente: L'aggettivo alta ha qui valore predicativo. Ricorda che altus in Latino è vox media, visto che significa sia alto che profondo - repostum: Forma sincopata per repositum [explōro], explōras, exploravi, exploratum, explōrāre [căpesso], căpessis, capessii, căpessĕre [concĭlĭo], concĭlĭas, conciliavi, conciliatum, concĭlĭāre [accumbo], accumbis, accubui, accubitum, accumbĕre [converto], convertis, converti, conversum, convertĕre [impello], impellis, impuli, impulsum, impellĕre [rŭo], rŭis, rui, rŭĕre [perflo], perflas, perflavi, perflatum, perflāre [incumbo], incumbis, incubui, incumbĕre [volvo], volvis, volvi, volutum, volvĕre [insĕquor], insĕquĕris, insecutus sum, insĕqui > analisi - faciat, verrant e ferant sono congiuntivi presenti (periodo ipotetico di II tipo = della possibilità) vv. 88-127 Subito le nubi strappano il cielo ed il giorno dagli occhi dei Teucri; nera sul mare incombe la notte; Tuonarono i poli e l'etere splende di densi fuochi tutto minaccia sugli uomini una morte imminente. All'istante le membra di Enea si sciolgono per il freddo; geme e tendendo entrambe le mani alle stelle così esprime a voce: "O tre quattro volte felici, cui toccò affrontare la morte davanti ai volti dei padri e sotto le alte mura di Troia. O Tidide, il più forte della razza dei Danai. Io, non aver potuto cadere nelle piane iliache ed esaurire questa vita per mano tua, dove giace il fiero Ettore per l'arma dell'Eacide, dove Sarpedo gigante, dove sotto l'onde il Simoenta travolge tanti scudi strappati ed elmi e forti spoglie d'eroi." A lui che esclamava queste cose una stridula tempesta di Aquilone colpisce la vela di fronte e solleva i flutti alle stelle. Si spaccano i remi, poi si rovescia la prua ed offre il fianco alle onde: sopraggiunge un monte spezzato con la sua massa d’acqua. Questi pendono in cima al flutto; a questi un'onda aprendosi scopre tra i flutti la terra, il risucchio infuria sulle sabbie. Il Noto tre (navi) travolte tormenta sulle rocce latenti, (rocce poste in mezzo ai flutti che gli Italici chiamano “Altari” immane dorsale in cima al mare), tre le spinge l’Euro dall’alto anche negli stretti di Sirti, (deplorevole a vedersi) le sbatte nelle secche e le cinge di un argine di sabbia. Una, che portava i Lici ed il fidato Oronte, sotto i suoi occhi l'enorme marea la ferisce dall'alto sulla poppa: e il timoniere prono è scagliato  e precipita a capofitto; ma tre volte il flutto lì ancora la tortura roteandola e un rapido vortice la inghiotte nell’acqua. Pochi appaiono che nuotano nel vasto gorgo, armi d'eroi e tavole e tesori troiani tra le onde. Già la robusta nave di Ilioneo, quella del forte Acate,  quella con cui è stato portato Abate e vecchio Alete, le ha vinte la tempesta; e tutte, allentate le giunture dei fianchi, prendono la pioggia nemica e si aprono in fessure. Intanto Nettuno, gravemente turbato, si accorse che il mare era sconvolto da grande rumore e che era stata scatenata una bufera e dal fondo del mare  le acque erano state agitate/riversatesi le acque nel fondo del mare; e dall’alto affacciandosi alzò il capo maestoso sulla cima dell’onda. > paradigmi [ērĭpĭo], ērĭpis, eripui, ereptum, ērĭpĕre [incŭbo], incŭbas, incubui, incubitum, incŭbāre [intŏno], intŏnas, intonui, intonatum, intŏnāre [mĭco], mĭcas, micui, mĭcāre [intento], intentas, intentavi, intentatum, intentāre [solvo], solvis, solvi, solutum, solvĕre [ingĕmo], ingĕmis, ingĕmĕre [tendo], tendis, tetendi, tentum, tendĕre [rĕfĕro], rĕfĕrs, retuli, relatum, rĕfĕrre [contingo], contingis, contigi, contactum, contingĕre [oppĕto], oppĕtis, oppetii, oppetitum, oppĕtĕre [occumbo], occumbis, occubui, occubitum, occumbĕre [effundo], effundis, effudi, effusum, effundĕre [iăcĕo], iăces, iacui, iăcēre [corrĭpĭo], corrĭpis, corripui, correptum, corrĭpĕre [volvo], volvis, volvi, volutum, volvĕre [strīdĕo], strīdes, stridi, strīdēre [fĕrĭo], fĕris, fĕrīre [tollo], tollis, sustuli, sublatum, tollĕre [frango], frangis, fregi, fractum, frangĕre [āverto], āvertis, averti, aversum, āvertĕre [praerumpo], praerumpis, praerupi, praeruptum, praerumpĕre [pendĕo], pendes, pependi, pendēre [dĕhisco], dĕhiscis, dĕhiscĕre [ăpĕrĭo], ăpĕris, aperui, apertum, ăpĕrīre [fŭrĭo], fŭris, fŭrīre [abrĭpĭo], abrĭpis, abripui, abreptum, abrĭpĕre [torquĕo], torques, torsi, tortum, torquēre [urgĕo], urges, ursi, urgēre [inlīdo], inlīdis, inlisi, inlisum, inlīdĕre [cingo], cingis, cinxi, cinctum, cingĕre [vĕho], vĕhis, vexi, vectum, vĕhĕre [excŭtĭo], excŭtis, excussi, excussum, excŭtĕre [torquĕo], torques, torsi, tortum, torquēre [vŏro], vŏras, voravi, voratum, vŏrāre [appārĕo], appāres, apparui, appārēre [no], nas, navi, nāre [accĭpĭo], accĭpis, accepi, acceptum, accĭpĕre [fătisco], fătiscis, fătiscĕre [miscĕo], misces, miscui, mixtum, miscēre [ēmitto], ēmittis, emisi, emissum, ēmittĕre [sentĭo], sentis, sensi, sensum, sentīre [rĕfundo], rĕfundis, refudi, refusum, rĕfundĕre [commŏvĕo], commŏves, commovi, commotum, commŏvēre [prospĭcĭo], prospĭcis, prospexi, prospectum, prospĭcĕre [effĕro], effĕrs, extuli, elatum, effĕrre vv. 128-169 Vede la flotta di Enea dispersa per tutto il mare, e i Troiani sommersi dai flutti e dalla rovina del cielo. Nè sfuggirono al fratello gli inganni e le ire di Giunone. Chiama a sè Euro e Zefiro, poi dice queste cose: “Forse così tanta sicurezza della vostra razza vi sostenne? ormai senza il mio volere osate sconvolgere cielo e terra, venti, e alzare così grandi masse? Voi che io.. Ma è meglio calmare i flutti sconvolti. Poi mi pagherete i misfatti con pena non comparabile. Affrettate la fuga e così dite al vostro re: non a lui fu dato il potere del mare ed il severo tridente, ma a me per fato. Lui possiede le enormi rocce, le vostre case, Euro; si glori in quella sede Eolo e regni sul chiuso carcere dei venti". Così parla, e più veloce della parola placa il gonfio mare spazza via le nubi raccolte e riporta il sole. Cimotoe insieme e Tritone sforzandosi disincagliano le navi dallo scoglio aguzzo; lui le alza col tridente,  apre le vaste Sirti e placa il mare e con le ruote leggere scorre lungo le cime delle onde. E come quando in una grande folla spesso è nata  una sommossa e la massa vile? infuria con ardore  e ormai volano incendi e sassi, la rabbia procura armi: allora, se per caso han visto un uomo serio per virtù e meriti, tacciono e stanno con orecchie attente; egli guida gli animi con le parole e addolcisce i cuori: così tutto il frastuono del mare cessò, dopo che il padre affacciandosi sulle acque e portato nel cielo aperto piega i cavalli e volando col cocchio veloce dà le briglie. E i compagni di Enea stanchi cercando di raggiungere con la loro rotta i lidi vicini e si rivolgono alle spiagge della Libia. C'è un luogo in profonda insenatura: l'isola crea un porto con la barriera dei fianchi, su cui ogni onda dall'alto si grange e si scinde in seni ridotti. Di qua e di là vaste rupi e scogli gemelli si ergono al cielo, e sotto la loro cima attorno le acque taccion tranquille; poi sopra una scena di selve brillanti, ed un nero bosco sovrasta con ombra terrificante. sul fronte opposto una grotta con scogli sporgenti; dentro acque dolci e sedili di vivo sasso, una casa di Ninfe. Qui nessun cordame trattiene le stanche navi, non le lega un'ancora con l'attacco adunco. > paradigmi [dīsĭcĭo], dīsĭcis, disieci, disiectum, dīsĭcĕre [opprĭmo], opprĭmis, oppressi, oppressum, opprĭmĕre [lătĕo], lătes, latui, lătēre [for], fāris, fatus sum, fāri [tĕnĕo], tĕnes, tenui, tentum, tĕnēre [miscĕo], misces, miscui, mixtum, miscēre [audĕo], audes, ausus sum, ausum, audēre [tollo], tollis, sustuli, sublatum, tollĕre [praesto], praestas, praestiti, praestatum, praestāre [compōno], compōnis, composui, compositum, compōnĕre [mŏvĕo], mŏves, movi, motum, mŏvēre [lŭo], lŭis, lui, lŭĕre [mātūro], mātūras, maturavi, maturatum, mātūrāre [ŏnĕro], ŏnĕras, oneravi, oneratum, ŏnĕrāre [do], das, dedi, datum, dāre [dīvĭdo], dīvĭdis, divisi, divisum, dīvĭdĕre [mulcĕo], mulces, mulsi, mulcēre [accēdo], accēdis, accessi, accessum, accēdĕre [expĕrĭor], expĕrīris, expertus sum, expĕrīri memini [iŭvo], iŭvas, iuvi, iutum, iŭvāre [tendo], tendis, tetendi, tentum, tendĕre [ostendo], ostendis, ostendi, ostentum, ostendĕre [rĕsurgo], rĕsurgis, resurrexi, resurrectum, rĕsurgĕre [prĕmo], prĕmis, pressi, pressum, prĕmĕre vv. 210-260 Essi si accingono alle prede ai banchetti futuri: strappano le schiene dalle costole e aprono le viscere; parte tagliano in pezzi e li conficcano vibranti in spiedi, mettono caldaie sul lido ed altri forniscono fiamme. Poi col cibo riprendon le forze, e sparsi nell'erba si riempion di vecchio Bacco e ricca selvaggina. Dopo che fu tolta la fame e rimosse le mense con lungo parlare rievocano gli amici perduti, tra la speranza e la paura del dubbio, sia li credano vivere sia soffrire la fine nè più sentire, (anche se chiamati). Soprattutto il pio Enea ora piange tra sè la sorte del fiero  Oronte, ora di Amico ed i crudeli destini di Lico ed il forte Giante ed il forte Cloanto. Ed ormai era la fine, quando Giove dalla sommità del cielo guardando il mare, vi volan le