Scarica G. PIANA, Introduzione all’etica cristiana, Queriniana, Brescia 2014 (Giornale di teologia, 367) e più Sintesi del corso in PDF di Teologia solo su Docsity! Introduzione all'etica cristiana I FONDAMENTI 1. Crisi qualità della domanda dell’etica La crisi morale è sotto gli occhi di tutti e le radici vengono trovate in vissuti personali e nei comportamenti sociali. La caduta di normative eccessivamente rigide legate a modelli repressivi con effetti alienanti e colpevolizzanti, ha provocato una rimessa in discussione dei valori che rappresentavano in riferimento alla naturale dei singoli. Tutto cio' genera disorientamento, insicurezza, destabilizzazione che culmina nell’affermazione di una forma di agnosticismo morale e amoralità. Risulta difficile distinguere tra il bene e male: è faticoso prendere decisioni che mettono radici sullo scetticismo che a sua volta conduce l’uomo ad allontanare istanza etica che viene sostituita criteri utilitaristi. Viene meno anche la convergenza attorno a valori universalmente condivisi, riconosciuti come pilastri irrinunciabili sui quali edificare la convivenza civile. Questo è dovuto alla realtà politica- storica italiana: la nascita di forze politiche ha contribuito alla diversificazione dei valori i quali convergono nella lotta antifascista , nonostante ciò si è venuta a creare un allentamento della tensione ideologica ma anche la nascita di sistemi differenziati valoriali. Paragrafo uno: Alla radice della crisi e la ricerca delle cause La crisi nella società ha origine da quattro cause: La prima è la cultura individualista la quale assume un ruolo prioritario nella sfera di bisogni E dei desideri dei soggetti, Del benessere, della felicità e della autorealizzazione. Il ritorno del soggetto è dunque ambivalente: può condurre al recupero della persona in quanto essere relazionale E quindi aperta gli altri della società ma può anche determinare il ripiegamento dell'individuo su se stesso con la riduzione della socialità a semplice imposizione esterna cui sottostare e con l'affermazione di una morale fai da te. La seconda causa È il fenomeno della complessità; Col passare del tempo in via sempre maggiore c’è stato un passaggio ai sistemi artificiali sempre più sofisticati dovuti all'intervento manipolativo dell'uomo che innesca processi che rendono difficile il controllo del sistema in una società con crescente complessità basata ormai su sistemi organizzativi gestionali con il rischio della ingovernabilità . Tutto ciò ha delle ripercussioni nel campo etico sociale: • In primo luogo via la moltiplicazione delle appartenenze le quali si rivelano deboli e precarie che si traduce in una crescente destrutturazione del tessuto collettivo. • In secondo luogo il bene comune È costituito sulla ricerca dell'interesse privato o di gruppo che determina la rinuncia ad ogni tensione ideale valoriale. Questa nuova società corporativa però produce un effetto sconveniente quale quello della politica dello scambio che si basa Sulla Vittoria delle corporazioni più forti su quelle più deboli che impongono I loro valori e il loro modello di bene. Si fanno spazio così I principi d'autorità e l'etica viene quasi vanificata. La terza causa È il sistema economico. Il capitalismo selvaggio, dopo la caduta dei sistemi all'economia pianificata del socialismo reale, ha assunto l'ideologia totalitaria cioè un pensiero unico che si ispira a efficienza produttiva e di consumo. Si fanno spazio concezioni utilitaristiche dominanti che portano all'abbandono dell'ideologia portano l’ uomo a ripiegarsi su una visione pragmatica della vita. Questo determina un'alta tensione sociale che si basa su una regressione con gravi ripercussioni sulle scelte personali. La quarta causa va ricercata nella secolarizzazione. Il crollo dell'ideologia, vanifica la possibilità di domande forti e non postula un'interpretazione dialettica della realtà senza una prospettiva di cambiamento; inoltre determina un ripiegamento sull'immediato senza alcuna prospettiva futura. La perdita di consistenza delle grandi domande di senso di fondamento E quindi l'assenza di un quadro valoriale ispirano la condotta della vita personale e sociale che si traduce in un'etica debole di carattere procedurale, Dove vi è la mera elaborazione di norme. Paragrafo due: attualità della domanda etica La mancanza di solidi pilastri suscita soltanto insicurezza e lacerazioni interiori; rende ardua la definizione della propria identità ed impedisce l'instaurarsi di forme di convivenza che favoriscono la crescita del senso di appartenenza e lo sviluppo di comportamenti solidali . esistono variabili che influenzano l'approccio a questa domanda: • Informatizzazione ha dato luogo a una mutazione antropologica. Essa determina una nuova soggettività. Negli ultimi anni la tecnica da semplice strumento si trasformata da oggetto a soggetto, prendendo anacronisticamente ogni forma dialettica, destituendo di significato tanto la tradizionale morale dell'intenzione quanto la moderna morale della responsabilità. Questi processi penalizzano i soggetti più marginali che vivono nelle forme di alienazione. • la manipolazione genetica. Al giorno d'oggi sia la convinzione che tutto ciò che è tecnicamente possibile e anche eticamente lecito, perché non può avere effetti umanizzanti. Però è necessario che su alcuni argomenti bisogna riprendere Basi etiche per arginare le enormi possibilità distruttive che l’uomo ha nelle mani tanto da contraltare lo stato di impotenza. 2) il contesto biblico Non esiste coincidenza perfetta tra maturazione della coscienza di fede e trasformazione di costumi. Alla crescita della fede non corrisponde sempre necessariamente un'analoga crescita della condotta morale: il percorso è lento perché l’uomo è soggetto a condizionamenti propri dell'ambiente in cui il credente inserito. Bisogna anche fare una distinzione tra fede e vita morale che caratterizza l'esperienza morale: l’ influsso dell’ambiente È particolarmente rilevante, È maggiore la dipendenza di modelli comportamentali dal costume del tempo. L’ethos È soggetto a costante divenire, nel quale si danno aspetti di continuità e integrazione, Di sviluppo e di cambiamento, che conducono gradualmente fino al momento culminante costituito dall'esperienza neotestamentaria. I principi guida che animano in profondità l’ethos biblico E consentono di ricostruire il contesto entro il quale l'agire umano va collocato per essere compreso in tutta la sua ricca gamma dei suoi significati. Paragrafo uno l'alleanza: la radice dell'agire morale L'esperienza religiosa di Israele è caratterizzata dal dialogo permanente tra dio e l'uomo. Da ciò nasce