Scarica Età Giulio Claudia: Fedro, Seneca, Lucano, Persio | Appunti di latino e più Appunti in PDF di Latino solo su Docsity! ETÁ GIULIO - CLAUDIA Periodo che va dalla morte di Augusto (14 dC) —> 68 dC (poco più di 50 anni) In questi 50 anni c’è molto FERMENTO POLITICO —> di conseguenza, si tratta di un momento in cui la letteratura affiora, e in cui si concentrerà un vastissimo numero di AUTORI. Si succederanno 4 imperatori: • CLAUDIO • TIBERIO • CALIGOLA • NERONE Tutte le opere storiografiche manifestano un SEVERO ODIO nei confronti di questi imperatori —> ma le opere di questi anni furono scritte dagli esponenti del senato (si parla di STORIOGRAFIA SENATORIA) → l’ostilità della classe senatoria fu dovuto al passaggio dal PRINCIPATO —> DOMINIO del solo Imperatore ➤ che andava a danno dei SENATORI. Dall’altro lato, questo passaggio favorisce le classi sociali dei CAVALIERI e dei LIBERTI —> che riuscirono a raggiungere altri traguardi nella scala sociale. In questo periodo acquista importanza anche l’ESERCITO—> sempre più unito al suo GENERALE → spesso saranno gli ESERCITI a essere arbitri del destino dell’IMPERO = il fatto stesso di avere 4 imperatori diversi era dato dal fatto che ogni esercito eleggeva un imperatore. Globalmente —> cominciò a manifestarsi per l’impero quella crisi che diventerà poi cronica —> l’impero ha raggiunto ormai la massima espansione, e se molto denaro veniva speso per mantenere le legioni (essendo il territorio vastissimo) e per i donativi di grano per mantenere le plebi —> non c’era più alcun introito derivante le nuove conquiste. INTELLETTUALI Si dividevano in 2 schiere: • di REGIME —> che si adeguarono alla situazione politica dell’impero • di OPPOSIZIONE —> che si opponevano con fermezza all’impero INTELLETTUALI DI REGIME Per sfuggire alle conseguenze politiche e all’impegno politico dell’intellettuale —> nascono generi alternativi • MANUALI TECNICI - SCIENTIFICI (Celso) • MANUALI SULLA MEDICINA • OPERE GEOGRAFICHE (Pomponio Mela) • AGRICOLTURA Nascono anche SCUOLE DI RETORICA che insegnavano l’arte oratoria e persuasiva→ gli intellettuali scrivevano DECLAMATIONES = orazioni recitate in pubblico → trattavano si qualsiasi tipo di argomento (opere spesso convulse, sterili a livello contenutisco) Tuttavia, dare più importanza allo STILE e alla FORMA rispetto al contenuto era un altro modo per sfuggire all’argomento politico per gli intellettuali di questo periodo. Uno dei principali scrittori di DECLAMATIONES = SENECA IL VECCHIO (padre di Seneca). CLAUDIO e NERONE furono cultori di letteratura —> ma tra gli intellettuali di regime nessuno ottenne grande successo. INTELLETTUALI DI OPPOSIZIONE dal punto di vista stilistico sono GRANDI SPERIMENTATORI: la letteratura d’opposizione si manifesta infatti con uno STILE SPERIMENTALE, collegamenti logici molti arditi, metafore spinte all’estremo, attenzione al macabro, esasperazione delle figure retoriche ——> diventano modalità per esprimere il loro DISAGIO nel non accondiscendere al potere dell’imperatore. MANCANZA DI UNA CONSONANZA DI INTENTI Ciò che mancò infatti in questo periodo fu quella CONSONANZA DI INTENTI tra intellettuale - potere che ci fu durante l’ETA AUGUSTEA —> e che in età Giulio-Claudia viene meno, perché gli intellettuali iniziano a rendersi conto che il principato non è più un PRINCEPS FRA PARI, ma un POTERE PERSONALE. Molti intellettuali (soprattutto i SENATORI) —> di conseguenza, motivati da uno spirito ANTI TIRANNICO. Pertanto si diffonde una letteratura di tipo LIBERTARIO, in cui si esalta la LIBERTÀ —> ma che spesso si seguiva in modo clandestino, poiché era perseguitata. Es. un autore = CREMUZIO CORDO —> aveva decretato in un suo scritto la FINE dell’eta repubblicana → fu costretto a BRUCIARE la sua opera: in atto di protesta per la libertà venuta meno, decise di lasciarsi morire di fame. Con gli anni →il TERRORE ebbe il sopravvento sulla LIBERTÀ es. TRASEA PETO → in senato denunciò come molti dei suoi colleghi fossero servili nei confronti di Nerone —> fu costretto da Nerone a suicidarsi. Sotto NERONE (che diede un impulso alla attività letteraria) —> gli intellettuali vissero in un grande disagio • SENECA (consigliere di Nerone) = costretto da Nerone a suicidarsi • Così succederà ad altri autori come LUCANO e PETRONIO A mantenere l’ideologia della libertà è la diffusione della SCUOLA STOICA —> che però verrà fatta chiudere dagli imperatori di età Giulio-Claudia. Le figura di CATONE L’UTICENSE = colui che si era suicidato a Utica pur di non cadere sotto la dittatura di Cesare → diventa simbolo della LIBERTÀ REPUBBLICANA ormai perduta. FEDRO VITA • Fedro era un LIBERTO sia di Augusto e Tiberio (successore di Augusto) • Era un uomo COLTO → che però rimase sempre ai margini della corte (essendo di origine macedone) • Il prefetto SAIANO addirittura lo perseguitò, proprio perché le sue favole ➤ criticavano l’eccessivo potere dei potenti (anche se tramite ALLEGORIA) È un autore di FAVOLE → nel mondo latino, considerate un genere minore, essendo meno elaborato a livello formale - contenutistico (=spesso Fedro si lamenterà per il mancato riconoscimento del