vele, e le terre distese ed i lidi e i vasti popoli, così si fermò al vertice del cielo e fissò gli occhi sui regni di Libia. Ma parlò a lui che meditava in cuore tali pensieri Venere piuttosto triste e bagnata (acc. di relazione) negli occhi splendenti di lacrime: "O tu che reggi le vicende di uomini e dei con poteri eterni ed atterrisci col fulmine, che poterono commetter di sì grave contro di te il mio Enea, che cosa i Troiani, cui dopo aver patito tante stragi si chiude tutto il globo terrestre a causa dell'Italia? Veramente che di qui un giorno i Romani, passando gli anni, di qui sarebbero i capi, dal sangue rinnovato di Teucro, che possedessero il mare, e tutte le terre con autorità, avendolo tu promesso - quale decisione , o padre, ti cambia? con questo davvero consolavo il tramonto di Troia e le tristi rovine ripagando i fati contrari con fati (nuovi); Ora la stessa sorte perseguita eroi incalzati da tante disgrazie. Che termine dai delle fatiche, o gran re? Antenore sfuggito di mezzo agli Achivi potè penetrare i golfi illirici e superare sicuro gli interni regni dei Liburni e la fonte del Timavo, da cui per nove bocche con vasto frastuono del monte giunge il mare scosceso e compre campi con l’onda ruggente. Qui almeno egli stabilì la città di Padova e le dimore dei Teucri e diede un nome al popolo fissò le armi troiane, ora assicurato da placida pace riposa: noi, tua progenie, cui prometti la fortezza del cielo, perdute (cosa indicibile) le navi, per l'ira di una sola siamo traditi e siamo separati lontano dalle itale spiagge. Questo il premio della virtù? così ci rimetti ai comandi?" A lei sorridendo il creatore di uomini e dei col volto, con cui rasserena cielo e tempeste, sfiorò le labbra della figlia, quindi parla così: " Risparmia la paura, Citerea, ti rimangono intatti i fati dei tuoi; vedrai la città e le promesse mura di Lavinio, e sublime porterai alle stelle del cielo il magnanimo Enea, e la decisione non mi cambia. > paradigmi [accingo], accingis, accinxi, accinctum, accingĕre [dīrĭpĭo], dīrĭpis, diripui, direptum, dīrĭpĕre [sĕco], sĕcas, secui, sectum, sĕcāre [fīgo], fīgis, fixi, fixum, fīgĕre [fundo], fundis, fudi, fusum, fundĕre [implĕo], imples, implevi, impletum, implēre [exĭmo], exĭmis, exemi, exemptum, exĭmĕre [rĕmŏvĕo], rĕmŏves, removi, remotum, rĕmŏvēre [rĕquīro], rĕquīris, requisii, requisitum, rĕquīrĕre [vīvo], vīvis, vixi, victum, vīvĕre [crēdo], crēdis, credidi, creditum, crēdĕre [exaudĭo], exaudis, exaudii, exauditum, exaudīre [gĕmo], gĕmis, gemui, gemitum, gĕmĕre [dispĭcĭo], dispĭcis, dispexi, dispectum, dispĭcĕre [iăcĕo], iăces, iacui, iăcēre [consto], constas, constiti, constāre [dēfīgo], dēfīgis, defixi, defixum, dēfīgĕre [suffundo], suffundis, suffudi, suffusum, suffundĕre [adlŏquor], adlŏquĕris, adlocutus sum, adlŏqui  [rĕgo], rĕgis, rexi, rectum, rĕgĕre [terrĕo], terres, terrui, territum, terrēre [claudo], claudis, clausi, clausum, claudĕre [volvo], volvis, volvi, volutum, volvĕre [tĕnĕo], tĕnes, tenui, tentum, tĕnēre [pollĭcĕo], pollĭces, pollicitum, pollĭcēre [verto], vertis, verti, versum, vertĕre [sōlor], sōlāris, solatus sum, sōlāri [rĕpendo], rĕpendis, rependi, repensum, rĕpendĕre [ēlābor], ēlābĕris, elapsus sum, ēlābi [prōrumpo], prōrumpis, prorupi, proruptum, prōrumpĕre [prĕmo], prĕmis, pressi, pressum, prĕmĕre [compōno], compōnis, composui, compositum, compōnĕre [quĭesco], quĭescis, quievi, quietum, quĭescĕre [adnŭo], adnŭis, adnui, adnŭĕre [prōdo], prōdis, prodidi, proditum, prōdĕre [dīsiungo], dīsiungis, disiunxi, disiunctum, dīsiungĕre [subrīdĕo], subrīdes, subrisi, subrisum, subrīdēre [parco], parcis, peperci, parsum, parcĕre [mănĕo], mănes, mansi, mansum, mănēre [cerno], cernis, crevi, cretum, cernĕre vv. 261-301 Egli (ti parlerò, perchè questo affanno ti tormenta, e più lontano meditando i misteri dei Fati te li manifesterò) farà una grande guerra in Italia e annienterà popoli fieri stabilirà leggi e mura per gli eroi, finché la terza estate lo avrà visto regnante sul Lazio e saranno passati tre inverni, sconfitti i Rutuli. Ma il fanciullo Ascanio, cui è aggiunto il nome Iulo (era Ilo, fin che la realtà ilia restò al potere) compirà trenta grandi orbite al potere, passando i mesi, e trasferirà il regno dalla sede di Lavinio, e munirà Alba Longa di grande potenza. Qui ormai si regnerà per trecento anni interni  sotto il popolo ettoreo, finchè una regina sacerdotessa, Ilia, gravida di Marte darà con parto prole gemellare. Per questi non pongo nè limiti d'azione ne tempi: ho concesso un potere senza fine. Anzi la