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Il linguaggio dei fiori: Significato simbolico nel corso del tempo, Tesine di Maturità di Italiano

Tesina di maturità riguardante il vario significato che i fiori hanno assunto durante il corso del tempo e in diverse materie

Tipologia: Tesine di Maturità

2016/2017

Caricato il 27/03/2017

martina_zanini
martina_zanini 🇮🇹

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Scarica Il linguaggio dei fiori: Significato simbolico nel corso del tempo e più Tesine di Maturità in PDF di Italiano solo su Docsity! IL LINGUAGGIO DEI FIORI Introduzione: Da sempre gli uomini hanno visto nei fiori dei messaggeri in grado di veicolare e rappresentare i loro stati d’animo e sentimenti. Per questo motivo nell’800, secolo in cui i fiori ebbero una grandissima importanza simbolica, si sviluppò un tipo di comunicazione non verbale che utilizzava i fiori come strumento di espressione nella società: la Florigrafia. Essa studia il significato e il tipo di messaggio che si vuole esprimere con un fiore, poiché ognuno di essi ha un significato diverso, anche in relazione al colore e alla forma che lo contraddistingue. Infatti per esempio, il viola spesso viene associato al ricordo di un amore mentre un bocciolo indica riservatezza ed una rosa aperta, invece, impeto e allegria. ancora oggi si fa riferimento a questo linguaggio dei fiori per interagire in maniera sottile e discreta con altre persone. Nella cultura Occidentale, già nel Medioevo venivano attribuiti dei significati morali ai fiori più comuni. Col tempo, questa pratica si diffuse talmente tanto che iniziarono ad essere pubblicati libri e collane sull’argomento, che portarono la pratica di attribuire un significato ai fiori in auge in tutto il mondo. L’Ottocento vede l’interesse per i fiori crescere a dismisura, fino quasi a diventare una moda, soprattutto in città come Parigi e Londra. Il diciannovesimo secolo può essere dunque a buon diritto definito ‘il secolo dei fiori’. E in particolare presso la borghesia e i nouveaux riches che il fiore si impone come un motivo prediletto, prosperando non solo nelle aiuole dei giardini, ma, reciso, accuratamente disposto in vasi e contenitori negli ombreggiati locali delle abitazioni. Soggetto favorito dei dipinti, esso ricorre anche nelle carte da parati, negli arredi e vivacizza tappezzerie e tendaggi. Molto ambito dal gentil sesso di ogni rango, il fiore veniva intessuto e ricamato nelle stoffe degli abiti e, fresco o contraffatto, era usato, forse con eccessivo entusiasmo, come ornamento di cappelli e pettinature, oppure emergeva, civettuolo, dalle scollature delle dame. Charlotte de Latour Al centro di questo libro sono infatti l'amore, la sensualità, l'erotismo velato dalle norme del galateo e della buona società. Questo volume è come una lente d'ingrandimento che mostra alcune abitudini di vita di un universo femminile frivolo e spensierato, che ama circondarsi di tutti quei vizi che erano state fino ad allora prerogativa della nobiltà. Un mondo femminile narcisista, che si dilettava o nell'inviare messaggi elaborati tramite il linguaggio dei fiori. Si tratta di una raccolta di fiori, frutti e piante ad ognuno dei quali è assegnato un significato, che delle volte è tramandato da tradizioni millenarie, da racconti mitologici, da studi scientifici, erboristici e botanici, altre volte frutto dell'inventiva. Si tratta anche di un prezioso testo dal valore sociologico, che racconta lo stato di una società, pazzamente innamorata dei fiori al punto di metterli in ogni dove: su stoffe, carta da parati, tra i capelli e sui cappelli. Die blaue Blume: Die blaue Blume verkörpert, wie kein anderes Motiv, die Suche der Romantiker nach einer inneren Einheit und nach Unendlichkeit. Die blaue Blume gilt als das Hauptsymbol der Romantik. Sie repräsentiert etwas, was schwierig zu erreichen ist, eine Sehnsucht, die man nicht aussprechen kann. Dieses Symbol der romantischen Epoche steht im Mittelpunkt von dem Bildungsroman „Heinrich von Ofterdingen “, der von Novalis geschrieben wurde, der aber unvollständig blieb. Novalis hat nur den ersten Teil „Die Erwartung“ und die Anfangskapitel des zweiten Teils „Die Erfüllung“ geschrieben. Im ersten Kapitel der Erwartung“ wird der Begriff der „blauen Blume“ dargestellt. Der junge Heinrich liegt in seinem Bett, aber kann nicht einschlafen. Er denkt immer an die blaue Blume, eine Blume, die er nur in seinen Träumen sehen kann. Nur wenn er träumt, kann er seine Seele von allen