l'alleanza con Dio stipulato fin dal principio con il suo popolo perché, nonostante la presenza di momenti di rottura, viene mantenuto e rinnovato. Il patto Sinaico solennemente sancito sotto forma di una comunione vitale tra dio e popolo. La piena realizzazione di tale comunione si verifica nel nuovo testamento in particolar modo nell'evento-persona di Gesù di Nazareth. ALLEANZA E LEGGE Il carattere dialogico dell'alleanza mette ben in evidenza lo stretto rapporto esistente tra esperienza religiosa ed esperienza morale. Il contenuto fondamentale dell'agire morale diventa comprensibile solo nel contesto dell'alleanza. Dio si presenta come il legislatore: la legge acquista significato unicamente a partire dalla preesistente iniziativa salvifica. l’ethos della legge appare determinato da due particolarità: • Il fatto che Dio si riveli come l'unico avvenga come tale si è creduto a considerare provenienti da lui tutte le prescrizioni dell’etica. Diede alleanza fa comprendere l’ethos come clausole del patto pronunciate da Dio stesso. La legge non può essere concepita come il fine dell'agire dell'uomo biblico: il rapporto con Dio definisce rapporto con il prossimo, Mette chiaramente in luce il significato integrale della legge cioè che la nuova alleanza, Che prende forma nell'evento persona di Gesù che sancisce il nuovo rapporto filiale dell'umanità con il padre, comporta un rinnovamento interiore dell'uomo, che diviene Nuova creatura capace di vivere una vita nuova grazie all'azione dello spirito. Lo spirito assume il ruolo di legge nuova che sostituisce la legge esterna E conferisce alla vita cristiana il carattere di piena perfetta libertà. La persona di Gesù inaugura la presenza del regno nella storia però non rende del tutto superflua la funzione della legge esterna ma va a perfezionarla. Ciò che Gesù respinge con forza è il formalismo legalistico proprio della mentalità farisaica, che aveva ridotto la vita morale a una casistica insopportabile, favorendo il formarsi di un atteggiamento minimalista e ipocrita per il quale a contare era unicamente l'adempimento della lettera della legge. LA FEDE COME PRIMO ATTO MORALE La vita morale a questo carattere radicalmente responsabile. Serve il “si” esistenziale dell'uomo a Dio che chiama ciascuno per nome, il “si” ha come oggetto il dono di sé. Dio è il vero centro 2 IL MESSAGGIO DI GESù Il messaggio di Gesù non si limita al principio unitario del dover almeno amare Dio, ma l'orizzonte viene dilatato nelle dover amare il prossimo. Il concetto di prossimo subisce delle modifiche nel corso del tempo, evidenti anche nell'antico testamento in cui vi è la presenza di interdipendenza tra I comandamenti dell'amore e del prossimo che vengono visti come indipendenti dal principio generale dell'amore verso Dio. Il messaggio di Gesù può essere sintetizzato in alcune parole chiavi chiave inerenti alla novità: • Il primo aspetto da considerare È la novità che consiste nella proposta di Gesù nel fare Opera di unità di fronte all'amore di prescrizione esistenti in Israele. La dispersione legalistica finiva per oscurare ciò che è essenziale. La carità occupa un ruolo centrale nella vita morale del credente, il quale costituisce elemento significativo dal comportamento del discepolo. L'amore di cui parla Gesù È improntato ad assoluta gratuità, che non pone come condizione il ricambio e neppure la riconoscenza. L'amore del prossimo È l'unico grande debito per il credente, Infatti per Paolo è il valore supremo che supera ogni conoscenza. • Il secondo aspetto della novità è il comandamento agapico: amore di Dio E amore verso il prossimo sono tra loro indissolubilmente uniti e reciprocamente indipendenti tanto da essere considerati due facce della stessa medaglia. L'unità amore di Dio è amore del prossimo tanto che si può parlare di un unico comandamento evidenziando che da un lato l'amore di Dio Debba incarnarsi nell'amore del fratello E dall'altro che con la stessa possibilità di amare il fratello in maniera incondizionata e totale passando alla partecipazione dell'amore di Dio E quindi dell'essere amati da lui e dal percepire nella fede che questo amore. La fede rinvia alla trascendenza di Dio E anche alla scoperta che egli è amore E questa scoperta conduce all'osservanza pratica delle sue parole. Il significato dell'agire umano È determinato dalla fede ma al tempo stesso è rivelazione della fede. • Il terzo aspetto di novità consiste nell'estensione illimitata del comandamento dell'amore del prossimo fino all'inclusione del nemico. Le novità evangelica consiste nella radicalità della proposta: l'estensione dell'amore al nemico intende sottolineare che per il discepolo di Gesù, ognuno è prossimo. Il motivo di questo atteggiamento sta nell'amore di Dio in particolare per i peccatori chi ha trovato la sapiente espressione nella predicazione condotta di Gesù. • Il quarto aspetto della novità invia in via definitiva nella natura stessa di Dio definito come Dio-amore che è in Se stesso dono sussistente. Ciò che è alla base del mistero trinitario, è l'amore tra il padre, il figlio e spirito Santo che sono i fattori costitutivi dell'essere di Dio. Il dio della rivelazione cristiana vive in comunione di persone che sussistono in quanto reciprocamente si donano. Dio è un assoluto relazione di dono: Gesù è il dono perfetto di Dio agli uomini E lui è l'amore divino E donato loro come pegno ma anche impegno. L'autorivelazione di gesù Cristo assume il carattere di chiamata. La data È una forma particolare di amore che differisce qualitativamente dell'amore umano poiché ha la sua insorgenza dall’alto. IL COMANDAMENTO E I COMANDAMENTI L’agire morale Deve misurarsi con il comandamento (agape) che sta al di là degli altri comandamenti. La carità non è uno dei comandamenti ma è il comandamento che si differenza da tutti gli altri che evidenziano istanze particolari cui sottostare per porre attenzione su ciò a cui i diversi comandamenti vanno ricondotti se si vuole che acquisiscano allora autentico significato. Il rapporto tra essi non è paritetico né perfettamente bilaterale: il comandamento senz'altro ha bisogno degli altri per potersi incarnare nelle varie situazioni dell'esistenza, ma l'osservanza di essi non è interpretabile modo univoco. La carità riassume in sé stessa interamente la vita del credente, poiché nessuna virtù può sussistere al di fuori di essa. Per questo la carità non è soltanto al centro dell'etica ma dell'anima. Alla luce della carità I comandamenti non sono precetti nel senso mistico del termine ma si trasformano in invito a rendere operante nella vita quotidiana la carità che è più che una virtù morale. Siamo davanti