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Fondamenti di informatica hardware, Dispense di Fondamenti di informatica

libro di testo di introduzione ai fondamenti di informatica

Tipologia: Dispense

2014/2015

Caricato il 06/11/2015

filippo_guidi
filippo_guidi 🇮🇹

4.7

(6)

9 documenti

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Scarica Fondamenti di informatica hardware e più Dispense in PDF di Fondamenti di informatica solo su Docsity! Fondamenti di Informatica Hardware Indice 1. Fondamenti di informatica 1.1. Hardware 1.1.1. Computer 1.1.1.1. Mainframe 1.1.1.2. Personal computer 1.1.1.3. Laptop 1.1.1.4. Netbook 1.1.2. Tablet 1.1.3. Smartphone 1.1.4. eBook reader 1.1.5. Periferiche 1.1.5.1. Periferiche di Input 1.1.5.1.1. Tastiera 1.1.5.1.2. Dispositivi di puntamento 1.1.5.1.2.1. Mouse 1.1.5.1.3. Scanner 1.1.5.1.4. Tavoletta grafica 1.1.5.1.5. Touchscreen 1.1.5.1.6. Lettore ottico 1.1.5.1.7. Fotocamera digitale 1.1.5.1.8. Schede acquisizione audiovideo 1.1.5.1.9. Riconoscimento vocale 1.1.5.2. Periferiche di Output 1.1.5.2.1. Monitor 1.1.5.2.2. Stampanti 1.1.5.2.3. Plotter 1.1.5.2.4. Riproduzione audio 1.1.5.3. Periferiche di Input/Output 1.1.5.3.1. Memorie 1.1.5.3.2. Modem 1.1.5.3.3. Router 1. Fondamenti di informatica (da Wikipedia) L'informatica (termine che deriva dal francese informatique, contrazione di informazione automatica) è lo studio dei fondamenti teorici dell'informazione, della sua computazione a livello logico e delle tecniche pratiche per la loro implementazione e applicazione in sistemi elettronici automatizzati detti quindi sistemi informatici. domanda - importanza: 2 Cosa significa computazione? risposta - importanza: 2 Computazione è l'azione di elaborazione dei dati da parte del processore del computer. domanda - importanza: 2 COSA SIGNIFICA IMPLEMENTARE risposta - importanza: 2 Implementare significa mettere in opera, attuare concretamente. Si usa molto come termine tecnico riferito alle tecnologie digitali, ad es. "implementare una nuova procedura software in un contesto lavorativo" oppure "implementare le tecnologie AJAX nell'interazione client-server". In altri termini è frequentemente descritta come lo studio sistematico dei processi algoritmici che descrivono e trasformano l'informazione ed è quindi punto di incontro di almeno due discipline autonome: il progetto, la realizzazione e lo sviluppo di macchine rappresentatrici ed elaboratrici di numeri (dunque l'elettronica) e i metodi di risoluzione algoritmica di problemi dati (algoritmica), che sfruttino a pieno le capacità di processamento offerte dalle macchine elaboratrici stesse per l'ottenimento di determinati risultati in output a partire da determinati dati in input. La domanda principale che sostiene l'informatica è dunque: "Come si può automatizzare efficientemente un determinato processo?". L'informatica, assieme all'elettronica e alle telecomunicazioni unificate insieme sotto la denominazione Information and Communication Technology, rappresenta quella disciplina e allo stesso tempo quel settore economico che ha dato vita e sviluppo alla terza rivoluzione industriale attraverso quella che è comunemente nota come rivoluzione informatica. approfondimento - importanza: 1 Ricordiamo quindi l'acronimo ICT, o in italiano TIC (tecnologie dell'informazione e della comunicazione) 1.1. Hardware (da Wikipedia) In ingegneria elettronica e informatica con il termine hardware si indica la parte fisica di un personal computer, ovvero tutte quelle parti elettroniche, meccaniche, magnetiche, ottiche che ne consentono il funzionamento (dette anche strumentario). Più in generale il termine si riferisce a qualsiasi componente fisico di una periferica o di una apparecchiatura elettronica. L'etimologia del vocabolo nasce dalla fusione di due termini della lingua inglese, hard (duro, pesante) e ware (manufatto, oggetto), in contrapposizione con il software, la parte logica (e perciò soft, "morbida, leggera") che compone il personal computer costuituendone insieme all'hardware le cosiddette applicazione. 1.1.1. Computer (da Wikipedia) Un computer è un dispositivo elettronico in grado di eseguire autonomamente una serie di operazioni logiche ed elaborazioni prestabilite sui dati in esso inseriti (input) fornendo un responso (output). L'implementazione fisica di questo concetto è variata con il progredire della tecnologia, e sono esistiti computer profondamente diversi dal punto di vista del meccanismo di funzionamento (meccanici, elettromeccanici ed elettronici), della modalità di domanda - importanza: 2 Il termine "ultraportatile" viene usato qui per indicare i subnotebook e più avanti per indicare i netbook. Questo può creare confusione: i netbook sono subnotebook? risposta - importanza: 2 Si, possiamo intendere che sono la stessa cosa: la definizione subnotebook è precedente, ora vengono comunemente chiamati netbook Una famiglia particolare di portatili è rappresentata dai Tablet PC, ovvero PC portatili sul cui schermo l'utente può scrivere a mano mediante una penna, come se fosse fatto di carta. Alcuni Tablet PC di Dell (ad esempio il Dell Latitude XT) e HP possiedono anche funzionalità multitocco. Differenze tra portatile e PC fisso: Vantaggi Il primo vantaggio che si