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Giovanni Verga e il Verismo: Impersonalità e Realismo in Opere Prime, Sintesi del corso di Italiano

Giovanni Verga, considerato il capofila del Verismo italiano, introduce un nuovo metodo narrativo basato sulla impersonalità. le prime opere di Verga, la sua poetica e tecnica narrativa, e la sua visione radicalmente pessimistica della realtà. come Verga adotta la tecnica dello STRANIAMENTO e presenta il ciclo dei Vinti, con i romanzi ‘I Malavoglia’ e ‘Mastro Don Gesualdo’.

Tipologia: Sintesi del corso

2020/2021

Caricato il 17/02/2022

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3.5

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Scarica Giovanni Verga e il Verismo: Impersonalità e Realismo in Opere Prime e più Sintesi del corso in PDF di Italiano solo su Docsity! Il capofila del Verismo, considerato il più rilevante tra i movimenti letterari che inaugurano la letteratura dell’Italia unita, è Giovanni Verga. L'importanza della sua produzione consiste sia nel nuovo modo di rappresentare le classi più umili ed i vinti, esplorando la durezza della loro vita di fatica e al contempo celebrando i valori a cui esse si ispirano, sia nella costruzione della narrazione. L'originalità dell'autore consiste nella scelta di un narratore che appartiene all’ ambiente sociale rappresentato, in modo da riprodurne fedelmente il modo di pensare e agire dei personaggi, attuando il cosiddetto “principio dell'impersonalità dell'autore del testo”. LE PRIME OPERE  Le sue prime opere sono considerate dalla critica esempi di realismo e di analisi delle problematiche sociali, pur risentendo di un clima ancora tardo romantico, fatto di passioni elevate ed ambienti mondani.  Nel 1878 Verga pubblica “Rosso Malpelo” un racconto che si discosta fortemente, sia per argomenti che per linguaggio, dalla sua narrativa precedente. Si tratta della storia di un ragazzo che lavora in una miniera e che vive in condizioni disumane, narrato attraverso un linguaggio essenziale che simula la narrazione popolare.  L'approdo al Verismo di Verga non avviene in una brusca conversione, ma in una conquista progressiva di strumenti e idee più mature, come la concezione materialistica e l'impersonalità. LA POETICA E LA TECNICA NARRATIVA  Alla base del nuovo metodo narrativo vi è il concetto di impersonalità: secondo Verga, la letteratura deve avere come oggetto un fatto reale e documentato, raccontato in modo tale che il lettore abbia l'impressione di vivere in prima persona la storia.  Per raggiungere questo scopo lo scrittore deve eclissarsi, scomparire dalla narrazione con i tuoi commenti e giudizi soggettivi (espedienti tipici della narrativa tradizionale). Il lettore non deve ricevere alcune informazioni dettagliate sugli antefatti, i luoghi o i caratteri dei personaggi, affinché la narrazione proceda come se il lettore appartenesse al loro stesso mondo, conoscendo i personaggi attraverso le loro azioni. Secondo questa originale tecnica narrativa le vicende non devono essere più raccontate da un narratore onnisciente tradizionale, ma da una voce narrante che si colloca all'interno del mondo rappresentato, che è allo stesso livello dei personaggi, dei quali adotta il modo di pensare ed esprimersi. Verga utilizza anche l'espediente della regressione del punto di vista, rappresentando ambienti popolari e personaggi incolti, la cui mentalità risulta diversa da quella dello scrittore borghese.  Il linguaggio non è elegante e curato, bensì spoglio e povero, ricco di modi di dire, proverbi, imprecazioni e termini dialettali, in una sintassi elementare e scorretta, che simula la conversazione tipica popolare.  Un altro procedimento narrativo adottato frequentemente nei suoi racconti è quello dello STRANIAMENTO, che consiste nell’adottare un punto di vista completamente diverso ed estraneo rispetto all’oggetto, facendolo apparire strano e anormale.  Ad esempio, ne “I Malavoglia”, i valori autentici e disinteressati propri della famiglia Toscano sono filtrati e raccontati dal punto di vista dei cittadini del villaggio, mossi invece solo dagli interessi economici. In questo modo, quei sentimenti puri appaiono deformati, strani e insoliti. LA VISIONE DELLA REALTA’  Verga presenta una visione radicalmente pessimistica della realtà: secondo l'autore, essa è dominata dalla “Lotta per la vita”, un meccanismo crudele e animale in cui il più forte schiaccia il più debole, dove gli uomini sono mossi soltanto dall' egoismo, dell'interesse economico e dalla sopraffazione altrui. Verga esclude ogni soluzione, alternativa e consolazione religiosa da questa realtà.  Il narratore non ha il diritto di giudicare ciò che rappresenta, in quanto tutti gli uomini sono sottoposti ugualmente a questa crudele legge universale, e di conseguenza ogni intervento giudicante è inutile e privo di senso.  Tale pessimismo consente di rappresentare la realtà con la massima oggettività, cogliendo tutti gli aspetti negativi presenti, senza lasciarsi ingannare dai falsi miti, come quello del progresso che risolverà tutti i problemi. VERGA SI CONFIGURA COME UNO SCRITTORE SPIETATAMENTE LUCIDO, CHE PROMUOVE LA CONOSCENZA CRITICA DELLA REALTA’  Nell'opera Verga continua a adottare il principio dell'impersonalità, presentando un ambiente non più contadino, bensì borghese ed aristocratico: di conseguenza, anche il livello culturale del narratore si innalza, coincidendo con quello dell’autore reale. ( NO REGRESSIONE).  