a vita quotidiana e vita eterna nel senso di partecipazione alla comunione trinitaria. Il carattere assoluto della carità è dovuto al fatto che essa coincide nella sua realtà più profonda, con la partecipazione alla Vita divina comunicata all'uomo in Cristo. Per il cristiano vi è una sola norma di condotta: obbedire a Cristo, imitare Cristo, vivere in Cristo; E tutto ciò si traduce nell'esercizio della carità. Lo stretto rapporto si basa sull’ inscindibilità tra dimensione religiosa e la dimensione etica nella vita del credente. Nel superamento di una concezione intimista del rapporto con Dio per evidenziare come l'amore filiale verso padre si manifesta, in modo consequenziale, nella solidarietà fraterna, determinata dall'originalità dell'insegnamento di Gesù. L'etica della prossimità si rintraccia nella figura del buon samaritano che si basa sull'etica caratterizzata dal prendersi cura di chi ne ha bisogno. L'unità tra amore del prossimo e amore di Dio non è sempre infatti presente in maniera riflessa e tematica nella coscienza, ma posso rimandare in via implicita all'interno di un’azione nella quale l'amore del prossimo è ciò che direttamente si persegue. L'amore per l'uomo È oggetto dell'azione, che rinvia a Dio che viene nello stesso atto amato; il prossimo è amato per se stesso ma l’atto contiene l'amore per Dio quali orizzonte trascendentale che definisce il senso ultimo. Il criterio etico per eccellenza in base al quale l'agire umano viene valutato È la carità. L'unificazione dei due comandamenti dell'amore di Dio dal prossimo, mette in evidenza la correlazione tra fede e morale È la necessità di dare l'esperienza cristiana carattere unitario da cui deriva un'interpretazione globale del messaggio cristiano. UNA MORALE NELLA CARITà CONCRETA La carità proposta anche attraverso esperienze concrete che riguardano la vita dei singoli e delle comunità. Esperienza più significativa È quella della primitiva comunità cristiana, Dove la carità divina nell'anima del vissuto collettivo è il criterio di valutazione dei comportamenti. La riproposizione della morte del Signore, quale espressione del dono che egli ha fatto di se all’umanità, esige la coltivazione di un modo di vivere all'insegna della comunione fraterna. Lo stile della comunità cristiana È caratterizzato dalla fraternità, la carità è ispiratrice della compagine morale comunitaria che porta manifestare il proprio essere cristiani. La carità è la motivazione ultima dei pensieri delle opere di chi prende parte alla vita della comunità cristiana. La vita della comunità cristiana sotto il segno della dell’atto che è accoglienza incondizionata dell'altro, determina un’apertura del cuore e la partecipazione di tutte le proprie risorse ai fratelli con impegno costante ad aiutare più emarginati bisognosi di sostegno. 3) I Presupposti teologici La fede È una prospettiva chiave di lettura della realtà che è finalizzato all’agire umano. La fede agisce a livello trascendentale mediante la comunicazione di una nuova Intenzionalità, Si fa sentire anche a livello categoriale, sul terreno cioè nella formulazione dei giudizi e definizione delle norme di comportamento. La fede stimola e integra la ragione morale che spinge la fede a rendere conto delle sue basi antropologiche E a precisare i contenuti normativi dell'agire. Tra ethos umano e ethos evangelico vi è una dialettica di continuità e discontinuità che non rinuncia a mantenere la novità alla specificità. L'Etica cristiana e l’agire del credente si basano su 3 caratteristiche definite dalla cristologia: IL FONDAMENTO CRISTOLOGICO Legge morale alle sue origini del mistero di Cristo, in quanto punto focale della riconciliazione del divino e dell'umano. Vi è uno stretto rapporto tra cristologia e morale che acquisiscono una direzione circolare. La reinterpretazione della figura di Gesù risente dell'influenza della cultura e dell’ethos nelle diverse epoche storiche. Le varie interpretazioni cristologiche, si sono succedute all'interno della chiesa che sono state il frutto di prassi etica particolarmente legate a contesti socioculturali ben determinati. L'affermarsi di cristologia che prendono sempre più sul serio la dimensione etica, ma anche dall'acquisita consapevolezza del carattere storico della verità morale cristiana, perciò lo stretto legame che unisce a una tradizione viva come quella dell'evento cristologico. F 0 A A il cristocentrismo nel Vaticano II Una delle questioni più dibattute è individuare una categoria fondamentale della rivelazione che consenta di dare unità alla riflessione morale cristiana come punto Focale che riprende il tema della sequela di Cristo. La categoria nella vocazione in Cristo diviene così la categoria principale di definizione dell'eticità cristiana. Risposta a questa vocazione assume carattere dialogico dell'agire morale: in parte contrassegnato dall'azione grazie edizioni di Dio alla quale Deve corrispondere la libera cooperazione umana. Imperativo etico affonda le sue radici nel grande indicativo di salvezza che coincide con il rinnovamento radicale dell'uomo operata da Cristo. La cristologia porta dunque come principio Base: cristo è misura dell'essere dell'agire cristiano. Il Vaticano II integra perfettamente fede e agire morale in relazione all’ethos umano e ethos evangelico. La salvezza si rivolge all'essere dell'uomo in quanto persona che continua ad essere formato a partire dalle finalità intrinseche della propria struttura naturale originaria. La grazia di 6 Cristo che rispetta pienamente la realtà dell’essere. Essa è legge interiore che ha come contenuto l'amore riversato nel cuore umano mediante il dono dello spirito, un amore che spinge l'uomo a realizzare pienamente immagine di Cristo. Il cristocentrismo rileva quest'amore che definisce l'intima cura della personalità del credente e la legge del suo agire. L'essere in Cristo da all’uomo una pienezza ontologica che si riflette sull'agire. La sequela è libera visione a Cristo e alla sua parola che incontra però i misteri della sussistenza da cui scaturisce la spinta ad una radicale conversione. ermeneutica esistenziale: la sequela nell’orizzonte del Regno Assume il carattere di servizio a causa del regno. L'instaurarsi di un rapporto vivo con Gesù implica il coinvolgimento dell'esistenza in un progettò più globale che anima l'interagire. L'istanza etica È conseguenza dell'opzione radicale del Cristo, fondata sulla partecipazione alla sua stessa vita. L'evento Cristo È il momento in cui la signoria di Dio raggiunge il culmine conferendo libertà al credente. La considerazione la salvezza divina non avviene in maniera separata dal mondo ma nel mondo dell'umile