nota acquistando un portatile consiste nella comodità di trasporto. Le avanzate tecnologie di risparmio energetico consentono una discreta durata delle batterie, permettendo un uso del computer anche in particolari situazioni quali l'impossibilità di connettersi alla rete elettrica, l'uso in cantieri, ecc.. Un'altra comodità riguarda anche il minor ingombro, e generalmente hanno anche una maggiore silenziosità. Le prestazioni inoltre sono molto simili a quelle di un PC desktop a parità di configurazione hardware; e grazie alla diffusione dell'USB è possibile collegare qualsiasi periferica che rispetti lo standard USB, anche tramite l'ausilio di appositi HUB. domanda - importanza: 2 Che cosa s'intende per HUB? risposta - importanza: 2 In questo caso, si intende il tipo di strumenti che consentono la moltiplicazione delle porte USB: un HUB USB si collega alla porta USB del computer e a sua volta presenta 4, 6 o 8 uscite USB utilizzabili da altri devices. I prezzi negli ultimi anni sono molto diminuiti, questo consente di trovare numerosi modelli e marche nelle grandi distribuzioni commerciali; da menzionare che nel terzo trimestre del 2008, le vendite mondiali di computer portatili hanno superato quelle dei PC da tavolo. Ultimamente, i recenti modelli, utilizzano per l'archiviazione dati, in sostituzione dei tradizionali dischi rigidi magnetici, i dischi a stato solido (SSD), consentendo una maggiore velocità di accesso ai dati, silenziosità, e riduzione di ingombro, calore e rumorosità. Svantaggi Rispetto ad un PC desktop tradizionale, il principale svantaggio di un portatile riguarda la limitata possibilità di sostituire i componenti per aumentare le prestazioni (come la scheda video) e in caso di guasti la difficoltà di reperire le parti di ricambio specifiche del modello o della serie, quale ad esempio il lettore DVD o il monitor. Queste limitazioni costringono spesso all'acquisto di un nuovo modello, costringendo il consumatore ad un maggior esborso economico. Inoltre le aziende di produzione dei vari notebook e le aziende di produzione delle schede grafiche non sono riuscite a creare una connessione interna nel notebook in modo da poter sostituire la GPU con un altro modello più performante con facilità. Per quanto riguarda l'uso del PC portatile in postazioni fisse e per lunghi periodi di impegno, si sconsiglia questo apparecchio per la scomoda posizione lavorativa dovuta alle geometrie specifiche dell'apparecchio, che non consentono posizioni "congrue" alle linee guida del D.Lgs. 81/08 e quindi di difficile adattabilità alle norme ergonomiche applicabili all'uso dei PC fissi, composti da parti adattabili (distanza del video dagli occhi, posizione della tastiera, uso del mouse, ecc.). approfondimento - importanza: 1 GPU unità di elaborazione grafica o processore grafico Graphic Processing Unit domanda - importanza: 3 voreei sapere a cosa si riferiscono le linee guida del D.Lgs risposta - importanza: 3 Il Decreto Legislativo 81/08 riguarda la sicurezza e la salute sui luoghi di lavoro. Si può consultare una sintesi al link www.mediadazeglioap.it/public/file/001_95_P_738_db104rz1.pdf 1.1.1.4. Netbook (da Wikipedia) Con il termine netbook o ultraportatile vengono indicati alcuni particolari computer portatili di dimensioni medie tra un notebook e un subnotebook destinati soprattutto alla navigazione in Internet e videoscrittura e pensati soprattutto per un pubblico non professionale. Anche il concetto di netbook, al pari di quanto avvenuto per i Mobile Internet Device, è stato creato da Intel, e precisamente nel febbraio del 2008 allo scopo di presentare una nuova linea di sistemi che potessero avvantaggiarsi delle caratteristiche del nuovo processore della casa, espressamente pensato per il contenimento dei consumi, l'Atom basato su core Diamondville (sebbene esistano anche netbook basati sul tradizionale Celeron). In quell'occasione vennero annunciati i Nettop ovvero la controparte per il settore desktop dei netbook; analogamente a questi ultimi, i Nettop sono computer desktop dalle caratteristiche hardware limitate, adatti soprattutto alla navigazione. Tuttavia nel 1992 l'Olivetti Quaderno presentava già molte caratteristiche che si sarebbero più tardi riviste sui netbook. Dato che i netbook sono pensati espressamente per la navigazione in Internet, le varie soluzioni sviluppate dai produttori includono sempre connettività di tipo Wi-Fi e in futuro è previsto anche l'arrivo di moduli WiMax. domanda - importanza: 2 cos'è il Wimax ? risposta - importanza: 2 (da Wikipedia) WiMAX è una tecnologia di trasmissione senza fili d'accesso a banda larga, quindi più potente del Wi-Fi. Ha la possibilità, al pari di altre tecnologie wireless, di essere utilizzato su molti tipi di territorio (si possono utilizzare sistemi WiMAX in ambienti dall'urbano al rurale). La tecnologia supporta velocità di trasmissione di dati condivisi fino a 70 Mbit/secondo in aree metropolitane. La tecnologia di Wimax non richiede necessariamente visibilità ottica, ma senza di essa le prestazioni sono decisamente inferiori e la connettività ristretta ad aree limitate. Bisogna tuttavia precisare che i netbook non possono essere in tutto e per tutto il sostituto di normali notebook o desktop; ad esempio, non si possono dire adatti all'uso di programmi di fotoritocco (non fosse altro per la dimensione limitata dello schermo). Il progressivo crescere della loro autonomia (alcuni modelli, almeno sulla carta, supererebbero le 6 ore) e il loro peso contenuto li rendono però piuttosto interessanti (almeno per le funzioni che potremmo definire "basilari"). 