dura Giunone, che adesso tormenta con paura e terre e cielo, riporterà in meglio le decisioni, con me proteggerà i Romani, signori delle situazioni e popolo togato. Così si decise. Verrà un'epoca, passati i lustri, che la casa di Assaraco opprimerà in schiavitù Ftia e la famosa Micene e dominerà sulla vinta Argo. Nascerà troiano da bella stirpe Cesare, che delimiterà l'impero con l'Oceano, e la fama con gli astri, Giulio, nome derivato dal grande Iulo. Costui tu accoglierai sicura in cielo carico delle spoglie d'Oriente;  costui pure sarà invocato con voti. Allora finite le guerre i secoli crudeli si mitigheranno: la bianca Fede e Vesta, Quirino col fratello Remo faranno le leggi; si chiuderanno col ferro e strette giunture le porte funeste di Guerra; l'empio Furore dentro sedendo sulle crudeli armi e imprigionato da cento nodi bronzei dietro la schiena fremerà pauroso con la bocca insanguinata." Così dice e manda dall'alto il figlio di Maia, perchè le terre e le nuove fortezze di Cartagine si aprano per l'ospitalità ai Teucri, che Didone ignara del fato non (li) cacciasse dai territori. Egli vola per l'ampia aria col remeggio delle ali e pronto si fermò sulle spiagge di Libia. > paradigmi [rĕmordĕo], rĕmordes, remordi, remorsum, rĕmordēre [gĕro], gĕris, gessi, gestum, gĕrĕre [contundo], contundis, contudi, contusum, contundĕre [transĕo], transis, transii, transitum, transire [addo], addis, addidi, additum, addĕre [sto], stas, steti, statum, stāre [explĕo], exples, explevi, expletum, explēre [mūnĭo], mūnis, munii, munitum, mūnīre [excĭpĭo], excĭpis, excepi, exceptum, excĭpĕre [condo], condis, condidi, conditum, condĕre [fŏvĕo], fŏves, fovi, fotum, fŏvēre [plăcĕo], plăces, placui, placitum, plăcēre [lābor], lābĕris, lapsus sum, lābi [prĕmo], prĕmis, pressi, pressum, prĕmĕre [dŏmĭnor], dŏmĭnāris, dominatus sum, dŏmĭnāri [nascor], nascĕris, natus sum, nasci [termĭno], termĭnas, terminavi, terminatum, termĭnāre [mītesco], mītescis, mītescĕre [claudo], claudis, clausi, clausum, claudĕre e ci fosse tempo di sentire le storie delle nostre pene Vespero, chiuso l'Olimpo, concluderebbe prima il giorno. Noi dall'antica Troia, se per caso giunse alle vostre orecchie il nome di Troia, trasportati per diversi mari una tempesta, per suo disegno, ci portò alle spiagge libiche. Sono il pio Enea, che reco con me con la flotta i Penati strappati al nemico, per fama noto oltre il cielo; cerco la patria Italia e la mia stirpe dal sommo Giove. > paradigmi [dīlĭgo], dīlĭgis, dilexi, dilectum, dīlĭgĕre [iŭgo], iŭgas, iugavi, iugatum, iŭgāre [sĭmŭlo], sĭmŭlas, simulavi, simulatum, sĭmŭlāre [sŭpĕro], sŭpĕras, superavi, superatum, sŭpĕrāre [lūdo], lūdis, lusi, lusum, lūdĕre [trāĭcĭo], trāĭcis, traieci, traiectum, trāĭcĕre [rĕtĕgo], rĕtĕgis, retexi, retectum, rĕtĕgĕre [excēdo], excēdis, excessi, excessum, excēdĕre [suādĕo], suādes, suasi, suasum, suādēre [păro], păras, paravi, paratum, părāre [convĕnĭo], convĕnis, conveni, conventum, convĕnīre [corrĭpĭo], corrĭpis, corripui, correptum, corrĭpĕre [cerno], cernis, crevi, cretum, cernĕre [surgo], surgis, surrexi, surrectum, surgĕre [mercor], mercāris, mercatus sum, mercāri [tĕnĕo], tĕnes, tenui, tentum, tĕnēre [quaero], quaeris, quaesii, quaesitum, quaerĕre [trăho], trăhis, traxi, tractum, trăhĕre [pergo], pergis, perrexi, perrectum, pergĕre [rĕpĕto], rĕpĕtis, repetii, repetitum, rĕpĕtĕre [văco], văcas, vacavi, vacatum, văcāre [claudo], claudis, clausi, clausum, claudĕre [compōno], compōnis, composui, compositum, compōnĕre [vĕho], vĕhis, vexi, vectum, vĕhĕre [appello], appellis, appuli, appulsum, appellĕre [răpĭo], răpis, rapui, raptum, răpĕre vv. 381-426 Con venti navi mi imbarcai sul mare dei Frigi, mostrandomi la via la madre dea seguendo i fati assegnati; appena sette strappate alle onde e ad Euro restano. Io ignoto, bisognoso, percorro i deserti di Libia, cacciato da Europa ed Asia". Ma non sopportando più il dolente Venere così in mezzo al dolore interruppe: "Chiunque sia, lo credo, non odioso ai celesti respiri le arie vitali, tu che raggiungesti la città tiria; affrettati dunque e di qui recati alle porte della regina. Infatti t'annuncio i compagni reduci e la flotta restituita e condotta al sicuro, cambiati gli Aquiloni, se i genitori falsi non rivelarono invano la profezia del falso. Osserva dodici cigni in fila festanti, (che scesa dalla regione celeste la creatura alata di Giove turbava nel cielo aperto; ora sembrano in lunga schiera o prendere terra o già presa dominarla), Come essi reduci giocano con le ali stridenti ed hanno accerchiato il cielo in gruppo e levato i canti, non altrimenti le tue poppe ed i giovani dei tuoi o tiene il porto o affronta le entrate a gonfia vela. Affrettati dunque e, dove la via ti guida, dirigi il passo". Disse e girandosi splendette col roseo collo, le chiome esalarono dal capo profumo divino d'ambrosia; la veste defluì alla punta dei piedi, e dal portamento si rivelò vera dea. Quando egli riconobbe la madre inseguì (lei) fuggente con la frase: "Perchè tante volte, crudele anche tu, illudi il figlio con false visioni? Perchè non si concede congiungere la destra alla destra ed ascoltare e rispondere vere parole?" Così la riprende e volge il passo alle mura.  