obbedienza definitiva, comporta l'assunzione dell'umano liberato dalle tentazioni integraliste cui è sottratta alla logica dell'interesse individuale per fare propria la logica dell'abnegazione E del dono di se. connessione tra indicativo e imperativo L'esistenza cristiana è iscritta come cambiamento interiore, Come rinascita, Come rigenerazione, come ricreazione da cui discende esigenza di una trasformazione dello stile di vita: La sequela di Gesù. La vita del credente è incorporazione a Cristo E partecipazione sui misteri, Il dinamismo della vita morale allo sviluppo dall'incorporazione e partecipazione. Il mistero cristiano assume un'interpretazione unitaria: l'evento pasquale si mostra alla fede come interiorità attorno a cui ruota la salvezza Dove È possibile comprendere intera oikonomia salvifica divenga fondamento dell’agire cristiano. il nesso sequela-imitazione È interpretato nel segno di piena continuità essendo incomparabile e inimitabile. F 0 A A Il recupero di gesù nella storia Orizzonte fenomenologico La prossimità del regno nella persona di Gesù coincide con l'attuazione della pienezza del tempo che conferisce all'uomo la possibilità di liberazione. È necessario l’impegno a fare proprio cammino di permanente conversione. Le parabole diventano provocazione all'esercizio di un giudizio con carattere dell'urgenza della radicalità. il criterio pragmatico consiste nella reinterpretazione. Il rapporto tra la legge nuova e la persona di Gesù È astratto perché l'assedio di Gesù È il paradigma al quale il discepolo deve ispirare la propria condotta infatti nella sua storia viene rivelato lo svolgimento profondo della storia dell’uomo dove tutto l'imperativo morale scaturisce dall'autorità di Gesù manifestato in particolare nei miracoli di guarigione e perdono dei peccati. La sequele-imitazione non è abdigazione del soggetto alla propria autonomia ma esplicazione della verità che egli sente nella coscienza. La conoscenza esperienziale della verità che deve alimentare in sé la vita è frutto di una parola comprensione profonda deriva dall'essere profondo dell'uomo E dalla sua apertura verso lo spirito. Nel segno del mistero Il senso dell'agire non può essere del tutto spiegato ma evocato. Il messaggio cristiano È di natura intrinseco di mistero perché al centro vieni incontro dell'uomo con Dio definito come esperienza di fede unità all'esperienza morale che risultano unite perché dal dischiudersi di un orizzonte ad opera della fede fa seguito un cambiamento degli stili di vita. Esperienza di fede rinvia quindi all'esperienza morale la quale concede alla fede vero indirizzo esistenziale. Categoria come alleanza, conversioni, rende Dio, sequela, carità, da una valenza religiosa e etica attraverso cui si mette in evidenza il rapporto tra uomo e Dio per Mantenere salda la necessità di questo rapporto da cui vengono ripresi Modelli comportamentali di incarnare. La fede È un esperienza che illumina la vita E che conferisce all'agire il fondamento d'orientamento verso il fine ultimo; l’ethos nell'ambito in cui l'esperienza si rende trasparente e attua una distinzione e un’attenzione ai contesti perché implica una lettura razionale dei contesti e delle relative domande. La fede che dà consistenza all'etica spingendo l’uomo a mettere in pratica l’etica perché solo nell’agire morale si misura la verità della fede. dell'esperienza cristiana. L'agire sacramentale non solo sulla interno del contesto ecclesiale da cui deriva la sua efficacia in ragione della partecipazione alla grazia divina ad edificare la Chiesa come stagno è sacramento di salvezza. Ciò non vuol dire che il credente è sottratta all'esercizio della responsabilità personale al contrario la rafforza e la rende più esigente. L'etica cristiana diviene così un'etica della vocazione ecclesiale basato sulla riscoperta del legame esistente tra azione celebrativa È prassi quotidiana nella sua struttura fondativa. L'eucaristia fonte e culmine dell'agire morale Eucaristia sacramento dal quale scaturiscono più immediatamente orientamenti concreti per l'agire quotidiano. Così da far trasformarsi in continua celebrazione del mistero della morte della risurrezione del Signore. L'indicativo di salvezza diviene imperativo di salvezza E la piena partecipazione al mistero pasquale di Cristo impegna il discepolo porse radicalmente la sua sequela. Un'etica della sovrabbondanza Eucaristia è manifestazione della sovrabbondanza divina chi supera illimitatamente ogni bisogno e un'aspirazione umana. Attraverso essa si rende trasparente l'assoluta gratuità dell'amore contrassegnato leggi di Dio lungo tutto il corso della storia della salvezza. Dio non agisce mai secondo la logica della semplice risposta al bisogno ma secondo una logica che va oltre ogni bisogno di aspirazione dell'uomo. Questa logica è presente nella eucarestia. Il credente Deve fare l'oggetto permanente la sovrabbondanza dell'amore divino. All'esuberanza dei doni divini non si può rispondere mediante prestazioni circoscritte entro l'aria dell'adempimento di obblighi confezionati ma tramite il dinamismo dell'amore infinito. L'etica cristiana quindi non è rinchiusa in limiti normativi prescritti. Il credente è colui che cosciente di vivere innanzitutto dei doni di cui è stato beneficato si fa stavolta donatore sapendo che la sera risposta imperfetta E che esige rinnovamento. La possibilità di accedere questa dimensione dell'esperienza cristiana È legata alla consapevolezza della propria povertà. Gesù esige che l’uomo che vuole diventare il suo discepolo il superamento della semplice giustizia terrena E l'apertura alla Giustizia che può venire soltanto da lui. Solo colui che è il padre attraversare per atto di benevolenza può entrare in virtù di se stesso delle proprie opere. l’ Identità dell'agire cristiano sta nella capacità di appropriarsi di Ascesi del ricevere, nel lasciarsi amare. Non siamo noi ad andare incontrare Dio ma è lui che ci viene incontro per primo, a noi spetta soltanto creare le condizioni per poterlo accogliere. L'atto fondamentale dell'agire cristiano È l'aspetto del rendimento di grazie. Un'etica eucaristica È incentrata su questa attitudine con la quale chi crede deve porsi non solo di fronte a addio ma di fronte alla realtà creata. Un'etica della convivialità Nelle parabole il convito e un'immagine privilegiata per descrivere il migliore degli uomini con Dio E tra di loro nel regno dei cieli. Gesù dimostra che in lui e attraverso di lui sopra la riconciliazione e la comunione definitiva dell'umanità con Dio. L'ultima cena di Gesù con i discepoli dell'apice di questa rivelazione Dove si fa trasparente la comunicazione dell'amore