proprio ruolo di intellettuale nella società) A sottolineare la sua ATTENZIONE ARTISTICA → Fedro nelle sue opere ribadisce il suo impegno letterario: - dice di essere nato in Macedonia sul Monte Piero, dove Mnemosyne aveva partorito le muse - Dice di non curarsi dell’ILLETTERATUM PLAUSUM (= applauso della gente non colta, ignorante) ESILIO IN CORSICA Durante gli 8 anni di esilio in CORSICA —> scriverà a POLIBIO (liberto di Claudio) per ottenere in ogni modo la possibilità di tornare a Roma. Opera = molto contraddittoria → Seneca si abbassa a pregare l’imperatore per tornare a Roma, mentre dovrebbe incarnare quell’ideale di FERMEZZA STOICA Riesce a tornare grazie ad AGRIPPINA (moglie di Claudio) —> che riconoscendo la sua grande cultura aveva voluto che il figlio NERONE (figlio avuto da Agrippina da un precedente matrimonio) fosse educato personalmente da Seneca • Quando NERONE diviene imperatore nel 54 —> per i primi 5 anni (=QUINQUENNIO FELICE) il governo di Nerone è affiancato da SENECA, senatore BURRO e la madre AGRIPPINA • Volendo liberarsi dei consiglieri, e non sopportando più l’invadenza della madre in campo sia politico che personale → NERONE architetta l’assassinio della madre —> se Seneca e Burro ne erano a conoscenza, ma avevano preferito non agire. • Nel 63 muore anche Burro —> pertanto Seneca decide di ritirarsi a VITA PRIVATA • 3 anni dopo venne organizzata la CONGIURA DEI PISONI (dal nome della famiglia che la ideò) —> la congiura fu sventata, tutti i partecipanti giustiziati —> Nerone ne approfittò per mandare a morte anche SENECA = che probabilmente non aveva partecipato direttamente, ma ne era a conoscenza → Seneca riceve l’ordine di suicidarsi (moglie di Seneca, Paolina, verrà risparmiata, ma per puro tornaconto) • MORTE DI SENECA → descritta da TACITO come connotata da una forza d’animo paragonabile a quella di Socrate, anch’egli condannato a morte. Alcuni storici ritengono che Seneca = ritirato a vita privata perché ormai aveva visto impossibile una collaborazione stretta tra POLITICO e FILOSOFO OPERE DI SENECA → opere filosofico-morali, etiche e poco sistematiche. NUCLEI DI PENSIERO FILOSOFICO di seneca VIRTÚ 1) Seneca vuole riporre le sue opere come un discorso pedagogico per raggiungere la VIRTÚ , che per Seneca = VIRTÚ STOICA, che accoglie riflessioni derivanti da altre filosofie come l’EPICUREISMO (es. recuperato il concetto del ‘LATIE BIOSAS’ = vivere nascosto’) —> questa pratica virtuosa non è astratta, ma declinata nella QUOTIDIANITÀ. LOGOS 2) Per Seneca il mondo è dominato da un principio superiore = LOGOS → un principio razionale che dà ordine e armonia all’universo. Questo principio coincide spesso con la NATURA, che è la materializzazione e oggettivizzazione di questo LOGOS → ne deriva una grande attenzione di Seneca alla natura (scriverà un trattato naturale-scientifico intitolato ‘Naturales Questiones’ ) Per Seneca, vivere secondo VIRTÚ = vivere secondo RAGIONE, ossia ✦ facendo sì che la razionalità domini le nostre passioni (tra le passioni peggiori = IRA→ di cui un es: Nerone), ✦ non lasciandoci toccare dai dolori materiali ✦ vincendo la paura della morte e dei fenomeni naturali → tutte paure che allontanano l’uomo dalla RAGIONE (=la parte più divina che c’è nell’uomo). LA FOLLA 3) Per intraprendere questo percorso virtuoso bisogna LIBERARSI dalla FOLLA - ci DISTRAE in occupazioni inutili e senza senso - ci fa perdere moltissimo tempo prezioso - non ci permette di riversare il nostro tempo sui noi stessi, per capire i nostri progetti ecc. 4) Pertanto, Seneca presenta tutte le occupazioni assurdi e inutili con cui gli uomini riempiono le loro giornate e che li ALLONTANANO DA SE STESSI → definite come il ‘TEDIUM VIVERE’ (=il male di vivere) TEMPO 5) Tematica del TEMPO —> Seneca concepisce per primo una differenza tra 6) • TEMPO OGGETTIVO (calcolato in maniera precisa, da sistemi di misurazione) 7) • TEMPO SOGGETTIVO (percezione personale e soggettiva del tempo) → es. la dilatazione del tempo = qualcosa di soggettivo. 8) Il tempo → per Seneca, è una DIMENSIONE INTERIORE che deve permettere la nostra crescita spirituale: quindi il VERO TEMPO per Seneca = quello che riversiamo su noi stessi, utilizziamo per indagarci, capire davvero chi siamo e cosa vogliamo —> tutto il resto del tempo viene chiamato IACTURA (da IACIO = buttare via), ossia il tempo sprecato in azioni futili o inutili. Seneca dice che la VITA dell’uomo NON è BREVE, ma ci sembra breve, perché il tempo che buttiamo via (iactura) è troppo e quello che dedichiamo a noi è troppo poco Seneca dice che 1) spesso preferiamo spesso dedicare il nostro tempo agli ALTRI, senza che ce ne venga un vantaggio. Seneca dice che l’uomo è AVARO nel prestare oggetti materiali, ma è PRODIGO nel donare gratuitamente il suo TEMPO → che, a differenza degli oggetti materiali, è l’ unico BENE che non potrà essere mai restituito → di conseguenza, il tempo che dedichiamo agli altri è il regalo più grande che possiamo fare. 2) l’uomo è talmente occupato da mille occupazioni inutili da arriva vicino alla morte senza aver vissuto a pieno il suo tempo (è come il viaggiatore che, distratto dalla lettura di un buon libro, arriva a destinazione senza quasi accorgersi del viaggio) Seneca → ’VINDICA TE TIBI’ (‘’vindicare’’ = usato in riferimento al liberare gli uomini dalla schiavitù —> ‘’svincola te stesso da tutte le occupazioni’’ 3) Uno dei maggiori mali dell’uomo è il PROCRASTINARE —> l’uomo è troppo proiettato sul FUTURO, oppure nel PASSATO (sempre focalizzato sui suoi ricordi) mentre è incapace di vivere il PRESENTE (=l’unico tempo che noi possediamo). Pertanto → Seneca predica un ‘COGLIERE L’ATTIMO’, perché l’unico modo per raggiungere la FELICITÁ è arrivare davanti alla morte con la serenità e la consapevolezza di aver sfruttato pienamente il nostro tempo e quindi essere riusciti a raggiungere gli obiettivi che ci eravamo preposti. 