Ma Venere chiuse i partenti di aria oscura, e la dea (li) circonfuse di spesso manto di nebbia, nessuno potesse vederli e nessuno toccarli o macchinare un intoppo o chiedere i motivi del giungere. Ella se ne andò in alto a Pafo e rivisita lieta le sue dimore, dove per lei c'è un tempio, e cento altari sono ardenti d'incenso sabeo e profumano di fresche ghirlande. Intanto percorsero la via, dove mostra il sentiero, e già salivano il colle, che altissimo sovrasta la città e dall'alto guarda le fortezze contrapposte .Ammira la mole Enea, un tempo baracche, ammira le porte e lo strepito e le pavimentazioni delle vie. Si impegnano ardenti i Tirii: parte ad alzare le mura, e costruire la rocca e rotolare con le mani le pietre, parte a scegliersi il posto per la casa e circondarlo con solco; scelgono leggi e magistrati ed il sacro senato. >paradigmi [conscendo], conscendis, conscendi, conscensum, conscendĕre [sĕquor], sĕquĕris, secutus sum, sĕqui [sŭpersum], sŭperes, sŭperfui, sŭperesse [pĕrăgro], pĕrăgras, peragravi, peragratum, pĕrăgrāre [pello], pellis, pepuli, pulsum, pellĕre [interfor], interfāris, interfatus sum, interfāri [crēdo], crēdis, credidi, creditum, crēdĕre [carpo], carpis, carpsi, carptum, carpĕre [pergo], pergis, perrexi, perrectum, pergĕre [rĕfĕro], rĕfĕrs, retuli, relatum, rĕfĕrre [verto], vertis, verti, versum, vertĕre [aspĭcĭo], aspĭcis, aspexi, aspectum, aspĭcĕre [laeto], laetas, laetavi, laetatum, laetāre [lābor], lābĕris, lapsus sum, lābi [turbo], turbas, turbavi, turbatum, turbāre [căpĭo], căpis, cepi, captum, căpĕre [despecto], despectas, despectāre [lūdo], lūdis, lusi, lusum, lūdĕre [strīdĕo], strīdes, stridi, strīdēre [cingo], cingis, cinxi, cinctum, cingĕre [tĕnĕo], tĕnes, tenui, tentum, tĕnēre [sŭbĕo], sŭbis, subii, subitum, sŭbire [derigo], derigis, derexi, derectum, derigĕre [āverto], āvertis, averti, aversum, āvertĕre [rĕfulgĕo], rĕfulges, refulsi, rĕfulgēre [spīro], spīras, spiravi, spiratum, spīrāre [flŭo], flŭis, fluxi, fluxum, flŭĕre [pătĕo], pătes, patui, pătēre [adgnosco], adgnoscis, adgnovi, adgnotum, adgnoscĕre [fŭgĭo], fŭgis, fugi, fugitum, fŭgĕre [iungo], iungis, iunxi, iunctum, iungĕre [reddo], reddis, reddidi, redditum, reddĕre [incūso], incūsas, incusavi, incusatum, incūsāre [tendo], tendis, tetendi, tentum, tendĕre [grădĭor], grădĕris, gressus sum, grădi [saepĭo], saepis, saepsi, saeptum, saepīre [fundo], fundis, fudi, fusum, fundĕre [cerno], cernis, crevi, cretum, cernĕre [contingo], contingis, contigi, contactum, contingĕre [mōlĭor], mōlīris, molitus sum, mōlīri [posco], poscis, poposci, poscĕre [rĕvīso], rĕvīsis, revisi, revisum, rĕvīsĕre [călĕo], căles, calui, călēre [hālo], hālas, hālāre [corrĭpĭo], corrĭpis, corripui, correptum, corrĭpĕre [ascendo], ascendis, ascendi, ascensum, ascendĕre [aspecto], aspectas, aspectavi, aspectatum, aspectāre [immĭnĕo], immĭnes, immĭnēre [mīror], mīrāris, miratus sum, mīrāri [insto], instas, institi, instāre [ardĕo], ardes, arsi, ardēre [subvolvo], subvolvis, subvolvĕre [conclūdo], conclūdis, conclusi, conclusum, conclūdĕre [lĕgo], lĕgis, legi, lectum, lĕgĕre vv. 427-464 Qui altri scavano il porto, qui altri mettono le fondamenta profonde ai teatri, ritagliano dalle rupi enormi colonne, nobili ornamenti alle scene future: quali le api nella nuova estate per i campi fioriti la fatica (le) tormenta sotto il sole, quando fan uscire i figli cresciuti, o quando stipano i limpidi mieli e colmano di dolce nettare le celle, o accolgono i carichi delle arrivanti, o creata una schiera cacciano dagli alveari i fuchi, razza ignava; l'opera ferve ed i fragranti mieli profumano di timo. "Oh fortunati, le cui mura già sorgono". Dice Enea e contempla i frontoni della città. Si porta, avvolto da nebbia, (mirabile a dirsi), in mezzo, e si mescola agli uomini e non è visto da alcuno. Un bosco vi fu in mezzo alla città, piacevolissimo d'ombra, dove