Scarica Fango e l'oro (Campi) e più Sintesi del corso in PDF di Letteratura Francese solo su Docsity! Rissunti francese Il fango e l’oro da voltaire a breton CAP 1 Nel capitolo 1 si presenta la descrizione di Parigi all’interno di determinati autori. Se per Voltaire parigi era solo un teatro di maschere e la cui descrizione dei quartieri non aveva alcuna dignità letteraria e dunque appariva en passant in racconti come ad esempio candide, la nota speciale del quartiere divenne importante per autori come ad esempio Balzac. Diventava importante la necessità di rendere quella nota speciale del quartiere, sla sfumatura dei quartieri e delle strade. questo perché durante la descrizione era vincolata ai dettami della poetica della boneheur classicistica cui tutti gli scrittori dei lumi erano fedeli. la descrizione dell’aspetto suburbano, che sia esso campagnolo o metropolitano, diventa importante con Balzac, ma questo non è vitirtuosismo letterario fine a se stesso di fatti Balzac inserisce all’interno delle descrizioni con l’ambiente una correlazione con l’animo del personaggio, come viene citato da Auerbach diventa una spetot importante per determinare la narrazione. Un esempio può essere la descrizione del quariere nel omanzo di Chabert in cui si attraverso l’antinomia tra quartiere e personaggio si anticipa il destino del personaggio. Oltre questo il luogo in Balza, come in pere goriot, contribuiscono all’effetto significante. Tuttavia balzac non è stato il primo scrittore a innestare una misura di realismo nello stile e che ha cercat di elevare a dignità letteraria la descrizione di parigi. Un altro è Mercier, nei suoi Tableau de Paris. Lo stile è digressivo e l’atteggiamento è ancora quello del moralista illuminato. Mercier dice platealmente che la necessità dei suoi studi è quella della totalità, ovvero di offrire un quadro completo dei tipi sociali che vivono a parigi, ma sarà una descrizione occasionale ovvero descrizione sul momento. Finisce dunque per coniare una famosa frase, ovver che parigi è sospesa tra splendore e spazzatura. questa definizione riguardava anche Karmazin un parodista di quegli anni che diceva che il turista poteva restare dleuso da questo compresenza di bellezza e di schifo. òa differenza tra moalista e satira è che ambedue i genere necessitano di contrapporre apparenza e realtà. Mercier ha il pregio di cmprender eper prima che parigi può essere un ricettacolo di storie e dunque di situazioni narrative e personaggi e questo è ‘approccio mentale fondamentale del passaggio da letteratura classicistica a letteratura romantico. Cap 2 il fango e l’oro Questo capitolo tratta della visione del fango all’interno di diversi autori cercando di mettere in evidenza come esso sia un tratto comune di momenti diversi della storia letteraria e che costituisca una costante topica. Si inizia citando dei veris di Boileau dove emerge l’immagine del passante che incespica nel fango cittadino e che viene ulteriormente vessato dalla pioggia. La necessità che Boileau aveva di inserire questo elemento derivvava dall’imitazione della satira di giovenale, dunque un interesse libresco e classicista. Boileau infatti rammodernava topos e luoghi della letteratura clssica oppure li traduceva direttamente pari passo. Tuttavia uesto non sembra il caso. Qui però non siamo in presenza di un precursore del realismo quanto di un autore che è ancora legato al prinicipio della bienseance che imponeva la separazione dei registir linguistici, censurava determinati elementi degli intrecci e in generale imponeva un regime abbastanza stretto del decoro. Dunque il topos del fango è un embarass comica alla stregua del topos del fuoco che B riprende questo si da Giovenale. La funzione del fango qui presentata, tuttavia, non è poi quella di una necessità realista ma quella di presentare un immagine negativa della città e dunque stereotipata. L’obbiettivo della narrazione satiresca è quello di conferire un immagine stereotipata carica di un valore morale. Dunque comporta una necessaria semplificazione affinchè il tema presentato assuma caratteri assolutamente generali. Questo anche i personaggi difatit se la situazione un exemplum il personaggio è un tipo astratto morale. Olttre questo l’obbiettivo della satira non è il pittoresco o il brutto, che è invece lquello della poesia burlesca. Per sottolineare la differenza vengono comparate a B una serie di poesia di un