1.1.2. Tablet (da Wikipedia) Il tablet PC (lett. PC tavoletta) è un computer portatile che grazie alla presenza di uno o più digitalizzatori (digitizers, in inglese) permette all'utente di interfacciarsi con il sistema direttamente sullo schermo mediante una penna e, in particolari modelli, anche le dita. Il tablet PC è di fatto un normale Personal Computer portatile con capacità di input superiori. Il termine "tablet PC" è diventato popolare dal 2000 a seguito della presentazione da parte di Bill Gates di una serie di dispositivi che rispondevano a particolari specifiche Microsoft ma al momento attuale con questo termine si riferisce a ogni tablet PC indifferentemente dal sistema operativo utilizzato. Se utilizzato con la maiuscola (Tablet PC), il termine è generalmente utilizzato per indicare i tablet PC che rispondono a particolari specifiche Microsoft e che permettono all'utente, grazie alle funzionalità integrate in diversi sistemi operativi Windows, l'utilizzo di inchiostro digitale e del riconoscimento della scrittura. I tablet PC Slate ("piatti", in lingua inglese), conosciuti anche come "Slate PCs" o, in ambito italiano "Tablet PC puri" (nel senso di "privi di tastiera"), sono Personal Computer privi di tastiera fisica in cui, per inserire il testo, è necessario utilizzare riconoscimento della scrittura od una tastiera su schermo; alcuni modelli dispongono di particolari tastiere collegabili attraverso gli infrarossi, il Bluetooth o via USB. Prima del 2010 i tablet PC puri hanno avuto una diffusione abbastanza limitata, interessando principalmente il mercato sanitario; con la diffusione degli Apple iPad, si è registrato un aumento d'interesse verso questo particolare formato che ha portato alla nascita di dispositivi quali l'Asus Eee Slate EP121 od il Fujitsu Stylistic Q550. I tablet PC convertibili sono, di fatto, normali PC portatili il cui schermo, grazie ad uno snodo girevole, può essere ruotato di 180° e ripiegato sulla parte superiore della tastiera. Questa tipologia era, fino al 2010, di gran lunga la più popolare in quanto la presenza di tastiera fisica garantisce la possibilità di inserire dati in ogni applicativo anche se questo non dispone di una interfaccia pensata per l'uso con la penna o con le dita. La maggioranza dei tablet PC utilizzano dei digitalizzatori attivi, prodotti da WACOM ed N-Trig ed in alcuni rari casi da UC Logic e Finepoint. Questi dispositivi, posti dietro lo schermo o sopra di esso, proiettano un debole campo magnetico che lo stilo (la penna speciale) utilizza per attivarsi ed inviare un feedback al digitalizzatore, che è così in grado di capire la posizione esatta della punta dello stilo e, nel caso dei digitalizzatori prodotti da N-Trig e Wacom, anche il livello di pressione esercitata dalla penna sullo schermo. Pertanto, non utilizzando un vero e proprio schermo sensibile al contatto, l’utente può appoggiare la sua mano sullo schermo e scrivere con naturalezza; negli schermi abilitati l'utente sarà anche in grado di regolare lo spessore del tratto regolando la pressione esercitata sullo schermo. Altri modelli, in particolar modo quelli economici e quelli destinati ad usi lavorativi particolari, utilizzano invece digitalizzatori passivi di tipo resistivo (il classico "touchscreen") o capacitivo, che possono essere usati con le dita. La differenza principale tra le due tipologie di digitalizzatori passivi risiede nel fatto che mentre quelli resistivi necessitano di una pressione del dito o dello stilo sullo schermo, quelli capacitivi si attivano al semplice sfioramento. Con l'avvento del fenomeno "multitocco" nato in seguito alla disponibilità dell'Apple iPhone e con le nuove tecnologie integrate nel sistema operativo Windows 7 in molti casi le case produttrici hanno inserito digitalizzatori capaci di riconoscere due o quattro punti di contatto; la maggior parte dei modelli prodotti nel corso del 2010 è disponibile con tecnologie attive affiancate a tecnologie passive; questi modelli offrono quindi funzionalità di inchiostro digitale avanzate unite alla possibilità di usare le dita sullo schermo in caso di bisogno. 