dapprima i Punici sbattuti da onde e bufera scavarono sul posto il segno, che la regale Giunone aveva rivelato, la testa di un fiero cavallo; così infatti in guerra sarebbero stati popolo famoso e ricco di vitto per i secoli. Qui la sidonia Didone fondava un immenso tempio a Giunone, ricco per doni e maestà della dea, a cui sorgevano dai gradini soglie bronzee e travi connesse con bronzo, il cardine strideva per le porte bronzee. Anzitutto in questo bosco una cosa nuova offertasi alleviò il timore, qui anzitutto Enea osò sperare la salvezza [sŭpĕrēmĭnĕo], sŭpĕrēmĭnes, sŭpĕrēmĭnēre [pertempto], pertemptas, pertemptavi, pertemptatum, pertemptāre vv. 505- 545 Poi sulle porte della dea, in mezzo alla volta del tempio, scortata da armi appoggiandosi al trono in alto sedette. Dava sentenze e leggi agli uomini, adeguava la fatica dei lavori in parti giuste o tirava a sorte: quando improvvisamente vede avanzare con gran folla Anteo e Sergesto ed il forte Cloanto ed altri dei Teucri, che il nero turbine del mare aveva disperso e portato addirittura ad altre spiagge. Egli tanto stupì, quanto Acate colpito da gioia e paura; ardevano desiderosi di stringer le destre, ma il fatto insolito turba i cuori. Dissimulano e coperti da cava nube osservano quale sorte per gli uomini, in quale lido lascino la flotta, perchè giungano; infatti scelti da tutte le navi andavano pregando pietà ed al tempio con grido si avviavano. Dopo che furono entrati e data la facoltà di parlare apertamente, il più vecchio Ilioneo così cominciò con animo calmo: "O regina, cui Giove concesse fondare una nuova città e moderar con giustizia popoli fieri, (noi) miseri Troiani, portati in tutti i mari dai venti, ti preghiamo: allontana dalle navi gli orribili fuochi. Noi non siamo venuti a saccheggiare con l'arma i penati libici, o portare sui lidi le prede rubate; il cuore non (ha) quella forza nè i vinti così tanta superbia. C'è un luogo, i Grai lo chiamano col nome d'Esperia, terra antica, potente per armi e per ricchezza di terra; (la) curarono uomini enotri; ora è fama che i più giovani l'hanno chiamata Italia il popolo dal nome del capo: questa fu la rotta, quando Orione burrascoso sorgendo da flutto improvviso (ci) portò in secche cieche e completamente coi violenti Austri  e tra le onde e tra rocce inaccessibili, sovrastando il mare ci disperse; qui pochi nuotammo alle vostre spiagge. Che razza di uomini questa? o quale patria così barbara permette simile usanza? siamo respinti dall'ospitalità della sabbia; dichiarano guerre e vietano di fermarsi sulla terra più vicina. Se disprezzate il genere umano e le armi mortali, sperate almeno gli dei memori del bene e del male. Noi avevamo come re Enea, di cui non ci fu altro più giusto per virtù, nè superiore in guerra ed in armi. > paradigmi [saepĭo], saepis, saepsi, saeptum, saepīre [rĕsīdo], rĕsīdis, resedi, rĕsīdĕre [dispello], dispellis, dispuli, dispulsum, dispellĕre [āvĕho], āvĕhis, avexi, avectum, āvĕhĕre [obstipesco], obstipescis, obstipui, obstipescĕre [percello], percellis, perculi, perculsum, percellĕre [coniungo], coniungis, coniunxi, coniunctum, coniungĕre [ardĕo], ardes, arsi, ardēre [linquo], linquis, liqui, lictum, linquĕre [ămĭcĭo], ămĭcis, amicui, amictum, ămĭcīre [pĕto], pĕtis, petii, petitum, pĕtĕre [prŏhĭbĕo], prŏhĭbes, prohibui, prohibitum, prŏhĭbēre [parco], parcis, peperci, parsum, parcĕre [aspĭcĭo], aspĭcis, aspexi, aspectum, aspĭcĕre [cŏlo], cŏlis, colui, cultum, cŏlĕre [adsurgo], adsurgis, adsurrexi, adsurrectum, adsurgĕre [cĭo], cis, civi, citum, cīre [consisto], consistis, constiti, consistĕre [temno], temnis, temnĕre vv. 546-585 Ma se i fati conservan quell'eroe, se si nutre di aria celeste né ancora giace nelle ombre crudeli, non (c'è) paura, né ti dispiaccia di aver gareggiato per prima in un favore. Anche le regioni sicule hanno città ed armi ed il famoso Aceste da sangue troiano. Sia permesso di tirare in secco la flotta sconvolta dai venti e coi boschi preparare travi e tagliare remi, se è dato tendere all'Italia coi compagni, ripreso il re, per dirigerci lieti in Italia e nel Lazio; se la salvezza è troncata, ed il mare di Libia tiene te, ottimo padre dei Teucri nè resta la speranza di Iulo, ma almeno cerchiamo gli stretti e le sedi pronte di Sicilia donde qui sbalzati, ed il re Aceste." Con tali parole Ilioneo (parlò); tutti insieme fremevano in volto i Dardanidi. Allora Didone, abbassato il volto, brevemente afferma: "Togliete la paura dal cuore, Teucri, escludete gli affanni. realtà dura e novità del potere mi obbligano