3) Seneca chiama ‘OCCUPATI OZIOSI’ gli uomini che sono sempre impegnati in mille attività futili. Tuttavia, spesso l’uomo si crea mille attività inutili proprio per non entrare mai davvero in contatto con se stesso —> infatti, il GUARDARCI DENTRO fa paura . 4) Seneca consiglia di avere pochi amici, con cui confrontarsi direttamente —> validi amici possono trovarsi anche nei LIBRI = visti come ‘amici del pasato’ che sono sempre attuali al di là delle epoche in cui sono vissuti. HUMANITAS Seneca denota nei suoi libri di un senso di HUMANITAS che supera tutti gli autori precedenti —> alcuni concetti presentati da Seneca (es. schiavitù) sono molto simili ai concetti presenti nelle lettere di San Paolo ai Corinzi. → si pensa che seneca possa addirittura essersi scambiato lettere con San Paolo —> si pensa che seneca, pur non essendo cristiano, abbia anticipato alcune delle tematiche cristiane. Senso di humanitas di seneca = espresso nella frase ‘HOMO, SACRA RES HOMINI’ = l’uomo è una cosa sacra per un altro uomo. Senso di HUMANITAS di seneca: emerge ad esempio In una lettera —> Seneca parla degli SCHIAVI, e dice che non li si può trattare con una tale DISUMANITÁ: • costretti a stare in piedi per ore • frustati se aprivano la bocca per starnutire o tossire • dovevano raccogliere per terra il vomito • costretti a compiacere sessualmente i padroni ubriachi dopo il banchetto • erano costretti (anche se anziani) a vestirsi da giovinetti, sbarbati nonostante l’età → a rappresentare GANIMEDE (=coppiere degli dei) ➤ Seneca dice che TUTTI, al di la dei confini sociali-geografici, siamo degni di un’uguale considerazione in quanto UOMINI (seneca parla di un’ ‘UNA DOMUS OMNIUM’ = un’ unica casa per tutti) —> infatti il PRINCIPIO RAZIONALE (LOGOS) che domina il mondo è presente in ciascuno di noi → in Seneca si parla quasi di COSMOPOLITISMO (= tutti gli uomini di tutte le etnie sono uguali) Seneca dice anche che la SOLIDARIETÀ UMANA sta alla base dello Stato —> esprime questo concetto attraverso l’immagine della volta che sorregge l’arco, senza bisogno di calce = pur nella diversità, gli uomini devono essere solidali tra loro per mantenere in piedi la società. RUOLO DEL SAGGIO Altra tematica: quella del RUOLO DEL SAGGIO: 1) mostrare agli uomini la strada verso la VIRTÚ ➤ con questo, Seneca non afferma di averla raggiunta (infatti lui stesso non aveva dimostrato quella virtù e fermezza stoica durante l’esilio in Corsica, oppure non aveva dimostrato coraggio nel momento in cui aveva taciuto l’intenzione di Nerone di assassinare la madre → dice di essere lui stesso in cammino verso la virtù) 2) Affiancare gli uomini di potere per CONTRIBUIRE al BENE DELLO STATO ➤ infatti Seneca affiancherà Nerone durante il quinquennio felice, contribuendo a un GOVERNO FELICE. Tuttavia, seneca afferma anche che NON SEMPRE il saggio può affiancare il potere dello stato (spesso il SOVRANO non si lascia influenzare) → in tal caso, il saggio può solo ritirarsi nell’OTIUM → ciò sembra quasi una giustificazione di ciò che lui stesso aveva fatto (= vedendo la propria attività di consigliere ormai INUTILE, si era ritirato nell’OTIUM) 3) tuttavia, anche nell’otium bisogna rimare PRODUTTIVI: scrivendo, in modo da offrire i propri scritti a tutta l’umanità (ancora una volta la virtù = messa a disposizione di tutta l’umanità) Le donne, pur ricoprendo un ruolo secondario avevano in realtà un enorme potere che manifestavano attraverso il marito e i figli → es. AGRIPPINA aveva manipolato CLAUDIO, facendogli adottare il figlio Nerone e addirittura avvelenandolo —> in seguito aveva manipolato lo stesso Nerone, che stanco della situazione la aveva uccisa. Molte madri vedono i figli come una possibilità di avanzare nella società, nella politica —> testimonianza di come ai tempi erano MOLTE DONNE non solo dell’alta società. Invece, Seneca ringrazia la MADRE → che non aveva mai voluto trarre vantaggio dal successo dei figli, ma che al contrario si era sempre sacrificata per loro, provvedendo a tutti i loro bisogni → pertanto la tristezza della madre è SINCERA e non dovuta al fatto che le siano stati sottratti dei vantaggi. ‘’Io sono lontano, ma hai sempre l’affetto degli altri due’’ —> rimangono i fratelli di Seneca: cerca di rasserenare la madre con gli affetti familiari che le stanno vicino, tra lui Marco Lucano che porta felicita in casa. Testo