1.1.3. Smartphone (da Wikipedia) Uno smartphone o in italiano telefonino intelligente, cellulare intelligente è un dispositivo portatile che abbina funzionalità di telefono cellulare a quelle di gestione di dati personali. Può derivare dall'evoluzione di un PDA a cui si aggiungono funzioni (non sempre tutte) di telefono (per questo detti anche PDA- Phones) o viceversa, di un telefono mobile a cui si aggiungono funzioni di PDA. domanda - importanza: 2 Cos'è un PDA? risposta - importanza: 2 Personal Digital Assistant - spesso detto computer palmare: un dispositivo elettronico portatile che può includere funzioni presenti su un computer, un telefono cellulare, un lettore musicale o video, di una fotocamera o videocamera. La caratteristica più interessante degli smartphone è la possibilità di installarvi ulteriori applicazioni, che aggiungono nuove funzionalità. Questi programmi possono essere sviluppati dal produttore dello smartphone, dallo stesso utilizzatore, o da terze parti. Negli ultimi anni gli smartphone stanno conquistando quote sempre maggiori del mercato della telefonia mobile, raddoppiando quasi fra il 2004 ed il 2005 (più di 12 milioni di apparecchi venduti nell'ultimo anno). Nel secondo trimestre 2011 si è verificato in Europa una maggiore vendita di smartphone rispetto ai normali telefonini, arrivando a 21,8 milioni di unità vendute (i telefonini tradizionali arrivano a 20,4 milioni) I sistemi operativi più usati per gli smartphone sono: Android Apple iOS 1.1.5.1.2. Dispositivi di puntamento (da Wikipedia) un dispositivo di puntamento è un componente hardware che consente di inserire dati di posizione spaziale in un computer. Nei sistemi CAD e nelle interfacce grafiche (GUI), gli utenti possono impartire comandi e fornire informazioni al computer mediante "gesti" di natura fisica (puntamento, selezione, trascinamento), che nella realizzazione più comune vengono eseguiti manipolando un mouse posto sulla propria scrivania e azionando i relativi pulsanti. I movimenti del mouse vengono interpretati e convertiti nel movimento di un apposito cursore sullo schermo (detto puntatore) e nelle opportune modifiche all'ambiente grafico. Per quanto il dispositivo di puntamento di maggior diffusione sia senz'altro il mouse, ne esistono molti altri sviluppati per applicazioni più o meno specializzate. Tali dispositivi sono in genere basati sull'uso diretto delle mani (trackball, touch pad, schermo tattile, joystick, paddle, Trackpoint) o sull'impugnatura di uno stilo (tavoletta grafica, penna ottica). Altri dispositivi usano i movimenti del corpo o parti di esso per fornire informazioni al computer (data glove, sensori di movimento del capo, sistemi di inseguimento oculare), potendo stabilire anche forme di interazione più complesse del semplice puntamento sopra descritto. 1.1.5.1.2.1. Mouse (da Wikipedia) Il mouse è un dispositivo in grado di inviare un input ad un computer in modo tale che ad un suo movimento ne corrisponda uno analogo di un indicatore sullo schermo detto puntatore. È inoltre dotato di uno o più tasti ai quali possono essere assegnate varie funzioni. Le tecnologie utilizzate nei mouse hanno essenzialmente tre finalità: 1. rilevare il movimento del mouse 2. inviare il dato al dispositivo a cui il mouse è collegato 3. permettere l'attivazione di funzioni Nel tipo di mouse più comune, il mouse meccanico detto informalmente a rotella, vi è: 1. Una sfera solitamente in metallo rivestita di gomma, che muove le ruote forate (ruote foniche) dell'encoder. approfondimento - importanza: 3 E' possibile dare una definizione più dettagliata di che cosa sia fisicamente un encoder? risposta - importanza: 3 L'encoder nel mouse è il dispositivo hardware che codifica il movimento meccanico permettendo di ricavare le coordinate sullo schermo 2. Due encoder, caratterizzati da: due ruote forate disposte ortogonalmente tra loro, quattro sensori, (due per encoder) per misurare la velocità di rotazione delle ruote foniche e due fonti luminose infrarossi. 3. Trasmissioni al computer. I mouse di questo tipo, pur avendo il pregio di essere economici, hanno lo svantaggio di sporcarsi molto facilmente con l'utilizzo: la polvere, infatti, tende a incastrarsi nelle rotelle che rilevano il movimento, rendendone l'utilizzo problematico e impreciso. Per pulire un mouse meccanico è sufficiente sfilare la sfera, solitamente sbloccando una ghiera, e ripulire le rotelle interne con una pinzetta o un bastoncino cotonato leggermente imbevuto di alcol. La sfera è consigliabile sia lavata con acqua e sapone. Un secondo tipo è costituito dai mouse ottici. Rispetto ai mouse tradizionali la struttura interna del mouse è molto semplificata, infatti al posto della pallina, delle ghiere e dei sensori che captano i movimenti lungo i due assi di movimento, ci sono solamente un chip, un sensore ottico e un LED di illuminazione. Il processore di un mouse ottico è naturalmente molto più complesso di quello presente in un mouse tradizionale, a causa della maggiore elaborazione necessaria. Comunque un dispositivo a stato solido, per quanto complesso, è in generale molto più affidabile di un organo meccanico. Inoltre la totale mancanza di aperture dove si possono infiltrare sporco e polvere permette una vita media del mouse di gran lunga superiore a quelli tradizionali, senza alcun bisogno di manutenzione. Un altro vantaggio dei mouse ottici è la possibilità di funzionare con qualunque inclinazione, anche capovolto. Per contro non è in grado di funzionare su un vetro o su superfici prive di almeno una minima trama ottica. L'unico problema può essere dato dall'utilizzo su una superficie riflettente. Poiché il LED illumina il piano d'appoggio e il sensore acquisisce l'immagine, qualsiasi materiale riflettente inganna l'acquisizione dell'immagine e quindi la rilevazione precisa del movimento. Infine, i mouse laser sono essenzialmente mouse ottici che utilizzano un laser al posto di un LED per l'illuminazione del piano d'appoggio. Come conseguenza si ha una maggiore risoluzione nell'acquisizione dell'immagine, che si traduce in migliore precisione e sensibilità di movimento. domanda - importanza: 2 cos'è il LED risposta - importanza: 2 Il LED è un diodo ad emissione luminosa, una piccola fonte di luce continua o intermittente. Guardare direttamente il laser di un mouse può causare danni alla retina. Durante il normale utilizzo il laser o il LED sono puntati verso la superficie d'appoggio e coperti dal mouse stesso, quindi i rischi sono nulli e legati solo ed esclusivamente ad un utilizzo improprio. 