autore anonimo di stile burlesco. Viene notato subito sin dalla introduzione dell’autore che lo stile burlesco non ha necessità moralizzanti o didattiche ma punta solo a far divertire le persone che leggono. L’obbiettivpo è quello di formrie particolari divertenti della vita parigina. Dunque inserisce personaggi per lo più di bassa estazione, rigattieri, pescivendoli. Ed è occasione epr l’autore per esprimere il suo virtuosismo letterario attraversi una mimesi totale che riesce a riprodurre perfino le diverse sfumature della parlata dei vari personaggi. successivamente abbiamo Furtier uno che è stato considerato a torto un pecursore del realismo solo eprchè metteva al’interno dei suoi romanzi la borghesia da toga (avvocati e funzionari ministeriali). Questo è sbagliato eprchè egli era dedito alla poetica classicistica. Lo si comprende nella storia di Lucrezia Borghese dove vi è un eroina eponima che esordisce con l’incontro tra un marchese e la fanciulla. Vi sono elementi del decor anche se la situazione è comica d dunque l’ambientazione è tratta dal registro volutamente basso conforme alla suddivisione degli stili. Il romanzo voleva essere una aprodia dei romanzi eroici e dunque l’incontro più che reale è una necessità narrativa. L’intento di Furtier è parodistico e la aprodia si distingue dalla satira per esser eun genere privo di morale a sfondo burlesco. Dunque nel libro epr riallacciarsi al fango viene fatto presente un salotto in cui gli aristocratici parlavano delle sfortune della città. Qui emerge il disagio di camminare nel fango di parigi che rovina i vestiti. Questi discorsi nella camera azzurra tratteggiano scorci della vita e dell’ambiente parigino. L’aneddoto qui riporato non è dunque una necessità realistica ma una narrativa, a ttraverso di esso si approfitterà per inserire quesot aneddoto per far ridiere. Si perviene dunque a Balzac, che del fango nonf a un mero artificio letterario ma una sfortuna capace di creare situazioni e storie e di essere fondamentale al fine dello sviluppo dell’intreccio. Se da una parte il fango serve a sottolineare la distanza, nella comedie humaine, tra rapahel e la marchesa dall’altra in pere gioriot il fango assurge come elemento caratterizzante del personaggio e poi anche come motore narrativo dato che a causa del suo non potersi permettere una carrozza per andare da madame restaud dove incontrerà Maxime Trailles un dandy. Differente è l’intenzione di Mercier riguarda parigi, difatit non è parodistica ma riformistica, egli vuole documentare le schifezze della città al fine di testimoniarle disparità ed abusi che avvengono all’intenrod el contesto cittadino. Egli msotra attenzione a contesti storici e pratici quesot ne fa allievo dunque dei philopsphe alla Rousseau. La vera peculiarità dei tableau è quello oltrettutto di costituire un mosaico molto vasto di situazioni statiche che costituiscono un immagine caleidoscopica di parigi. Questo anche grazie allo stile digressivo dell’autore. Ben altra caratura sno i piccoli elementi che in balzac concorrono alla strutturazione del tessuto narrativo. Attraverso i piccoli particolari, balzac rende un supplices inconnu che concorre a frustrarne la vanità e l’orgoglio rendendo il suo dramma più realistico. Il fango è situazione centrale anche in Baudelaire il quale attraverso la rappresentazione della promeneur del poeta nella città rappresenta la situazione esistenziale del poeta decadente che perde l’aureola, ovvero il lauro di poeta laureato, nel fango questa situazione assurge a situazione a testimonial di una nuova condizione esistenziale che contraddistingue i nuovi maestri. Per pervenire a questo risultato il fango entra inizialmente nel tessuto comparativo, come comparazione degli occhi di una ragazza e acquista dunque una dimensione simbolica. Inizialmente Baudelaire eleva a dignità poetica eventi minimi della realtà. Quesot fa si che il sublime della modernità siano cose già viste e storicamente determinate perché il poeta si fa consapevole del rapporto fuggitivo e transitorio del presente. Dall’esperienza dell’aureola ne deriva appunto questa situazione esistenziale dell’io diviso, quella dell’impotenza di raccogliere l’aureola e dall’altra l’esperienza della folla che laureola avrebbe potuto evitare: vi è la dissoluzione dell’aura nell’esperienza. Questa visione simbolica e trasfigurante del fango fa ponte alla descrizione allegorica che di esso da