a far tali cose e attorno guardar con guardia i confini. Chi ignora la stirpe degli Eneadi, chi la città di Troia, eroismi ed eroi o gli incendi di così grande guerra? Noi Puni non abbiamo cuori così ottusi, nè il sole aggioga i cavalli così lontano dalla città tiria. Sia che voi vogliate la grande Esperia e le piane saturnie sia i territori di Erice ed il re Aceste, vi congederò sicuri per l'aiuto e vi aiuterò con risorse. Volete anche fermarvi con me in questi regni La città che organizzo, è vostra; tirate in secco le navi; troiano o tirio per mè sarà trattato senza alcuna differenza. E magari lo stesso re Enea spinto dallo stesso Noto si presentasse. Invierò certamente dei fidati per le spiagge e ordinerò di controllare le estremità della Libia, se vaga sbattuto in qualche selva o città". Incoraggiati in cuore da queste parole sia il forte Acate sia il padre Enea ormai ardevano di romper la nube. Acate per primo richiama Enea: "Figlio di dea, quale pensiero sorge in cuore? Vedi tutto sicuro, la flotta e i compagni accolti. Manca uno, che noi stessi vedemmo in mezzo all'onda sommerso; il resto corrisponde alle parole della (tua) madre". > paradigmi [vescor], vescĕris, vesci [occŭbo], occŭbas, occŭbāre [paenĭtĕo], paenĭtes, paenitui, paenĭtēre [stringo], stringis, strinxi, strictum, stringĕre [absūmo], absūmis, absumpsi, absumptum, absūmĕre [resto], restas, restiti, restāre [frĕmo], frĕmis, fremui, fremitum, frĕmĕre [solvo], solvis, solvi, solutum, solvĕre [sēclūdo], sēclūdis, seclusi, seclusum, sēclūdĕre [cōgo], cōgis, coegi, coactum, cōgĕre [mōlĭor], mōlīris, molitus sum, mōlīri [tŭor], tŭĕris, tuitus sum, tŭĕre [obtundo], obtundis, obtudi, obtusum, obtundĕre [consīdo], consīdis, consedi, consessum, consīdĕre [stătŭo], stătŭis, statui, statutum, stătŭĕre [compello], compellis, compuli, compulsum, compellĕre [iŭbĕo], iŭbes, iussi, iussum, iŭbēre [ēĭcĭo], ēĭcis, eieci, eiectum, ēĭcĕre [arrĭgo], arrĭgis, arrexi, arrectum, arrĭgĕre [ērumpo], ērumpis, erupi, eruptum, ērumpĕre [compello], compellas, compellavi, compellatum, compellāre [rĕcĭpĭo], rĕcĭpis, recepi, receptum, rĕcĭpĕre [submergo], submergis, submersi, submersum, submergĕre [respondĕo], respondes, respondi, responsum, respondēre vv. 586-626 Aveva appena detto ciò che subito la nube stretta attorno si rompe e si libera nell'etere aperto. Enea s'arrestò rifulse in luce splendente volto e spalle simili ad un dio; infatti la stessa madre aveva infuso sul figlio bella capigliatura e la luce purpurea di giovinezza e dolce bellezza negli occhi: quale grazia le mani aggiungono all'avorio, o come l'argento ed il marmo pario è incastonato col biondo oro. Allora così subito si rivolge alla regina ed a tutti improvviso dice: "Sono qui, colui che cercate, il troiano Enea, strappato dalle onde libiche. Oh tu sola che hai avuto pietà degli indicibili affanni di Troia, che associ noi, resti dei Danai, esausti ormai per tutti i rischi di terra e di mare, bisognosi di tutto, con città, case, non è di nostra forza rendere grazie adeguate, Didone nè, ovunque sia, della stirpe dardania che (è) dispersa per il vasto mondo. Gli dei ti offrano adeguate ricompense, se qualche divinità guarda i pii,  se mai c'è un che di giustizia ed una volontà cosciente del bene.  Quali tempi così fortunati ti han prodotto? Quali sì grandi genitori ti hanno generata? Fin che i torrenti correranno nei flutti, finche le ombre rischiareranno le cavità per i monti, finché il cielo nutra le stelle, sempre resteranno l'onore e il tuo nome e le lodi, qualunque terra mi chiami". Detto così, cerca l'amico Ilioneo con la destra e con la sinistra Seresto, poi gli altri, il forte Gia ed il forte Cloanto. Didone sidonia prima si stupì per l'aspetto, poi per la sorte tanto grande dell'eroe, e così parlò: "Quale sorte, figlio di dea, ti perseguita attraverso sì grandi pericoli? che forza ti approda a spiagge feroci? Non sei tu quell'Enea che la madre Venere generò al dardanio Anchise presso l'onda del frigio Simoenta? E davvero ricordo che Teucro venne a Sidone già il padre Enea e già la gioventù troiana si radunano e ci si sdraia sul letto e sulla coperta di porpora.  I servi danno alle mani l’acqua e preparano Cerere sui cestelli  e portano asciugamani, rasati i peli (dai peli rasati).  