1.1.5.1.3. Scanner (da Wikipedia) Lo scanner (termine mutuato dall'inglese), raramente anche chiamato scanditore o scansionatore, è una periferica in grado di acquisire in modalità ottica una superficie piana (fogli stampati, pagine di libri e riviste, fotografie, diapositive, ecc.), di interpretarla come un insieme di pixel e, quindi, di restituirne la copia fotografica sotto forma di immagine digitale. Successivamente, l'utente potrà modificarla mediante appositi programmi di fotoritocco o, nel caso di una scansione di un testo, di convertirla in un file di testo mediante riconoscimento ottico dei caratteri (OCR), alcuni modelli di fascia medioalta hanno già un dotazione un loro programma di fotoritocco comprese alcune funzioni implementate nel software, attivabili durante l'acquisizione dell'immagine, come la rimozione della polvere sulla pellicola e il ritocco su eventuali piccoli difetti presenti sull'immagine. In pratica, lo scanner svolge una funzione esattamente opposta a quella della stampante. 1.1.5.1.4. Tavoletta grafica (da Wikipedia) La tavoletta grafica (digitizer o digitizing - tablet in lingua inglese) è una periferica che permette l'immissione di dati all'interno di un computer. Il suo utilizzo è abbastanza limitato, ma nei primi anni novanta conobbe un notevole impiego per software di disegno digitale (CAD), come il celebre AutoCAD, che poteva essere completamente gestito da una tavoletta grafica provvista di puntatore. L'uso del digitizer per il disegno tecnico si è poi progressivamente ridotto, a causa della maggiore diffusione dello scanner d'immagini come periferica di acquisizione di immagini. Attualmente le tavolette grafiche, di ridotte dimensioni, sono utilizzate soprattutto per il disegno artistico, a mano libera e per il fotoritocco, come ausilio per la creazione di disegni e schizzi, usando una apposita penna (penna grafica) sul supporto. Il movimento della penna viene riconosciuto dalla tavoletta e si ha quindi una sensazione simile al disegno a mano libera, grazie anche al fatto che ormai le tavolette sono sensibili alla pressione (tipicamente 1024 livelli di pressione differenti) e sono quindi in grado, in combinazione con il software grafico, di interpretare tale pressione per variare dinamicamente, spessore della linea, intensità del colore, ecc. In commercio ne esistono alcuni modelli che abbinati all'uso di differenti strumenti conferiscono tocchi ed effetti pittorici differenti (aerografi, pennelli, etc.) 1.1.5.1.5. Touchscreen (da Wikipedia) Uno schermo tattile, o touchscreen, è un particolare dispositivo frutto dell'unione di uno schermo ed un digitalizzatore, che permette all'utente di interagire con una interfaccia grafica mediante le dita o particolari oggetti. Uno schermo tattile è allo stesso tempo un dispositivo di output e di input. Uno schermo tattile può essere realizzato con una gamma di tecnologie estremamente varia. 1. Sensore magnetico, dove tramite l'influenza dei campi magnetici tra la penna e il tablet si ha un interazione con il dispositivo. 2. Ad infrarossi, i primi schermi tattili usavano raggi di luce infrarossa proiettati secondo una disposizione a griglia immediatamente sopra la superficie dello schermo; appoggiando il dito allo schermo l'utente interrompe alcuni fasci orizzontali e alcuni fasci verticali, consentendo così l'identificazione delle coordinate a cui è avvenuto il "contatto". 3. A videocamere alcuni dispositivi, come il Microsoft Surface, sfruttano un sistema di videocamere che individuano la presenza di oggetti o dita che entrano a contatto con la superficie dello schermo. 4. Schermo capacitivo il digitalizzatore capacitivo, presente ad esempio sull'Apple iPhone ed altri smartphone, sfrutta la variazione di capacità dielettrica tipica dei condensatori sul vetro del telefono stesso, che viene ricoperto da un sottile strato di ossido metallico sulla parte esterna. Ai quattro angoli del pannello viene applicata una tensione che si propaga uniforme su tutta la superficie dello schermo per via dell’ossido di metallo; quando il dito o un materiale conduttore di elettricità tocca lo schermo avviene una variazione di capacità superficiale, che viene letta da una matrice di condensatori a film posizionati su un pannello posto sotto la superficie del vetro. 