Fesseln der rationalen Wirklichkeit befreien und damit die wahre Erkenntnis erreichen. Er träumt von fernen Zeiten und Orten, bis er sich im Laufe eines Traums im Traum auf einem blühenden Rasen befindet. Hier kann Heinrich die blaue Blume sehen und er mὅchte sich ihr gern nähern, aber sie beginnt sich zu bewegen und entfernen, so dass er sie niemals erreichen kann. Diese blaue Blume ist diejenige, die sein Wesen mit einer unbekannten Sehnsucht erfüllen kann. Der Junge weiß nicht, was die blaue Blume darstellt, aber er empfindet ein unwiderstehliches Verlangen nach ihr. Dies symbolisiert das Streben des romantischen Dichters nach dem Unendlichen, nach der Liebe und nach der Poesie. Wer die blaue Blume findet, findet auch die Liebe. Im Traum liegt sie inmitten von anderen Blumen und ist die einzige, die licht blau ist. Die Blume und das Wasser besitzen dieselbe Farbe. Blau ist die Farbe von grenzlosen Dingen, es ist zum Beispiel die Farbe des Wassers und die Farbe des Himmels. Der Himmel und das Wasser auf der Erde reflektieren einander, so dass man das eine in dem anderen sehen kann. Am Ende des Textes vollzieht sich eine Wende. Der Jüngling wird plötzlich von der Stimme seiner Mutter geweckt. Nachdem der Autor durch Heinrichs Traum den Leser in eine phantastische Welt entführt und ihn überzeugt hat, zerstört er sie gleich danach durch das Aufwachen des Protagonisten. Auf diese Weise wird der Leser plötzlich in die Wirklichkeit zurückgeführt. Digitale Purpurea: Pubblicata nel 1898 e poi nella seconda edizione dei poemetti, questa poesia avrebbe tratto ispirazione dal racconto riferito dalla sorella del poeta, Maria, a Pascoli, relativo al suo soggiorno giovanile in convento. Si tratta di tre terzine dantesche (endecasillabi sciolti), il cui maggior impegno è testimoniato dall’epigrafe introduttiva paulo maiora. La donna bionda e la donna bruna. In apertura del componimento si delineano due figure femminili (Maria e Rachele) in antitesi, che si caricano di significati simbolici: la fanciulla bionda, «da occhi e vesti semplici», è un'immagine di innocenza verginale, quella bruna, dagli occhi «ch'ardono», è immagine di una sensualità torbida e inquieta che riproduce la contrapposizione simbolica tra donna "angelo" e donna "demonio” e tra innocenza e sensualita, associata al peccato. L'innocenza e il fiore perverso. Nella prima sezione, tra le due amiche rievoca l'atmosfera del convento e della loro fanciullezza, creando un clima di innocenza, candore e soavità. I particolari che lo connotano sono la nota di bianco riferita alle suore e l'insistenza sull'aggettivo dolci («i dolci anni», «quei piccoli anni così dolci...»). A questa atmosfera rimanda anche l'«orto chiuso», col suo carattere verginale, che esclude il mondo esterno. Maria giunge ad alludere ad un fiore misterioso ed inquietante che non riesce a nominare e che Rachele fa al posto suo chiamandolo «fior di morte». Al clima verginale si contrappone la presenza perversa del fiore velenoso, col suo profumo insidioso che inebria l'aria intorno e bagna l'anima «d'un oblìo dolce e crudele». La seconda sezione è quindi un’analessi, dove il passato lontano nel ricordo si materializza nel presente. Anche qui si ripropone l'atmosfera di innocenza attraverso il cielo sereno primaverile, l'incenso, il biancore delle educande che invade tutto il giardino. Qui le giovani ricordano un momento in cui, dopo la visita al monastero di un personaggio maschile che aveva creato turbamento, le allieve tornarono alle camerate «più rosse e liete». Nella parte finale, in opposizione alla sanità delle fanciulle si profila l'immagine del fiore venefico e del suo fascino inquietante. Il fiore si precisa nelle sue forme mostruose, ripugnanti, quasi macabre, connotato umanamente dalle «dita spruzzolate di sangue». Con l’apertura della terza sezione, seppur avendo rivissuto il ricordo del fiore maledetto, Maria è serena poiché è rimasta innocente. Rachele invece piange e parla senza guardare in faccia l’amica confessandole che aveva sentito il profumo di questo fiore dopo un sogno legato all’eros che aveva lasciato un «languido fermento» che, sentendosi richiamata, era andata a toccarlo, gesto che aveva provocato in lei un’esperienza di godimento e di morte, provocando a sua volta un effetto devastante sotto il profilo sia fisico sia spirituale. Il significato del «fior di morte». Il racconto di Rachele si chiude su un'immagine misteriosa, il destino di
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