Dentro cinquanta serve, le quali hanno il compito (dativo di possesso) di allestire in ordine la lunga provvista di cibi e far fumare i focolari con le fiamme; altre cento e altrettanti servi pari per età che carichino le mense di vivande e pongano le coppe. > paradigmi [dŏlĕo], dŏles, dolui, dŏlēre [mŏror], mŏrāris, moratus sum, mŏrāri [vĕrĕor], vĕrēris, veritus sum, vĕrēri [verto], vertis, verti, versum, vertĕre [sōpĭo], sōpis, sopii, sopitum, sōpīre [rĕcondo], rĕcondis, recondidi, reconditum, rĕcondĕre [occurro], occurris, occurri, occursum, occurrĕre [fallo], fallis, fefelli, falsum, fallĕre [indŭo], indŭis, indui, indutum, indŭĕre [accĭpĭo], accĭpis, accepi, acceptum, accĭpĕre [pārĕo], pāres, parui, paritum, pārēre [exŭo], exŭis, exui, exutum, exŭĕre [gaudĕo], gaudes, gavisus sum, gavisum, gaudēre [complector], complectĕris, complexus sum, complecti [discumbo], discumbis, discubui, discubitum, discumbĕre [strŭo], strŭis, struxi, structum, strŭĕre [ădŏlĕo], ădŏles, adolevi, adultum, ădŏlēre vv. 707-757 Anche i Tiri numerosi nelle liete case si radunarono, invitati a stendersi sui letti dipinti. Ammirano i doni di Enea, ammirano Iulo, le splendenti fattezze del dio e le simulate parole e il mantello e il velo dipinto di croceo acanto.  Soprattutto l’infelice fenicia, votata a sventure future, non può saziarsi nella mente e si accende nell’osservarlo, ed è commossa allo stesso modo dal bambino e dai doni.  Egli come s'attaccò con l'abbraccio al collo d'Enea e riempì il grande amore del falso genitore, si recò dalla regina. Questa con gli occhi, questa con tutto il cuore si incolla ed intanto lo scalda col petto Didone ignara quale grande dio si posi sulla misera.  Ma quello memore della madre Acidalia comincia a poco a poco a cancellare Sicheo e tenta cambiare con amore vivo i sensi già prima impigriti ed i cuori non avvezzi. Dopo una prima pausa, interrotte le mense e i banchetti,  mettono grandi crateri e incoronano il vino. Sale il frastuono nelle case e fanno risuonare la voce negli ampi atri pendono lampade accese dai soffitti dorati e le torce vincono la notte con le fiamme.  Qui la regina chiese un vaso pesante d'oro e di gemme e lo riempì di vino puro, Belo e tutti (quelli) da Belo erano soliti riempirla; allora si fece silenzio in casa: "Giove (dicono che tu dai i diritti agli ospiti), voglia tu che questo sia un giorno lieto per i Tirii e per i coloro che vengono da Troia, e che di questo se ne ricordino i nostri nipoti. Assista Bacco datore di gioia e la buona Giunone; e voi, Tirii, celebrate l'incontro festanti". Disse e libò sulla mensa la gloria dei liquidi e per prima lo toccò , sfiorata appena la punta delle labbra.  poi diede a Bizia incitandolo; egli sollecito bevve la coppa spumante e si bagnò con l’oro (boccale aureo) pieno; poi gli altri nobili. Il chiomato Iopa con la cetra dorata suona, a cui (c. ogg.) insegnò il sommo Atlante. Costui canta la luna errante e le fatiche del sole, donde la specie degli uomini e le bestie, donde pioggia e fulmini, Arturo e le Iadi piovose ed i gemelli Trioni, perchè i soli invernali tanto s'affrettino a bagnarsi d'Oceano, o quale ritardo ostacoli alle lente notti; i Tirii si raddoppiano con l'applauso, li seguono i Troiani. ed ancora l'infelice Didone prolungava la notte con vario parlare e beveva il lungo amore, molto chiedendo su Priamo, su Ettore molto; ora con che armi fosse giunto il figlio d'Aurora, ora quali i cavalli di Diomede, or quanto grande Achille. "Anzi orsù, ospite, e dicci dal primo inizio le insidie" disse" dei Danai e le sorti dei tuoi ed il tuo errare; infatti ormai la settima estate ti porta errante per tutte le terre ed i flutti". > paradigmi [pingo], pingis, pinxi, pictum, pingĕre [dēvŏvĕo], dēvŏves, devovi, devotum, dēvŏvēre [explĕo], exples, explevi, expletum, explēre [nĕquĕo], nĕquis, nequii, nequitum, nĕquire [ardesco], ardescis, ardescĕre [tŭor], tŭĕris, tuitus sum, tŭĕri [mŏvĕo], mŏves, movi, motum, mŏvēre [pendo], pendis, pependi, pensum, pendĕre [implĕo], imples, implevi, impletum, implēre [haerĕo], haeres, haesi, haesum, haerēre [fŏvĕo], fŏves, fovi, fotum, fŏvēre [insīdo], insīdis, insedi, insessum, insīdĕre [ăbŏlĕo], ăbŏles, abolevi, abolitum, ăbŏlēre [stătŭo], stătŭis, statui, statutum, stătŭĕre [dēpendo], dēpendis, dependi, depensum, dēpendĕre [incendo], incendis, incendi, incensum, incendĕre [posco], poscis, poposci, poscĕre [sŏlĕo], sŏles, solitus sum, solitum, sŏlēre [făvĕo], făves, favi, fautum, făvēre [attingo], attingis, attigi, attactum, attingĕre [haurĭo], hauris, hausi, haustum, haurīre [prōlŭo], prōlŭis, prolui, prolutum, prōlŭĕre [căno], cănis, cecini, cantum, cănĕre [prŏpĕro], prŏpĕras, properavi, properatum, prŏpĕrāre [tinguo], tinguis, tinxi, tinctum, tinguĕre [obsto], obstas, obstiti, obstāre [bĭbo], bĭbis, bibi, bibitum, bĭbĕre