5. Schermo resistivo il digitalizzatore di tipo resistivo, presente nella maggior parte dei dispositivi moderni, è composto da due strati di materiale conduttivo che, nel momento in cui un oggetto viene premuto sullo schermo, entrano in contatto permettendo al dispositivo di determinare la posizione dell'oggetto. Le diverse tecnologie presentano diversi vantaggi e svantaggi a seconda del tipo d'impiego, usabilità e costi. Esistono alcuni particolari schermi tattili, definiti multitocco (dall'inglese multi-touch), capaci di riconoscere la presenza di più dita o oggetti presenti contemporaneamente sullo schermo. Questi schermi utilizzano in genere tecnologie capacitive o resistive, ma come per i normali schermi tattili le tecnologie sono numerose e differenti, queste tecnologie hardware devono però essere accompagnate da un software di gestione che sia in grado d'interpretare i segnali derivati dallo schermo. 1.1.5.1.6. Lettore ottico (da Wikipedia) I lettori ottici sono strumenti atti a leggere i codici a barre stampati sulla maggior parte dei prodotti vendita. Sono molto utilizzati negli esercizi commerciali: ogni cassa è dotata di un lettore fisso che, fatto scivolare sul codice a barre stampato direttamente sul prodotto o sulla sua confezione, determina la descrizione e il prezzo del prodotto stesso in base allo spessore delle barre e allo spazio tra di loro. Sono disponibili altri dispositivi come le penne ottiche che sono utili in casi in cui sia necessaria una maggiore mobilità. La tecnologia prevalente in quanto più affidabile ed economica impiega uno o più raggi laser (nei lettori fissi abbinato ad una o più testine oscillanti e in taluni casi ad un sistema di specchi) al fine di moltiplicare le angolazioni di lettura del codice stampato su un oggetto. Esistono anche dei lettori più economici (di solito quelli portatili) che utilizzano una barra di LED per illuminare i codici a barre e un sensore CCD (Charged Coupled Device). Si ottengono così dispositivi più leggeri e più resistenti che però devono essere portati quasi a contatto con i codici a barre da leggere, a breve distanza e perpendicolarmente o quasi. 1.1.5.1.7. Fotocamera digitale (da Wikipedia) Una fotocamera digitale è una fotocamera che utilizza, al posto della pellicola fotosensibile, un sensore (CCD o CMOS) in grado di catturare l'immagine e trasformarla in un segnale elettrico di tipo analogico. Gli impulsi elettrici vengono convertiti in digitale da un convertitore A/D, nel caso del CCD in un chip di elaborazione esterno al sensore, nel caso del CMOS, direttamente dal sensore, Gli schermi transriflettivi cercano di unire le caratteristiche migliori dei trasmissivi e dei riflettivi. Hanno un semi-specchio posto dietro il display, in grado di riflettere la luce frontale (come i reflective), ma di far passare la luce proveniente da un illuminatore posto nella parte posteriore (come i trasmissive). Questo tipo di display si va diffondendo rapidamente, soprattutto negli apparecchi mobili (telefoni cellulari e computer palmari), per la sua buona leggibilità in tutte le condizioni di luce. 4 display LED. OLED è l'acronimo di Organic Light Emitting Diode ovvero diodo organico ad emissione di luce. Tecnologia che permette di realizzare display a colori con la capacità di emettere luce propria: a differenza dei display a cristalli liquidi, i display OLED non richiedono componenti aggiuntivi per essere illuminati (i display a cristalli liquidi vengono illuminati da una fonte di luce esterna), ma producono luce propria; questo permette di realizzare display molto più sottili e addirittura pieghevoli e arrotolabili, e che richiedono minori quantità di energia per funzionare. A causa della natura monopolare degli strati di materiale organico, i display OLED conducono corrente solo in una direzione, comportandosi quindi in modo analogo a un diodo; di qui il nome di O-LED, per similitudine coi LED. Il materiale organico è ad esempio un polimero conduttivo elettroluminescente simile alla plastica (in questo caso si può parlare più correttamente di POLED: polymer organic LED) oppure materiali organici non polimerici di peso molecolare relativamente basso. Un elemento viene definito organico in quanto contenente una struttura costituita prevalentemente da carbonio. Da qui il nome di led organico. Normalmente, gli strati organici sono in grado di emettere solo luce bianca, ma con opportuni drogaggi (di composti elettrofosforescenti) è possibile renderli in grado di emettere luce rossa (drogante fluorescente a base di perilene di carbossammide), verde (cumarina) o blu ( - DNA) (RGB): essendo questi i colori primari, è possibile combinarli per produrre tutti i colori dello spettro visibile, in modo analogo a quanto accade in qualunque display a colori: ogni punto di un'immagine è costituito da 3 microdisplay affiancati, che producono luce rossa, verde e blu; visto da lontano, ogni elemento composto da tre microdisplay appare all'occhio umano come un singolo punto, il cui colore cambia a seconda dell'intensità della luce di vari colori emessa dai singoli microdisplay. La Universal Display Corporation, tuttavia, ha recentemente annunciato di aver realizzato un differente tipo di display, in cui i tre microdisplay di ogni elemento sono sovrapposti anziché affiancati, il che permette un notevole incremento della risoluzione. Un display OLED è composto da vari strati sovrapposti: su un primo strato trasparente, che ha funzioni protettive, viene deposto uno strato conduttivo trasparente che funge da anodo; successivamente vengono aggiunti 3 strati organici: uno per l'iniezione delle lacune, uno per il trasporto di