pagina 72 Seneca scrive a POLIBIO (giovane liberto) —> il quale, mentre Seneca era in esilio in corsica, aveva perso un fratello. Vero motivo per cui seneca scrive = chiedere di essere riammesso a Roma TESTO MOLTO CRITICATO = pur di tornare a Roma, Seneca si abbassa ad adulare Polibio e in particolare l’imperatore Claudio in un ELOGIO IPERBOLICO → nell’atteggiamento opposto a quello predicato dallo stoicismo. • dice a Polibio di FARSI FORZA, perché tutti sono uniti a lui nel dolore, ma al contempo tutti, avendo meno saggezza e meno cultura, fanno affidamento su di lui —> pertanto è necessario che rimanga forte. • Dice di fare riferimento a CLAUDIO, che sarà per lui una immagine di conforto —> augura a Claudio di vivere il più possibile DE IRA Trattato scritto dopo la morte di Caligola → seneca riporta gli atti di Caligola come esempi di IRA CRUDELE E SPIETATA: Seneca vive infatti a contatto con imperatori che per un attacco d’ira mandano a morte centinaia di persone —> questo trattato è finalizzato a evitare che ciò si ripeta negli imperatori successivi. Seneca riprende le PASSIONI, e in particolare l’ IRA = la NEGAZIONE DELLA RAGIONE: → dice che l’ira deforma a tal punto l’animo da deformare anche i nostri lineamenti TESTO P.118 • Seneca dice che bisogna reprimere l’IRA al suo NASCERE: infatti, una volta che l’ira si è insinuata nel nostro animo, non è più possibile estrometterla —> non si è più in grado di adoperare la propria volontà per estromettere l’ira dal proprio animo. • IRA = paragonata al nemico che, una volta fatto entrare nella città, non si riesce più a estrometterlo • È importante impedire anche una minima intromissione dell’ira, perché una volta entrata essa corrompe irreversibilmente il nostro animo • Seneca puntualizza che il GIUDIZIO dato in preda all’ira NON è un GIUDIZIO OBIETTIVO, ma un giudizio impulsivo, non dettato da ragione, ma in completa assenza di essa. TRATTATI DE BREVITATE VITAE • Dedicato a Paolino (cognato di Seneca) = il prefetto dell’annona, ossia colui che si occupava del rifornimento di grano della capitale. Seneca gli consiglia di mettere da parte gli impegni e i doveri per dedicare del tempo a se stesso. • E’ un trattato antifrastico —> infatti si chiama ‘DE BREVITATE VITAE’, ma in realtà per Seneca la vita non è breve, bensì siamo noi a percepirla come breve riempiendoci di eccessive occupazioni , oppure essendo sempre attaccati al passato o troppo proiettati nel futuro —> e nel frattempo l’unico vero tempo (il PRESENTE) ci sfugge —> è però possibile che la vita divenga lunga se la si sa vivere bene. METAFORA DELLA CLESSIDRA Seneca: paragona la VITA = granelli di sabbia in una CLESSIDRA —> non dobbiamo avere paura che arrivi l’ultimo granello, ma dobbiamo preoccuparci di aver vissuto al meglio OGNI GRANELLO che ci è consentito —> il vero danno è arrivare all’ultimo granello ancora insoddisfatti perché non abbiamo fatto tutto ciò che speravamo di fare. TESTO P.96 • Seneca critica autori e filosofi precedenti tra cui anche Aristotele, che avevano sostenuto la brevità della vita • Il tempo che abbiamo è TANTO se occupato bene —> infatti il tempo che sprechiamo (IACTURA) è TROPPO • L’uomo è AVARO nel donare beni materiali, ma PRODIGO nel DONARE IL SUO TEMPO • Seneca condanna gli uomini che fanno progetti a lungo termine, che sprecano la vita continuamente rimandando • infatti dice ‘’la maggior perdita della vita è il RIMANDARE’’, che nel prometterci un domani ci toglie il presente • ‘’Il maggior impedimento è l’ATTESA’’ che ci fa dipendere dal domani, ignorando ciò che stiamo vivendo oggi. • Bisogna pensare al SINGOLO GIORNO, perché anch’esso è sfuggente —> come si fa dunque a programmare a distanza di mesi e anni? • Quando siamo pieni di incombenze che non ci rendono felici —> non facciamo che PERDERE i nostri GIORNI. DE VITA BEATA Seneca si interroga su cosa sia la felicità Per Seneca → significa VIVERE VIRTUOSAMENTE, ossia vivere assecondando la propria razionalità. In questo dialogo, Seneca si difende dall’accusa di incoerenza tra la sua modalità di vita e le sue affermazioni filosofiche (es. accusato di vivere nella ricchezza e nell’usura). 1. Si difende innanzitutto dicendo che i FILOSOFI = non per forza devono essere POVERI —> dice che i filosofi possono essere ricchi, anzi, proprio loro meglio di tutti sapranno usare la ricchezza anche a vantaggio degli altri. 