di Dio io agli uomini realizzata in Gesù. L'unità dei fedeli attuata mediante la partecipazione all'unico pane balistico Deve tradursi nell'attuazione dell'unità della vita quotidiana. La contraddizione tra ciò che la comunità celebra il suo comportamento quotidiano sardella riproposizione della morte della risurrezione di Gesù non insegno di salvezza ma di giudizio. L'eucaristia relazioni in cui Cristo si dona nel modo più intenso alla sua comunità e unisce i membri tra loro la chiesa come corpo di Cristo e una comunità eucaristica. Nella chiesa degli origini ci sono esperienze in cui la convivialità eucaristica si traduce in convivialità vissuta nel segno della fraternità della condivisione. L'imperativo etico scaturisce dalla realtà stessa nella concreta corporeità storico sociale della Chiesa. L'agire del credente in quanto a agire eucaristico trova la sua verità nella pratica della condivisione e del servizio. Essere cristiani è connotato dal passaggio della ricerca di se è albero della propria vita e degli altri. Un'etica del regno L'eucarestia rileva la proiezione del futuro verso la pienezza del regno. Il "già" del regno presente per stimolare i credenti verso il aperte virgolette non ancora che se, te. L'eucarestia testimonia una testimonia che la dialettica dell'assenza della presenza di Cristo verrà un giorno scavalcata dalla presenza piena Senza veli. La Pasqua di Cristo la forma della vita attuale di uomini in cammino la 10 promessa della vita futura cioè la realtà della futura gloria. Si rende evidente il valore cristiano della creazione dimensione cristiana della creazione dimensione cosmica dell'incarnazione, ambedue significato nell'eucaristia fondano il valore cristiano della realtà terrestri e l'impegno della Chiesa nel mondo. La trasformazione escatologica del mondo avviato dell'incarnazione della Pasqua attualizzata nella carestia, spinge il credente ha una presenza nella storia segnata dalla tensione permanente tra impegno e attesa. L'etica eucaristica assumi il volto etica escatologica nella quale sono strettamente tra loro coniugate all’ attenzione costante al presente al futuro in dio. Il momento liturgico celebrativo, che hanno le carestie suo culmine, e ciò che fa della chiesa una comunione agapica. 3) LA PROSPETTIVA ESCATOLOCIA F 0 A A Le ermeneutica della speranza La speranza cristiana diventata uno dei principi architettonici del discorso sociologico È una chiave interpretativa dell'intero messaggio cristiano. Nel contesto di una cultura fortemente segnata dall'apertura futuro prende consistenza una concezione dell'esistenza cristiana in cui acquista maggiore centralità la prospettiva escatologica. La vita cristiana e costante per immigrazione verso la pienezza. Le beatitudine del discorso della montagna vanno letti in quest'ottica sono infatti rivolte future spingono l’uomo all'assunzione di comportamenti che delineano un cammino verso ciò che sta oltre. La speranza cristiana come contenuto la visione di Dio c'è l'incontro definitivo con il clic Cristo glorificato nel luogo nella vita eterna. F 0 A A Il radicamento istologico Il fondamento della speranza cristiana e Gesù. Esistenza storica costituisce il sistema ordinario di Dio all'umanità che rende possibile per un futuro definitivo. A rendere possibile la speranza non è la semplice analisi delle prospettive future contenute con un giorno nella storia ma la fede nella persona di Cristo nella verità del suo mistero di morte e di risurrezione. Il tempo dell'uomo-Cristo il tempo singolarmente unico e la sua esistenza e resistenza escatologica votata alla donazione radicale disse al padre. La salvezza raggiunge la sua pienezza con la risurrezione dei morti e la liberazione integrale dell'uomo nelle sue relazioni con Dio con gli altri con il mondo. L'aspirazione di ogni essere umano a questa liberazione condiziona profondamente gli atteggiamenti comportamenti quotidiani. L’agire della risurrezione annuncia che esiste una forza endogena che porta alla trasformazione del mondo, l'azione umana, in quanto azione che modifica la realtà è determinante fini dell'edificazione del regno. L'evento pasquale sorgente di speranze limitata Dove il dio ha reso manifesto in modo irrevocabile il suo amore nei confronti dell'uomo. La morte la resurrezione di Cristo sono promesse complimento sono eventi che non affondano le loro radici sono nel passato ma che sono presenti in quanto attraverso si compie la riconciliazione del con il figlio. Lo spirito è un atteggiamento di fiducia che alimenta la capacità di agire in prima dall'esistenza cristiana una struttura dialogica. La certezza che regno di Dio è già presente nel divenire umano assunto irreversibilmente da Cristo. La storia della salvezza fa dunque il proprio contenuto stesso nella storia umana. Incarnazione e escatologia sono allori due cardini attorno quali ruota l'esperienza cristiana perché parlano la condotta morale del credente. F 0 A A Tra impegno e attesa L’attesa della speranza e della liberazione ad evidenziare il rapporto di continuità e discontinuità che deve sussistere la dialettica tra la presenza e l’ attesa che segna esperienza cristiana. L'accettazione della storia determina la constatazione che Dio ha preso sul serio la storia, imponi rifiuto di ogni interpretazione negativa della storia grazie l'incarnazione la storia pienamente accolta dal figlio, il cristiano è chiamata di impegnarsi in Ansa facendo proprie le attese terrene innestandole sul tronco della speranza teologale. Il secondo presupposto È la storia come stai aperta al futuro assoluto: la rivelazione di Dio in Cristo rende manifesto che il definitivo ha ormai fatto ingresso nel tempo, anche se la definitività non è tale da escludere il futuro. Il cristiano rifiuta le concezioni relativista nelle quali l'aspirazione dell'umanità futura non poggia sul nulla. La definitività dell'avvenimento di salvezza non elimina il futuro, Ma rende possibile, spingendo un uomo dentro la storia. La venuta di Cristo continua in giudizio la promessa perché il giudizio anticipa il momento escatologico di Cristo nel mondo la promessa annuncia le speranze vere e ispirazioni autentiche dell'uomo che non saranno divise perché arriverà la risurrezione di Cristo la quale costituisce così deciso al bisogno della salvezza. L'attenzione giudizio-promessa tensione il parametro fondamentale con cui il credente si colloca nei confronti della storia. Questa tensione dialettica radicata nell'uomo. L'aspirazione a una sempre più testa comunione interumana È una radicale umanizzazione del mondo si scontra con la constatazione che nessuna relazione sul livello di umanizzazione