elettroni, e, tra di essi, i tre materiali elettroluminescenti (rosso, verde e blu), disposti a formare un unico strato composto da tanti elementi, ognuno dei quali formato dai tre microdisplay colorati. Infine, viene deposto uno strato riflettente che funge da catodo. Nonostante la molteplicità di strati, lo spessore totale, senza considerare lo strato trasparente, è di circa 300 nanometri. La tecnologia OLED ha grandi vantaggi (bassa tensione di alimentazione, ottimo contrasto, brillantezza dei colori) tuttavia presenta ancora dei limiti. Primo fra tutti il costo ancora elevato del processo produttivo. In secondo luogo gli schermi OLED hanno una durata molto inferiore agli schermi a cristalli liquidi e agli schermi al plasma. Il materiale organico di cui sono composti, infatti, tende a perdere la capacità di emettere luce dopo poche decine di migliaia di ore di esercizio. 1.1.5.2.2. Stampanti (da Wikipedia) In informatica, una stampante è un apparecchio capace di trasferire su carta i dati forniti da un computer, siano essi dati in formato testuale che sotto forma di immagini digitali. L'operazione informatica di stampa comporta una perdita di informazioni, in quanto, una volta stampati, un testo oppure un'immagine, sarà molto difficile ricostruire perfettamente il documento originale con il processo inverso, ovvero la scansione o il riconoscimento ottico dei caratteri (OCR). Molteplici sono le tecnologie sviluppate per stampare informazioni su carta. Alcune sono state rese obsolete dall'arrivo di altre, ma spesso non del tutto estinte, semplicemente relegate ad applicazioni particolari. La tecnologia a getto d'inchiostro (ink-jet) è la tecnologia che ha avuto il maggiore successo presso l'utenza privata ed i piccoli uffici, principalmente a causa del basso costo di produzione, della silenziosità e buona resa dei colori. Una schiera di centinaia di microscopici ugelli spruzzano minuscole gocce di inchiostro a base di acqua sulla carta durante lo spostamento del carrello. La tecnologia Laser deriva direttamente dalla xerografia comunemente implementata nelle fotocopiatrici analogiche. In sintesi, un raggio laser infrarosso viene modulato secondo la sequenza di pixel che deve essere impressa sul foglio. Viene poi deflesso da uno specchio rotante su un tamburo fotosensibile elettrizzato che si scarica dove colpito dalla luce. L'elettricità statica attira una fine polvere di materiali sintetici e pigmenti, il toner, che viene trasferito sulla carta (sviluppo). Il foglio passa poi sotto un rullo fusore riscaldato ad elevata temperatura, che fonde il toner facendolo aderire alla carta (fissaggio). Per ottenere la stampa a colori si impiegano quattro toner: nero, ciano, magenta e giallo, trasferiti da un unico tamburo oppure da quattro distinti. Per semplificare la gestione dei consumabili, nelle stampanti laser monocromatiche moderne il toner e il tamburo fotosensibile sono incluse in un'unica cartuccia. Questo tipo di stampante ha una velocità di circa 70 ppm(pagine per minuto) ed una risoluzione che supera i 1200 dpi. I parametri che caratterizzano una qualunque stampante sono essenzialmente: 1 Interfaccia: il tipo di collegamento al computer, che può essere una porta parallela, seriale, USB, ad infrarossi, bluetooth ecc. 2 Formato carta: la dimensione, lo spessore, il tipo di supporti di stampa che la stampante è in grado di accettare (carta, buste ecc). Il più diffuso è il formato A4, ma alcuni modelli usano formati minori, in genere per le foto, oppure formati superiori, A3, A2 ecc., fino ai rotoli da 92cm. 3 Numero di colori primari: ovvero quanti inchiostri sono utilizzati e quindi quanti colori può riprodurre la stampante; le monocromatiche impiegano un solo colore, di solito il nero. Le tricromatiche usano giallo, ciano e magenta per produrre i colori per sintesi sottrattiva, compreso il nero. Le quadricromatiche hanno i tre colori base già detti più il nero, utilizzato per le stampe bianco e nero e per comporre colori scuri più verosimili. Le esacromatiche hanno in più due tinte chiare di ciano e magenta, per rendere meglio le mezzetinte. 4 Risoluzione massima: il numero di punti stampabili sulla carta per unità di lunghezza, che può differire tra il senso orizzontale e verticale. Di solito si esprime in punti per pollice lineare, "dot per inch" (DPI). La densità di pixel dell'immagine non corrisponde necessariamente alla densità dei punti di stampa, poiché a ciascun pixel possono corrispondere diversi punti di colore diverso affiancati. Per ragioni di marketing viene spesso indicata la densità di questi ultimi, che è più alta. 5 Velocità: il numero di pagine (normalmente A4) che può essere prodotta per unità di tempo, di solito espressa in pagine al minuto. Questo parametro differisce molto a seconda che si stampi un testo bianco e nero oppure una fotografia, ed anche in funzione della qualità e risoluzione impostate. 6 Tempo per la prima stampa: il tempo che intercorre tra l'invio dei dati e l'avvio della prima stampa. È un valore poco considerato ma che può arrivare a molte decine di secondi. 7 Costo per copia stampata: quando si ha un uso intensivo della macchina, più importante del costo di acquisto sono i costi operativi, dovuto a inchiostri o toner, tamburi, testine, elettricità e quanto altro è necessario per stampare un singolo foglio. 