Mentre nei Malavoglia Verga resta fedele ad un impianto corale, la narrazione del secondo romanzo è focalizzata sul protagonista, i cui pensieri sono presentati attraverso il discorso indiretto libero, ed il punto di vista con cui vengono osservati i fatti coincide con la sua visione.  Scompare anche l’impianto bipolare, poiché il conflitto tra i valori ideali e gli interessi economici si interiorizza nella psiche del protagonista, il quale viene soffocato dal raggiungimento della ricchezza. Non vi è più alcuna idealizzazione romantica, in favore di un pessimismo assoluto che non lascia alternative.  La scelta di Mastro Don Gesualdo in favore della “roba” costituisce, per l’autore, una totale sconfitta umana: dalla sua ascesa sociale Gesualdo non ha ricavato che odio e dolore, ammalandosi infine di cancro.  Lo scrittore riconosce al personaggio un gran numero di qualità ( volontà ferrea, l'intelligenza e l'energia), tuttavia si concentra soprattutto sul rovescio negativo della sua elevazione sociale: la perdita di umanità, la rinuncia e legami autentici e le sofferenze provocate dalla famiglia. GESUALDO E’ VINCITORE MATERIALMENTE, MA VINTO SUL PIANO UMANO. Il protagonista rappresenta un eroe tipico del progresso, un self-made man che costruisce da sé il proprio destino tramite dinamicità e intraprendenza. ROSSO MALPELO  Rosso malpelo è il testo che dà inizio alla fase verista di Verga, in cui inaugura la rivoluzionaria impostazione narrativa: la voce che racconta non è al livello dell’autore reale, ma è interna al mondo rappresentato, condivide la stessa mentalità e il sistema di pensiero dei personaggi che dipingono Malpelo come un individuo diverso segnato da un'oscura maledizione, che occorre temere e da cui è necessario difendersi.  Sin dalla frase iniziale è possibile rintracciare il procedimento della regressione e dell’impersonalità.  Pur essendo cresciuto in un ambiente disumano come quello della cava, Rosso Malpelo preserva alcuni valori autentici e disinteressati, come il senso di giustizia, l'affetto verso il padre e l'amicizia.  Il protagonista risulta però indurito dalla disumanità, frutto di una vita di fatiche e ingiustizie. Egli è ben consapevole della legge che vige sulla realtà, secondo cui il più debole viene schiacciato dal più forte.  Tutta la sua condotta si fonda, dunque, su questa lucida consapevolezza dei meccanismi crudeli di una realtà immutabile. Sul protagonista, Verga riflette il suo pessimismo e la sua visione lucida e rassegnato della realtà, al quale non sa proporre alternativa.  L’intento di Verga, attraverso questa novella, è di denunciare e di far presente al mondo tematiche quali la povertà e lo sfruttamento minorile, in particolare nelle classi disagiate della Sicilia alla fine del XIX secolo. Tra gli altri temi in Rosso Malpelo emerge anche l’emarginazione del diverso, che è tale solo per il colore rosso dei suoi capelli, che nell’ignoranza del tempo veniva associato al demonio e, quindi, al male. LA ROBA  La novella verghiana “La roba” narra l’ascesa sociale di Mazzarò, un contadino arricchitosi grazie alla sua intelligenza, che riesce ad appropriarsi delle terre del padrone e ad accumulare beni e ricchezze, sacrificando ogni altro aspetto della sua vita.  La sua scalata riesce grazie al sacrificio e alla furbizia, ma una volta guadagnata una posizione migliore, l’uomo diventa ossessionato dall’accumulo della ricchezza, vivendo nel terrore della morte: che fine faranno i sacrifici e i traguardi di una vita intera quando morirà?  Il pensiero di non poter portare con sé i suoi beni nella vita ultraterrena lo fa impazzire: il testo si conclude con Mazzarò che, accecato dalla follia, distrugge raccolti e uccide animali in modo che lo raggiungano dopo la morte.  La novella rappresenta l'abbandono da parte di Verga di ogni idealizzazione romantica del mondo rurale: quei valori puri (come il culto della famiglia) scompaiono, in favore di una realtà dominata soltanto dagli interessi e dalla forza (Mazzarò si lamenta digli eccessivi costi per il funerale della madre). LA LUPA  Verga narra la storia de “La Lupa”, un’attraente contadina che seduceva tutti gli uomini del paese. Un giorno, ella si innamora di Nanni, un giovane contadino tornato dal servizio militare che lavorava nelle terre al suo fianco. Il ragazzo però la rifiuta, in quanto innamorato di sua figlia Maricchia, rimasta nubile a causa dei comportamenti dimessi della madre. La Lupa acconsente al matrimonio, a patto che i due si trasferiscano in casa sua. Nanni viene spesso tentato dalla sensuale donna, e durante una confessione fatta in punto di morte egli ammette l’adulterio compiuto. Da quel momento Nanni si pente, ma non riuscendo a resistere alla tentazione, uccide la Lupa.  Al centro della novella c’è uno dei personaggi più memorabili di Vita dei campi, la “Lupa” appunto, la seducente donna che desta tanto scalpore nella tranquilla quotidianità di un paesino siciliano.  Sono, infatti, i suoi compaesani a narrare la storia, a fornire il punto di vista del racconto attraverso i loro pregiudizi, i pettegolezzi, gli antichi proverbi e modi di dire, che si alternano nel brano dando vita ad una testimonianza scritta del contesto storico-sociale dell’epoca, con la sua morale e le sue usanze. Dai loro giudizi, infatti, possiamo carpire anche il sistema di virtù e valori che vigevano nell’antica realtà siciliana.