raggiunto. Agire umano acquisisci in tal modo il carattere di una permanente proiezione in avanti. Escatologia cristiana Rivela l'agire umano la stabilità e il suo destino. Essi impegni il credente a rendere trasparenti nella storia alle esigenze della giustizia dell'amore. F 0 A A Etica della speranza La speranza escatologica conferisce la vita morale cristiana il suo senso, il suo stile e il suo slancio. La speranza genera uno stile di vita segnato da un'unica preoccupazione: quale di accogliere il Signore quando verrà. Il tempo che è un uomo oggi vive aiutanti intermedio in cui ciò che conta è preparare il future prepararsi adesso l'atteggiamento di fondo che deve caratterizzare in modo di essere del credente E che diviene il motivo di fondamentale nella morale È l'atteggiamento della vigilanza. L'attesa della venuta del Signore la capacità di accoglierlo sono strettamente legate dalla coltivazione dello stato di allerta permanente E alla perfetta perseveranza. Vigilanza perseveranza sono sovente associati nella Bibbia alla preghiera alla sobrietà e alla temperanza in quanto implicano un processo di purificazione interiore che favorisce il distacco dalle cose di questo mondo. Un'etica della speranza che si esplicita in una serie di atteggiamenti di comportamenti nei quali si esprime la gioia per la salvezza rincorsa all'altezza del suo definitivo compimento della rivelazione di questo glorioso È un'etica che trova fondamento nella fiducia della promessa divina che si traduce in un coraggio illimitato in una grande libertà di spirito. Essa si oppone la presunzione dell'autosufficienza perché connesse l'uomo rifiuta di riconoscere il proprio limite la potenza dell'amore salvifica di Dio. L'aspetto più significativo è costituito dalla sollecitazione a vivere nel segno della fraternità. La fraternità universale la si riscontra nell'amore del prossimo E viene definito come un imperativo incondizionato che va alla ricerca delle modalità concrete attraverso le quali renderlo operante. LE CAGORIE INTERPRETATIVE 1) Persona e agire morale ANTROPOLOGIA ED ETICA F 0 A A Paragrafo 1 l’agire umano come agire della persona Con il termine"persona" ci si riferisce ad un soggetto umano nella sua radicale unicità non considerandolo come si isolato ma come benessere e strette relazioni con gli altri con il mondo. Nella prospettiva cristiana la persona a potenzialità e limiti dei punti essi immagini di Dio ma anche creatura fragile, soggetta la tentazione del male, Bisognoso di salvezza. L'aspetto più rilevante della sua identità consiste nel suo essere in Cristo da qui scaturisce l'essere che sta a fondamento della novità della vita. F 0 A A Paragrafo due il bene della persona come criterio etico Il bene della persona criterio fondamentale dell'etica chiamata certificare ciò che si accorda come delizie E segnala le vita per correre per perseguirlo. l’uomo È considerato un fine non semplice mezzo E tutto ciò viene considerato nel rispetto della sua dignità. Il valore delle azioni va commisurato l'effetto che essi hanno Sulla persona e sulla sua realizzazione. Per capire che cosa consiste il bene della persona È necessario andare ad analizzare degli elementi concordo che compongono l'identità identità personale. Il bene della persona una realtà complessa chi è vada la soddisfazione di alcune fondamenta le necessità vitali alla possibilità di godere di un certo grado di riconoscimento sociale, della gratificazione affettiva culturale fine la possibilità di crescere nella propria interiorità nella comunione di Dio. In base ai diversi livelli in questi attivi con la identità della persona si definiscono gerarchicamente i beni e quali occorre riferirsi per concorrere alla costruzione del bene. Leggi l'umana E generare agire morale in questo modo è coinvolto tutti il mondo della persona nella sua globalità. F 0 A A Paragrafo tre personalismo teologico La globalità non implica rinuncia a considerare il peso oggettivo di ogni singola azione ma comportano che si ci sia integrazione nell'ambito della totalità dell'umana personale, che include 12 scelta particolare allungo la sua emissione. Influenza dell'azione Sulla scelta della persona non è mai totale anzi è possibile che si orientino in senso opposto. La conoscenza che la persona ha della presenza o meno dell'opzione fondamentale immediata, esso non coincide con il contenuto oggettivo dell'azione ma consiste nell'intuire soggettivamente l'orientamento di fondo chiama la base del proprio agire coincide con l'assunzione di una 100 atteggiamento altruistico. La misurazione del valore morale E dato dal rapporto che si istituisce con l'opzione fondamentale Dove il livello di profondità in cui l'azione si colloca in relazione al centro della persona. L'opzione fondamentale ha una valenza religiosa chi si basa sull'adesione al rifiuto del bene in cui vi è implicita la risposta di assenso di distanza l'appello di Dio in quanto autore del bene. L'opzione fondamentale coinciderebbe secondo un filone trascendentale dell'uomo, con la decisione del nuovo modi di dire modificare l'assoluto; la connessione nei momenti in cui affiorano nell’ orizzonte della coscienza interni trascendentali imperativo del bene. Nel centro profondo degli personale, il credente farà l'esperienza della grazia che è partecipazione alla vita divina lezione fondamentale diviene adesione al rifiuto della grazie da parte della libertà umana. La categoria di opzione fondamentale all'orizzonte entro il quale vanno collocate le scelte della persona. Opzione fondamentale tessuto con il attivo che lega tra loro i singoli atti conferendo coerenza la vita morale mediante l'offerta di un processo che l'integra nel contesto della vita della gente del rapporto che le costituisce come fine ultimo. Le conseguenze: uno miglior interpretazione dell'agire umano e del suo significato morale. Emerge un'interpretazione unitaria e articolata dell'agire umano nella quale convergono fattori diversi che rendono ragioni della sua complessità ma concorrono anche a spiegarmi le dinamiche sottesa e il significato umano propriamente etico. l'attenzione privilegiata la struttura profonda delle singole azioni che sono intrattenuti con il nucleo della vita interiore della persona. L'Opzione fondamentale È caratterizzato da un processo basato sulla serie di atti che integrano la propria vita attorno ad un bisogno profondo. L'opzione fondamentale scelte categoriali non è lineare: vien giù con la libertà della persona che può condurre l'opzione di approfondirsi, ma quante provocare il suo cambiamento la continuità è assicurata da una fedeltà, che frutta del consolidarsi di mettere a unire un'unità interiore tre importanza che va assegnata alle premesse dell’azione. Creazioni sono qui insieme di atteggiamenti delle decisioni che hanno determinato l'insorgenza dell'opzione. Il concetto che soggiace l’opzione fondamentale: scaturisce dalla considerazione che la decisione morale non ha mai Un contesto di piena neutralità, ma implica sempre il coinvolgimento in essa della storia precedente della persona. 