2. Quando viene accusato di INCOERENZA —> dice ‘’DE VIRTUS LOQUOR, NON ME’' —> dice di parlare della virtù, degli atteggiamenti da seguire non in relazione a se stesso, ma in maniera GENERALE → infatti non dice mai di aver raggiunto la virtù, bensì dice di star percorrendo la strada. DE CONSTANTIA SAPIENTIS • Il saggio non può essere scalfito dalle offese —> ha uno stato d’animo che non può essere colpito dalle disgrazie esteriori • viene fatto l’esempio di CATONE L’UTICENSE, che non fu scalfito dalla disgrazia esteriore di essere sotto una dittatura, sottraendovisi di spontanea volontà attraverso il SUICIDIO. TESTO P.82 Al saggio non si può portare via nulla, perchè il suo patrimonio = interiore → cosi come la DINASTIA GIULIO-CLAUDIA , dopo essersi privata del proprio potere per darlo ai LIBERTI, era rimasta totalmente in piedi • Immagine della GUERRA che porta via ogni ricchezza, ma non la VIRTÚ • SAGGIO = colui che non si lascia scuotere dal nemico che assedia e distrugge la città, dalla casa in fiamme, dalla perdita di tutte le ricchezze, dalle figlie rapite dal nemico • Le FORTEZZE che proteggono un uomo saggio ‘più alte delle mura di Babilonia o Cartagine’ → • al saggio non potrà mai essere portata via la propria RICCHEZZA INTERIORE DE PROVIDENTIA • Seneca tenta di rispondere a una domanda → perché gli uomini buoni spesso soffrono? C’è un disegno provvidenziale che ha previsto per taluni delle disgrazie? • Seneca dice che le disgrazie esteriori non sono un male per il saggio, il quale non viene danneggiato nel suo spirito • in realtà, sono FORTUNATI gli uomini buoni a cui capitano le disgrazie, perché vuol dire che essi sono PRIVILEGIATI DAGLI DEI→ è come se gli dei, assegnandoci le AVVERSITÁ, volessero ELEVARE la nostra virtù. DE TRANQUILLITATE ANIMI e il DE OTIO • In questi testi si tratta la questione di come raggiungere la tranquillità interiore, sconfiggendo le ansie, incertezze, inquietudini —> la quale si realizza soprattutto nell’ OTIUM (e non nella vita politica attiva). • Nel DE OTIO ➤ il saggio chiede se debba confrontarsi con la politica o meno —>Seneca dice che il saggio dovrebbe partecipare alla vita politica, dovrebbe provare a INCIDERE nella vita pubblica, ma ciò è pressoché impossibile → quindi, tanto vale che egli si ritiri nell’OTIUM • probabilmente questo testo = scritto dopo il quinquennio felice, quando ormai Seneca aveva vista infranta la possibilità di una collaborazione saggio - potente. I 3 trattati più lunghi, non inclusi nei DIALOGI per la loro vastità: DE CLEMENTIA • scritto per Nerone (probabilmente composto nei primi anni di collaborazione di Seneca al principato neroniano*) • Seneca delinea le linee di comportamento del PRINCIPE GIUSTO, che deve governare non con terrore, ma con clemenza. • CLEMENZA = la negazione dell’IRA / CRUDELTÁ ——> clemenza per seneca non significa indulgenza, ma corrisponde al nostro senso di giustizia = il principe deve essere GIUSTO, deve proporzionare la PENA alla COLPA. Tutto ciò viene inserito in un ELOGIO A NERONE , che viene descritto come colui che massimamente mette in atto la CLEMENTIA —> infatti Seneca sa che l’unico modo per offrire insegnamenti a Nerone è quello di fare finta che Nerone abbia già messo in pratica questi insegnamenti. * Seneca crede ancora che possa esistere una forma di MONARCHIA ILLUMINATA (sovrano = affiancato da un sapiente che lo indirizza) → mentre in realtà Seneca non riuscì concretamente a influire sulla vita pubblica. Seneca —> molto apprezzato anche dai GIOVANI, proprio per l’uso della polisemia, per il linguaggio tratto dalla vita quotidiana (= si diceva che i ragazzi abbandonassero presso i libri di scuola per leggere seneca) QUINTILLIANO = invece critica lo stile di Seneca (opposto a quello di Cicerone che rappresentava per lui il modello) —> dicendo che lo stile di Seneca = diseducativo per i giovani, perché non insegna loro come scrivere bene. TRAGEDIE DI SENECA = le uniche tragedie della letteratura latina che ci sono pervenute intatte. Ci sono pervenute 10 tragedie —> 9 COTURNATE (basate su elementi greci) e 1 PRAETEXTA (di argomento romano). TRAGEDIA PRAETEXTA = intitolata OCTAVIA (moglie di Nerone, che egli aveva ripudiato e preso a calci mentre era incinta perchè voleva sposare Poppea) Molti ritengono che questa tragedia = non autentica —> tuttavia, chi la ha scritta, ha ricalcato perfettamente lo stile di Seneca, riproponendo le tematiche a lui care. TRAGEDIE COTURNATE • ambientate in Grecia • riprendono le vicende mitiche più famose (Agamennone, Edipus, Fedra ecc.) • Nella tragedia ci viene rappresentato un MONDO INABISSATO NEL MALE, dove il male ha la supremazia e non può essere redento. CRITICA → ha affermato che 1) le tragedie di Seneca = volte a rappresentare ciò che accade nel momento in cui l’uomo non utilizza il LOGOS ➤ Seneca → rappresenta un mondo devastato dal furor, dal desiderio di vendetta. ➤ Il male = provocato dall’uomo, ma anche dalla natura stessa —> sembra che anche la natura rifiuti il principio di razionalità e sembra quasi IMPLODERE. ➤ personaggi → non hanno un grande sviluppo psicologico e sono sempre in BALIA DELLE PASSIONI (è come se in un mondo orribile, connotato dal male, non ci sia la possibilità di un’analisi interiore) ➤ Vi è anche un intenso GUSTO PER IL MACABRO!→ viene rappresentata l’uccisione dei figli di medea (da parte di Medea stessa) → descritta in maniera sconcertante (descritto il sangue che scorre…) 2) Secondo alcuni critici → alcune tragedie hanno come destinatario non un pubblico generico ma lo stesso NERONE (infatti, si dice che queste tragedie fossero lette agli uomini di corte tra cui anche Nerone). EPISTOLAE AD LUCILIUM (TESTI) RIFLESSIONE SUL TEMPO p.99 LATINO* ITALIANO Seneca ritiene paradossale come ci sentiamo debitori con chi ci ha regalato o prestato qualcosa di materiale, ma non ci consideriamo debitori se ci è stato donato del tempo. Seneca → dice che dobbiamo essere RICONOSCENTI del tempo che una persona ci dà, dal momento che il TEMPO è l’unico sono che non può essere restituito. 