1.1.5.2.3. Plotter (da Wikipedia) Il plotter è una periferica specializzata nella stampa di supporti di grande formato. È il dispositivo di output ideale per i sistemi CAD, dove è impiegato per la stampa di prospetti e progetti architettonici, meccanici, elettrici, mappe topografiche, curve geometriche ecc. Oggi viene anche utilizzato nell'ambito della grafica e della pubblicità grazie alle moderne tecnologie che consentono al plotter di stampare a colori e addirittura di ritagliare (plotter da taglio). Il nome deriva dal verbo inglese to plot nel senso di tracciare (un diagramma). 1.1.5.2.4. Riproduzione audio Voce in preparazione 1.1.5.3. Periferiche di Input/Output (da Wikipedia) La periferica di input/output (anche chiamata periferica di ingresso/uscita) è una periferica che immette dati nella memoria centrale del computer e riceve da essa dati. Un esempio di periferica di input/output è il modem. 1.1.5.3.1. Memorie (da Wikipedia) In ambito informatico la memoria è la parte del computer destinata a conservare informazioni per un certo periodo di tempo. La memorizzazione di informazioni in memoria, e il successivo recupero delle medesime, sono funzioni fondamentali nel funzionamento del computer. Èuna parte essenziale nonché una delle chiavi di successo (assieme alla capacità di processamento e alla riprogrammabilità) del computer grazie alla possibilità di memorizzare grandi quantità di dati ben oltre le capacità umane. In essa sono memorizzati dati d'archivio dell'utente e le istruzioni dei programmi sfruttabili dall’utente. Una memoria può essere considerata astrattamente come una sequenza finita di celle in cui ogni cella contiene una sequenza finita di bit. Normalmente i bit sono gestiti a gruppi di otto, detti byte. Pertanto lo spazio fisico della memoria può essere immaginato come una sequenza di locazioni, ognuna contenente un byte. Ogni posizione è individuata da un preciso indirizzo, normalmente espresso tramite un numero intero positivo. Con il termine storage si identificano i dispositivi hardware, i supporti per la memorizzazione, le infrastrutture ed i software dedicati alla memorizzazione non volatile di grandi quantità di informazioni in formato elettronico. Il mercato dello storage è quel settore di mercato ICT che si occupa delle esigenze di memorizzazione di grandi quantità di dati. Le operazioni effettuate sulla memoria di un computer sono fondamentalmente le seguenti: 1 Inizializzazione. È il trattamento che subisce la memoria prima dell'uso normale. Alcuni tipi di memoria (per esempio la RAM elettronica) non hanno bisogno di inizializzazione; per tali memorie, il contenuto iniziale è impredicibile. Per le memorie a sola lettura, l'inizializzazione consiste nella scrittura dei dati effettuata in fase di produzione. Per i dischi magnetici, l'inizializzazione consiste nella scrittura di dati che costituiscono un casellario in cui porre le informazioni utili (la cosiddetta formattazione). domanda - importanza: 3 Che cosa significa impredicibile? risposta - importanza: 3 Significa non determinabile a priori, non prevedibile. Credo derivi dall'inglese unpredictable. 2 Scrittura. È l'operazione di memorizzazione delle informazioni. Un esempio di scrittura è assegnare il byte 123 alla cella di indirizzo 1000. 3 Lettura. È l'operazione di recupero di informazioni memorizzate. Un esempio di lettura è chiedere alla memoria il contenuto della cella di indirizzo 1000. Si accede inoltre alla memoria e ai suoi contenuti ogni qual volta l’Unità di Controllo (Control Unit) del Processore richiede dati utili su cui eseguire un'operazione di elaborazione. Tutto ciò avviene grazie alle procedura di indirizzamento gestite dall’Address Logic, sottosistema del processore. Per parlare indifferentemente di lettura o di scrittura, si usa il termine accesso. Per esempio, per indicare che una memoria è veloce sia in lettura che in scrittura, si dice che ha un basso tempo di accesso. Le principali categorie di memorie di massa sono le seguenti: 1 I dischi magnetici, composti da uno o più dischi (i disk pack) ricoperti di materiale ferromagnetico, vengono "letti e scritti" (cioè su questi dischi vengono salvati e recuperati i dati) mediante un braccio mobile dotato della "testina di lettura/scrittura". I dati vengono trasferiti ai dischi magnetici tramite un buffer nella memoria centrale ed occupano successive posizioni lungo le tracce, sotto forma di differenti stati di magnetizzazione. I settori dei dischi vengono letti e scritti interamente utilizzando il numero della superficie, della traccia e del settore. Il tempo di accesso ai dischi magnetici è superiore rispetto a quello della memoria centrale, ma i costi, a parità di quantità di informazione memorizzata, sono decisamente più bassi. Di questa categoria fanno parte ad esempio gli hard disk e i floppy disk (realizzati con materiale plastico flessibile). approfondimento - importanza: 2 Come significato del termine "buffer" ho trovato "memoria ausiliaria o di accumulo". E' corretto? E' possibile avere una spiegazione più dettagliata su questo termine? risposta - importanza: 2
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