2) paragrafo due: coscienza e norma F 0 A A Il primato della coscienza La coscienza morale è la facoltà che sotto la guida della ragion pratica, Hai compito di fare giudizio dell'umano. L'uomo percepisce di dover valutare il proprio comportamento a partire da un quadro di valori chi è corrispondono istanze interiori che ricevono I contenuti normativi dal confronto con la realtà. Il concetto di coscienza morale assorbito una trasformazione nel corso del tempo: di origini Dove si trova per la prima volta in un frammento di Democrito il termine “suneidesis”, che significa conoscere insieme, termine che diverrà parola chiave per designare la conoscenza dei fatti morali. Gli stoici danno pieno compimento al processo, pervenendo alla delineazione dalla coscienza riflessa che coincide con il logo ossa dell'uomo. Il termine suneidesis compare veramente nel testo sacro E quando viene utilizzato gli si usa per disegnare il termine cuore che mette bene a fuoco come il bene e il male hanno la loro sorgente nell'interiorità dell'uomo. La coscienza acquisisce carattere storico salvifica, portando un uomo alla continua ricerca disegni della volontà divina. Nel nuovo testamento il termine coscienza il usato soltanto da Paolo ma L’idea di coscienza, come facoltà del discernimento del bene dal male È presente nei sinottici Dove te si afferma che è a contaminare il duomo non è tutto ciò che entra dalla bocca ma ciò che ne esce che appartiene al suo mondo interiore. La coscienza quella conseguente in cui entro che il destino dell'uomo davanti a Dio in quanto dalla sua decisione dipende l'accoglienza o rifiuto del dono divino. Il riconoscimento della grandezza della coscienza non implica rinuncia a rilevare il limite: non gode di un'autonomia ed autorità assoluta ma deve riconoscere la propria indipendenza dagli dalla sua volontà. La coscienza cristiana riflesso della fede ti diviene principio della conoscenza È giudice è testimone dell'onestà di comportamento di fronte se stessi. Nella rivelazione la conoscenze perciò apposta totalmente sullo sfondo del rapporto tra dio e uomo pur essendo una facoltà umana, essa acquisisce la fine della sua piena possibilità di espressione la sua dignità, assumendo il carattere di norma ultima della vita dell’uomo. Il cammino della successiva tradizione cristiana È il ruolo della coscienza nel giudizio e decisione morale. Nel periodo ellenistico Dove la riflessione morale risente del neoplatonismo e dello stoicismo, la coscienza è considerata il luogo in cui si rende presente il logos. Agostino sottolinea irriducibilità della coscienza alla dimensione psicologica metti in evidenza la sua natura di luogo dove vi è il riconoscimento la grazia attraverso l'incontro uomo Dio. Come tale la coscienza assume la qualifica di regola universale della moralità, capace di fornire a tutti la norme di condotta E di farsi testimone della correttezza del comportamento. Secondo gli scolastici che si rifanno ad un filone più antropologico, si incentrano sull'approfondimento della natura e il rapporto con essa. Da questo rapporto nascono le facoltà superiori dell'uomo intelligenze volontà. La “suneidesis” Viene definita come la coscienza nella sua struttura originaria costituita dei principi primo-primi, È la “coscientia” cioè la facoltà in cui avviene la loro applicazione ai casi concreti che dà luogo a diverse interpretazioni del processo medianti quali si verifica il passaggio dalla S. Alla determinazione concreta di contenuti dell'azione. Tommaso d'Aquino affronta la questione del comportamento che essa deve tenere quando conflitto con una presa di posizione ufficiale della Chiesa. Egli afferma l'obbligo di seguire la propria coscienza pur ritenendo che l'errore non posso generare alcuna obbligazione non esita però riconoscere che essendo le verità morale principale del giudizio essa debba coinvolgere il soggetto. La rivalutazione del sacramento della penitenza dovrebbe concilio di Trento che assume il carattere di sacramento della confessione, conferisce al trattato sulla coscienza indiscussa centralità: compito del confessore e indagine dello stato di coscienza del penitente per valutare oggettivamente la responsabilità di atti. Le riprese di una visione unitaria della coscienza a solo partire dalla seconda metà del secolo scorso grazie gli sviluppi delle scienze psicologiche e psicanalitiche della fenomenologia. La coscienza volte la prospettive intellettualistiche individualistica recuperare la dimensione motivi relazionare per scoprire l'aspetto religioso. La decisione di coscienza sta alla radice della vita morale, e non può prescindere dal confronto con la legge divina Ecco le indicazioni che vengono dal magistero della Chiesa; ma la risposta che Dio sarà sempre una risposta personale che deve essere data con concretezza del contesto tenendo in considerazione le specificità della propria vocazione esigenze del momento dopo la coscienza diviene norma ultima delle azioni F 0 A A Natura identità della coscienza morale La coscienza considerata come facoltà mediante la quale si precede l'applicazione dei valori alle diverse situazioni affrontando i conflitti e formulando il giudizio in base le soluzioni offerte dalla scienza morale. Il giudizio comparto una presa di posizione soggettiva, Dove accanto l'intervento di ragione volontà, si dai coinvolgimento delle emozioni di sentimenti e delle passioni toccando la globalità dell'essere. Il carattere nazionale della coscienza È stato radicalmente messo sotto processo degli sviluppi della scienza psicologica. Quest'analisi è risultato che la conoscenza dei limiti condizionata dall'inconscio del subconscio. Per Freud la coscienza origine in un processo psichico legata due fasi di sviluppo della personalità. La prima coincide con gli anni dell'infanzia quando io che ancora debole È accetta acriticamente gli altri comportamenti comportamenti delle figure parentali anche se limitati in senso opposto alle pulsioni che risiedono nell'Es per paura di essere punito di essere amato. la seconda fase È quella del confronto quando affiora risveglio È stretto rapporto con l'insorgenza il complesso di edipo. il sentimento di rivalità che il bambino entra nei confronti del genitore del suo stesso sesso si risolve