1) Per Seneca, rendersi conto del tempo che si è buttato via è già un primo passo per imparare a godere del tempo a disposizione 2) Tuttavia dice ‘’non ho nessuno che mi aiuti a non sprecare il mio tempo’’ ——————————— C O N D I Z I O N E D E G L I S C H I A V I ———————————— Seneca → 1° autore nella letteratura a parlare degli SCHIAVI con una tale HUMANITAS e APERTURTA MORALE. Seneca: ■ tutti gli uomini, per natura son uguali (in ciascuno = logos)→ ‘tutti respiriamo la stessa aria, viviamo e moriamo allo stesso modo’ ■ Già i sofisti dicevano che gli uomini = biologicamente sono tutti uguali —> Seneca fa un passo avanti, e dice che solo la FORTUNA fa nascere un uomo schiavo / padrone, e lo stesso identico CASO può ribaltarsi completamente —> Seneca elenca una serie di persone di nobili origini, che anche in tarda età si sono trovate a essere SCHIAVE : - ECUBA (moglie di Priamo) - PLATONE (venduto da Dionigi) - la madre di DARIO, re persiano sconfitto nella Battaglia di Isso - gli uomini a seguito del CONSOLE VARO (sconfitti nella battaglia di Teuteburgo)→ invece che avanzare in campo militare, erano finiti tutti schiavi o pastori. ■ Per indicare come la FORTUNA si sia ribaltata → fa l’esempio di CALLISTO = ex schiavo messo in vendita dal suo padrone tra gli schiavi ‘meno pregiati’, che ora è divenuto un potentissimo liberto di Claudio → e ora il suo ex padrone si trova a supplicarlo per poter entrare in casa di Claudio (Callisto invita a entrare tutti, tranne il suo padrone). Seneca si rivolge ai PADRONI dicendo di TRATTARE CON RISPETTO gli schiavi (che sono uomini come loro) perchè il destino può sempre capovolgersi → è quindi necessario che i padroni li trattino così come vorrebbero essere trattati al loro posto = NON con ARROGANZA e OFFESA, come è costume, ma con AFFETTO, avvicinandoli invece che allontanandoli Dicendo questo Seneca NON VUOLE SOVVERTIRE L’ORDINE SOCIALE (società romana = fondata sulla schiavitù) ma si vuole raggiungere un rapporto ≠, più umanitario L’ARROGANZA DEL POTERE (LAT) p.105 Viene descritta la condizione dei servi* Vengono anche elencate le loro mansioni → sottolineando l’ALIENAZIONE del compiere ripetutamente lo stesso gesto (es. SCINDOR = schiavo addetto alla macellazione del pollame pregiato…) DICOTOMIA FORTE tra la BOCCA APERTA del padrone ~ BOCCA CHIUSA del servo. Incipit: Lucilio in quel momento era procuratore in Sicilia, e coloro che vanno visita a Lucilio parlano a Seneca della familiarità con cui Lucilio tratta i suoi schiavi COMPORTATI CIVILMENTE CON GLI SCHIAVI (LAT) p.109 Seneca afferma come gli uomini, per natura, sono tutti uguali —> concetto ripreso dalla FILOSOFIA GRECA, sop.tto dai SOFISTI, i quali distinguono la legge della natura (PHISIS) dalla legge creata dall’uomo (NOMOS) → il fatto di essere padrone o servo è istituito dal NOMOS, ma la legge dell’uomo può essere ribaltata dalla fortuna HOMO, SACRA RES HOMINI (LAT) libro profe Seneca affronta il tema della idea di SOLIDARIETÁ TRA GLI UOMINI che sostiene la società come se gli uomini fossero mattoni di pietra. Nei paragrafi precedenti, Seneca aveva indicato agli uomini come rapportarsi con gli dei —> ora indica come rapportarsi con altri uomini. 6º LIBRO Si parla della NECROMANZIA da ‘NECROS’ (=morto) = rituale con il quale si riporta in vita un morto per profetizzare il futuro. ➤ In questo libro, SESTO POMPEO (uno dei figli di Pompeo) si reca dalla MAGA ERITTO, per sapere dalla - MADRE → defunta e riportata in vita - SORTI della Battaglia di Farsalo, che saranno però negative e funeste. * SESTO POMPEO = definito ‘proles indigna’ = indigno figlio del padre 7° LIBRO = è il libro dedicato alla BATTAGLIA DI FARSALO, in cui POMPEO decide di fuggire ➤ nonostante la FUGA sia VILE, Lucano riversa delle parole comprensive nei confronti del generale, che deve ’’ sopportare il peso delle sue illusioni ‘’ 8° LIBRO ➤ c’è l’arrivo di Pompeo presso la CORTE EGIZIANA dei TOLOMEI → ma Tolomeo lo tradisce e lo fa decapitare 9° LIBRO = il libro più MACABRO ➤ dopo la morte di Pompeo, assume la guida dei pompeiani CATONE → che raggiunge il territorio dell’Aquila dove risiedono le truppe Cesarine ➤ nell’attraversale il deserto per raggiungere le truppe in Africa → incontra dei serpenti, che uccidono l’esercito di Catone. In questo libro vengono presentate anche le FALSE LACRIME di CESARE nel vedere la testa di Pompeo mozzata (viene sottolineata la malignità di cesare che tocca le note di FINZIONE) 10° LIBRO Cleopatra seduce Cesare per ottenere il regno, ma contro Cesare sia sollevano gli abitanti d’egitto —> si verifica la GUERRA ALESSANDRINA. → si tratta del FINALE del libro non designato da Lucano. FINALITÁ DELL’OPERA: Descrivere la CRISI DEI VALORI STOICI = dignità umana, libertà. Per Lucano → la caduta di questi valori è attribuibile alla FINE DELLA REPUBBLICA, causata dalla figura di CESARE (che ha instaurato la dittatura). La caduta della repubblica e dei valori stoici, in particolare del concetto di LIBERTÀ, coincidono per Lucano con 1) il TRAMONTO DI ROMA ➤ ossia la fine dell’idea che Lucano ha sempre avuto di Roma → Lucano ha una visione simile a quella di LIVIO riguardo alla DEGENERAZIONE DEI COSTUMI → tuttavia manca, a differenza di Livio, la speranza di poter riportare alla luce questi valori. 2) La FINE DELL’UOMO STESSO ➤ perché senza libertà l’uomo non può esistere. Pertanto → la fine del periodo repubblicano rappresenta per Lucano l’ IMPLOSIONE DEL COSMO STESSO, il sovvertimento dell’ordine dell’universo ➤ ciò è sottolineato da Lucano in maniera esasperata, con un TONO ricco di PATHOS, FORME ESASPERATE e talvolta anche SURREALI (stile analogo allo a quello di Seneca nelle tragedie) Tuttavia, nel 1º libro fa una DEDICA A NERONE , arrivando a dire che bisogni BENEDIRE LE GUERRE CIVILI, che avevano permesso a Nerone di arrivare al potere. Ciò si motiva: • o con l’estremo tentativo di ottenere, con una CAPTATIO BENEVOLENTIAE, il favore di Nerone al fine di alleviare la sua pena • O perché l’opera fu scritta nel 1° primo periodo di collaborazione con Nerone. ATTENDIBILITÁ STORIOGRAFICA DELLA PHARSALIA • c’è un’ADERENZA AI FATTI (fatti = storiograficamente attendibili). • Tuttavia, Lucano dà la propria INTERPRETAZIONE SOGGETTIVA ai fatti→ e lo fa designando CESARE come IMMAGINE DEL MALE; mentre POMPEO (=ultimo difensore della Res publica) rappresenta il BENE → perciò i FATTI = di per sé attendibili, ma i PERSONAGGI = rispecchiano il valore personale che Lucano attribuisce loro La Pharsalia è un POEMA EPICO, ma sop.tto STORICO → e può essere definito un’EPICA TRAGICA, ma molto diversa da quelle precedenti (es. Nevio, Ennio → avevano esaltato il popolo romano nelle sua collettività Eneide → sottolineava la grandezza di Roma derivante dai meriti di Enea) Nell’ opera di Lucano non vi è l’ESALTAZIONE del popolo romano, bensì la descrizione di un momento di CRISI, DISGREGAZIONE e CATASTROFE COSMICA. Pharsalia → è stata letta come un’ ANTI ENEIDE 3 motivi: 1) STILISTICO • lo stile di lucano è uno stile nervoso, che protende all’orrido, all’espressionismo • ci sono continue apostrofi ed esclamazioni • continui interventi a commento (Virgilio → stile piano, equilibrato, armonico) 2) CONTENUTISTICO La fine della res publica • ENEIDE → interpretata come una PALINGENESI (=una nuova nascita): un momento di rinnovamento, di restaurazione di Roma, che avrebbe consentito ad Augusto di instaurare un periodo di PACE tanto auspicato dopo 1 secolo di lotte civili. • FARSALIA → coincide con la fine della ¹LIBERTÀ dell’uomo e di ²ROMA. 3) FORMALE Ci sono alcuni episodi della Pharsalia che sono costituiti volutamente in ANTITESI agli episodi dell’Eneide: PROTAGONISTI DELLA FARSALIA 1) CESARE 2) POMPEO 3) CATONE (sembra avere un ruolo secondario) → in realtà, gli ultimi 2 libri avrebbero dovuto approfondire meglio la figura di CATONE, fino a concludere il poema epico con il suo SUICIDIO A UTICA → a opera conclusa, si sarebbe dovuto raggiungere un equilibrio tra la presenza dei 3 personaggi nell’opera. l’Eneide racconta la nascita di Roma e come essa vivrà in eterno la Pharsalia rappresenta la FINE IRREVOCABILE di Roma Enea = compie un’azione guidata dagli dei Farsalia = poema senza dei (unica divinità che asseconda Cesare = FORTUNA) • laddove vengono citati degli dei, essi non vengono ben identificati • al posto degli dei, ci sono le FORZE MALEFICHE DEGLI INFERI, la magia nera Se nell’Eneide gli DEI sorreggono il destino di Roma → secondo Lucano sugli dei non si può fare affidamento, perché assecondano il male e l’ingiustizia. 6° LIBRO ENEIDE → CATABASI di Enea (vivo che si addentra nel regno dei morti) 6° LIBRO FARSALIA → NECROMANZIA (la voce dei morti che risale) Enea = guidato dalla SIBILLA CUMANA (figura femminile legata alla luce: correlata ad Apollo = dio del SOLE), Sesto Pompeo ha come intermediario la MAGA ERITTO, strega-vampira che rappresenta l’idea del buio Enea incontra il padre Anchise nei CAMPI ELISI = LOCUS AMOENUS, posto paradisiaco, pieno di luce, fiori, aria profumata l’incontro tra CESARE E POMPEO accade in un LOCUS HORRIDUS, buio, solitario, spaventoso. I protagonisti: Cesare e Pompeo (ITA) p.152 POMPEO = presentato come una quercia (vecchia roccia) → definito come ‘’UMBRA MAGNI NOMINIS’’ = di un grande nome rimane ormai solo l’ombra, che tutti possono ammirare • Pompeo basa la sua forza e il suo onore nelle VITTORIE PASSATE → allude al teatro che aveva fatto costruire, alle campagne passate grazie alle quali ora egli si gode il plauso e dell’ammirazione del popolo CESARE → definito come caratterizzato da una forza maligna, colui che riesce anche a sconfiggere il volere degli dei → in lui c’è un ‘valore instancabile’, proprio di colui che vuole VINCERE ma anche COMBATTERE • Ci viene presentato come un uomo assetato di gloria che non si ferma davanti a nulla (nemmeno agli dei) • si compiace di seminare MORTE e DISTRUZIONE • Cesare = paragonato a un FULMINE sprigionato dai venti → Cesare, personificato con il MALE, diventa una catastrofe cosmica, che incendia la terra laddove la colpisce. I due combattono per motivi diversi —> Chi prese le