grazie all'affiorare del principio di realtà denominata super io in quanto sperimentato dal soggetto con l'io. Negli anni successivi lista di riconoscimento della presenza nella coscienza di pulsioni sotterranee che influenzano profondamente il modo con cui si rapporta la realtà. Il limite di queste analisi sta nel considerare il dato psichico considerando la coscienza morale a realtà totalmente condizionata dall’esterno, senza riferimento all'interiore del soggetto. Vi è un capovolgimento bella concezione dell'uomo proprio della tradizione filosofica classica la quale insisteva sulla razionalità come tratto distintivo della natura umana, per ridurre l'uomo distinti. La coscienza morale nell'ambito in cui consapevolezza di sé percezione del proprio rapporto con Dio si intrecciano indissolubilmente. Essa si pone anche il livello etico per attingere a quello teologico, Dove l'uomo fa esperienza della relazione originaria la lega addio. Circostanze storiche diventano lo stimolo a vivere la relazione con Dio la quale deve tradursi a valori evangelici. La coscienza È costituita da diversi fattori la quinta integrazione può essere tutto di un processo di unificazione che si sviluppa attraverso una serie di mediazioni nel realizzare nella quotidianità. Il 16 carattere razionale garanzia della presenza di infrastruttura originaria legata all'interiorità dell'uomo che installazione dello spirito che spinge a produrre i suoi frutti. La coscienza un vero istinto morale ovvero un sentimento vitale ti fa sentire l'uomo responsabile della sussistenza E lo spinge a predisporre strategie di azione lungo termine. Il riconoscimento di questa autorevolezza della coscienza morale non implica che essa non possa ingannarsi nel riconosce riconoscere ciò che è bene determinata situazione; Comporta che la coscienza non perde la sua dignità non venga meno il dovere di seguirla tutto la possibilità che la coscienza acquisisca sempre maggiore capacità di discernimento è connessa a una seria formazione che sappia fornire alla persona quella saggezza necessaria a mediare in modo equilibrato la fedeltà ai valori. F 0 A A Paragrafo due la necessità del ricorso alla norma Il concetto di legge naturale fa riferimento ad 1 una norma derivante da un ordine originario iscritto nella realtà è presente, secondo modalità propri nella coscienza dell'uomo. I prima di introdurre il termine legge naturale furono i sofisti che facevano appello all'esistenza delle leggi che valgono per natura che vincolano tutti per sempre ovunque. Questa distinzione fu ripresa da Aristotele il quale divise giusto naturale da giusto legale. Ma il pieno sviluppo la legge naturale ripreso dallo stoicismo che buone le fondamenta dell'etica il bene morale identificato concepì rispondere leggi della natura. È Necessario affrontare una serie di situazioni essenziale e discernere ciò che è eticamente legittimo ciò che non lo è. Questa crisi deriva da ragioni che vanno ricercate nel mutamento culturale già portato alla ribalta la concentrazione è artificiale della vita, che implica il rifiuto dei determinismi naturali. L'attualità della legge naturale è riconducibile ad motivazioni: il primo è l'esigenza di fissare un limite all'intervento manipolativi dell’uomo su stesso e sul mondo provocato dallo sviluppo tecnologico tutto il secondo motivo legata al fenomeno della multiculturalità che impone il confronto tra codici valoriali comuni e non da la possibilità che è legata all'ammissione dell'esistenza il lato meta o Trans culturale. La legge naturale viene utilizzata dei padri della Chiesa quali propongono una visione cosmica della natura, per cui regolari processi mani sono le leggi che si sviluppano nel mondo in. Fra umano. La novità l'inserimento della legge naturale umana nel contesto storico salvifica attraverso le categorie di creazione e di escatologia che rinviano al quadro originario della storia della salvezza. Tommaso d'Aquino abbandona la concezione cosmica concependo la natura come la struttura teleologica dell'organismo E quindi assegna la ratio il compito di riconoscere le finalità che consentono all’uomo l’autentica realizzazione di se ed individuare quelle inclinazioni naturali che si impongono come norma dell’agire. L'ordine cosmico del creato riflette la sapienza divina ed emana logos: un ordine che ha in se stessi proprio fine quest'ordine visto in chiave deterministica mentre nell'ambito del mondo umano va colto mediante uso della ragione nella creatura ragionevole implica perciò l'inserimento dell’uomo nel piano provvidenziale secondo l’identità di essere libero e responsabile. Con Tommaso d'Aquino sia un concerto di legge naturale umana fondato su una struttura ontologica aperta infrastruttura che lascia spazio ad un processo di costante modificazione da parte dell'uomo. Questa concezione della lasciata documenti in cui prende avvio il nominalismo che ne dici riduce concetti hanno nomi degli carte esterne che non definiscono ciò che cos'è suono, introduce una concezione frammentata della realtà concepita come insieme di tanti piccoli mondi sono comunicanti. L'attività di viene a merenda diviene nera obbedienza a quanto viene comandato. Con l'avanzare del processo di secolarizzazione il rischio della caduta nel relativismo nel soggettivismo dieterminano un pericolò che fanno nascere per reazione la necessità di riferimento la natura concepiti in termini essenzialistici. Nella Bibbia si trovano degli impiegati di imperativi propri della legge naturale: La creazione definisce la struttura propria della realtà rinviando all’atto con cui Dio l’ha plasmata e l'alleanza che mette a fuoco la relazione comunione male che lega la realtà Dio che è alla radice degli intrecci relazionali in essa presenti. Il concetto di creazione di un concetto aperto crisi indiano mandato originario. Il mandato di soggiogare la terra indica la trasmissione del potere creatore divino nelle mani dell'uomo, l'affidamento del compito di prendere possesso della natura ed i guidare lo sviluppo verso la pienezza. Il giardino dell'eden è affidata lavoro e la custodia dell'uomo; una parola, all'esercizio della signoria del il proprio limite in quella di Dio,. La natura ha una sezione finalistica rinvia un dato aperto al futuro di pienezza. La categoria dell'alleanza conferisce la realtà lo statuto del tessuto relazionale e assegna all’ agire umano il compito di accogliere E di approfondire la relazionalità. La natura assume la forma di un background relazionale che definisce il senso della crescita del mondo sia il suo umano che è umano incrementando l'armonia di diversi ordini della realtà. La tradizione sapienza alle sviluppa la