armi per giuste ragioni? Sposo furente = Pompeo vs Padre = Cesare - Viene citato il Ratto delle Sabine, episodio tratto da LIVIO - famosa locuazione latina:“Victrix causa diis placuit sed victa Catoni” Ritratto di Catone (ITA) p.156 • CATONE→ descritto come colui che ha una condotta indefettibile • Catone → incarna la VIRTÙ STOICA = è colui che sacrifica la propria vita per il bene della patria. • Descritta l’ immagine della vera VIRTÙ = impegnarsi per il bene civile, per la collettività. Agnovere suos p.157 IV LIBRO FARSALIA (eserciti di Cesare-Pompeo in Spagna) • La vicinanza degli accampamenti di Cesare e Pompeo, separati solo da un vallo, permette ai soldati di riconoscere i volti dei fratelli, padri, amici’’ → capiscono solo ora la nefandezza della guerra civile. • A un primo timido cenno di saluto, segue un caldo abbraccio tra i soldati. • Situazione = ricca di PATHOS (i soldati bagnano di lacrime le armi…) • Lucano spera quasi in una ribellione dei soldati al volere dei due comandanti. • I soldati vanno da un accampamento all'altro, mangiano insieme, si raccontano le loro esperienze. • GENERALE —> interviene a riportare l’ordine • Sottolineato il PATHOS della SEPARAZIONE (il generale separa 2 uomini abbracciati con una spada) • SIMILITUDINE dei SOLDATI → che come FIERE ADDOMESTICATE si ricompongono e tornano a una dimensione primordiale, animalesca. Pompeo → teme di avere la sua fama offuscata dalla vittorie di Cesare in Gallia. Cesare → motivato a combattere perchè NON vuole essere inferiore a Pompeo La scena della necromanzia p.160 • MAGA ERITTO → definita ‘Tessala’ (TESSAGLIA = zona di magia) • Notiamo una grandissima attenzione per l'ORRIDO, MACABRO (maga Eritto che infila la mano nelle viscere, arpiona il cadavere e lo trascina sulla cima di una rupe) • Descrizione del LOCUS HORRIDUS → luogo buio, dove si trova l’accesso per gli inferi, con i rami degli alberi che tendono non verso l’alto, ma verso il basso. In questi luogo - “Non penetra Febo” → non batte il sole (Febo → Apollo → Dio del Sole) - aria che ristagna • Il limite fra il mondo dei vivi - morti è talmente sfumato che non si capisce se sia la MAGA a scendere negli inferi o siano l’ ANIMA a risalire • Fa un elenco di luoghi ben più ORRIDI (paludi stigie, riferimento a Cerbero e ai Giganti) • Descritti gli esseri mostruosi e mitologici che fungono da ingredienti per la sua pozione (cani idrofobi, viscere di lince, occhi di drago..) • Non parla più con voce umana, ma comunica a VERSI (come gli animali) • Dice di aver compiuto anche SACRIFICI UMANI • “ne vede l’anima eretta, atterrita’’= l’anima è terrorizzata dal dovere rientrare nel corpo e non dover morire in pace ORRIDO —> petto squarciato, fibre e viscere lacerata • L’animo compie poi la sua anabasi agli inferi (ritorna allo Stige) PERSIO Nasce a Volterra nel 34 d.C. da una famiglia etrusca di origine equestre Come in tutte le famiglie benestanti → mandato a studiare a Roma presso ANNEO CORNUTO (stesso maestro di Lucano) A Roma ➤ entra a far parte della cerchia intellettuale anti neroniana Viene a contatto con SENECA, conobbe TRASEA PETO (fiero oppositore di Nerone), fu grandissimo amico di LUCANO (più giovane di Persio di 5 anni) La formazione stoica di Anneo Cornuto segna moltissimo Persio così come Lucano ➤ anche Persio aderì in maniera in maniera entusiasta e totalizzante agli ideali stoici Persio a differenza di molti altri intellettuali d’opposizione, morì di tumore allo stomaco → se non fosse morto in questo modo, di sicuro sarebbe stato mandato a morte da Nerone a causa delle sua dichiarata ideologia antineroniana OPERE A differenza di Lucano (che nella Farsalia aveva tratteggiato in modo totalmente negativo il la tirannia di Cesare) → Persio sceglie di trattare seguendo il CRITERIO MORALE (non storico). SCRIVE SATIRE (così come Lucilio, Orazio…) Anche in Persio c’è una critica molto forte all’impero sotto la dinastia Giulio Claudia ➤ fatta in modo satirico La sua critica contro la corruzione della società sotto questi imperatori* → che va a colpire in modo esplicito anche Nerone Si dice che ANNEO CORNUTO (il quale pubblicò l’opera dopo la morte di Persio) aveva eliminato le allusioni più esplicite a Nerone Persio ha scritto sicuramente altre opere ma sono andate perdute. SCOPO DELLA POESIA Per Persio → la POESIA deve trattare del VERUM concetto che lo avvicina molto a Lucilio e Orazio, nei quali egli identifica 2 modelli da imitare ➤ infatti, in Persio vi è la rappresentazione emblematica di 2 diversi atteggiamenti tipici della satira: • l’atteggiamento aggressivo del severo moralista (→Lucilio) • una tendenza moralizzatrice più bonaria (→Orazio) SATIRE 1ª SATIRA (letteratura vuota) va a colpire la letteratura vuota e ampollosa dei suoi tempi (curata nella FORMA, ma vuota nei CONTENUTI). ■ I poeti cercano solamente il PLAUSO del pubblico, che in realtà applaude a un mero esercizio formale, privo di uno scopo etico-morale ■ mentre la sua poesia (sul modello di Lucilio-Orazio) vuole essere STRUMENTO DI VERITÁ, lontana dalle inutili raffinatezze della poesia ellenistica. ■ Dice di voler criticare i vizi della società